La Vitamina D arresta il diabete, iperglicemia, insulino-resistenza e obesità

La vitamina D è un ormone steroideo che influenza praticamente ogni cellula del corpo. Bassi livelli sono legati all’assottigliamento delle ossa, così come danni al cuore, cervello, sistema immunitario, disfunzioni metaboliche e un aumento del rischio di cancro.
Numerosi studi hanno dimostrato che la vitamina D è un fattore fondamentale necessario per la normale secrezione di insulina, e che migliora la sensibilità a questo ormone. L’insulina è un ormone secreto dal pancreas che riveste un ruolo fondamentale nel controllo del peso corporeo, della glicemia e quindi nell’insorgenza del diabete e malattie cardiovascolari.
Gli antipsicotici atipici, come quetiapina, un farmaco per il bipolarismo, possono aumentare il rischio di iperglicemia e diabete. La ricerca suggerisce che la vitamina D3 può contrastare questi effetti.
E’ davvero importante il mantenimento di un livello sano di vitamina D nel corpo e ad esempio, c’è un importante collegamento tra carenza di vitamina D e la resistenza all’insulina e il diabete tipo 1 e diabete di tipo 2.

Una carenza di vitamina D aumenta il rischio di malattie metaboliche

Secondo una recente ricerca pubblicata sulla rivista Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, la carenza di vitamina D influenza il metabolismo del glucosio. In uno studio su 118 persone, quelle con bassi livelli di vitamina D erano più predisposti ad essere obesi, contrarre il diabete di tipo 2, il pre-diabete e sindrome metabolica, indipendentemente dal loro peso.
Non è la prima volta che è stato dimostrato che la vitamina D gioca un ruolo nel diabete. Uno studio del 2014[2] ha scoperto che la vitamina D e la supplementazione di calcio, in combinazione con l’esercizio fisico, possono impedire al pre-diabete di progredire in un diabete in piena regola. Per ogni aumento di un’unità dei livelli di vitamina D, il rischio di progressione verso il diabete nelle persone con pre-diabete è sceso dell’8% .
Un altro studio pubblicato nel 2013[3] ha rilevato che nei diabetici di tipo 2 a cui sono state somministrate 50.000 UI di vitamina D3 per via orale a settimana per otto settimane si è evidenziata una significativa riduzione della glicemia a digiuno e di insulina. Altre ricerche mostrate in questo link includono, ma non si limitano, quanto segue:
  • Gli studi sugli animali hanno dimostrato che la vitamina D è un fattore fondamentale necessario per la normale secrezione [4] di insulina e che la vitamina D migliora la sensibilità a questo ormone. [5]
  • Uno studio che ha coinvolto quasi 5.680 persone con ridotta tolleranza al glucosio ha mostrato che la supplementazione di vitamina D aumenta la sensibilità all’insulina del 54% [6]
  • I meccanismi attraverso i quali la vitamina D riduce la resistenza all’insulina sono il suo effetto sul metabolismo del calcio e del fosforo e la regolazione genetica [7] del recettore dell’insulina.

La vitamina D riduce l’iperglicemia causata da statine e antipsicotici

Alcuni farmaci possono aumentare il rischio di disfunzione metabolica.
  • Le statinepossono innescare il diabete indotto da farmaci. Uno studio pubblicato sulla rivista International Journal of Basic & Clinical Pharmacology[8] dimostra che l’assunzione di vitamina D riduce gli effetti avversi sulla glicemia causati dalle statine, i famosi farmaci usati per abbassare il colesterolo.
  • Gli antipsicotici atipici, come la quetiapina, un farmaco usato per il trattamento del bipolarismo, sono stati collegati a un aumento del rischio di iperglicemia e diabete. Gli antipsicotici atipici sono stati a lungo associati con un aumentato rischio di iperglicemia – che può portare a una nuova insorgenza di diabete, cheto acidosi diabetica, coma e anche la morte. In quest’ultimo caso, la ricerca[9] suggerisce che la vitamina D3 può contrastare questi effetti. Successivi studi sugli animali hanno prodotto risultati simili. I topi a cui era stata data vitamina D e quetiapina avevano livelli di zucchero nel sangue significativamente più bassi rispetto ai topi a cui era stata data solo quetiapina. Secondo l’autore Takuya Nagashima, la vitamina D inibisce l’azione della quetiapina di ridurre un enzima che provoca iperglicemia.

Quanta vitamina D assumere

Il dosaggio consigliato varia tra 4.000 e 10.000 UI al giorno a seconda del proprio livello di salute e dei valori delle analisi. Ho spiegato la questione nell’articolo Vitamina D. Come capire il Dosaggio, Fabbisogno giornaliero e quale acquistare.
E’ importante anche cambiare la propria dieta e lo stile di vita, eliminando i carboidrati raffinati e preferendo una dieta proteica ricca di verdure che fa riposare il pancreas. Fare attività fisica all’aperto permette sia una buona ossigenazione che di assorbire la luce solare che permette di produrre naturalmente la vitamina D al contatto dei raggi solari con la pelle.
Rivolgersi al proprio medico o meglio ad un medico autorizzato al Protocollo Coimbra se si decide di assumere vitamina D in alte dosi, così che potrà monitorare i livelli di calcio e paratormone e vitamina D a livello sierico.
Riferimenti
[1] Study finds direct correlation between low vitamin D levels, glucose metabolism. Eurekalert
[2] Raising low vitamin D levels lowers risk of prediabetes progressing to diabetes, in study. Nephrologynews
[3] Afsaneh Talaei et al. The effect of vitamin D on insulin resistance in patients with type 2 diabetes. Diabetology & Metabolic Syndrome20135:8
[4] Cade C, Norman AW. Vitamin D3 improves impaired glucose tolerance and insulin secretion in the vitamin D-deficient rat in vivo. Endocrinology. 1986 Jul;119(1):84-90.
[5] Gedik O, Akalin S. Effects of vitamin D deficiency and repletion on insulin and glucagon secretion in man. Diabetologia. 1986 Mar;29(3):142-5.
[6] Inzucchi SE et al. Efficacy and metabolic effects of metformin and troglitazone in type II diabetes mellitus. N Engl J Med. 1998 Mar 26;338(13):867-72.
[7] B. Maestro et al. Transcriptional activation of the human insulin receptor gene by 1,25-dihydroxyvitamin D3. Cell Biochemistry and Function 1 February 2002
[8] R. Arunkumar et al. Effect of vitamin D on atorvastatin induced blood sugar changes in Wistar albino rats. doi: 10.5455/2319-2003.ijbcp20140420
[9] Takuya Nagashima et al. Prevention of antipsychotic-induced hyperglycaemia by vitamin D: a data mining prediction followed by experimental exploration of the molecular mechanism. Scientific Reports 6, Article number: 26375 (2016)

Altri Studi ed articoli trovati sul Diabete da fonti scientifiche

    • Altre fonti su vari tipi di Diabete da VitaminD Wiki
    • Ormone D e Diabete – Vitamin D Council tradotto in un post del gruppo D, dal sito originale
    • Video Intervista della dr.ssa Anna Ranchelli, medico diabetologo, dirigente S.C. Diabetologia Ospedale San Donato Arezzo
    • “D” come vitamina D e Diabete dalle news del sito Diabete.net
    • Novità da Miami:”Alte dosi di acidi grassi omega-3 e vitamina D per arrestare progressione diabete di tipo 1″Diabetes Research Institute (DRI) dell’Università di Miami Miller School of Medicine
    • Una meta-analisi scopre che la carenza di vitamina D può essere un marker per l’omeostasi del glucosio in individui diabetici e non diabetici Vitamin D Council
      Il diabete di tipo 2 è una delle malattie più comuni in tutto il mondo e colpisce fino a 442 milioni di individui. Una recente meta-analisi di studi osservazionali della rivista, Nutrients, ha valutato la relazione tra lo stato di vitamina D e l’insorgenza del diabete di tipo 2. I ricercatori hanno incluso un totale di 71 studi che hanno valutato lo stato di 25 (OH) D in soggetti diabetici e non diabetici. Tutti i partecipanti avevano più di 18 anni e provenivano da 16 paesi diversi in Europa, Nord America e Asia. I ricercatori hanno scoperto che lo stato di vitamina D era inversamente associato al diabete di tipo 2 (p <0,0001). Inoltre, è stato scoperto che la carenza di vitamina D era correlata alla glicemia a digiuno nei pazienti non diabetici e nei pazienti diabetici (p <0,0001). I ricercatori hanno concluso: “Questa meta-analisi conclude che l’ipovitaminosi D è associata ad un aumentato rischio di iperglicemia sia nei soggetti diabetici che in quelli non diabetici.” Hanno continuato, “L’aumento della correlazione inversa tra lo stato della vitamina D e il livello glicemico nei soggetti diabetici rispetto a quelli non diabetici può suggerire la vitamina D come marker dell’omeostasi del glucosio”.fonti su PubMed Rafiq, S. Jeppesen, P. B. L’ipovitaminosi D è correlata all’incidenza del diabete di tipo 2 e del livello di glucosio ad alto digiuno nei soggetti sani: una revisione sistematica e una meta-analisi degli studi osservazionali. Nutrienti, 2018.
    • DIABETE (Studio Australiano) Uno studio condotto in Australia su circa 5000 persone, pubblicato recentemente sulla rivista Diabetes Care (Gagnon C et al. 2011;34:1133-1138), ha dimostrato che i soggetti con carenza di vitamina D hanno un rischio maggiore del 57% di sviluppare il diabete tipo 2 entro 5 anni rispetto a coloro con valori ematici di vitamina D entro i limiti di norma. Il presente studio rappresenta il più autorevole pubblicato sino ad ora sull’argomento, per numero di soggetti coinvolti e periodo di osservazione, e fornisce lo spunto per verificare i possibili effetti benefici dell’assunzione di dosi adeguate di vitamina D sulla prevenzione del diabete.
    • Carenza di vitamina D può aumentare significativamente il rischio di diabete, secondo il nuovo studio – Pubblicato su Vitamin D Council Marzo 2018TRADUZIONE da un post del gruppo
    • DIABETE TIPO I giovanile insulino dipendente Il diabete di tipo 1 è una patologia cronica, autoimmune, nella quale il pancreas non è più in grado di produrre l’insulina. Rappresenta circa il 10% dei casi di diabete. E’ detto anche diabete giovanile o insulino-dipendente, in quanto insorge, di solito, in giovane età e l’unico trattamento possibile è quello con insulina. Si sviluppa in genere durante gli anni dell’adolescenza, ma può comparire anche in bambini piccolissimi (perfino neonati) o in giovani adulti e dura tutta la vita. In Italia le persone con diabete tipo 1 (DT1) sono circa 300.000 e l’incidenza di questa condizione è in aumento in tutto il mondo. Si tratta di una patologia di origine autoimmune, cioè dipendente da un’alterazione del sistema immunitario, che comporta la distruzione di cellule dell’organismo riconosciute come estranee e verso le quali vengono prodotti degli anticorpi (autoanticorpi) che le attaccano. Nel caso del DT1, vengono distrutte le cellule del pancreas che producono insulina (cellule beta). L’insulina è l’ormone che regola i livelli di glucosio (zucchero) nel sangue e, come una chiave che apre una porta, ne permette l’ingresso nelle cellule per essere utilizzato come fonte di energia. Il principale segno del DT1 è, perciò, l’eccesso di glucosio nel sangue (iperglicemia).
    • l’integrazione di vitamina D può essere funzionale in caso di diabete tipo 1?Questo studio, sui bambini, afferma di si
    • Testimonianza autorizzata solo per questo gruppo Diabetologia del Policlinico Gemelli, dopo aver effettutato un Mixed Meal Tolerance Test (MMTT), cioè la somministrazione di un pasto misto con misurazioni di glicemia, insulina e c-peptide ogni mezzora per le 4 ore successive. Diagnosi di diabete di tipo 1 ad aprile 2017, iniziato il protocollo Coimbra (Dr Giordo) nel Giugno 2017, “NON NECESSITÀ PIU’ DI TERAPIA INSULINICA da Giugno 2018”
    • Vitamina D, una fonte inaspettata per la cura del diabete di tipo2 dal sito MediMagazine
    • Vitamina D e diabete tipo 2 (dal sito Cell.com)

La vitamina D cambia i complessi BAF per proteggere le cellule β

Una delle principali cause della progressione della malattia nel diabete di tipo 2 (T2D) è la disfunzione delle cellule beta dovuta allo stress infiammatorio e alla resistenza all’insulina. Tuttavia, prevenire l’esaurimento delle cellule beta in condizioni diabetiche è una grande sfida terapeutica. Qui, identifichiamo il recettore della vitamina D (VDR) come un modulatore chiave dell’infiammazione e della sopravvivenza delle cellule beta. Riconoscimento alternativo di una lisina acetilata in VDR da parte delle proteine ​​della bromodominio BRD7 e BRD9 dirige rispettivamente l’associazione ai complessi di rimodellamento della cromatina PBAF e BAF.
Meccanisticamente, il ligando promuove l’associazione VDR con PBAF per effettuare cambiamenti a livello dell’intero genoma nell’accessibilità della cromatina e nel panorama del potenziatore, determinando una risposta antinfiammatoria. È importante sottolineare che l’inibizione farmacologica di BRD9 promuove l’associazione PBAF-VDR per ripristinare la funzionalità delle cellule beta e migliorare l’iperglicemia nei modelli murini di T2D.

Appendice

Trovati i legami del diabete anche con carenza di Magnesio e vit K2

Il ruolo del Magnesio nel Diabete, nel cancro e altro

La maggior parte delle persone non pensa al magnesio quando pensa a come prevenire le malattie croniche, ma svolge un ruolo essenziale. Per esempio, ci sono stati diversi studi significativi sul ruolo del magnesio nel mantenere efficiente il metabolismo, in particolare in termini di sensibilità all’insulina, regolazione del glucosio e protezione dal diabete di tipo 2.
L’assunzione di magnesio più elevata riduce il rischio di compromissione del metabolismo glucidico e insulinico e rallenta la progressione dal pre-diabete al diabete negli americani di mezza età. I ricercatori hanno dichiarato: “L’assunzione di magnesio può essere particolarmente utile nel compensare il rischio di sviluppare il diabete, se sei ad alto rischio “.
Diversi studi hanno inoltre dimostrato che l’assunzione di magnesio più elevata è associata a una maggiore densità minerale ossea sia negli uomini che nelle donne, 6 e la ricerca norvegese ha persino trovato un’associazione tra il magnesio nell’acqua potabile e un minor rischio di fratture dell’anca.
Il magnesio può anche aiutare a ridurre il rischio di cancro e uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition ha dimostrato che l’assunzione più elevata di magnesio nella dieta era associata a un minor rischio di tumori del colon-retto.
I risultati della metanalisi hanno indicato che per ogni aumento di 100 mg dell’assunzione di magnesio, il rischio di tumore del colon-retto è diminuito del 13%, mentre il rischio di tumore del colon-retto è diminuito del 12%. I ricercatori hanno notato che gli effetti anti-cancro del magnesio possono essere correlati alla sua capacità di ridurre la resistenza all’insulina, che può influenzare positivamente lo sviluppo dei tumori.
ALTRI STUDI SI MAGNESIO E DIABETE

Vitamina K2 per il diabete

Nel 2007, una ricerca rivoluzionaria sconvolse la comunità scientifica rivelando che il nostro scheletro, tramite la proteina osteocalcina vitamina K2-dipendente, ha un’influenza notevole sulla produzione di insulina da parte dell’organismo e su una sensibilità a essa. Quella scoperta fondamentale fece fare un salto dimensionale alla nostra percezione dello scheletro, che da impalcatura inerte passò a essere considerata una ghiandola endocrina dinamica. In un articolo comparso sulla prestigiosa rivista «Cell», i ricercatori spiegarono che l’osteocalcina, prodotta all’interno delle ossa, ha la capacità di favorire la tolleranza del corpo al glucosio. E questo rende la vitamina K2 fondamentale per la prevenzione di una malattia che ha raggiunto proporzioni epidemiche: il diabete insulino-resistente. La seconda più alta concentrazione di vitamina K2 nel corpo si trova nel pancreas: l’organo che produce l’insulina e regola i livelli di zucchero nel sangue. Negli animali e negli esseri umani, sembra che una carenza di vitamina K influenzi negativamente la produzione di insulina da parte del pancreas. La somministrazione di un integratore di vitamina K2 per una sola settimana nei soggetti sani e non diabetici sottoposti agli studi ha dimezzato la produzione di insulina a due ore di distanza dopo i pasti. Il fatto che gli integratori di vitamina K2 abbassino i livelli di insulina a lungo termine (due ore dopo il pasto) indica che il menachinone aiuta l’insulina a lavorare con più efficacia. Il diabete di tipo 2 ha un paio di amici famigerati: le coronaropatie e l’osteoporosi. I diabetici insulino-resistenti hanno un’alta probabilità di sviluppare queste malattie dovute alla carenza di vitamina K2.


Liberatoria (Disclaimer)

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.


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