Le pandemie passano alla storia per numero di vittime, non di contagi

A seguito della manifestazione dei ristoratori in piazza Montecitorio tenutasi ieri, nella quale era prevedibile che volassero parole forti e qualche schiaffone, ho voluto rielaborare qualche dato come facevamo l’anno scorso – in lungimirante previsione – su LINEA.

A più di un anno dalla prima chiusura si può esaminare l’andamento medio, tra picchi e cadute, della progressione “pandemica”, virgolette d’obbligo, sempre con rispetto per i morti e i loro parenti e alla ricerca delle reali motivazioni dei decessi.

Possiamo vedere dai valori dei dati forniti dalla Protezione Civile ieri sera che l’incidenza sulla popolazione italiana non è affatto di tipo “pandemico”.
Gli attuali positivi ammontano allo 0,93% della medesima, i guariti al 5,03% su un totale casi che si attesta sul 6,14%, mentre i casi di decesso riguardano “soltanto” (sempre con rispetto) lo 0,19%.

E ancora, gli attuali positivi sono il 15,07% del totale dei casi, i guariti l’81,9% e i deceduti tra i contagiati finora sono il 3,03%.

Stando alla citata progressione, al dato acquisito e all’andamento verificato, è ipotesi stimabile che tra gli attuali positivi ne moriranno (purtroppo e senza una cura acclarata e definitiva) circa ancora 17mila, ne guariranno oltre 450mila e i positivi si attesteranno su circa 100 mila casi, qualora le misure dovessero rivelarsi adeguate, ovviamente, ripeto: è un’ipotesi.

Ma lascio la parola al grafico esplicativo e alle vostre conclusioni, ma prima ribadisco: un virus può causare decessi, una “cura” non può e non deve causarne, né diretti, né indotti da crisi economica grave.
E chi vuole far partire l’inquisizione verso chi ha più che legittimi dubbi deve (DEVE) essere inquisito per primo.

La Spagnola uccise tra i 500mila accertati e un milione stimato di italiani (allora era difficile un censimento affidabile).
Ma la popolazione italiana, cento anni fa, contava circa la metà dei cittadini di oggi.

Per affiancare le due epidemie come mortalità sulla popolazione e come letalità sui contagi, pertanto, i decessi dovrebbero attestarsi tra uno o due milioni di persone su sessanta milioni.
Ovviamente auspichiamo che non avvenga, ma se cento anni fa, per scarsità di mezzi tecnologici, la stima era per difetto, oggi ci si chiede perché il dato disponibile non possa essere più affidabile.
Domande

  • Perché continuare ad evocarla?
  • Forse perché non è ancora finita?
    No, in effetti non lo è.
  • A qualcuno serve che non finisca?

Carlo Pompei




Vedere attraverso la nebbia è il primo passo per vincere la guerra

È passato un anno, ora basta con la dittatura sanitaria

Una nebulosa Guerra al Covid e Il blocco della salute

dal sito del dr Joseph Mercola

  • Questa descrizione è tipicamente riservata al disorientamento, al caos e alla confusione della battaglia, ma ora si applica in modo inquietante bene alla nebbia che circonda la mitigazione della malattia COVID-19
  • Spesso non è chiaro chi sta prendendo decisioni relative alla politica sanitaria COVID-19 e perché, e la logica alla base di tali decisioni è sfuggente o del tutto assente
  • La scienza suggerisce che la diffusione asintomatica di COVID-19 è rara e le maschere sono inefficaci per fermare la trasmissione, ma le persone sane continuano a essere bloccate e viene detto loro di indossare maschere.

  • Marzo: le maschere non possono proteggere dal nuovo coronavirus

    Questi casi specifici includono tosse, febbre o difficoltà respiratorie.

    non ci sono prove che proteggano le persone che non sono malate”, ha continuato.

    Giugno: il pubblico dovrebbe indossare una maschera per il viso

    Entro il 6 giugno 2020, la retorica era cambiata.
    OMS ha invertito la sua raccomandazione, con Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, che consiglia ai governi di incoraggiare il pubblico in generale a indossare maschere dove c’è una trasmissione diffusa e l’allontanamento fisico è difficile. (6)

    OMS – La trasmissione asintomatica “molto rara”


    Van Kerkhove ha anche affermato che i dati che ha menzionato provenivano solo da un “piccolo sottoinsieme di studi” e ha aggiunto: (12)
    10 milioni di persone asintomatiche, non un caso di trasmissione

    Non sono stati identificati nuovi casi sintomatici e 300 casi asintomatici. Tra i 300 casi asintomatici, sono stati identificati 1.174 contatti stretti e nessuno di loro è risultato positivo per COVID-19.

    nessuno era sintomatico. Come notato dagli autori, “le colture di virus erano negative per tutti i casi asintomatici positivi e ripositivi, indicando l’assenza di” virus vitale “nei casi positivi rilevati in questo studio”. 15

    Tucker ha spiegato: (16)

    Sostituisci tutto questo con: mai. Almeno non in questo studio per 10.000.000″.

    In una versione prestampata del loro studio, i ricercatori hanno osservato:

    Come ha osservato Tucker: (19)

    “Continuiamo a sentire come dovremmo seguire la scienza. Il reclamo ha ormai stancato. Sappiamo cosa sta realmente accadendo.
    La lobby del lockdown ignora tutto ciò che contraddice la loro narrativa, preferendo aneddoti non verificati a un vero studio scientifico di 10 milioni di residenti in quello che è stato il primo grande hotspot al mondo per la malattia che stiamo cercando di gestire. Ti aspetteresti che questo studio sia un’enorme notizia internazionale. Per quanto ne so, viene ignorato. “

    Se la diffusione asintomatica è rara, perché maschere e blocchi?

    Ora, poiché le persone sono sempre più desiderose di tornare a un certo senso di normalità, si dice che un ceppo di SARS-CoV-2 mutato , che è presumibilmente più virulento, sia emerso e abbia portato a nuove e più severe restrizioni di blocco nel Regno Unito 20

    Questa perpetuazione della paura si è estesa ben oltre lo scopo iniziale dei blocchi, che era quello di appiattire la curva ed evitare di sovraccaricare gli ospedali. Come ha sottolineato Tucker, tuttavia, questo è gradualmente cambiato in modo tale che ora dobbiamo affrontare blocchi a tempo indeterminato: (21)

    350 ospedali che hanno licenziato i lavoratori “.

    La scienza è ciò che dovrebbe essere usato per dettare la politica, ma non è questo che sta accadendo.

    I test in corso su persone asintomatiche si stanno aggiungendo al problema, poiché i test della reazione a catena della polimerasi a trascrizione inversa (RT-PCR) vengono utilizzati anche come giustificazione per tenere bloccate ampie porzioni del mondo.

    Questi casi “positivi” stanno mantenendo viva la narrativa della pandemia.

    , (22) e la ricerca travolgente suggerisce che probabilmente non avrebbero trasmesso il virus nemmeno ad altri.

    Le mascherine sono inefficaci


    , pubblicato il 18 novembre 2020 negli Annals of Internal Medicine,
    23 ha rilevato che tra i portatori di maschere l’1,8% (42 partecipanti) è risultato positivo per SARS-CoV-2, rispetto al 2,1% (53 ) tra i controlli. Quando hanno rimosso le persone che hanno riferito di non aderire alle raccomandazioni per l’uso, i risultati sono rimasti gli stessi – 1,8% (40 persone), il che suggerisce che l’adesione non fa alcuna differenza significativa.
    Rational Ground ha anche esaminato i casi COVID-19 dal 1 maggio 2020 al 15 dicembre 2020, in tutti i 50 stati degli Stati Uniti, con e senza mandato di mascherina.

    Tra gli stati senza mandato di mascherina, sono stati contati 17 casi ogni 100.000 persone al giorno, rispetto ai 27 casi ogni 100.000 persone al giorno negli stati con mandato di mascherina (24) – I casi COVID-19 erano più alti nelle aree con mandati di maschera che senza.


    Nel complesso, ciò mostra che, degli adulti sintomatici con COVID-19, il 70,6% indossava sempre una maschera e si ammalava ancora, rispetto al 7,8% di quelli che lo facevano raramente o mai. 26

    Vedere attraverso la nebbia

    Secondo Tucker: (28)

    “Con una solida evidenza che la diffusione asintomatica non ha senso, dobbiamo chiederci: chi prende le decisioni e perché?
    Di nuovo, questo mi riporta alla metafora della nebbia. Stiamo tutti sperimentando confusione e incertezza sulla precisa relazione tra le strategie e gli obiettivi di una panoplia di regolamenti e stringenze che ci circondano.
    vedere attraverso la nebbia è il primo passo per vincere la guerra.

    Fonti e Riferimenti



    Non vinceranno

    Dal Blog Vitamineral il libero pensare è di casa ed ospito tutti i liberi pensatori.
    Oggi, dopo una settimana di limitazioni del mio profilo su facebook, sono ritornata con pensieri e riflessioni.
    Corrado Malanga)
    Internet, per quanto provino ad oscurare e censurare le notizie, sarà per loro un effetto boomerang.
     

    Vinceremo su tutti fronti!



    Viva la vita!

    Solo gli stolti non hanno paura.

    La paura si affronta con il coraggio e allora si diventa impavidi, ma la paura è necessaria per riconoscere i pericoli e superarli.

    La paura può essere razionale ed irrazionale, o meglio dettata da ragionevoli motivi spiegabili, o dettata da sensazioni inconscie o da vissuti precedenti rimossi e quindi nascosti. La risposta a queste paure è innazitutto vederle e poi avere il coraggio e la forza di fronteggiarle.

    Nel mondo di oggi si vanno prospettando diverse paure e la diffidenza verso il prossimo cresce, specie se istituzionale ed istituzionalizzato.

    Ma quale coprifuoco? Dove è il pericolo?

    Se camminassimo a carponi il virus non ci sarebbe? Perché se possiamo sederci al bar, nelle ore da loro indicate, possiamo togliere la mascherina per la consumazione, allora, sembra che vogliano farci intendere che il virus sta sopra il metro e mezzo di altezza da terra?

    Farei scorte alimentari e mi chiuderei in un fortino cintato di mura e postazioni con cecchini che tirano contro il nemico che vorrebbe vaccinarmi o che mi credesse nemica negazionaista.

    Andrei in giro con un carro armato e la tuta mimetica armata fino ai denti.

    Ecco di cosa ho paura. Delle istituzioni liberticide e dei suoi accoliti.

    Poi ci sono gli sciacalli che lucrano sulle disgrazie altrui e questi si trovano in tutte le categorie.

    Uscire di casa e incontrare gente senza volto è deprimente.
    Non ho ancora voluto imparare cosa significhi essere in zona arancio, rossa o gialla e neanche mi importa saperlo.

    Studio: l’uso di maschere a lungo termine può contribuire al cancro del polmone in stadio avanzato

    VIVA LA VITA!

    Viva la Libertà!

     




    Vaccini e disposizioni obbligatorie, quali sono i nostri diritti

     

    Pur essendo un Blog che tratta di Vitamine e cure non farmacologiche per il bene della salute, dobbiamo però guardare ogni tanto a quello che ci sta piovendo addosso in questi ultimi tempi a livello di restrizione delle libertà di vivere e di conseguenza sulle basi della salute.

      • si stanno delineando pressioni sulla popolazione
      • di carattere lesivo proposto con delle imposizioni del ministero della salute

    Ma ascoltiamo Enzo Pennetta dal Canale Critica Scientifica

    Vaccini Covid: il Codice di Norimberga e il Nazismo della modernità

    Le stesse persone che chiedono questo in nome di un bene collettivo però devono sapere che la somministrazione di un farmaco sperimentale contro la volontà del soggetto è inequivocabilmente in contrasto con le norme del Codice di Norimberga redatto per definire la base giuridica della medicina nazista che si andava a condannare nel tribunale.

    Vaccini Covid. Consiglio d’Europa vota per il no a obbligo e passaporti sanitari

    tratto da Quotidiano Sanità

    Ansa a conclusione dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa con il rapporto “Vaccini Covid-19: questioni etiche, legali e pratiche” votato a larghissima maggioranza.




    Empatia, la porta d’accesso per sentire la felicità e il dolore dell’ altro

     

     

     

     

     

    da un post pubblico di Anna Bruno

    Ho letto commenti indignati e carichi di odio nei confronti dei ristoratori che ieri hanno aperto nonostante i divieti.

    Ognuno di quei ristoratori potremmo essere noi
    Buona giornata a tutti





    Le ragazze fantasma – The Radium Girls

     

    https://www.facebook.com/upsoclrita/videos/4005807579437786


    https://www.youtube.com/watch?v=Vow58PfDBfA

    La storia dimenticata delle ragazze del radio, le cui morti salvarono migliaia di lavoratori

    Non vengono mai ricordate, ma le ragazze che morirono a causa del radio durante la prima guerra mondiale sono le anticipatrici dei diritti dei lavoratori

    Durante la prima guerra mondiale, centinaia di giovani donne andarono a lavorare nelle fabbriche di orologi, dipingendone i quadranti con della vernice luminosa al radio. Ma presto le ragazze, che letteralmente scintillavano nel buio dopo il proprio turno, cominciarono a sperimentare effetti collaterali spaventosi.

    Per loro ebbe infatti inizio una lotta tremenda contro la giustizia. Una lotta che però cambiò per sempre la legge sul lavoro negli Stati Uniti d’America.

    Il 10 aprile 1917, una ragazza di 18 anni, Grace Fryer, iniziò a lavorare come pittrice di quadranti presso la United States Radium Corporation (USRC) di Orange, New Jersey. Ciò avvenne esattamente quattro giorni dopo che gli Stati Uniti erano entrati in guerra.

    Con due fratelli soldati, Grace voleva fare tutto il possibile per dare una mano agli sforzi bellici. Non aveva idea del fatto che il suo nuovo lavoro le avrebbe cambiato la sua vita per sempre. E con essa anche i diritti dei lavoratori americani.

    Con la dichiarazione di guerra, centinaia di donne si trovarono a lavorare per dipingere orologi e quadranti con il nuovo elemento del radio, scoperto da Marie Curie poco più di 20 anni prima. La pittura dei quadranti, considerata “il lavoro elitario per le ragazze povere”, veniva pagato il triplo rispetto al lavoro medio in fabbrica. Le donne che erano impiegate in questo tipo di lavorazione potevano quindi considerarsi fortunate. Il lavoro dava infatti alle donne la propria libertà finanziaria, in un momento di grande crescita del lavoro femminile.

    Molte di loro erano ancora adolescenti, con le piccole mani perfette per il lavoro artistico. Le ragazze diffondevano il messaggio del loro nuovo lavoro attraverso l’amicizia e le reti familiari. Spesso, in questo modo, molte donne della stessa famiglia si trovavano a lavorare insieme nella medesima fabbrica.

    La luminosità del radio faceva parte delle sue caratteristiche. Tanto che le “pittrici di quadranti” presto vennero chiamate le “ragazze fantasma“. Esse infatti si illuminavano letteralmente al buio dopo la fine di ogni turno. Grace e le sue colleghe seguivano pedissequamente la tecnica che gli era stata insegnata, ovvero la minuziosa mansione di dipingere i minuscoli quadranti degli orologi. Alcuni di questi erano grandi solo 3,5 centimetri. Le ragazze si impegnavano a dipingere i quadranti con solerzia. E ogni volta che alzavano i pennelli usati in vicinanza delle loro bocche, inghiottivano un po’ della vernice verde brillante.

    Verità e bugie

    La prima cosa che abbiamo chiesto era: fa male questa cosa?“. Mae Cubberley, che insegnò a Grace la tecnica di pittura, raccontò più tardi quanto segue. “Naturalmente non volevamo mettere niente in bocca che ci avrebbe fatto male. Il sig. Savoy [il direttore della fabbrica] ci disse che il radio non era pericoloso. Non dovevamo avere paura“. Ma questo non era vero. Fin dal primo momento in cui l’elemento incandescente era stato scoperto, esso fu noto anche per i suoi potenziali danni. Marie Curie stessa aveva subìto delle ustioni da radiazioni del radio.

    Altra gente era morta per avvelenamento del radio prima ancora della vicenda di queste ragazze. Ecco perché gli uomini che maneggiavano il radio indossavano grembiuli di piombo e manipolavano il materiale con delle pinze d’avorio. Tuttavia le pittrici di quadranti non ebbero mai tali protezioni, né nessuno le avvertì che ne avrebbero potuto aver bisogno. A quel tempo si riteneva infatti che una piccola quantità di radio, come quella che le ragazze si trovavano a manipolare, non era ritenuta dannosa, ma anzi quasi salutare. Si beveva acqua al radio come tonico e si compravano anche cosmetici, burro, latte e dentifricio contenenti tale elemento. I giornali riferivano addirittura che il suo utilizzo avrebbe “aggiunto anni alla vita!”.

    Ma questa credenza era fondata sulla base di ricerche condotte dalle stesse imprese di radio che avevano costruito l’industria lucrativa attorno all’elemento. Esse ignoravano del tutto i segnali di pericolo che riguardavano tale elemento. Quando gli fu chiesto, i dirigenti di tali fabbriche dissero alle ragazze che la sostanza avrebbe “messo rose nelle loro guance”.

    La prima vittima del radio

    Nel 1922 una delle colleghe di Grace, Mollie Maggia, dovette uscire dalla fabbrica perché si sentiva poco bene. Quello che sarebbe diventato il suo tremendo travaglio iniziò con un dente dolorante. Il dentista glielo tirò via, ma un altro dente cominciò a cariarsi e dovette essere anch’esso estratto. Al posto dei denti mancanti, la povera Mollie fu dilaniata da ulcere agonizzanti con sangue e pus. La ragazza iniziò poi a soffrire di atroci dolori alle gambe, talmente forti da renderla incapace di camminare. Il medico pensava che fossero reumatismi e la mandò a casa prescrivendole della semplice aspirina.

    Nel maggio del 1922 Mollie era completamente disperata. A quel punto aveva già perso la maggior parte dei suoi denti e la misteriosa infezione si era diffusa. Tutta la mascella, la bocca e anche alcune delle ossa del cranio erano infette. Ma il peggio doveva ancora venire. Quando il dentista toccò delicatamente la sua mascella, con il suo orrore vide che essa di spezzava sotto le dita. In pochi giorni, Mollie perse l’intera mascella inferiore. La ragazza stava letteralmente scomparendo. E non era nemmeno l’unica. Anche Grace Fryer aveva problemi con la sua mascella e provava dolori sofferenti ai piedi, così come altre ragazze.

    La copertura

    Il datore di lavoro delle giovani donne negò ogni responsabilità per tutte le morti avvenute nel corso di quasi due anni. Dopo una crisi economica causata da quello che sembrava un semplice pettegolezzo, nel 1924 egli incaricò un esperto per esaminare la connessione tra la loro mansione in fabbrica e la morte delle giovani donne.

    Quando l’esperto confermò il legame tra il radio e le malattie, il presidente dell’azienda venne oltraggiato. Invece di accettare i risultati, pagò nuovi studi che giunsero alla conclusione opposta. Egli mentì anche in merito al verdetto della relazione inviata al Dipartimento del Lavoro, che aveva iniziato a indagare sui fatti. Denunciò pubblicamente le donne additandole come speculatrici che tentavano di affibbiare le loro malattie alla ditta.

    Fu Grace a dare inizio alla lotta, decisa a trovare un avvocato anche dopo le numerose infamie che non credevano a quanto raccontato da lei e dalle altre donne. Tutti i legali a cui si erano rivolte scappavano spaventati a causa delle potenti implicazioni che poteva portare il caso. Non volevano infatti prepararsi a combattere una battaglia legale che richiedeva il ribaltamento della legislazione esistente. A quel tempo, l’avvelenamento del radio non era una malattia comprensibile. Non era neppure stata scoperta, fino a quando appunto le ragazze non si ammalarono. Le donne stesse furono bloccate dagli statuti di legge, che stabilivano che le vittime da avvelenamento professionale dovevano presentare i loro casi legali nel giro di due anni a partire dai primi sintomi della malattia.

    Intanto l’avvelenamento del radio risultava sempre più insidioso. La maggior parte delle ragazze manifestarono i primi sintomi da avvelenamento anche cinque anni dopo aver iniziato a lavorare nella fabbrica di orologi. Si trovavano quindi intrappolate in un circolo giuridico vizioso. Ma Grace era figlia di un delegato sindacale ed era determinata a tenere teste a una società chiaramente colpevole.

    La luce che non mente

    La sfida più grande delle donne avvelenate dal radio stava dunque nel dimostrare il legame tra le loro misteriose malattie e l’elemento incriminato. Quello stesso elemento, appunto, che avevano ingerito centinaia di volte al giorno durante le ore di lavoro. Le ragazze si trovarono a combattere anche contro la diffusa convinzione che il radio fosse sicuro. Solo quando il primo impiegato maschio della ditta morì, gli esperti cambiarono finalmente opinione. Nel 1925, un brillante medico di nome Harrison Martland elaborò un test che dimostrò una volta per tutte come il radio avesse effettivamente provocato l’avvelenamento delle donne.

    Martland spiegò anche cosa stava accadendo all’interno dei loro corpi. Già nel 1901 era evidente che il radio poteva danneggiare gli esseri umani quando veniva inalato. Pierre Curie stesso aveva dichiarato di non voler restare in una stanza con un chilo di radio puro, perché questo gli avrebbe bruciato tutta la pelle dal corpo, distrutto la vista e “probabilmente ucciso”. Martland scoprì che quando il radio veniva usato internamente, anche in piccole quantità, il danno era migliaia di volte maggiore.

    Il radio ingerito dalle lavoratrici si era quindi insediato nei loro corpi. Ed emetteva radiazioni costanti e distruttive per le loro ossa. Vi erano letteralmente dei buchi all’interno delle loro ossa mentre erano ancora in vita. Il radio attaccò le donne in tutto il corpo. La colonna vertebrale di Grace Fryer risultava “schiacciata” e la donna dovette indossare una gabbia contenitiva in acciaio. La mascella di un’altra ragazza fu divorata come un pezzo di legno al fuoco. Anche le gambe delle donne si ridussero spontaneamente e si fratturano.

    I bagliori al buio

    Spesso le donne si rendevano conto di essere state avvelenate dal radio perché vedevano il loro bagliore riflesso in uno specchio al buio. Come delle ragazze fantasma, esse si rifletteva brillando con una luminosità innaturale. Martland aveva capito che l’avvelenamento da radio era fatale. Ora che l’elemento era stato assorbito dal loro organismo, non c’era modo di rimuovere il radio dalle ossa dalle ragazze.

    Nel 1938, Catherine Wolfe sviluppò un tumore a una gamba. Come Mollie prima di lei, anche lei perse i denti e pezzi della mascella. Era costretta a tenere un fazzolettino sulla bocca per assorbire il pus che continuava a sgorgare. Aveva anche visto che altre sue colleghe stavano morendo davanti ai suoi occhi e decise di fare qualcosa. Quando Catherine iniziò la sua lotta per la giustizia, si era intorno alla metà degli anni ’30. L’America era alle prese con la Grande Depressione. Catherine e le sue colleghe venivano evitate dalla comunità per aver denunciato una delle poche aziende rimaste ancora in piedi nonostante la crisi.

    Sebbene ormai vicina alla fine quando il suo caso entrò in tribunale nel 1938, Catherine ignorò i consigli medici e fece dichiarazioni anche dal suo letto di morte. In tal modo, e con l’aiuto del suo avvocato Leonard Grossman, finalmente la donna ebbe giustizia. Non solo per sé stessa, ma per tutti i lavoratori. Se le altre donne non morirono in modo tremendo come successe a Mollie, esse comunque soffrirono di micidiali sarcomi.

    L’eredità del caso

    Il caso delle ragazze del radio è stato uno dei primi in cui un datore di lavoro fu ritenuto responsabile della salute dei dipendenti della propria società. Il caso ha portato alla costituzione dei regolamenti nei luoghi di lavoro. In ultimo, diede il via anche alla costituzione dell’Amministrazione per la Sicurezza sul Lavoro. La quale ora opera a livello nazionale negli Stati Uniti per proteggere i diritti di tutti i lavoratori.

    Prima dell’istituzione dell’OSHA, ogni anno 14.000 persone morirono sul posto di lavoro. Oggi tale numero ammonta a poco più di 4.500 persone all’anno. Le ragazze del radio hanno lasciato un’eredità alla scienza davvero preziosa.Nonostante ciò, non leggerete spesso i loro nomi nei libri di storia. Perché oggi le ragazze del radio sono state dimenticate. Attraverso le parole delle donne ricavate dai loro diari, dalle lettere e dalle loro testimonianze in tribunale, il libro The Radium Girls tenta di rimediare a questo torto. Perché è attraverso la loro forza, la sofferenza e il sacrificio di queste giovani vite che i diritti dei lavoratori sono stati presi in considerazione. Tutti, in fin dei conti, beneficiamo del loro coraggio.

    Grace Fryer e Catherine Donohue, per citarne solo due, sono donne che dobbiamo onorare e salutare come eroine senza paura. “Brillano” nella storia per tutto quello che hanno realizzato nella loro vita troppo breve. E brillano anche in altri modi… Perché il radio ha un’età media di 1.600 anni … ed è ancora incorporato nelle loro ossa. Le ragazze fantasma luccicheranno ancora nelle loro tombe per un bel po’ di tempo…


    AFTER THE GLOW: RADIUM GIRLS (8.2)

    Questo progetto esplora le donne che lavoravano nelle fabbriche di quadranti di Flint, MI durante la prima guerra mondiale, gli ambienti pericolosi in cui lavoravano e le conseguenze a lungo termine di questo lavoro. A seguito di una panoramica e di un commento storici, questo progetto collega le esperienze delle Radium Girls con quelle delle persone colpite dalla crisi del Flint Water, per porre la domanda: cosa è cambiato in termini di come le aziende percepiscono e trattano le persone impiegano e servono?

     


    Era il 1914, il 28 Luglio ebbe ufficialmente inizio la 1° Guerra Mondiale e mentre molti soldati partirono in guerra, le donne rimaste a casa cercavano di aiutare la famiglia trovando impiego in lavori di fabbriche e negozi. Ed alcune di queste fabbriche appartenevano alla United States Radium Corporation.

    Le fabbriche collocate negli stati del Conneticut, Pensilvanya, New Jersey e California producevano orologi particolari e fa anche tenerezza che le donne applicassero sugli orologi una pittura al radio che rendeva i quadranti luminosi per la visione notturna proprio destinati ai soldati in trincea.

    La pittura al radio era fosforescente e trasmetteva luminosità quindi gli orologi a cui veniva applicata erano visibili anche di notte e fu fatta anche una campagna pubblicitaria allo scopo di venderli.

    La tragedia delle “ragazze fantasma”: ingerivano il Radio e brillavano, ma perdevano denti e mandibole

    Una radium girl affetta da cancro alla mandibola 

     Isolato come elemento puro nel 1902. La particolarità era la luminescenza verdognola e il calore dei suoi sali. Nel 1914 la Us Radium Corporation che fabbricava orologi con quadranti fluorescenti assunse giovani minorenni che per dipingere le lancette dovevano leccare i pennelli