Colesterolo
Gli effetti avversi delle statine tra rischi sottostimati e grandi affari

Le statine, noti farmaci con diversi nomi commerciali, non abbassano i rischi di avere attacchi cardiaci ed ictus. Lo evidenziano 8 studi che andremo ad esaminare.

https://www.comemigliorare.com/le-statine-non-riducono-attacchi-cardiaci/

 

Gli inibitori della HMG-CoA reduttasi, le statine, una classe di farmaci utilizzati per abbassare il colesterolo,
sono attualmente tra quelli più comunemente prescritti nel mondo. Tra il 2000 e il 2005 l’uso di statine è aumentato di un enorme 156 per cento, passando da 15,8 milioni di persone a 29,7 milioni di persone. La spesa per questi farmaci è balzata da 7,7 dollari miliardi a 19,7 miliardi dollari per ogni anno dello
stesso periodo.

Il beneficio offerto dalle statine non si traduce in un vantaggio reale.

Assumendo questi farmaci si crede di poter ridurre il rischio di un attacco cardiaco o un ictus.
Purtroppo la maggior parte delle persone ignora che i livelli di colesterolo, da soli, rappresentano un surrogato dei benefici reali sperati, perché il legame diretto tra colesterolo alto ed eventi cerebrovascolari è, e resta, ancora un’ipotesi.

Le statine rappresentano un mercato globale di oltre 30 miliardi di dollari l’anno, e questo da numerosi anni. Inoltre, lo screening e il trattamento per il colesterolo costano circa 100 miliardi di dollari l’anno, senza alcun beneficio evidente per le vittime… voglio dire i pazienti.
Ci sono molti medici sinceri, ben intenzionati che continueranno a credere che i farmaci per abbassare il colesterolo siano il trattamento di successo per prevenire le malattie cardiache, nonostante uno studio pubblicato sull’American Heart Journal (AHJ) del gennaio 2009 che ha analizzato ben 137.000 pazienti ricoverati presso gli ospedali degli Stati Uniti con un attacco di cuore. Nel 75% dei casi queste persone avevano un colesterolo “normale”. (vedi nota A in appendice)

LE STATINE NON RIDUCONO ATTACCHI CARDIACI E ICTUS: ANALISI DEI DATI NON PUBBLICATI

La prestigiosa Cochrane Collaboration (organizzazione mondiale per la ricerca indipendente) (1) ha esaminato 8 studi sulle statine, finanziati dalle case farmaceutiche, basandosi sui dati pubblicati e non, contattando in alcuni casi anche gli autori.
I ricercatori della Cochrane hanno concluso che i dati disponibili sono insufficienti per stabilire se le statine siano efficaci e sicure per la prevenzione dell’ictus ischemico e dei TIA (attacchi ischemici transitori).

Per quanto riguarda gli attacchi di cuore, le statistiche sulle statine mostrano che si devono trattare 60 persone per 5 anni per prevenire un singolo attacco. (2)

Questi benefici alquanto insignificanti dovrebbero essere valutati con più attenzione dagli organismi di controllo, tenendo conto degli effetti collaterali e dei costi per la sanità pubblica.
In 5 anni di trattamento con statine, 1 paziente su 67 potrebbe aver sviluppato il diabete e 1 su 10 potrebbe avere danni muscolari (che in alcuni casi possono essere anche permanenti, vedi: gli effetti collaterali delle statine).
Inoltre, le statine non hanno mai dimostrato di prolungare la durata della vita. Ciò è vero anche quando il rischio di malattie cardiache è alto. In una meta-analisi di 11 studi randomizzati e controllati del Prof. Kausik Ray e colleghi, le statine non sono state associate ad una significativa riduzione del rischio di morte per tutte le cause. (3)

In quest’altro studio pubblicato sulla rivista PLoS (4), i ricercatori hanno esaminato i risultati pubblicati e non pubblicati degli studi randomizzati sulle statine. Sono stati presi in considerazione sia i dosaggi standard che quelli più elevati di statine.
Risultato: nessuna differenza, le statine non impediscono eventi cardiovascolari e condizioni associate a trombosi venosa profonda (vedi nota 4 in appendice).
Anche qui i ricercatori sono andati a richiedere dei dati inediti riguardanti gli stessi studi che hanno permesso l’approvazione per la messa in commercio delle statine.

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE STATINE

Un nuovo studio pubblicato sull’American Journal of Cardiovascular Drugs [ American Journal of Cardiovascular Drugs 2008; 8 (6) 373-418 ] cita quasi 900 studi sugli effetti collaterali degli inibitori della HMG-CoA reduttasi, le statine.
La revisione fornisce fino ad oggi il quadro più completo sugli effetti indesiderati rilevati con questo tipo di farmaci. (5)

I problemi muscolari sono gli effetti collaterali più conosciuti delle statine, ma vengono ampiamente segnalati problemi cognitivi, dolore o intorpidimento alle estremità, aumenti della glicemia, problemi tendinei.

Vi sono le prove che le statine sono alla base di molti, troppi effetti negativi che non vengono considerati come tali.

Le statine abbassano i livelli di coenzima Q10, un componenete essenziale nei seguenti processi:

  • per la produzione di energia all’interno dei mitocondri;
  • per il controllo dei radicali liberi.

Dosaggi elevati di statine e statine più potenti sono legati ad un maggior rischio di sviluppare effetti collaterali.

Effetti collaterali a lungo termine dei farmaci ipocolesterolemizzanti

Spesso le statine hanno effetti collaterali immediati, così come spesso riescono ad abbassare i livelli di colesterolo di 50 punti o più. Questo sembra apparire come un beneficio immediato per la salute, mentre i problemi di salute che compaiono in capo a qualche mese non vengono interpretati come un effetto collaterale del farmaco, ma come nuovi, problemi di salute…

C’è tuttavia un crescendo di prove che dimostrano i gravi effetti collaterali a cui si va incontro diversi mesi dopo l’inizio della terapia.

Alcune delle possibili conseguenze a lungo termine nel prendere le statine:

  • perdita cognitiva
  • neuropatia
  • fibrillazione atriale
  • anemia
  • acidosi
  • febbri frequenti
  • cataratta
  • disfunzione sessuale

Altri effetti collaterali potenzialmente mortali e includono:

  • Un aumento del rischio di cancro
  • soppressione del sistema immunitario
  • degenerazione del tessuto muscolare grave (rabdomiolisi)
  • disfunzione pancreatica
  • Disfunzione epatica. (A causa del potenziale aumento degli enzimi epatici, i pazienti devono essere monitorati per la normale funzione del fegato)

Secondo l’ultima recensione pubblicata sull’American Journal of Cardiovascular Drugs (5), gli effetti avversi sono dose-dipendenti e i rischi per la salute sono amplificati da una serie di fattori, quali:

  • Interazione tra farmaci che aumentano la potenza delle statine
  • Sindrome metabolica
  • Malattie della tiroide
  • Altre mutazioni genetiche legate alla disfunzione mitocondriale

Le statine possono danneggiare per sempre le cellule muscolari

L’effetto collaterale più comune è il dolore muscolare e la debolezza, una condizione chiamata rabdomiolisi.
Purtroppo, per molti adulti anziani è improbabile riuscire a distinguere tra dolore muscolare causato da statine e dolore conseguente all’invecchiamento, quindi gli effetti avversi delle statine negli anziani possono essere notevolmente sotto-riportati.

I ricercatori ora hanno scoperto che vi è più di un modo in cui tale condizione può sorgere come risultato dell’assunzione di statine, tra cui:

  1. L’esaurimento di Co-Q10, una sostanza nutritiva che supporta la funzione muscolare. In Giappone e Canada i medici sono passibili di denuncia per negligenza se prescrivono le statine senza prescrivere CoQ10.
  2. Alterazione della capacità del muscolo scheletrico di riparare e rigenerare grazie all’effetto antiproliferativo delle statine.
    In uno studio recente, la vitalità delle cellule proliferanti è stato ridotto del 50 per cento ad una dose equivalente di 40 mg di Simvastatina – la dose giornaliera utilizzata di norma in alcuni pazienti. Questo potrebbe chiaramente avere un effetto negativo sulla capacità dei muscoli scheletrici di “guarire e riparare se stessi” e, alla fine, potrebbe portare alla totale incapacità del sistema muscolare di ricostruirsi e rigenerarsi.
  3. Attivazione del gene atrogin-1, che svolge un ruolo chiave nell’atrofia muscolare.
    La rottura del tessuto muscolare scheletrico a sua volta può anche portare ad insufficienza renale. L’industria nel frattempo insiste sul fatto che solo il 2-3 per cento dei pazienti ha dolori muscolari e crampi, ma secondo uno studio preso in esame dalla revisione (5), il 98 per cento dei pazienti trattati con Lipitor e un terzo dei pazienti trattati con Mevacor (una statina a basso dosaggio) soffriva di problemi muscolari.

Aggiungendo la beffa al danno, le persone attive hanno in realtà più probabilità di sviluppare problemi dall’uso di statine rispetto a coloro che sono sedentari.

  • In uno studio condotto in Austria, solo sei su 22 atleti con ipercolesterolemia familiare sono stati in grado di sopportare il trattamento con statine. Gli altri hanno interrotto il trattamento a causa del dolore muscolare.

L’IMPORTANZA DEL COENZIMA Q10

Non ci sono avvisi ufficiali negli Stati Uniti per quanto riguarda l’esaurimento di CoQ10 dovuto alle statine e molti medici non informano su questo problema.
L’etichettatura in Canada avverte chiaramente in merito alla deplezione di CoQ10 e informa che la carenza di questo nutriente “potrebbe portare ad insufficienza cardiaca in pazienti borderline. ”

Il coenzima Q10 è un composto antiossidante fondamentale per il processo della produzione di energia all’interno dei mitocondri e nell’eliminazione dei radicali liberi in eccesso.

Le statine agiscono in tre modi:

  1. alterano la funzione mitocondriale, che porta ad un aumento della produzione di radicali liberi;
  2. abbassano i livelli di CoQ10 bloccando la via coinvolta nella produzione di colesterolo – stesso percorso attraverso il quale viene prodotto Q10 riducono il colesterolo nel sangue che trasporta CoQ10 e altri liposolubili antiossidanti.

La perdita di CoQ10 porta alla perdita di energia cellulare e aumenta i radicali liberi.
Ciò significa che si spalancano le porte al danno del DNA mitocondriale delle cellule. Questo spiega perché le statine sono particolarmente pericolose in caso di danni mitocondriali pre-esistenti, ed il corpo si basa su ampie scorte di CoQ10 per bypassare questo danno.

Il cuore ha bisogno di alti livelli di Co-Q10.

Uno degli effetti della carenza di Co-Q10 è la perdita del tessuto muscolare che porta a debolezza, grave lombalgia, INSUFFICIENZA CARDIACA (il cuore è un muscolo!), neuropatia e infiammazione dei tendini e legamenti, che è spesso causa di rotture.
La pressione alta e il diabete sono le conseguenze dei più alti tassi di problemi mitocondriali e se ci si trova in una di queste condizioni il rischio di complicazioni dovute alle statine aumenta considerevolmente, secondo quest’ultima revisione (5).

In ogni caso, si possono sviluppare sempre nuovi effetti avversi, dal momento che le statine possono causare danni progressivi ai mitocondri con il passare del tempo e i mitocondri tendono a indebolirsi con l’età.

Secondo il co-autore dello studio, la dottoressa Beatrice Golomb MD PhD – il rischio di effetti avversi aumenta con l’età e con il trascorrere del tempo.
Questo spiega perché i benefici delle statine “non superano i rischi nelle persone oltre i 70 o 75 anni e in coloro con malattie cardiache. ”

Certo, le statine inibiscono la produzione di colesterolo e lo fanno molto bene.
Nessun errore del nostro sistema medico è così evidente come la totale accettazione che la riduzione del colesterolo è un metodo per prevenire malattie.

Ogni singola cellula del nostro organismo contiene colesterolo, perché il colesterolo è la sostanza che impermeabilizza le nostre cellule. Senza colesterolo, non potremmo avere un diverso ambiente biochimico tra l’interno e l’esterno della cellula.
Quando i livelli di colesterolo non sono adeguati, la membrana cellulare diventa porosa e incontinente, situazione che il corpo interpreta come una emergenza, rilasciando un’ondata di ormoni corticoidi che agiscono sequestrando il colesterolo da una parte del corpo e trasportandolo dove manca.

Nel corpo, il colesterolo è una sostanza “riparatrice”: il tessuto cicatriziale contiene alti livelli di colesterolo, incluso il tessuto cicatriziale delle arterie.
Il colesterolo è il precursore della vitamina D, coinvolta in numerosi processi biochimici incluso il metabolismo delle ossa.
I sali biliari, necessari per la digestione dei grassi, sono costituiti di colesterolo. Quelli che soffrono di bassi valori di colesterolo hanno spesso problemi nel digerire i grassi.
Il colesterolo, inoltre, funziona come un potente antiossidante e ci protegge dal cancro e dall’invecchiamento.
Il colesterolo è vitale per il buon funzionamento del sistema nervoso. Gioca un ruolo chiave nella formazione della memoria e nell’assorbimento degli ormoni, inclusa la serotonina, la sostanza del “benessere” cerebrale.

Quando i livelli di colesterolo si abbassano troppo, i recettori della serotonina non possono funzionare.

Il colesterolo è la principale sostanza organica del cervello: oltre la metà del peso secco della corteccia cerebrale è formata da colesterolo.
Infine, il colesterolo è il precursore di tutti gli ormoni prodotti nella corteccia surrenale, incluso i glucocorticoidi, che regolano gli zuccheri del sangue, e i mineralcorticoidi, che regolano l’equilibrio minerale. I corticoidi sono gli ormoni surrenali formati dal colesterolo, che il corpo utilizza in risposta a vari tipi di stress: promuovono la guarigione e modulano la tendenza all’infiammazione. La corteccia surrenalica, inoltre, produce gli ormoni sessuali, incluso il testosterone, l’estrogeno e il progesterone, sempre a partire dal colesterolo.
Pertanto, un livello basso di colesterolo, provocato da un problema congenito o indotto da farmaci, può disturbare la produzione degli ormoni surrenalici e portare a disturbi legati agli zuccheri del sangue, all’edema, alle carenze minerali, alle infiammazioni croniche, alla difficoltà a guarire, alle allergie, all’asma, alla ridotta libido, all’infertilità e a vari disturbi della riproduzione.

COME MAI GLI STUDI SULE STATINE SONO RIUSCITI A DARE L’IMPRESSIONE DI RIDURRE LE MALATTIE CARDIACHE?

Per un certo verso sembra che i ricercatori abbiano dato più peso ai marcatori, gli indicatori che si ritiene essere correlati alla malattia cardiovascolare.
In realtà esistono modalità abbastanza sofisticate per presentare i dati in modo favorevole, soprattutto quando dietro c’è il finanziamento delle case farmaceutiche, in grado di trovare varie modalità per ingannare medici e pazienti.
La maggior parte degli studi e le argomentazioni sul colesterolo si concentrano sull’importanza di ridurne i livelli, dando per scontato che ciò impedisca attacchi di cuore e ictus.
Come risultato, il livello elevato di colesterolo viene trattato come fosse una malattia a sé, nonostante il fatto che non uccide e molti studi hanno documentato che livelli di colesterolo più bassi sono associati ad alti tassi di mortalità.

Se una casa farmaceutica vuole vendere un farmaco non mette l’attenzione né sulla prevenzione della malattia né sulla guarigione.
L’obiettivo è quello di trovare il modo di vendere farmaci.

Trent’anni fa Henry Gadsden, energico direttore generale della Merck, una delle più famose case farmaceutiche al mondo rilasciò alcune dichiarazioni estremamente franche. Ormai prossimo al pensionamento, confessò alla rivista Fortune che per lui il fatto che il potenziale mercato della società fosse limitato alla gente malata era sempre stato un cruccio. Gadsden avrebbe voluto che la Merck assomigliasse di più alla Wrigley’s, la fabbrica di gomme da masticare, e da tempo il suo sogno era produrre farmaci per gente sana. Perché in tal caso la Merck avrebbe potuto “vendere a tutti”. A distanza di tre decenni, il sogno del defunto Henry Gadsden si è avverato.
Le strategie di marketing delle maggiori case farmaceutiche mondiali oggi prendono massicciamente di mira le persone in perfetta salute.
L’industria farmaceutica finanziarizzata è oggi in qualche modo costretta ad ingigantire, spesso con attente strategie di marketing della paura, nuove malattie pur di assicurare un rendimento crescente delle proprie azioni. (6)

Pertanto, per vendere statine ci si concentra sul colesterolo. Come risultato si spinge a considerare pericoloso il colesterolo alto. La paura degli attacchi di cuore è stata trasformata in paura del colesterolo.

Chi ci guadagna

Non è solo il pubblico che è stato convinto, ma un sistema medico troppo facilmente ingannabile dalla pseudo-scienza della Grande Industria Farmaceutica e dei loro tirapiedi interamente posseduti, come le università e le cosiddette agenzie della salute. Chiunque esca da questi schemi viene punito.
I medici che si pronunciano a dire la verità e cioè che il colesterolo non provoca attacchi di cuore e le statine non offrono alcun beneficio, vengono attaccati dalle agenzie che eseguono gli ordini dell’Industria Farmaceutica.
Chiunque cerchi di fare ricerca onesta non trova alcun tipo di finanziamento.
Le università vomitano qualsiasi pseudo-studio, foraggiate dal denaro delle facinorose case farmaceutiche. Le scuole mediche insegnano qualunque cosa le case Farmaceutiche dicono loro di insegnare.
La stragrande maggioranza della formazione continua, per i medici, è stata progettata dalle case farmaceutiche, così l’idea che il colesterolo deve essere abbassato con le statine è continuamente rafforzata.
E lo stesso discorso vale anche per tutti gli altri farmaci compresi i vaccini.
Le agenzie responsabili delle pubblicazioni mediche approvano la scienza della spazzatura per la pubblicazione, perché la maggior parte del denaro proviene dalla pubblicità dei prodotti. Esistono anche associazioni di beneficenza per promuovere questo schifo.

La medicina tradizionale tratta le condizioni più croniche, concentrandosi su come alleviare i sintomi più immediati. I medici tendono a rifuggire dal discutere con i pazienti di ciò che ritengono non convenzionale o non confermato, fino a quando una persona autorevole non abbia messo il suo sigillo d’oro di approvazione sulla constatazione. Anche se questo atteggiamento sembra prudente per i medici, significa che potrebbero volerci anni prima di conoscere una vasta gamma di semplici, spesso naturali, soluzioni per la salute e opzioni di trattamento che potrebbero essere di grande valore.

Ma per la scienza medica ogni fatto scientifico che non sia pubblicato in qualche rivista del settore è considerato inesistente, pur essendo di pubblico dominio che la ricerca scientifica sia ormai controllata e indirizzata, attraverso finanziamenti e sponsorizzazioni alle varie Università, da una decina di gruppi farmaceutici che si dividono, a beneficio dei propri azionisti, la metà del mercato mondiale dei farmaci e utilizzano i propri guadagni per porre in essere sistemi di ingerenza e influenza, cui non si sottraggono le più prestigiose riviste scientifiche e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Una di tali forme di ingerenza si realizza appunto attraverso l’inserimento dei KOL ovvero ‘key opinion leaders’ (leaders di opinione-chiave), operatori sanitari selezionati dall’industria e “costruiti”, sia nell’immagine che nella personalità, allo scopo di istruire i colleghi in congressi, convegni e seminari sponsorizzati dalle stesse case farmaceutiche, personaggi che occupano posti chiave in istituti e accademie, che pubblicano articoli sulle riviste finanziate con la pubblicità delle case farmaceutiche da cui sono stipendiati e la cui fama artefatta esercita la sua influenza anche nelle procedure di ‘peer review’ (revisione) per la pubblicazione di articoli altrui.

È attraverso i propri sistemi di infiltrazione, quindi, che le lobbies farmaceutiche riescono ad imporre la pubblicazione, nelle più note riviste scientifiche, di articoli favorevoli ai propri interessi, celando deliberatamente gli esiti di ricerche sfavorevoli, che oltretutto privano la comunità scientifica di conoscenze altrettanto utili alla scienza e alle persone malate.
Va da sé che esse siano anche interessate ad oscurare i moltissimi studi scientifici che riguardano terapie naturali, le quali favoriscono sia il libero commercio di sostanze che, non essendo brevettabili, sono a libera disposizione dell’umanità, sia una politica di promozione della salute fondata sulla prevenzione delle malattie, il che è in contrasto con la politica di medicalizzazione della vita attuata dalle multinazionali del farmaco, il cui evidente scopo è quello di mantenere l’umanità intera in uno stato di farmacodipendenza, che alimenti esponenzialmente gli affari e i guadagni dei propri azionisti.

La ricerca da tempo soffre di una mala-pratica diffusa in tutti i settori sia pubblico che privato. Le decisioni mediche sono sistematicamente distorte per varie ragioni. Una di queste è che le case farmaceutiche hanno facoltà di interrompere in qualunque momento le ricerche in corso e possono vietare la pubblicazione dei dati che non giocano a loro favore.

(JAMA 2006;295(14):1641-1646. doi:10.1001/jama.295.14.1645 Peter C. Gøtzsche, MD et al.)
http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=202662

E’ inevitabile che ogni farmaco dotato di effetti desiderabili abbia effetti tossici imprevisti.

Tuttavia, se non c’è modo di analizzare i dati di tutte le ricerche e i test condotti perché non sono stati resi pubblici, è impossibile per il medico giungere ad una corretta valutazione del farmaco tale da giustificarne la prescrizione al paziente, come nel caso delle statine.
Molto – anzi – troppo spesso, accade che medici e pazienti non possono conoscere i reali benefici e tutti i rischi connessi all’assunzione di determinate sostanze chimiche, prodotte con la deliberata intenzione di modificare/alterare il funzionamento chimico/cellulare del nostro corpo e del nostro cervello proprio a causa dell’impossibilità di analizzare i dati di tutte le ricerche e i test condotti proprio perché non sono stati resi pubblici.

Basterebbe che i governi obbligassero tutti quanti (ricercatori, finanziatori e organi di controllo come la FDA) a pubblicare tutti i dati delle ricerche e tutti i trials condotti, compresi tutti quelli che deludono la tesi di partenza del ricercatore.

Che la scientificità di molti articoli pubblicati nelle riviste specializzate possa essere artefatta e strumentale è dimostrato anche da una ricerca condotta per conto della Health Partners Research Foundation di Minneapolis, la quale ha messo in luce che un numero rilevante dei 3247 ricercatori americani intervistati ha ammesso di aver fornito interpretazioni non corrette dei dati ottenuti e il 15% di essi ha confessato di aver modificato i risultati dei propri lavori su pressione degli sponsor commerciali [Corriere della Sera, 14.06.2005].

David John Moore Cornwell, ex agente segreto britannico e autore di famosi libri di spionaggio sotto lo pseudonimo di ‘John Le Carrè’, afferma di aver scoperto, durante le ricerche per la stesura di uno dei suoi libri, che vi sono scienziati mercenari che approvano solo ciò che è commercialmente conveniente; università invase dalle case farmaceutiche, che sponsorizzano laboratori e assegnano borse di studio; giornalisti totalmente dipendenti dalle informazioni delle aziende, che li inondano di regali, pranzi e viaggi, come avviene, del resto, anche nel nostro Paese.

Praticamente ogni aspetto del sistema medico esiste per servire le
inestinguibili case farmaceutiche. Poco importa se i farmaci non fanno nemmeno quello che dicono. Non importa se fanno danni enormi fintanto che ingrassano le casse delle case farmaceutiche.
E finché le case farmaceutiche sono felici, allora anche tutti quelli che sono cresciuti allattati al suo seno gonfio di denaro sono felici.

Il pubblico? Forse, abbiamo qualche ruolo da svolgere in questa farsa. Il primo è quello di pagare per tutto questo, sia che lo facciamo attraverso le tasse, le assicurazioni o di tasca nostra. Il fatto è che ogni centesimo va a sostegno delle case farmaceutiche.
E l’altra funzione del pubblico? E’ stare zitti e prendere la medicina.

Come dimostrano diversi studi, le statine non fanno quello per cui vengono vendute.

Grazie ad un marketing massiccio, i produttori di statine hanno sapientemente influenzato e controllato la politica pubblica sulla prescrizione di statine facendola diventare il protocollo ufficiale di cura. Chiunque critica queste politiche o è in disaccordo viene etichettato come un eretico, ignorante e ridicolizzato.
La U.S. Food and Drug Administration (FDA), il National Cholesterol Education Program, l’American Heart Association e molti centri accademici sono diretti e influenzati da medici che ricevono benefit diretti o indiretti da parte dei produttori di statine.

La loro influenza è così forte che di recente la FDA ha approvato il Crestor®, una statina per il trattamento di pazienti con colesterolo normale. Alcuni di questi universitari sono stati chiamati a trattare bambini con le statine.
Purtroppo il marketing ha davvero trionfato nella medicina.

Nell’attesa che si ponga rimedio ad una ricerca distorta e falsata da interessi economici e da una mancata regolamentazione che protegga i pazienti da inutili sofferenze e decessi, diventa importante documentarsi su istituzioni, ricercatori e medici, la cui ricerca non abbia nulla che fare con le case farmaceutiche e i loro rappresentanti.

Al di fuori del giro di affari delle case farmaceutiche ci sono veramente pochi soldi, tant’è che molti ricercatori di una delle più importanti organizzazioni mondiali per la ricerca indipendente, la Cochran Collaboration, prestano la loro opera a titolo gratuito.

L’Evidence-Based Medicine (Medicina basata sulle evidenze) trova nella Cochrane Collaboration, un’associazione inglese di professionisti volontari, dedita alla produzione e diffusione di revisioni sistematiche della letteratura scientifica clinica, un’autorevole fonte.
Nacque nel 1992, ispirata ad Archibald Cochrane (1909-1988), noto epidemiologo inglese, autore di un famoso testo, in cui evidenziò che generalmente i sanitari, anziché applicare le migliori risultanze dell’evidenza sperimentale, tendono a perpetrare l’utilizzo di pratiche mediche consolidate dalla consuetudine e spesso di valore scientifico non provato (del resto, essendosi calcolato che ogni anno vengono pubblicati circa 2 milioni di articoli nuovi in oltre 20.000 riviste scientifiche, la possibilità di un serio aggiornamento professionale da parte dei medici appare alquanto remota e, conseguentemente, l’assistenza riservata ai malati non viene praticata in base ai più aggiornati risultati della ricerca scientifica).

Tom Jefferson, epidemiologo italo-britannico e membro della Cochrane Collaboration, rivela che “il 95% di quello che viene pubblicato sulle riviste scientifiche è immondizia o non è ciò che sembra”, e che “la scienza è diventata mercimonio e la salute un mercato”.

RIFERIMENTI:

(Nota A)
Lipid levels in patients hospitalized with coronary artery disease: An analysis of 136,905 hospitalizations in Get With The Guidelines
Amit Sachdeva MD, Christopher P. Cannon MD et al.
American Heart Journal January 2009Volume 157, Issue 1, Pages 111–117.e2
http://dx.doi.org/10.1016/j.ahj.2008.08.010

(1) Cochrane: Statins for acute ischemic stroke
Published: 10 August 2011
Authors: Squizzato A, Romualdi E, Dentali F, Ageno W
Primary Review Group: Stroke Group
Authors’ conclusions: Insufficient data were available from randomized trials to establish if statins are safe and effective in cases of acute ischemic stroke and TIA.

(2) Statin Drugs Given for 5 Years for Heart Disease Prevention (Without Known Heart Disease)
104 for non-fatal heart attack (una serie di studi)

(3) Review Article June 28, 2010, Vol 170, No. 12
Statins and All-Cause Mortality in High-Risk Primary Prevention
A Meta-analysis of 11 Randomized Controlled Trials Involving 65 229 Participants
Arch Intern Med. 2010;170(12):1024-1031. doi:10.1001/archinternmed.2010.182

(4) Effect of Statins on Venous Thromboembolic Events: A Meta-analysis of Published and Unpublished Evidence from Randomised Controlled Trials, Rahimi K, Bhala N, Kamphuisen P, Emberson J, Biere-Rafi S, et al. (2012) PLoS Med 9(9)
NOTA: il presente articolo su Plos fa riferimento ad una metanalisi delle statine per quanto riguarda il tromboembolismo venoso, che non ha alcuna inerenza con il rischio di infarto e ictus, perché questi ultimi sono generati da tromboembolie arteriose.
Le altre ricerche citate nell’articolo sono coerenti con il titolo del post: “Le statine non riducono attacchi cardiaci e ictus: analisi dei dati non pubblicati

(5) American Journal of Cardiovascular Drugs 2008; 8 (6) 373-418
Statin adverse effects : a review of the literature and evidence for a mitochondrial mechanism.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19159124

(6) Inventori di malattie (Versione Completa)
Il servizio mette in evidenza come l’industria farmaceutica finanziarizzata sia oggi in qualche modo costretta ad ingigantire, spesso con attente strategie di marketing della paura, nuove malattie pur di assicurare un rendimento crescente delle proprie azioni.
Del colesterolo e le statine ne parla il farmacologo Silvio Garattini fondatore dell’Istituto di ricerca Mario Negri di Milano al min 14:14 del servizio
http://youtu.be/n8cDac_LZvY

LEGGI ANCHE:
I PERICOLI DELLE STATINE: QUELLO CHE NON VI È STATO DETO SUI FARMACI CHE ABBASSANO IL COLESTEROLO

Fonte: http://www.dottorperuginibilli.itsito non più disponibile

Ultimissime sul colesterolo
Ricercatosi della Scuola di Medicina dell’Università di Tulane hanno utilizzato la tomografia a raggio elettronico (EBT) per misurare la progressione nella formazione della placca di pazienti infartuati che assumevano le statine. L’EBT è un esame molto accurato per misurare le inclusioni di calcio nelle arterie. Contrariamente alle previsioni, i ricercatori hanno scoperto che la progressione del calcio delle arterie coronariche (CAC) era significativamente più elevato nei pazienti che assumevano le statine in raffronto a quelli che non le assumevano.
I ricercatori hanno affermato:
“Il continuo amunento del CAC potrebbe spiegare perché in alcuni pazienti non si hanno benefici con le statine, ma piuttosto un aumento del rischio di accidenti cardiovascolari”(Arterioscler Thromb Vasc Biol, April 1, 2004).
Il “Melbourne Women’s Midlife Health Project”, (progetto per la salute delle donne di mezza età) ha misurato annualmente i livelli di colesterolo in un gruppo di 326 donne di età compresa tra i 52 e 63 anni.
Nel controllo dell’ottavo anno, le partecipanti sono state sottoposte anche ad un test per valutare la memoria.
I ricercatori hanno scoperto che i livelli più alti del colesterolo LDL e gli aumenti recenti del colesterolo totale e dell’LDL erano associati ad una memoria migliore. (J Neurol Neurosurg Psychiatry 2003;74:1530-1535.)

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FONTE:

Come migliorare.com

Rielaborazione: The Cancer Magazine – 02 marzo 2015

https://www.thennt.com/nnt/statins-for-heart-disease-prevention-without-prior-heart-disease-2/

https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/fullarticle/416105

https://journals.plos.org/plosmedicine/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pmed.1001310


INVENTORI DI MALATTIE (Versione Completa)
il farmacologo Silvio Garattini fondatore dell’Istituto di ricerca Mario Negri di Milano parla del colesterolo e statine al min 14:14 del servizio. Ascoltate le sue parole.
L’ inchiesta mette in evidenza come l’industria farmaceutica finanziarizzata sia oggi in qualche modo costretta ad ingigantire, spesso con attente strategie di marketing della paura, nuove malattie pur di assicurare un rendimento crescente delle proprie azioni.
VIDEO: http://youtu.be/n8cDac_LZvY

APPROFONDIMENTI:
COLESTEROLO. TUTTA LA VERITA’ SULLE STATINE TRA RISCHI SOTTOSTIMATI E GRANDI AFFARI



Il caso delle statine non è unico esempio di conflitto di interessi.

Conflitti di interesse: dilagano tra gli oncologi

Il 62% dei medici oncologi ha dichiarato pagamenti diretti da parte dell’industria farmaceutica negli ultimi 3 anni. Non solo: il 68% pensa che la maggioranza degli oncologi italiani abbia un conflitto di interesse con l’industria e l’82% riferisce che la maggior parte della propria educazione oncologica è supportata dall’industria. I risultati “esplosivi” dell’indagine Cipomo.

Think, Tally, Talk: Big pharma, convegni e conflitti di interessi (dei medici e non solo)


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Liberatoria (Disclaimer)

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.


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