Cos’è l’effetto placebo e come può esserci utile

 

La fiducia del soggetto nell’effetto curativo del trattamento può tradursi in un beneficio sul piano terapeutico.

Si parla di effetto placebo quando una “finta cura”, di per sé priva di effetto terapeutico, produce un miglioramento delle condizioni del paziente 1.

D’altro canto l’effetto placebo viene utilizzato anche negli studi di farmaci e sostanze naturali perché si vuole dare maggior risalto all’effetto curativo di quella sostanza studiata.

Se la sostanza studiata mostra una guarigione per il 90% ed il gruppo di controllo che usa il placebo sortisce una guarigione nel 50% dei casi senza uso della sostanza in esame, la percentuale di guarigione di quel farmaco sarà messa in discussione, ovvero diventerà inferiore a quel 90% iniziale.

L’effetto placebo è una potente arma che possiamo usare a nostro favore quando siamo in malattia ed è data da un insieme di atti esterni e percezioni che abbiamo rispetto al nostro malessere.

Se incontriamo un medico che ci da una prognosi infausta, che sia vera o presunta, questo demolisce le difese immunitarie e mina i processi di autoguarigione innati nell’essere umano. I medici oggi banalizzano troppo spesso l’effetto placebo considerandolo una sorta di nulla inefficace e piuttosto sono diventati inclini ad usare un effetto “nocebo”, cioè il contrario del placebo. Lo vediamo con le ripetute campagne fatte dai media dove c’è un continuo susseguirsi di spot sui farmaci e sulle malattie.

Queste stimolazioni negative creano una sorta di inconscia preoccupazione e paura di ammalarsi, tanto che una mente ignara ed inconsapevole, a forza di sentire che ci saranno milioni di italiani a letto con una brutta influenza, produrrà l’effetto di ammalarsi davvero perché la paura genera indebolimento delle difese immunitarie.

Le vitamine e le sostanze naturali son spesso identificate dai medici classici come degli autentici mezzi ad effetto placebo.

Ma è davvero così?

Negli studi clinici con gruppo di controllo placebo, si usano o sostanze in pillole zuccherate o semplici pillole di vitamine, perché rispetto ad un farmaco l’effetto risulta inferiore o nullo.

Questo però non deve farci pensare che l’uso di vitamine e nutrienti in genere sia inefficace, poiché sappiamo bene come i risultati siano dati dal dosaggio e qualità del nutriente usato. In genere negli studi di farmaci vengono usati blandi dosaggi di vitamine sintetiche, e quindi non paragonabili alle molecole naturali ed a dosaggi più curativi delle vitamine che generalmente usiamo noi qui.

Tuttavia i medici addestrati soltanto all’uso dei farmaci stanno ora interpretando l’uso crescente di vitamine nei loro assistiti come una moda e con effetti solo placebo, minimizzandone gli effetti curativi reali.  

EFFETTO PLACEBO

Il termine “placebo” deriva dal latino placere, che significa compiacere. In senso lato, il placebo può essere definito come un rimedio inefficace nel curare il disturbo o la malattia per cui viene somministrato.

Anche se il placebo sembra una “vera” medicina, di per sé non possiede alcuna proprietà curativa nei confronti della malattia o del disturbo per cui viene prescritto, nonostante l’assenza di effetti intrinseci, il placebo può portare benefici al soggetto che lo assume.

Quindi perché banalizzarlo e non usarlo come mezzo curativo?

Le ragioni di questo fenomeno vanno ricercate in aspetti neurobiologici e psicologici come l’autosuggestione.
La fiducia del soggetto nell’effetto curativo del trattamento può infatti tradursi in un beneficio sul piano terapeutico.

Si parla di effetto placebo quando una “finta cura”, di per sé priva di effetto terapeutico, produce un miglioramento delle condizioni del paziente 1.

Esempi di interventi con placebo includono pillole di zucchero, iniezioni saline, compresse prive di principio attivo, manipolazioni e vari “rituali” terapeutici.

L’effetto placebo si verifica quando determinati interventi portano a un risultato benefico nonostante siano privi di questo potenziale 1.

Gli effetti del placebo sono stati dimostrati in molte condizioni, come:

  • il morbo di Parkinson,
  • i disturbi del dolore,
  • i disturbi d’ansia,
  • la depressione,
  • l’asma,
  • la percezione della fatica durante lo sport
  • e la sindrome dell’intestino irritabile 2, 3.

Effetto Nocebo

Il termine nocebo deriva dal latino “nocere”, che significa danneggiare. Si parla di effetto nocebo quando i sintomi peggiorano dopo la somministrazione di un placebo.

  • Questo effetto è meno studiato rispetto al tradizionale effetto placebo perché, da un punto di vista etico, non è accettabile studiare l’effetto nocebo nelle persone.
    Infatti, per indurre un effetto nocebo, il soggetto dovrebbe essere sottoposto a una procedura stressante e ansiogena che fomenti aspettative negative in grado di determinare un peggioramento delle sue condizioni di salute.
    Questo danno non è chiaramente accettabile dal punto di vista etico.

I meccanismi dell’effetto placebo e nocebo sono simili, coinvolgendo entrambi gli aspetti psicologici.

  • Ad esempio, se il medico pone molto accento sui possibili effetti collaterali e sulla scarsa efficacia clinica di un trattamento, il paziente può suggestionarsi e percepire inconsciamente questi effetti negativi.

I sintomi più comuni dell’effetto nocebo includono nausea, secchezza delle fauci, sonnolenza, ansia, nervosismo, mal di testa, vertigini, astenia, vampate di calore, flatulenza, bassa pressione sanguigna e sensazione di pesantezza. Variano in intensità e scompaiono senza sequele quando il nocebo viene ritirato 41, 42, 43.

Uno studio che ha analizzato i dati di ampi studi randomizzati controllati con placebo sull’uso di statine ha mostrato che dal 4 al 26% dei pazienti nei gruppi di controllo ha interrotto l’uso del placebo a causa di effetti avversi percepiti 42.

I possibili fattori associati al verificarsi dell’effetto nocebo includono:

  • personalità pessimiste;
  • tendenza a somatizzare le proprie emozioni 32;
  • informazioni sulle reazioni avverse nei foglietti illustrativi farmaceutici 44, 45;
  • informazioni diffuse dai media 46, 47;
  • genere femminile 48.

Come Funziona il Placebo

L’effetto placebo è il risultato di un’affascinante connessione tra mente e corpo, che non è stata ancora del tutto compresa. Si ritiene che siano pesantemente coinvolti fattori psicologici; in effetti si è visto che l’effetto placebo non compare nei soggetti in coma o con grave demenza 34.

I principali meccanismi psicologici coinvolti nell’effetto placebo sembrano essere il condizionamento classico e l’aspettativa.

Condizionamento classico

Il condizionamento classico è una forma di apprendimento in cui un determinato stimolo innesca una specifica risposta. Di conseguenza, ogni volta che lo stesso stimolo si ripresenta, il paziente si autocondiziona plasmando le proprie aspettative sulla base della risposta precedentemente impressa nella memoria.

  • Per esempio, se un soggetto sta male dopo aver mangiato un alimento specifico, tenderà ad associare quel cibo all’esperienza negativa e ciò lo spingerà a evitarlo in futuro.
  • Allo stesso modo, è possibile associare la visita medica o un determinato rituale terapeutico al sentirsi meglio. In futuro lo stesso trattamento, anche se terapeuticamente inutile per il disturbo specifico, potrebbe migliorare la percezione di salute del soggetto.
  • Per lo stesso meccanismo, un paziente può segnalare una diminuzione del dolore dopo aver ricevuto una pillola placebo che assomiglia agli antidolorifici precedentemente assunti con successo per lenire il dolore 27.

Aspettative

L’effetto placebo ha una grande radice nelle aspettative di chi lo sperimenta. Tali aspettative, infatti, possono incidere fortemente sul risultato terapeutico, influenzando le risposte psicologiche e fisiologiche al trattamento.

Le aspettative di un paziente possono essere indotte da istruzioni verbali o dall’apprendimento sociale.

  • Ad esempio, se un soggetto riceve un placebo che gli viene presentato come un farmaco molto efficace per il dolore, potrebbe modellare le proprie aspettative e percepire un’effettiva azione antalgica.
  • Un altro soggetto potrebbe sentirsi meglio dopo aver intrapreso un trattamento placebo per il semplice fatto di essersi impegnato in tale trattamento e credere nei suoi benefici.
  • Anche il tono di voce, il linguaggio del corpo e il contatto visivo da parte del medico possono essere rassicuranti, creando aspettative positive nel paziente che si traducono in un miglioramento clinico indipendente dall’effetto terapeutico del trattamento.

Ulteriori meccanismi

In generale, tra i molti elementi che possono contribuire all’effetto placebo ricordiamo 28, 29, 30, 31, 32:

  • aspetto e caratteristiche organolettiche del placebo (colore, dimensione, sapore ecc.),
  • ambiente e luogo in cui viene somministrato,
  • persona che somministra o prescrive il placebo,
  • gravità della condizione medica,
  • circostanze ambientali,
  • ricezione di informazioni riguardanti l’efficacia terapeutica del placebo,
  • prezzo del placebo,
  • suggestione orale (ad es. quando il trattamento viene descritto e presentato in modo da infondere fiducia nei suoi benefici),
  • il fatto che si tratti di un farmaco generico o “di marca”; ad esempio se un paziente ha sempre assunto un farmaco di marca potrebbe lamentare una scarsa efficacia del suo equivalente generico;
  • lo stato psicologico e la personalità del paziente: la risposta al placebo può essere influenzata da età, sesso o livello culturale; inoltre, sembra che le persone ottimiste siano più inclini all’effetto placebo;
  • aspetti genetici.

Degna di nota è l’influenza del rapporto medico-paziente, che può includere l’anamnesi/visita medica, l’esecuzione di test o esami complementari come l’ECG o la radiografia, e la prescrizione informata.

  • Infatti, l’empatia mostrata dal medico tende a innescare nel cervello una serie di complessi meccanismi psico-neuro-endocrini sviluppatisi nel corso dell’evoluzione umana e legati alla fiducia, al piacere e alle aspettative positive, che si traducono in un beneficio terapeutico 31, 33, 16.

Alcuni Dati Interessanti

L’utilizzo del placebo da parte dei medici è molto frequente.

Secondo alcune stime, circa il 40% delle prescrizioni mediche funzionerebbe come placebo, con il medico che a volte ne è consapevole e altre no 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16.

Uno studio basato su un questionario ha riportato che il 77% dei medici intervistati prescriveva placebo almeno una volta alla settimana, con i placebo impuri che rappresentavano oltre il 90% 17.

Molte volte i medici non sono consapevoli di prescrivere un placebo, ad esempio quando prescrivono farmaci a dosi inferiori a quelle raccomandate, antibiotici per un’influenza non complicata, antibatterici per ferite cutanee pulite (per le quali basterebbe un antisettico) e integratori o rimedi omeopatici i cui effetti sono difficili da spiegare al di fuori dell’effetto placebo 18, 19, 20.

Una meta-analisi di studi osservazionali sull’uso del placebo nelle cure primarie ha mostrato che una media del 63% dei medici lo utilizza, con la maggior parte che sfrutta anche placebo impuri 20.

  • Si sospetta che il 50% della risposta ai farmaci antidepressivi sia dovuta all’effetto placebo 21.
  • Anche nell’insonnia, l’effetto placebo è importante: alcuni studi, tra cui una meta-analisi 22 e una linea guida di pratica clinica sull’insonnia 23, hanno riportato che il 50% dell’effetto ipnotico indotto dai farmaci Z (zoplicone, zolpidem e zaleplon) è stato associato a una risposta al placebo.
  • L’effetto placebo si verifica anche nell’ipertensione, sebbene sia lieve e transitorio, ed è correlato a un miglioramento dello stress del soggetto 24.
  • Una revisione di 8 studi su pazienti con tosse acuta o infezione del tratto respiratorio superiore, ha riportato che l’entità della risposta al placebo percepita arrivava fino all’85% (in termini di frequenza della tosse e degli attacchi di tosse) 25.
  • Una meta-analisi ha riportato che il placebo rappresentava il 45% della risposta ai farmaci prescritti per la fibromialgia, in termini di riduzione del dolore 26.
  • Secondo una revisione sistematica di 20 studi interventistici, gli effetti placebo hanno migliorato le prestazioni sportive con una dimensione dell’effetto da moderata a grande. Gli effetti nocebo, al contrario, hanno peggiorato le prestazioni con una grande dimensione dell’effetto (erano quasi due volte più forti degli effetti placebo) 27.

 

Grazie a Magazine X115 per i riferimenti Bibliografici


“Il vostro subconscio reagisce a ciascuno dei vostri pensieri con la sensibilità di uno strumento di precisione…”
“Ogni sera addormentatevi col pensiero di godere di ottima salute e il più fedele dei vostri servitori, il vostro subconscio, ubbidira’ al vostro suggerimento”
“Tutto ciò che voi continuate a chiedere con insistenza e che considerate nel vostro spirito come già realizzatosi, verrà accolto dal vostro subconscio come un dato di fatto e verrà esaudito nel più breve tempo possibile. Sta a voi convincere il vostro subconscio…”
“I vostri pensieri e le vostre idee coscienti producono una reazione del vostro subconscio di natura identica”
Prof. Joseph Murphy – Il potere del subconscio

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Autore: Joseph Murphy


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