Anticoagulanti Naturali, prove scarsissime sulle interazioni con farmaci ed interventi

 

Premessa importante:

D’altro canto, gli stessi integratori naturali descritti come “anticoagulanti” non vanno presi come realmente efficaci a sostituire in nessun modo le terapie anticoagulanti vere e proprie prescritte dai medici.

A scanso di equivoci, poiché trattasi di materia molto sensibile, la fibrillazione atriale è possibile prevenirla e non stiamo dicendo che gli integratori non servono, ma che siate seguiti a livello medico con analisi e diagnostica, è fondamentale.

INDICE ARTICOLO

Generalità

I farmaci anticoagulanti vengono prescritti per ridurre il rischio che si formino dei coaguli anomali di sangue nel corpo. Poiché questi coaguli possono interrompere il flusso di sangue al cuore, ai polmoni o al cervello, i farmaci anticoagulanti vengono prescritti per prevenire eventi come ictus, embolia polmonare e infarto del miocardio nei pazienti a rischio.

Tali pazienti includono, ad esempio, soggetti con battito cardiaco irregolare (fibrillazione atriale) o sottoposti a interventi di sostituzione delle valvole cardiache.

Lista Anticoagulanti Naturali

È stato dimostrato che varie sostanze naturali possono interferire con la coagulazione del sangue e aumentare il rischio di sanguinamento quando assunte da sole o in associazione con farmaci anticoagulanti.

Nella lista dei potenziali anticoagulanti naturali rientrano ad esempio 1, 2, 3, 4:

  • acidi grassi omega-3;
  • aglio;
  • biancospino;
  • camomilla;
  • cardo mariano;
  • coenzima Q10;
  • condroitina e glucosamina;
  • cordyceps sinensis;
  • dong quai;
  • erba medica;
  • estratto di semi d’uva;
  • Ginkgo biloba;
  • iperico (erba di San Giovanni);
  • menta piperita;
  • mirtillo;
  • olio di enotera;
  • olio di pesce (incluso olio di fegato di merluzzo);
  • vitamina E;
  • zenzero.

Questi alimenti e integratori possono ridurre il rischio di formazione di coaguli nel corpo, migliorando la salute circolatoria.

Tuttavia, un effetto troppo marcato o la loro associazione a farmaci anticoagulanti possono portare a un aumentato rischio di sanguinamento.

Per questo motivo, salvo diverso consiglio medico, la loro assunzione andrebbe limitata o evitata nei pazienti in terapia con farmaci anticoagulanti. Per la stessa ragione, il medico potrebbe consigliare di sospenderne l’assunzione nei 7-14 giorni che precedono un intervento chirurgico.

Anticoagulanti o Antipiastrinici?

Sebbene nel linguaggio comune si tenda a utilizzare indistintamente il termine anticoagulante, sarebbe più corretto distinguere tra 4:

  • i più comuni farmaci anticoagulanti includono:
    • eparina
    • esempi di anticoagulanti naturali includono:
      • anice;
      • dong quai;
  • i più comuni farmaci antiaggreganti piastrinici includono:
  • esempi di antiaggreganti piastrinici naturali includono:
    • acidi grassi omega 3 e olio di pesce;
    • aglio;
    • estratto di semi d’uva;
    • ginko;
    • melatonina;
    • semi di lino;
    • vitamina E;
    • zenzero.

RISCHIO SANGUINAMENTO

Considerazioni sul rischio di sanguinamento

Secondo uno studio, 180 integratori alimentari hanno il potenziale di interagire con il warfarin e più di 120 possono interagire con l’aspirina, il clopidogrel e il dipiridamolo 5.

ipotesi meccanicistiche (quindi su base teorica, ad es. per il contenuto di determinate sostanze) 1.

Pertanto, nella maggior parte dei casi, il numero di studi è troppo limitato per dimostrare gli effetti anticoagulanti degli integratori alimentari 2.

Nonostante ciò, a scopo cautelativo, anche quando le prove sono scarse o poco chiare, si tende a sconsigliare l’uso di questi integratori ai pazienti in terapia anticoagulante o antipiastrinica.

La stessa cosa dicasi per i pazienti in procinto di sottoporsi a un intervento chirurgico

Una revisione del 2022 ha analizzato il rischio di sanguinamento relativo all’assunzione di vari potenziali anticoagulanti naturali. I risultati, molto utili nella pratica clinica, sono riassunti nella seguente tabella 4.

Integratori naturali Note
Elevato rischio di sanguinamento Alta qualità delle prove con evidenze di alto livello in ambito clinico: revisioni sistematiche, studi di coorte, studi randomizzati controllati e ampie serie di casi
Moderato rischio di sanguinamento Evidenza supportata da casi clinici
Evidenza supportata da studi sull’aggregazione piastrinica
Evidenze supportate da ricerca scientifica di base (es. studi in vitro)
Evidenza supportata da prove poco chiare/conflittuali
Basso rischio di sanguinamento Non hanno riportato in letteratura rischio di sanguinamento
Potenziali proprietà procoagulanti a vari livelli di evidenza
Nessun rischio di sanguinamento Prove evidenti che non suggeriscono alcuna associazione clinica con il sanguinamento

Si consideri che il rischio di sanguinamento associato all’assunzione degli integratori riportati in tabella può essere dipendente o indipendente dall’uso in associazione a farmaci anticoagulanti.

INTEGRATORI E ANTICOAGULANTI

Integratori associati a sanguinamento correlato all’assunzione di anticoagulanti

Integratori Qualità delle prove
Ginkgo biloba Revisione della letteratura su larga scala
Condroitina-glucosamina Serie di casi, organismi di reporting governativo
Melatonina Sei casi clinici
Curcuma Due casi clinici
Mirtillo, camomilla, fieno greco, cardo mariano, menta piperita, cannella, zenzero Un caso clinico

INTEGRATORI E CHIRURGIA

Integratori associati a sanguinamento chirurgico indipendente dall’assunzione di anticoagulanti

Integratori Qualità delle prove
Aglio Revisione di studi randomizzati e controllati
Biancospino Studio di coorte
Cordyceps sinensis, echinacea, aloe vera Caso clinico
FIBRILLAZIONE ATRIALE

FIBRILLAZIONE ATRIALE CHE COS’È

Dal Manuale MSD

> 80 anni ne è affetto. La fibrillazione atriale tende a verificarsi in pazienti con disturbi cardiaci di base.

CAUSE

Le cause più frequenti di fibrillazione atriale sono:

  • Ipertensione
  • Coronaropatia
  • Cardiomiopatia
  • Patologie cardiache valvolari:
    • stenosi mitralica,
    • insufficienza mitralica,
    • insufficienza tricuspidale
  • Ipertiroidismo
  • Cause meno frequenti di fibrillazione atriale sono

  • Embolia polmonare
  • Difetti del setto atriale e altri difetti cardiaci congeniti
  • Broncopneumopatia cronica ostruttiva
  • Miocardite
  • Pericardite

COMPLICAZIONI

Complicazioni di fibrillazione atriale

ictus è maggiore nei pazienti più anziani e nei pazienti con valvulopatia reumatica, valvola cardiaca meccanica, ipertiroidismo, ipertensione, diabete, disfunzione sistolica ventricolare sinistra o precedenti episodi tromboembolici. Gli emboli sistemici possono anche causare disfunzioni o necrosi di altri organi (p. es., cuore, rene, tratto gastrointestinale, occhi) o di un arto.

FATTORI DI RISCHIO

Fattori di rischio

da Medtronic

Per prevenire la fibrillazione atriale, è possibile controllare o modificare alcuni fattori di rischio.

Fattori di rischio controllabili

  • Colesterolo alto
  • pressione sanguigna alta
  • Cardiopatia
  • Fumo
  • Sovrappeso
  • Caffeina
  • Abuso di alcol
  • Sedentarietà
  • Alcuni farmaci
  • Apnea notturna
  • Reflusso gastroesofageo

Fattori di rischio non controllabili

  • Anamnesi familiare
  • Invecchiamento
  • Difetti cardiaci congeniti
DIAGNOSI

Diagnosi

Rilevare e quantificare la fibrillazione atriale può essere un’operazione complessa. Il medico può ricorrere ad uno o più degli esami che seguono per stabilire se il paziente presenta o meno fibrillazione atriale:

  • Elettrocardiogramma (ECG)
  • Prova da sforzo
  • Dispositivi di monitoraggio a lungo termine
    • Registratore di eventi
    • Holter
    • Monitor cardiaco impiantabile

REFLUSSO GERD E FIBRILLAZIONE

Quale relazione esiste tra reflusso e fibrillazione atriale?

Fibrillazione atriale nei pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo: una revisione completa

Risultati dello studio

Sono stati reperiti 2161 riferimenti bibliografici, solo 8 riferibili ad articoli compatibili con i criteri di inclusione nello studio.

I meccanismi, attraverso i quali si svilupperebbe la FA in conseguenza di MRGE, sono in gran parte sconosciuti e/o solo ipotizzati:

  1. Iperstimolazione vagale indotta dal reflusso acido? (Si è visto che il trattamento con PPI, in tali casi, faciliterebbe la conversione a ritmo sinusale).
  2. Infiammazione distrettuale dell’atrio sinistro nei pazienti affetti da esofagite?
  3. Rilascio di sostanze pro-infiammatorie come 1β interleuchina, interleuchina 6, PCR (proteina C-reattiva)?
  4. Ischemia atriale cronica indotta dal ridotto flusso coronarico a causa del reflusso acido?
  5. Meccanismi autoimmunitari? (autoanticorpi contro la catena pesante della miosina)
  6. Fattori genetici? (al momento solo ipotizzati)
  7. Conclusioni

    Le cause alla base dell’insorgenza della fibrillazione atriale, in conseguenza della malattia da reflusso gastroesofageo, rimangono in gran parte sconosciute, con meccanismi legati a fenomeni infiammatori e di stimolazione vagale, i quali potrebbero giocare un possibile ruolo nello sviluppo di questi disturbi.



Ripensare al ruolo della vitamina C come antiaritmico

Un anticoagulante è per sempre.

Giandomenico Partipilo Autore del libro “Logicamente C”

fibrillazione atriale, la più comune aritmia cardiaca che si caratterizza per un aumentato rischio di ischemie ed ictus?

1, 2, 3, 4]

terapia anticoagulante a vita – si, a vita – per chi accusa un episodio, fosse anche il primo e di breve durata, di fibrillazione atriale?

E, per finire, sapevate che una terapia anticoagulante, sebbene in grado di ridurre il rischio di ischemie, aumenta il rischio di condizioni emorragiche, incluso il temibile ictus emorragico?

profilassi della fibrillazione atriale post-chirurgia cardiaca, un’opzione che chiaramente ridurrebbe le prescrizioni degli anticoagulanti.

A breve, pubblicherò insieme ad uno scienziato di livello internazionale un lavoro scientifico che contiene prove consistenti di una relazione tra i livelli di vitamina C nel sangue e il rischio di fibrillazione atriale e dunque di una terapia anticoagulante perenne.

Uno degli obiettivi del lavoro è indurre la Comunità Scientifica a ripensare al ruolo della vitamina C come antiaritmico, proponendo un cambio di paradigma teso a prevenire, almeno quando possibile, il problema fibrillazione atriale alla radice con una soluzione semplice, non costosa e priva di tossicità, piuttosto che contenerne le complicanze attraverso un approccio non scevro da rischi ma dagli indubbi vantaggi per i colossi farmaceutici.