L’impoverimento dei cibi è un dato di fatto: bisogna integrare vitamine e minerali

Per rispondere a chi è scettico sulle integrazioni di vitamine e minerali per la salute e pensa che una buona alimentazione possa essere sufficiente, deridendo così, chi usa gli integratori, faccio presente  molti studi sul contenuto di nutrienti nella alimentazione odierna e già risalenti agli anni 80-90, riportano notevoli carenze che provocano a lungo andare dei problemi di salute e che nella medicina ufficiale non vengono considerati disturbi dovuti a carenze.

Nella tabella di lato viene evidenziato quanto tempo il corpo riesce a stare senza microelementi essenziali compensandoli in altro modo e quindi diciamo potrebbe bastare l’alimentazione fino a quando l’organismo non suonerà qualche allarme con l’esordio di sintomi e malattie strane con la tendenza a cronicizzare e purtroppo anche in senso degenerativo.

Solo allora, forse, ci si faranno delle domande, e si cercheranno risposte fra le persone nei gruppi a tema oggi sempre più frequentati nei social.

Inutile e controproducente nascondersi dietro l’illusione che il cibo sia ancora nutriente come 50 anni fà.
A volte sembra di mangiare cartone colorato con correttori di sapidità, ma oltre al fatto di non avere più il gusto di una volta, è anche diventato carente di nutrimenti essenziali per la vita e lo dicono molti studi che sono anche datati agli anni ’90.

E che dire poi degli alimenti griffati “Bio” che troviamo nelle Boutique alimentari o negli angoli dei supermercati?

L’etichetta rende giustizia a questi cibi dando loro più sapore e genuinità, oppure è solo un modo per suddividere i consumatori in classi? Chi può permettersi di comprare il Bio è sicuro al 100% di mangiare prodotti che non hanno visto l’ombra di pesticidi, diserbanti e concimi chimici, oppure c’è il minimo consentito per legge? Ci sta bene questo “minimo consentito”?

Curare la propria salute è diventato un lusso per molte persone e nell’era di internet chiunque è in grado con qualche ricerca di trovare valide informazioni e curarsi in autonomia, ma senza per questo voler spingere nessuno al fai-da-te, occorre anche farsi delle domande

La classe medica di oggi è istruita a far fronte a queste carenze nutrizionali?

Qualcuno vuol farmi credere che le persone con una patologia si stiano divertendo a cercare risposte su internet, nei social, e fra i commenti di chi ha risolto qualche problemino di salute tipo mal di testa, allergie, fenomeni cutanei, dolori articolari usando più vitamine e minerali?
Sappiamo bene quanta indifferenza e pressapochismo troviamo andando negli ambulatori medici.
Pertanto credo che il Fai-da-te sia un fenomeno oggi esasperato e indotto proprio da chi dovrebbe curarci, così diffuso proprio per la mancanza di attenzione alle cure e alle diagnosi di segnale da parte dei medici sempre più interessati solo ai farmaci.

I sintomi delle carenze possono manifestarsi molto in ritardo perché il corpo continua sempre a fare adattamenti ed aggiustamenti per mantenere l’equilibrio.
Solo se manca ossigeno ed acqua ce ne accorgiamo subito di stare male, ma se manca Magnesio o altro, le manifestazioni possono essere tardive, anche di qualche anno.

Purtroppo non abbiamo la spia che indica il nutriente che è finito, bisogna leggere fra i sintomi da carenza per capirlo.
I medici non sono preparati dalle università e sottovalutano queste carenze prendendole per una moda… mentre i produttori di integratori la vedono come opportunità di ampliare il marketing.

Non abbiamo più tanta facilità di accesso al cibo biologico perché abbiamo perduto la possibilità di coltivare in proprio per mancanza di spazio e tempo, o perché viviamo in città e siamo impegnati tutto il giorno fra traffico, lavoro e burocrazia.
Pertanto anche la ricerca del cibo biologico è diventato un lavoro, oltre che una necessità per la salute.
Ecco perché, se il cibo buono, sano e naturale non lo troviamo più, siamo tenuti ad integrare con vitamine e minerali, ne va della nostra salute.

Anche pensare che trovare il cibo biologico sia davvero la soluzione è utopistico. Per quanto sia migliore la verdura dal proprio orto o presa alla boutique del cibo, il vero biologico al 100% non esiste più a causa di contaminazioni Ogm su scala mondiale.

Sono state fatte delle ricerche e degli studi che dimostrano quanto appena esposto.

L’agricoltura chimica rende il nostro cibo meno nutriente?

Una lettera aperta di Cheryl Long (1999), Senior Editor di Organic Gardening (Rodale Press), indirizzata al segretario dell’USDA Dan Glickman, ha posto proprio questa domanda. Secondo due studi citati nella lettera, il contenuto di vitamine e minerali del cibo americano e britannico sembra essere in calo. Uno studio, intitolato “Nutrition Under Siege” (Jack, 1998), ha esaminato i dati pubblicati dall’USDA ARS Nutrient Data Laboratory e ha concluso che un confronto dei dati “mostra un netto calo di minerali, vitamine e altri nutrienti in molti alimenti dall’ultima indagine completa pubblicata oltre vent’anni fa ”, attribuita a “un costante deterioramento della qualità del suolo, dell’aria e dell’acqua ”. In uno studio simile (Mayer, 1997), Anne-Marie Mayer ha confrontato i dati britannici su un periodo di cinquant’anni e ha notato “riduzioni significative” dei livelli di minerali in frutta e verdura e si è chiesta se l’agricoltura moderna potesse essere responsabile della riduzione. La lettera di Long all’USDA esprimeva preoccupazione per il fatto che questi declini dichiarati “potrebbero essere il risultato della ‘estrazione’ della fertilità del suolo della nostra nazione da parte di un’agricoltura chimica intensiva”.

Per approfondire la questione leggete il manifesto qui sotto riportato in parte oppure scaricate tutto il PDF cliccando sul titolo e le note bibliografiche alla fine dell’articolo.

Tratto dal

Manifesto Food for Health (Cibo per la Salute)

Coltivare la biodiversità, coltivare la salute 

I popoli della terra stanno affrontando una crisi sanitaria che nasce da molteplici aspetti che hanno a che fare con il peggioramento nei metodi di produzione e commercializzazione del cibo. Tali aspetti riguardano i livelli del sistema alimentare dal quale noi tutti dipendiamo: dalle condizioni del suolo, dell’acqua e dei semi, fino ai processi di produzione, lavorazione e distribuzione. Alla base del processo di degrado in corso, c’è l’abbandono dei sistemi alimentari naturali e organici e delle corrispondenti diete che sono state alla base della nostra salute per la maggior parte della storia conosciuta dell’umanità.

La sfida che ci troviamo oggi a fronteggiare affonda le sue radici in una crescente dipendenza da un paradigma produttivo disfunzionale, basato su prodotti chimici come i pesticidi e sulle economie di scala per aumentare la quantità di cibo prodotto, che non tiene in considerazione la scarsa qualità nutritiva e l’ampia gamma di effetti nocivi per la salute delle persone e per l’ecosistema.

Questo sistema produce effetti negativi sulla salute in ogni stadio della vita umana: dalla denutrizione e dalla malnutrizione a un ampio spettro di malattie croniche legate alla dieta e all’inquinamento ambientale causato dai prodotti di sintesi utilizzati in agricoltura, oggi tra le principali cause di morte prematura e disabilità nel mondo.

È altrettanto preoccupante rilevare che gli effetti nocivi per la salute, derivanti dal sistema alimentare industriale globalizzato, si possono propagare attraverso le generazioni, tramite effetti epigenetici trasmissibili. Quello che stiamo costruendo per i nostri figli è un futuro incerto, come dimostra la crescente diffusione di malattie quali l’obesità infantile e il diabete di tipo 2 a insorgenza precoce.

Al Capitolo 1 del libro

L’emergenza sanitaria: malattie croniche non trasmissibili

La salubrità del cibo, elemento essenziale per la salute delle persone, è strettamente connessa alla qualità del suolo, dell’aria, dell’acqua e dell’ambiente. La qualità del cibo che è destinato ad arrivare sulle nostre tavole dipende ovviamente anche dalle pratiche agronomiche e veterinarie adottate nelle aziende agricole e negli allevamenti. Purtroppo, la presenza ormai ubiquitaria di sostanze tossiche nelle matrici ambientali conduce al degrado progressivo del nostro habitat.

Tali sostanze tossiche si accumulano nella catena alimentare con rischi non trascurabili per la salute umana. Le conseguenze negative colpiscono soprattutto il nostro corpo, le nostre cellule e tessuti, e il nostro generale stato di salute.

Il sistema alimentare industriale è responsabile del deterioramento di ciò che mangiamo e della nostra salute sia a causa dell’eliminazione dei principi nutritivi dal cibo sia per l’aggiunta di sostanze chimiche e contaminanti lungo tutta la catena del valore, dalla produzione, alla trasformazione, alla distribuzione. La scienza indipendente conferma oggi ciò che le precedenti generazioni già sapevano, cioè che noi “siamo quello che mangiamo”.

Il cibo di qualità, biodiverso, ecologico, fresco e locale è fonte di salute, mentre i prodotti di derivazione indu-striale di bassa qualità, carenti di sostanze nutritive ma ricchi di com-posti chimici, espongono la nostra salute a vari rischi. L’agricoltura e i processi di trasformazione industriali sono all’origine di due questioni essenziali per la nostra salute. La prima riguarda la perdita della biodiversità e quindi della diversità dei nutrienti nelle nostre diete. La seconda concerne il costo che paghiamo in termini di salute a causa delle sostanze tossiche e dei contaminanti presenti negli alimenti.

I nostri campi e le nostre tavole sono inondati, oggi più che mai, da sostanze chimiche pericolose: più di 80.000 nuovi prodotti chimici e 20 milioni di sottoprodotti sono stati commercializzati a partire dalla seconda guerra mondiale.

Foto da Il mio cuore verde

L’agricoltura chimica degrada la qualità del suolo e riduce le proprietà nutritive dei semi e delle piante, erode la biodiversità vegetale: i fertilizzanti minerali compromettono la colonizzazione simbiotica tra funghi, micorrize e radici, che favorisce lo scambio di nutrienti; i semi omogenei e ibridi sono alterati per favorire una maggiore produzione a scapito della qualità; l’uso di pesticidi indebolisce la capacità di difesa delle piante, con conseguente riduzione dei polifenoli, indispensabili come antiossidanti per la salute umana. La differenza fra la produzione contadina e quella industriale risiede principalmente nel fatto che le monocolture industriali sono selezionate per rispondere alle sostanze chimiche al fine di aumentare le quantità di massa.

La produzione industriale, che risulta nutrizionalmente vuota, viene successivamente misurata in base al “rendimento per acro”. Sostituire la diversità con l’uniformità, e confondere la resa con la valenza nutrizionale, comporta inevitabilmente la sottovalutazione di un parametro a nostro avviso ben più rilevante, quello del “nutrimento per acro”. Per ottenere una maggiore resa, l’agricoltura industriale immette nel suolo, nell’acqua e nell’aria sostanze tossiche che in un modo o nell’altro entrano nella catena alimentare e minacciano la salute umana.

La trasformazione industriale degli alimenti ne comporta, infine, un ulteriore processo di impoverimento.

Basti pensare all’irradiazione nella fase di conservazione dopo la raccolta, oppure a tutti gli additivi e gli stabilizzanti utilizzati durante la trasformazione per prolungare la conservazione. I sistemi alimentari industriali hanno dunque fallito l’obiettivo di garantire alle persone un’alimentazione adeguata e salubre.

Malnutrizione, fame, sprechi, obesità e una varietà di carenze di micronutrienti sono condizioni che espongono il corpo umano a una serie di malattie che possono condurre a disabilità e morte prematura.

Le diete basate su alimenti di scarsa qualità e dal basso valore nutrizionale possono infatti provocare una lunga serie di malattie croniche. Si tratta di malattie spesso ritenute correlate allo stile di vita, ma che sono in realtà causate da sistemi alimentari inadeguati. Le diete ricche di calorie ma povere di sostanze nutritive, con livelli elevati di grassi, zuccheri e sale, sono state associate a elevati rischi per la salute.

Le malattie non trasmissibili (Mnt) causano il 70% dei decessi a livello mondiale, per un totale di 40 milioni di morti all’anno, di cui circa 15 milioni di età inferiore ai 70 anni.
L’80% di tutti i decessi per Mnt e il 90% di quelli di persone tra i 30 e i 69 anni si registrano nei paesi a basso e medio reddito. Le principali Mnt comprendono le malattie cardiovascolari, il diabete, i tumori e le malattie respiratorie croniche. Gran parte delle Mnt sono legate alla dieta e causate da fattori biologici di rischio quali: pressione sanguigna, zucchero nel sangue, lipidi nel sangue e grasso corporeo, aterosclerosi dei vasi sanguigni, trombosi.

A fianco di questi dati, già di per sé gravissimi, è da denunciare come la pretesa che l’agricoltura industriale sia necessaria a risolvere il problema della fame nel mondo sia totalmente priva di fondamento oltre che smentita nei fatti. La denutrizione continua, infatti, ad affliggere un gran numero di bambini e adolescenti, donne in età riproduttiva e anziani in tutto il mondo: più di due miliardi di persone soffrono di gravi carenze di vitamine e minerali, oltre 200 milioni di bambini sono deperiti e subiscono rallentamenti nel corso dello sviluppo e tre milioni di bambini al di sotto dei 5 anni muoiono ogni anno.

Edizione a cura di Navdanya International e Terra Nuova Edizioni 


Cambiamenti storici nel contenuto di minerali di frutta e verdura

Articolo e studio a cura di Anne-Marie Mayer
Ricercatore indipendente, Devon, Regno Unito

Un buon livello di salute implica che è necessario un equilibrio tra i diversi nutrienti essenziali per il mantenerla della salute.

Gli otto minerali che vengono analizzati di solito sono:
Sodio (Na), Potassio (K), Calcio (Ca), Magnesio (Mg), Phosforo (P), Ferro (Fe), Rame (Cu), Zinco (Zn).

Un confronto del contenuto minerale di 20 frutti e 20 vegetali coltivati ​​negli anni ’30 e ’80 (pubblicato nel governo del Regno Unito
Composizione degli alimenti tabelle) mostra diverse riduzioni marcate nel contenuto di minerali.

Mostra che ci sono riduzioni statisticamente significative nei livelli di Ca, Mg, Cu e Na in verdure e Mg, Fe, Cu e K nella frutta.
L’unico minerale che non mostrava differenze significative durante il periodo di 50 anni era Fosforo.

Il contenuto di acqua aumentava magnificamente e la sostanza secca riduceva significativamente l’infrazione. Indica che un problema nutrizionale associato alla qualità del cibo si è sviluppato in questi 50 anni.
I cambiamenti potrebbero essere stati causati da anomalie di misurazione o campionamento, cambiamenti nel sistema alimentare, cambiamenti nelle varietà coltivate o cambiamenti nella pratica agricola. In conclusione si raccomanda di studiare le cause delle differenze nel contenuto di minerali e l’effetto sulla salute umana


Altre letture interessanti e riferimenti bibliografici

  • Sporca e povera: frutta e verdura sono diventate meno nutrienti?A causa dell’esaurimento del suolo, le colture coltivate decenni fa erano molto più ricche di vitamine e minerali rispetto alle varietà che la maggior parte di noi riceve oggi – EarthTalk® è scritto e modificato da Roddy Scheer e Doug Moss ed è un marchio registrato di E – The Environmental Magazine ( www.emagazine.com

I DETRATTORI E LA DISINFORMAZIONE

Se volete sentire altre campane, ecco come altri ricercatori si danno da fare a smontare questi studi sull’impoverimento del cibo, negando tutti questi altri studi dicendo che trattasi di pubblicazioni popolane… e quindi secondo loro il cibo non si è impoverito, ma è solo una impressione popolana.
Buon divertimento.

Fidatevi sempre del vostro intuito e buon senso quando leggete.

Composizione dei nutrienti minerali di verdure, frutta e cereali: il contesto dei rapporti di apparenti declini storici

Punti salienti

  • La composizione dei nutrienti minerali di verdure, frutta e cereali non è in calo.
  • Le accuse di declino a causa dell’esaurimento dei minerali del suolo agricolo sono infondate.
  • Alcune varietà ad alto rendimento mostrano un effetto di diluizione di concentrazioni minerali inferiori.
  • I cambiamenti rientrano negli intervalli di variazione naturale e non sono significativi dal punto di vista nutrizionale.
  • Mangiare le porzioni giornaliere consigliate fornisce un’alimentazione adeguata.

Astratto

I rapporti sull’apparente calo storico dei nutrienti minerali di verdure, frutta e cereali, presumibilmente dovuto all’esaurimento dei minerali del suolo da parte dell’agricoltura, hanno innescato questa revisione critica. I confronti dei dati sulla composizione degli alimenti pubblicati a distanza di decenni non sono affidabili. Nel tempo, i cambiamenti nelle fonti di dati, varietà di colture, origine geografica, maturità, dimensione del campione, metodi di campionamento, analisi di laboratorio e trattamento statistico influenzano i livelli di nutrienti riportati. I confronti con i campioni di suolo archiviati corrispondenti mostrano che il contenuto di minerali del suolo non è diminuito in luoghi coltivati ​​intensivamente con vari trattamenti con fertilizzanti. Analisi contemporanee di varietà di colture moderne e vecchie coltivate fianco a fianco e campioni archiviati, mostrano concentrazioni minerali inferiori nelle varietà allevate per rese più elevate dove l’aumento dei carboidrati non è accompagnato da aumenti proporzionali dei minerali – un “effetto di diluizione”. Le diminuzioni apparenti, ad esempio, il caso estremo del rame da −34% a −81%, rappresentano piccoli cambiamenti assoluti: per 100 g di verdure a peso secco hanno 0,11-1,71  mg (1555% intervallo naturale di variazione), frutta 01-2,06  mg (20.600% intervallo) e cereali 0,1-1,4  mg (1400% intervallo); la composizione del rame è fortemente soggetta all’effetto di diluizione. I benefici di una maggiore resa per fornire cibo per le popolazioni in espansione superano i piccoli effetti di diluizione dei nutrienti affrontati mangiando le porzioni giornaliere raccomandate di verdura, frutta e cereali integrali.

Introduzione

Articoli su Internet e stampa popolare affermano spesso che la composizione dei nutrienti minerali di verdure, frutta e cereali è diminuita negli ultimi 50 anni. Queste fonti possono citare, come prova di supporto, la letteratura scientifica che confrontava i dati sui nutrienti dalle tabelle di composizione degli alimenti pubblicate a molti anni di distanza, anche se gli autori della letteratura scientifica citano spesso i limiti esplicitamente riconosciuti dei loro dati e analisi. Apparenti cali storici nel contenuto di nutrienti minerali alimentari derivati ​​dai confronti delle tabelle di composizione alimentare sono stati attribuiti da autori di stampa popolare a una diminuzione dei livelli di micronutrienti nel suolo a causa dell’esaurimento da parte dell’agricoltura intensiva, anche quando questa non era una causa identificata nella scientifica articoli citati.

QUESTI SONO I VERI NEGAZIONISTI!


AMBIENTE & VELENI – 25 GIUGNO 2019
Un’inchiesta giornalistica francese chiama in causa le multinazionali delle sementi
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I pomodori e le altre verdure vendute oggi nei supermercati hanno fino al 60% di sostanze nutritive in meno rispetto a 60 anni fa: a scoprirlo i giornalisti d’inchiesta della francese Cash Investigation che hanno ritrovato la tabella della composizione degli alimenti di sessanta anni fa e l’hanno usata per analizzare e comparare le quantità di vitamine e minerali della frutta e verdura che consumiamo oggi.

Per cercare di vederci chiaro, i giornalisti hanno comparato anche i valori nutritivi di un pomodoro di una varietà tradizionale e non ibrida, coltivato a terra, con uno di una varietà ibrida coltivato fuori terra (coltivazione idroponica): i risultati sono stati simili, a sfavore di quest’ultimo anche qui fino al 50% l’aumento di ipersensibilità al glutine di questi ultimi anni potrebbe essere legato alla trasformazione del grano fatta ancora una volta dalla grande industria dei semi negli ultimi decenni, che con una serie di ricerche e sperimentazioni è riuscita a creare un grano con proteine sempre più resistenti (e quindi meno digeribili) rispetto al grano antico e tradizionale di una volta.

Considerato quanto sopra, coltivarsi le proprie verdure nell’orto non aiuta ad affrancarsi da questo sistema, a meno che non si faccia ricorso a semi di varietà tradizionali, non ibride, come quelle ad esempio dell’Associazione Kokopelli, nemica giurata di Monsanto & co.

Negli anni Kokopelli ha accumulato cause e denunce perché osa vendere e promuovere semi non ibridi (quindi ri-utlizzabili all’infinito) di varietà non iscritte al Catalogo ufficiale, elenco che fa comodo ai grandi gruppi e su cui, per poter essere iscritta, una varietà deve poter dimostrare di essere “omogenea e stabile”. Tutto il contrario di madre natura.


“Le leggi fondamentali dei Micronutrienti” di Hoffer

Segni da carenze vitaminicheDr. Cornelis Moerman pioniere ortomolecolare

“Le vitamine in medicina” di Bicknell e Prescott (1953)ed altri libri di oggi

Integratori di nutrienti: tra pubblicità e politiche sanitarie

https://www.vitamineral.it/alla-ricerca-del-medico-oscurato-carl-pfeiffer/

Vitamine perse nelle dipendenze da sostanze varie Frenare l’astinenza usandole


 


Liberatoria (Disclaimer)

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.


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