Vitamina D nella prevenzione delle infezioni acute del tratto respiratorio:
revisione sistematica e una meta-analisi.
- Interessante notare che la somministrazione di alte dosi di vitamina D in bolo, è associata ad una minore efficacia e ad un aumento del rischio di eventi avversi. Viene ipotizzato che la somministrazione di elevati dosaggi di Vit. D in dose unica sia causa di un disequilibrio dell’attività degli enzimi deputati alla sintesi e degradazione della vitamina D nel suo metabolita 1,25-diidrossivitamina D, con conseguente diminuzione delle concentrazioni di questo, nei tessuti extra-renali. Tale effetto potrebbe attenuare le risposte immunitarie protettive verso patogeni respiratori (Vieth R. How to optimize vitamin D supplementation to prevent cancer, based on cellular adaptation and hydroxylase enzymology. Anticancer Res2009;356:3675-84.pmid:19667164). Gli autori confermano che la supplementazione di vitamina D è efficace nel ridurre il rischio di infezioni respiratorie acute. BMJ 2017 ; 356 doi: https://doi.org/10.1136/bmj.i6583 (Pubblicato 15 Febbraio 2017) studio anche in Italiano.
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In Italiano
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- Vitamina D nella prevenzione delle infezioni acute del tratto respiratorio: revisione sistematica e una meta-analisi.
In Inglese
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- La permanenza in terapia intensiva per BPCO è di 2,4 giorni in più se a basso contenuto di vitamina D – ottobre 2015
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- 100000 UI di vitamina D al mese aiutano i pazienti con BPCO – 3 RCT
- Quelli con asma o BPCO hanno avuto metà della risposta alla vitamina D – marzo 2020
Alcuni autori suggeriscono il deficit di vitamina D come fattore predittivo fortemente significativo, insieme alla familiarità ed agli alti livelli sierici di IgE, nello sviluppo di asma allergico.
Alcuni studi mostrano il coinvolgimento della Vitamina D nella regolazione dei livelli di ossido nitrico a livello polmonare, che avviene sia in maniera indiretta, attraverso l’inibizione dell’espressione dell’enzima ossido nitrico sintetasi inducibile (iNOS) a livello dell’RNA messaggero, sia in modo diretto, riducendo la produzione di NO da parte delle mast-cellule.
VITAMINA D E FUMO
Differenti studi epidemiologici hanno evidenziato associazioni significative tra livelli di Vitamina D e funzioni polmonari, spingendo così differenti ricercatori a caratterizzarne l’attività soprattutto in certi contesti a rischio, come per i fumatori.
E’ noto infatti come le malattie respiratorie associate al fumo vedano una comune genesi legata alla cronica esposizione a fattori pro-infiammatori e pro-ossidanti, responsabili di un danneggiamento delle strutture cellulari direttamente coinvolte nella genesi di bronchiectasie, broncopneumopatie croniche ostruttive, declino della funzionalità respiratoria, lesioni pre-cancerose e cancro.
In un recentissimo studio longitudinale e trasversale si è infatti osservato come il fumo di sigaretta diminuisca la produzione della forma attiva di Vitamina D nelle cellule epiteliali polmonari, alterando inoltre la normale espressione del recettore VDR.
Questi due eventi molecolari contribuirebbero, proprio in virtù del ruolo antinfiammatorio ed immunomodulatorio della Vitamina D, all’insorgenza di un quadro flogistico locale, monitorabile attraverso l’aumentata espressione di citochine infiammatorie, alla base di patologie fumo-correlate come la BPCO ed il cancro.
Situazione completamente sovrapponibile anche per il contesto ossidante, ed in particolare per l’azione genotossica dei radicali liberi dell’ossigeno, alle patologie dell’epitelio polmonare e delle alte vie respiratorie.
In uno studio su 2.263 soggetti di età compresa tra 3 e 17 anni, la carenza di vitamina D si osservava nel 15,1% dei bambini non esposti al fumo di tabacco, nel 20,9% nei bambini esposti al fumo passivo e nel 18,0% dei giovani fumatori. Anche gli studi sugli adulti indicano un’associazione tra fumo e bassi livelli di vitamina D.
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