Ci sono “solo” 96 studi che indicano la vitamina D come antivirale

In questo articolo analizziamo brevemente che cosa è un virus e poi alcuni dei tanti studi sulla vitamina D in relazione alla Sars-Cov2 fatti intorno al 2020.

Vedremo poi che già prima di questa data, la letteratura scientifica era piena zeppa di evidenze (centinaia di studi) le quali dimostravano che le infezioni virali, specie quelle da virus con involucro come lo è il coromnavirus potevano essere combattute anche con la vitamina D.

Crediti Immagine a Personal Trainer

Cos’è un Virus?

acido nucleico – il DNA o l’RNA virale – codifica solo le proteine strutturali (che costituiscono il rivestimento del virus) e alcuni enzimi necessari per la replicazione del materiale genetico. Tutte le altre funzioni (sintesi proteica, produzione di energia ecc.) sono fornite dalla cellula infettata.

Virus Definizione

Un virus è una particella infettiva formata da acido nucleico (materiale genetico) e da un rivestimento proteico (capside).

I Virus Sono una Forma di Vita?

I virus:

  • Non crescono e non si dividono – si assemblano da componenti preformate
  • Non respirano
  • Non si muovono
  • Non producono energia

MA:

  • Si riproducono
  • I virus potrebbero essere considerati, quindi, una forma ibrida tra il vivente e il non-vivente.


    Crediti Immagine a GIFT (Great Italian Food Trade)

    Vitamina D, sistema immunitario e Covid-19. Nuove evidenze scientifiche

    La vitamina D si conferma essere un protagonista nello stimolo delle difese immuni, con peculiare efficacia nella prevenzione di influenze che riguardino il tratto respiratorio superiore. Ivi compreso COVID-19. (1)

    Vitamina D, l’intuizione italiana e le dosi suggerite

    L’Accademia della medicina di Torino, agli albori della pandemia, ha subito evidenziato il ruolo cruciale della vitamina D in prevenzione e trattamento del nuovo coronavirus. Grazie alla sua capacità di ridurre la replicazione del virus e mitigare le risposte infiammatorie eccessive nei polmoni (le quali, se pure volte a contrastare l’infezione, possono provocare lesioni). (3)

    Le dosi giornaliere da ultimo raccomandate (Grant et al., 2020) – per ridurre il rischio d’infezioni nei soggetti più vulnerabili (over-65, comorbilità gravi) con gravi carenze (che è sempre utile verificare mediante analisi, ndr) sono pari a 10.000 UI, da dimezzare dopo che i livelli nel siero abbiano raggiunto i 40-60 ng/ml (4)

    Sole, dieta ed esercizio fisico

    Un ‘bagno di sole’ quotidiano è indispensabile. Almeno 20 minuti di esposizione diretta alla sua luce, con viso e braccia scoperti, sono la dose necessaria a sintetizzare la vitamina D. A maggior ragione in autunno e inverno, quando le giornate brevi e le temperature in declino inducono a trascorrere più tempo al chiuso.

    Alimentazione equilibrata (con eventuale aggiunta di integratori) ed esercizio fisico completano la strategia di benessere e salute. (2) Per prevenire ogni tipo di malanno e vivere meglio, con un microbioma intestinale in ottima forma grazie alla dieta mediterranea.

    Vitamina D, nuove evidenze

    Il calcifediolo, la forma metabolica della vitamina D, ha mostrato promettenti risultati in uno dei primissimi trial clinici, condotto dall’Università di Navarra. La significativa riduzione delle terapie intensive registrata nei pazienti già ricoverati a seguito di contagio ha dato aperto la via a successivi studi clinici, di cui uno già programmato. (5)

    L’associazione tra carenza di vitamina D, rischio di infezione del tratto respiratorio superiore e mortalità da COVID-19 è poi emersa in un recentissimo studio ove si mostra un sostanziale incremento (+54%) della possibilità di contrarre il virus negli individui con un valore di calcifediolo inferiore a 20 ng/ml, rispetto a quelli che dispongano almeno 30 ng/ml. (6)

    Immunonutrizione

    L’integrazione di vitamina D – insieme ad altre vitamine e minerali, nonché agli acidi grassi Omega 3, in una dieta possibilmente basata su alimenti biologici – contribuisce a modulare il sistema immunitario.

    L’immunonutrizione si ottiene dunque con una buona dieta che comprenda uova, latticini e pesce, ovvero microalghe e cianobatteri (es. spirulina), canapa e semi di chia per offrire Omega3 a vegetariani. Con verdure e frutta in abbondanza, per i preziosi polifenoli e le fibre prebiotiche (7,8).

    Note

    • (1) Martineau et al. (2017) Vitamin D supplementation to prevent acute respiratory tract infections: systematic review and meta-analysis of individual participant data. BMJ 356:i6583, doi:10.1136/bmj.i6583
    • (2) Orrù et al. (2020) Inhibitory effects of vitamin D on inflammation and IL-6 release. A further support for COVID-19 management? European Review for Medical and Pharmacological Sciences 24(15):8187-8193, doi:10.26355/eurrev_202008_22507
    • (3) Zabetakis et al. (2020) Covid-19: The inflammation link and the role of nutrition in potential mitigation. Nutrients 12:1466, doi:10.3390/nu12051466
    • (4) Grant et al. (2020) Evidence that vitamin D supplementation could reduce risk of influenza and COVID-19 infections and deaths. Nutrients 12:988, doi:10.3390/nu12040988
    • (5) Castillo et al. (2020) “Effect of calcifediol treatment and best available therapy versus best available therapy on intensive care unit admission and mortality among patients hospitalized for COVID-19: A pilot randomized clinical study”. Journal of Steroid Biochemistry and Molecular Biology 203:105751, https://doi.org/10.1016/j.jsbmb.2020.105751
    • (6) Kaufman et al. (2020) SARS-CoV-2 positivity rates with circulating 25-hydroxyvitamin D levels. PLoS ONE 15(9):e0239252, https://doi.org/10.1371/journal.pone.0239252
    • (7) Jovic et al. (2020) Could vitamins help in the fight against COVID-19? Nutrients 12:2550, doi:10.3390/nu12092550
    • (8) Alkhatib (2020) Antiviral functional foods and exercise lifestyle prevention of Coronavirus. Nutrients 12:2633, doi:10.3390/nu12092633
    • (9) Derbyshire et al. (2020) COVID-19: is there a role for immunonutrition, particularly in the over 65s? BMJ Nutrition, Prevention & Health 0:1-6, doi:10.1136/bmjnph-2020-000071
    • (10) Weir et al. (2020) Does vitamin D deficiency increase the severity of COVID-19? Clinical Medicine 20(4):e107-8, doi:10.7861/clinmed.2020-0301
    • (11) Galmés et al. (2020) Current state of evidence: Influence of nutritional and nutrigenetic factors on immunity in the COVID-19 pandemic framework. Nutrients 12:2738, doi:10.3390/nu12092738

    https://www.vitamineral.it/integratori-di-vitamina-d-colecalciferolo-come-prodotto-biologico/


     

    La vitamina D può inibire il virus con involucro
    (Herpes, Zoster, Epstein, l’epatite, Ebola) Studi del Marzo 2011

    La vitamina D e lo stato antivirale
    Jeremy A Beard 1 , Allison Bearden, Rob Striker

    PMID: 21242105 PMCID: PMC3308600 DOI: 10.1016/j.jcv.2010.12.006

    Astratto

    Segue la traduzione di alcuni Frammenti di sezione
    questo link potrete acquistare il PDF
    Introduzione e fisiologia generale

    Meccanismi molecolari della vitamina D e modulazione immunitaria

    Prove per il ruolo della vitamina D nelle infezioni respiratorie virali

    Un lavoro recente evidenzia il potenziale ruolo della vitamina D nella lotta contro le infezioni respiratorie virali. Le cellule epiteliali polmonari esprimono alti livelli basali di CYP27B1 e bassi livelli di CYP24A1, favorendo la conversione della vitamina D nella sua forma attiva.57
    Quando trattate con vitamina D, queste cellule aumentano i livelli del co-recettore TLR CD-14 e della catelicidina.57
    Nelle cellule epiteliali delle vie aeree, il trattamento con vitamina D induce IkBα, un inibitore di NF-kB con conseguente diminuzione dell’induzione virale dei geni infiammatori.58

    Studi osservazionali hanno riportato livelli più bassi di vitamina D nelle popolazioni HIV. In uno studio tedesco, livelli di 25(OH)D inferiori a 20 ng/ml (50 nmol/l) sono stati trovati nel 47,6% dei soggetti affetti da AIDS.77
    Un altro studio su 50 donne con HIV ha rilevato livelli significativamente inferiori di 1,25( Livelli di OH)2D nei pazienti confrontati con donne sane di controllo.78
    In uno studio condotto negli Stati Uniti su adulti con infezione da HIV, i livelli sierici di 25(OH)D erano al di sotto dei valori normali solo nel 17% dei soggetti e l’1,25 I livelli sierici di (OH)2D erano…

    Potenziali meccanismi di effetti antivirali

    Indagine sperimentale sugli effetti antivirali della vitamina D

    Conclusioni

    Finanziamento: questa recensione è stata supportata dal premio numero I01CX000117 a R.S.


    Trovato una versione più estesa ma di difficile traduzione

    (traduzione google)

    1. Introduzione e fisiologia generale

    La vasta letteratura sulla vitamina D comprende recensioni su molti argomenti, tra i suoi effetti sulla immunità innata, 3 la salute cardiovascolare, 4 e cancro.5 Questa recensione si concentra sul ruolo della vitamina D ruolo nella creazione di uno stato anti-virali preventiva e terapeutica.

    Siero 25 (OH) D correla con riserve di vitamina D è il biomarker più comunemente usato per valutare la deficienza di vitamina D.10-14 La carenza è spesso definita con 25(OH) D inferiore a 20 ng/ml (50 nmol/l ) .11,15,16
    ma 30 ng/ml (75 nmol/L) 17,18 ed anche 40 ng/ml (100 nmol/l) sono talvolta sostenuti per specifici pazienti.19-21

    2. meccanismi molecolari della vitamina D e immunomodulazione

    L’importanza di assumere una quantità sufficiente di magnesio con la vitamina D

    La vitamina D svolge anche un ruolo nella modulazione della risposta immunitaria innata.

    In aggiunta agli effetti antibatterici inclusi disruption25,51-53 membrana, cathelicidin nella forma peptide LL-37, ha dimostrato effetti anti-virali come inibizione di tipo herpes simplex virus uno (HSV-1), la replicazione del virus vaccinia, replicazione retrovirale , e la replica di alcuni sierotipi di adenovirus in determinati concentrations.50,54-56 peptide

    3. Prove per ruolo della vitamina D nelle infezioni respiratorie virali

    Uno studio del 1994 fatto in India ha mostrato una riduzione delle infezioni respiratorie di 27 bambini trattati per sei settimane con la vitamina D.61 Questi bambini avevano una precedente storia di RTI e di carenza di vitamina D.

  • Uno studio britannico di 1740 pazienti anziani somministrati 800 UI nel corso di un periodo di due anni non ha mostrato alcuna significativa riduzione delle infezioni rispetto al controls.62
  • Nello studio di New York, il siero media di 25 (OH) D era di sopra dei livelli di carenza. Inoltre, i soggetti non hanno iniziato la supplementazione di vitamina D prima della stagione invernale.

Studi osservazionali valutando il rapporto tra le concentrazioni di 25(OH)D sieriche e le infezioni respiratorie hanno dato risultati contrastanti.

4. La prova per la vitamina D influenza sulla infezione da HIV

Studi osservazionali hanno riportato livelli più bassi di vitamina D nella popolazione HIV. In uno studio tedesco, 25(OH)D livelli inferiori a 20 ng/ml (50 nmol/l) sono stati trovati in 47,6% dei soggetti con AIDS.77 altro studio di 50 donne con HIV pensano significativamente inferiore 1,25(OH) livelli 2D nei pazienti rispetto ai sani controls.78 femminile in uno studio su adulti con infezione da HIV dagli Stati Uniti, i livelli sierici di 25(OH)D erano al di sotto dei valori normali solo nel 17% dei soggetti ed il 1,25 (OH) livelli sierici 2D erano bassi nel 11% dei soggetti anche se le differenze erano di significance.79 statistica solo borderline

5. La prova per la vitamina D influenza sul virus di Epstein Barr

6. Altre prove per la vitamina D influenza sul virus con involucro

In uno studio dengue Vietnamita, lo stesso polimorfismo era associata con resistenza a grave dengue.101 Almeno uno studio ha dimostrato somministrazione di vitamina D3 orale riduce la severità e la durata della dengue, ma la piccola dimensione del campione (n = 5) rende difficile trarre qualsiasi conclusions.102 robusta

7. I potenziali meccanismi di effetti anti-virali

8. Indagine sperimentale degli effetti anti-virali di vitamina D

9. Conclusioni

Ringraziamenti Finanziamento: Questa recensione è stata sostenuta dal Premio Numero I01CX000117 alla RS del Clinical Science Service Sviluppo del Department of Veterans Affairs, Veterans Health Administration, Ufficio di Ricerca e Sviluppo e la UW-Madison scienze biologiche molecolari formazione di Grant a JB (NIH T32 GM07215 ).

https://www.vitamineral.it/integratori-di-vitamina-d-colecalciferolo-come-prodotto-biologico/

L’importanza di assumere una quantità sufficiente di magnesio con la vitamina D

I dosaggi del Magnesio in milligrammi

 

Riferimenti (mancano i primi 16) tutti i riferimenti sono in formato PDF

  1. Chapuy MC, Preziosis P, Maamer M, Arnaud S, P Galan, Hercberg Meunier PJ. Prevalance di insufficienza di vitamina D in una popolazione adulta normale. Osteoporos Int. 1997; 7: 439-44. [PubMed: 9425501]
  2. Thoma-Uszynsk SS, Lloyd Jones M, Thadhani RI, Shaw AC, Deraska DJ, Kitch BT, Vamvakas CE, Dick IM, il principe RL, Finkelstein JS. Ipovitaminosi D in pazienti ricoverati mediche. N Engl J Med. 1998; 338: 777-83. [PubMed: 9504937]
  3. Binkley N, Krueger D, D Gemar, Drezner MK. Correlazione tra i saggi di 25-idrossi-vitamina D. J Clin Endocrinol Metab. 2008; 93 (5): 1804-8. [PubMed: 18319318]
  4. McKenna MJ, Freaney R. L’iperparatiroidismo secondario negli anziani: mezzi per definire ipovitaminosi D. Osteoporos Int. 1998; 8 (Suppl 2): ​​S3-6. [PubMed: 10197175]
  5. Holick MF. La luce del sole e vitamina D per la salute delle ossa e la prevenzione delle malattie autoimmuni, tumori e malattie cardiovascolari. Am J Clin Nutr. 2004; 80 (Suppl 6): 1678S-88S. [PubMed: 15585788]
  6. Batchelor AJ, Compston J. Ridotto emivita plasmatica di radiomarcata 25-idrossivitamina D, nei soggetti trattati con una dieta ricca di fibre. Br J Nutr. 1983; 49: 213-5. [PubMed: 6299329]
  7. Holick F. La vitamina D: importanza nella prevenzione dei tumori, il diabete di tipo 1, le malattie cardiache e l’osteoporosi. Am J Clin Nutr. 2004; 79 (3): 362-71. [PubMed: 14985208]
  8. Bianco JH, vitamina D, di segnalazione. malattie infettive, e regolazione dell’immunità innata. Infect Immun. 2008; 76 (9): 3837-43. [PubMed: 18505808]
  9. Liu PT, Stenger S, Li H, Wenzel L, Tan BH, Krutzik SR, et al. recettore Toll-like attivazione di una risposta anti-microbiche D-mediata vitamina. Scienza. 2006; 311 (5768): 1770-3. [PubMed: 16497887]
  10. Schauber J, Dorschner RA, Coda AB, Buchau AS, Liu PT, Kiken D, et al. Lesioni migliora la funzione TLR2 e l’espressione peptide antimicrobico attraverso un meccanismo di vitamina D-dipendente. J Clin Invest. 2007; 117 (3): 803-11. [PubMed: 17290304]
  11. Chen S, Sims GP, Chen XX, Gu YY, Chen S, Lipsky PE. effetti modulatori di 1,25- diidrossivitamina D3 sulla differenziazione delle cellule B umane. J Immunol. 2007; 179: 1634-1647. [PubMed: 17641030]
  12. Sigmunsdottir H, J Pan, Debes GF, Alt C, Habtezion A, Soler D, et al. DC metabolizzare la luce del sole la vitamina D3 indotto a ‘programma’ attrazione delle cellule T alla CCL27 epidermica chemochine. Nat Immunol. 2007; 8: 285-93. [PubMed: 17259988]
  13. Overberg L, Decallonne B, D Valckx, Verstuyf A, Depovere J, Laureys J, et al. Identificazione e regolazione immunitaria di 25-idrossivitamina D-1-alfa-idrossilasi nei macrofagi murini. Clin Exp Immunol. 2000; 120: 139-46. [PubMed: 10759775]
  14. Overberg L, K Stoffels, Waer M, Verstuyf A, Brodo R, regolazione Mathieu C. immunitaria di 25- idrossivitamina D-1 alfa-idrossilasi in cellule THP1 monociti umani: meccanismi di induzione di interferone-gamma-mediata. J Clin Endocrinol Metab. 2006; 91: 3566-74. [PubMed: 16787983]
  15. Chawla A, Repa R, Evans M, Mangelsord DJ. recettori nucleari e dei lipidi fisiologia: si aprono gli X-files. Scienza. 2001; 294: 1866-1870. [PubMed: 11729302]
  16. Lin R, Bianco JH. Le azioni pleiotropici della vitamina D. Bioessays. 2004; 26: 21-8. [PubMed: 14696037]
  17. Yasmin R, Williams RM, Xu M, importazione Noy N. nucleare del recettore X dei retinoidi, il recettore della vitamina D, e la loro reciproca eterodimero. J Biol Chem. 2005; 280 (48): 40.152-60. [PubMed: 16204233]
  18. Takeuchi A, G Reddy, Kobayashi T, T Okano, parco J, Sharma S. fattore nucleare di cellule T attivate (NFAT) come bersaglio molecolare per 1,25-diidrossivitamina D3 effetti mediati. J Immunol. 1998; 160: 209-18. [PubMed: 9551973]
  19. Lemire JM, Archer DC, Beck L, Spiegelberg HL. azioni immunosoppressori di 1,25- diidrossivitamina D3: l’inibizione preferenziale di funzioni Th1. J Nutr. 1995; 125: 1704s-8S. [PubMed: 7782931]
  20. Van Etten E, Mathieu C. Immunoregulation da 1,25-dihydroxvitamin D3: concetti di base. J Steroid Biochem. 2005; 97: 93-101.
  21. Boonstra A, Barrat FJ, Crain C, Heath VL, Savelkoul HF, O’Garra A. 1-alfa-25- diidrossivitamina D3 ha un effetto diretto sulla naive CD4 (+) cellule T per migliorare lo sviluppo delle cellule Th2. J Immunol. 2001; 167: 4974-80. [PubMed: 11673504]
  22. Liu PT, Krutzik SR, Modlin RL. implicazioni terapeutiche del partenariato TLR e VDR.
  23. Tendenze Mol Med. 2007; 13: 117-24. [PubMed: 17276732]
  24. Medzhitov R. Il riconoscimento dei microrganismi e attivazione della risposta immunitaria. Natura. 2007; 15: 819-26. [PubMed: 17943118]
  25. Saito T, Gale M. Principi di riconoscimento virale intracellulare. Cur Opin Immunol. 2007; 19: 17-23.
  26. Oberg F, Botlin J, K. Nilsson antagonismo funzionale tra vitamina D3 e acido retinoico nella regolazione dell’espressione CD14 e CD23 durante la differenziazione monocitica di U-937 cellule. J Immunol. 1993; 150: 3487-95. [PubMed: 7682243]
  27. Daher K, M Selsted, Lehrer R. inattivazione diretta del virus da defensine granulociti umani. J Virol. 1986; 60: 1068. [PubMed: 3023659]
  28. Wang TT, Nestel FP, Bourdeau V, Nagai Y, Wang Q, Liao J, et al. Tagliente: 1,25- dihydroxvitamin D3 è un induttore diretta dell’espressione genica peptidi antimicrobici. J Immunol. 2004; 173: 2909-12. [PubMed: 15322146]
  29. Liu PT, Schenk M, Walker VP, Dempsey PW, Kanchanapoomi M, Wheelwright M, et al. Convergenza di IL-1 e vie di attivazione VDR in TLR2 / 1 umano-indotto risposte antimicrobiche. PLoS One. 2009; 4 (6): e5810. [PubMed: 19503839]
  30. Adams JS, Songyang R, Liu PT, Chun RF, Lagishetty V, Gombart AF, et al. Vitamina D-diretto regolazione rheostatic delle risposte antibatterici monociti. J Immunol. 2009; 182: 4289-95. [PubMed: 19299728]
  31. Gombat AF, Borregard N, Koeffler HP. cathelicdin umana antimicrobico peptide (CAMP) gene è un bersaglio diretto del recettore della vitamina D è fortemente upregulated in cellule mieloidi da 1,25- dihydroxvitamin D3. FASEB. 2005; 19: 1067-1077.
  32. Sorenson OE, Follin P, Johnsen A, Calafat J, Tjabringa G, Himestra PS. cathelicidin umano, HCAP-18 viene elaborato per la LL-37 peptide antimicrobico da cleaveage extracellulare con proteinasi 3. Sangue. 2001; 97: 3951-9. [PubMed: 11389039]
  33. Agerberth B, Charo J, J Werr, Olsson B, Idali F, Lindbom L, et al. I peptidi antimicrobici e chemiotattici umani LL-37 e alfa-defensine sono espresse da specifiche popolazioni di linfociti e monociti. Sangue. 2000; 96: 3086-94. [PubMed: 11049988]
  34. Zanetti M. Il ruolo dei catelicidine nelle difese dell’ospite innate di mammiferi. Curr Problemi Mol Biol. 2006; 7: 179-96. [PubMed: 16053249]
  35. Gordon YJ, Huang L, Romanowski E, Yates K, R Proske, McDermott A. cathelicidin umano (LL-37), un peptide multifunzionale è espressa da oculare superfici epiteliali e ha una potente attività antibatterica e antivirale. Cur Res Eye. 2005; 30 (5): 385-94.
  36. Bals R, Wang X, Zasloff M, Wilson JM. Il peptide antibiotico LL-37 / HCAP-18 è espressa in epiteli del polmone umano dove ha un’ampia attività antimicrobica alla superficie delle vie aeree. Proc Natl Acad Sci USA. 1998; 95: 9541-6. [PubMed: 9689116]
  37. Chromek M, Slámová Z, P Bergman, Kovacs L, L Pdracka, Ehren I, et al. Il peptide antimicrobico catelicidina protegge il tratto urinario contro l’infezione batterica invasiva. Nat Med. 2006; 12 (6): 636-41. [PubMed: 16751768]
  38. Bals R, Wilson JM. Catelicidine-una famiglia di peptidi antimicrobici multifunzionali. Cellulare Mol Life Sci. 2003; 60: 711-20. [PubMed: 12785718]
  39. Howell MD, Jones JF, Kisich KO, Streib JE, Gallo RL, Leung DYM. uccisione selettiva di virus vaccino da LL-37: implicazioni per l’eczema vaccinatum. J Immunol. 2004; 172: 1763-7. [PubMed: 14734759]
  40. Steinstraesser L, Tippler B, Mertens J, Lamme E, Homann HH, Lehnhardt M, et al. L’inibizione delle prime fasi del ciclo di replicazione lentivirale di peptidi di difesa dell’ospite cathelicidin. Retrovirology. 2005; 2 (1): 1-12. [PubMed: 15644139]
  41. Bergmana P, Walter-Jallow L, Broliden K, Agerberth B, Soderlund J. Il peptide antimicrobico LL-37 inibisce la replicazione di HIV-1. Curr Res HIV. 2007; 5 (4): 410-5. [PubMed: 17627504]
  42. Hansdottir S, Monick MM, Hinde SL, Lovan N, Look DC, Hunninghake GW. cellule epiteliali respiratorie convertono inattivo vitamina D nella sua forma attiva: effetti potenziali sulla difesa dell’ospite. J Immunol. 2008; 181: 7090-9. [PubMed: 18981129]
  43. Hansdottir S, Monick MM, Lovan N, L Powers, Gerke A, Hunnighakw GW. Vitamina D diminuisce respiratorio sinciziale induzione virus delle chemochine NF-kB e citochine nell’epitelio vie aeree mantenendo lo stato antivirale. J Immunol. 2010; 184: 965-74. [PubMed: 20008294]
  44. Janssen R, L Bont, Siezen CL, Hodemakers HM, Ermers MJ, Doornbos G, et al. suscettibilità genetica per le vie respiratorie bronchiolite da virus sinciziale è prevalentemente associata con i geni del sistema immunitario innato. J Infect Dis. 2007; 196: 826-34. [PubMed: 17703412]
  45. Roth DE, Jones dC, Prosser C, Robison JL, Vohra S. vitamina D polimorfismi del recettore e il rischio di infezione del tratto respiratorio inferiore acuta nella prima infanzia. J Infect Dis. 2008; 197: 676-80. [PubMed: 18266602]
  46. Rehman PK. rachitismo sub-clinici e infezioni ricorrenti. J Trop Pedatria. 1994; 40:58.
  47. Avenell A, Cook JA, Maclennan GS, Macpherson GC. la supplementazione di vitamina D per prevenire le infezioni: un sub-studio di uno studio randomizzato controllato con placebo nelle persone anziane. Invecchiamento Age.
  48. 2007; 36: 574-7. [PubMed: 17702768]
  49. Li-Ng M, Alolia JF, Pollack S, Cunha BA, Mikhail M, Yeh J, et al. Un trial randomizzato di controllo della supplementazione di vitamina D3 per la prevenzione delle infezioni del tratto respiratorio superiore sintomatici. Epidemiol Infect. 2009; 137: 1396-404. [PubMed: 19296870]
  50. Vieth R, Chan PC, MacFralane GD. L’efficacia e la sicurezza della vitamina D3 assunzione di superamento del effetto nocivo osservato più basso. Am J Clin Nutr. 2001; 73: 288-94. [PubMed: 11157326]
  51. Barger-Lux MJ, Heaney RP, Dowell S, Chen TC, Holick MF. La vitamina D e dalle maggiori metaboliti: livelli sierici dopo classificati somministrazione orale in uomini sani. Osteoporos Int. 1998; 8: 22230. [PubMed: 9797906]
  52. Laaksi I, Ruohola JP, Tuohimma P, Auvian A, Haatja R, Pilajamaki H, et al. Un’associazione di concentrazioni di vitamina D nel siero <40 nmol / L con infezione delle vie respiratorie acute nei giovani uomini finlandesi. Am J Clin Nutr. 2007; 86: 714-7. [PubMed: 17823437]
  53. Roth DE, Shah R, Baqui AH. lo stato della vitamina D e infezioni delle basse vie respiratorie acute nella prima infanzia a Sylhet, Bangladesh. Acta Paediatri. 2010; 99: 389-93.
  54. Wayse V, Yousafzai A, Mogale K, Filteau S. Associazione dei deficit subclinico di vitamina D con grave infezione delle basse vie respiratorie acute nei bambini indiani sotto i 5 anni a. Eur J Clin Nutr. 2004; 58: 563-7. [PubMed: 15042122]
  55. Karatekin G, Kaya A, Salihoglu O, H Balci, Nuhonglu A. Associazione dei deficit subclinico di vitamina D nei neonati con infezione delle basse vie respiratorie acute e le loro madri. Eur J Clin Nutr. 2009; 63: 473-7. [PubMed: 18030309]
  56. McNally JD, Leis K, Matheson LA, Karuananyake C, K Sankaran, Rosenberg AM. Carenza di vitamina D nei bambini con infezione delle basse vie respiratorie acuta grave. Pediatr Pulmonol.
    2009; 44: 981-8. [PubMed: 19746437]
  57. Roth DE, Jones AB, Prosser C, Robinson JL, Vohra S. vitamina D stato non è associato con il rischio di ospedalizzazione per bronchiolite acuta nella prima infanzia. Eur J Clin Nutr. 2009; 63: 297-9. [PubMed: 17971825]
  58. Ginde AA, Mansbach JM, Camargo CA. Associazione tra livelli sierici di 25-idrossivitamina D e infezione del tratto respiratorio superiore nel terzo National Health and Nutrition Examination Survey. Arch Intern Med. 2010; 169 (4): 384-90. [PubMed: 19237723]
  59. JJ Cannell, Zasloff M, Garland CF, Scragg R, suggerimenti E. sull’epidemiologia dell’influenza. J. Virol 2008; 05:29. [PubMed: 18298852]
  60. Urashima M, T Segawa, Okazaki M, Kurihara M, Y Wada, Ida H. randomizzato di vitamina D per prevenire influenza stagionale A in età scolare. Am J Clin Nutr. 2010; 91 (5): 1255-1260. [PubMed: 20219962]
  61. Mayer J. vitamina D e gli afro-americani. J Nutr. 2006; 136 (4): 1126-9. [PubMed: 16549493]
  62. Aloia JF, Li-Ng M. Re: epidemia di influenza e la vitamina D [con l’autore risposta]. Epidemiol Infect. 2007; 135: 1095-8. [PubMed: 17352842]
  63. Kuehn EW, Anders HJ, Bogner JR, Obermaier J, Goebel FD, Schlondorff D. ipocalcemia infezione HV e dell’AIDS. J Intern Med. 1999; 245: 69-73. [PubMed: 10095819]
  64. Teichmann J, Stephan E, U Lange, Discher T, Friese, Lohmeyer J, Stracke H, Bretzel RG. Osteopenia nelle donne con infezione da HIV prima della terapia antiretrovirale altamente attiva. J Infect. 2003; 46: 221-7. [PubMed: 12799147]
  65. Coodley GO, Codley MK, Nelson HD, Loveless MO. Le concentrazioni di micronutrienti nella sindrome di sprecare HIV. AIDS. 1993; 7: 1595-600. [PubMed: 7904452]
  66. Haug C, Mueller F, Aukrust, Froland SS. concentrazione sierica di sotto della norma di 1,25-vitamina D nella infezione da virus dell’immunodeficienza umana: correlazione con il grado di deficienza immunitaria e la sopravvivenza. J Infect Dis. 1994; 169: 889-93. [PubMed: 7907645]
  67. Municipalità locale di Dannhauser A, van Staden AM, van der Ryst E, Nel M, Erasmus E, Attwood EM, et al. stato nutrizionale dei pazienti HIV-1 sieropositivi nello Stato Libero Provincia di Sud Africa: profilo antropometrico e dietetici. Eur J Clin Nutr. 1999; 53: 165-73. [PubMed: 10201796]
  68. Villamor E. Un ruolo potenziale della vitamina D sulla infezione da HIV? Nutr Rev. 2006; 64 (5): 226-33. [PubMed: 16770943]
  69. Cozzolino M, M Vidal, Arcidiacono MV, Tebas P, Yarasheski KE, Dusso AS. inibitori di HIV-proteasi alterino vitamina D bioactivation a 1,25-diidrossivitamina D. AIDS. 2003; 17: 513-20. [PubMed: 12598771]
  70. Bang UC, Shakar SA, Hitz MF, Jespersen MS, Andersen O, Nielsen SD, et al. Carenza di 25- idrossivitamina D nei pazienti HIV-positivi maschi: uno studio trasversale descrittivo. Scand J Infect Dis. 2010; 42: 306-10. [PubMed: 20085419]
  71. Van Den Bout-Van Den Beukel CGP, Fievez L, M Michels, Sweep F, Hermus A, Bosch M, et al. La carenza di vitamina D tra gli individui di tipo HIV 1-infetti nei Paesi Bassi: effetti della terapia antiretrovirale. AIDS
  72. Res Hum retrovirus. 2008; 24 (11): 1375-1382. [PubMed: 18928396]
  73. Mueller NJ, Fux CA, Lederberg B, Elzi L, P Schmid, Dang T, et al. Alta prevalenza di grave carenza di vitamina D nei pazienti HIV svizzero terapia naive e trattati con successo antiretrovirali combinate. AIDS. 2010; 24: 1-7. [PubMed: 19890206]
  74. Rodriguez M, Daniels B, Gunawardene S, Robbins GK. Alta frequenza di carenza di vitamina D nei pazienti HIV-positivi ambulatoriali. AIDS Res Hum retrovirus. 2009; 25: 9-14. [PubMed: 19108690]
  75. Wasserman P, Rubin DS. deficit di vitamina D altamente prevalenti e l’insufficienza in una coorte urbana di uomini con infezione da HIV in cura. AIDS STDS cura del paziente. 2010; 24: 223-7. [PubMed: 20377437]
  76. Madeddu G, Spanu A, P Solinas, Calia GM, Lovingu C, scacchi F, et al. la perdita di massa ossea e la vitamina D compromissione del metabolismo nei pazienti affetti da HIV sottoposti a terapia antiretrovirale altamente attiva. GU Nucl Med Mol Imaging. 2004; 48: 39-48.
  77. Haug CJ, Aukrust P, Haug E, Morkrid L, F Mueller, Froland SS. Una grave carenza di 1,25- diidrossivitamina D3 a infezione da virus dell’immunodeficienza umana: associazione con iperattività immunologica e solo piccole modifiche in omeostasi del calcio. J Clin Endrocinol Metab. 1998; 83: 3832-8.
  78. de Luis DA, Bachiller P, Aller R, de Luis J, Izaola O, Terroba MC, et al. Relazione tra assunzione di micronutrienti con conta di CD4 nei pazienti con infezione da HIV. Hosp Nutr. 2002; 17: 285-9. [PubMed: 12514921]
  79. O’Brien KO, Razavi M, Henderson RA, Caballero B, Ellis KJ. Contenuto minerale osseo nelle ragazze perinatale infettato con l’HIV. Am J Clin Nutr. 2001; 73: 821-6. [PubMed: 11273859]
  80. Levin LI, Munger KL, Rubertone MV, Peck CA, Lennette ET, Spiegelman D, et al. La sclerosi multipla e il virus di Epstein-Barr. JAMA. 2003; 289: 1533-6. [PubMed: 12672770]
  81. Haahr S, Hollsberg P. La sclerosi multipla è legata a infezione da virus di Epstein-Barr. Rev Med Virol. 2006; 16: 297-310. [PubMed: 16927411]
  82. Holmoy T, Vitamina. D Situazione modula la risposta immunitaria al virus di Epstein Barr: effetto sinergico dei fattori di rischio nella sclerosi multipla. Med ipotesi. 2008; 70 (1): 66-9. [PubMed:
    17574770]
  83. Bellamy R, Ruwende C, Corrah T, McAdam KPWJ, Thursz M, Whittle HC, et al. Tubercolosi e l’epatite B infezione cronica da virus in africani e la variazione nel gene del recettore della vitamina D. J Infect Dis. 1999; 179: 721-4. [PubMed: 9952386]
  84. Ma J, Stampfer MJ, Gann PH, Hough HL, Giovannucci E, Kelsey KT, et al. Vitamina polimorfismi del recettore D, metaboliti della vitamina D circolante, e il rischio di cancro alla prostata negli Stati Uniti i medici.
  85. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 1998; 7: 385-90. [PubMed: 9610787]
  86. Tayeb MT, Clark C, Haites NE, Sharp L, Murray GI, McLeod HL. CYP3A4 e polimorfismi del gene VDR e il rischio di cancro alla prostata negli uomini con iperplasia prostatica benigna. Br J Cancer. 2003; 88: 928-32. [PubMed: 12644831]
  87. Ogunkolade BW, Boucher BJ, Prahl J, Bustin SA, Burrin JM, Noonan K, et al. recettore della vitamina D livelli proteici (VDR) mRNA e VDR in relazione allo status di vitamina D, capacità secretoria insulinica, e VDR genotipo in Bangladesh asiatici. Diabete. 2002; 51: 2294-300. [PubMed: 12086963]
  88. Morrison NA, Qi JC, Tokita A, Kelley PJ, Crofts L, Nyguen TV, et al. Pronostico densità ossea dalla vitamina D alleli del recettore. Natura. 1994; 367: 284-7. [PubMed: 8161378]
  89. Loke H, D Bethell, Phuong CX, Giorno N, N Bianco, Farrar J, et al. Suscettibilità alla dengue emorragica in Vietnam: la prova di un’associazione con variazione della vitamina D recettore e del recettore Fc gamma geni Ila. Am J Trop Med Hyg. 2002; 67 (1): 102-6. [PubMed: 12363051]
  90. Sanchez-Valdezi E, Delgado-Aradillas M, Torres-Martinez JA, Torres-Benitez JM. La risposta clinica nei pazienti con febbre dengue per via orale calcio più vitamina D adminstration: studio dei 5 casi. Proc occidentale Pharmacol Soc. 2009; 52: 14-7. [PubMed: 22128411]
  91. Bitetto D, Fabris C, Fornasiere E, Pipan C, Fumolo E, Cussigh A, et al. vitamina D migliora la risposta al trattamento antivirale per l’epatite C. recidivante Transpl Int. 201010.1111 / j.1432-2277.2010.01141.x
  92. Petta S, Camma C, scazzone C, Tripodo C, Di Marco V, Bona A, et al. D livello sierico di vitamina è legato alla fibrosi grave e bassa reattività alla terapia a base di interferone nel genotipo 1 epatite cronica C. Hepatology. 2010; 51 (4): 1158-1167. [PubMed: 20162613]
  93. Yano M, M Ikeda, Abe KI, Kawai Y, M Kuroki, Mori K, et al. Lo stress ossidativo induce antihepatitis Stato del virus C tramite l’attivazione della chinasi extracellulare segnale-regualted. Hepatology. 2009; 50: 678-88. [PubMed: 19492433]
  94. Leikina E, Delanoe-Ayari H, K Melikov, Cho MS, Chen A, Waring AJ, et al. molecole Carbohydratebinding inibiscono fusione virale e voce mediante reticolazione glicoproteine ​​di membrana. Nat Immunol. 2005; 6 (10): 995-1001. [PubMed: 16155572]
  95. Buck C, Giorno P, Thompson CD, Lubkowski J, Lu W, Lowy DR, Schiller JT. a-defensine infezione blocco Papillomavirus umano. Proc Nat Acad Sci USA. 2006; 103 (5): 1516-1521. [PubMed: 16432216]
  96. Kota S, Sabbah A, Chang TH, Harnack R, Xiang Y, X Meng et al. Il ruolo di un uomo-defensina-2 durante fattore di necrosi tumorale-a / NF-kB mediata risposta antivirale innata contro il virus respiratorio sinciziale umano. J Biol Chem. 2008; 283: 22.417-29. [PubMed: 18567888]

https://www.vitamineral.it/faq-vitamina-d-domande-e-risposte/




Lisozima e sistema immunitario: cos’è e dove si trova

MOLECOLA DI LISOZIMA crediti immagine Giubilesiassociati

l lisozima è un enzima biologico privo di tossicità (peptidoglicano N-acetilmuramoilidrolasi) presente in buona parte dei liquidi del nostro corpo. I livelli presenti in via naturale nel nostro organismo possono essere sostenuti con integratori e alimenti specifici.

Nel corpo lo troviamo nella saliva, nelle lacrime, nel sangue, nei succhi gastrici, nello sperma, nel latte materno e nel liquido amniotico.

Questa molecola si trova nel bianco dell’uovo e in alimenti come il latte d’asina, è inoltre ampiamente utilizzata come conservante nell’industria alimentare.

Assumendolo rinforziamo il sistema immunitario e proteggiamo l’organismo dalle infezioni batteriche dell’apparato respiratorio.

Oltre a rafforzare il sistema immunitario il Lisozima è un coadiuvante naturale utile per diverse condizioni, come:

  • Cefalea
  • Raffreddore
  • Infezioni della gola e del cavo orale
  • Disturbi intestinali
  • Acne

Assumerlo dai giusti alimenti o come integratore può favorire il trattamento dei sintomi influenzali, di malattie polmonari croniche, e problematiche legate a deficit immunitari.

La storia del Lisozima prima del Dr. Di Bella

La peptidoglicano N-acetilmuramoilidrolasi é stata osservata nel 1922 da Alexander Fleming, il medico biologo scozzese che prese il premio Nobel per la scoperta della penicillina nel 1928.

La scoperta avvenne in modo del tutto casuale. Fleming osservò la sua azione battericida dopo aver messo il suo muco nasale su una piastra per osservare la crescita delle colture cellulari.

Dopo qualche settimana, il biologo ebbe modo di constatare che questo enzima possedeva delle forti proprietà antibatteriche. Questa scoperta gettò le basi per la successiva indagine scientifica sulle proprietà della molecola.

Proprietà del Lisozima per il sistema immunitario

Oggi sappiamo che questa molecola biologica ha proprietà antivirali, immunomodulanti, antinfiammatorie e battericide. Svolge una funzione difensiva contro microbi ed agenti patogeni, in questo modo contrasta influenza, infezioni virali e raffreddamento.

Potenzia le difese dell’organismo, per questo lo consigliamo nei cambi di stagione e per sostenere la risposta immunitaria a tutte le età. Il lisozima è consigliato per favorire la normale funzione immunitaria degli over 65, insieme ad uno stile di vita sano ed equilibrato.

Recenti studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia del lisozima come integratore alimentare per bambini e neonati al fine di rinforzare le difese immunitarie e prevenire fenomeni diarroici.

Lisozima negli alimenti: dove si trova oltre che nell’albume delle uova

Grandi quantità di lisozima sono contenute nell’albume d’uovo di gallina. Si trova naturalmente anche nel latte d’asina, e nel latte munto. In quantità inferiore lo troviamo nel pesce e nella carne.

Grazie alla forte attività antibiotica, viene utilizzato nei formaggi stagionati, come il Grana Padano, ma anche in alimenti fermentati come la birra e il vino.

Uno studio scientifico ha inoltre evidenziato la capacità del lisozima di coadiuvare alcuni batteri che potrebbero essere utilizzati come terapia contro i batteri gram negativi.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Lisozima da Uovo ed Altri Alimenti

In generale però, la fonte alimentare più ricca di lisozima è l’albume d’uovo, da cui spesso viene estratto il lisozima per altri impieghi: si parla per questo di lisozima da uovo.

Il lisozima è una molecola termosensibile e ciò significa che in tutte le matrici alimentari i processi termici industriali, quali blanching, pastorizzazione o sterilizzazione, denaturano tale enzima facendogli perdere la sua funzione “antibiotica”. Proprio in virtù delle sue caratteristiche antimicrobiche naturali sono oggi molteplici gli usi del lisozima come conservante alimentare (E1105) nelle tecnologie di produzione di diversi alimenti, soprattutto dei formaggi stagionati ed altri prodotti caseari. Nel formaggio Grana Padano, ad esempio, il lisozima è utilizzato per evitare gonfiori indesiderati causati dai gas derivanti dalle fermentazioni da Clostridium spp.

Ricerche scientifiche sulla molecola di lisozima

Il lisozima è un enzima costituito da 129 amminoacidi con un’azione idrolizzante nei confronti dei “peptidoglicani” che compongono la parte cellulare di alcune famiglie di batteri.

I batteri sono composti da un rivestimento di catene di carboidrati legate in maniera trasversale da piccole catene peptidiche. Il lisozima è in grado di rompere queste catene di carboidrati andando a distruggere l’integrità strutturale della parete cellulare batterica.

Una recente ricerca scientifica condotta dalle Università di Birmingham e Nottingham ha studiato il bdellovibrio batteriovorus. Si tratta di un batterio “predatore” ovvero un batterio che infetta altri microrganismi e altri batteri.

Il bdellovibrio batteriovorus è conosciuto per la sua capacità di predare altri batteri e “mangiarli” rimanendo per ore all’interno della loro cellula. Una volta consumato il suo pasto, questo batterio fuoriesce dalla cellula senza danneggiare la propria parete cellulare che è simile a quella del batterio preda.

La capacità del batterio di uscire dalle cellule – senza danneggiare la propria cellula – è stata studiata poiché potrebbe essere utilizzata come terapia contro alcuni batteri gram-negativi.

Il lisozima contenuto nei batteri predatori è in grado di distruggere la parete cellulare del batterio preda per favorire la fuga del batterio predatore.

Questa funzione del lisozima è promettente e potrebbe aprire le porte a terapie più evolute.

Integratore alimentare di lisozima

Lisozima

Il lisozima è un enzima ampiamente diffuso in natura, presente anche in diverse secrezioni biologiche umane come il muco nasale, la saliva, le lacrime o il latte materno, nelle quali costituisce una delle più importanti “sostanze barriera” contro l’invasione di batteri e virus.

I virus erpetici, gli adenovirus, i virus influenzali e numerosi altri virus, vengono nettamente inibiti dal Lisozima. In molte affezioni si può dimostrare un deficit di Lisozima, espressione di un abbassamento del potere immunitario e difensivo dell’organismo.

È documentato il suo ruolo nella resistenza alle flogosi batteriche e virali e la sua carenza è spesso associata a fragilità degli epiteli aerodigestivi superiori e alla frequenza ed intensità di recidive.

L’azione antibatterica si esplica tramite lisi della parete dei batteri attraverso la scissione delle strutture mucopolisaccaridiche delle membrane cellulari e la liberazione di molecole ad attività immunitaria e antitumorale.

L’attività antivirale del lisozima si esplica attraverso la sua capacità di legarsi con gli acidi nucleinici (DNA, RNA) e con le lipoproteine, elementi costitutivi di tutti i virus, ed essenziali per la loro vita.

Il lisozima stimola l’immunità innata, ha azione antiflogistica ed interviene anche a livello dell’ecosistema batterico intestinale dove stimola la proliferazione della flora acidofila e favorisce il riequilibrio tra processi fermentativi e putrefattivi.

Un’azione di grande interesse ed importanza è svolta dal lisozima nel passaggio dall’alimentazione al seno e quella vaccina o artificiale.

Il latte materno contiene il Lactobacillus bifidus, assente nel latte vaccino ed in quello artificiale. Dopo il periodo di svezzamento fisiologico da parte della mamma, la flora batterica del bambino subisce notevoli modifiche non positive. La vegetazione gram-positiva diventa gram-negativa, favorendo inoltre lo sviluppo della Candida.

L’assunzione del lisozima ostacola questo processo.

Questo enzima, inoltre migliora la digestione del latte vaccino in quanto favorisce l’azione dei fermenti proteolitici, determinando così un incremento dell’assorbimento intestinale delle proteine.


Lisozima e Farmaci

Dati bibliografici mostrano che il lisozima “in vitro” è in grado di potenziare l’attività antibatterica di numerosi antibiotici, in particolare penicilline e cefalosporine.

I principali effetti farmacologici del lisozima sono rappresentati dalle azioni antibatteriche, antivirali ed immunomodulanti. Dotato di molteplici e complesse azioni, enzimatiche e non, ha rivelato sorprendenti e nuove proprietà terapeutiche in molteplici affezioni, grazie alle sue proprietà antinfettive ed immunostimolanti. Inoltre presenta un ampio spettro d’azione ed elevata efficacia. Queste caratteristiche, insieme al basso costo, all’assenza di tossicità e alla facile maneggevolezza, ne hanno favorito l’utilizzo come principio attivo sotto forma di compresse. Il lisozima cloridrato viene impiegato per uso sistemico contro batteri e virus che possono essere dannosi per l’apparato orale e respiratorio, oltre che quello gastroenterico, soprattutto in situazioni di virosi recidivanti e condizioni di immunodepressione. L’assunzione di lisozima viene dunque consigliata in caso di infezioni, a soggetti immunodepressi, anziani o soggetti a rischio affetti da problemi respiratori o cardiovascolari e ai bambini e neonati, per rafforzare il sistema immunitario.

dai 500 mg fino ai 3 grammi giornalieri.

Si può assumere lisozima in diverse forme, come polvere o compresse, per ripristinare o aumentare i livelli della proteina enzimatica naturalmente presenti nell’organismo, e per stimolare il sistema immunitario. In posologie significative, assumere 3 o più grammi di lisozima intervallati nel corso della giornata, somministrati in modo continuativo fino alla scomparsa dei sintomi, offre positivo riscontro negli stati influenzali, a condizione che ad esso si uniscano vitamina A e vitamina C. (tratto da Vitalprogram)

Bibliografia


Proposte di Vitamineral per integrare Lisozima

IMMUNO ed è un mix con altri elementi per proteggersi dall’influenza proposto da Fitosofia, da cui ho preso in prestito l’articolo sul Lisozima, ho fatto ricerche e trovato diverse altre forme di integrazione per il Lisozima, sia puro che in formulazioni mix.

Tecnolatte (*) USA IL codice sconto 23Vitamineral5 ATTIVO FINO AL 31/12/2023

  • (Lisozima Tecnolatte risulta avere fra tutti il miglior rapporto prezzo qualità.)
  • Green Sistem
    • Farmacia Agricola
        • Dermolife
          • (*) Prodotto disponibile su prenotazione
Forma galenica ED INTEGRATORI IN COMPRESSE E CAPSULE di Lisozima
  •  da Farmacia OVF
    • Vital Program(sito online)
      • Ruolo del Glutatione, N-Acetil Cisteina, Acido Lipoico, Zinco e Silimarina
        nel sostegno immunitario e nella protezione antivirale.

         

        Articolo tratto da AVD Medica

        Nella recente letteratura scientifica vi sono numerosi studi che indicano nel Glutatione e nei suoi precursori gli elementi chiave per la lotta alle infezioni virali e in particolare nella prevenzione e trattamento delle infezioni da SARS-CoV-2 (COVID-19).

        Già era noto il ruolo del Glutatione e dei suoi precursori nel regolarizzare la risposta antivirale data dal sistema linfocitario Th1 e ridurre quella pro infiammatoria data dal sistema linfocitario Th2. In recenti articoli scientifici addirittura si ipotizza che il deficit di Glutatione endogeno sia il responsabile maggiore delle sintomatologie gravi e di morte nei pazienti affetti da Covid 19 (1).

        Secondo questo recentissimo studio l’ipotesi che la carenza di Glutatione sia la più plausibile spiegazione delle manifestazioni gravi e della morte nel Covid 19 viene avvalorata sulla base di letteratura esaustiva, analisi ed osservazioni. In questo studio hanno dimostrato che la sua supplementazione e dei suoi precursori viene considerata come uno dei mezzi più importanti per la prevenzione di questa infezione virale.

        In un altro studio molto recente (2) su due pazienti di New York con malattia di Lyme ed encefalite da zecche come co-infezioni sono risultati positivi a polmonite da corona virus con tosse e dispnea, hanno beneficiato di un trattamento con Glutatione.

        Il Glutatione e i suoi precursori quali la N-Acetil Cisteina (NAC) e l’Acido Alfa Lipoico possono rappresentare un nuovo approccio terapeutico per ridurre l’attivazione di NFkB e la susseguente tempesta citochinica responsabile delle complicazioni respiratorie nei pazienti affetti da corona virus. Azione confermata con la NAC anche in uno studio di Aprile 2020 (3). L’attività antivirale del Glutatione è stata dimostrata anche in uno studio di De Flora et al. i quali hanno indicato che una supplementazione a lungo termine in doppio cieco contro placebo su 262 soggetti (6 mesi) di NAC (precursore del Glutatione) ha significativamente ridotto l’incidenza dell’influenza e degli episodi simil influenzali, specialmente nei soggetti anziani ad alto rischio (4).

        Sempre uno studio recente di Maggio 2020 (5) ha dimostrato sia in vitro che in vivo che la NAC è una sostanza efficace per migliorare lo stato redox, specialmente sotto stress ossidativo, specialmente nel caso dell’infezione da Covid 19, dove si verifica un basso livello di stato redox antiossidante che conduce ad uno stato pro-infiammatorio mediato dal TNF-alfa. In trials sull’uomo, la NAC è stata usata per ripristinare i livelli di Glutatione e per aumentare la risposta delle cellule immunitarie T. La NAC ha dimostrato anche di inibire la via dell’Inflammasoma NLRP3 (IL1β e IL18) in vitro e di diminuire I livelli plasmatici di TNF alfa in studi sull’uomo.

        Studi antecedenti avevano già dimostrato l’azione antinfiammatoria e antiossidante del Glutatione nelle infezioni polmonari (6) e l’azione inibitrice nei confronti del virus dell’influenza (7).

        Lo Zinco, altro precursore del Glutatione e attivatore di circa 300 reazioni enzimatiche, in uno studio di Maggio 2020 si è dimostrato efficace nella profilassi e nel trattamento da infezione da Covid 19, sia come enancher della clorochina e idrossiclorochina, farmaci antimalarici utilizzati per trattare l’infezione da Covid (8), sia come inibitore della replicazione virale (10).

        Infine, anche la Silimarina, un noto epato protettore ha dimostrato possedere prorietà antivirali nei confronti di epatiti C e Dengue Virus, toga virus (rosolia), HIV, epatite B e naturalmente il virus dell’influenza. Importante è inoltre la sua azione epatoprotettrice nei confronti di potenziali danni collaterali indotti da coronavirus, che colpisce nei casi gravi non solo il polmone ma anche cuore, reni e fegato.

        BIBLIOGRAFIA

        1. ACS Infect Dis 2020 May 28; Endogenous Deficiency of Glutathione as the Most Likely Cause of Serious Manifestations and Death in COVID-19 Patients – Alexey Polonikov 1
        2. Respir Med Case Rep 2020 Apr 21;30:101063. Efficacy of Glutathione Therapy in Relieving Dyspnea Associated With COVID-19 Pneumonia: A Report of 2 Cases. Richard I Horowitz 1 2, Phyllis R Freeman 2, James Bruzzese
        3. Review
        4. Clinical Trial Eur Respir J. 1997 Jul;10(7):1535-41. Attenuation of Influenza-Like Symptomatology and Improvement of Cell-Mediated Immunity With Long-Term N-acetylcysteine Treatment – S De Flora 1, C Grassi, L Carati
        5. Med Hypotheses. 2020 May 30;143:109862. N-Acetylcysteine: A Potential Therapeutic Agent for SARS-CoV-2. Francis L Poe 1, Joshua Corn 2
        6. Eur Respir J. 2000 Sep;16(3):534-54. Oxidative Stress and Regulation of Glutathione in Lung Inflammation. I Rahman 1, W MacNee
        7. Free Radic Biol Med 2003 Apr 1;34(7):928-36. Inhibition of Influenza Infection by Glutathion – Jiyang Cai 1, Yan Chen, Shaguna Seth, Satoru Furukawa, Richard W Compans, Dean P Jones
        8. Med Hypotheses. 2020 May 25 : 109848. Potential Role of Zinc Supplementation in Prophylaxis and Treatment of COVID-19
          Amit Kumar, Yuichi Kubota,⁎ Mikhail Chernov, and Hidetoshi Kasuya
        9. Med Hypotheses. 2020 Sep; 142: 109815. Does zinc supplementation enhance the clinical efficacy of chloroquine/hydroxychloroquine to win todays battle against COVID-19? – R. Derwanda,1 and M. Scholzb,1,⁎
        10. Biol Trace Elem Res. 2020 May 26;1-9. Can Zn Be a Critical Element in COVID-19 Treatment? – Mohammad Tariqur Rahman 1, Syed Zahir Idid 2
        11. Molecules. 2019 Apr; 24(8): 1552. Antiviral Activities of Silymarin and Derivatives – Ching-Hsuan Liu,1,2 Alagie Jassey,3 Hsin-Ya Hsu,4 and Liang-Tzung Lin1,4,*

        Dominique Delmas, Academic Editor


        Dal sito della Associazione Alzheimer OdV

        Perché la NAC aiuta molte persone con diagnosi psichiatriche? Perché funziona in così tante condizioni? Questa è la cosa intrigante, ai miei occhi. I suoi benefici sono il risultato dei suoi effetti anti-infiammatori? O qualche altro meccanismo?

        O se continuano a verificarsi sono meno angoscianti e possono essere osservati a maggiore distanza, con meno preoccupazione o paura, e hanno meno probabilità di scatenare la depressione o altri effetti negativi.

        Il che ci fa tornare ai dibattiti di vecchia data tra i psichiatri che vogliono raggruppare e quelli che vogliono dividere. I vantaggi della NAC supportano i primi o i secondi? Supportano gli appassionati di RDoC che stanno facendo avidamente ricerca sui circuiti cerebrali? Penso che, in un certo senso, tali risultati favoriscano i raggruppatori. Il miglioramento con il trattamento NAC dei pensieri negativi irrazionali e difficili da controllare di così tanti disordini mentali, rende difficile evitare la conclusione che è coinvolta qualche circuiteria sottostante comune.

        La NAC non funziona per tutti, per prima cosa. Ma anche, se il circuito per le ruminazioni è lo stesso, perché alcune persone con circuiti di ruminazione presumibilmente iperattivi sviluppano il disturbo ossessivo-compulsivo e altri sviluppano il disturbo bipolare? E altri ancora, nonostante abbiano gravi ruminazioni, non soddisfano i criteri per qualsiasi disturbo psichiatrico?

        Fonte: David J. Hellerstein MD, professore di Psichiatria Clinica alla Columbia University di New York City.

        Referenze:

        • Insel T, Cuthbert B, Garvey M, Heinssen R, Pine DS, Quinn K, Sanislow C, Wang P. Research domain criteria (RDoC): toward a new classification framework for research on mental disorders..
        • Caspi A, Moffitt TE. All for one and one for all: Mental disorders in one dimension. American Journal of Psychiatry. 2018 Apr 6;175(9):831-44
        • Berk M, Malhi GS, Gray LJ, Dean OM. The promise of N-acetylcysteine in neuropsychiatry. Trends in pharmacological sciences. 2013 Mar 1;34(3):167-77

        qui.

        Nota: L’articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


        Articoli in inglese


        L-Glutammina in polvere racchiusa in capsule di Tapioca. L’origine della Vitamina D come Colecalciferolo deriva da fermentazione di Acacia. Adatto per Vegetariani, Vegani e Celiaci, NoOgm, No Allergeni.
        Vitamina D 3 in softgel 10.000 UI da Prinfit

       Vitamina D 3 in olio di oliva, capsule gelatina softgel.
      Adatto per Vegetariani e Celiaci, NoOgm, No Allergeni del latte, né soia.

      -10% Usa il codice sconto Vitamineral – SPEDIZIONE GRATUITA

       

       

       INTEGRA D3 in gocce

      30 ml di prodotto, 1 goccia = 2000 UI (E.I)

Altri integratori e guide per la ricerca di integratori di vitamine e minerali

Per utilizzare Silimarina usa gli integratori di Cardo Mariano:

Integratori di Acido Alfa Lipoico:


 




Vitamina C come antivirale
L’importanza della dose

Vitamina C come antivirale: È tutta una questione di dose

(OMNS, 3 dicembre 2009) Una delle domande più frequenti da parte dei lettori di Orthomolecular Medicine News Service è:

quanta vitamina C dovrei assumere?

Il fabbisogno di vitamina C di ogni persona è diverso a causa delle differenze genetiche e biochimiche individuali [1,2,3]. Inoltre, i nostri corpi sono sottoposti a stress diversi e certamente mangiamo cibi diversi. Pertanto, il fabbisogno giornaliero di ascorbato per mantenere la salute di un adulto varia tra 2.000 e 20.000 mg/giorno.

Funzione antivirale

tolleranza intestinale. L’osservazione clinica è essenzialmente “prendere abbastanza C per essere privi di sintomi, qualunque sia tale quantità”.

La tolleranza intestinale significa esattamente ciò che pensi significhi:

Dr. Frederick R. Klenner.

Questo breve libro è pubblicato nella sua interezza QUI http://www.seanet.com /~alexs/ascorbate/198x/smith-lh-clinical_guide_1988.htm

Meccanismo per l’effetto antivirale dell’ascorbato

Riepilogo

Riferimenti:

Nutritional Medicine is Orthomolecular Medicine

Orthomolecular medicine uses safe, effective nutritional therapy to fight illness. For more information: http://www.orthomolecular.org

The peer-reviewed Orthomolecular Medicine News Service is a non-profit and non-commercial informational resource.

Editorial Review Board:

Carolyn Dean, M.D., N.D.
Damien Downing, M.D.
Michael Gonzalez, D.Sc., Ph.D.
Steve Hickey, Ph.D.
James A. Jackson, PhD
Bo H. Jonsson, MD, Ph.D
Thomas Levy, M.D., J.D.
Jorge R. Miranda-Massari, Pharm.D.
Erik Paterson, M.D.
Gert E. Shuitemaker, Ph.D.

Andrew W. Saul, Ph.D., Editor and contact person. Email: omns@orthomolecular.org


 

 

 

 

 

 

 

 

 





Ci siamo dimenticati il metodo scientifico e il principio di cautela…

Dr Guido Paoli

A me dispiace che non ci siano discussioni scientifiche serie (cioè con contraddittorio) sulla questione “vaccini”. O meglio, chi è favorevole lo è “a priori”, ragionando per posizioni ideologiche (“guardate le terapie intensive!”, “la gente muore!”), cercando fonti bibliografiche che parlino a favore.

È, per esempio, irritante vedere esultare per i risultati inglesi dopo pochissimi giorni dalla chiusura vaccinale (senza considerare gli effetti a medio e lungo termine) e facendo finta di non sapere che in Inghilterra hanno drasticamente ridotto i test PCR e che la “variante inglese” è stata presumibilmente dovuta alla campagna vaccinale stessa (come quella sudafricana, brasiliana, indiana).

È altrettanto irritante vedere “addetti ai lavori” che, ostentando sicurezza nei propri studi e nelle proprie competenze, senza sentire alcuna necessità di mettersi in discussione e di dare conto della propria sicurezza, se non attraverso frasi buone (se va bene) per tentare di superare un esame. Chi è contrario lo è, a volte, sulla base di posizioni identiche, basate su luoghi comuni, e cercando fonti a proprio favore. Ovviamente una fonte, se è seria e se il lavoro è fatto bene, va sempre considerata in quanto tale, e non da posizioni ideologiche.
Ma tante altre volte, il contrario non è propriamente contrario, è una persona che si documenta e ha dubbi, ragionevoli, fondati, scientifici, a cui le risposte ideologiche irritano e confermano nei propri dubbi e sulla non ragionevolezza di questa campagna vaccinale.

A me sembra, fra le tante cose, che in un anno sia stato spazzato via il paradigma biochimico legato alla nostra conoscenza dei virus:




Antivirali – Cure Integrative come cura e prevenzione nel rafforzamento del sitema immunitario

Prendiamo oggi in considerazione diversi elementi naturali come alleati nella lotta contro gli agenti virali senza escludere il nostro noto virus odierno, il Covid 19.

Dalle mie ricerche sono risultati utili molti integratori di vitamine e minerali, probiotici e prebiotici, fitoterapici ed altri.

Come ad esempio la vitamina C e la Vitamina D a grandi dosaggi potrebbero essere molto utili come terapie da integrare a quelle convenzionali.

Dalle pagine del dr Joseph Mercola riporto 3 elementi che ha considerato utile ma con analisi dei pregi e difetti.

Il collutorio potrebbe essere un alleato nella lotta contro il COVID-19?
La storia in breve

Del Dott. Mercola
Una nuova ricerca mostra che molti collutori dentali distruggono lo strato lipidico dei coronavirus e riducono la replicazione del virus nella gola e nelle ghiandole salivari, rendendo il collutorio una profilassi potenzialmente utile contro COVID-19. Come notato dagli autori:

Il perossido di idrogeno ha diversi usi


il perossido di idrogeno può davvero essere un eccellente profilattico e rimedio contro il COVID-19 e altre malattie virali, non solo come collutorio ma anche come trattamento nebulizzato.

Come funziona il perossido di idrogeno contro i virus

Il perossido di idrogeno (H2O2) è costituito da una molecola di acqua (H2O) con un atomo di ossigeno in più, ed è questo atomo in più di ossigeno che consente di inattivare i patogeni virali.

Hanno bisogno di un ospite vivo, infettano le cellule vive di tale ospite che poi replicano il DNA e l’RNA virale. Dopo che una cellula è stata infettata, i nuovi virus che sono stati replicati escono dalla cellula e si spostano in quella successiva per ripetere il processo.
I coronavirus sono tenuti insieme da un rivestimento lipidico (grasso). Il sapone, essendo anfipatico, il che significa che può dissolvere la maggior parte delle molecole, dissolve questa membrana grassa, causando la disgregazione del virus e rendendolo innocuo.
Il perossido di idrogeno funziona in modo simile. Alcune delle tue cellule immunitarie producono in realtà perossido di idrogeno, che distruggono i patogeni. Uccidendo la cellula infetta, la riproduzione virale viene fermata. Quindi, la terapia con perossido di idrogeno (noto anche come acqua ossigenata) è in sostanza un semplice aiuto alle cellule immunitarie a svolgere la loro funzione naturale in modo più efficace.

Non aspettare i primi sintomi. Nebulizza appena puoi”.

Anche l’oil pulling rompe le membrane lipidiche


Ridurre il numero di batteri del 20% dopo 40 giorni di oli pulling con olio di sesamo

  • Ridurre la gravità della carie dentale
  • Ridurre gli indici di placca e gengivali del 50% dopo 30 giorni di oil pulling (che è comparativamente simile ai risultati prodotti dalla clorexidina)
  • Ridurre la gengivite indotta da placca
  • Istruzioni di base per l’oil pulling

    Misura circa 1 cucchiaio di olio di cocco o olio MCT. Potresti scoprire che questa dose è troppa o non abbastanza, ma è un buon punto di partenza.

    Fonte

    https://italiano.mercola.com/sites/articles/archive/2020/06/09/collutorio-puo-prevenire-covid-19.aspx


    leggi anche l’articolo su Macro e Scarica un estratto gratuito del libro!


     




     L’importante è non morire di Corona Virus

    Poi se uno muore di depressione per mancanza di sole,

    se uno muore di solitudine perché non ha nessuno in casa con cui scambiare due chiacchiere,

    se uno muore per mancanza di ossigeno perché si sente soffocare,

    se uno muore perché scannato dal consorte reso ancora più violento da questa reclusione forzata,

    se uno muore di follia perché esasperato dall’essere costretto a vivere in un appartamento di 40m quadri,

    se uno muore di fame perché la sua attività è stata chiusa e rischia il fallimento.

    Se uno muore di rabbia perché non può dare il suo estremo saluto a un caro che muore nell’indifferenza,

    se uno muore di angoscia perché vive una situazione difficile che senza “prese d’aria” non può più sostenere,

    se uno muore perché non può più praticare lo sport che lo faceva sentire vivo,

    se uno muore perché ha troppo bisogno di un abbraccio o di un contatto fisico,

    se uno muore denigrato e seppellito dalla cattiveria della gente perché non indossava una inutile mascherina.

    Se uno muore perché non ha nemmeno più il conforto della sua pratica religiosa,

    se uno muore perché ha perso la cosa più preziosa che è la libertà,

    se uno muore di panico perché l’informazione ufficiale non fa che sollecitarlo e nutrirlo e accrescerlo…

    ecco se uno muore di altro che non sia il Corona Virus non ha alcuna importanza.

    Non gliene importa un fico secco a nessuno.

    di Ely Yum


    Si può non vivere per non morire?

     

     

     


    Tristezza: l’importanza di essere tristi