Il Covid si cura a casa (esperienza sul campo)

Dr. Brancatello Sergio, medico di emergenza 118, dirigente sanitario per l’ASL Cn1 (Piemonte), direttore sanitario della Marina, libero docente corsi di BLS.

QUESTA LA TESTIMONIANZA del dr Sergio Brancatello, Medico di Emergenza Urgenza 118 e di Pronto Soccorso della Regione Piemonte da un post pubblico del suo profilo facebook.

IL COVID SI CURA  (2 Marzo 2021)

Età media di questi pazienti 80 anni.

Risultato? Nessun decesso!

Nel 2021 un’intera famiglia di 5 persone, tutti terrorizzati ed in isolamento domiciliare perché solo il padre anziano era positivo al tampone, gli altri sempre negativi ma con sintomi (febbre, tosse secca insistente, diarrea, ageusia e/o anosmia, astenia).

Curiosità: il 90% di questi pazienti usa fare ogni anno il vaccino antinfluenzale.
Quando ho visto queste 5 persone durante un intervento 118, da 2 giorni erano seguiti (se così si può dire) dal medico di base tramite il solo contatto telefonico, quindi abbandonati a se stessi da quel medico che avrebbe dovuto visitarli e che invece, su indicazione del ministero della salute, aveva prescritto loro solo “paracetamolo”, cioè “Tachipirina”.
E pensare che anche questi medici, come me, hanno prestato il giuramento di “Ippocrate”. Probabilmente lo hanno dimenticato. Io no nonostante siano trascorsi quasi 4 decenni dal giorno della mia laurea.

Io, fregandomene delle linee guida dettate dal ministro Speranza, ho subito sospeso l’inutile e addirittura dannosa “tachipirina” ed ho iniziato una NUOVA TERAPIA:

  • OKI, 2 bustine al giorno a stomaco pieno.
  • Paracodina codeina per bloccare la tosse secca e stizzosa (20 gocce 3-4 volte al giorno).
  • Paquenil 1 cpr al dì per 5 giorni.
  • Vitamina D. 2000 U al giorno.
  • Zinco citrato 50 microgrammi al giorno.
  • Vitamina C (1000 mg al giorno).
    Solo a chi persisteva la febbre dopo 4/5 giorni con questo nuovo protocollo ho iniziato:
  • azitromicina 1 compressa al giorno per 6 giorni.

Con questa terapia e sospendendo la dannosa tachipirina, dopo poche ore dalla prima dose di OKI ho ottenuto un netto miglioramento.

Dal secondo giorno di terapia tutti i sintomi sono entrati in remissione.

Al quarto-quinto giorno, tutti i sintomi (tranne l’ageusia e l’anosmia) sono scomparsi .
A due di loro ho dato un gastroprotettore inibitore di pompa (pantoprazolo) per 4-5 giorni.
Solo a tre di loro (quelli con SPO2 inferiore a 90%) ho dato eparina 5000 U. al dì, sotto cute.

Molti medici di base hanno contribuito a creare la crisi sanitaria, prescrivendo tachipirina che inibisce la produzione di glutatione, potente antiossidante naturale che combatte la virosi e non visitando le persone.

Consiglio un tribunale di Norimberga per il ministro della salute Speranza e per i medici di base che hanno prescritto tachipirina al telefono senza mai aver visitato il paziente, fidandosi delle indicazioni di OMS e ministero.

Sono stati loro la concausa della crisi sanitaria.
Nessuna visita al paziente.
Nessun farmaco utile.

Solo tachipirina che aumenta l’infezione togliendo ai pazienti due armi fondamentali: la Febbre e il glutatione.
Ho consigliato inoltre loro di cambiare medico!
I pazienti che invece ho portato in ospedale perché non sono riuscito a convincerli di rimanere a casa, oppure perché vivendo da soli o molto anziani non riuscivano a gestirsi da soli, sono in parte deceduti.

Molti di questi poveri pazienti sono stati intubati e sottoposti a ventilazione forzata.
A marzo e aprile 2020 a nessuno di queste persone è stata data l’idrossiclorochina, perché sconsigliata dal ministero della salute e dall’OMS. Probabilmente c’era l’intenzione di arrivare alla fase vaccinale.

Il 13 Aprile 2020
È quasi certa la causa della letalità del Covid-19.
Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità.
E perché si formano trombi?
In USA dove ancora vietano gli antinfiammatori i dati sono ormai tragici. Sono farmaci che costano pochi euro ma che aiutano a salvare tante vite.
Sono i farmaci che facciamo per andare in vacanza in Kenia e prevenire la malaria.
Vediamo i protocolli di alcuni ospedali:
Dr.Sergio Brancatelli

Questo è il risultato del lavoro “COMPLETAMENTE GRATUITO” di medici, biologi, farmacologi, farmacisti che non si sono voluti arrendere, e che hanno con forza remato controcorrente ignorando i protocolli ministeriali e quelli dell’ordine dei medici. Io sono onorato di far parte di questo gruppo di sanitari che da mesi, oltre a fare il proprio lavoro di centinaia di ore di giorno o di notte, hanno rinunziato al sonno, ai pasti regolari, alla loro stessa vita per il prossimo. Io personalmente ho trattato oltre 460 pazienti che sono tutti guariti. Il mio cellulare squilla a qualsiasi ora del giorno e della notte ed ogni secondo arriva un messaggio scritto o vocale a cui rispondo immediatamente di giorno o di notte.
Se da marzo 2020 avessero fatto così tutti i medici di famiglia, a parte i primi due mesi di sbando totale, non ci sarebbe stato alcun sovraffollamento in ospedale perché lo ribadisco: DI COVID SI PUÒ GUARIRE ANCHE A CASA INIZIANDO LA SUBITO, NELLE PRIME 48 ORE. Abbiamo a disposizione molti farmaci e alcuni integratori che migliorano le difese immunitarie. Moltissimi medici di base hanno invece seguito le direttive superiori e hanno consigliato ai loro assistiti paracetamolo (Tachipirina) oltre che attuare una vigile attesa. 🤬🤬🤬🤬🤬
La Tachipirina è assolutamente controindicata nella malattia da COVID-19 perché fa scendere la febbre mascherando i sintomi ma allo stesso tempo non ha quell’effetto antinfiammatorio dei cosiddetti “FANS” (ibuprofene, acido acetilsalicilico, ketoprofene, nimesulide) perché il paracetamolo riduce il glutatione favorendo l’aumento dello stato infiammatorio e la tempesta citochinica.
D’altro canto, ho visto anche medici di famiglia coraggiosi che hanno continuato a visitare i loro pazienti al loro domicilio, senza abbandonarli al loro destino.
Se si fosse attuata da subito questa metodica su tutto il territorio nazionale, adesso saremmo liberi da questa piaga che ha privato della vita 115.000 italiani.
Le nostre armi sono:
Azitromicina, ibuprofene, Idrossiclorochina, eparina, Deltacortene, ivermectina, vitamina D e C, lattoferrina, quercitina, ossigeno le cui dosi vengono personalizzate in base alle patologie pregresse, ai farmaci che assume già il paziente e all’intera sua storia clinica.
Se avete problemi legati al COVID contattatemi al 3452140853 o rivolgetevi a www.ippocrateOrg.org il nostro intervento è gratuito. Indubbiamente contattando ippocrateOrg sarete inserite in una lista d’attesa anche se veloce mentre se contattare direttamente me sarete contattati in pochi minuti. Mi scuso per il lungo scritto e vi esorto a condividere questo mio pensiero con i vostri contatti anche per sensibilizzare altri medici ad iscriversi gratuitamente a ippocrateorg. per combattere assieme.
Grazie

Questo è un articolo della “Stampa” di Torino (inserto di Cuneo) di oggi domenica 25/04/2021.
L’articolo non rispecchia il 100% di ciò che ho detto nell’intervista, ed estrapolando solo alcune frasi non rende benissimo il concetto che volevo esprimere. Io ho semplicemente detto (oltre al fatto di essere un pro-Vax tanto che i miei 5 figli sono tutti vaccinati) che faccio un encomio pubblico a tutti i “medici ospedalieri” che, come me, hanno fatto e fanno miracoli in questi quattordici mesi per curare i pazienti COVID, loro in ospedale io sia tramite il sistema 118, sia (gratuitamente), nelle poche ore che mi restano a disposizione, a domicilio (a mie spese), sia per telefono whatsapp e Messenger.
Inoltre ribadisco che NON biasimo per nulla i molti “medici di famiglia” che hanno ubbidito unicamente alle direttive del ministero della sanità Speranza che imponeva (ed impone ancora purtroppo) “vigile attesa” e “paracetamolo”.
ma essendo io un “libero professionista” convenzionato da 20 anni con un’ASL per il “sistema 118 e pronto soccorso” e prima ancora direttore sanitario della Marina, medico di base e di continuità assistenziale, ho preferito agire in “scienza e coscienza” come ho imparato dai miei “grandi maestri”, e come faccio da 36 anni, cercando di curare gratuitamente i pazienti che mi chiedevano aiuto, abbandonati da tutti, e non somministrando nulla che potesse pregiudicare il loro stato di salute. Io non sono un virologo e non mi sono avvalso di farmaci sperimentali, bensì di medicamenti usati da svariati decenni e che fanno sicuramente parte del prontuario farmaceutico nazionale.
Farmaci consigliati tra l’altro dai migliori virologi e clinici del mondo ma che in questi 14 mesi sono stati emarginati, derisi, censurati volutamente solo per aver avuto il coraggio di dire la verità. Non so più in che mondo viviamo!!!!
Sandro Pertini, Cossiga si stanno sicuramente rivoltando nella tomba!
Nel 2020 ho aderito all’organizzazione “IppocrateOrg” con slancio e passione riconoscendomi nel loro “modus operandi” e così tra i casi presi da IppocrateOrg e coloro che si sono rivolti a me in privato ho trattato quasi 700 pazienti in tutta Italia.
Non ho avuto fortunatamente nessun decesso sebbene abbia trattato casi molto difficili (oncologici, diabetici, Parkinson con problematiche cardiocircolatorie o respiratorie pregresse) ma solo due pazienti attualmente ricoverati in terapia semintensiva perché in età molto avanzata (103 e 98 anni) e con 4-5 patologie gravi da combattere, e comunque presi in carico troppo tardi quando la tempesta citochinica era già in atto.

Caro direttore,

vorremmo condividere con i lettori la nostra testimonianza.

La nostra famiglia è stata colpita dal Covid. Alcuni di noi erano asintomatici o con lievi sintomi mentre nostro papà settantenne con diverse patologie, purtroppo ha avuto sintomi molto più gravi (febbre alta, polmonite).

Fortunatamente abbiamo conosciuto il dottor Sergio Brancatello che con pazienza e gentilezza lo ha egregiamente curato da casa e addirittura, nel picco della malattia, si è offerto di visitarlo gratuitamente per verificare che non ci fossero complicanze.

Grazie alle sue cure, nostro padre è stato curato da casa senza dover essere ricoverato.

Siamo stati davvero fortunati ad averlo incontrato, tanti dottori dovrebbero prendere esempio da lui e sicuramente si eviterebbero tanti ricoveri inutili. 

Mille grazie dottor Sergio Brancatello, per averci supportato, aiutato e guarito.

Una famiglia molto grata.

StefaniaTerreno


«Covid, noi medici con le mani legate, limitati nelle prescrizioni del farmaco salvavita»

La dura posizione dell’Ordine di Udine: “Nessuna limitazione può essere accettata in campo diagnostico e terapeutico”. Conte: “Intollerabile introdurre sanzioni per chi prescrive troppi esami!”


 




Dr Luigi Cavanna, Medico in Prima Linea a Domicilio, un modello da seguire

«Io, medico in famiglia». L’umanità bussa alla porta

articolo di Schiavi Giangiacomo

Buone notizie (inserto Corriere della Sera), 19, 4, 2020, p.7

Il dottor Luigi Cavanna, sessant’anni, è finito su Time come esempio di ciò che i medici debbono fare: portare a casa dei malati una cura e anche un antidoto alla solitudine.

La medicina sul territorio che funziona: così lo ha interpretato il giornale americano. 

(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)

Il medico è primario di oncoematologia all’ospedale di Piacenza e nel maggio 2020 finì sulla copertina di Time. «Oggi abbiamo un’arma in più, gli anticorpi monoclonali»

«Se si cura a casa il Covid si può guarire». Lo ripete da mesi il dottor Luigi Cavanna, spesso inascoltato, a volte contestato, finalmente accettato da una parte della comunità scientifica, ancora troppo scettica sui risultati, che invece già dallo scorso marzo avevano un’evidenza conclamata. La medicina sul territorio, con farmaci di uso comune associati ad antibiotici, la cura precoce insomma, ha funzionato e funziona. E oggi abbiamo un‘arma in più, dice Cavanna, con i farmaci monoclonali.

Anticorpi monoclonali contro il Covid

«Se si mettono a disposizione per le cure a domicilio potremo alleggerire gli ospedali e liberare posti per i malati oncologici penalizzati in questi mesi nelle cure e negli esami». Cavanna ha dovuto rispondere in tv alle accuse sull’inefficacia dell’idrossiclorochina, messa in discussione quando invece aveva dato ottimi risultati sui pazienti trattati, «forse perché non aveva alle spalle le potenti industrie del farmaco», ma non vuole fare polemiche: oggi è importante curare più gente possibile a casa, mettendo a disposizione medici e farmaci.

La copertina su Time

Il dottor Luigi Cavanna, sessant’anni, primario di oncoematologia all’ospedale di Piacenza, non si aspettava di finire su Time per aver fatto quel che ogni medico dovrebbe fare: portare a casa dei malati una cura e anche un antidoto alla solitudine. Lui l’ha fatto nei giorni bui della pandemia e per la rivista americana è diventato un esempio della sanità che funziona: la medicina sul territorio. Purtroppo la politica negli ultimi anni l’ha ridimensionata, riducendola a burocratica routine. Invece è da qui che bisogna ripartire. Dall’assistenza sulla porta di casa. Dal coraggio di medici e infermieri. E dall’umanità.

  • Partiamo da qui, dottor Cavanna. Dalla sanità da ripensare.
    • «La sanità va ripensata sulla base dei bisogni clinici ed umani dei malati, sempre più anziani e con più patologie. Meno cure in ospedale e più cure a casa. E meno accessi alla porta girevole del Pronto soccorso. Ai primi di marzo il Pronto soccorso di Piacenza sembrava l’anticamera dell’inferno. Malati dappertutto, con dispnea, febbre, fame d’aria, le Tac che sfornavano referti su referti di polmoniti bilaterali interstiziali».
        • Chiamata al 118, ambulanza, Pronto soccorso… Creando quell’ingorgo che ha lasciato molti anziani in lista d’attesa e ha fatto saltare il sistema.
    • «Ho proposto di fermare l’onda prima dell’arrivo in ospedale. Mi sembrava il modo migliore per essere utile. L’11 marzo la Direzione dell’ospedale ha preso la decisione di formare squadre di intervento rapido a domicilio. La mattina dopo con il caposala Gabriele Cremona siamo partiti con le visite».
  • E che cosa avete trovato a casa dei malati?
    • «Tante persone anziane, sole ed impaurite. L’ accoglienza è stata commovente, ci hanno visto come dei salvatori».
  • Non si aspettavano questo tipo aiuto?
    • «Si sono sentiti accuditi, ascoltati. Molti ripetevano: “Andrà come andrà, ma almeno qualcuno è venuto. Per noi è già molto. È già tutto”».
  • Avete avuto dei criteri di scelta su dove operare?
    • «Dove c’era una richiesta di aiuto, dove la solitudine faceva più male. C’era chi aveva appena perso un marito, un fratello, un figlio… Spesso ci siamo trovati a piangere con loro. Non sapevano nulla per il funerale, non avevano più notizie del familiare finito in ospedale».
  • Ha avuto paura di essere contagiato?
    • «Eravamo vestiti come astronauti, questo ci ha dato sicurezza: tute monouso, guanti, visiere, mascherine».
  • La dotazione che molti hanno ricevuto in ritardo.
    • «Per l’assistenza a domicilio ci siamo serviti di ecografo, elettrocardiografo portatile, kit per tamponi e farmaci, idrossiclorochina e poi antivirali, antibiotici, cortisone, eparina e saturimetro. Se non ci fossero state queste dotazioni avremmo risolto ben poco».
  • Ha fatto un bilancio dei primi risultati?
    • «A Piacenza i morti sono stati più di novecento. Ho seguito personalmente circa 270 casi e i ricoveri sono stati inferiori al 5% . Quel che conta è che nessuno di questi malati è deceduto».
  • Che cosa resterà di questa esperienza?
    • «La prima evidenza è che va rafforzato il legame tra ospedale e territorio. Non c’è solo il Covid: le cure a domicilio con monitoraggio costante si possono allargare anche per altre malattie».
  • E la seconda evidenza?
    • «C’è una questione enorme, ed è la solitudine di tanti anziani. Serve un sistema sociosanitario capace di offrire con le cure anche la certezza di non essere lasciati soli. Ma questa si chiama anche umanità».

intervista video il dr Luigi Cavanna ci parla del grande risultato delle cure sui pazienti oncologici malati di Covid e su cui ha pubblicato uno studio con riconoscimenti a livello mondiale.