Fibromialgia, alla ricerca di un marcatore che non c’è

Moltissime persone a cui viene fatta la diagnosi di Fibromialgia restano purtroppo ingabbiate in una diagnosi inconcludente che non porta a nessuna cura poiché non avendo un marcatore certo che confermi la diagnosi, restano nel limbo diagnostico ed anche se stanno male non vengono riconosciute cure ed assistenza valide.

Il marcatore della fibromialgia che tante persone aspettano come una manna dal cielo per essere identificate in una malattia e possa dare loro una qualche risposta terapeutica o almeno una sorta di riconoscimento per accedere almeno alle terapie del dolore,  non c’è e non lo troveranno mai perché Fibromialgia è tutto quello che sta in un limbo diagnostico non risolto perché non indagato.

Se si facessero ulteriori approfondimenti ad ognuna di queste persone abbandonate dal sistema sanitario nazionale si scoprirà che la Fibromialgia non era altro che:

  • tiroidite autoimmune
  • altre malattie autoimmuni (lupus, psoriasi, ecc)
  • intossicazione da metalli pesanti, farmaci ed altro
  • infezioni virali
  • infezioni da funghi
  • sensibilità al glutine (non celiaca
  • marcata carenza ed insufficienza di vitamina D3
  • mutazioni genetiche che provocano innalzamento di Omocisteina e conseguente carenza di B12.

E l’elenco è lungo…

Vuoi risolvere questo problema e non rimanere incastrato/a a vita in una non-diagnosi?
Rifiuta la diagnosi di Fibromialgia e cercane un’ altra.

La Fibromialgia ed i suoi avvoltoi

La Fibromialgia è un punto di partenza e non di arrivo

Riporto a questo proposito uno studio che traduco con Google:

Aumento delle concentrazioni di omocisteina nel liquido cerebrospinale nei pazienti con fibromialgia e sindrome da stanchezza cronica


Cita questo articolo https://doi.org/10.3109/03009749709105320

Astratto

Dodici pazienti ambulatoriali, tutte donne, che soddisfacevano i criteri sia per la fibromialgia che per la sindrome da stanchezza cronica, sono state valutate su 15 elementi della scala di valutazione psicopatologica completa (CPRS-15).

Questi oggetti sono stati scelti per costituire una corretta sottoscala nevrastenica. I livelli di laboratorio del sangue erano generalmente normali. La scoperta più ovvia è stata che, in tutti i pazienti, i livelli di omocisteina (HCY) sono aumentati nel liquido cerebrospinale (CSF).

Concludiamo che l’aumento dei livelli di omocisteina nel sistema nervoso centrale caratterizza i pazienti che soddisfano i criteri sia per la fibromialgia che per la sindrome da affaticamento cronico.

Questo studio è solo uno dei tanti esempi e non la sola ipotesi che mostra la fibromialgia con una causalità, ovvero qui attraverso la puntura lombare hanno testato un livello di omocisteina alta ed in seguito hanno trattato le persone con le vitamine del Gruppo B, vedendone migliorare il quadro.

fare il semplice esame del sangue dell’Omocisteina per vedere se troppo alta ed agire di conseguenza con integrazione di vitamine del gruppo B (B12 e Folati) nella forma attiva (metilata).

Omocisteina, che è usato per diagnosticare generalmente la mancata metilazione delle vitamine B (in genere B12 e Folati) a causa di una mutazione detta MTHFR.

In altri casi, che potrebbero anche essere sovrapponibili fra loro, si nota una carenza di magnesio, o peggio ancora di Vitamina D.

E sempre riferendoci alle carenze nutrizionali, anche la vitamina B1 potrebbe avere un ruolo nella Fibromialgia, ed integrandola potrebbe portare a guarire quei sintomi.


Fibromialgia, troppe diagnosi?




Ci siamo dimenticati il metodo scientifico e il principio di cautela…

Dr Guido Paoli

A me dispiace che non ci siano discussioni scientifiche serie (cioè con contraddittorio) sulla questione “vaccini”. O meglio, chi è favorevole lo è “a priori”, ragionando per posizioni ideologiche (“guardate le terapie intensive!”, “la gente muore!”), cercando fonti bibliografiche che parlino a favore.

È, per esempio, irritante vedere esultare per i risultati inglesi dopo pochissimi giorni dalla chiusura vaccinale (senza considerare gli effetti a medio e lungo termine) e facendo finta di non sapere che in Inghilterra hanno drasticamente ridotto i test PCR e che la “variante inglese” è stata presumibilmente dovuta alla campagna vaccinale stessa (come quella sudafricana, brasiliana, indiana).

È altrettanto irritante vedere “addetti ai lavori” che, ostentando sicurezza nei propri studi e nelle proprie competenze, senza sentire alcuna necessità di mettersi in discussione e di dare conto della propria sicurezza, se non attraverso frasi buone (se va bene) per tentare di superare un esame. Chi è contrario lo è, a volte, sulla base di posizioni identiche, basate su luoghi comuni, e cercando fonti a proprio favore. Ovviamente una fonte, se è seria e se il lavoro è fatto bene, va sempre considerata in quanto tale, e non da posizioni ideologiche.
Ma tante altre volte, il contrario non è propriamente contrario, è una persona che si documenta e ha dubbi, ragionevoli, fondati, scientifici, a cui le risposte ideologiche irritano e confermano nei propri dubbi e sulla non ragionevolezza di questa campagna vaccinale.

A me sembra, fra le tante cose, che in un anno sia stato spazzato via il paradigma biochimico legato alla nostra conoscenza dei virus:

  • l’asintomatico a bassa carica che infetta,
  • una vaccinazione durante l’epidemia,
  • i vaccini che non proteggono dall’infezione,
  • vaccini sperimentali fatti su scala planetaria senza alcun principio di cautela,
  • il guarito con anticorpi che può infettarsi a contatto con un contagioso,
  • tanto per citarne alcuni.

    Non sappiamo ancora niente, ufficialmente, sull’origine del virus, ed il motivo è solo e soltanto di opportunità politica (nel senso peggiore del termine) e di collusione e conflitti di interessi.

    È stata attivata una campagna vaccinale urgente giustificata dall’assenza di cure, pur sapendo che tale affermazione è palesemente falsa. I mezzi di informazione si sono adeguati con servilismo spudorato, creando una paura smodata nelle persone (inclusi gli “addetti ai lavori”).

    L’immunità di gregge è una chimera peggio del virus stesso e tutto viene presentato alle persone senza alcun contraddittorio, come se chi parla si arrogasse il diritto di farlo a nome della “comunità scientifica”, la quella da oltre un anno è umiliata da tanta arroganza.
    Questa sarebbe scienza?
    Guido Paoli

    Vive e lavora a Firenze.
    Fisico, specializzato in Fisiopatologia e terapia del dolore, ha collaborato con il dottor Gianfrancesco Valsé Pantellini.
    Dal 2000 lavora presso la Fondazione Pantellini, dove è responsabile scientifico e vicepresidente.

     

     

     

     

     




Non vinceranno

Dal Blog Vitamineral il libero pensare è di casa ed ospito tutti i liberi pensatori.
Oggi, dopo una settimana di limitazioni del mio profilo su facebook, sono ritornata con pensieri e riflessioni.
Corrado Malanga)
Internet, per quanto provino ad oscurare e censurare le notizie, sarà per loro un effetto boomerang.
 

Vinceremo su tutti fronti!



 L’importante è non morire di Corona Virus

Poi se uno muore di depressione per mancanza di sole,

se uno muore di solitudine perché non ha nessuno in casa con cui scambiare due chiacchiere,

se uno muore per mancanza di ossigeno perché si sente soffocare,

se uno muore perché scannato dal consorte reso ancora più violento da questa reclusione forzata,

se uno muore di follia perché esasperato dall’essere costretto a vivere in un appartamento di 40m quadri,

se uno muore di fame perché la sua attività è stata chiusa e rischia il fallimento.

Se uno muore di rabbia perché non può dare il suo estremo saluto a un caro che muore nell’indifferenza,

se uno muore di angoscia perché vive una situazione difficile che senza “prese d’aria” non può più sostenere,

se uno muore perché non può più praticare lo sport che lo faceva sentire vivo,

se uno muore perché ha troppo bisogno di un abbraccio o di un contatto fisico,

se uno muore denigrato e seppellito dalla cattiveria della gente perché non indossava una inutile mascherina.

Se uno muore perché non ha nemmeno più il conforto della sua pratica religiosa,

se uno muore perché ha perso la cosa più preziosa che è la libertà,

se uno muore di panico perché l’informazione ufficiale non fa che sollecitarlo e nutrirlo e accrescerlo…

ecco se uno muore di altro che non sia il Corona Virus non ha alcuna importanza.

Non gliene importa un fico secco a nessuno.

di Ely Yum


Si può non vivere per non morire?

 

 

 


Tristezza: l’importanza di essere tristi