La mano pesante della legge sulle cure Naturali

Legiferare per renderle illegali

Ma i farmaci?
Quanti ne immettono sul mercato senza autorizzazioni?
Quanti ne ritirano ritenendoli pericolosi dopo averli fatti provare alla popolazione per anni?
Un certo numero di anni fa, la FDA chiese alle farmacie galeniche, ai professionisti della medicina naturale e ai professionisti della medicina integrativa di nominare sostanze per un processo di revisione delle stesse.
udienza imparziale.
Tuttavia, la motivazione della FDA era che se una qualsiasi di queste sostanze non avesse avuto una cosiddetta monografia federale USP-NF (una combinazione di due compendi: la farmacopea degli Stati Uniti e il formulario nazionale), indipendentemente dal fatto che la sostanza fosse un normale farmaco, un farmaco off-label o una sostanza naturale, allora sarebbe diventata illegale.
udienze per sostanze farmaceutiche sfuse per compounding farmaceutico” ai sensi dell’articolo 503A della Federal Food, Drug and Cosmetic Act.
ridotto da 310 a circa a circa 68 sostanze ritenute degne di essere esaminate.
Esempi di alcune delle sostanze elencate nella categoria 3 che diventerebbero illegali nei composti sono:
  • Lactobacillus acidophilus,
  • erba medica,
  • semi di anice,
  • alcuni tipi di rame,
  • alcuni tipi di magnesio,
  • molti minerali,
  • un certo numero di sostanze a base di erbe che potrebbero essere usate in senso composto e tutta una serie di cose nominate dai farmacisti che non sono usati come medicinali ma sono usati come leganti o eccipienti (come il latte in polvere) e diventerebbero illegali da usare per una farmacia secondo questo elenco.
  • alcune forme di glutammina,
  • condroitina,
  • D-ribosio
  • e un numero di altre cose che in realtà non possiamo vivere senza.
  • artemisinina,
  • Boswellia,
  • MSM (metilsulfonilmetano),
  • glicirrizina
  • e alcune vitamine del gruppo B come la nicotinamide.
  • Il modo in cui sono organizzate le udienze della FDA, se queste sostanze non hanno alcune indicazioni mediche molto chiare per le quali sono gli unici trattamenti, la FDA essenzialmente dice al comitato che non dovrebbero approvarlo.
    https://www.regulations.gov/document?D=FDA-2015-N-3534-0001
    regulations.gov
    www.regulations.gov
    Normative europee su integratori

    INTEGRATORI SEMPRE SOTTO ATTACCO
    Il colesterolo serve, ed anche molto.
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    Su questo tema è intervenuta Federsalus, con una nota indirizzata alla Commissione Europea, all’interno della quale ha indicato le evidenze attualmente disponibili a supporto della monacolina K ed ha evidenziato tutti gli aspetti normativi che negli ultimi anni hanno regolamentato e approvato l’uso dei claim per la monacolina K e la commercializzazione di questa tipologia di integratori alimentati.
    In particolare, Federsalus ha sottolineato come nel documento di EFSA non siano stati considerati numerosi studi scientifici e i dati di vigilanza sugli integratori con 3 mg di monacolina inviati all’Agenzia a seguito della richiesta della Commissione Europea e della conseguente “consegna dati” agli stati membri.
    Federsalus ha inviato alla Commissione Europea, a ulteriore supporto, una nuova meta analisi di studi clinici controllati randomizzati realizzata dall’Università di Bologna in agosto, finalizzata ad analizzare dati sulla sicurezza della supplementazione di riso rosso fermentato, dalla quale è emerso che questa tipologia di supplementazione è sicura e non associata all’incidenza di effetti collaterali sul sistema muscolo-scheletrico, e con una riduzione del rischio di eventi avversi gravi.
    Tra le evidenze scientifiche a supporto, Federsalus ha inoltre citato nella nota le “Linee Guida per il trattamento delle dislipidemie” pubblicate dalla European Society of Cardiology e dalla European Atherosclerosis Society, in cui si raccomanda l’utilizzo di integratori a base di riso rosso fermentato, con evidenza clinica A, per i soggetti con rischio cardiovascolare basso-moderato.
    Nella nota, l’Associazione ha infine richiesto alla Commissione di archiviare la procedura sulla monacolina K, non riscontrando, alla luce delle evidenze fornite a supporto e del più generale contesto normativo, i requisiti necessari richiesti dal quadro normativo europeo per bandire o limitare l’uso di una sostanza.

    ALCUNE PIANTE PROIBITE O A DOSAGGIO LIMITATO
    Potrebbe sembrare un paradosso o un cortocircuito logico, ma in realtà esistono un’infinità di piante in grado di curare le patologie che ci affliggono, come e spesso meglio di quanto non facciano i farmaci sintetici tradizionali, ma la loro coltivazione, commercializzazione e diffusione è in varia misura vietata o limitata dai governi nazionali e sovranazionali in quanto potrebbe nuocere ai profitti delle multinazionali farmaceutiche. Le più note sono la cannabis e la stevia, al cui riguardo esiste un’ampia letteratura scientifica che ne comprova le qualità, ma accanto ad esse se ne possono annoverare molte altre dalle proprietà non certo meno sorprendenti.
    • L’Artemisia Annua, originaria della Cina e criminalizzata dall’industria farmaceutica fino al punto che l’OMS dal 1995 raccomanda ai governi del mondo di non diffonderla alla popolazione, è unpotente antibiotico che può essere usato contro la malaria e funziona molto meglio di quelli costosi che vengono venduti dalle multinazionali, dal momento che a differenza dei farmaci non riduce le difese immunitarie dell’organismo e al contrario vanta anche interessanti proprietà antitumorali.
    • L’Epilobium parviflorum cura i problemi della prostata e vanta un’ampia letteratura di successi anche in casi di tumori alla prostata considerati senza speranza dalla medicina ufficiale.
    • La Cassia obtusifolia è una pianta eccezionale che può venire usata per la cura del Parkinson e dell’Alzheimer.
    • La Celidonia maius è un potente antibiotico, brucia le verruche, cura la cataratta e le infiammazioni agli occhi, semplicemente sfregandoli con il suo succo giallo.
    • La Lippia dulcis è uno zucchero dolcissimo, usato nell’antichità dagli aztechi, che le case farmaceutiche hanno già brevettato benché non lo usino ancora preferendo guadagnare sull’aspartame che è cancerogeno, cura anche la tosse i crampi addominali ed i vermi intestinali.
    • L’Hypericum perforatum combatte la depressione molto meglio del Prozac.
    • La Tormentilla dissolve e secca le emorroidi.
    • Il Lepidium latifolium dissolve i calcoli renali, anche quelli più grandi dopo un solo mese d’infusioni.
    • La lattuga virrosa risolve i problemi d’insonnia.
    • La Vitex agnus – castus è un arbusto che si racconta debba il suo nome al fatto di venire usato in antichità nei monasteri per abbassare la libido. I suoi rametti si tagliano per fare delle infusioni depurative che sono utili per combattere i problemi della menopausa, del fegato e dell’acne ed inoltre aiutano a dimagrire.
    • Il fiore e la foglia del Sambuco sono utili per espettorare quando si hanno la tosse e il raffreddore, calmano i problemi agli occhi e sono anche diuretici.
    • La Achillea o minerama è indicata per tutti i problemi mestruali.
    • La Perilla frutescens che ha origini giapponesi viene da sempre usata nella preparazione del sushi per evitare allergie alimentari. I suoi semi sono un grande antistaminico che cura ogni tipo di allergie, comprese riniti ed asma. Inoltre è efficace nella cura del cancro al seno, riduce l’ipertensione e contiene molti omega3.
    • Il Jambu è un ottimo anestetico per le ulcere della bocca, riduce l’obesità perché brucia i grassi, cura la candida ed è un antibatterico.
    • Il tulsi sanctum (o basilico sacro) combatte l’acne, protegge contro il diabete, ha proprietà antitumorali, ha potere antibiotico, cura la tosse e le bronchiti, combatte la carie ed allieva le emicranie. In India ne esiste praticamente una pianta in ogni casa.
    • Alcune varietà di Kalanchoe sono efficaci nella cura del cancro arrivando a dissolvere a poco a poco i tumori. Utilizzate su persone alle quali la medicina ufficiale aveva dato pochi mesi di vita hanno portato alla guarigione molte di loro dopo che la chemio e la radio avevano fallito.

    La prospettiva di curarsi con le piante, come l’uomo ha fatto per millenni, potrebbe aprire orizzonti inimmaginabili a tutti noi “farmaco dipendenti”, basterebbe la volontà di provarci e non soggiacere ai dettami delle multinazionali farmaceutiche che troppo spesso ci avvelenano, con la compiacenza dei governi e di buona parte della classe medica.

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