Betaina: abbassa l’Omocisteina ed è utile nell’ipocloridria

INDICE ARTICOLO

  • Che Cos’è?
  • A Cosa Serve
  • Alimenti con Betaina
  • Betaina come Integratore
    • Digestione
    • Omocisteina e Salute Cardiovascolare
    • Esercizio fisico
    • Composizione Corporea
    • Glicemia e Diabete
    • Depressione
    • Dosi e Modo d’Uso
    • Effetti Collaterali

Che Cos’è la Betaina

La Betaina (o Trimetilglicina) è una sostanza molto diffusa in natura. Abbonda nella barbabietola rossa e in altri alimenti vegetali e animali, ma può anche essere sintetizzata nell’organismo a partire dalla Colina, per questo motivo, come tutte le sostanze che possiamo produrre, non viene considerata una sostanza essenziale.

Non si trova in una classificazione precisa fra i vari gruppi di nutrienti, ma è essenzialmente un derivato aminoacidico neutro a catena corta. La Betaina è anche nota come Trimetilglicina, TMG, glicina Betaina, licina e ossiurina.

Strutturalmente, la Betaina è costituita dall’amminoacido glicina con attaccati tre gruppi metilici (-CH3). Grazie a questa caratteristica, nel corpo umano la Betaina si comporta come un donatore di gruppi metilici. In questo modo, contribuisce:

Inoltre, la Betaina agisce da osmoprotettore, contribuendo a mantenere le cellule idratate e aumentando la loro resistenza allo stress 6.

Betaina in Chimica

A Cosa Serve

La Betaina si ottiene come prodotto secondario della lavorazione della barbabietola da zucchero e viene usata:

  • come farmaco, nel trattamento di una rara malattia genetica ereditaria chiamata Omocistinuria;
  • come integratore:
    • per il benessere cardiovascolare: per il mantenimento di normali livelli di Omocisteina nel sangue;
    • ergogenico: per migliorare le prestazioni sportive negli atleti sottoposti a un intenso sforzo muscolare;
    • come cosmetico: ad azione umettante e idratante.

    BETAINA NEGLI ALIMENTI

    Betaina negli Alimenti

    La Betaina viene prodotta dal corpo attraverso il metabolismo della Colina, ma può anche essere ingerita per via esogena attraverso la dieta 11.

    Le fonti alimentari più comuni di Betaina sono barbabietole, spinaci e cereali integrali 12, 13. I cereali integrali, come la quinoa, la crusca di frumento e d’avena, il riso integrale, l’orzo ecc., sono generalmente considerati ricche fonti di Betaina.


    Betaina come Integratore

    • NELLE PRESTAZIONI ATLETICHE
    • COMPOSIZIONE CORPOREA
    • DEPRESSIONE
    • DIABETE

    IPOCLORIDRIA

    STOMACO: Carenza di Acido Cloridrico

    L’ACIDO CLORIDRICO come funziona

    Il cibo dopo la bocca attraversa l’esofago, supera una valvola (cardias) e scende nello stomaco, dove l’ambiente deve essere acido per mezzo di acido cloridrico.
    Diversi studi hanno dimostrato che la secrezione dell’acido cloridrico (HCl) può diminuire già dai 40 anni e che metà degli ultrasessantenni non ne produce più! Perciò, consideriamo prima l’azione dell’acido cloridrico e cosa causa la sua carenza, poi come riconoscerne facilmente i sintomi.

    In primo luogo, una forte acidità (pH inferiore a 4,5) è necessaria perché la Pepsina digerisca le proteine. Comincia a digerirle spezzandole in peptoni ovvero in proteine più piccole, rendendo disponibili, oltre agli aminoacidi, anche vitamina B12, calcio, ferro, fosforo e zinco.

    Se le proteine non vengono digerite, mancheranno gli aminoacidi per produrre tutte le proteine del corpo, le quali comprendono: ossa, muscoli, collagene, connettivo, neurotrasmettitori, ormoni e gli stessi enzimi digestivi…

    Il corpo, quindi, comincerà a smontare muscoli e altre parti per rifornirsi di aminoacidi per sopravvivere. Le varie parti del corpo rallenteranno enormemente il loro naturale rinnovamento continuo. La persona comincerà a invecchiare rapidamente, si sentirà depressa e debole. In parole povere, morirà di fame e cachessia pur avendo a disposizione il cibo!

    Gli estremi opposti si uniscono nella medesima tragedia: da una parte del mondo si muore di fame con lo stomaco vuoto, dall’altra parte si muore di fame con lo stomaco pieno. Anzi, questi ultimi più mangiano e più peggiorano la situazione, perché le proteine non digerite vanno in putrefazione
    nell’intestino crasso per azione dei batteri putrefattivi, liberando, tra l’altro, l’ammonio (-NH2) dagli aminoacidi.

    Questo rende il pH alcalino che favorisce i batteri putrefattivi (detti appunto alcaligeni), i quali causano una continua intossicazione del sangue (tossiemia). Il pH alcalino sfavorisce i fermenti lattici, ovvero la flora batterica “buona” (acidogena), che ci protegge, come una prima linea del sistema immunitario, contro batteri, virus, funghi, protozoi e vermi, e ci fornisce molte vitamine del gruppo B e K2.

    La carenza di acido cloridrico favorisce anche la crescita dell’Helicobacter pylori e della Candida.
    Inoltre, le proteine indigerite prima ancora di raggiungere il crasso possono provocare intolleranze, allergie e perfino malattie autoimmuni.

    Voglio sottolineare il fatto che la carenza di acido cloridrico impedisce l’approvvigionamento di vitamina B12. Tutti sanno che è necessaria per la produzione dei globuli rossi, ma pochi sanno che è necessaria anche per tante altre funzioni, compresa la formazione della guaina mielinica dei nervi e, ancor meno sono al corrente che quando, nelle analisi del sangue, compare l’anemia da vitamina B12 (detta perniciosa, cioè pericolosa) questa potrebbe mancare da 5-7 anni e i danni neurologici sono ormai irreversibili.

    La ricerca dell’acido metilmalonico nelle urine è, invece, indicativa per valutare la presenza di B12 nell’organismo: se il suo livello è alto, è basso quello della B12 e viceversa.

    Diminuzione della memoria, demenza senile (e pre-senile), morbo di Alzheimer, Parkinson, sclerosi e altre malattie degenerative del sistema nervoso (demielinizzazioni), sono quasi sempre provocate da una carenza di B12 che, a sua volta, può derivare da una carenza di acido cloridrico.

    Come si forma l’acido cloridrico

    L’acido cloridrico si forma dal sale, ovvero dal cloruro di sodio (NaCl)! Il sale, in soluzione con gli alimenti, viene assorbito dalle cellule delle pareti gastriche, e qui entra in contatto con l’acido carbonico (H2CO3). Questo deriva dall’anidride carbonica (CO2) che si forma nei mitocondri, nella produzione dell’energia (ATP) e che non ha trovato posto nei globuli rossi, e circola nel sangue dove, per mezzo di un enzima, si lega con l’acqua (H2O) formando appunto acido carbonico (H2CO3):

    CO2 + H2O H2CO3

    Dalla combinazione dell’acido carbonico con il cloruro di sodio, si forma acido cloridrico nello stomaco e carbonato di sodio (Na2CO3 ) nel sangue.

    H2CO3 + 2NaCl 2HCl + Na2CO3

    FONTE: DOCUMENTI DI LIBERA CONSULTAZIONE DR MARTINO GIORGINI


    SINTOMI DELL'IPOCLORIDRIA

    Come riconoscere l’ipo- e l’a-cloridria

    Il sintomo principale della ridotta acidità gastrica, ossia della ridotta produzione di acido cloridrico (ipocloridria) è il gonfiore nella parte alta dell’intestino subito dopo i pasti, soprattutto se a base di carboidrati. Se la produzione di acido cloridrico è cessata del tutto (acloridria), il gonfiore interesserà anche lo stomaco.

    Oltre al gonfiore ci sono altri sintomi.

    Alcuni sono dovuti alla denutrizione conseguente e non è indicativo elencarli, mentre vanno ricordati la presenza di cibo non digerito nelle feci e, soprattutto, l’assenza di reflusso gastro-esofageo, ovvero di rigurgiti acidi in gola, dato che l’acido è scarso o del tutto assente. Si può manifestare anche con una scarica di diarrea entro un’ora dopo i pasti.
    Tuttavia, possono essere frequenti dei bruciori di stomaco, che normalmente vengono trattati con antiacidi o inibitori della pompa protonica (i farmaci più prescritti in Italia), ma 9 casi su 10 risultano causati da carenza o mancanza di acido cloridrico non da un suo eccesso!
    Infatti, bisogna sapere che il muco protettivo nelle pareti dello stomaco, viene prodotto dalle cellule della mucosa gastrica a seguito della secrezione di acido cloridrico.

    Se questo manca il muco protettivo non viene prodotto, e, in questa condizione, la Pepsina va ad irritare le pareti gastriche, provocando un bruciore che, normalmente, viene scambiato per ipercloridria (e perciò trattato con antiacidi).
    consigliabile assumere Betaina cloridrato (Betaina HCl) che compensa la carenza o la mancanza di acido cloridrico (HCI).

    FONTE: DOCUMENTI DI LIBERA CONSULTAZIONE DR MARTINO GIORGINI


    OMOCISTEINA

    Omocisteina e Salute Cardiovascolare

    Uno dei ruoli principali della Betaina è quello di aiutare a regolare i livelli di Omocisteina nel sangue 15.

    Ad esempio, una revisione di 5 studi ha dimostrato che l’assunzione di almeno 4 grammi di Betaina al giorno per 6 settimane potrebbe abbassare i livelli ematici di Omocisteina negli adulti sani 15.

    L’Omocisteina è un amminoacido che, se presente a livelli elevati nel sangue, è stato collegato a un rischio maggiore di malattie cardiache, ictus e altri problemi di salute 16, 17, 18..

    In una revisione di 74 studi clinici, l’assunzione elevata di Colina e Betaina è risultata associata a una riduzione dei marker infiammatori nel sangue 22. Inoltre, la loro assunzione a lungo termine è stata collegata a un minor numero di decessi per malattie cardiache.

    In altri studi, è stato riferito che la Betaina potrebbe avere un impatto dannoso sui lipidi nel sangue 23. Secondo una recente meta-analisi, una dose massima di 4 g/die potrebbe avere effetti di riduzione dell’Omocisteina senza alcun effetto negativo sui profili lipidici (che è invece stato segnalato con dosi ≥ 4 g/die) 24.

    Tuttavia, si consiglia, in caso di alti livelli di Omocisteina, di ricorrere a tutto il gruppo di nutrienti vitaminici che concorrono insieme a donare gruppi metilici per abbassare i livelli di Omocisteina, e non sono la Betaina:

    Integratori

    I donatori di gruppi metilici:

    • colina,
    • betaina,
    • acido folico,
    • metionina,
    • vitamine B6 e B12.

    Omocisteina Stop MTHFR-T

    Con vitamine B6, B12 e acido folico

    Ingredienti: Betaina, magnesio glicerofosfato, cellulosa microcristallina°, gomma arabica°, SAMe (S-adenosil metionina disolfato tosilato), vitamina C (acido ascorbico), colina tartrato, zinco gluconato, (L-)serina, vitamina B3 (niacina, nicotinamide), vitamina B5 (pantotenato di calcio), vitamina B6 attivata (piridossale-5-fosfato), vitamina B2 attivata (riboflavina 5-fosfato di sodio), vitamina B1 (tiamina cloridrato), acido folico attivato (L-metilfolato di calcio), biotina, vitamina B12 attivata (5-deossiadenosilcobalamina e metilcobalamina). °Agente di carica. °°Antiagglomerante.


    PRESTAZIONI SPORT

    Betaina e prestazioni atletiche

    Esistono prove contrastanti sull’efficacia della Betaina per migliorare le prestazioni atletiche.

    La maggior parte degli studi riporta che l’integrazione con Betaina non aumenta la forza o la potenza massima 25.

    Inoltre, la Betaina non sembra migliorare le prestazioni negli esercizi di resistenza eseguiti con bassi volumi (1-3 serie) 26, 27. Sembra invece migliorare la performance negli esercizi che mettono alla prova la resistenza muscolare con alti livelli di stress metabolico 28, 29.

    Una revisione ha riportato che gli integratori di Betaina potrebbero migliorare la composizione corporea e le prestazioni sia negli esercizi di resistenza che in quelli di forza/potenza 30.

    In un’altra meta-analisi (di 7 studi randomizzati), due studi hanno riportato aumenti di potenza e forza in seguito all’integrazione di Betaina. Gli Autori hanno concluso che sono necessari ulteriori studi per valutare l’efficacia di questo integratore 25.

    Il meccanismo attraverso il quale la Betaina può migliorare le prestazioni negli esercizi di resistenza non è chiaro, ma potrebbe essere legato alla capacità di attenuare gli aumenti dei livelli di lattato durante l’esercizio 28, 29, 31.

    Si ipotizza inoltre che anche gli effetti osmolitici della Betaina aiutino a migliorare le prestazioni durante l’allenamento di resistenza ad alto volume 32.


    COMPOSIZIONE CORPOREA

    Composizione Corporea

    Studi sugli animali hanno dimostrato l’effetto benefico dell’integrazione di Betaina sulla riduzione del grasso corporeo, mentre i dati sull’uomo sono controversi e incoerenti 33.

    Ad esempio, la supplementazione di 6 g di Betaina al giorno per 12 settimane in persone obese non è riuscita a influenzare in modo significativo il tasso metabolico, il peso e la massa grassa 34.

    In uno studio (DB – RCT) su 23 uomini esperti di allenamento della forza, l’integrazione di Betaina a lungo termine durante un programma di allenamento (6 settimane) ha migliorato la composizione corporea. Gli uomini hanno beneficiato di aumenti significativi della massa magra e diminuzioni del grasso corporeo 35.

    In un altro studio (RCT) su 12 uomini allenati, l’integrazione con Betaina associata alle sessioni di allenamento ha ridotto i livelli di cortisolo. Ha anche aumentato l’ormone della crescita, che aiuta la sintesi proteica muscolare. Ciò ha causato un aumento della loro massa magra 36, 35.

    Secondo una revisione di 6 studi con 195 partecipanti, l’integrazione alimentare di Betaina potrebbe essere un approccio efficace per ridurre il grasso corporeo 33.

    Al contrario, un’altra meta-analisi ritiene improbabile che l’integrazione di Betaina possa migliorare gli indici di composizione corporea (come peso, BMI, massa magra e massa grassa) 37.


    GLICEMIA E DIABETE

    Glicemia e Diabete

    I risultati degli studi su animali hanno incoraggiato l’esplorazione dell’efficacia terapeutica della Betaina nei pazienti con diabete di tipo 2 41.

    Ad esempio, nei topi l’integrazione di Betaina ha dimostrato di:

    • limitare molti disturbi legati al diabete attraverso un’azione antinfiammatoria e antiossidante 41.

    Grazie a questi effetti, la Betaina può essere utile nei soggetti prediabetici con insulino-resistenza (una condizione che compromette la capacità delle cellule di rispondere all’ormone insulina) 42.

    A tal proposito, uno studio condotto su quasi 2.400 persone ha associato un maggiore apporto di Colina e Betaina con una diminuzione della resistenza all’insulina 43.

    In un altro studio (RCT) su 3.000 individui, quelli con livelli di Betaina più bassi nel sangue avevano maggiori probabilità di avere il diabete. Dopo 2 anni di cambiamenti nello stile di vita, livelli più elevati di Betaina erano associati a tassi di diabete più bassi 43a.

    In un altro studio, 27 soggetti obesi e prediabetici sono stati integrati con 3.300 mg di Betaina per via orale 2 volte al giorno per 10 giorni, e successivamente con 4.950 mg 2 volte al giorno per 12 settimane 43b.

    Rispetto al placebo, questo trattamento ha mostrato uno scarso effetto metabolico. La Betaina tendeva a ridurre i livelli di glicemia a digiuno ma non ha avuto altri effetti sul controllo glicemico. Anche la sensibilità all’insulina non è migliorata, mentre i livelli di colesterolo sono aumentati.


    DEPRESSIONE

    Depressione

    È stato dimostrato che la Betaina aumenta gli effetti della S-adenosilmetionina (anche detta SAMe, un tipo di farmaco che aiuta a produrre serotonina, dopamina e norepinefrina migliorando la depressione da lieve a moderata) 44.

    In 45 pazienti depressi che hanno risposto scarsamente agli antidepressivi, la SAMe e la Trimetilglicina utilizzate come terapia aggiuntiva al trattamento convenzionale per 90 giorni hanno migliorato sintomi come ansia e sentimenti di impotenza e inutilità 44.

    In un altro un piccolo studio su 64 persone affette da depressione, coloro che hanno assunto sia SAMe che Betaina per 12 mesi hanno riscontrato un miglioramento maggiore dei sintomi rispetto a coloro che hanno assunto SAMe da sola 45.


    COME SI USA

    Dosi e Modo d’Uso

    Il normale apporto dietetico di Betaina dal cibo è stimabile in circa 0,5 – 2 grammi al giorno 2. Studi limitati sull’uomo suggeriscono che sono necessari 2,5 g/giorno di Betaina per aumentare i suoi livelli nel sangue 25. In genere, gli integratori vengono assunti a dosi comprese tra 1,5 e 6 grammi di Betaina al giorno.

    POLEMICA SULLE DOSI

    Come al solito si trova molta confusione circa la quantità giornaliera consigliata o almeno che sia utile e non giusto una spolveratina… Talvolta le indicazioni sono così basse da non riuscire a raggiungere dosi di efficacia. Questo sembra rendere inutile qualsiasi tipo di integrazione. Che paradosso!

    I dati ufficiali parlano in un modo ma le direttive ministeriali che regolamentano i produttori di integratori sono diverse, e sempre più basse.


    EFFETTI COLLATERALI

    Effetti Collaterali

    Gli effetti collaterali più comuni associati agli integratori di Betaina se assunta a dosi maggiori di quelle indicate, riguardano i problemi digestivi, che a loro volta includono: diarrea, indigestione, gonfiore, crampi, nausea, vomito.

    non è stata collegata a casi di aumento degli enzimi sierici durante la terapia o a danno epatico clinicamente evidente.

    (da 6 a 20 grammi al giorno) non è stata collegata all’epatotossicità.(da 6 a 20 g/die) 48.

    Gli integratori di Betaina non sono raccomandati per i bambini e per le donne incinte o che allattano, poiché la ricerca sulla loro sicurezza e sugli effetti a lungo termine è limitata.


    SICUREZZA DELLA BETAINA

    Studi sulla sicurezza con betaina

    Studi di intervento umano non hanno mostrato effetti avversi con la somministrazione supplementare di 4 g/giorno di betaina in soggetti sani, tuttavia i soggetti in sovrappeso con sindrome metabolica hanno mostrato un aumento significativo delle concentrazioni di colesterolo totale e LDL.
    Questi effetti non sono stati osservati con la somministrazione di 3 g/die di Betaina [238]

    Tutti i riferimenti sulla sicurezza della Betaina si trovano in questo studio: Beneficial Effects of Betaine: A Comprehensive Review


    BETAINA E COSMETICA

    Uso nei Cosmetici

    La Betaina (INCI Betaine, sin. Trimethylglycine) si presenta come un solido bianco, la cui principale caratteristica è l’elevata solubilità in acqua.

    A pH neutro forma un sale interno. In soluzione, è in grado di coordinare le molecole di acqua con conseguente formazione di legami idrogeno molto forti, risultando un ottimo ingrediente ad azione umettante e idratante. Inoltre, la Betaina svolge una funzione riparativa e protettiva nei confronti delle mucose.

    Proprietà Cosmetiche

    La Betaina può essere impiegata in una varietà di prodotti cosmetici, che spaziano dai detergenti per corpo e capelli ai prodotti per lo skin care (creme viso, lozioni, gel, solari, deodoranti). Le proprietà osmolitiche della Betaina aumentano l’idratazione della pelle e migliorano la barriera cutanea.

    Inoltre, agendo come donatore di metile, la Betaina protegge le cellule dagli attacchi dei detergenti più aggressivi.

    In 21 soggetti sani, la Betaina ha alleviato gli effetti irritanti della pelle causati dai detergenti e diminuito le risposte allergiche 7.

    Essendo molto solubile in acqua, si inserisce facilmente nella fase acquosa della formulazione, dove contribuisce a ridurre la perdita di acqua del prodotto. È impiegata come idratante e umettante in un range di concentrazione compreso fra l’1 e il 10%.

    Le proprietà umettanti della Betaina possono proteggere la bocca da sostanze chimiche e altri irritanti del cavo orale 8, 9.

    Un dentifricio che conteneva Betaina ha ridotto i sintomi della secchezza delle fauci in uno studio (DB – RCT) su 45 individui. I pazienti hanno riportato meno secchezza delle labbra e difficoltà a mangiare 10.

    La Betaina possiede un ottimo profilo tossicologico (è impiegata anche come integratore alimentare) ed è adatta anche alle pelli più sensibili.


    FONTI ARTICOLO:


     




Colesterolo, il capro espiatorio delle malattie Cardiovascolari e l’Omocisteina ignorata

Sempre più spesso, all’aumentare degli iscritti nel gruppo Vitamineral, giungono domande del Tipo “come posso abbassare il colesterolo?”

Così si legge sui documenti pubblicati dal dr Giorgini:

100 anni di Guerra al Colesterolo!

Molte malattie cardiovascolari (attacchi di cuore e infarto) sono imputabili all’aterosclerosi, ovvero all’adesione e all’occlusione causata dalle placche formate da colesterolo alle pareti delle arterie, con altri grassi, minerali e rifiuti cellulari. Queste malattie causano circa il 35% delle morti.

Dunque, sembrerebbe importante ridurre il colesterolo entro certi limiti. Assumiamo parte del colesterolo dagli alimenti, ma l’organismo ne produce una quantità ancora maggiore nel fegato e nel tratto gastro-intestinale. Inoltre, il colesterolo viene prodotto da zuccheri, grassi e perfino dalle proteine, tanto è importante: è necessario per la sintesi degli ormoni sessuali, per la produzione della bile e per la composizione delle membrane cellulari.

Il capro espiatorio: acidi grassi insaturi e colesterolo

I medici, tuttavia, hanno individuato nei grassi saturi e soprattutto nel colesterolo il capro espiatorio, il “cattivo” della storia dell’aterosclerosi. Quindi, quando il colesterolo è definito alto niente uova, niente burro e, soprattutto, evitare i grassi animali, questo è l’avvertimento dietetico degli scienziati contro la trombosi.

Così, è stato notevolmente diminuito il consumo di grassi animali ma gli attacchi coronarici e ischemici sono aumentati e aumentano di numero di anno in anno. Invece di concentrarsi solo sul colesterolo come causa dell’aterosclerosi, bisogna guardare altri squilibri biochimici. Infatti, se le pareti dei vasi sanguigni sono elastiche, lisce, e non irruvidite il colesterolo non si attacca.

L’omocisteina irruvidisce i vasi sanguigni

È da oltre un secolo che è stata individuata la sostanza che irruvidisce le pareti interne dei vasi sanguigni: si tratta dell’OMOCISTEINA.

Attività fisica e dieta sana: non salvano nessuno

Il cuore può essere colpito anche se non fumate e non bevete, anche se vi allenate regolarmente e seguite una dieta a basso contenuto di colesterolo, perché ci sono altre cause scatenanti contro cuore e circolazione e tutte sono riconducibili a carenze di nutrimenti:

  • se è scarsa la produzione di enzimi digestivi (gastrici, pancreatici e intestinali) che scompongono gli alimenti nei loro singoli componenti assimilabili;
  • se è scarsa la secrezione di bile (50% della popolazione), necessaria per l’attività degli enzimi pancreatici e intestinali;
  • se l’alimentazione è povera (carente di nutrimenti), a causa dei metodi di coltivazione, allevamento, conservazione e lavorazione industriale.

Difficile sfuggire ad almeno una di queste situazioni, il corpo perciò può trovarsi privato di alcuni nutrimenti.
Quando viene a mancare un nutrimento che serve, ad esempio, ad attivare un enzima, questo lavora molto più lentamente di come dovrebbe o non lavora proprio. Se si tratta dell’enzima che attiva l’acido folico, il quale presiede una delle tre vie di eliminazione (trasformazione) della pericolosa Omocisteina, quella non trasformata passa in circolo nel sangue.

L’OMOCISTEINA CAUSA ARTERIOSCLEROSI E ATEROSCLEROSI

«L’Omocisteina se non viene eliminata, quando passa nel flusso sanguigno, (come si è detto), è pericolosa perché abrasiva. Gratta e raschia le delicate pareti arteriose, facendo indurire le arterie (arteriosclerosi). Inoltre, le aree irruvidite che essa lascia dietro di sé diventano punti di ancoraggio ideali per il colesterolo e i depositi minerali [placche aterosclerotiche]. Col passare del tempo le arterie perdono la loro elasticità, si ostruiscono e l’Omocisteina continua a circolare.»

L’Omocisteina non si può eliminare con un farmaco e non si può inibire la sua produzione senza causare un danno maggiore, l’Omocisteina va TRASFORMATA e per ottenere questo sono indispensabili dei nutrimenti: alcune vitamine, alcuni sali minerali e aminoacidi.

Questa trasformazione è talmente importante che la Natura per realizzarla ha previsto due modi diversi suddivisi in tre vie, come si può vedere nella
Fig. 1.

In breve: la Metionina, un aminoacido essenziale, cede un gruppo metile, (-CH3) e diventa Omocisteina.
L’Omocisteina, come metabolita intermedio, è situata in un crocevia metabolico che influenza, direttamente e indirettamente, l’intero metabolismo metilico e sulfureo che avviene nel nostro organismo.
Questa “donazione” di metile alimenta molte strade metaboliche, come si accennerà nel prosieguo per comprendere l’importanza fondamentale di questo crocevia metabolico.

La Fig. 1 mostra due strade chiamate di RI-METILAZIONE, dove l’omocisteina ridiventa metionina e una strada, detta di TRANS-SULFURAZIONE, dove l’Omocisteina diventa cisteina, taurina, glutatione e gruppi solfato.

Prima strada di ri-metilazione

La PRIMA STRADA DI RI-METILAZIONE avviene per mezzo della vitamina B12 attivata, la metil-cobalamina, che dona il metile (-CH3) all’omocisteina trasformandola in metionina.

Successivamente, la vitamina B12 viene di nuovo attivata dalla forma attiva dell’acido folico, il 5-metil tetraidrofolato che gli dona un metile (-CH3) e diventa tetraidrofolato (THF).

Il tetraidrofolato viene trasformato nell’intermedio 5,10 metilen-tetraidrofolato grazie alla serina e alla vitamina B6 attivata e viene poi rimetilato dalla SAMe che, per mezzo dell’enzima metil-tetraidrofolato reduttasi (MTHFR), trasforma il 5,10 metilen-tetraidrofolato di nuovo in 5-metil tetraidrofolato, necessarie le vitamine B1, B2, B3.

Attenzione: l’enzima (MTHFR) metil-tetraidrofolato reduttasi a causa di due mutazioni genetiche ereditabili (C677T e A1298C), viene prodotto male e ha poca o nessuna attività.
Si tratta di un difetto innato che esclude una delle tre vie di trasformazione dell’omocisteina, la ri-metilazione basata sull’attivazione dell’acido folico.
Si può ovviare a questa mutazione genetica assumendo l’acido folico già attivato (5-metil-tetraidrofolato) o addirittura la vitamina B12 attivata (metil-cobalamina).
La frequenza di questa mutazione genetica è del 3,7% in Europa, cioè una persona su 27.

Le persone con la carenza congenita dell’enzima metiltetraidrofolato reduttasi (MTHFR) presentano bassi livelli della SAMe nel fluido cerebro-spinale e mostrano demielinizzazione nel cervello e una degenerazione del midollo spinale.
Questo disturbo è causato dall’omocisteina che non viene trasformata in quantità sufficiente in metionina, precursore della solfo-adenosil-metionina, cioè della SAMe.

Seconda strada di ri-metilazione

È stato dimostrato che la Betaina (trimetilglicina) è in grado di ripristinare i livelli di SAMe e di prevenire la progressione dei sintomi neurologici in tutte le persone in cui è stata sperimentata.

Questo perché si sta parlando della SECONDA STRADA DI METILAZIONE dell’omocisteina a metionina (Fig. 1).
Questa seconda via è determinante per i mitocondri e dunque per la produzione di energia. Infatti, l’acido folico e i suoi derivati attraversano molto lentamente la membrana dei mitocondri per rimetilare l’omocisteina.

Perciò, nei mitocondri la rigenerazione di Metionina dall’omocisteina (rimetilazione) si basa principalmente sul recupero del gruppo metile dalla Betaina (trimetilglicina), disponibile velocemente. La Betaina, per mezzo dell’enzima betaina-omocisteina metil-transferasi (necessario lo zinco), dona il metile all’omocisteina e si trasforma in dimetilglicina (DMG), da questa viene prodotta la glicina e anche l’aminoacido serina, necessario alla terza strada di trasformazione dell’omocisteina.

Terza strada, la transulfurazione

La trans-sulfurazione è la TERZA STRADA DI TRASFORMAZIONE DELL’OMOCISTEINA (Fig. 1).
L’Omocisteina viene trasformata in Cistationina per mezzo dell’enzima cistationina beta-sintasi e necessita, oltre alla Serina, anche della vitamina B6 attivata, il piridossale-5 fosfato.

La Cistationina, per mezzo dell’enzima cistationina gamma-liasi diventa Cisteina,  necessaria la vitamina B6 attivata. La vitamina B6 (piridossale) viene attivata dalla vitamina B2. La betaina si forma dalla Colina, una vitamina del gruppo B (o vitamina-simile).

Questa strada trasforma l’omocisteina in preziosi nutrimenti: cisteina, taurina, gruppi solfato e glutatione.

Complessivamente, le 3 strade per funzionare richiedono:

  • vitamine:
    • Acido folico (nella forma attiva di 5-metil tetraidrofolato)
    • B1 (tiamina)
    • B2 (riboflavina)
    • B3 (niacina)
    • B6 (nella forma attivata di ) piridossal-5-fosfato
    • B12 (nella forma attivata di ) metilcobalamina
    • C (acido L-ascorbico)
  • aminoacidi:
    • Betaina (trimetilglicina)
    • Serina
    • SAMe (Solfo-adenosil-metionina: forma attivata della metionina)
  • Sali minerali:
    • Magnesio
    • Zinco

Tutti questi nutrimenti sono evidenziati in verde nella Fig. 1.

Finora abbiamo evidenziato quei nutrimenti che trasformano l’Omocisteina in aminoacidi utili (metionina, cisteina, taurina, glutatione) dando la spiegazione e, contemporaneamente, i rimedi a questa sfavorevole condizione comune a più di un terzo della popolazione.

Prendendo il ciclo dell’Omocisteina come esempio, è lecito pensare che altre carenze nutrizionali siano all’origine di altri disturbi, causati da carenze che rallentano o interrompono determinate strade metaboliche.

DANNI CAUSATI DIRETTAMENTE DALL’OMOCISTEINA

Bisogna ora dare uno sguardo veloce ai danni causati dall’Omocisteina, ricordando che piuttosto che continuare a pensare all’aterosclerosi come al risultato del colesterolo, dobbiamo invece constatare che è il risultato di talune carenze nutrizionali.

Molti dei disturbi che si presentano passati i 50 anni sono riconducibili all’azione dell’Omocisteina, il secondo difetto innato più comune del metabolismo degli aminoacidi. Le cause dell’innalzamento dell’Omocisteina nel sangue, come si è visto, possono essere sia genetiche, che nutrizionali.

La sua circolazione continua provoca anche un invecchiamento precoce che colpisce prima dell’età normale dell’invecchiamento. Più precisamente, si tratta di una lenta e progressiva sclerosi di organi e apparati, con un conseguente indurimento e disidratazione dei tessuti.
Tutto parte dalla sclerosi dei vasi sanguigni causata dall’Omocisteina, i quali all’inizio diventano meno elastici e col tempo, alle loro pareti, aderiscono anche placche di colesterolo.

Perciò, lo spazio per il passaggio del sangue diminuisce, le cellule diventano affamate, arriva anche meno ossigeno e non riescono a lavorare come prima. Allora la pressione del sangue aumenta per compensare, in primis, il rifornimento dell’ossigeno a tutte le cellule. Il cuore deve lavorare di più e più duramente, si stressa, si ingrossa e consuma gli antiossidanti disponibili, l’efficienza diminuisce e può arrivare un attacco di cuore o un altro disturbo per mancanza di antiossidanti.

L’Omocisteina facilita anche la produzione di un forte ossidante, il perossido di idrogeno, ovvero l’acqua ossigenata, che apporta un danno al colesterolo “cattivo” o LDL (perossidazione lipidica) che apre la strada all’aterosclerosi e danni alle membrane cellulari.
Negli ultimi anni i livelli alti di Omocisteina sono stati associati a molti disturbi.

Disturbi associati con livelli alti di Omocisteina:

  • aborto spontaneo
  • arteriopatia coronarica
  • arteriosclerosi
  • aterosclerosi
  • artrite reumatoide
  • disturbi cardiovascolari
  • cardiopatie
  • declino cognitivo delle persone anziane,
  • demenza senile
  • depressione
  • diabete non insulino-dipendente
  • difetti del tubo neurale
  • dislipidemia
  • disturbi neuro-psichiatrici, schizofrenia
  • emorragia accidentale
  • fattore di rischio indipendente per le malattie
  • ictus
  • infarto al miocardio
  • insufficienza renale
  • ipertensione
  • morbo di Alzheimer
  • morbo di Parkinson
  • obesità
  • occlusione vascolare periferica o cerebrale o vascolare retinica
  • osteoporosi
  • sclerosi multipla
  • teratogenicità
  • vasculopatia periferica

Livelli alti di Omocisteina accompagnano il diabete e la retinopatia proliferativa.
Livelli elevati di Omocisteina si osservano anche nell’artrite reumatoide, insufficienza renale, e nell’uricemia (acidi urici).

L’Adenosina in eccesso, che avrebbe dovuto reagire con la Metionina per attivarla a solfo adenosilmetionina (SAMe), viene degradata ad acido urico.
Livelli particolarmente elevati di Omocisteina si osservano con elevato consumo di caffè e di caffè unito al fumo.
Anche l’ingestione abituale di alcol è collegata a livelli elevati di Omocisteina.

IL LIVELLO DI OMOCISTEINA

Se non si controlla il livello di Omocisteina nel sangue si può instaurare uno squilibrio biochimico, lento ma inesorabilmente progressivo che può causare centinaia di disturbi e malattie anche croniche e mortali.

Nel Manuale di interpretazione degli esami di laboratorio si legge:

  • «Nota: l’Omocisteina è un aminoacido solforato che si forma in seguito a perdita di un gruppo metilico da parte della metionina. È considerato uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare, infatti, livelli elevati aumentano il rischio di infarto cardiaco, di aterosclerosi e di trombosi venosa.
  • Indicazioni: valutazione del rischio cardiovascolare
  • Campione: sangue e urine.
  • Valori di riferimento: sangue < 12 µmol/l; urine < 32 mg/24h.
  • Dovrebbe essere un’analisi ordinaria da ricercare in ogni caso, invece non viene mai prescritta dal medico di base. Eppure, più del 30% delle morti sono legate a problemi cardio-circolatori probabilmente causati dall’Omocisteina.

    Un effetto collaterale della detossificazione di Fase II è la produzione di radicali liberi: per ciascuna tossina metabolizzata in Fase I si forma un radicale libero.
    L’antiossidante più importante per neutralizzare i radicali liberi generati dalla Fase I è il GLUTATIONE
    Poiché il Glutatione è necessario anche per uno dei processi più importanti di Fase II (coniugazione con glutatione), questo processo, se manca il Glutatione, non può avvenire.

    Ma le tossine trasformate dalla Fase I sono più reattive e se non vengono neutralizzate dalla Fase II possono causare danni molto seri, in particolare la carcinogenesi. Perciò la velocità con cui la Fase I genera intermedi delle tossine deve essere equilibrata dalla velocità con cui la Fase II termina la trasformazione (detossificazione).

    Gli enzimi di Fase I e II per funzionare necessitano dei seguenti nutrimenti:

    • Glutatione e i suoi precursori (componenti), gli aminoacidi:
    • glicina,
    • acido glutammico,
    • cisteina
    • Aminoacidi solforati contenenti zolfo :
      • cisteina/cistina,
      • metionina,
      • taurina,
      • SAMe (Solfo Adenosil-Metionina),
      • NAC (N-Acetil-Cisteina)
    • Aminoacidi
      • glicina,
      • glutammina,
      • arginina,
      • ornitina,
      • taurina
    • Vitamine:
      • B1,
      • B2,
      • B5,
      • B6,
      • C,
      • acido folico,
      • colina
    • Sali minerali:
      • magnesio
    • Oligoelementi:
      • zinco
      • rame,
      • molibdeno,
      • selenio

    CONCLUSIONI

    Tutti i disturbi e le malattie causate dall’Omocisteina, direttamente e indirettamente, sono provocati dalla carenza di alcuni nutrimenti (o della loro attivazione), o da mutazioni genetiche che  si possono superare con gli stessi nutrimenti.

    Articolo tratto dai documenti scaricabili dal sito del Dr. Giorgini dove potrete trovare una ricca Bibliografia.


     




Cosa fare con l’Omocisteina Alta

Blackboard with the chemical formula of Homocysteine.  Crediti immagine Laboratorio Valsambro

L’Omocisteina è un aminoacido contenente zolfo, non fornito dalla dieta.

Viene sintetizzata nell’organismo durante il metabolismo della Metionina (un amminoacido essenziale introdotto attraverso gli alimenti).

I cibi ricchi di Metionina includono carne, albumi e prodotti della pesca.

Sebbene l’Omocisteina sia naturalmente presente nel nostro corpo, l’Omocisteina alta nel sangue è associata a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, tra cui trombosi venosa, aterosclerosi, ipertensione, malattia coronarica e ictus.

A Cosa Serve

L’Omocisteina rappresenta un intermedio metabolico nella sintesi della cisteina (un altro amminoacido) a partire dalla Metionina.

La cisteina, a sua volta, è importante per la sintesi di glutatione e taurina.

L’Omocisteina può essere convertita in cisteina o riciclata in Metionina con l’ausilio di specifiche vitamine del gruppo B.

Metabolismo

Il metabolismo dell’Omocisteina richiede specifici enzimi e adeguate quantità di alcune vitamine, in particolare vitamina B6, vitamina B12 e acido folico (vitamina B9).

Di conseguenza, l’Omocisteina alta può dipendere da carenze vitaminiche, come quella di Folati e vitamine B6 e B12.

Se il normale metabolismo dell’Omocisteina viene alterato, questo amminoacido si accumula nel sangue e l’Omocisteina alta può provocare danni alle pareti dei vasi sanguigni.

Fa Male alla Salute?

Un livello troppo alto di Omocisteina nel sangue è chiamato Iperomocisteinemia.

Si tratta di una condizione sfavorevole per la salute, in quanto l’Omocisteina alta è stata ripetutamente collegata a un aumentato rischio di:

  • mortalità per qualsiasi causa 6, 7, 8, 9, 10, 11.

Fa Davvero Male al Cuore?

Gli studi osservazionali hanno dimostrato che livelli elevati di Omocisteina nel sangue sono collegati a un rischio maggiore di malattie cardiache e ictus 12, 13, 14.

È stato ipotizzato che tale rischio derivi da un’attività predisponente dell’Omocisteina sullo sviluppo dell’aterosclerosi.

A causa di queste controversie, l’American Heart Association non considera l’Omocisteina un fattore importante per le malattie cardiache 20, 21.

Una meta-analisi di studi randomizzati controllati ha riportato che, su chi ha già avuto un ictus, l’integrazione di vitamine B (B6, B9 e B12) riduce del 13% il rischio di un nuovo ictus e del 17% il rischio di morte cardiovascolare 53.

Fa Ingrassare

Di per sé, l’Omocisteina alta non fa ingrassare. Tuttavia, le persone obese o sovrappreso tendono ad avere livelli di Omocisteina più alti rispetto alle persone normopeso 54, 55. Allo stesso tempo, tendono ad avere livelli ridotti di vitamina B12 e acido folico.

Valori Normali

L’Omocisteina viene comunemente dosata nel sangue.

Di norma non si richiede il digiuno, ma un pasto ricco di proteine può aumentare significativamente i livelli di Omocisteina. Pertanto, alcuni medici raccomandano il digiuno durante la notte prima di un esame del sangue, per garantire risultati più accurati.

In base alle fonti e al laboratorio, esistono classificazioni leggermente variabili degli intervalli di normalità ma in linea generale:

il valore normale di Omocisteina è inferiore a 15 micromoli per litro (µmol/L).
Nota bene:
poiché ogni laboratorio usa diversi reagenti ed ottiene differenti range consultare il proprio referto.

Un livello superiore viene definito iperomocisteinemia.

A seconda della gravità, l’iperomocisteinemia può essere 22:

  • Lieve o Moderata: 15-30 µmol/l;
  • Intermedia: 30 – 100 µmol/l;
  • Grave o Severa: > 100 µmol/l.

Secondo gli studi, l’iperomocisteinemia lieve interessa il 5-7% della popolazione generale 56.

Cause

Le più comuni cause di Omocisteina alta comprendono:

  • Stile di vita, soprattutto fattori come:
  • Determinati farmaci, tra cui:

alimentazione come Causa di Omocisteina Alta

L’Omocisteina alta può dipendere dalla carenza di alcune vitamine del gruppo B, in particolare di:

  • Folati (vitamina B9) 1, 23.

Gli studi hanno osservato che l’Iperomocisteinemia è più comune tra chi segue una dieta vegetariana o vegana, probabilmente a causa dei livelli più bassi di vitamina B12.

Anche una maggiore assunzione di caffè è stata associata a una più elevata concentrazione di Omocisteina nel sangue.
Tuttavia, non sembra esserci alcuna associazione significativa tra il consumo moderato di caffè (da 3 a 4 tazze al giorno) e il rischio di malattia coronarica 23.

Sintomi

Alti livelli di Omocisteina di per sé non provocano sintomi.

Tuttavia potrebbero manifestarsi i sintomi della sottostante condizione che ha causato l’innalzamento dell’Omocisteina.

I sintomi di una carenza di Folati e vitamina B12, ad esempio, comprendono:

  • pelle pallida,
  • debolezza,
  • facile affaticamento,
  • lingua gonfia e piaghe in bocca,
  • cambiamenti d’umore,
  • parestesie (formicolii),
  • problemi di crescita nei bambini.

Come Abbassare l’Omocisteina

Dieta e Integratori

Il modo migliore per prevenire l’aumento dell’Omocisteina è assicurarsi che la dieta contenga adeguate quantità di Folati (vitamina B9), vitamina B12 e vitamina B6.

  • Le stesse vitamine sono anche disponibili sottoforma di integratori. Un dosaggio indicativo potrebbe essere quello di 3,4mg/die di vitamina B6, 400 mcg/die di acido folico e 9mg/die di vitamina B12 46a.

    Pur risultando efficaci nel diminuire l’Omocisteina alta, questi integratori non sembrano prevenire le malattie e i disturbi associati all’Omocisteina alta, come le patologie cardiache, la disfunzione cognitiva, la demenza e l’osteoporosi 47, 17.

    La betaina (così come il suo precursore colina) è un altro integratore efficace per abbassare l’Omocisteina, così come l’N-Acetilcisteina (NAC).

    La N-acetilcisteina orale sembra anche ridurre l’omocisteina, che quando presente ad alti livelli rappresenta un fattore di rischio indipendente per le patologie cardiovascolari 51.

    In uno studio su 60 persone con malattie cardiache, l’integrazione di NAC (600mg/die) e acido folico (5mg/die) per 8 settimane ha abbassato i livelli di omocisteina e migliorato la salute dei vasi sanguigni 52.

    In un altro studio su quasi 100 pazienti che avevano avuto un infarto, la NAC ha accelerato il recupero, riducendo la durata delle degenze e quasi dimezzando il rischio di un nuovo infarto 53.

    Anche l’olio di pesce, ricco di omega-3, può diminuire i livelli di Omocisteina 47a.

    Consigli su Cosa Mangiare

    Secondo uno studio, il 45,4% di tutte le morti cardiometaboliche (per malattie cardiache, ictus e diabete di tipo 2) verificatesi negli USA nel 2012 era attribuibile a una dieta non ottimale, in particolare
    ai seguenti fattori di rischio53:

    • elevata assunzione di sodio (9,5%),
    • bassa assunzione di noci e semi (8,5%),
    • alta assunzione di carni lavorate (8,2%),
    • bassa assunzione di grassi omega-3 (7,8%),
    • basso apporto di verdure (7,6%) e frutta (7,5%),
    • alto consumo di bevande dolcificate artificialmente (7,4%).

    Attività Fisica

    Sebbene l’esercizio fisico aumenti l’Omocisteina nel breve periodo, a lungo termine si associa a livelli più bassi di Omocisteina e a un aumento del colesterolo HDL.

    Una revisione sistematica di 34 studi ha scoperto che un esercizio fisico regolare può essere in grado di ridurre i livelli di Omocisteina 48.

    Uno studio specifico sui pazienti con morbo di Parkinson ha scoperto che i pazienti che svolgevano attività fisica regolare mostravano livelli più bassi di Omocisteina 49.

    Smettere di Fumare

    Sia il fumo che l’esposizione al fumo passivo possono essere causa di Omocisteina alta 26, 27.

    Pertanto, smettere di fumare può aiutare a ridurre i livelli di Omocisteina 50.

    Gestione dello Stress

    Diversi studi hanno scoperto che lo stress può aumentare i livelli di Omocisteina.

    Pertanto, utilizzare delle tecniche per ridurre o gestire meglio lo stress può essere utile per abbassare l’Omocisteina, oltre a migliorare la salute in generale.

    Uno studio, ad esempio, ha dimostrato che lo yoga può aiutare a ridurre i livelli elevati di omocisteina51. Anche il Tai Chisi è dimostrato efficace in tal senso 52.

    Fonte: Magazine X115



Omocisteina Stop MTHFR-T

Con vitamine B6, B12 e acido folico

Ingredienti: Betaina, magnesio glicerofosfato, cellulosa microcristallina°, gomma arabica°, SAMe (S-adenosil Metionina disolfato tosilato), vitamina C (acido ascorbico), colina tartrato, zinco gluconato, (L-)serina, vitamina B3 (niacina, nicotinamide), vitamina B5 (pantotenato di calcio), vitamina B6 attivata (piridossale-5-fosfato), vitamina B2 attivata (riboflavina 5-fosfato di sodio), vitamina B1 (tiamina cloridrato), acido folico attivato (L-metilfolato di calcio), biotina, vitamina B12 attivata (5-deossiadenosilcobalamina e metilcobalamina). °Agente di carica. °°Antiagglomerante.

  • Folato metabolicamente attivo
  • Elevata biodisponibilità
  • Fornisce 1.000 mcg di Folato per porzione

l’acido folico ad alte dosi può mascherare la carenza di vitamina B-12. Consultare il medico in caso di gravidanza/allattamento, assunzione di farmaci (in particolare fenobarbital, fenitoina, primidone e metotrexato) o patologie mediche (in particolare qualsiasi condizione che coinvolga malassorbimento di nutrienti).


Sifar Nutra B Active Trio

30 Compresse Sublinguali

Forme di Vitamina B12 attiva, cioè Metilcobalamina, Adenosilcobalamina, Idrossicobalamina.

ad Alta concentrazione di forme attive 

500 μg Adenosilcobalamina e 500 μg Metilcobalamina

1000 μg per ogni capsula

(Il simbolo μg è uguale a mcg ovvero microgrammi)


Vitamina B 12 Attivata Giorgini

  • 100 ml in forma liquida, 100 dosi,
  • 1 ml al giorno in qualunque momento, direttamente in bocca o diluito in acqua. Contagocce graduato incluso nella confezione.
  • Ogni dose contiene 1000 mcg di 5-deossiadenosilcobalamina, metilcobalamina

 


Nutrisorb B 12 – Biocare – flacone da 15 ml

  • basso dosaggio (adatto a bambini e neonati)
  • contiene 25 ug idrossicobalamina (vit B 12 attivata)

 


L’Importanza della Vitamina B12

Una risorsa indispensabile per il nostro benessere – Come riconoscerne le carenze e porvi rimedio in modo naturale

Simona Vignali

Lo sapevi che anche chi non è vegetariano o vegano può soffrire di una carenza di vitamina B12?

La cattiva alimentazione, lo stress, le alterazioni del tratto digerente e di quello intestinale, più frequenti di quanto si creda, possono impedire o ridurre notevolmente l’assimilazione di questa vitamina, con gravi conseguenze. La carenza di vitamina B12 provoca una serie di sintomi che possono ripercuotersi sul sistema nervoso, il sistema motorio, la produzione di energia, il metabolismo, gli stati dell’umore, perfino il grado di fertilità. E può colpire a tutte le età, con danni irreversibili al feto, se presente durante la gravidanza.

Depressione, ansia, fatica cronica, ritardo dello sviluppo, autismo, sindrome di Asperger, disturbo da deficit di attenzione, sterilità, neuropatia, gambe irrequiete, perdita di appetito. E se fosse carenza di vitamina B12? Niente paura.

Questa condizione può essere facilmente curata, purché la diagnosi sia precoce.

Simona Vignali, naturopata di grande esperienza, ci insegna a conoscere questa vitamina indispensabile per il nostro benessere, a riconoscerne i segni di carenza a tutte le età e a capire qual è il dosaggio corretto per ogni condizione. Spiega inoltre quale forma di integratore di B12 è più efficace e dove trovarla negli alimenti.