Aggiornato al 26 gennaio 2021.
Molti medici e scienziati esprimono gravi perplessità sui vaccini e sul vaccino Covid, su cui la comunità medica e quella scientifica non sono assolutamente unanimi.
Basandoci sulle segnalazioni di un ampio gruppo di medici che collabora col nostro partito, abbiamo individuato dieci grandi perché che ci convincono, precauzionalmente, a non vaccinarci.
La bibliografia è riferita a fonti ufficiali e di pubblica consultazione, in costante aggiornamento: il lavoro si riferisce ai vaccini attualmente in commercio e verrà aggiornato ed ampliato qualora altri farmaci con profili di incertezza dovessero raggiungere il mercato.
Esortiamo ogni cittadino ad esercitare il proprio diritto alla salute, che comporta la responsabilità di informarsi. Solo grazie alla consapevolezza è possibile scegliere liberamente.
#IoNonMiVaccinoPerché
Sommario
- 1. Perché non sono una cavia
- 2. Perché potrei comunque ammalarmi
- 3. Perché potrei comunque infettare gli altri
- 4. Perché non si conoscono reali statistiche sul virus, ma solo quelle basate su tamponi inaffidabili
- 5. Perché esistono cure efficaci per il Covid
- 6. Perché faccio prevenzione primaria
- 7. Perché non si conoscono gli effetti collaterali a medio e lungo termine del vaccino
- 8. Perché gli effetti collaterali potrebbero comprendere la morte
- 9. Perché le case farmaceutiche non si assumono nessuna responsabilità
- 10. Perché nessun farmaco a mRNA è mai stato utilizzato prima al mondo
- 11. Perché in Italia non si fa di regola farmacovigilanza attiva
- 12. Perché senza saperlo potrei essere già immune
1. Perché non sono una cavia
Il vaccino Comirnaty della Pfizer Biontech, in uso da domenica 27 dicembre 2020 in Italia, ha ricevuto “l’autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni”, non è quindi stato ancora approvato definitivamente e al momento mancano molti dati sulla sicurezza e sull’efficacia che, soprattutto nel medio e lungo termine, di fatto verranno ottenuti dopo un largo uso sulla popolazione, come confermato anche dal simbolo di sottoposizione a monitoraggio addizionale apposta nel bugiardino.
Fonti:
Uno studio sul consenso informato ha recentemente evidenziato che i pazienti sottoposti all’inoculazione del vaccino non dispongono di informazioni adeguate sui rischi di sviluppare una malattia più grave in caso di esposizione a virus, compreso il Covid-19.
Lo studio conclude che il consenso informato del paziente che si sottopone al vaccino Covid attualmente non soddisfa lo standard dell’etica medica.
Fonte:
Ulteriori fonti di consultazione:
- Indicazioni di MHRA (Medicines & Healthcare products Regulatory Agency) sull’uso del vaccino da parte dei professionisti della salute
- Scheda informativa FDA U.S. Food and Drug Administration (per destinatari e assistenti)
- Scheda informativa FDA U.S. Food and Drug Administration per i fornitori di assistenza sanitaria che somministrano il vaccino
- Link alla lettera di approvazione dell’FDA
- FDA Briefing Document Pfizer-BioNTech COVID-19 Vaccine
- Pfizer COVID-19 Vaccine EUA Letter of Authorization reissued 12-23-20
- Analisi del CDC – Centers for Disease Control and Prevention:
2. Perché potrei comunque ammalarmi
I vaccini previsti per il Covid 19 non sono efficaci al 100%.
Pfizer dichiara un’efficacia del vaccino al 95%; tuttavia la stragrande maggioranza dei placebo della sperimentazione non hanno contratto il Covid, così come la stragrande maggioranza dei vaccinati. La percentuale riportata si riferisce a meno di 200 casi Covid su 36.000. Rispetto al campione attualmente considerato, la riduzione del rischio di contrarre il Covid, è di meno dell’1%.
Fonte:
Importanti dubbi sono sollevati in un articolo del British Medical Journal, che stima l’efficacia tra il 19% e il 29% e rileva la drammatica necessità di poter accedere ai dati grezzi per i vaccini a mRNA di Pfizer e Moderna:
Fonte:
- British Medical Journal (The BMJ), “Peter Doshi: I vaccini Pfizer e Moderna “efficaci al 95%”: abbiamo bisogno di maggiori dettagli e dati grezzi”:
Anche in presenza di immunizzazione, ad oggi non si sa quanto duri la copertura, ed è probabile che sarà richiesta una continua iniezione di altre dosi o di altri vaccini, aumentando esponenzialmente la possibilità di eventi avversi.
Fonte:
Potrei inoltre ammalarmi di altre malattie, soprattutto a medio lungo termine, di cui non esistono ancora dati osservabili alla luce del periodo di osservazione degli effetti collaterali che attualmente è di 7 giorni (si veda il punto 7).
- Scheda tecnica vaccino Pfizer Comirnaty
- Indicazioni di MHRA (Medicines & Healthcare products Regulatory Agency) sull’uso del vaccino da parte dei professionisti della salute
3. Perché potrei comunque infettare gli altri
Gli studi a disposizione non hanno ancora chiarito se coloro che vengono vaccinati possano o meno essere contagiosi per gli altri, come confermato dall’Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA.
Fonte: AIFA, Domande e risposte sul sito AIFA Agenzia Italiana del Farmaco:
https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-su-vaccini-mrna
Jonathan Van Tam, Consulente del governo Britannico e numero due della sanità inglese, ha affermato sabato 23 gennaio che «anche le persone che sono state vaccinate con due dosi potrebbero trasmettere il Covid a chi non ha ancora ricevuto il farmaco».
Corriere.it, “Vaccino Covid, allarme dal Regno Unito: chi ha avuto le due dosi potrebbe ancora contagiare gli altri
Fonte:
Come più volte ribadito pubblicamente, il vaccino non permetterà di tornare alla vita di prima: chiusure, mascherine e distanze continueranno a tempo indeterminato, come è stato finora.
Fonte: AIFA, Domande e risposte sul sito AIFA Agenzia Italiana del Farmaco:
Se fosse effettivamente possibile che gli individui vaccinati diffondano il virus, le indicazioni ministeriali che individuano i medici e gli operatori sanitari come i primi da sottoporre alla vaccinazione (Società Italiana Medicina Generale) risulterebbero controproducenti, in quanto si potrebbero creare ulteriori focolai proprio nei luoghi a maggior rischio, quali ospedali e RSA.
4. Perché non si conoscono reali statistiche sul virus, ma solo quelle basate su tamponi inaffidabili
Le statistiche in base alle quali, da mesi, la politica impone provvedimenti restringenti delle libertà individuali si basano unicamente sulla rilevazione del virus attraverso tamponi la cui inaffidabilità è stata sottolineata recentemente anche dalla stessa OMS, mentre i fattori epidemiologici tradizionali non vengono considerati.
Fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità:
Sappiamo che nel computo dei deceduti con cui ogni giorno le istituzioni spaventano la popolazione, mantenendo i cittadini sotto la minaccia di restrizioni sempre maggiori, vengono inserite persone morte per altre patologie ma che risultavano positive al tampone o che addirittura erano risultate positive mesi addietro.
Il Giornale nell’articolo “Sono morti, ma erano già guariti: contati come vittime del Covid” cita il bollettino della Protezione Civile:
In realtà, questo virus colpisce una minoranza assoluta di popolazione: pur essendo molto contagioso poche persone sono suscettibili a sviluppare la malattia. Come ha affermato il dott.Richard Horton, Editor in Chief della prestigiosa rivista medica The Lancet, non saremmo in presenza di una “pandemia”, ma di una “sindemia”, cioè una situazione in cui per ammalarsi è necessario, oltre il contatto con il virus (condizione imprescindibile), che il soggetto presenti delle situazioni favorenti le quali determinano la riduzione delle capacità di far fronte ad esso.
Fonte:
- The Lancet, “Covid 19 is not a pandemic”
5. Perché esistono cure efficaci per il Covid
Esistono molte terapie valide a contrastare la malattia, con pochi effetti collaterali o addirittura nessuno, quali ozonoterapia, endovena di vitamina C, idrossiclorochina, azitromicina, antinfiammatori fans, cortisonici, eparina.
Ozonoterapia
Studio Pubmed, “Ozonoterapia in COVID-19: una recensione narrativa”
“L’ozono terapia sistemica sembra utile nel controllare l’infiammazione, stimolare l’immunità e come attività antivirale e fornire protezione dalle sindromi coronariche acute e dal danno da riperfusione ischemica, suggerendo così una nuova metodologia di terapia immunitaria.”
Idrossiclorochina
L’uso di idrossiclorochina su pazienti COVID-19 ospedalizzati è associato a una netta riduzione della mortalità.
Fonte:
- Studio Pubmed, “L’uso di idrossiclorochina in pazienti COVID-19 ospedalizzati è associato a una ridotta mortalità: risultati dello studio osservazionale multicentrico italiano CORIST”:
- Science Direct “Terapia con idrossiclorochina a basse dosi e mortalità in pazienti ospedalizzati con COVID-19: uno studio osservazionale nazionale su 8075 partecipanti”:
- Metanalisi che ha preso in esame 26 studi in attesa di revisione:
Fonte:
- L’idrossiclorochina a basso dosaggio è associata a una mortalità inferiore in COVID-19: una meta-analisi di 26 studi e 44.521 pazienti
- ANSA: “Consiglio di Stato, sì all’uso dell’idrossiclorochina per la cura del Covid”
Vitamina C
- Frontiers in immunology, “La lunga storia della vitamina C: dalla prevenzione del raffreddore comune al potenziale aiuto nel trattamento del COVID-19”
Desametasone
Enoxaparina
- Tecnica ospedaliera: “Enoxaparina, un farmaco di vitale importanza nel Covid-19”
Cure domiciliari
- Clinical and Medical Investigations, “Come trattare i pazienti COVID-19 a casa”
6. Perché faccio prevenzione primaria
La prevenzione primaria, di cui nessuno a livello istituzionale parla, permette di mantenere il sistema immunitario sano e abbassare notevolmente la possibilità di ammalarsi di questa ed altre patologie attraverso l’apprendimento di un corretto stile di vita e di una corretta alimentazione.
Rimandiamo alla conferenza 3V e all’ebook gratuito “La prevenzione primaria: prima e dopo il Covid-19“
Il sistema immunitario naturale di ciascuno è legato alla presenza di colonie complesse di batteri funghi e virus chiamate “microbiota”, che viene pesantemente danneggiato dall’uso immotivato di farmaci, di antisettici e di prodotti chimici in genere.
I vaccini sono veri e propri farmaci e con alta probabilità contribuiscono alla selezione dei patogeni che resistono agli antibiotici, vero principale pericolo per la salute umana.
7. Perché non si conoscono gli effetti collaterali a medio e lungo termine del vaccino
Gli effetti indesiderati rilevati dalle case farmaceutiche attualmente sono solo quelli avvenuti entro 7 giorni circa dalla somministrazione, come riportato dal FDA – U.S. Food and Drug Administration. Non ci sono quindi dati su eventuali eventi avversi a medio e lungo termine.
Fonte:
- FDA Briefing Document Pfizer-BioNTech COVID-19 Vaccine
- Preoccupa in particolare il fatto che questo sia il primo vaccino che utilizza l’mRNA di un virus, per cui le conseguenze dell’utilizzo di questo tipo di farmaci non è noto (si veda il punto sui farmaci a mRNA).
- Non è possibile escludere danni di lungo periodo e malattie ereditarie, compreso il tumore, come enunciato nello studio in attesa di pubblicazione “Vaccino Covid-19: The Worst Case Scenario”.
Fonte:
- “Vaccino Covid-19: The Worst Case Scenario”
- Il cancro, come effetto collaterale non previsto, è stato citato anche dal premio Nobel per la medicina Luc Montagnier in una recente intervista sul vaccino Covid-19.
Nemmeno le interazioni con altri farmaci e altre patologie è stata indagata a fondo, per cui non si conoscono gli effetti che il vaccino potrà avere sui soggetti fragili come gli anziani con comorbilità. I decessi recentemente registrati in Norvegia sono un segnale estremamente preoccupante in tal senso (si veda il punto successivo).
Destano preoccupazioni le reazioni allergiche di tipo grave, fino all’anafilassi, reazione potenzialmente pericolosa per la vita.
Fonte:
- Science, “Il vaccino di Pfizer solleva preoccupazioni di allergia”
- Science: “Crescono i sospetti che le nanoparticelle nel vaccino COVID-19 di Pfizer scatenino rare reazioni allergiche”
I dati sulle prime segnalazioni di eventi avversi in Europa, sottostimati in quanto frutto di farmacovigilanza passiva e forniti da EudraVigilance, la banca dati europea per la gestione e l’analisi delle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai medicinali autorizzati, evidenzia 16.479 casi al 23 gennaio 2021, di cui il 30% in Italia (4.783).
Il 31% delle reazioni avverse, 5.133 casi, sono stati classificate come “gravi”.
Tra gli eventi più frequenti riportati ci sono i disturbi di carattere generale e relativi al sito di somministrazione (7.019 casi di cui 3.147 gravi), disturbi del sistema nervoso (4.466 casi di cui 2.224 gravi), disturbi del tessuto muscoloscheletrico e connettivo (3.200 casi di cui 1.286 gravi) e disturbi gastrointestinali (2.492 casi di cui 1.247 gravi). Si segnalano anche 86 casi di paralisi facciale.
8. Perché gli effetti collaterali potrebbero comprendere la morte
I pazienti fragili, che potrebbero risentire più facilmente degli effetti del Covid, potrebbero risentire più facilmente anche degli effetti collaterali del vaccino, fino alla morte.
In Norvegia, a seguito del decesso di 23 pazienti subito dopo aver ricevuto il vaccino, è stato richiesto ai medici di condurre valutazioni più approfondite sui soggetti fragili in attesa di ricevere il vaccino Pfizer BioNTec contro covid-19.
- Fonte:
The British Medical Journal (The BMJ), “Covid-19: la Norvegia indaga su 23 decessi in pazienti anziani fragili dopo la vaccinazione”:
Il National Vaccine Information Center, che raccoglie i dati della sola farmacovigilanza passiva negli Stati Uniti attraverso il Vaccine Adverse Reporting System (VAERS) , descrive 181 decessi avvenuti dal giorno della vaccinazione al sesto giorno successivo alla vaccinazione per il Covid 19. Le morti non riguardano sempre categorie cd. a rischio (si segnalano 5 morti sotto i 44 anni e 34 morti sotto i 65 anni).
Fonte: National Vaccine Information Center
9. Perché le case farmaceutiche non si assumono nessuna responsabilità
In Italia esiste una legge che prevede che coloro che subiscono danni da vaccino vengano indennizzati (Legge 210/1992), ma l’eventuale indennizzo spetta allo Stato (e dal 2000 alle Regioni): le aziende farmaceutiche non se ne assumono la responsabilità né devono rispondere in alcun modo delle conseguenze dell’utilizzo dei vaccini che producono.
In Inghilterra, primo paese europeo in cui il vaccino della Pfizer è stato inoculato, secondo quanto riportato dal quotidiano The Indipendent, il governo avrebbe addirittura garantito al colosso farmaceutico una sorta di scudo penale, per cui ove sorgessero complicazioni legate alla somministrazione del vaccino non si potrà citare in giudizio l’azienda. Sempre secondo quanto riporta il The Independent sarebbe arrivata la conferma da parte del Dipartimento della Salute inglese.
Fonte:
- The Independent, “Vaccino contro il coronavirus: Pfizer è stata protetta da azioni legali dal governo del Regno Unito”
- Scheda tecnica vaccino Pfizer Comirnaty:
- Indicazioni di MHRA (Medicines & Healthcare products Regulatory Agency) sull’uso del vaccino da parte dei professionisti della salute
- Mediapart, “Vaccino e rapporto rischio-beneficio: il peso reale degli effetti collaterali”, articolo di Di Didier Lambert, Presidente E3M:
- Assis – Associazione di studi e informazione sulla salute, “Reazioni avverse al vaccino per il coronavirus”:
10. Perché nessun farmaco a mRNA è mai stato utilizzato prima al mondo
Nessun farmaco a mRNA è mai stato utilizzato prima al mondo.
Non contenendo l’antigene, i due prodotti di Pfizer e Moderna non fanno capo alla definizione classica di vaccino, costituendo piuttosto una terapia genica, ossia una somministrazione farmacologica effettuata su persone sane.
Di fatto, un vaccino basato su questa tecnica equivale ad una manipolazione epigenetica del DNA di cui non conosciamo né la durata e ancor meno se esistono recettori delle nostre cellule che possano essere attaccati dalla risposta anticorpale che esso è in grado di scatenare. Non possiamo nemmeno ipotizzare dove questo materiale genetico vada a finire. Si vedano in proposito i numerosi dubbi sollevati al punto 7.
Il vaccino a mRNA stimola infatti la formazione della proteina spike del virus e induce nel paziente la formazione dei relativi anticorpi. Non sono stati effettuati studi sulla sicurezza ed efficacia in rapporto allo stato di reattività di base della persona ricevente: non sappiamo cosa può succedere nel tempo se è iporeattiva o iperreattiva (aumenta il rischio di sviluppare malattie autoimmunitarie, come è ragionevole supporre?).
Fonte: Nature, “Il potenziale pericolo di risposte anticorpali subottimali per il COVID-19”
Come possibile risposta secondaria a questa sollecitazione, inoltre, esiste anche la produzione di anticorpi non neutralizzanti che non riescono a rendere inoffensivo il virus, ma al contrario potenzialmente possono legarsi ad esso. Questo è quanto è emerso finora proprio dai test condotti sugli animali, dove la risposta secondaria è risultata essere pericolosa.
Fonte: Nature, “Antibody-dependent enhancement and SARS-CoV-2 vaccines and therapies”
Fra l’altro è accertato che la sequenza mRNA del vaccino somiglia ad una proteina presente nel nostro organismo che si chiama SINCITINA. Questa proteina è indispensabile per la procreazione in quanto permette la formazione della placenta ed evita che il feto sia attaccato dal sistema immunitario della madre. Il pericolo di alterare la capacità procreativa è evidentemente alta, ma non esistono studi in proposito.
Normalmente, quando si vuole utilizzare/sviluppare una strategia vaccinale del tutto nuova, come per esempio quella di un vaccino ad mRNA, bisogna stimare un tempo utile per l’autorizzazione, che ragionevolmente non può essere inferiore a circa 8 anni per l’impiego sull’essere umano.
Da una sintesi del pensiero del Dott. Aldo Sacchetti, uno dei più grandi scienziati dell’ultimo secolo, tra i padri fondatori dell’Ecologia italiana, leggiamo che
“I vaccini biotecnologici a mRNA sono la minaccia più grande che l’Umanità ha mai dovuto affrontare. Se la maggioranza degli abitanti della terra lo inietteranno, l’umanità rischierà l’estinzione, perché il cancro diventerà ereditario e la straordinaria vita biologica conservativa degli uomini sarà arrestata nel suo nucleo cellulare più profondo.”
Approfondimenti su “Scienza e coscienza”, Arianna editrice, 2018, capitolo 9 – Un gioco senza regole
11. Perché in Italia non si fa di regola farmacovigilanza attiva
In Italia normalmente si effettua la cosiddetta “farmacovigilanza passiva“. In pratica, chiunque ritenga di aver subito un effetto collaterale in seguito all’assunzione di un farmaco può segnalarlo autonomamente o attraverso il proprio medico ad AIFA.
Eventuali reazioni avverse non si vanno quindi a cercare, non vengono indagate attivamente, ma si attende che vengano denunciate da chi le ha subite. Questo sistema comporta degli importanti limiti nella rilevazione.
AIFA, però, dovrebbe periodicamente anche promuovere studi e ricerche di “farmacovigilanza attiva”, e quindi seguire e monitorare attentamente per un certo periodo di tempo le persone che assumono un determinato farmaco.
Si è visto che, quando ciò accade, le reazioni avverse che vengono annotate sono molte di più di quelle che arrivano alla Rete Nazionale attraverso le segnalazioni spontanee.
Per quanto riguarda la campagna di vaccinazione in corso contro il Covid-19, AIFA ha annunciato di voler attivare progetti di farmacovigilanza attiva ma ad oggi non risulta che questo sia stato fatto e al momento ci si affida solamente alla segnalazione spontanea di cittadini e medici.
Considerando che si tratta di farmaci per i quali i dati relativi a sicurezza ed efficacia saranno noti solamente alla fine del 2023, questa mancanza appare ancora più grave.
12. Perché senza saperlo potrei essere già immune
Nell’ultimo anno, in Italia, milioni di persone sono state a contatto col virus, più o meno consapevolmente, per cui nel Paese esiste già una massiccia copertura vaccinale naturale e io stesso potrei benissimo essere immune senza saperlo.
Come ha chiarito la stessa AIFA, “l’infezione naturale conferisce una risposta immunitaria specifica per il virus“, tanto che chi è stato colpito dal Covid dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino non può ricevere la seconda.
Se dunque una persona si vaccinasse pur avendo già una copertura naturale correrebbe inutilmente dei rischi.
Ulteriore bibliografia
- Nuovo coronavirus: il punto sui vaccini in sperimentazione A cura di: C. Silvestri e C. Stasi
- Calina D, Sarkar C, Arsene AL, Salehi B, Docea AO, Mondal M, Islam MT, Zali A, Sharifi-Rad J. Recent advances, approaches and challenges in targeting pathways for potential COVID-19 vaccines development. Immunol Res. 2020 Oct 1:1–10. doi: 10.1007/s12026-020-09154-4
Movimento 3V – Verità e Libertà
Liberatoria (Disclaimer)
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