La Vitamina D e Coenzima Q10 diminuiscono l’effetto negativo delle statine

Sconsigliamo di prendere con tanta leggerezza le statine perché solitamente vengono prescritte senza alcuna necessità, ma qualora fosse proprio necessario prenderle dovete sapere che…

Uno studio controllato di alta qualità in aperto dall’Ospedale Ebraico di Cincinnati ha rilevato che la supplementazione di vitamina D riduce drasticamente questi effetti collaterali negli utilizzatori di statine:

Sebbene si tratti di uno studio non controllato (tutti i pazienti sono stati trattati), è improbabile che uno studio controllato randomizzato possa essere condotto in quanto i comitati etici non consentirebbero a un gruppo placebo carente di vitamina D di non essere curato per tutta la durata dello studio.

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Evitare gli effetti collaterali e ottenere la massima efficacia

Tratto dal sito VitaminDoctor

Nella maggior parte dei pazienti trattati con statina e coenzima Q10 dolori e debolezza muscolari si riducevano del 50%. Il coenzima Q10 è un cofattore fondamentale nella produzione di energia cellulare e una sua carenza provoca di conseguenza una ridotta fornitura di energia a livello cellulare che, si presume, sia corresponsabile dei dolori muscolari.

Dosaggio e consigli per l’assunzione del coenzima Q10

Insieme ai farmaci che abbassano il colesterolo, si consiglia di assumere da 100 a 300 milligrammi  di coenzima Q10 al giorno, preferibilmente ai pasti e insieme ad alimenti contenenti grassi che ne favoriscono l’assorbimento nell’intestino.

Esistono due forme di coenzima Q10:

  • Ubiquinone (il normale coenzima Q10)
  • e Ubiquinolo.

Quest’ultimo è più costoso, ma è già attivo e quindi direttamente disponibile per l’organismo. L’ubiquinolo attivo è particolarmente adatto quando si vuole ottenere un effetto rapido e immediato; inoltre, è più facilmente assorbibile dall’intestino rispetto all’ubiquinone.

“Tuttavia il dr Stephen Sinatra (noto cardiologo) riferisce che vanno bene sia l’ubichinone che l’ubichinolo, ma di solito raccomanda l’ubichinone perché è la forma utilizzata nella maggior parte degli studi clinici ed è meno costosa.”

Una combinazione efficace: il coenzima Q10 e la carnitina hanno un effetto sinergico se assunti insieme. Infatti, mentre il primo è responsabile della produzione dell’energia nelle cellule, la carnitina si occupa del trasporto degli acidi grassi necessari.

Presenza del coenzima Q10 nel sangue

Si tratta comunque di un valore indicativo e non di un valore di riferimento preciso. Ciò non significa che in caso di valori inferiori sia assolutamente necessario assumere degli integratori a base di coenzima Q10. Prima di prendere in considerazione questa possibilità, si deve sempre tenere conto della sintomatologia presente, ad esempio se si soffre di dolori muscolari quando si assumono farmaci che abbassano il livello di colesterolo. In questo caso non è necessario misurare il livello del coenzima Q10.

Alcuni studi hanno dimostrato che i farmaci contro il colesterolo alto erano più efficaci se i soggetti in studio non presentavano una carenza di vitamina D e anzi ne assumevano anche delle dosi integrative. Nei soggetti che alla statina abbinavano anche la vitamina D è stato rilevato un livello di colesterolo inferiore fino a 22 milligrammi rispetto al gruppo che assumeva solo statina. In un altro studio la statina risultò addirittura inefficace se i partecipanti allo studio soffrivano di una carenza di vitamina D.

Inoltre, secondo una revisione sistematica, ovvero una pubblicazione scientifica di alto livello nella quale i ricercatori analizzano in modo critico più studi su un tema, i dolori muscolari si manifestavano con maggiore frequenza nei soggetti con carenza di vitamina D.

Si consiglia di integrare l’assunzione di statine con una dose giornaliera di vitamina D compresa tra 4.000/8.000 Unità internazionali.

In caso di carenza, però, questa dose può anche essere superiore. Per maggiori informazioni sul corretto dosaggio, consultare l’articolo sulla vitamina D.

Il momento migliore per assumere la vitamina D è durante i pasti. Si tratta infatti di una vitamina liposolubile e quindi può essere assorbita nell’intestino solo in presenza di grassi. Ricordate che sono già sufficienti quelli contenuti negli alimenti.

Rilevazione del livello di vitamina D in laboratorio

Se si assumono farmaci contro il colesterolo, si consiglia di misurare anche il livello di vitamina D nel sangue, perché solo così è possibile compensare in modo efficace una possibile carenza.

Dagli esami del sangue si determina il livello della cosiddetta vitamina D 25 (OH) presente nel siero, la parte liquida senza cellule sanguigne.

Ricorrere alla supplementazione con vitamina D in pazienti in stato carenziale affetti da miopatia indotta da statine sembra essere una strategia efficace per migliorare la tolleranza a questa classe di farmaci ipolipidemizzanti e, di conseguenza, prevenire sia l’insorgenza di eventi CV che la mortalità.
 
Queste le conclusioni di un piccolo studio USA, pubblicato su Journal of Pharmacy Practice, condotto su veterani di guerra, che, se sarà confermato in studi dimensionati ad hoc, implementerà le possibilità d’impiego future della supplementazione vitaminica.

Razionale dello studio

Sia la mialgia che la rabdomiolisi sono state associate all’impiego di questa classe di farmaci ipolipidemizzanti, con tassi di incidenza di miopatia superiori al 10%.
 
Alcuni studi hanno suggerito l’esistenza di un’associazione tra bassi livelli di vitamina D e un innalzamento del rischio di problemi muscolari indotti da statine, ricordano gli autori nell’introduzione al lavoro.
Per spiegare quest’associazione, continuano “è stata avanzata l’ipotesi che il deficit vitaminico D determini uno shunting preferenziale del citocromo P-450 3A4 all’idrossilazione della vitamina D, con conseguente riduzione dei livelli di CYP3A4 disponibile per il metabolismo delle statine, con conseguente aumento della tossicità dovuta a questi farmaci”.
 
“Recentemente – aggiungono i ricercatori – alcuni studi hanno mostrato che la correzione di bassi livelli di vitamina D si associa con la regressione della miopatia associata a statine, consentendo la continuazione del trattamento ipolipidemizzante in pazienti precedentemente intolleranti a questa classe di farmaci. In questi studi, tuttavia, i pazienti erano sottoposti a supplementazione vitaminica concomitante con la continuazione della terapia con statine inizialmente prescritta (a dosaggio/frequenza ridotti) o con una statina differente”.
 
Di conseguenza, non era chiaro se la riduzione osservata delle miopatia fosse da ascrivere ad una variazione del regime di trattamento con statine piuttosto che alla supplementazione vitaminica per sé.
Di qui il nuovo studio, avente come obiettivo primario quello di determinare se pazienti precedentemente intolleranti alle statine fossero in grado di tollerare il trattamento senza avere problemi di mialgia dopo supplementazione vitaminica D.
 
Gli obiettivi secondari, invece, consistevano nell’esaminare le variazioni dei livelli vitaminici nel sangue, i profili lipidici a digiuno, nonché la capacità dei pazienti di raggiungere i goal lipidici dopo riavvio della terapia con statine.

Disegno dello studio e risultati principali

I ricercatori hanno identificato pazienti inviati in Clinica Lipidologica dal loro medico di famiglia. Questi erano di età uguale o superiore a 18, con bassi livelli sierici di vitamina D al reclutamento (la condizione di deficit vitaminico D era definita da livelli sierici di 25(OH)D inferiori a 30 ng/L), una storia documentata di mialgia indotta da statine e non desiderosi di re-iniziare il trattamento con statine a meno di un intervento in grado di correggere la loro intolleranza al trattamento.
 
Una volta inclusi nello studio, i partecipanti alla sperimentazione sono stati sottoposti, inizialmente, ad una dose di carico con ergocalciferolo (vitamina D2 – 50.000 UI/settimana per 8-12 settimane), seguita da una dose di mantenimento giornaliera di colecalciferolo (vitamina D3 – 800-1.000 UI/die).
 
In alcuni casi le statine erano assunte a giorni alterni se dotate di emivita lunga.
Atorvastatina, pravastatine e rosuvastatina sono risultate essere le statine maggiormente utilizzate dal campione di pazienti in studio, In alcuni casi (40% dei casi) è stata adottata una posologia di somministrazione a giorni alterni (soprattutto se ad essere utilizzate erano le statine dotate di emivita lunga).
 
I risultati non hanno lasciato spazio ad equivoci: tutti i 27 pazienti inclusi nello studio sono stati in grado di mantenere il trattamento con statine senza andare incontro a mialgia, dopo intervento di supplementazione vitaminica.
 
In particolare, 11 pazienti (pari al 40,7% del campione) sono stati in grado di tollerare il trattamento con la statina precedentemente interrotta.
 
Sei pazienti, invece, sono stati in grado di tollerare un regime di trattamento appropriato (considerato aggressivo) in base alle linee guida ACC/AHA 2013 per il trattamento del colesterolo (2).
Utilizzando le raccomandazioni 2014 della National Lipis Association USA (3), invece, hanno raggiunto il goal di LDL e il goal di non -HDL otto pazienti, in entrambi i casi.
 
I ricercatori hanno anche osservato che la maggior parte dei pazienti che soddisfaceva i goal lipidici aveva raggiunto anche quelli sierici di vitamina D.

Riassumendo

Nel commentare lo studio, gli autori non hanno nascosto l’esistenza di alcuni limiti intrinseci, quali la natura soggettiva della mialgia (riferita dai pazienti), l’utilizzo di statine e di regimi posologici differenti e la mancata considerazione di alcuni fattori confondenti quali l’esercizio fisico, la perdita di peso e la cessazione dell’abitudine al fumo che potrebbero avere avuto un impatto significativo sugli outcome primari e secondari.
 
Ciò premesso, se confermati, i risultati ottenuti suffragano l’adozione della pratica clinica del monitoraggio di routine dei livelli di vitamina D nei pazienti con miopatia indotta da statine.
 
Lo studio, infatti, ha dimostrato come pazienti veterani di guerra con storia di miopatia indotta da statine siano in grado di riprendere con successo il trattamento con questa classe di farmaci ipolipidemizzanti, senza sperimentare recidive di mialgia, dopo supplementazione vitaminica, per supplire ad una condizione di deficit vitaminico.
 
Pertanto, il trattamento del deficit di vitamina D in pazienti con storia di intolleranza alle statine dovuta a miopatia potrebbe rappresentare una strategia di trattamento efficace da considerare al fine di avere la meglio sugli eventi avversi di natura muscolare associati alla terapia con statine e, di conseguenza, di prevenire la morbilità e la mortalità CV.
 
Bibliografia
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Nella maggior parte dei pazienti trattati con statina e coenzima Q10 dolori e debolezza muscolari si riducevano del 50%. Il coenzima Q10 è un cofattore fondamentale nella produzione di energia cellulare e una sua carenza provoca di conseguenza una ridotta fornitura di energia a livello cellulare che, si presume, sia corresponsabile dei dolori muscolari.

Presenza del coenzima Q10 nel sangue

Si tratta comunque di un valore indicativo e non di un valore di riferimento preciso. Ciò non significa che in caso di valori inferiori sia assolutamente necessario assumere degli integratori a base di coenzima Q10. Prima di prendere in considerazione questa possibilità, si deve sempre tenere conto della sintomatologia presente, ad esempio se si soffre di dolori muscolari quando si assumono farmaci che abbassano il livello di colesterolo. In questo caso non è necessario misurare il livello del coenzima Q10.

Alcuni studi hanno dimostrato che i farmaci contro il colesterolo alto erano più efficaci se i soggetti in studio non presentavano una carenza di vitamina D e anzi ne assumevano anche delle dosi integrative. Nei soggetti che alla statina abbinavano anche la vitamina D è stato rilevato un livello di colesterolo inferiore fino a 22 milligrammi rispetto al gruppo che assumeva solo statina. In un altro studio la statina risultò addirittura inefficace se i partecipanti allo studio soffrivano di una carenza di vitamina D.

Inoltre, secondo una revisione sistematica, ovvero una pubblicazione scientifica di alto livello nella quale i ricercatori analizzano in modo critico più studi su un tema, i dolori muscolari si manifestavano con maggiore frequenza nei soggetti con carenza di vitamina D.

Indice degli studi e delle fonti

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  • Failla, M.L. et al. (2014): Increased bioavailability of ubiquinol compared to that of ubiquinone is due to more efficient micellarization during digestion and greater GSH-dependent uptake and basolateral secretion by Caco-2 cells. J Agric Food Chem. 62(29): 7174-82. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24979483, consultato il 19.07.2017.
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