Betaina: abbassa l’Omocisteina ed è utile nell’ipocloridria

INDICE ARTICOLO

  • Che Cos’è?
  • A Cosa Serve
  • Alimenti con Betaina
  • Betaina come Integratore
    • Digestione
    • Omocisteina e Salute Cardiovascolare
    • Esercizio fisico
    • Composizione Corporea
    • Glicemia e Diabete
    • Depressione
    • Dosi e Modo d’Uso
    • Effetti Collaterali

Che Cos’è la Betaina

La Betaina (o Trimetilglicina) è una sostanza molto diffusa in natura. Abbonda nella barbabietola rossa e in altri alimenti vegetali e animali, ma può anche essere sintetizzata nell’organismo a partire dalla Colina, per questo motivo, come tutte le sostanze che possiamo produrre, non viene considerata una sostanza essenziale.

Non si trova in una classificazione precisa fra i vari gruppi di nutrienti, ma è essenzialmente un derivato aminoacidico neutro a catena corta. La Betaina è anche nota come Trimetilglicina, TMG, glicina Betaina, licina e ossiurina.

Strutturalmente, la Betaina è costituita dall’amminoacido glicina con attaccati tre gruppi metilici (-CH3). Grazie a questa caratteristica, nel corpo umano la Betaina si comporta come un donatore di gruppi metilici. In questo modo, contribuisce:

  • a mantenere nella norma i livelli di Omocisteina nel sangue (che quando salgono troppo rappresentano un fattore di rischio per le malattie cardiache) 1, 2;
  • alla sintesi di S-adenosilmetionina (SAME), un antiossidante e coenzima coinvolto in numerose reazioni corporee 3, 4;
  • ai processi di metilazione del DNA, inclusi quelli che aiutano a rallentare l’invecchiamento dell’organismo 5.

Inoltre, la Betaina agisce da osmoprotettore, contribuendo a mantenere le cellule idratate e aumentando la loro resistenza allo stress 6.

Betaina in Chimica

La Trimetilglicina (in sigla TMG), conosciuta come betaina, è un composto chimico derivato della glicina presente in molte piante e microbi. La Trimetilglicina è un composto di ammonio quaternario con tre gruppi metilici. A pH neutro è uno zwitterione, cioè si presenta come sostanza elettricamente neutra con all’interno della sua molecola una carica positiva in corrispondenza dell’atomo di azoto N+ ed una negativa in corrispondenza di un atomo di ossigeno O-.[2][3]
La denominazione “betaina” le fu attribuita da Scheibler, nel 1866, che la isolò dalle barbabietole da zucchero (Beta vulgaris)[4][2], Prendendo spunto dalla sua struttura zwitterionica, tutti i composti derivati da amminoacidi con questa caratteristica sono denominati in generale “betaine”. Per non essere confusa con le altre betaine, viene chiamata anche glicinbetaina.

A Cosa Serve

La Betaina si ottiene come prodotto secondario della lavorazione della barbabietola da zucchero e viene usata:

  • come farmaco, nel trattamento di una rara malattia genetica ereditaria chiamata Omocistinuria;
  • come integratore:
    • per facilitare la digestione gastrica in caso di ipocloridria: in questo caso viene utilizzata specificamente sottoforma di Betaina HCl;
    • per il benessere cardiovascolare: per il mantenimento di normali livelli di Omocisteina nel sangue;
    • ergogenico: per migliorare le prestazioni sportive negli atleti sottoposti a un intenso sforzo muscolare;
    • per aumentare la massa muscolare e migliorare la composizione corporea: effetto già da tempo noto in ambito veterinario;
  • come cosmetico: ad azione umettante e idratante.

BETAINA NEGLI ALIMENTI

Betaina negli Alimenti

La Betaina viene prodotta dal corpo attraverso il metabolismo della Colina, ma può anche essere ingerita per via esogena attraverso la dieta 11.

Le fonti alimentari più comuni di Betaina sono barbabietole, spinaci e cereali integrali 12, 13. I cereali integrali, come la quinoa, la crusca di frumento e d’avena, il riso integrale, l’orzo ecc., sono generalmente considerati ricche fonti di Betaina.


Betaina come Integratore

  • NELL’IPOCLORIDRIA (CARENZA DI ACIDO CLORIDRICO)
  • PER ABBASSARE L’OMOCISTEINA
  • NELLE PRESTAZIONI ATLETICHE
  • COMPOSIZIONE CORPOREA
  • DEPRESSIONE
  • DIABETE

IPOCLORIDRIA

STOMACO: Carenza di Acido Cloridrico

L’ACIDO CLORIDRICO come funziona

Il cibo dopo la bocca attraversa l’esofago, supera una valvola (cardias) e scende nello stomaco, dove l’ambiente deve essere acido per mezzo di acido cloridrico.
Diversi studi hanno dimostrato che la secrezione dell’acido cloridrico (HCl) può diminuire già dai 40 anni e che metà degli ultrasessantenni non ne produce più! Perciò, consideriamo prima l’azione dell’acido cloridrico e cosa causa la sua carenza, poi come riconoscerne facilmente i sintomi.

In primo luogo, una forte acidità (pH inferiore a 4,5) è necessaria perché la Pepsina digerisca le proteine. Comincia a digerirle spezzandole in peptoni ovvero in proteine più piccole, rendendo disponibili, oltre agli aminoacidi, anche vitamina B12, calcio, ferro, fosforo e zinco.

Se le proteine non vengono digerite, mancheranno gli aminoacidi per produrre tutte le proteine del corpo, le quali comprendono: ossa, muscoli, collagene, connettivo, neurotrasmettitori, ormoni e gli stessi enzimi digestivi…

Il corpo, quindi, comincerà a smontare muscoli e altre parti per rifornirsi di aminoacidi per sopravvivere. Le varie parti del corpo rallenteranno enormemente il loro naturale rinnovamento continuo. La persona comincerà a invecchiare rapidamente, si sentirà depressa e debole. In parole povere, morirà di fame e cachessia pur avendo a disposizione il cibo!

Gli estremi opposti si uniscono nella medesima tragedia: da una parte del mondo si muore di fame con lo stomaco vuoto, dall’altra parte si muore di fame con lo stomaco pieno. Anzi, questi ultimi più mangiano e più peggiorano la situazione, perché le proteine non digerite vanno in putrefazione
nell’intestino crasso per azione dei batteri putrefattivi, liberando, tra l’altro, l’ammonio (-NH2) dagli aminoacidi.

Questo rende il pH alcalino che favorisce i batteri putrefattivi (detti appunto alcaligeni), i quali causano una continua intossicazione del sangue (tossiemia). Il pH alcalino sfavorisce i fermenti lattici, ovvero la flora batterica “buona” (acidogena), che ci protegge, come una prima linea del sistema immunitario, contro batteri, virus, funghi, protozoi e vermi, e ci fornisce molte vitamine del gruppo B e K2.

La carenza di acido cloridrico favorisce anche la crescita dell’Helicobacter pylori e della Candida.
Inoltre, le proteine indigerite prima ancora di raggiungere il crasso possono provocare intolleranze, allergie e perfino malattie autoimmuni.

Voglio sottolineare il fatto che la carenza di acido cloridrico impedisce l’approvvigionamento di vitamina B12. Tutti sanno che è necessaria per la produzione dei globuli rossi, ma pochi sanno che è necessaria anche per tante altre funzioni, compresa la formazione della guaina mielinica dei nervi e, ancor meno sono al corrente che quando, nelle analisi del sangue, compare l’anemia da vitamina B12 (detta perniciosa, cioè pericolosa) questa potrebbe mancare da 5-7 anni e i danni neurologici sono ormai irreversibili.

La ricerca dell’acido metilmalonico nelle urine è, invece, indicativa per valutare la presenza di B12 nell’organismo: se il suo livello è alto, è basso quello della B12 e viceversa.

Diminuzione della memoria, demenza senile (e pre-senile), morbo di Alzheimer, Parkinson, sclerosi e altre malattie degenerative del sistema nervoso (demielinizzazioni), sono quasi sempre provocate da una carenza di B12 che, a sua volta, può derivare da una carenza di acido cloridrico.

Come si forma l’acido cloridrico

L’acido cloridrico si forma dal sale, ovvero dal cloruro di sodio (NaCl)! Il sale, in soluzione con gli alimenti, viene assorbito dalle cellule delle pareti gastriche, e qui entra in contatto con l’acido carbonico (H2CO3). Questo deriva dall’anidride carbonica (CO2) che si forma nei mitocondri, nella produzione dell’energia (ATP) e che non ha trovato posto nei globuli rossi, e circola nel sangue dove, per mezzo di un enzima, si lega con l’acqua (H2O) formando appunto acido carbonico (H2CO3):

CO2 + H2O H2CO3

Dalla combinazione dell’acido carbonico con il cloruro di sodio, si forma acido cloridrico nello stomaco e carbonato di sodio (Na2CO3 ) nel sangue.

H2CO3 + 2NaCl 2HCl + Na2CO3

FONTE: DOCUMENTI DI LIBERA CONSULTAZIONE DR MARTINO GIORGINI


SINTOMI DELL'IPOCLORIDRIA

Come riconoscere l’ipo- e l’a-cloridria

Il sintomo principale della ridotta acidità gastrica, ossia della ridotta produzione di acido cloridrico (ipocloridria) è il gonfiore nella parte alta dell’intestino subito dopo i pasti, soprattutto se a base di carboidrati. Se la produzione di acido cloridrico è cessata del tutto (acloridria), il gonfiore interesserà anche lo stomaco.

Oltre al gonfiore ci sono altri sintomi.

Alcuni sono dovuti alla denutrizione conseguente e non è indicativo elencarli, mentre vanno ricordati la presenza di cibo non digerito nelle feci e, soprattutto, l’assenza di reflusso gastro-esofageo, ovvero di rigurgiti acidi in gola, dato che l’acido è scarso o del tutto assente. Si può manifestare anche con una scarica di diarrea entro un’ora dopo i pasti.
Tuttavia, possono essere frequenti dei bruciori di stomaco, che normalmente vengono trattati con antiacidi o inibitori della pompa protonica (i farmaci più prescritti in Italia), ma 9 casi su 10 risultano causati da carenza o mancanza di acido cloridrico non da un suo eccesso!
Infatti, bisogna sapere che il muco protettivo nelle pareti dello stomaco, viene prodotto dalle cellule della mucosa gastrica a seguito della secrezione di acido cloridrico.

Se questo manca il muco protettivo non viene prodotto, e, in questa condizione, la Pepsina va ad irritare le pareti gastriche, provocando un bruciore che, normalmente, viene scambiato per ipercloridria (e perciò trattato con antiacidi).
In assenza di reflusso gastroesofageo (acidi in gola) e con gonfiore immediatamente dopo i pasti, anche se talvolta si manifestano bruciori di stomaco, è consigliabile assumere Betaina cloridrato (Betaina HCl) che compensa la carenza o la mancanza di acido cloridrico (HCI).

FONTE: DOCUMENTI DI LIBERA CONSULTAZIONE DR MARTINO GIORGINI


INTEGRATORI

INTEGRATORI:

Le migliori marche che si trovano in farmacia ed on line:


OMOCISTEINA

Omocisteina e Salute Cardiovascolare

Uno dei ruoli principali della Betaina è quello di aiutare a regolare i livelli di Omocisteina nel sangue 15.

Ad esempio, una revisione di 5 studi ha dimostrato che l’assunzione di almeno 4 grammi di Betaina al giorno per 6 settimane potrebbe abbassare i livelli ematici di Omocisteina negli adulti sani 15.

L’Omocisteina è un amminoacido che, se presente a livelli elevati nel sangue, è stato collegato a un rischio maggiore di malattie cardiache, ictus e altri problemi di salute 16, 17, 18..

In una revisione di 74 studi clinici, l’assunzione elevata di Colina e Betaina è risultata associata a una riduzione dei marker infiammatori nel sangue 22. Inoltre, la loro assunzione a lungo termine è stata collegata a un minor numero di decessi per malattie cardiache.

In altri studi, è stato riferito che la Betaina potrebbe avere un impatto dannoso sui lipidi nel sangue 23. Secondo una recente meta-analisi, una dose massima di 4 g/die potrebbe avere effetti di riduzione dell’Omocisteina senza alcun effetto negativo sui profili lipidici (che è invece stato segnalato con dosi ≥ 4 g/die) 24.

Tuttavia, si consiglia, in caso di alti livelli di Omocisteina, di ricorrere a tutto il gruppo di nutrienti vitaminici che concorrono insieme a donare gruppi metilici per abbassare i livelli di Omocisteina, e non sono la Betaina:

Integratori

I donatori di gruppi metilici:

  • colina,
  • betaina,
  • acido folico,
  • metionina,
  • vitamine B6 e B12.

Omocisteina Stop MTHFR-T

Con vitamine B6, B12 e acido folico

Ingredienti: Betaina, magnesio glicerofosfato, cellulosa microcristallina°, gomma arabica°, SAMe (S-adenosil metionina disolfato tosilato), vitamina C (acido ascorbico), colina tartrato, zinco gluconato, (L-)serina, vitamina B3 (niacina, nicotinamide), vitamina B5 (pantotenato di calcio), vitamina B6 attivata (piridossale-5-fosfato), vitamina B2 attivata (riboflavina 5-fosfato di sodio), vitamina B1 (tiamina cloridrato), acido folico attivato (L-metilfolato di calcio), biotina, vitamina B12 attivata (5-deossiadenosilcobalamina e metilcobalamina). °Agente di carica. °°Antiagglomerante.


PRESTAZIONI SPORT

Betaina e prestazioni atletiche

Esistono prove contrastanti sull’efficacia della Betaina per migliorare le prestazioni atletiche.

La maggior parte degli studi riporta che l’integrazione con Betaina non aumenta la forza o la potenza massima 25.

Inoltre, la Betaina non sembra migliorare le prestazioni negli esercizi di resistenza eseguiti con bassi volumi (1-3 serie) 26, 27. Sembra invece migliorare la performance negli esercizi che mettono alla prova la resistenza muscolare con alti livelli di stress metabolico 28, 29.

Una revisione ha riportato che gli integratori di Betaina potrebbero migliorare la composizione corporea e le prestazioni sia negli esercizi di resistenza che in quelli di forza/potenza 30.

In un’altra meta-analisi (di 7 studi randomizzati), due studi hanno riportato aumenti di potenza e forza in seguito all’integrazione di Betaina. Gli Autori hanno concluso che sono necessari ulteriori studi per valutare l’efficacia di questo integratore 25.

Il meccanismo attraverso il quale la Betaina può migliorare le prestazioni negli esercizi di resistenza non è chiaro, ma potrebbe essere legato alla capacità di attenuare gli aumenti dei livelli di lattato durante l’esercizio 28, 29, 31.

Si ipotizza inoltre che anche gli effetti osmolitici della Betaina aiutino a migliorare le prestazioni durante l’allenamento di resistenza ad alto volume 32.


COMPOSIZIONE CORPOREA

Composizione Corporea

Studi sugli animali hanno dimostrato l’effetto benefico dell’integrazione di Betaina sulla riduzione del grasso corporeo, mentre i dati sull’uomo sono controversi e incoerenti 33.

Ad esempio, la supplementazione di 6 g di Betaina al giorno per 12 settimane in persone obese non è riuscita a influenzare in modo significativo il tasso metabolico, il peso e la massa grassa 34.

In uno studio (DB – RCT) su 23 uomini esperti di allenamento della forza, l’integrazione di Betaina a lungo termine durante un programma di allenamento (6 settimane) ha migliorato la composizione corporea. Gli uomini hanno beneficiato di aumenti significativi della massa magra e diminuzioni del grasso corporeo 35.

In un altro studio (RCT) su 12 uomini allenati, l’integrazione con Betaina associata alle sessioni di allenamento ha ridotto i livelli di cortisolo. Ha anche aumentato l’ormone della crescita, che aiuta la sintesi proteica muscolare. Ciò ha causato un aumento della loro massa magra 36, 35.

Secondo una revisione di 6 studi con 195 partecipanti, l’integrazione alimentare di Betaina potrebbe essere un approccio efficace per ridurre il grasso corporeo 33.

Al contrario, un’altra meta-analisi ritiene improbabile che l’integrazione di Betaina possa migliorare gli indici di composizione corporea (come peso, BMI, massa magra e massa grassa) 37.


GLICEMIA E DIABETE

Glicemia e Diabete

I risultati degli studi su animali hanno incoraggiato l’esplorazione dell’efficacia terapeutica della Betaina nei pazienti con diabete di tipo 2 41.

Ad esempio, nei topi l’integrazione di Betaina ha dimostrato di:

  • migliorare la tolleranza al glucosio 39;
  • mantenere l’equilibrio del glucosio 13;
  • migliorare la sensibilità all’insulina 40;
  • limitare molti disturbi legati al diabete attraverso un’azione antinfiammatoria e antiossidante 41.

Grazie a questi effetti, la Betaina può essere utile nei soggetti prediabetici con insulino-resistenza (una condizione che compromette la capacità delle cellule di rispondere all’ormone insulina) 42.

A tal proposito, uno studio condotto su quasi 2.400 persone ha associato un maggiore apporto di Colina e Betaina con una diminuzione della resistenza all’insulina 43.

In un altro studio (RCT) su 3.000 individui, quelli con livelli di Betaina più bassi nel sangue avevano maggiori probabilità di avere il diabete. Dopo 2 anni di cambiamenti nello stile di vita, livelli più elevati di Betaina erano associati a tassi di diabete più bassi 43a.

In un altro studio, 27 soggetti obesi e prediabetici sono stati integrati con 3.300 mg di Betaina per via orale 2 volte al giorno per 10 giorni, e successivamente con 4.950 mg 2 volte al giorno per 12 settimane 43b.

Rispetto al placebo, questo trattamento ha mostrato uno scarso effetto metabolico. La Betaina tendeva a ridurre i livelli di glicemia a digiuno ma non ha avuto altri effetti sul controllo glicemico. Anche la sensibilità all’insulina non è migliorata, mentre i livelli di colesterolo sono aumentati.


DEPRESSIONE

Depressione

È stato dimostrato che la Betaina aumenta gli effetti della S-adenosilmetionina (anche detta SAMe, un tipo di farmaco che aiuta a produrre serotonina, dopamina e norepinefrina migliorando la depressione da lieve a moderata) 44.

In 45 pazienti depressi che hanno risposto scarsamente agli antidepressivi, la SAMe e la Trimetilglicina utilizzate come terapia aggiuntiva al trattamento convenzionale per 90 giorni hanno migliorato sintomi come ansia e sentimenti di impotenza e inutilità 44.

In un altro un piccolo studio su 64 persone affette da depressione, coloro che hanno assunto sia SAMe che Betaina per 12 mesi hanno riscontrato un miglioramento maggiore dei sintomi rispetto a coloro che hanno assunto SAMe da sola 45.


COME SI USA

Dosi e Modo d’Uso

Il normale apporto dietetico di Betaina dal cibo è stimabile in circa 0,5 – 2 grammi al giorno 2. Studi limitati sull’uomo suggeriscono che sono necessari 2,5 g/giorno di Betaina per aumentare i suoi livelli nel sangue 25. In genere, gli integratori vengono assunti a dosi comprese tra 1,5 e 6 grammi di Betaina al giorno.

POLEMICA SULLE DOSI

Come al solito si trova molta confusione circa la quantità giornaliera consigliata o almeno che sia utile e non giusto una spolveratina… Talvolta le indicazioni sono così basse da non riuscire a raggiungere dosi di efficacia. Questo sembra rendere inutile qualsiasi tipo di integrazione. Che paradosso!

I dati ufficiali parlano in un modo ma le direttive ministeriali che regolamentano i produttori di integratori sono diverse, e sempre più basse.

Leggiamo sulla documentazione del dr Giorgini, che rileva dato ufficiale in caso di Omocisteinuria congenita un “trattamento con betaina (100 mg/kg/die)” e quindi “Non si capisce allora come mai la quantità massima giornaliera di Betaina stabilita dal Ministero della Salute per gli Integratori Alimentari, sia di 1500mg e non di 7-8 grammi per un adulto di 70-80 Kg.”


EFFETTI COLLATERALI

Effetti Collaterali

Gli effetti collaterali più comuni associati agli integratori di Betaina se assunta a dosi maggiori di quelle indicate, riguardano i problemi digestivi, che a loro volta includono: diarrea, indigestione, gonfiore, crampi, nausea, vomito.

La Betaina è un amminoacido modificato costituito da Glicina con tre gruppi metilici che funge da donatore di metile in diverse vie metaboliche e viene utilizzato per trattare le rare cause genetiche dell’Omocistinuria. La Betaina ha avuto solo un uso clinico limitato, ma non è stata collegata a casi di aumento degli enzimi sierici durante la terapia o a danno epatico clinicamente evidente.

La betaina è una forma modificata di glicina presente in natura che aiuta nei percorsi di transulfurazione che convertono l’omocisteina in metionina. La somministrazione di betaina anche ad alte dosi (da 6 a 20 grammi al giorno) non è stata collegata all’epatotossicità.(da 6 a 20 g/die) 48.

Gli integratori di Betaina non sono raccomandati per i bambini e per le donne incinte o che allattano, poiché la ricerca sulla loro sicurezza e sugli effetti a lungo termine è limitata.


SICUREZZA DELLA BETAINA

Studi sulla sicurezza con betaina

La Betaina è approvata per il consumo umano in base all’efficacia con equivalenza terapeutica da parte della FDA ai sensi delle sezioni 505 del Federal Food, Drug, and Cosmetic Act [236]. Dosi singole orali di 3 o 6 g di betaina somministrate nel succo d’arancia dopo un digiuno notturno di 12 ore a volontari umani sani hanno provocato un aumento acuto e dose-dipendente dei livelli sierici di betaina e una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di Omocisteina entro 2 ore [237].

Studi di intervento umano non hanno mostrato effetti avversi con la somministrazione supplementare di 4 g/giorno di betaina in soggetti sani, tuttavia i soggetti in sovrappeso con sindrome metabolica hanno mostrato un aumento significativo delle concentrazioni di colesterolo totale e LDL.
Questi effetti non sono stati osservati con la somministrazione di 3 g/die di Betaina [238]

Tutti i riferimenti sulla sicurezza della Betaina si trovano in questo studio: Beneficial Effects of Betaine: A Comprehensive Review


BETAINA E COSMETICA

Uso nei Cosmetici

La Betaina (INCI Betaine, sin. Trimethylglycine) si presenta come un solido bianco, la cui principale caratteristica è l’elevata solubilità in acqua.

A pH neutro forma un sale interno. In soluzione, è in grado di coordinare le molecole di acqua con conseguente formazione di legami idrogeno molto forti, risultando un ottimo ingrediente ad azione umettante e idratante. Inoltre, la Betaina svolge una funzione riparativa e protettiva nei confronti delle mucose.

Proprietà Cosmetiche

La Betaina può essere impiegata in una varietà di prodotti cosmetici, che spaziano dai detergenti per corpo e capelli ai prodotti per lo skin care (creme viso, lozioni, gel, solari, deodoranti). Le proprietà osmolitiche della Betaina aumentano l’idratazione della pelle e migliorano la barriera cutanea.

Inoltre, agendo come donatore di metile, la Betaina protegge le cellule dagli attacchi dei detergenti più aggressivi.

In 21 soggetti sani, la Betaina ha alleviato gli effetti irritanti della pelle causati dai detergenti e diminuito le risposte allergiche 7.

Essendo molto solubile in acqua, si inserisce facilmente nella fase acquosa della formulazione, dove contribuisce a ridurre la perdita di acqua del prodotto. È impiegata come idratante e umettante in un range di concentrazione compreso fra l’1 e il 10%.

Le proprietà umettanti della Betaina possono proteggere la bocca da sostanze chimiche e altri irritanti del cavo orale 8, 9.

Un dentifricio che conteneva Betaina ha ridotto i sintomi della secchezza delle fauci in uno studio (DB – RCT) su 45 individui. I pazienti hanno riportato meno secchezza delle labbra e difficoltà a mangiare 10.

La Betaina possiede un ottimo profilo tossicologico (è impiegata anche come integratore alimentare) ed è adatta anche alle pelli più sensibili.


FONTI ARTICOLO:


 


Liberatoria (Disclaimer)

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.


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