La vitamina A è essenziale per la riproduzione e lo sviluppo embrionale.
Mentre l’assunzione con gli alimenti e l’integrazione di vitamina A volta a riportare i livelli alla normalità, migliora senz’altro lo stato di salute della madre e del nascituro, un ipervitaminosi A può causare malformazioni fetali, in particolare all’inizio della gravidanza.
Quindi la Vitamina A va presa in gravidanza, ma a dosaggi controllati e NON evitata.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato nel 2016 che:
«Le carenze di micronutrienti come vitamina A, ferro, iodio e acido folico sono particolarmente comuni durante la gravidanza, a causa dell’aumento del fabbisogno di nutrienti della madre e del feto in via di sviluppo. Queste carenze possono avere un impatto negativo sulla salute della madre, sulla gravidanza e sulla salute del neonato».
Infatti, sin dalla primissima fase embrionale e lungo tutto lo sviluppo fetale, i retinoidi sono molecole insostituibili per lo sviluppo di organi, scheletro, viscere e una immunità efficiente.
Non ci soffermeremo a parlare delle malformazioni gravi che possono sorgere con le carenze manifeste. Però già i livelli sub-ottimali di vitamina A durante l’attesa possono comportare nel feto la produzione di un minor numero di villi, le microscopiche estroflessioni della mucosa intestinale, volti ad aumentare l’area di assorbimento dei nutrienti ingeriti.
L’insufficiente sviluppo della mucosa intestinale predispone a problemi digestivi che possono persistere per tutta la vita.
Oltre a ciò, i livelli bassi di retinoidi durante la gestazione favoriscono le future tendenze allergiche e asmatiche nei nascituri.
Una delle maggiori preoccupazioni riguarda poi i problemi polmonari.
Lo sviluppo del polmone umano inizia nella quinta settimana di gestazione e continua nei primi anni di vita.
Una carenza di vitamina A durante questo periodo può determinare una tendenza più o meno marcata alle future malattie respiratorie.
Essa è stata associata anche a cambiamenti del rivestimento epiteliale polmonare, in particolare all’ispessimento della membrana degli alveoli, che sono le strutture finali dei polmoni dove avviene lo scambio anidride carbonica e ossigeno.
La carenza embrionale di retinolo condiziona inoltre lo sviluppo del cervello, del timo, della colonna vertebrale, degli occhi, della corretta dentizione e delle orecchie e può causare dei difetti del setto ventricolare nel cuore, un problema che affligge circa l’1% dei bambini. Magari pure gli organi riproduttivi saranno meno sviluppati.
I carotenoidi e la vitamina A preformata sono normali componenti del latte materno umano e sono particolarmente concentrati nel colostro. La loro quantità nel latte dipende naturalmente dallo stato nutrizionale della madre.
L’assunzione di vitamina A o beta-carotene giova senz’altro alle donne: migliora la loro resistenza alle infezioni, riduce la tendenza all’anemia, all’aborto spontaneo e all’infertilità e abbassa il rischio di mortalità materna. Tuttavia è meglio evitare il beta-carotene nella forma sintetica spesso usata per arricchire gli alimenti industriali.
Adeguati livelli di vitamina A sono fondamentali per la salute della madre e programmano la futura salute dei figli.
L’evidenza suggerisce che anche una lieve carenza materna può avere gravi conseguenze per il nascituro: può aumentare il tasso di mortalità, prima ancora che la xeroftalmia sia evidente.
Livelli adeguati di vitamina A durante la gravidanza diminuiscono, infatti, la frequenza di difetti alla nascita. Non meraviglia che le riserve della vitamina A siano inferiori nei neonati prematuri rispetto ai bambini nati a termine.
Tuttavia pure il consumo di vitamina A preformata in quantità elevate, naturale o sintetico, può diventare tossico per il nascituro.
Il consumo eccessivo di vitamina A è controindicato nella prima fase della gravidanza in quanto può provocare settanta tipi di malformazioni nel sistema nervoso centrale e cardiaco, così come nell’apparato urinario, scheletrico del nascituro.
Tuttavia la casistica riporta che le dosi teratogene variano da 25.000 a 500.000 UI al giorno.
Gli effetti sia della carenza sia dell’eccessivo apporto di vitamina A condividono i sintomi simili a quelli indotti dall’alcol che, infatti, disturba profondamente l’attività del retinolo nell’organismo.
Pertanto, il trattamento con vitamina A delle donne in gravidanza deve essere valutato con cura.
Secondo gli standard internazionali l’integrazione non dovrebbe superare le 10.000 UI al giorno.
Definire livelli sicuri di assunzione di vitamina A durante la gravidanza è un compito piuttosto delicato che divide tuttora gli scienziati.
Alcuni ricercatori ritengono che tali 10.000 UI al giorno siano un valore di riferimento troppo basso per proteggere madre e figlio nel caso di una carenza.
Altre evidenze suggeriscono che un integratore di vitamina A di circa 5000 Ul al giorno può essere protettivo contro i difetti alla nascita, a condizione che le donne abbiano seguito un buon regime alimentare già prima del concepimento e continuino a farlo anche durante l’attesa.
Dobbiamo naturalmente sempre distinguere tra la salute di una popolazione e quella della singola persona.
Quindi è senz’altro utile farsi buone riserve di vitamina A se volete programmare il concepimento di un bambino, optando per una alimentazione ricca in carotenoidi, che includa anche latticini e uova durante l’attesa e l’allattamento.
Come già accennato per gli adulti, ad oggi, non sono stati segnalati difetti alla nascita dall’assunzione di vitamina A da fonti alimentari, nemmeno dal cibo più ricco in vitamina A, il fegato, perché il rilascio del retinolo dalla matrice del fegato è molto lento.
Per sicurezza comunque va evitata la sua assunzione più di una volta la settimana.
NON USARE GLI ANALOGHI DELLA VITAMINA A
La scoperta che i medicinali derivati dalla vitamina A per la cura della pelle e di alcuni tumori, in particolare: acitretina, etretinato e isotretinoina, ma pure alitretinoina, bexarotene, adapalene e tazarotene, causano ipervitaminosi, aborti e malformazioni fetali, ha naturalmente ricevuto molta attenzione.
È meglio evitare questi potentissimi analoghi della vitamina A a partire da sei mesi prima del concepimento e durante la gravidanza e l’allattamento, sia in forma topica sia orale.
Anche l’uso della tretinoina, un altro derivato del retinolo prescritto come preparazione da applicare sulla pelle, non è raccomandato durante la gravidanza.
Perché si è creata la paura della tossicità della vitamina A?
Ce ne parla Kate Rhèaume dottoressa autrice del Libro sulla Vitamina K2 dove tratta anche di Vitamina A nel capitolo “Vitamine Liposolubili”.
VITAMINA A IN GRAVIDANZA, PRESUNTA TOSSICITA’ (KATE RHÈAUME)
La vitamina A provoca malformazioni congenite?
Desta particolare preoccupazione il consiglio, sempre più diffuso alle donne in gravidanza e in allattamento, di limitare l’assunzione di vitamina A a livelli davvero minimi o di evitarla del tutto.
Il fondamento logico di questa raccomandazione errata è che è stato dimostrato come un’alta dose di vitamina A provochi malformazioni congenite; quindi, dovrebbe essere usata la massima accortezza nell’assunzione di retinolo durante la gravidanza.
Le potenziali malformazioni congenite dovute all’assunzione di vitamina A non furono scoperte con un normale apporto alimentare, e nemmeno con l’uso di integratori vitaminici.
La comunità medica notò delle malformazioni congenite associate alla vitamina A negli anni Ottanta, quando alle donne incinte veniva prescritta l’isotretinoina: un princìpio antiacne in vendita sotto vari marchi farmaceutici, tra cui l’Accutane.
L’Isotretinoina – un derivato del retinolo noto anche come acido 13-cis retinoico – si trova naturalmente nel corpo in piccole quantità.
Le dosi massicce della forma sintetica di questo composto utilizzate nella cura dell’acne provocarono una tendenza caratteristica a gravi deformità nei neonati che vi erano esposti nel grembo materno.
Per questo si stabilì che il retinolo poteva provocare malformazioni congenite negli esseri umani.
Ovviamente, quello dello sviluppo fetale è un ambito in cui non vogliamo correre alcun rischio; ma i dati di molti vasti studi mostrano che l’uso di integratori di vitamina A in fase prenatale non aumenta il rischio per nessuna delle malformazioni che sono state associate all’isotretinoina.
Alcune prove poco convincenti sostengono che ci sia un lieve aumento del rischio di malformazioni congenite nei figli di donne che assumono alte dosi di vitamina A (più di 25.000 UI) oltre al contenuto di un integratore multivitaminico prenatale, ma niente di paragonabile a quanto evidenziato con l’uso dell’isotretinoina.
Ciononostante, molte autorità sanitarie (comprese quelle che dovrebbero saperne di più, come la U.S. Food and Drug Administration) hanno “gettato via il bambino con l’acqua sporca”, usando una politica di tolleranza zero nei confronti degli integratori di vitamina A, consigliando alle donne in età riproduttiva di provare a soddisfare il loro fabbisogno di vitamina A affidandosi soltanto ai cibi che contengono beta-carotene: una raccomandazione molto pericolosa, perché è usato per lo più in una forma sintetica.
Le donne in età fertile sono particolarmente vulnerabili alla carenza di vitamina A a causa del maggior fabbisogno di questo nutriente durante la gravidanza e l’allattamento.
La vitamina A è di vitale importanza anche per la crescita del feto.
Una carenza anche leggera di vitamina A può causare nello sviluppo degli organi difetti non visibili alla nascita, ma che provocano conseguenze sulla salute a lungo termine.
Perciò, è poco lungimirante consigliare alle madri incinte di limitare l’assunzione di vitamina A ed evitarne gli integratori, poiché sono documentati più rischi associati all’insufficienza di vitamina A che a un eccesso di assunzione della stessa.
Le donne incinte e i loro figli in fase di sviluppo hanno bisogno di una grande quantità di tutte le vitamine liposolubili.
Le donne gestanti dovrebbero assumere regolarmente i cibi inclusi nella lista degli alimenti ricchi di vitamina A, e bilanciarli con una dieta ricca di vitamine A e K2.
Le donne che programmano una gravidanza o che potrebbero concepire e non mangiano cibi ricchi di vitamina A trarranno benefici dall’assunzione di un complesso multivitaminico prenatale contenente 5000-8000 UI di vitamina A di origine naturale.
Sviluppo del feto
Il retinolo è fondamentale per un sano sviluppo di quasi tutte le parti del feto in crescita: dal sistema nervoso centrale e dagli arti nelle primissime settimane dopo il concepimento, ai polmoni nelle ultime settimane prima della nascita.
Una carenza di vitamina A può avere gravi conseguenze sulla salute del bambino.
Per esempio si ritiene che la sindrome alcolica fetale – un gruppo ben definito di malformazioni congenite – sia causata da una carenza di vitamina A indotta dall’alcol; il fegato della madre è talmente impegnato a disintossicarsi dall’etanolo che non riesce a convertire il retinolo nella forma attiva dell’acido retinoico, e lo sviluppo del feto ne risente.
Anche una lieve carenza di vitamina A durante la gravidanza può avere un impatto sulla salute per tutta la vita.
Il beta-carotene non è la vitamina A
Il diffuso equivoco per cui le carote contengono vitamina A nasce dal fatto che, insieme alle altre verdure arancioni e a foglie verdi, sono una fonte di beta-carotene. Il beta-carotene è un precursore potenziale di vitamina A.
A volte il retinolo è definito “vitamina A preformata” per distinguerlo dal beta-carotene, che deve essere convertito dall’organismo.
Purtroppo, gran parte dei libri e dei siti web sull’alimentazione, altrimenti affidabili, continuano a diffondere l’informazione errata che la vitamina A e il beta-carotene siano praticamente la stessa identica cosa.
Le leggi degli Stati Uniti e del Canada rafforzano questa confusione permettendo ai confezionatori dei cibi di segnalare sull’etichetta il contenuto di betacarotene come vitamina A, dando ai consumatori l’impressione errata che una singola porzione di carote possa fornire il 110 per cento del fabbisogno giornaliero di retinolo.
In verità, è quasi impossibile prevedere quanta vitamina A possiate assumere da una porzione di verdure, e alcune ricerche mostrano che potreste non assumerne affatto.
La struttura molecolare del beta-carotene appare come due molecole di retinolo unite una all’altra, collegate per le estremità. In teoria, una volta assorbito il beta-carotene, l’organismo può soltanto spaccarne ciascuna molecola a metà per produrre due molecole di vitamina A.
In realtà, non funziona cosi, neanche lontanamente. I calcoli effettuati in base agli esperimenti clinici sulla reale proporzione di conversione variano da 6 a 1 (significa che ci vogliono sei molecole di beta-carotene per ottenere una molecola di retinolo) a 48 a 1.
Il contenuto di vitamina A riportato sulle etichette delle confezioni o sulle tabelle dei valori nutrizionali dei cibi di origine vegetale è basata sull’assorbimento e la conversione ottimali del beta-carotene presente in quei cibi.
Ci sono prove consistenti che suggeriscono che tali valori siano notevolmente sovrastimati.
Si sente spesso dire che l’organismo converte prontamente il beta-carotene in retinolo e, in qualche modo, ne converte soltanto la quantità necessaria, evitando cosi possibili nocività e rendendo di conseguenza il beta-carotene migliore della vitamina A preformata.
Addirittura i nutrizionisti perpetuano il mito che, poiché l’organismo è in grado di trasformare il beta-carotene in vitamina A, il fabbisogno di questa vitamina da parte del corpo può essere interamente soddisfatto dal beta-carotene.
In realtà, chi si affida al beta-carotene per l’apporto di vitamina A è a rischio di carenza di vitamina A.
Perché il beta-carotene non viene trasformato prontamente in retinolo?
Primo: l’assorbimento è un problema. La percentuale di assorbimento del beta-carotene corrisponde soltanto al 20-50 per cento del retinolo, ed è ben noto che più un cibo contiene beta-carotene, meno viene assorbito e convertito in vitamina A.
Secondo: molte diffuse condizioni di salute interferiscono con la trasformazione del beta-carotene in vitamina A, tra cui:
- diabete
- ipotiroidismo
- basso apporto di grassi (il grasso alimentare è necessario alla trasformazione del beta-carotene)
- carenze nutrizionali di zinco o di proteine
- celiachia
- assenza di colecisti
- essere bambini o neonati
- nematodi
- sprue tropicale
Le ultime due condizioni elencate sono diffuse nei Paesi in via di sviluppo, dove la carenza di vitamina A è dilagante e il riso geneticamente modificato per includervi il beta-carotene (il cosiddetto “riso dorato”) è considerato un sostituto degli attuali metodi di integrazione del retinolo.
Anche nelle persone sane, le evidenze mostrano che la percentuale di assorbimento e di conversione del beta-carotene è molto più bassa di quanto si creda normalmente, da un minimo di O a un massimo del 50 per cento.
Uno studio sulle madri che allattano al seno in Indonesia ha dimostrato che l’assunzione di verdure a foglie verdi scure in una quantità sufficiente a fornire abbastanza beta-carotene e grassi alimentari per ottenere, in teoria, tre volte la dose consigliata di vitamina A non è riuscita ad aumentarne i livelli di vitamina A, e invece ha lasciato le donne con una carenza di vitamina A.
Questa informazione dovrebbe mettere in guardia gli esperti che suggeriscono alle donne incinte e in allattamento al seno di affidarsi al beta-carotene per soddisfare il loro fabbisogno di vitamina A.
Di certo, il beta-carotene apporta dei benefici alla salute. È un antiossidante che sembra agire sulla salute del cuore e sulla prevenzione del cancro.
Sebbene una parte del beta-carotene, in condizioni ottimali, possa essere trasformata in retinolo, i meriti più importanti di questo nutriente non riguardano il suo ruolo come potenziale precursore del retinolo: qualsiasi conversione in vitamina A è un valore aggiunto.
Da Kate Rhéaume
RIFERIMENTI
- Nau H., Chahoud I., Dencker L. el al., Teratogenicity Of vitamin and retinol in vitamin A in health and disease, Marcel Dekker, New York 1994,617.
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/9844121/
- https://journals.sagepub.com/doi/10.1177/156482659201400115
- https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20237064/
- Weston Price Foundation
- New Clues About Carotenes Revealed
Betacarotene e Vitamina A: integrazioni Riabilitate per i Fumatori (Diversi studi)
Liberatoria (Disclaimer)
Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.