Betaina: abbassa l’Omocisteina ed è utile nell’ipocloridria

INDICE ARTICOLO

  • Che Cos’è?
  • A Cosa Serve
  • Alimenti con Betaina
  • Betaina come Integratore
    • Digestione
    • Omocisteina e Salute Cardiovascolare
    • Esercizio fisico
    • Composizione Corporea
    • Glicemia e Diabete
    • Depressione
    • Dosi e Modo d’Uso
    • Effetti Collaterali

Che Cos’è la Betaina

La Betaina (o Trimetilglicina) è una sostanza molto diffusa in natura. Abbonda nella barbabietola rossa e in altri alimenti vegetali e animali, ma può anche essere sintetizzata nell’organismo a partire dalla Colina, per questo motivo, come tutte le sostanze che possiamo produrre, non viene considerata una sostanza essenziale.

Non si trova in una classificazione precisa fra i vari gruppi di nutrienti, ma è essenzialmente un derivato aminoacidico neutro a catena corta. La Betaina è anche nota come Trimetilglicina, TMG, glicina Betaina, licina e ossiurina.

Strutturalmente, la Betaina è costituita dall’amminoacido glicina con attaccati tre gruppi metilici (-CH3). Grazie a questa caratteristica, nel corpo umano la Betaina si comporta come un donatore di gruppi metilici. In questo modo, contribuisce:

Inoltre, la Betaina agisce da osmoprotettore, contribuendo a mantenere le cellule idratate e aumentando la loro resistenza allo stress 6.

Betaina in Chimica

A Cosa Serve

La Betaina si ottiene come prodotto secondario della lavorazione della barbabietola da zucchero e viene usata:

  • come farmaco, nel trattamento di una rara malattia genetica ereditaria chiamata Omocistinuria;
  • come integratore:
    • per il benessere cardiovascolare: per il mantenimento di normali livelli di Omocisteina nel sangue;
    • ergogenico: per migliorare le prestazioni sportive negli atleti sottoposti a un intenso sforzo muscolare;
    • come cosmetico: ad azione umettante e idratante.

    BETAINA NEGLI ALIMENTI

    Betaina negli Alimenti

    La Betaina viene prodotta dal corpo attraverso il metabolismo della Colina, ma può anche essere ingerita per via esogena attraverso la dieta 11.

    Le fonti alimentari più comuni di Betaina sono barbabietole, spinaci e cereali integrali 12, 13. I cereali integrali, come la quinoa, la crusca di frumento e d’avena, il riso integrale, l’orzo ecc., sono generalmente considerati ricche fonti di Betaina.


    Betaina come Integratore

    • NELLE PRESTAZIONI ATLETICHE
    • COMPOSIZIONE CORPOREA
    • DEPRESSIONE
    • DIABETE

    IPOCLORIDRIA

    STOMACO: Carenza di Acido Cloridrico

    L’ACIDO CLORIDRICO come funziona

    Il cibo dopo la bocca attraversa l’esofago, supera una valvola (cardias) e scende nello stomaco, dove l’ambiente deve essere acido per mezzo di acido cloridrico.
    Diversi studi hanno dimostrato che la secrezione dell’acido cloridrico (HCl) può diminuire già dai 40 anni e che metà degli ultrasessantenni non ne produce più! Perciò, consideriamo prima l’azione dell’acido cloridrico e cosa causa la sua carenza, poi come riconoscerne facilmente i sintomi.

    In primo luogo, una forte acidità (pH inferiore a 4,5) è necessaria perché la Pepsina digerisca le proteine. Comincia a digerirle spezzandole in peptoni ovvero in proteine più piccole, rendendo disponibili, oltre agli aminoacidi, anche vitamina B12, calcio, ferro, fosforo e zinco.

    Se le proteine non vengono digerite, mancheranno gli aminoacidi per produrre tutte le proteine del corpo, le quali comprendono: ossa, muscoli, collagene, connettivo, neurotrasmettitori, ormoni e gli stessi enzimi digestivi…

    Il corpo, quindi, comincerà a smontare muscoli e altre parti per rifornirsi di aminoacidi per sopravvivere. Le varie parti del corpo rallenteranno enormemente il loro naturale rinnovamento continuo. La persona comincerà a invecchiare rapidamente, si sentirà depressa e debole. In parole povere, morirà di fame e cachessia pur avendo a disposizione il cibo!

    Gli estremi opposti si uniscono nella medesima tragedia: da una parte del mondo si muore di fame con lo stomaco vuoto, dall’altra parte si muore di fame con lo stomaco pieno. Anzi, questi ultimi più mangiano e più peggiorano la situazione, perché le proteine non digerite vanno in putrefazione
    nell’intestino crasso per azione dei batteri putrefattivi, liberando, tra l’altro, l’ammonio (-NH2) dagli aminoacidi.

    Questo rende il pH alcalino che favorisce i batteri putrefattivi (detti appunto alcaligeni), i quali causano una continua intossicazione del sangue (tossiemia). Il pH alcalino sfavorisce i fermenti lattici, ovvero la flora batterica “buona” (acidogena), che ci protegge, come una prima linea del sistema immunitario, contro batteri, virus, funghi, protozoi e vermi, e ci fornisce molte vitamine del gruppo B e K2.

    La carenza di acido cloridrico favorisce anche la crescita dell’Helicobacter pylori e della Candida.
    Inoltre, le proteine indigerite prima ancora di raggiungere il crasso possono provocare intolleranze, allergie e perfino malattie autoimmuni.

    Voglio sottolineare il fatto che la carenza di acido cloridrico impedisce l’approvvigionamento di vitamina B12. Tutti sanno che è necessaria per la produzione dei globuli rossi, ma pochi sanno che è necessaria anche per tante altre funzioni, compresa la formazione della guaina mielinica dei nervi e, ancor meno sono al corrente che quando, nelle analisi del sangue, compare l’anemia da vitamina B12 (detta perniciosa, cioè pericolosa) questa potrebbe mancare da 5-7 anni e i danni neurologici sono ormai irreversibili.

    La ricerca dell’acido metilmalonico nelle urine è, invece, indicativa per valutare la presenza di B12 nell’organismo: se il suo livello è alto, è basso quello della B12 e viceversa.

    Diminuzione della memoria, demenza senile (e pre-senile), morbo di Alzheimer, Parkinson, sclerosi e altre malattie degenerative del sistema nervoso (demielinizzazioni), sono quasi sempre provocate da una carenza di B12 che, a sua volta, può derivare da una carenza di acido cloridrico.

    Come si forma l’acido cloridrico

    L’acido cloridrico si forma dal sale, ovvero dal cloruro di sodio (NaCl)! Il sale, in soluzione con gli alimenti, viene assorbito dalle cellule delle pareti gastriche, e qui entra in contatto con l’acido carbonico (H2CO3). Questo deriva dall’anidride carbonica (CO2) che si forma nei mitocondri, nella produzione dell’energia (ATP) e che non ha trovato posto nei globuli rossi, e circola nel sangue dove, per mezzo di un enzima, si lega con l’acqua (H2O) formando appunto acido carbonico (H2CO3):

    CO2 + H2O H2CO3

    Dalla combinazione dell’acido carbonico con il cloruro di sodio, si forma acido cloridrico nello stomaco e carbonato di sodio (Na2CO3 ) nel sangue.

    H2CO3 + 2NaCl 2HCl + Na2CO3

    FONTE: DOCUMENTI DI LIBERA CONSULTAZIONE DR MARTINO GIORGINI


    SINTOMI DELL'IPOCLORIDRIA

    Come riconoscere l’ipo- e l’a-cloridria

    Il sintomo principale della ridotta acidità gastrica, ossia della ridotta produzione di acido cloridrico (ipocloridria) è il gonfiore nella parte alta dell’intestino subito dopo i pasti, soprattutto se a base di carboidrati. Se la produzione di acido cloridrico è cessata del tutto (acloridria), il gonfiore interesserà anche lo stomaco.

    Oltre al gonfiore ci sono altri sintomi.

    Alcuni sono dovuti alla denutrizione conseguente e non è indicativo elencarli, mentre vanno ricordati la presenza di cibo non digerito nelle feci e, soprattutto, l’assenza di reflusso gastro-esofageo, ovvero di rigurgiti acidi in gola, dato che l’acido è scarso o del tutto assente. Si può manifestare anche con una scarica di diarrea entro un’ora dopo i pasti.
    Tuttavia, possono essere frequenti dei bruciori di stomaco, che normalmente vengono trattati con antiacidi o inibitori della pompa protonica (i farmaci più prescritti in Italia), ma 9 casi su 10 risultano causati da carenza o mancanza di acido cloridrico non da un suo eccesso!
    Infatti, bisogna sapere che il muco protettivo nelle pareti dello stomaco, viene prodotto dalle cellule della mucosa gastrica a seguito della secrezione di acido cloridrico.

    Se questo manca il muco protettivo non viene prodotto, e, in questa condizione, la Pepsina va ad irritare le pareti gastriche, provocando un bruciore che, normalmente, viene scambiato per ipercloridria (e perciò trattato con antiacidi).
    consigliabile assumere Betaina cloridrato (Betaina HCl) che compensa la carenza o la mancanza di acido cloridrico (HCI).

    FONTE: DOCUMENTI DI LIBERA CONSULTAZIONE DR MARTINO GIORGINI


    OMOCISTEINA

    Omocisteina e Salute Cardiovascolare

    Uno dei ruoli principali della Betaina è quello di aiutare a regolare i livelli di Omocisteina nel sangue 15.

    Ad esempio, una revisione di 5 studi ha dimostrato che l’assunzione di almeno 4 grammi di Betaina al giorno per 6 settimane potrebbe abbassare i livelli ematici di Omocisteina negli adulti sani 15.

    L’Omocisteina è un amminoacido che, se presente a livelli elevati nel sangue, è stato collegato a un rischio maggiore di malattie cardiache, ictus e altri problemi di salute 16, 17, 18..

    In una revisione di 74 studi clinici, l’assunzione elevata di Colina e Betaina è risultata associata a una riduzione dei marker infiammatori nel sangue 22. Inoltre, la loro assunzione a lungo termine è stata collegata a un minor numero di decessi per malattie cardiache.

    In altri studi, è stato riferito che la Betaina potrebbe avere un impatto dannoso sui lipidi nel sangue 23. Secondo una recente meta-analisi, una dose massima di 4 g/die potrebbe avere effetti di riduzione dell’Omocisteina senza alcun effetto negativo sui profili lipidici (che è invece stato segnalato con dosi ≥ 4 g/die) 24.

    Tuttavia, si consiglia, in caso di alti livelli di Omocisteina, di ricorrere a tutto il gruppo di nutrienti vitaminici che concorrono insieme a donare gruppi metilici per abbassare i livelli di Omocisteina, e non sono la Betaina:

    Integratori

    I donatori di gruppi metilici:

    • colina,
    • betaina,
    • acido folico,
    • metionina,
    • vitamine B6 e B12.

    Omocisteina Stop MTHFR-T

    Con vitamine B6, B12 e acido folico

    Ingredienti: Betaina, magnesio glicerofosfato, cellulosa microcristallina°, gomma arabica°, SAMe (S-adenosil metionina disolfato tosilato), vitamina C (acido ascorbico), colina tartrato, zinco gluconato, (L-)serina, vitamina B3 (niacina, nicotinamide), vitamina B5 (pantotenato di calcio), vitamina B6 attivata (piridossale-5-fosfato), vitamina B2 attivata (riboflavina 5-fosfato di sodio), vitamina B1 (tiamina cloridrato), acido folico attivato (L-metilfolato di calcio), biotina, vitamina B12 attivata (5-deossiadenosilcobalamina e metilcobalamina). °Agente di carica. °°Antiagglomerante.


    PRESTAZIONI SPORT

    Betaina e prestazioni atletiche

    Esistono prove contrastanti sull’efficacia della Betaina per migliorare le prestazioni atletiche.

    La maggior parte degli studi riporta che l’integrazione con Betaina non aumenta la forza o la potenza massima 25.

    Inoltre, la Betaina non sembra migliorare le prestazioni negli esercizi di resistenza eseguiti con bassi volumi (1-3 serie) 26, 27. Sembra invece migliorare la performance negli esercizi che mettono alla prova la resistenza muscolare con alti livelli di stress metabolico 28, 29.

    Una revisione ha riportato che gli integratori di Betaina potrebbero migliorare la composizione corporea e le prestazioni sia negli esercizi di resistenza che in quelli di forza/potenza 30.

    In un’altra meta-analisi (di 7 studi randomizzati), due studi hanno riportato aumenti di potenza e forza in seguito all’integrazione di Betaina. Gli Autori hanno concluso che sono necessari ulteriori studi per valutare l’efficacia di questo integratore 25.

    Il meccanismo attraverso il quale la Betaina può migliorare le prestazioni negli esercizi di resistenza non è chiaro, ma potrebbe essere legato alla capacità di attenuare gli aumenti dei livelli di lattato durante l’esercizio 28, 29, 31.

    Si ipotizza inoltre che anche gli effetti osmolitici della Betaina aiutino a migliorare le prestazioni durante l’allenamento di resistenza ad alto volume 32.


    COMPOSIZIONE CORPOREA

    Composizione Corporea

    Studi sugli animali hanno dimostrato l’effetto benefico dell’integrazione di Betaina sulla riduzione del grasso corporeo, mentre i dati sull’uomo sono controversi e incoerenti 33.

    Ad esempio, la supplementazione di 6 g di Betaina al giorno per 12 settimane in persone obese non è riuscita a influenzare in modo significativo il tasso metabolico, il peso e la massa grassa 34.

    In uno studio (DB – RCT) su 23 uomini esperti di allenamento della forza, l’integrazione di Betaina a lungo termine durante un programma di allenamento (6 settimane) ha migliorato la composizione corporea. Gli uomini hanno beneficiato di aumenti significativi della massa magra e diminuzioni del grasso corporeo 35.

    In un altro studio (RCT) su 12 uomini allenati, l’integrazione con Betaina associata alle sessioni di allenamento ha ridotto i livelli di cortisolo. Ha anche aumentato l’ormone della crescita, che aiuta la sintesi proteica muscolare. Ciò ha causato un aumento della loro massa magra 36, 35.

    Secondo una revisione di 6 studi con 195 partecipanti, l’integrazione alimentare di Betaina potrebbe essere un approccio efficace per ridurre il grasso corporeo 33.

    Al contrario, un’altra meta-analisi ritiene improbabile che l’integrazione di Betaina possa migliorare gli indici di composizione corporea (come peso, BMI, massa magra e massa grassa) 37.


    GLICEMIA E DIABETE

    Glicemia e Diabete

    I risultati degli studi su animali hanno incoraggiato l’esplorazione dell’efficacia terapeutica della Betaina nei pazienti con diabete di tipo 2 41.

    Ad esempio, nei topi l’integrazione di Betaina ha dimostrato di:

    • limitare molti disturbi legati al diabete attraverso un’azione antinfiammatoria e antiossidante 41.

    Grazie a questi effetti, la Betaina può essere utile nei soggetti prediabetici con insulino-resistenza (una condizione che compromette la capacità delle cellule di rispondere all’ormone insulina) 42.

    A tal proposito, uno studio condotto su quasi 2.400 persone ha associato un maggiore apporto di Colina e Betaina con una diminuzione della resistenza all’insulina 43.

    In un altro studio (RCT) su 3.000 individui, quelli con livelli di Betaina più bassi nel sangue avevano maggiori probabilità di avere il diabete. Dopo 2 anni di cambiamenti nello stile di vita, livelli più elevati di Betaina erano associati a tassi di diabete più bassi 43a.

    In un altro studio, 27 soggetti obesi e prediabetici sono stati integrati con 3.300 mg di Betaina per via orale 2 volte al giorno per 10 giorni, e successivamente con 4.950 mg 2 volte al giorno per 12 settimane 43b.

    Rispetto al placebo, questo trattamento ha mostrato uno scarso effetto metabolico. La Betaina tendeva a ridurre i livelli di glicemia a digiuno ma non ha avuto altri effetti sul controllo glicemico. Anche la sensibilità all’insulina non è migliorata, mentre i livelli di colesterolo sono aumentati.


    DEPRESSIONE

    Depressione

    È stato dimostrato che la Betaina aumenta gli effetti della S-adenosilmetionina (anche detta SAMe, un tipo di farmaco che aiuta a produrre serotonina, dopamina e norepinefrina migliorando la depressione da lieve a moderata) 44.

    In 45 pazienti depressi che hanno risposto scarsamente agli antidepressivi, la SAMe e la Trimetilglicina utilizzate come terapia aggiuntiva al trattamento convenzionale per 90 giorni hanno migliorato sintomi come ansia e sentimenti di impotenza e inutilità 44.

    In un altro un piccolo studio su 64 persone affette da depressione, coloro che hanno assunto sia SAMe che Betaina per 12 mesi hanno riscontrato un miglioramento maggiore dei sintomi rispetto a coloro che hanno assunto SAMe da sola 45.


    COME SI USA

    Dosi e Modo d’Uso

    Il normale apporto dietetico di Betaina dal cibo è stimabile in circa 0,5 – 2 grammi al giorno 2. Studi limitati sull’uomo suggeriscono che sono necessari 2,5 g/giorno di Betaina per aumentare i suoi livelli nel sangue 25. In genere, gli integratori vengono assunti a dosi comprese tra 1,5 e 6 grammi di Betaina al giorno.

    POLEMICA SULLE DOSI

    Come al solito si trova molta confusione circa la quantità giornaliera consigliata o almeno che sia utile e non giusto una spolveratina… Talvolta le indicazioni sono così basse da non riuscire a raggiungere dosi di efficacia. Questo sembra rendere inutile qualsiasi tipo di integrazione. Che paradosso!

    I dati ufficiali parlano in un modo ma le direttive ministeriali che regolamentano i produttori di integratori sono diverse, e sempre più basse.


    EFFETTI COLLATERALI

    Effetti Collaterali

    Gli effetti collaterali più comuni associati agli integratori di Betaina se assunta a dosi maggiori di quelle indicate, riguardano i problemi digestivi, che a loro volta includono: diarrea, indigestione, gonfiore, crampi, nausea, vomito.

    non è stata collegata a casi di aumento degli enzimi sierici durante la terapia o a danno epatico clinicamente evidente.

    (da 6 a 20 grammi al giorno) non è stata collegata all’epatotossicità.(da 6 a 20 g/die) 48.

    Gli integratori di Betaina non sono raccomandati per i bambini e per le donne incinte o che allattano, poiché la ricerca sulla loro sicurezza e sugli effetti a lungo termine è limitata.


    SICUREZZA DELLA BETAINA

    Studi sulla sicurezza con betaina

    Studi di intervento umano non hanno mostrato effetti avversi con la somministrazione supplementare di 4 g/giorno di betaina in soggetti sani, tuttavia i soggetti in sovrappeso con sindrome metabolica hanno mostrato un aumento significativo delle concentrazioni di colesterolo totale e LDL.
    Questi effetti non sono stati osservati con la somministrazione di 3 g/die di Betaina [238]

    Tutti i riferimenti sulla sicurezza della Betaina si trovano in questo studio: Beneficial Effects of Betaine: A Comprehensive Review


    BETAINA E COSMETICA

    Uso nei Cosmetici

    La Betaina (INCI Betaine, sin. Trimethylglycine) si presenta come un solido bianco, la cui principale caratteristica è l’elevata solubilità in acqua.

    A pH neutro forma un sale interno. In soluzione, è in grado di coordinare le molecole di acqua con conseguente formazione di legami idrogeno molto forti, risultando un ottimo ingrediente ad azione umettante e idratante. Inoltre, la Betaina svolge una funzione riparativa e protettiva nei confronti delle mucose.

    Proprietà Cosmetiche

    La Betaina può essere impiegata in una varietà di prodotti cosmetici, che spaziano dai detergenti per corpo e capelli ai prodotti per lo skin care (creme viso, lozioni, gel, solari, deodoranti). Le proprietà osmolitiche della Betaina aumentano l’idratazione della pelle e migliorano la barriera cutanea.

    Inoltre, agendo come donatore di metile, la Betaina protegge le cellule dagli attacchi dei detergenti più aggressivi.

    In 21 soggetti sani, la Betaina ha alleviato gli effetti irritanti della pelle causati dai detergenti e diminuito le risposte allergiche 7.

    Essendo molto solubile in acqua, si inserisce facilmente nella fase acquosa della formulazione, dove contribuisce a ridurre la perdita di acqua del prodotto. È impiegata come idratante e umettante in un range di concentrazione compreso fra l’1 e il 10%.

    Le proprietà umettanti della Betaina possono proteggere la bocca da sostanze chimiche e altri irritanti del cavo orale 8, 9.

    Un dentifricio che conteneva Betaina ha ridotto i sintomi della secchezza delle fauci in uno studio (DB – RCT) su 45 individui. I pazienti hanno riportato meno secchezza delle labbra e difficoltà a mangiare 10.

    La Betaina possiede un ottimo profilo tossicologico (è impiegata anche come integratore alimentare) ed è adatta anche alle pelli più sensibili.


    FONTI ARTICOLO:


     




Le proprietà e gli usi del KUZU: allevia gastriti ed è addensante in cucina

Il Kuzu è una pianta selvatica rampicante originaria del Giappone, che dispone di moltissime proprietà benefiche. Essa viene utilizzata prevalentemente per ridurre i sintomi della dipendenza da alcool e da nicotina.

Cos’è il kuzu?

Il Kuzu o Kudzu (Pueraria montana lobata) è una pianta selvatica rampicante, originaria del Giappone ed appartenente alla famiglia delle Febacee (leguminose).

Questa pianta è perenne (definizione che si da a tutte le piante che vivono più di 2 anni) e molto longeva, tanto che riesce a vivere fino a 100 anni.
É un vegetale davvero resistente: le sue radici possono svilupparsi fino a raggiungere 100 metri di lunghezza, mentre i suoi rami possono crescere fino a 30 cm in un giorno e fino a 30 m in una stagione.

Questa pianta è costituita da rizomi lunghi e spessi, steli pelosi e foglie simili a quelle della vite. I fiori viola sono lunghi 25 cm e sono seguiti da semi piatti e pelosi che si dividono tra loro quando giungono a maturazione.

infusi.

caratteristiche infestanti, poiché si espande troppo rapidamente e impedisce alle piante spontanee di crescere e di creare biodiversità.

America, Europa e nella nostra Italia!
Di tale pianta si conoscono principalmente tre varietà, molto simili tra loro: Pueraria montana chinensis, Pueraria montana lobata e Pueraria montana thomsonii.

Questo incantevole vegetale viene utilizzato da molti secoli, in tutto il territorio orientale, come alimento o come rimedio naturale. Oggi, grazie alle sue numerose e conclamate proprietà, il kudzu è diventato popolare e molto usato anche nel mondo occidentale, poiché riconosciuto quale prezioso alleato per coloro che desiderano smettere di fumare.

Le sue proprietà, comunque, sono tantissime. Scopriamole insieme.

Proprietà terapeutiche e benefici del kuzu

  • Nella medicina cinese tradizionale il kudzu viene utilizzato da oltre 2000 anni e tuttora rappresenta una delle 50 erbe fondamentali per la fitoterapia.
    Questa pianta è sempre stata utilissima per guarire malattie infettive, difficoltà delle vie respiratorie, emicrania, psoriasi, diarrea, ipertensione, sintomi allergici e dolori muscolari.
  • Il kuzu è un gastroprotettore naturale, infatti alla sua radice è stata riconosciuta una forte proprietà lenitiva e alcalinizzante, utile per alleviare e risolvere diverse problematiche di natura gastro-intestinale come: acidità di stomaco, reflusso, colon e intestino irritabile, ulcere.
    Il kuzu agisce direttamente sulle mucose assorbendo gli acidi gastrici, facilitando la digestionee donando un immediato sollievo da dolori e bruciori. Per giunta, oltre a guarire, esso è anche in grado di prevenire la comparsa di acidità e la conseguente risalita di succhi gastrici verso l’esofago e le vie respiratorie.   
  • sintomi della dipendenza da alcool e da nicotina, ricoprendo un ruolo fondamentale nel contrastare i recettori di tali sostanze e impedendo l’insorgenza di crisi di astinenza.
    Gli studi condotti presso le Università del North Carolina e di Harvard hanno dimostrato che oltre a non presentare effetti collaterali rilevanti, il Kuzu (per mezzo degli isoflavoni) agisce sui neurotrasmettitori come la serotonina, il glutammato ed il GABA tanto da stimolare la produzione di dopamina. In tal modo esso si sostituisce a sostanze come droghe, tabacco, alcool e zuccheri, compensando il piacere che si prova attraverso la loro assunzione.
  • genisteina (agente anti-leucemico) e di daidzeina, ovvero una potenziale molecola in grado di agire contro il cancro. Essa risulta anche un importante antimicrobico e antinfiammatorio.
  • Il Kuzu può inoltre rappresentare un prezioso rimedio naturale in caso di ipertensione o emicrania, dal momento che gli isoflavoni in esso contenuti sono in grado di ridurre la pressione arteriosa, migliorando anche la circolazione del sangue e l’ossigenazione. Inoltre questa benefica pianta possiede anche proprietà antiossidanti che rallentano il restringimento delle arterie. Alcuni studi hanno dimostrato l’efficacia del kudzu anche nella cura dellangina pectoris nei soggetti cardiopatici.

 

Kuzu vegan

La finestra sul cielo

Il kuzu in cucina

cerotti, spray e gomme da masticare (ad uso terapeutico), per combattere diverse tipologie di dipendenza.

Tuttavia è possibile adoperare le radici e le foglie del kudzu anche in cucina, come addensante naturale per la preparazione di zuppe, salse e dessert.
Esso rappresenta infatti un validissimo sostituto all’amido di mais. In Giappone è ampiamente utilizzato come agente gelificante in salse, zuppe e piatti a base di noodle. (Leggi anche i 6 addensanti naturali per alimenti e cosmetici).  

Principali usi del kuzu

  • Polvere di radice come addensante. Per densificare un alimento consigliamo la seguente dose:
    un cucchiaio di polvere di radice di kuzu per il contenuto di una tazza di alimentoliquido, due cucchiaini per due tazze e così via. (Sciogliere un cucchiaio di kudzu in un cucchiaio di acqua e aggiungerlo al contenuto di una tazza di liquido).
  • Infuso di fiori di kudzu. I fiori di Kudzu, invece, vengono principalmente usati come infuso. In questo caso consigliamo di immergere 2 cucchiai di foglie secche di kudzu in una tazza di acqua bollente e filtrare dopo 5 minuti circa di infusione.
  • Bevanda. É possibile utilizzare il Kuzu anche come bevanda, sciogliendo la sua polvere in una tazza di acqua e mescolando fino ad ebollizione. In tal modo si ottiene un preparato al quale poter aggiungere latte di soia.

È possibile comprare il kuzu online, in erboristeria e in negozi biologici specializzati.

Il costo della polvere di radice è intorno ai 9 euro all’etto e può variare a seconda delle aziende produttrici.

 

Kuzu Biologico

Lima

Controindicazioni

Ad oggi non vi sono testimonianze di particolari effetti collaterali dovuti all’utilizzo del kuzu, nemmeno se usato in dosi elevate.

Tuttavia suggeriamo di assumere le dovute precauzioni con bambini, donne in gravidanza e in allattamento, almeno fino a quando gli studi scientifici non saranno in grado di dimostrare che, anche per tali soggetti, questa pianta risulta innocua al 100%.

Le persone cardiopatiche (che fanno uso di medicinali per compensare il malfunzionamento dell’apparato cardiocircolatorio) devono evitare di assumere kudzu, a meno che non vi sia la supervisione di un medico specializzato che ne attesti la sicurezza e che consigli il giusto dosaggio.
A causa delle sue proprietà ipotensive, i pazienti che assumono medicinali con la stessa funzione potrebbero riscontrare effetti collaterali importanti, come un eccessivo calo della pressione, al quale potrebbero far seguito una serie di conseguenze gravi.

Le donne che assumono pillole anticoncezionali devono evitare di consumare kudzu in tutte le sue forme, poiché questa pianta contiene sostanze che si comportano come gli estrogeni nell’organismo. Ciò vuol dire che, assunto insieme a questi medicinali, il kuzu ne riduce l’efficacia.

Anche i soggetti diabetici che fanno l’insulina o prendono medicinali ipoglicemizzanti devono evitare di mangiare i derivati di questa pianta, poiché la stessa ha le medesime proprietà (abbassa quindi il livello di zuccheri nel sangue).

Chiunque assuma abitualmente un qualsiasi tipo di medicinale deve sempre rivolgersi al proprio medico per ricevere consigli e delucidazioni sulla possibile aggiunta del kuzu nella propria alimentazione.




Un bichiere di acqua meglio di un antiacido
Lo dice uno studio

Quando ho letto questo articolo a cura di Sayer Ji, Founder fondatore americano del sito GreenMedInfo, non potevo non riportarlo anche su Vitamineral. Poi cercando ancora ho trovato anche altri studi che provano che l’acqua è la scelta migliore rispetto a tutti i farmaci e persino lo studio sullo zenzero è molto promettente per la cura dell’Helicobacter Pilory.

Punti salienti

  • In uno studio, l’acqua a confronto con gli antiacidi e IPP, si è rivelata estinguere l’acididità di stomaco e il reflusso molto efficacemente e senza effetti collaterali; visto anche su soggetti sani un bicchiere d’acqua aumenta immediatamente il pH gastrico; è importante che l’acidità di stomaco venga spenta subito e con l’acqua avviene prima rispetto ad un antiacido;
  • Uso occasionale dell’acqua e bicarbonato come rimedio per spegnere l’acidità, ma attenzione a non superare le dosi a causa del sodio. Uno studio ha dimostrato che un’acqua minerale ricca di bicarbonato di idrogeno può alleviare la frequenza e la gravità del bruciore di stomaco, migliorando così la qualità della vita;
  • In uno studio sulle bevande che migliorano o peggiorano lo stato di acidità, l’acqua risulta essere la migliore scelta.
  • Uno studio sullo zenzero dimostra una efficacia nel trattamento dei problemi digestivi e nello spegnere il bruciore di stomaco con una spesa inferiore in termini sia economici che di effetti collaterali.

GreenMedinfo

, i ricercatori hanno preso 12 soggetti sani che sono stati sottoposti a screening negativo per l’infezione da Helicobacter Pylori e hanno somministrato loro una singola dose orale dei seguenti agenti:

  • Antiacido
  • Ranitidina (Zantac)
  • Omeprazole (Prilosec / Losec)
  • Esomeprazolo (Nexium)
  • Rabeprazole (AcipHex)

  • I risultati sono stati discussi in maggiore dettaglio:
Cosa preferiresti fare?
Infezioni da Clostridium
  • Diarrea
  • Polmonite
  • Carenza di vitamina C
  • Tumore gastrico
  • Fratture ossee
  • Carenza di magnesio
  • miopatie
  • Carenza di vitamina B12
  • L’acqua minerale ricca di bicarbonato può alleviare la frequenza dei bruciori di stomaco ed il reflusso gastroesofageo. A spiegarlo è uno studio pubblicato sulla rivista “World Journal of Gastrointestinal Pathophysiology” che ha coinvolto 50 pazienti in età compresa tra 18 e 64 anni, che soffrivano di bruciori di stomaco, almeno 2 volte a settimana per una durata minima di 3 mesi.

    I partecipanti hanno bevuto 1.5 L di acqua per 6 settimane: 300 mL ai pasti tre volte al giorno, la rimanente durante la giornata. Tutti i parametri del reflusso gastro-esofageobruciore di stomaco, rigurgito e dispepsia (cattiva digestione) sono migliorati in modo significativo bevendo acqua.

    Quanto bicarbonato di sodio si può bere?

    Gli adulti, fatta eccezione per le donne in gravidanza, possono assumere circa mezzo cucchiaino di bicarbonato diluito in almeno 125ml di acqua, equivalenti a circa mezzo bicchiere.

    Va notato che sulle confezioni di bicarbonato di sodio commercializzate negli Stati Uniti si specifica che tale dosaggio può essere assunto ogni 2 ore, senza però superare nell’arco delle 24 ore i sette cucchiaini e mezzo o i tre cucchiaini e mezzo in caso si abbia più di 60 anni12. Si raccomanda anche di non superare le due settimane consecutive di assunzione.

    Usa il bicarbonato di sodio per il bruciore di stomaco

    Trattare il bruciore di stomaco con bicarbonato di sodio potrebbe essere proprio un trucchetto salvavita, poiché questo rimedio casalingo si trova in quasi tutte le credenze. Forse non sai nemmeno di averlo in casa! Il potere del bicarbonato di sodio deriva dalla sua capacità di neutralizzare l’acido gastrico e quindi calmare il bruciore all’esofago.

    Quando avverti bruciore, sciogli un po’ di bicarbonato di sodio (circa un cucchiaino) in un bicchiere d’acqua e bevilo lentamente. Ma prima di correre in cucina e vedere se ce n’è ancora, un’altra avvertenza: non usare il lievito in polvere o cose simili, solo il bicarbonato di sodio! E se stai seguendo una dieta a basso contenuto di sodio, faresti meglio a consultare un medico prima di usare il bicarbonato di sodio per il bruciore di stomaco.

    Quando non usare il bicarbonato di sodio

    Gli effetti collaterali del bicarbonato di sodio possono essere più frequenti o intensi in soggetti affetti da particolari condizioni.

    Innanzitutto il bicarbonato, per il suo elevato contenuto di sodio, non dovrebbe essere utilizzato in soggetti affetti da:

    • insufficienza renale.

    I pazienti che assumono diuretici non dovrebbero utilizzare il bicarbonato di sodio, non solo per il suo contenuto di sodio, ma anche per il rischio di ipokaliemia13.

    Il bicarbonato non andrebbe somministrato in bambini di età inferiore a 5 anni. Casi di convulsioni e depressione respiratoria sono stati segnalati in questa fascia d’età1415. In particolare la crisi si è verificata in un bambino di 6 settimane che aveva ricevuto “un pizzico” di bicarbonato dalla madre per aiutarlo a ruttare.

    Vediamo lo studio:

    Obiettivo: indagare l’efficacia e la sicurezza dell’acqua minerale ad alto contenuto di idrogeno carbonato (bicarbonato) nei pazienti con bruciore di stomaco.

    METODI:

    Questo studio pilota clinico aperto, monocentrico, a braccio singolo ha arruolato 50 pazienti, di età compresa tra 18 e 64 anni, che avevano sofferto di bruciore di stomaco almeno due volte a settimana per almeno 3 mesi prima di entrare nello studio. Il trattamento farmacologico del bruciore di stomaco non era consentito e venivano esclusi i pazienti con gravi malattie organiche.

    RISULTATI:

  • e la durata media dei sintomi di bruciore di stomaco di 19 minuti (ITT) (P = 0,002).
  • CONCLUSIONE:

    L’acqua è la miglior bevanda per spegnere i bruciori di stomaco

    Sembra quasi impossibile, ma tra le tutte bevande esaminate in soggetti sofferenti di disturbi occasionali allo stomaco, l’acqua è ancora risultata la migliore scelta per spegnere i bruciori. Certo, non è che l’acqua sia un metodo di cura da scegliere se i disturbi persistono, ma sapendo questo fatto si potrebbe evitare di ricorrere subito e costantemente all’uso dei farmaci che sappiamo essere portatori di molteplici problemi accessori e non desiderati.

    Vediamo lo studio tradotto:

    Associazione tra assunzione di bevande e incidenza dei sintomi da reflusso gastroesofageo
    PMID: 31786327 DOI: 10.1016/j.cgh.2019.11.040

    Astratto

    Contesto e obiettivi: ai pazienti viene spesso consigliato di eliminare caffè, tè e/o soda per ridurre i sintomi del reflusso gastroesofageo (GER), come bruciore di stomaco o rigurgito. Tuttavia, non c’erano dati provenienti da studi prospettici a supporto di queste raccomandazioni.

    Metodi:

    Risultati:

    Conclusioni:

  • Al contrario, il consumo di acqua, succhi o latte non era associato ai sintomi del GER.
  • Bere acqua invece di caffè, tè o soda ha ridotto il rischio di sintomi di GER.
  • Effetto fisiologico come indicato in confezione: Cannella, zenzero, pepe nero, finocchio, chiodi di garofano e menta piperita agiscono favorevolmente sulle funzioni fisiologiche della digestione.

    Dose giornaliera raccomandata: 6 compresse (2 compresse tre volte al giorno dopo i pasti principali).

     


    ZENZERO
    traduzione dello studio sullo ZENZERO

    Astratto

    Helicobacter pylori è stato identificato come un importante ulcerogeno in aggiunta allo stress ossidativo e ai farmaci antinfiammatori non steroidei. In questo documento, riportiamo le frazioni fenoliche senza zenzero (GRFP) e le frazioni fenoliche idrolizzate allo zenzero (GRHP) dello zenzero (Zingiber officinale) come potenti inibitori della crescita di PPA e H. pylori.

    GRFP e GRHP hanno inibito PPA a un IC(50) di 2,9 +/- 0,18 e 1,5 +/- 0,12 microg/mL, esibendo una potenza da sei a otto volte migliore rispetto al lansoprazolo. GRFP è costituito da acidi siringico (38%), gallico (18%) e cinnamico (14%) e GRHP da acido cinnamico (48%), p-cumarico (34%) e caffeico (6%) come principali acidi fenolici.

    GRFP e GRHP hanno inoltre mostrato scavenging dei radicali liberi (IC(50) 1,7 +/- 0,07 e 2,5 +/- 0,16), inibizione della perossidazione lipidica (IC(50) 3,6 +/- 0,21 e 5,2 +/- 0,46), protezione del DNA (80% a 4 microg) e capacità di potere riducente (80-338 U/g) che indicano forti proprietà antiossidanti.

    Zenzero Attivo – Integratore alimentare a base di Zenzero

    Benefici

    Tradizionalmente lo Zenzero viene utilizzato per: sostenere le funzioni digestive, contrastare la nausea e le tensioni localizzate, favorire il benessere articolare, contrastare i dolori del ciclo mestruale, contrastare le affezioni che possono interessare le alte vie respiratorie, come mal di gola e raffreddore.
    Vanta inoltre proprietà benefiche sulla circolazione sanguigna e sulla funzionalità dei vasi sanguigni.


    Astratto

    I rizomi di Zingiber officinale Roscoe (Zingiberaceae), comunemente noto come zenzero, sono un’importante spezia da cucina e possiedono anche una miriade di benefici per la salute. I rizomi sono stati utilizzati fin dall’antichità nei vari sistemi di medicina tradizionale per curare artriti, reumatismi, distorsioni, dolori muscolari, dolori, mal di gola, crampi, ipertensione, demenza, febbre, malattie infettive, catarro, malattie nervose, gengiviti, mal di denti, asma, ictus e diabete.

    Lo zenzero è anche usato come rimedio casalingo ed è di immenso valore nel trattamento di vari disturbi gastrici come costipazione, dispepsia, eruttazione, gonfiore, gastrite, disagio epigastrico, ulcere gastriche, indigestione, nausea e vomito e studi scientifici hanno convalidato gli usi etnomedicinali.

    Lo zenzero si è anche dimostrato efficace nella prevenzione delle ulcere gastriche indotte da farmaci antinfiammatori non steroidei [FANS come indometacina, aspirina], reserpina, etanolo, stress (ipotermico e nuoto), acido acetico e ulcerazioni gastriche indotte da Helicobacter pylori negli animali da laboratorio.

    Vari studi preclinici e clinici hanno anche dimostrato che lo zenzero possiede effetti antiemetici contro diversi stimoli emetogeni. Tuttavia, rapporti contrastanti, specialmente nella prevenzione della nausea e del vomito indotti dalla chemioterapia e della chinetosi, ci impediscono di trarre conclusioni definitive sulla sua efficacia come antiemetico ad ampio spettro.

    Questa recensione riassume i vari effetti gastroprotettivi dello zenzero e sottolinea anche gli aspetti che garantiscono la ricerca futura per stabilire la sua attività e utilità come agente gastroprotettivo nell’uomo.

    https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23612703/

     

    Zenzero – Capsule

    È utile per favorire le funzioni digestive, la regolarità gastrointestinale.

    Lo zenzero agisce come antinausea.

    Modalità di utilizzo: 1-2 capsule al giorno preferibilmente dopo i pasti.


    (soliti prescritti omeprazolo)
    In sintesi questi studi indicano che un uso prolungato e continuativo degli Inibitori di Pompa Protonica (pantoprazolo, lansoprazolo e omeprazolo) può portare alle seguenti conseguenze:
    • Carenza di magnesio
    • Carenza di vitamina B12
    • Carenza di Vitamina C
    • Proliferazione batterica dell’intestino tenue
    • Calcoli renali
    • Demenza
    • Polmonite
    • Asma
    • Cancro al Pancreas, esofago e stomaco
    • Peritonite batterica
    • Gastroenterite da C Difficile
    • Infezioni ospedaliere
    • Frattura anca ed osteoporosi
    • Infarto del miocardio
    Scopri cos’è il Bicarbonato di magnesio, un altro rimedio utile ed alla portata di tutti



    Helicobacter Pylori: smontiamo le bugie
    Dottor Gabriele Prinzi

    Credit immagine Vitamineral

     

    Da un articolo del Dr Gabriele Prinzi

    Non di solo antibiotico muore l’Helicobacter: smontiamo le bugie.

    Si suppone che circa il 50% della popolazione mondiale ne è infetto.


    Tra cui la resistenza acquisita contro gli antibiotici.

    Ma andiamo per gradi.

    La terapia farmacologica infatti si basa su ALMENO DUE ANTIBIOTICI combinati con una doppia dose di inibitore della pompa protonica (IPP).
    Il problema principale della terapia di eradicazione è la resistenza crescente di HP agli antibiotici più comunemente usati.



    Quindi, è CERTIFICATO SCIENTIFICAMENTE che il trattamento antibiotico HP a lungo termine determina una modifica qualitativa e quantitativa della flora intestinale (disbiosi) e determina la selezione di ceppi antibiotico-resistenti di HP e di altri batteri intestinali.

    Chi questo lo nega TI STA MENTENDO.


    QUALI BENEFICI TI CHIEDERAI?


    Senza misurare gli effetti a medio lungo termine.
    Che oggi abbiamo misurato.
    Comunque, alla ricerca di nuove terapie anti- HP abbiamo guardato al passato, nel campo delle piante terapeutiche.

    Fitoterapici per la cura della Sovracrescita dell’Helicobacter Pylori

    Numerosi studi sono stati condotti su un gran numero di varietà vegetali, che esibiscono le proprie azioni anti-HP attraverso diversi meccanismi: effetti antisecretori o curativi, antiossidanti e antinfiammatori.
    Un esempio?
    ridurre l’adesione di HP alla mucosa gastrica.

    E agli effetti collaterali

    Le erbe medicinali offrono un’altra opportunità per inibire l’HP.
    E alcune potrebbero anche fornire un approccio efficace per ridurre il rischio di cancro allo stomaco.
    Perché sono uno che crede che DEVI SAPERE LA VERITÀ e avere le informazioni giuste per poter fare una SCELTA.
    Perché la tua salute vale!

    LINK AL LAVORO ORIGINALE:

    https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7248673/


    Il lavoro preso in esame dal dottor Prinzi considera oltre 200 lavori su Erbe Mediche da tutte le parti del mondo e culture diverse e tutte in relazione allo stomaco con un problema dall’Helicobacter Pylori.
    Eppure la medicna Classica Ortodossa del farmaco come unica cura continua ad usare gli antibiotici con le conseguenze che sappiamo.

    Allego parte della traduzione coi referimenti

     Meccanismi di piante medicinali come anti-H.pylori

    Inibizione dell’urea

    Lo stress ossidativo

    Attività antiaderente

    Relazione attività struttura

    Fig. 2) sono discussi all’interno di questa recensione in Tavolo 2.

    Elenco di alcune delle piante per la riduzione delle ulcere da HP, gastroprotezione, effetti antinfiammatori ed antiossidanti.


    Olio essenziale di Baccharis dracunculifolia DC, Boesenbergia rotunda (L.), acido boropinico, Cochlospermum tinctorium, Chamomilla recutita, foglie di Cistus laurifolius, Citrus Lemon (Rutaceae), Citrus aurantium, Cocculus hirsutus, Croton reflexifolius,  diterpene Plaunotol isolato dalle foglie di plau-noi, estratto EtOH della corteccia del gambo di Calophyllum, Casearia sylvestris, Cyrtocarpa procera Kunth (Anacardiaceae),

    Garcinia kola seed., Garcinia achachairu Rusby (Clusiaceae), Geranium wilfordii, Geum iranicum, Germogli di broccoli, Green tea extract in Mongolian gerbils, Amphipterygium adstringens, corteccia di Bridelia micrantha, corteccia di gambo di Khaya senegalensis A, Davilla elliptica e Davilla nitida, Desmostachya bipinnata, Dittrichia viscosa, Eucalyptus camaldulensis, Eucalyptus torelliana, Eucalyptus globulus, Eupatorium aschenbornianum, frutti di Feijoa sellowiana, radici di Ferulago campestris (Apiaceae),

    Hancornia speciosa, Fungo Lion’s Mane, Hericium erinaceus (Basidiomiceti superiori), Sanguinaria canadensis e Hydrastis canadensis,  Hyptis suaveolens, Ixeris chinensis, Larrea divaricata Cav (jarilla), foglie di Mangifera indica L., Mastice di Chios, Morus alba, Musa sapientum, Myroxylon peruiferum, Myrtus communis , estratto di foglie di Olea europaea, Ocimum sanctum (Holy Basil),

    Paeonia lactiflora Pelargonium sidoides, gambo di Calophyllum brasiliense, estratti di Calotropis procera, Cichorium intybus, corteccia delle radici di Hippocratea excelsa (Hippocrataceae), Pistacia terebinthus galls, Glycyrrhiza glabra L, Impatiens balsamina L, Satureja hortensis L., Alchornea triplinervia, blackberry leaves (Rubus ulmifolius),

    Simaba ferruginea, Senecio brasiliensis, Pausinystalia yohimbe, Physalis peruviana calyces, propoli brasiliana, Syngonanthus bisulcatus (Eriocaulaceae), indigo plant (Polygonum tinctorium Lour.), Panax ginseng, Peperomia pellucida, Chancapiedra Phyllanthus niruri L., Physalis alkekengi L., Piper carpunya, Piper multiplinervium, Plectranthus grandis, Plumbago zeylanica L., Polygala cyparissias, Potentilla, Psoralea corylifolia, Pteleopsis suberosa, Punica granatum pericarps,


    Quercus infectoria, Qualea parviflora, Rabdosia trichocarpa, Rubus imperialis, Rutina, Sclerocarya birrea (Anacardiaceae), Solanum paniculatum , Lamiaceae Sphacele chamaedryoides (Balbis), Strychnos pseudoquina St. Hil. (Loganiaceae), Syzygiumaromaticum ,

    Oroxylum indicum, Tabebuia impetiginosa, Termitomyces eurhizus, Terminalia chebula Retz, polvere di Shoya, oli essenziali di Thymus vulgaris, Tithonia diversifolia,  Uncaria rhynchophylla, ginger Zingiber officinale.

     


    References

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    Patologie Gastriche e Vitamina C

    Midsection Of Woman With Hands On Stomach Standing Against Gray Background, Gastritis, Female Anatomy Concept Crediti immagine a Obesità.org

    Tuttavia chi soffre di Reflusso Gastro-esofageo e/o gastrite è titubante a prendere vitamina C e comunque potrebbe avvertire un certo disturbo bevendo una soluzione di Acido ascorbico puro.
    Stabilto da molti studi che anche le problematiche della mucosa del tubo digerente sono state trovate con carenti di vitamina C e che quindi la sua integrazione potrebbe giovare, si può ovviare al disturbo eventuale della acidità in diversi modi
    1. Aggiungendo alla soluzione si Acido Ascorbico un pizzico di Bicarbonato di sodio per tamponare l’acidità.
    2. Usare l’Ascorbato di Magnesio
    3. Assumere la Vitamina C dopo i pasti o uno spuntino
    4. Usare vitamina C Liposomiale

    anni ’30 e ’50. Gran parte di questa vasta letteratura è stata effettivamente “persa”.

    possibilmente attraverso la capacità dell’Acido Ascorbico di ridurre il danno ossidativo alla mucosa gastrica eliminando i composti cancerogeni N-nitrosi e liberando radicali e attenuando la cascata infiammatoria indotta da H. pylori.

    A volte, guardare indietro può aiutare a tracciare la strada da seguire.

     

    Il presente studio per intero lo trovate qui da tradurre con Google


    Vitamina C – Quale acquistare

    https://www.vitamineral.it/vitamina-c-quale-acquistare/




    Zenzero: che cosa è, come usarlo e controindicazioni

    Tra le innumerevoli proprietà benefiche dello zenzero ci sono quelle antiulcera, e antiossidanti e antinfiammatorie.

    Articolo tratto e rielaborato da sapere salute

    Da molto tempo, lo zenzero sembra essere arrivato sui menù delle nostre tavole e su quelle della cucina occidentale, ma le sue origini non sono nostrane: vengono da lontano. La radice dello zenzero infatti, è un prodotto utilizzato da secoli nella cucina tradizionale orientale, anche grazie ai suoi benefici.

    Tra le innumerevoli proprietà benefiche dello zenzero ci sono quelle antiulcera, e antiossidanti e antinfiammatorie.

    Che cos’è

    Lo zenzero (Zingiber officinalis) è una pianta erbacea perenne appartenente alle Zingiberaceae, specie di cui fanno parte anche le piante di curcuma e cardamomo.

    Molte delle proprietà della radice si devono al gingerolo, il composto oleoso principale dello zenzero.

    Lo zenzero ha un sapore tipico, pungente e leggermente piccante, con un gusto che ricorda il limone. Molto usato nella cucina orientale, da alcuni anni si è diffuso anche nell’alimentazione occidentale ed europea. La sua rapida diffusione ha permesso di poterlo acquistare prima in negozi specializzati nella vendita di prodotti biologici e naturali, fino ad arrivare ai grandi supermercati di tutto il mondo. Oggi, trovare della radice di zenzero è molto semplice da reperire, come è semplice il suo utilizzo in numerosi tipi di ricetta.

    Viene impiegato per la preparazione di dolci natalizi, in particolare biscotti, bevande come cocktails e drink analcolici, e in cucina soprattutto per pietanze a base di pesce. Lo zenzero candito è usato nella guarnizione di macedonie, yogurt, gelati e nella preparazione di dolci, ma si può anche mangiare come snack ed è possibile prepararlo in casa, a partire dalla radice fresca.

    Lo zenzero contiene, oltre ad acqua, carboidrati e proteine, anche alcuni sali minerali tra cui:

    • calcio
    • fosforo
    • sodio
    • potassio
    • magnesio
    • ferro
    • manganese
    • zinco

    È la radice di zenzero la parte della pianta utilizzata come spezia.

    Quando può essere usato

    Lo zenzero è un alimento versatile che si presta a essere utilizzato sotto diverse forme, a seconda dell’impiego:

    • fresco
    • essiccato
    • in polvere
    • sotto forma di olio essenziale o succo.

    protezione naturale dagli agenti esterni e dall’eccesso di sebo. Ne consegue che l’utilizzo di questo prodotto sia diventato con il tempo una delle principali indicazioni da seguire per la cura e pulizia quotidiana della pelle di molte persone.

    Proprietà e benefici dello zenzero

    Secondo la medicina ayurvedica lo zenzero possiede numerose proprietà curative.

    Tradizionalmente noto come rimedio per i problemi digestivi, viene assunto in caso di dispepsie, coliche e casi di iperacidità gastrica. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato un suo effetto antiemetico e antinausea.

    Lo zenzero mostra anche attività antinfiammatorie e antiossidanti, oltre a proprietà ipocolesterolemizzanti.

    Zenzero come rimedio naturale

    Lo zenzero è utilizzato da secoli come rimedio naturale e sono ormai numerosi gli studi scientifici che ne stanno indagando i reali effetti sulla salute dell’uomo.

    Gli effetti favorevoli dello zenzero sono numerosi, vediamone alcuni.

    Per quanto riguarda il benessere di stomaco e intestino, si ipotizza che lo zenzero:

    • abbia un effetto digestivo in quanto sembra stimolare la secrezione di saliva e di succhi gastrici e biliari, facilitando la digestione
    • possa essere utile in caso di gastrite
    • stimoli l’appetito
    • sia in grado di contrastare la formazione di gas intestinale, in quanto sembra sfavorire l’accumulo di tossine e la fermentazione causate dai batteri.

    infuso preparato con mezzo litro di acqua e 5 grammi di zenzero. Utile in alternativa masticare un pezzetto di radice fresca. L’effetto antinausea sembra essere dovuto all’effetto esercitato sulle pareti dello stomaco e dell’intestino.

    calmante contro il dolore.

    Una proprietà più recentemente suggerita da studi scientifici riguarda la sua azione sui livelli degli zuccheri nel sangue. Una ricerca iraniana, per esempio ha ipotizzato che l’assunzione quotidiana di due grammi di polvere di zenzero possa ridurre il rischio di complicanze croniche del diabete.

    Lo zenzero viene anche inserito tra i rimedi della nonna” per combattere le infezioni. Il gingerolo sembra infatti contrastare la crescita dei batteri presenti nella bocca, responsabili dell’infiammazione delle gengive. Anche le infezioni respiratorie, come raffreddore, tosse e mal di gola, secondo la tradizione popolare potrebbero trarre giovamento dalle sue proprietà antisettiche e di stimolo per il sistema immunitario.

    Tra le proprietà dello zenzero, anche quella antiossidante: secondo alcuni studi sarebbe in grado di contrastare lo stress ossidativo e la risposta infiammatoria dell’organismo. Per questo si ipotizza che il suo impiego possa essere utile nel contrastare il declino cognitivo e la perdita di memoria.

    Alcuni studi stanno infine indagando la possibilità che lo zenzero possieda una proprietà ipolipemizzante, che potrebbe essere utile per abbassare i livelli di colesterolo.

    Meccanismo d’azione

    Le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie sono probabilmente dovute ai composti fenolici contenuti nella pianta. Tra le attività farmacologiche, oltre a quelle sopra citate, ci sono attività antitumorali e antivirali.

    Indubbiamente, nei paesi orientali, lo zenzero è stato e continua ad essere una fonte di beneficio per molte persone, che lo considerano ancora un rimedio importante per affrontare molti disturbi di cui abbiamo accennato in precedenza. Spesso la sua assunzione avviene in maniera semplice, sotto forma di tisana o infuso, così da esaltarne profumo, aroma e sapore.

    Come si presenta

    Oltre che come radice fresca, lo zenzero è reperibile sotto altre forme. Le preparazioni derivate dalla radice (estratti e tinture) possono essere infatti acquistate in farmacia e nelle erboristerie. Esistono numerosi integratori a base di zenzero, in capsule (contenenti solitamente zenzero in polvere) o compresse.

    Modalità di assunzione e dosi giornaliere

    Le proprietà dello zenzero sono state studiate con dosi giornaliere che vanno da 0,5 a 4 g di polvere essiccata.

    La posologia consigliata è di:

    • 0,5-2 g di estratto secco di radice (cioè standardizzato nel principio attivo), titolato in gliceroli minimo 4%, in dose unica o suddivisa durante il giorno
    • rizoma in polvere: 0,25-1 g, tre volte al giorno
    • come infuso o come decotto va usato alla dose di 0,25-1,0 g in 150 ml di acqua bollente per 3 volte al giorno
    • come tintura madre 1,25-5 ml per 3 volte al giorno di una tintura con rapporto grammi/millilitro (g/ml) di 1:5
    • se si usa un estratto fluido 0,25-1,0 ml di un estratto 1:1 (g/ml), tre volte al giorno
    • la radice fresca può essere consumata nella misura di 15/20 g al giorno.

    Controindicazioni ed effetti collaterali dello zenzero

    L’estratto di zenzero può essere responsabile di fenomeni irritativi gastroduodenali. Può aumentare l’attività di anticoagulanti orali, dei farmaci antinfiammatori e degli antiaggreganti piastrinici.

    Inoltre può interferire con farmaci antidiabetici e con calcio-antagonisti utilizzati nella terapia dell’ipertensione.

    Le reazioni allergiche allo zenzero in generale inducono eruzioni e, nei soggetti sensibili, lo zenzero può causare mal di stomaco, gonfiore, produzione di gas, specialmente se assunto sotto forma di polvere, ma sono rare.

    È bene quindi evitarne l’assunzione nei casi di sospetta allergia nei confronti di un suo componente e comunque è opportuno non esagerare con le quantità di radice fresca.

    Lo zenzero è controindicato in gravidanza, durante l’allattamento e nei bambini, e in presenza di ulcere e calcoli biliari.

    Zenzero nell’alimentazione quotidiana

    Lo zenzero è entrato ormai a far parte della dieta abituale di molti, e si presta a svariati usi in cucina, sia come spezia aggiunta a secondi piatti, sia in abbinamento a frutta di stagione e nella preparazione di dolci.

    Può essere inoltre utilizzato come rimedio naturale aggiungendolo durante la preparazione di tisane, per esempio in combinazione con la cannella. Si utilizzano in questo caso circa 10 grammi di radice fresca, che viene tagliata a fette dopo aver tolto la pellicina esterna. Dopo una bollitura di 7/8 minuti filtrare e dolcificare con miele. Volendo potete utilizzare anche un dolcificante, miele o eritritolo.

    Aggiungendo del peperoncino si ottiene una bevanda che sembra possa aiutare a dimagrire. In questo caso, lo zenzero è annoverato tra gli alimenti adatti per chi desidera mantenere o migliorare la propria linea, e sta seguendo un regime alimentare specifico per questo scopo.

    Come conservarlo

    Lo zenzero fresco non si conserva a lungo. Per questo il modo migliore di preservarne le proprietà è quello di congelarlo, magari già porzionato o grattugiato. Nel caso in cui si voglia conservarlo in frigorifero, è opportuno riporre la radice in un sacchetto di carta o in un foglio di carta da cucina.

    L’estratto fresco di zenzero si conserva bene per una settimana se associato a succo di limone e tenuto in frigo.


    Proposte per ZENZERO

    Lo Zenzero (Ginger) si acquista come tubero fresco in tutti i negozi e supermercati. Oppure in forma di infuso o in polvere, o aggiunto ad altri alimenti ed altre spezie specialmente la Curcuma altra tubero molto utile nelle infiammazioni.

    TISANE E SUCCHI

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    Prodotti mix sinergici con Zenzero

    • Repair 24-7 – Integratore a base di L-Glutammina e N-Acetil L-Glutammina, estratti vegetali di Malva Kudzu, Liquirizia, Topinambur, Zenzero e Zinco
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    Altri prodotti con Zenzero

     

     

     

    Fonti