INTRODUZIONE DELLA MEDICINA ORTOMOLECOLARE
Riporto una breve descrizione di Vitamina B1 dal sito Orthomolecular.org
Vitamina B1: tiamina
La vitamina B1 (tiamina o tiamina) sostiene il sistema nervoso e l’atteggiamento mentale. Il suo odore e sapore sono simili al lievito. La tiamina può essere distrutta dal processo di cottura, soprattutto mediante bollitura o calore umido, ma meno dal calore secco, come la cottura al forno.
La tiamina è essenziale per il metabolismo dei carboidrati attraverso le sue funzioni coenzimatiche. I coenzimi sono “molecole aiutanti” che attivano gli enzimi, le proteine che controllano le migliaia di processi biochimici che avvengono nel corpo. Il coenzima tiamina, tiamina pirofosfato o TPP, è la chiave di numerose reazioni nella scomposizione del glucosio in energia. Il TPP agisce come coenzima nella decarbossilazione ossidativa e nelle reazioni della transchetolasi. La tiamina svolge anche un ruolo nella conduzione degli impulsi nervosi e nel metabolismo aerobico.
Le persone anziane assorbono la tiamina in modo meno efficiente.
La tiamina si perde durante la cottura e si riduce con l’uso di zucchero, caffè, tannino del tè nero, nicotina e alcol, quindi è necessario assicurarsi che l’assunzione di tiamina sia a un livello ottimale.
Come altre vitamine del gruppo B, la tiamina è necessaria regolarmente. La tiamina in eccesso viene eliminata nelle urine e nel sudore.
La tiamina è anche un nutriente miracoloso. Qualcuno che soffre di beriberi, a malapena in grado di sollevare la testa dal cuscino, risponderà rapidamente con la tiamina iniettata. La persona sarà in piedi nel giro di poche ore.
La tiamina può migliorare la circolazione, aiuta la formazione del sangue e il metabolismo dei carboidrati. È inoltre necessario per la salute del sistema nervoso e viene utilizzato nella biosintesi di numerosi costituenti cellulari, tra cui il neurotrasmettitore acetilcolina e l’acido gamma-aminobutirrico (GABA).
Viene utilizzato nella produzione di acido cloridrico e quindi svolge un ruolo nella digestione.
È ottimo anche per il cervello e può aiutare con la depressione e aiutare con la memoria e l’apprendimento. Nei bambini è necessario per la crescita e ha mostrato alcune indicazioni per aiutare nell’artrite, nella cataratta e nell’infertilità.
Una carenza risulterà in beriberi e carenze minori possono essere indicate con estremo affaticamento, irritabilità, costipazione, edema e fegato ingrossato. Si possono verificare anche dimenticanza, disturbi gastrointestinali, alterazioni cardiache, irritabilità, respiro affannoso e perdita di appetito. Con troppo poca tiamina in giro una persona può anche provare nervosismo, intorpidimento delle mani e dei piedi, dolore e sensibilità, scarsa coordinazione, sensazioni di formicolio, muscoli deboli e doloranti, debolezza generale e grave perdita di peso.
Quando prendi alcol, antiacidi e pillola anticoncezionale o se sei in terapia ormonale sostitutiva, devi controllare l’assunzione di tiamina. Le persone che soffrono di depressione o ansia e coloro che urinano grandi quantità di urina o che soffrono di un’infezione possono tutti aver bisogno di più tiamina.
Semi di girasole, arachidi, crusca di frumento, fegato di manzo, maiale, frutti di mare, tuorlo d’uovo e fagioli contengono tutti buone quantità di tiamina.
Si ritiene che la tiamina possa essere utile contro la cinetosi nei viaggi aerei e marittimi e che questa vitamina respinga anche gli insetti quando viene espulsa attraverso la pelle.
Seguono altri approfondimenti
CHE COSA È LA TIAMINA
Che Cos’è La tiamina
La tiamina è un micronutriente essenziale, che aiuta il corpo a trasformare il cibo in energia.
La tiamina è conosciuta anche come vitamina B1, in quanto è stata la prima vitamina del gruppo B ad essere scoperta.
L’esistenza di questa vitamina venne ipotizzata verso la fine del XIX secolo, nel tentativo di spiegare come mai una dieta a base di solo riso brillato producesse il beriberi.
In effetti, il corpo umano non può sintetizzare la tiamina, che deve quindi essere assunta attraverso la dieta.
Alimenti ricchi di vitamina B1 includono carne, manzo, maiale, legumi, cereali integrali e noci.
Il riso integrale, di per sé ricco di tiamina, viene in gran parte depauperato dai processi di raffinazione e brillatura. Per questo motivo, nelle regioni in cui la dieta si basa quasi esclusivamente sul riso bianco raffinato, la carenza di tiamina è comune.
La carenza di vitamina B1 provoca una malattia chiamata beriberi che può colpire gravemente il cuore e il sistema nervoso.
A Che cosa Serve
Le funzioni della tiamina nell’organismo dipendono dal suo ruolo come cofattore in diverse reazioni enzimatiche mitocondriali.
Molte di queste reazioni sono fondamentali per la produzione di ATP, che rappresenta la moneta energetica necessaria per la crescita, lo sviluppo e la funzione delle cellule.
Per fare un esempio, la tiamina è necessaria per un enzima mitocondriale chiamato piruvato deidrogenasi, necessario per trasformare gli zuccheri che mangiamo in energia 1. Attraverso altri sistemi enzimatici, la tiamina aiuta anche a metabolizzare grassi e proteine 2.
Sottoforma di tiamina monofosfato (TMP), tiamina pirofosfato (TPP) o tiamina difosfato (TDP), la vitamina B1 supporta gli enzimi che 3, 4, 5, 6:
- Producono energia nei mitocondri;
- Mantengono la salute del sistema nervoso e la funzione cerebrale;
- Combattono l’infiammazione;
- Sostengono le difese antiossidanti.
Tiamina negli Alimenti
La tiamina si trova naturalmente in molti cibi, inclusi pesce, carne, noci e semi.
È possibile ottenere le quantità raccomandate di tiamina mangiando una varietà di cibi, inclusi i seguenti:
- Cereali integrali, come pasta integrale e riso integrale;
- Carne (soprattutto maiale) e pesce;
- Legumi (come fagioli e soia), semi e noci.
Quantità moderate di tiamina sono presenti nella maggior parte degli alimenti; tuttavia le fonti alimentari più ricche di vitamina B1 includono cereali integrali, maiale, pollame, soia, noci, fagioli secchi e piselli 4.
CARENZA DI TIAMINA
Carenza di Tiamina
Cause
Le riserve di tiamina nell’organismo sono molto limitate; pertanto, è necessario un apporto dietetico regolare di questa vitamina per mantenere livelli ematici adeguati.
Nei Paesi industrializzati, la carenza alimentare di tiamina è fortunatamente rara.
Tuttavia, alcuni gruppi di persone hanno maggiori probabilità di sviluppare una carenza:
- Persone con dipendenza da alcol8, 9, 10;
- Persone con HIV / AIDS 11, 12, 13;
- Malati di cancro14, 15, 16;
- Persone con diabete 17;
- Persone che hanno subìto un intervento chirurgico bariatrico 18, 19, 20, 21;
- Donne incinte e che allattano 22;
- Persone che soffrono di anoressia 23, 24;
- Pazienti in trattamento con diuretici, come la furosemide 25, 26;
- Persone con nausea e vomito protratti 27, 28;
- Pazienti con gravi malattie intestinali e sindromi dal malassorbimento 29, 30, 31;
- Soggetti con insufficienza renale che richiedono l’emodialisi 32;
- Persone anziane 33, 34;
- Atleti 35.
Inoltre, gli individui con un consumo eccessivo di carboidrati potrebbero non riuscire a compensare l’aumentato fabbisogno di vitamina B1, derivante dal suo ruolo nel metabolismo dei carboidrati 4.
Alcuni prodotti alimentari come tè, caffè, pesce crudo e crostacei contengono tiaminasi, enzimi che distruggono la tiamina e possono contribuire al rischio di carenza 7.
Il consumo di grandi quantità di tè e caffè (compreso il decaffeinato), così come il masticare foglie di tè, è stato associato alla carenza di tiamina negli esseri umani 7a, 7b.
Carenza di tiamina nei Paesi Poveri
La carenza di tiamina è un grave problema per le persone malnutrite che vivono nei paesi del “terzo mondo“.
Risulta particolarmente comune nelle regioni asiatiche povere, dove molte persone basano la propria dieta sul consumo di riso brillato e altri cereali trasformati 36, 37.
La carenza di tiamina può provocare una ridotta attività enzimatica, un’alterazione dell’attività mitocondriale e una ridotta produzione di energia. Molte cellule e organi possono essere colpiti e può verificarsi la morte cellulare. I neuroni hanno un elevato fabbisogno energetico, quindi sono particolarmente vulnerabili a un deficit di tiamina 4.
La crusca del riso contiene la maggior parte della tiamina; pertanto, i processi di raffinazione ne depauperano il patrimonio, provocando carenza nelle persone che non mangiano o non possono mangiare carne e legumi 38.
I neonati allattati al seno da madri carenti affrontano pericoli simili, spesso con gravi ripercussioni sul loro sviluppo.
SINTOMI DELLA CARENZA DI TIAMINA
Sintomi da carenza di B1
La carenza di tiamina colpisce i sistemi cardiovascolare, muscolare, gastrointestinale e nervoso periferico.
Inizialmente, la carenza di tiamina può produrre sintomi generali come 7:
- Affaticamento e Debolezza muscolare;
- Irritabilità;
- Appetito ridotto e perdita di peso;
- Nausea e vomito;
- Crampi muscolari;
- Riflessi ridotti;
- Stipsi;
- Infiammazione della lingua e della bocca.
La carenza grave e prolungata di tiamina causa i tipici sintomi neurologici del beriberi secco, inclusi 42, 43, 44:
- Intorpidimento delle gambe;
- Sensazioni di formicolio (parestesia) e bruciore;
- Visione sfocata;
- Perdita di memoria;
- Confusione.
Nel cosiddetto “beriberi secco” prevalgono i sintomi neurologici appena descritti.
Al contrario, nel “beriberi umido” insorgono sintomi associati a insufficienza cardiaca, come 45, 46:
- Aumento della frequenza cardiaca;
- Respirazione veloce;
- Muscolo cardiaco dilatato;
- Mani e piedi gonfi.
In base alla prevalenza dei sintomi sono stati descritti anche un “beriberi cerebrale“, che può portare all’encefalopatia di Wernicke e alla psicosi di Korsakoff, e un “beriberi gastrointestinale” associato a nausea, vomito e forte dolore addominale.
Proprietà e Benefici
L’integrazione di vitamina B1 (tiamina) può essere particolarmente benefica per alcune categorie di persone.
NEL DIABETE
Diabetici
Gli individui con diabete mellito di tipo 1 o 2 sembrano avere un rischio maggiore di carenza di tiamina, perché tendono a eliminarne quantità maggiori con le urine 47.
A sua volta, la carenza di tiamina sembra peggiorare il controllo glicemico e aumentare infiammazione e stress ossidativo 48, 49, 50.
La percentuale di persone con diabete di tipo 1 o di tipo 2 con un basso livello di tiamina varia dal 17% al 79%. Gli studi hanno inoltre scoperto che l’integrazione di vitamina B1 potrebbe ridurre la gravità dei sintomi associati al diabete nel suo stadio iniziale 48, 51.
In uno studio pilota RCT, alte dosi di tiamina (300 mg/die) per 6 settimane a soggetti iperglicemici di nuova diagnosi hanno impedito qualsiasi ulteriore aumento dei livelli di glucosio e insulina a digiuno, rispetto al placebo, ma non hanno ridotto l’iperglicemia 52.
La tiamina può essere utile anche alle persone con diabete che sono a rischio di malattie renali e potrebbe rallentare la comparsa di complicanze vascolari e nervose 53.
CERVELLO
Salute del Cervello
La vitamina B1 è essenziale per il il corretto funzionamento neuronale.
Partecipa infatti alla sintesi di acetilcolina, GABA e altri neurotrasmettitori, e alla produzione di mielina 4.
La carenza di tiamina e la ridotta attività enzimatica dipendente dalla tiamina sono state associate alla malattia di Alzheimer e ad altre patologie neurodegenerative, come il Parkinson e la malattia di Huntington 54.
Attualmente, non ci sono prove solide che gli integratori di tiamina possano essere utili nei pazienti con malattia di Alzheimer, considerati i pochi studi e i risultati complessivamente inconcludenti 55, 56, 57, 58.
La tiamina ad alte dosi ha migliorato l’affaticamento nei pazienti dopo l’ictus 59.
In oltre 1.500 anziani cinesi, i soggetti con i livelli più bassi di tiamina avevano tassi di depressione tre volte maggiori (rispetto a quelli con i livelli più alti) 60.
In uno studio, l’assunzione di tiamina (50 mg al giorno per 2 mesi) ha aumentato la lucidità mentale e i livelli di energia in 120 donne sane, migliorando anche i tempi di reazione 61.
In uno studio di coorte retrospettivo su più di 10.000 pazienti con alcolismo di recente diagnosi, i soggetti trattati con tiamina dopo la diagnosi avevano un di rischio inferiore del 24% di demenza rispetto ai soggetti non trattati 62.
La somministrazione di un derivato sintetico della tiamina (300 mg/die per 18 mesi, per via orale) in 5 pazienti con demenza da lieve a moderata ha portato a un miglioramento delle capacità cognitive 63.
STUDI E TESTIMONIANZE
FIBROMIALGIA
PARKINSON
Gli effetti della vitamina B1: l’esperienza personale del Prof. Costantini
Atti del 37° Convegno Nazionale AIP – Milano, 6 giugno 2015
Il Prof. Antonio Costantini, che lavora presso il Reparto di Riabilitazione Neuromotoria di Villa Immacolata a San Martino al Cimino (Viterbo) è stato invitato a partecipare al convegno in seguito alla segnalazione da parte di molti pazienti che tratta i parkinsoniani con vitamina B1 con successo. Il professore ha pubblicato in letteratura tre casi clinici in cui l’uso di dosi elevate della vitamina B1 ha permesso di migliorare notevolmente la funzione motoria. La segnalazione appare di particolare interesse anche perché non ci sono interessi economici dietro questa affermazione, la vitamina B1 è disponibile da decenni a basso costo e nessuno ne detiene un brevetto.
PROF.COSTANTINI E TIAMINA
Il racconto del Prof. Costantini
Le osservazioni sulla vitamina B1 risalgono al mese di giugno 2010. Allora il Prof. Costantini si occupava della stanchezza cronica che affligge pazienti con patologie autoimmunitarie, come la retto-colite ulcerosa, la sclerosi multipla e la fibromialgia.
Innanzitutto bisogna tenere presente che vere e proprie deficienze di vitamina B1 di origine alimentare o da problemi intestinali non esistono nel mondo occidentale. Tutti i pazienti trattati avevano livelli normali di vitamina B1 nel sangue.
Mentre stava trattando pazienti con sclerosi multipla, un’altra paziente ricoverata ha chiesto di ricevere la terapia. Era affetta da una malattia neurodegenerativa, l’atassia spinocerebellare di tipo 2.
Dopo 3 mesi di terapia a base di vitamina B1 per via IM era migliorata non solo la stanchezza, ma erano migliorati anche i sintomi neurologici, soprattutto il linguaggio gravemente compromesso da disartria era diventato comprensibile.
A questo punto il Prof. Costantini ha provato a trattare altre patologie neurodegenerative, quali l’atassia di Friedreich e la malattia di Parkinson, anche perché l’atassia cerebellare di tipo 2 in alcune famiglie nel mondo, può presentarsi con sintomi parkinsoniani e non con i sintomi caratteristici dell’incoordinazione. Ha stabilito le dosi in base alla velocità di progressione della malattia, per esempio nella atassia che è a lenta progressione basta una fiala di 100-150 mg IM alla settimana, mentre nel Friedreich e nel Parkinson usa 2 fiale da 100 mg alla settimana (lunedì e giovedì oppure martedì e venerdì). La dose equivalente per bocca è di 4 g ogni giorno.
Il Professore ha circa 300 casi documentati da una serie di registrazioni.
Proietta il video di un paio di casi di malati di Parkinson.
Il primo era in cura presso i migliori clinici di Roma. La vitamina B1 è stata somministrata in aggiunta alla terapia antiparkinson prescritta dai neurologi, che è rimasta invariata. Nel video registrato dopo 15 giorni di terapia si nota che la sintomatologia è completamente regredita ed il paziente afferma di stare meglio. Il Prof. Costantini afferma che il beneficio è stato mantenuto per 3 anni e dura tutt’ora. Ha osservato molti casi con risultati analoghi ed è giunto alla conclusione che la terapia a base di vitamina B1 migliora la sintomatologia motoria e non motoria e rallenta la progressione della malattia.
Domande da parte dei medici in sala
Prof. Pezzoli: il primo paziente era soggetto a fluttuazioni motorie? Inoltre, il miglioramento è stato documentato non solo clinicamente in base al punteggio della scala UPDRS, ma anche da neuroimmagini acquisite tramite DATscan?.
Prof. Costantini: il paziente non aveva fluttuazioni motorie. La documentazione DATscan non esiste per tutti i casi perché i pazienti non si sottopongono volentieri a questo esame. Per documentare un miglioramento al DATscan è necessario che il paziente ne abbia fatto uno al massimo qualche mese prima dell’inizio della terapia con vitamina B1 e un controllo successivo, che, dati i tempi di attesa si effettua dopo diversi mesi. Per questo noi abbiamo solo due casi in cui anche i dati del DAT scan sono migliorati.
Dr.ssa Zini: Il secondo paziente che tremava era sempre in ON quando è stato ripreso? L’intervallo di tempo tra l’assunzione della terapia e la registrazione era sempre la stessa? Inoltre, ha provato a somministrargli la vitamina B1 da sola, senza la sua solita terapia antiparkinson?
Prof. Costantini: Il paziente era sempre in ON e l’intervallo tra assunzione della terapia e la registrazione era la stessa. No, non ho fatto tutte quelle prove in questo paziente. Noi non abbiamo fondi per la ricerca e quindi non abbiamo i mezzi per indagare tutte queste sottigliezze. Tuttavia, posso dire che abbiamo provato a dare la vitamina B1 a pazienti appena diagnosticati senza terapia dopaminergica ed abbiamo visto miglioramenti notevoli. L’entità del miglioramento variava a seconda della durata della sintomatologia: 60-80% in pazienti con sintomi da pochi mesi, 50% in pazienti con sintomi da un paio di anni, 30% con sintomi da diversi anni.
Prof. Isaias: Ho apprezzato molto la presentazione di queste osservazioni relative ad una possibile nuova strategia terapeutica per il Parkinson, che sono sicuramente meritevoli di un approfondimento e di studio in un ambito scientificamente controllato. Quale potrebbe essere il meccanismo di azione della vitamina B1 nel Parkinson?
Prof. Costantini: Noi non conosciamo la causa della malattia di Parkinson, per cui è difficile rispondere a questa domanda. È noto che la deficienza di vitamina B1 può causare il Beri-Beri caratterizzato da sintomi prevalentemente cardiologici o neurologici (polineuropatia) e l’encefalopatia di Wernicke. La vitamina B1 è coinvolta nei processi che servono per la produzione di energia a livello dei mitocondri e numerosi ricercatori hanno scoperto che i mitocondri funzionano male nei neuroni di pazienti affetti da malattie neurodegenerative, Parkinson compreso. Noi pensiamo che ci sia un fattore che impedisce il normale funzionamento dei processi vitamina B1 dipendenti che può essere compensato da livelli elevati della vitamina.
Dr. Cilia: Concordo che il funzionamento dei mitocondri è deficitario nella malattia di Parkinson. Tuttavia, nei processi che lei cita sono coinvolte anche altre vitamine. Per caso ha provato a somministrarne altre per vedere se c’è una differenza?
Prof. Costantini: No, abbiamo sempre somministrato solo la vitamina B1. Io sono convinto che la terapia per la malattia di Parkinson intesa sia come terapia sintomatica che come terapia che rallenta la progressione della malattia, debba essere a base di due soli farmaci: la levodopa e la vitamina B1. Secondo me, chi investe nello sviluppo di altri farmaci antiparkinson sbaglia e finirà per sprecare i suoi soldi.
Dr. Goldwurm: finchè abbiamo solo osservazioni aneddottiche come quelle che sono state presentate non si va avanti. Sono interessanti, sì, ma devono essere valutate nell’ambito di uno studio in doppio cieco in confronto ad un placebo (sostanza inerte), in cui né il medico né il paziente sa chi sta prendendo che cosa. Questo è fondamentale non solo perché la sintomatologia parkinsoniana varia notevolmente sia da un giorno all’altro che nell’arco della giornata, ma anche e soprattutto per escludere l’effetto placebo. È stato documentato che l’effetto placebo è veramente notevole nella malattia di Parkinson: non solo il paziente si sente meglio, se è convinto di avere preso una sostanza efficace, ma addirittura è stato documentato dalle neuroimmagini che temporaneamente è in grado di produrre più dopamina e quindi di avere temporaneamente una funzione motoria migliore anche ad una valutazione obiettiva come può essere l’analisi computerizzata del cammino. Il Prof. Costantini mi ha mostrato un poster del 2012 che riporta i risultati in 60 pazienti parkinsoniani, ma attualmente ha pubblicato solo i case report di 3 casi. Quando pubblicherà risultati su casistiche più ampie?
Prof Costantini: Sono stati trattati 50 casi di Parkinson in cooperazione con il Reparto di Neurologia dell’Ospedale S Martino di Genova in aperto, senza gruppo di controllo. Il Prof. Abbruzzese di Genova ha trovato i fondi per condurre un ampio studio in doppio cieco che verrà completato nel 2016.
Domande dal Pubblico
=>Quanti sono i casi di Parkinson documentati? Quando parla di centinaia di casi si tratta di malati con il Parkinson oppure di malati che hanno altre malattie?
Prof. Costantini: I casi di Parkinson sono tanti, con diagnosi confermata da centri ben noti, come il Besta. Il reparto di riabilitazione che dirigo ha 60 letti, di cui 40 sono dedicati a pazienti con frattura del femore ed invariabilmente una decina di questi ha il Parkinson.
=>Mia madre è affetta da Atrofia Multisistemica di tipo cerebellare. Attualmente viene trattata con la terapia antiparkinson classica ed è noto che questa patologia non risponde così bene a questa terapia come la malattia di Parkinson. Ha esperienza di trattamento di questa patologia con la vitamina B1?
Prof Costantini: L’Atrofia Multisistemica (MSA) è un tipo di parkinsonismo. Io posso affermare che i parkinsonismi, come la degenerazione cortico-basale (CBD) o la Paralisi Supranucleare Progressiva (PSP), rispondono altrettanto bene quanto la malattia di Parkinson.
Commento: Io non sono malata, ma una mia parente lo è e quello che interessa a noi è il miglioramento che si ottiene, non se è un effetto placebo o dovuto ad un altro meccanismo. È il miglioramento che conta.
Prof. Pezzoli: Ma non è una questione di dettagli semantici, l’effetto placebo dopo qualche settimana sparisce, mentre un effetto dovuto ad un meccanismo farmacologico è duraturo. Noi vogliamo seguire le regole della scienza e condurre uno studio in doppio cieco non perché siamo degli scienziati burocrati che vogliono avere in mano un pezzo di carta, ma per valutare seriamente se la vitamina B1 esplica un effetto significativamente superiore al placebo oppure no, in altre parole stabilire se gli effetti osservati sono veramente dovuti alla vitamina oppure al caso. Solo quando un lavoro di quel tipo è stato completato, giudicato da esponenti della comunità scientifica internazionale e pubblicato su una rivista scientifica di buon livello si può affermare che esistono evidenze scientifiche valide a supporto della nuova soluzione terapeutica. Noi siamo aperti alle idee originali e siamo i primi a volere trovare qualche cosa di nuovo. Per la cronaca, in passato abbiamo anche invitato rappresentati di Stamina ad un convegno AIP.
=>Ci sono sostanze che interferiscono con l’assorbimento della vitamina B1 e che pertanto non bisogna assumere?
Dr.ssa Barichella (medico nutrizionista): la vitamina B1 è idrosolubile per cui un integratore va assunto preferibilmente a digiuno, ma non ci sono particolari sostanze che ne bloccano l’assorbimento.
Le vitamine si chiamano così perché sono essenziali per la vita. Nel caso della vitamina B1 noi riusciamo a produrre una certa quantità della vitamina, ma è del tutto insufficiente per il nostro fabbisogno. Ecco perché la dobbiamo introdurre con gli alimenti. Detto questo, non ci sono particolari problemi, perché è contenuta sia in alimenti di origine animale, come la carne ed il pesce, che vegetale, come i legumi. È difficile che si instauri una deficienza di vitamina B1 in un soggetto che mangia normalmente, a meno che soffra di una patologia infiammatoria dell’intestino che ne impedisce l’assorbimento.
=>Prof. Pezzoli, quale è la sua opinione personale sulla vitamina B1?
Prof. Pezzoli: posso affermare che è molto efficace quando viene somministrato a chi ne ha veramente bisogno. Poco dopo la laurea sono andato a lavorare all’Ospedale San Carlo a Milano. Circa il 50% dei letti era occupato da etilisti con encefalopatia (l’altra metà era occupato da pazienti che avevano avuto un ictus). Ho visto casi molto gravi di delirium tremens da abuso di alcool che aveva indotto una grave carenza di vitamina B1. La somministrazione della vitamina per via endovenosa risolveva il delirio nel giro di 10 minuti.
Per quanto riguarda il Parkinson, non lo so, i pazienti parkinsoniani non hanno una carenza di vitamina B1 e attualmente non ci sono evidenze scientifiche valide sull’uso della vitamina.
DEMENZA E THIAMINA
Ci sono stati casi eclatanti in cui un semplice trattamento con 100-200 mg di thiamina (vitamina B1) ha portato incredibili risultati su pazienti affetti da demenza o Parkinson.
Uno dei pionieri del trattamento è stato l’italiano dottor Antonio Costantini, che nella sua clinica ha trattato pazienti con Parkinson, sclerosi multipla ed altre malattie direttamente legate all’infiammazione.
Costantini ebbe un ictus nel 2019 a seguito di un’operazione chirurgica programmata (di cui non riesco a trovare informazioni), fu trasferito in una RSA e morì ad inizio 2020 di “covid”.
Prosegue i lavori del prof. Costantini il dr Alberto Toma – Divulgatore scientifico e Farmacista.
Nel 2015, ho realizzato la mia tesi di laurea portando avanti questo studio condotto su diversi pazienti, tra cui il signor Giosuè, del video, che ha ottenuto un notevole miglioramento dei sintomi motori e non motori in sole 4 settimane.
“Parkinson e Vitamina B1: arriva anche una tesi di laurea a confermare gli effetti positivi”