D-dimero Alto, cause, sintomi e consigli

IMPORTANTE:

INDICE ARTICOLO

Che Cos’è il D-dimero

Il D-dimero è un frammento proteico che si forma durante la dissoluzione dei coaguli di sangue, o più semplicemente è l’insieme dei prodotti di degradazione della fibrina. La sua presenza è conseguente all’attivazione della coagulazione con formazione di fibrina e successiva lisi del coagulo di fibrina in frammenti solubili liberati nel circolo sanguigno che nel loro insieme sono definiti D-Dimeri. 1, 2, 3.

Tramite una semplice analisi, è possibile misurare i livelli di D-dimero nel sangue, che normalmente sono molto bassi o non rilevabili.

Pertanto, un D-dimero alto nel sangue indica che il corpo sta formando e scomponendo in maniera anomala ed eccessiva dei coaguli di sangue.

Il test del D-dimero non può essere tuttavia usato a fini diagnostici, poiché non riesce a rilevare né le cause del fenomeno né la sede degli eventuali coaguli anomali. Un livello di D-dimero alto può dipendere dalla significativa formazione e rottura di coaguli di sangue nel corpo.

Quando fare l’esame del D-dimero

La misurazione dei livelli ematici di D-dimero consente al Medico di sospettare un’attivazione inappropriata del sistema coagulativo ed in particolare costituisce un importante supporto alla diagnosi di gravi condizioni quali:

  • embolia polmonare (EP)
  • trombosi venosa profonda (TVP)
  • coagulazione intravascolare disseminata (CID)

Si tratta quindi di un esame che trova applicazione soprattutto nell’ambito dell’emergenza-urgenza, o comunque nel contesto di un ricovero ospedaliero, anche in virtù della breve emivita del metabolita misurato.

Con gli strumenti attualmente utilizzati dai laboratori analisi l’esame presenta un’elevata sensibilità, ma una bassa specificità: ciò significa, in termini semplici, che

  • permette di rilevare con precisione tutte le attivazioni del sistema coagulativo (alta sensibilità)
  • ma che una sua positività non va necessariamente ricondotta ad una patologia di natura trombo-embolica (bassa specificità).

In altre parole l’esame è dotato di un elevato valore predittivo negativo:

  • se positivo non fornisce informazioni specifiche sulla patologia sospettata,
  • mentre se negativo tendenzialmente esclude attivazioni della cascata coagulativa.

COSA FARE

Cosa fare in caso di D-Dimero alto?

In caso di D-Dimero alto è opportuno rivolgersi immediatamente a un medico per approfondire la condizione, in modo da verificare se può essere una situazione gestibile oppure se è necessario un ricovero. Non bisogna infatti sottovalutare affatto la presenza di un trombo nel sangue, poiché le conseguenze potrebbero essere decisamente gravi e addirittura mortali.

Dopo essersi sottoposti a uno screening è opportuno stabilire la cura giusta con il dottore che segue il caso, così da scoprire le cause e cercare di curarle in maniera specifica. Essendo infatti queste molteplici non è possibile individuare una cura univoca ma deve essere calibrata in base alla sintomatologia e al motivo scatenante. Potrebbe infatti trattarsi di una condizione esclusivamente transitoria o invece di un’avvisaglia evidente, che è compito dello specialista cogliere e interpretare nella maniera corretta.

Il suggerimento è quello di non ignorare i sintomi secondari sopracitati, anche se si presentano singolarmente, chiedendo un consulto per escludere tutte le possibili implicazioni del caso, dalle più banali a quelle più gravi.


COAGULAZIONE

Come avviene la Coagulazione

La coagulazione del sangue, normalmente, ha lo scopo di arrestare il sanguinamento in caso di lesione di un vaso sanguigno.

Il tappo emostatico è composto principalmente da una proteina filamentosa, chiamata fibrina, che si intreccia per formare una rete che intrappola aggregati di piastrine. Quando la ferita guarisce, un enzima chiamato plasmina si occupa di scomporre il coagulo in piccoli frammenti e uno di questi frammenti è proprio il D-dimero.

Ruolo Biologico del D-Dimero

Le piastrine nel sangue sono collegate a una subunità D (un frammento di fibrina reticolata). In pratica, quando si formano coaguli di sangue, il gruppo D tra due piastrine (P) forma un legame.

Molte piastrine legate insieme tramite D-Dimeri (insieme ad altri fattori, come la fibrina) formano il coagulo 1.

Durante il processo di guarigione del corpo, i coaguli si rompono attraverso la rottura dei loro legami interni. Pertanto, il D-dimero (D==D) si rompe e si separa dalle piastrine (P):

D–P–D + D–P–D → (formazione del coagulo) D–P–D==D–P–D → (dissoluzione del coagulo) D–P + D==D + D–D


VALORI NORMALI

Valori Normali

Il test si basa principalmente su anticorpi contro il D-dimero e dal momento che i kit commerciali sfruttano anticorpi diversi, esiste una certa variabilità nelle misurazioni ottenute 4, 5.

In altre parole, poiché esistono diversi metodi per testare i livelli di D-dimero nel sangue, non esiste un intervallo “normale” universale.

Gli intervalli di riferimento riportati in tabella sono quindi da considerare indicativi.

Unità di Misura Valori Normali 6
Adulti non
in gravidanza
1° trimestre 2° trimestre 3° trimestre
mg/L o µg/mL 0,05 – 0,95 0.32 – 1.29 0,13 -1,7
µg/L o ng/mL 50 – 950 320 – 1290 130 – 1700
nmol/l 0,3 – 5,2 1.8 – 7.1 0,7 – 9,3

CAUSE E SINTOMI

Cause D-Dimero Alto e Sintomi

Se dalle analisi del sangue emerge un valore di D-dimero elevato, è possibile la presenza di una condizione patologica caratterizzata dalla formazione di coaguli, come:

  • trombosi venosa profonda;
  • embolia polmonare;
  • coagulazione intravascolare disseminata;
  • COVID-19;
  • Vaccino anti Sars Cov 2.

Pertanto, il medico può prescrivere l’esame del D-Dimero in presenza di sintomi suggestivi di queste condizioni.


TROMBOSI

Trombosi venosa profonda

Questa malattia consiste nella presenza di un coagulo nel sistema venoso profondo, solitamente delle braccia o delle gambe. Tale coagulo può bloccare parzialmente o completamente il flusso sanguigno attraverso la vena.

I sintomi della trombosi venosa profonda, se presenti, si sviluppano localmente e possono includere:

  • gonfiore;
  • dolore o fastidio;
  • calore;
  • arrossamento;
  • vene vicino alla superficie della pelle più grandi del normale.

Nei pazienti colpiti da questa forma di trombosi, il d-dimero appare generalmente alto. Nei pazienti a basso rischio o “improbabili”, un valore di d-dimero normale permette quindi di escludere la condizione.

Se invece il d-dimero è superiore alla norma si richiedono ulteriori indagini, come un’ecografia.

Nel sospetto di trombosi venosa profonda, verrà richiesto un ecocolordoppler degli arti inferiori. Se è probabile l’embolia polmonare, invece, verrà eseguita una scintigrafia o una TAC polmonare con mezzo di contrasto.


EMBOLIA

Embolia polmonare

L’embolia polmonare è caratterizzata dalla presenza di un coagulo di sangue nei vasi sanguigni del polmone.

Si parla di embolia perché tale coagulo si forma in un’altra parte del corpo (spesso gamba o braccio) e viene poi trasportato attraverso il flusso sanguigno fino ai polmoni.

La presenza di questo tappo determina una diminuzione del flusso sanguigno a valle del coagulo. Se l’ostruzione è severa, può essere fatale. Pertanto, in presenza di sintomi suggestivi è importante allertare immediatamente i soccorsi.

I sintomi di un’embolia polmonare includono:

  • Improvvisa mancanza di respiro (dispnea) o respiro accelerato;
  • Tosse (a volte con catarro o tracce di sangue);
  • Dolore acuto al petto che si aggrava con la tosse o il movimento;
  • Dolore alla schiena;
  • Sudorazione;
  • Battito cardiaco accelerato (tachicardia);
  • Sensazione di vertigini o svenimento.

Anche in questo caso, un esame del D-dimero negativo può ragionevolmente escludere l’embolia polmonare nei pazienti a basso rischio. Nei pazienti ad alto rischio si preferisce invece effettuare direttamente un test di imaging. (Scintigrafia o una TAC polmonare con mezzo di contrasto.)


CID

Coagulazione intravascolare disseminata (CID)

La coagulazione intravascolare disseminata (CID) provoca la formazione di numerosi coaguli di sangue nel corpo, che possono causare danni agli organi e altre gravi complicanze.

I sintomi della CID includono:

  • Gengive sanguinanti;
  • Nausea e/o vomito;
  • Forte dolore muscolare e dolore addominale;
  • Convulsioni;
  • Oliguria (fare pipì meno del solito).

I livelli di D-dimero appaiono significativamente elevati nei pazienti con coagulazione intravascolare disseminata. Inoltre, la misurazione del D-dimero permette di monitorare nel tempo l’efficacia del trattamento nei pazienti colpiti.


COVID-19

COVID-19

La malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) è una patologia infettiva altamente contagiosa causata dal virus SARS-CoV-2.

Lo spettro clinico della COVID-19 varia da forme asintomatiche o paucisintomatiche (pochi sintomi) a gravi malattie cliniche caratterizzate da insufficienza respiratoria acuta (che richiede ventilazione meccanica), shock settico e insufficienza multiorgano.

Diversi studi hanno dimostrato le proprietà prognostiche del D-dimero in pazienti con malattia COVID-19 7, 8, 9. In particolare, esiste un legame tra alti valori di D-dimero, infiammazione elevata e prognosi infausta 10, 11, 12.

E lo stesso problema si riscontra nelle persone plurivaccinate contro sars Cov2

Inoltre, malattie sottostanti come diabete, cancro e ictus possono innescare un aumento dei livelli di D-dimero nei pazienti con COVID-19 13.


FALSI POSITIVI

Esistono diversi stati fisiologici o condizioni mediche che possono far sì che i pazienti abbiano un D-dimero elevato in assenza di embolia polmonare, trombosi venosa profonda o coagulazione intravascolare disseminata.

Le varie condizioni e situazioni che possono causare livelli di D-dimero superiori al normale includono:

  • Gravidanza;
  • Malattie cardiache;
  • Chirurgia recente;
  • Trauma;
  • Infezione o sepsi;
  • Fumo di sigaretta;
  • Malattie Autoimmuni, come la sindrome da anticorpi antifosfolipidi;
  • Malattie epatiche.

I livelli di D-dimero tendono anche ad aumentare nelle persone anziane e dopo lunghi periodi di immobilità. Inoltre, possono verificarsi risultati falsi positivi se si soffre di artrite reumatoide.

Secondo uno studio su oltre 30.000 statunitensi, Il D-dimero è più alto con l’aumentare dell’età, il sesso femminile, il diabete, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari pre-esistenti e l’elevata proteina C-reattiva (CRP) 14.


MORTALITA'

D-Dimero Alto e Mortalità

Livelli elevati di D-dimero possono essere associati a un aumento dell’infiammazione 9.

A sua volta, l’infiammazione cronica di basso grado svolge un ruolo importante nell’insorgenza e nella gravità di malattie cardiache, cancro, sindrome metabolica, obesità, morbo di Alzheimer e varie altre malattie degenerative 15, 16, 17, 18.

Livelli elevati di D-dimero sono stati associati a:

  • un aumento del rischio di malattia coronarica 23, 24;
  • un rischio più elevato di ictus ischemico 25;
  • aumento della mortalità nei pazienti con insufficienza cardiaca 26 e cardiopatia ischemica 27, 28;
  • un aumento della mortalità totale 29;
  • prognosi sfavorevole nei pazienti con:
    • sindrome coronarica acuta e cronica 30, 31, 32, 33;
    • fibrillazione atriale 34;
    • cancro 22, 35, 36:
    • infezione 21;
    • malattia vascolare periferica 37;
    • dissezione aortica 38;
    • ictus 25, 14.

Il meccanismo esatto secondo il quale il livello di D-dimero può prevedere la mortalità non è comunque chiaro.


COME ABBASSARLO

Come Abbassarlo

In assenza di malattie della coagulazione, i livelli del D-dimero aumentati sono spesso associati a una condizione di salute sfavorevole. Uno stile di vita sano, insieme a moltissimi altri benefici, può anche ristabilire normali livelli di D-dimero.

Dieta

La dieta mediterranea tradizionale è legata a una minore mortalità e un ridotto rischio di gravi malattie croniche 39.

Questi benefici si devono anche al suo ruolo antitrombogeno, in parte ascrivibile al suo alto contenuto di antiossidanti, fibre e acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi 39.

In uno studio su 24.325 uomini e donne molisani di età pari o superiore a 35 anni, una maggiore aderenza alla dieta mediterranea è risultata associata a minori livelli di D-dimero 40.

Un altro studio ha osservato livelli di D-dimero più bassi in Italia e in altri paesi del Mediterraneo, coerenti con il possibile effetto protettivo della dieta mediterranea 41.

Inoltre, una dieta dimagrante con conseguente perdita di peso può ridurre i livelli di D-dimero nelle persone obese 42.

Integratori

Uno studio crossover RCT su 41 fumatori maschi sani ha testato gli effetti dell’assunzione di polvere di aglio microincapsulata, estratto di pomodoro, una miscela di entrambi o il placebo 43.

L’assunzione dell’estratto di pomodoro da solo o in associazione all’aglio ha ridotto i livelli di D-Dimero e diversi indici di coagulabilità del sangue.

In uno studio su 213 individui svedesi con livelli non ottimali di questi nutrienti, l’integrazione per 48 mesi con selenio (200 µg/giorno) e coenzima Q10 (200 mg/giorno) ha prodotto una significativa riduzione dei livelli di D-dimero rispetto al gruppo placebo 44. Inoltre, nei partecipanti con un livello di D-dimero superiore alla mediana al basale, l’integrazione ha comportato una mortalità cardiovascolare significativamente inferiore rispetto ai soggetti trattati con placebo.


Fonte


 

 




Bromelina: proprietà e benefici

Bromelina o Bromelaina

La bromelina è una complessa miscela di enzimi proteolitici estratta dall’ananas.

In natura, abbonda sia nel gambo che nel frutto dell’ananas. Tuttavia, il gambo la contiene in concentrazioni nettamente maggiori. È quindi importante sottolineare che mangiare ananas non produce gli stessi benefici per la salute ottenibili con l’integrazione di bromelina 1.

La bromelina estratta dal fusto o dal gambo dell’ananas è quella più usata negli integratori perché ha un contenuto maggiore di proteasi (enzimi proteolitici) 2, 3.

È stato dimostrato che la maggior parte dei benefici non è dovuta a un particolare enzima presente nella bromelina. Piuttosto, ci sono probabilmente molteplici fattori coinvolti nei suoi effetti positivi per la salute umana 4, 5.

Indice

  • A che cosa serve la Bromelina
  • Benefici ed indicazioni
  • Dosi e Modo d’Uso
  • Effetti Collaterali
  • Chi non deve assumere Bromelina
  • Quali integratori acquistare
  • Cattiva Digestione
  • Artrosi e Infiammazione
  • Azione Antiedemigena
  • Attività Antibiotica
  • Azione Miorilassante
  • Attività Antitumorale
  • Guarigione delle Ferite
  • Malattie Cardiovascolari
  • Bromelina e Covid-19

A che Cosa Serve la Bromelina

da artrosi e interventi chirurgici. Infatti, la Bromelina:

  • combatte l’infiammazione
  • favorisce il riassorbimento di edemi e infiltrati nei tessuti, formatisi a seguito di ferite o di interventi chirurgici.

Inoltre, promuove la guarigione delle ustioni e aiuta a ridurre le infiammazioni delle prime vie respiratorie (sinusiti, otiti, riniti, tracheiti, tonsilliti).

In flebologia, può essere sfruttata nel trattamento dei sintomi di insufficienza venosa, varici ed emorroidi (anche associandola a principi attivi vaso-protettori, come gli estratti di mirtillo, rusco e centella).

Oltre ai suoi usi medicinali, la bromelina è stata utilizzata in molti altri settori come l’industria alimentare e della birra, nonché nei settori dell’abbigliamento, cosmetico e farmaceutico.

Benefici e Indicazioni

In base ai dati attualmente disponibili, l’uso della bromelina potrebbe risultare utile come:

  • cicatrizzante.

Dosi e Modo d’Uso

Ci sono due modi di assumere integratori a base di Bromelina:

  1. al pasto per favorire i processi digestivi.
  2. lontano dai pasti in tutti gli altri casi, ad es. quando si desidera favorire il drenaggio dei liquidi, contrastare l’infiammazione e sostenere e la funzionalità del microcircolo.

È importante attenersi alle istruzioni d’uso riportate nel prodotto.

Che quantità consumare?

La dose più comunemente prescritta nelle informazioni fornite dagli specialisti varia tra i 500 e gli 800mg di questi prodotti al giorno. Le dosi di Bromelina a seconda della condizione che si sta trattando sono:

  • 400mg al giorno per artrite
  • 1.000mg al giorno per allergie
  • 500mg per 3 volte al giorno per il recupero da operazioni e/o lesioni

Si consiglia di prendere prodotti di questo tipi a stomaco vuoto, eccetto quando si cerchi un miglioramento digestivo, caso in cui si devono assumere con i pasti.

Assorbimento e Biodisponibilità

Le caratteristiche farmacocinetiche della bromelina rappresentano sicuramente un punto forte dell’integrazione con questo enzima. Della quota assunta, infatti, oltre il 40% è misurabile nel plasma nelle successive 10 ore, con un’emivita che può tranquillamente raggiungere le 48 ore.

Effetti Collaterali

Nonostante siano state utilizzate sperimentalmente dosi anche molto elevate di Bromelina, gli effetti collaterali registrati sembrano clinicamente poco rilevanti.

Nausea, vomito, diarrea, metrorragia e menorragia rappresenterebbero le reazioni avverse più frequentemente osservate.

Chi non deve prendere Bromelina?

La Bromelina ha dimostrato di essere generalmente sicura se assunta in dosi moderate, anche se le informazioni preliminari collega un aumento della frequenza cardiaca in relazione all’uso di questi prodotti.

Non devono assumerla:

  • Persone con una infiammazione al rivestimento dello stomaco
  • Donne incinta o in allattamento
  • Bambini
  • Persone con malattie renali o epatiche
  • Precauzione nei casi in cui si assumono farmaci anticoagulanti

farmaci fluidificanti del sangue. Si consiglia cautela anche quando la si utilizza in combinazione con altri integratori che possono fluidificare il sangue, come l’olio di pesce, il ginkgo biloba o la vitamina E.

Di diversa natura e sicuramente più gravi risultano le reazioni avverse legate all’ipersensibilità verso il frutto o l’enzima.

La Bromelina non deve quindi essere utilizzata da persone allergiche all’ananas o ad altre sostanze che potrebbero provocare una reazione allergica al frutto (reattività crociata). Queste sostanze includono:

  • polline d’erba
  • lattice
  • sedano
  • finocchio
  • carote
  • frumento.

Quali integratori acquistare.
Vitamineral ve ne propone 4 con sola Bromelina, ed un altro con la Curcuma che ha una azione sinergica.

Integratore di bromelina da Ananas con funzione drenante e digestiva

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Nutriva

Alta biodisponibilità di bromelina,utile per mantenere la funzionalità del microcircolo
e aiutare il drenaggio dei liquidi in eccesso.

Integratore con Bromelina estratta da ananas utile per favorire la digestione e il drenaggio dei liquidi corporei


Ottenuta da ananas

  • Supporta la funzione gastrointestinale
  • Allevia i dolori osteo-muscolari
  • Sostiene una sana digestione
  • Migliora la sintesi proteica

    • Sostegno per il tessuto articolare
    • Antifiammatorio e antiossidante
    • Supporta uno stato emotivo sano
    • Cattiva Digestione

    L’attività proteasica della bromelina si è rivelata potenzialmente utile come sostituto dei classici enzimi digestivi quali la tripsina e la pepsina.

    In questo senso, l’assunzione di bromelina immediatamente prima di un pasto potrebbe facilitare i processi digestivi, soprattutto in quei pazienti con deficit enzimatico legato, ad esempio, a un’insufficienza pancreatica.

    Uno studio ha dimostrato che i partecipanti con insufficienza pancreatica hanno sperimentato una migliore digestione dopo aver assunto un integratore di enzimi digestivi contenente bromelina, rispetto all’assunzione dello stesso integratore di enzimi digestivi senza bromelina 6.

    Un altro studio ha dimostrato che la bromelina, in combinazione con alginato di sodio, bicarbonato di sodio e oli essenziali, ha migliorato significativamente i sintomi della dispepsia (cattiva digestione) 7.

    Infine, la combinazione di bile di bue, pancreatina e bromelina si è dimostrata efficace nel ridurre l’escrezione di grasso nelle feci nei pazienti con steatorrea pancreatica, con conseguente miglioramento sintomatico del dolore, della flatulenza e della frequenza di evacuazione 8.

    Artrosi e Infiammazione

    Numerosi studi hanno descritto l’attività antinfiammatoria della bromelina.

    Più precisamente, a questo enzima vengono attribuite attività proteolitiche e fibrinolitiche in ambiente infiammatorio, e un’attività inibitoria sulla sintesi di prostaglandine infiammatorie.

    L’azione antinfiammatoria della bromelina può rivelarsi preziosa nel controllo dell’evoluzione flogistica in differenti patologie, anche di natura osteo-articolari.

    • La bromelina ha ridotto il gonfiore dei tessuti, il dolore e la rigidità articolare in 2 studi clinici su 117 persone con artrosi del ginocchio. In uno di essi, si è dimostrata efficace quanto il farmaco antidolorifico diclofenac 9, 10.
    • In 77 pazienti con artrite reumatoide o osteoartrosi, la bromelina (400 mg) ha migliorato i sintomi generali, ridotto la rigidità e migliorato la funzione fisica 9.

    Diversi studi hanno dimostrato che la bromelina può ridurre l’infiammazione, il gonfiore, i lividi e il dolore che si manifestano dopo l’intervento chirurgico. Sembra anche ridurre i marker di infiammazione 11.

    Azione Antiedemigena

    La Bromelina aiuta a ridurre l’edema infiammatorio (accumulo di liquidi), a riassorbire l’ematoma e a risolvere il processo infiammatorio.

    In questo modo velocizza il ripristino delle condizioni fisiologiche e la ripresa della funzionalità della zona lesa in seguito a traumi o interventi chirurgici.

    Quest’azione antiedemigena può essere spiegata sulla base dell’attività fibrinolitica e in parte proteasica della Bromelina.

    Infatti, la possibilità di rimodellare adeguatamente la matrice, impedendo la formazione di macromolecole osmoticamente attive, risulterebbe preziosa nell’impedire l’accumulo di liquidi extracellulari e nel prevenire il conseguente edema post-infiammatorio (gonfiore).

    L’attività antiedemigena della Bromelina si rivela clinicamente preziosa in corso di tromboflebite, cellulite, trombosi venosa profonda, ecchimosi ed edema traumatico o post-chirurgico.

    Ad esempio, uno studio ha descritto che la Bromelina è stata utile nel trattamento della tromboflebite acuta, diminuendo la compromissione della deambulazione e i sintomi dell’infiammazione (come dolorabilità, edema e dolore) 12.

    13.

    Attività Antibiotica

    L’attività antibiotica della Bromelina risulterebbe per lo più indiretta, aumentando sia i livelli sierici di svariati antibiotici che la biodisponibilità tissutale degli stessi 14.

    La bromelina può aumentare l’assorbimento di penicillina e tetracicline (antibiotici che combattono le infezioni batteriche). Potrebbe anche aiutare a ridurre i loro effetti collaterali 1, 15, 16, 17.

    18, 19.

    Nell’uomo sono stati osservati benefici:

    • associando Serenoa repens, Selenio, Licopene, Bromelina e Metilsulfonilmetano, come terapia aggiuntiva in pazienti con prostatite batterica cronica 20.

    Negli studi su animali, l’integrazione di Bromelina ha dimostrato di proteggere dalla diarrea causata da patogeni intestinali come Escherichia coli e Vibrio cholerae 21. In tal senso, la bromelina agirebbe ostacolando l’adesione dei patogeni alle pareti intestinali 22, 23.

    Azione Miorilassante

    Nonostante i meccanismi molecolari non siano ancora del tutto noti, differenti studi dimostrano come la Bromelina possa espletare un’attività spasmolitica degna di nota, riducendo ad esempio l’intensità dei dolori in pazienti con dismenorrea.

    Anche in questo caso sembrerebbe tuttavia intervenire l’attività antinfiammatoria, in particolare la riduzione della concentrazione ematica di PGE2.

    La Bromelina può avere proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche, sebbene non vi siano prove concrete a sostegno della sua efficacia per alleviare i crampi mestruali e il mal di testa 24, 2.

    Attività Antitumorale

    Numerosissimi studi stanno cercando di comprendere al meglio le potenziali attività antitumorali della Bromelina, osservate in vitro nei confronti di carcinomi dello stomaco, mesoteliomi e altre patologie oncologiche.

    Nonostante non vi siano ancora evidenze cliniche degne di nota, le ipotesi più accreditate sembrerebbero prevedere da un lato l’induzione del processo apoptotico, e dall’altro il potenziamento dell’attività antitumorale dei chemioterapici.

    Studi in provetta hanno dimostrato che la Bromelina potrebbe aiutare a combattere il cancro 25, 26. Studi in vitro e su animali hanno scoperto che la Bromelina può stimolare il sistema immunitario a produrre molecole che rendono i globuli bianchi più efficaci nel sopprimere la crescita delle cellule tumorali ed eliminarle 26.

    Sono chiaramente necessarie ulteriori ricerche basate sull’uomo prima di poter trarre conclusioni.

    Guarigione delle Ferite

    Le prove suggeriscono che la bromelina può aiutare ad accelerare la guarigione delle ustioni profonde.

    Oltre agli enzimi che degradano le proteine, gli estratti di ananas contengono un enzima (escarasi) che aiuta a rimuovere i tessuti morti e ad accelerare la guarigione della ferita 27.

    Per questo motivo, il debridement a base di Bromelina ha dimostrato di essere un efficace agente per lo sbrigliamento della ferita e la rimozione delle cellule necrotiche.

    In 5 studi clinici su oltre 350 persone con ustioni profonde, il trattamento enzimatico con Bromelina ha guarito le ferite con un’efficacia simile ai trattamenti convenzionali e ha ridotto la necessità di un intervento chirurgico 28, 29, 30, 31, 32.

    Malattie Cardiovascolari

    Diversi studi indicano che la Bromelina può ridurre o minimizzare i sintomi associati a varie malattie cardiovascolari 33.

    In particolare, la Bromelina:

    • 36, 37;
    • usata per lunghi periodi svolge anche un ruolo antiipertensivo 2.

    La Bromelina provoca quindi la distruzione di trombi e diminuisce la viscosità del sangue. In questo modo aiuta a ridurre l’incidenza di angina pectoris e attacchi di cardiomiopatia transitoria 1. Può anche favorire la dissoluzione della placca aterosclerotica, riducendo così il rischio di malattia aterosclerotica.

    tromboflebite acuta a cui è stata somministrata Bromelina in combinazione con antidolorifici hanno manifestato una significativa diminuzione dei sintomi infiammatori come dolore, gonfiore e febbre alta 38.

    Nei ratti, la somministrazione di Bromelina ha ridotto i danni causati da un insufficiente apporto di sangue (ischemia). Di conseguenza, la bromelina ha ridotto la morte delle cellule cardiache e ha migliorato il recupero dopo un infarto o un ictus 34.

    Bromelina e Covid-19

    La Bromelina è stata più volte indicata come un potenziale aiuto naturale nel trattamento di supporto della malattia da coronavirus COVID-19.

    Agendo attraverso diversi meccanismi (antiossidanti, antinfiammatori, proteolitici immunomodulatori), la Bromelina potrebbe infatti inibire o comunque contrastare l’infezione da SARS-CoV-2 39.

    Ad esempio, potrebbe ridurre la capacità del virus di legarsi alle cellule e infettarle 40, 39, 34.

    3, 41.

    BIBLIOGRAFIA

    1. https://www.enbuenasmanos.com/propiedades-de-la-bromelina
    2. “Obtención de bromelina a partir de los deshechos de la piña” Universidad Nacional de Colombia 1992.
    3. https://www.globalhealingcenter.net/salud-natural/bromelina.html
    4. “Biotecnología alimentaria” Noriega Editores 2004
    5. “Técnico especialista en laboratorio de atención primaria” Instituto Catalán de Salud, Editorial: MAD 2006
    6. “La farmacia Natural” James A. Duke, Editorial: Rodale 1997
    7. Kelly, G.S. Bromelain: A Literature Review and Discussion of its Therapeutic Applications. November 1, 1996
    8. Pavan R, Jain S, Shraddha, Kumar A. Properties and therapeutic application of bromelain: a review. Biotechnol Res Int. 2012;2012:976203. doi: 10.1155/2012/976203. Epub 2012 Dec 10.
    9. Maurer HR. Bromelain: biochemistry, pharmacology and medical use. Cell Mol Life Sci. 2001 Aug;58(9):1234-45.
    10. Pillai K, Akhter J, Chua TC, Morris DL. Anticancer property of bromelain with therapeutic potential in malignant peritoneal mesothelioma. Cancer Invest. 2013 May;31(4):241-50. doi: 10.3109/07357907.2013.784777. Epub 2013 Apr 9.
    11. K.Pillai, A.Ehteda, J.Akhter, T.C.Chua, D.L.Morris. Anticancer effect of bromelain alone and in combination with cisplatin or fluorouracil on malignant peritoneal mesothelioma cells. European Journal of Cancer. Volume 50, Supplement 4, May 2014, Page e66.
    12. Hale LP, Greer PK, Trinh CT, Gottfried MR. Treatment with oral bromelain decreases colonic inflammation in the IL-10-deficient murine model of inflammatory bowel disease. Clin Immunol. 2005 Aug;116(2):135-42.
    13. Singh T, More V, Fatima U, Karpe T, Aleem MA, Prameela J. Effect of proteolytic enzyme bromelain on pain and swelling after removal of third molars. J Int Soc Prev Community Dent. 2016 Dec;6(Suppl 3):S197-S204. doi: 10.4103/2231-0762.197192.
    14. Eric R. Secor, Jr., Steven M. Szczepanek, Christine A. Castater, Alexander J. Adami, Adam P. Matson, Ektor T. Rafti, Linda Guernsey, Prabitha Natarajan, Jeffrey T. McNamara, Craig M. Schramm, Roger S. Thrall, and Lawrence K. Silbart. Bromelain Inhibits Allergic Sensitization and Murine Asthma via Modulation of Dendritic Cells. Evid Based Complement Alternat Med. 2013; 2013: 702196. Published online 2013 Dec 5. doi: 10.1155/2013/702196.
    15. Dave S, Kaur NJ, Nanduri R, Dkhar HK, Kumar A, Gupta P. Inhibition of adipogenesis and induction of apoptosis and lipolysis by stem bromelain in 3T3-L1 adipocytes. 2012;7(1):e30831. doi: 10.1371/journal.pone.0030831. Epub 2012 Jan 24.




    Come disintossicarsi dalla proteina Spike (da vax o da malattia)

     

    Di Paolo Bellavite

    Ti penti di aver fatto il vaccino perché stai avendo effetti colaterali che nessun medico riesce a decifrare? Oppure hai avuto una infezione da covid e non guarisci bene?

    NAC (N-Acetilcisteina) per un lungo periodo.

    esame del sangue.

    Medici in italia che distribuiscono consigli su come disintossicarsi dalla Spike e dagli effetti collaterali del vaccino e della malattia da sarsCov2:

    • Telegram
    • qui il suo blog
    • Stefano Scoglio
    • comitato Fortitudo
    • Loretta Bolgan
    • Libro su Long Covid
    • Alessio Soldati, che si definisce medico svaccinatore
    • Sergio Brancatello

     

    con link al post

    Sopra referto di un paziente con danni avversi e tre punturine fatte.
    Ha seguito scrupolosamente il protocollo da letteratura scientifica per l’eliminazione della Spike e sta bene.
    Adesso è pronto x la seconda fase. Da pubblicazioni scientifiche solide che ho già postato la Glicoproteina Spike sia naturale che artificiale si elimina facilmente e in breve periodo basta assumere regolarmente x almeno 45/50 giorni BROMELINA 600 mg e ACETILCISTEINA 600 mg.
    Il paziente l’ha fatto e la Spike non c’è più né di naturale né di indotta. Tutto ovviamente documentato, come vedete. Ovviamente poi si passa alla fase di rigenerazione prima mitocondriale poi neurologica sulle piccole e grandi fibre… Brain Fog ed altri danni che la Spike ha fatto.
    Questo vi fa capire che, da chiunque voi andiate, dovete pretendere della letteratura scientifica indipendente di supporto su ciò che vi viene proposto. Questo è quello che farebbe un medico onesto. Diversamente “mi scusi del disturbo, saluti e baci “ e ve ne andate.
    Le due P ci sono perché l’unica differenza fra la Spike virale e artificiale sono appunto due Proline.
    Per il resto i 1248 aminoacidi che la compongono sono i medesimi di entrambe.
    Sperando di aver fatto chiarezza e aiuto a chi si vuole disintossicare anche dopo una normale infezione presa casualmente

    Ps: per la Spike naturale più “friabile“ e meno “robusta“ servono circa 20/25 giorni.

    AGGIORNAMENTO APRILE 2024

    Ogni persona colpita da reazioni da Vax deve vedere questo: approfondimenti sul recupero dal Dr. Peter McCullough

    Il dottor McCullough raccomanda tre sostanze chiave per coloro che cercano il recupero dopo le iniezioni.

    1.) Nattochinasi.
    Perché? Degrada le proteine del picco, come suggerito da studi preclinici.
    • Prendi 2000 unità due volte al giorno.

    2.) Bromelina. Perché? Simile alla nattochinasi, scompone anche le proteine spike.
    • Prendi 500 milligrammi una volta al giorno

    Questo riassume il protocollo “Base Spike Detoxification” del Dr. McCullough.
    Unisciti al canale

    https://www.facebook.com/100024577911933/videos/344553595271154


    Dalla pagina del dr Joseph Mercola

    Che ti sia sottoposto al vaccino COVID o che abbia avuto l’infezione naturale, è probabile che nei tuoi tessuti e organi, incluso il cervello, rimanga una pericolosa proteina spike.
    La Top 10 delle sostanze essenziali per la disintossicazione dalle proteine spike e la guida completa
    Qui sotto puoi trovare la guida completa di WCH delle sostanze utili per disintossicarsi dalle proteine spike tossiche, comprese le dosi raccomandate, che puoi verificare con il tuo medico olistico.

    Questo è un buon punto di partenza mentre elabori una strategia di salute più completa:
    1️⃣  Vitamina D
    2️⃣  Vitamina C
    3️⃣  NAC
    4️⃣  Ivermectina
    5️⃣  Semi di nigella
    6️⃣  Quercetina
    7️⃣  Zinco
    8️⃣  Magnesio
    9️⃣  Curcumina
    🔟 Estratto di Cardo Mariano

    Dr Joseph Mercola

    BREVE RIASSUNTO

    • Se hai avuto il COVID-19 o ti sei vaccinato contro il COVID-19, potresti avere delle pericolose proteine spike che circolano nel tuo corpo
    • Il World Council for Health ha pubblicato una guida alla disintossicazione dalle proteine spike, che fornisce semplici passi da seguire per ridurre potenzialmente gli effetti delle proteine spike tossiche nel tuo corpo
    • Gli inibitori e neutralizzatori della proteina spike includono aghi di pino, ivermectina, neem, N-acetilcisteina (NAC) e glutatione
    • I 10 principali elementi essenziali per la disintossicazione dalle proteine spike includono vitamina D, vitamina C, semi di nigella, quercetina, zinco, curcumina, estratto di cardo mariano, NAC, ivermectina e magnesio

    Del Dott. Mercola

    È stato anche rivelato che la proteina spike da sola è sufficiente a causare infiammazione e danni al sistema vascolare, anche indipendentemente da un virus.

    Ora, il World Council for Health (WCH), coalizione mondiale di organizzazioni incentrate sulla salute e gruppi della società civile che cercano di ampliare le conoscenze di salute dei cittadini, ha pubblicato una guida alla disintossicazione dalle proteine spike, che fornisce dei passi semplici da seguire per ridurre potenzialmente gli effetti delle proteine spike tossiche. Puoi vedere la loro guida completa di rimedi naturali, inclusi i dosaggi, alla fine di questo articolo.

    Perché dovresti considerare una disintossicazione dalle proteine spike?

    Inoltre, uno studio di biodistribuzione giapponese per il vaccino della Pfizer ha trovato che le particelle del vaccino si spostano dal sito di iniezione al sangue, dopo di che le proteine spike circolanti sono libere di viaggiare in tutto il corpo, comprese le ovaie, il fegato, i tessuti neurologici e altri organi. Il WCH ha notato che:

    Per eliminarle dopo il vaccino o un’infezione, i medici e i professionisti olistici suggeriscono alcune semplici azioni. Si pensa che pulire il corpo dalle proteine spike … il più presto possibile dopo un’infezione o un vaccino possa proteggere dai danni delle proteine spike rimanenti o circolanti”.

    Inibitori e neutralizzatori delle proteine spike

    I seguenti sono inibitori della proteina spike, il che significa che inibiscono il legame della proteina spike alle cellule umane:

    Prunella vulgaris, Aghi di pino, Neem, Ivermectina, Estratto di foglia di dente di leone.

    Questi includono:

    N-acetilcisteina (NAC), Glutatione, Tisana all’anice stellato, Tisana al finocchio, Tisana agli aghi di pino, Iperico, Foglia di consolida, Vitamina C.

    Questi composti vegetali qui sopra contengono acido shikimico, che può contrastare la formazione di coaguli di sangue e ridurre alcuni degli effetti tossici della proteina spike. Anche la nattochinasi, una forma di soia fermentata, può aiutare a ridurre la formazione di coaguli di sangue.

    Come proteggere i tuoi recettori ACE2 e disintossicare l’IL-6

    La proteina spike si attacca ai recettori ACE2 delle tue cellule, compromettendo il normale funzionamento dei recettori. Questo blocco può alterare il funzionamento dei tessuti e potrebbe essere responsabile dell’innesco di malattie autoimmuni o causare sanguinamenti o coaguli anormali, compresa la trombocitopenia indotta dai vaccini.

    Boswellia serrata (franchincenso), Estratto di foglia di ranuncolo, Cumino nero (Nigella sativa), Curcumina, Olio di krill o altri acidi grassi, Cannella, Fisetina, Apigenina, Quercetina, Resveratrolo, Luteolina, Vitamina D3 (inclusa vitamina K), Zinco, Magnesio, Tè al gelsomino, Spezie, Foglie di alloro, Pepe nero, Noce moscata, Salvia.

    Come disintossicarsi dalla furina e serina proteasi

    Per entrare nelle cellule, la SARS-CoV-2 deve prima legarsi a un recettore ACE2 o CD147 sulla cellula. Poi la sottounità S2 deve essere scissa proteoliticamente (tagliata). Senza questa scissione proteica, il virus semplicemente si attaccherebbe al recettore e non andrebbe oltre.

    “Il sito furin è il motivo per cui il virus è così trasmissibile e perché invade il cuore, il cervello e i vasi sanguigni”, ha spiegato il dottor Steven Quay, medico e scienziato, in un’udienza del GOP House Oversight and Reform Subcommittee on Select Coronavirus Crisis.

    L’esistenza di un nuovo sito di scissione della furina sulla SARS-CoV-2, mentre altri coronavirus non contengono un solo esempio di sito di scissione della furina, è una ragione significativa per cui molti credono che la SARS-CoV-2 sia stata creata attraverso una ricerca GOF (gain-of-function) in laboratorio. Gli inibitori naturali della furina, che impediscono la scissione della proteina spike, possono aiutarti a disintossicarti dalla furina e includono:

    Rutina, Limonene, Baicaleina, Esperidina

    Tè verde, Patate, Cianoficee, Fagioli di soia, N-Acetilcisteina (NAC), Boswellia.

    Alimentazione limitata nel tempo e dieta sana per tutti

    Oltre alle sostanze mirate menzionate sopra, il WCH ha fatto bene a notare che una dieta sana è il primo passo per un sistema immunitario sano. Ridurre il consumo di cibi lavorati e altri alimenti proinfiammatori, compresi gli oli vegetali (di semi), è essenziale per una risposta immunitaria ottimale.

    “Questo metodo … è usato per indurre l’autofagia, che è essenzialmente un processo di riciclaggio che avviene nelle cellule umane, dove le cellule degradano e riciclano i componenti. L’autofagia è usata dal corpo per eliminare le proteine cellulari danneggiate e può distruggere virus e batteri dannosi dopo l’infezione”.

    uso regolare della sauna. Quando il corpo è soggetto a una quantità ragionevole di stress da calore, si abitua gradualmente al caldo, stimolando una serie di cambiamenti e adattamenti benefici.

    La Top 10 delle sostanze essenziali per la disintossicazione dalle proteine spike e la guida completa

    Vitamina D, Vitamina C, NAC, Ivermectina, Semi di nigella, Quercetina, Zinco, Magnesio, Curcumina, Estratto di cardo mariano.

    Tratto dalla pagina del dr Mercola

    • Ivermectina Batteri del suolo (avermectina) Su prescrizione 0,4 mg/kg a settimana, per 4 settimane, poi mensilmente
      *Leggere bene le istruzioni sulla scatola per capire le controindicazioni prima dell’uso
    • Idrossiclorochina Su prescrizione 200 mg a settimana, per 4 settimane
      *Leggere bene le istruzioni sulla scatola per capire le controindicazioni prima dell’uso
    • Vitamina C Agrumi(ad es. arance) e vegetali (broccoli, cavolfiori, cavoletti di bruxelles) Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 6-12 g al giorno (divisi equamente tra ascorbato di sodio (diversi grammi), vitamina C liposomiale (3-6 g) e ascorbil palmitato (1-3 g)
    • Prunella Vulgaris(comunemente conosciuta come self-heal) Pianta self-heal Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online, 200 ml al giorno
    • Neem Albero di neem Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Come da istruzioni del medico o della preparazione
    • Estratto di foglia di ranuncolo Pianta del dente di leoneIntegratore (tè al dente di leone, caffè al dente di leone, tintura di foglie): negozi di alimenti naturali, farmacie, negozi di integratori alimentari, online Tintura, come da istruzioni del tuo medico o della preprazione
    • N-Acetilcisteina (NAC) Alimenti con molte proteine (fagioli, lenticchie, spinaci, banane, salmone, tonno) Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 1200 mg al giorno (in dosi separate)
    • Tisana al finocchio Pianta di finocchio Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Nessun limite in accesso. Iniziare con 1 tazza e monitorare la reazione del corpo
    • Albero sempreverde cinese (Illicium verum) Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online, Nessun limite. Iniziare con 1 tazza e monitorare la reazione del corpo
    • Cumino nero (Nigella sativa) Famiglia delle piante di ranuncolo Supermercati, negozi di alimenti salutari
    • Curcumina Curcuma Supermercati, negozi di alimenti salutari
    • Olio di pesce Pesce grasso o oleoso Supermercati, negozi di alimenti salutari Fino a 2000 mg al giorno
    • Cannella, Albero di cinnamomo nei negozi e Supermercati
    • Fisetina, (flavonoide) Frutta: fragole, mele, mango Verdure: cipolle, noci, vino Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 100 mg al giorno Consumato con grassi
    • Apigenina, Frutta, verdura ed erbe aromatiche prezzemolo, camomilla, spinaci, sedano, carciofi, origano Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 50 mg al giorno
    • Quercetina, (Flavonoide) la trovi negli Agrumi, cipolle, prezzemolo, vino rosso Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 500 mg al giorno, Consumato con zinco
    • Resveratrolo,la trovi in Noccioline, uva, vino, mirtilli, cacao Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 1500 mg al giorno per massimo 3 mesi
    • Luteolina, la trovi in Verdure: sedano, prezzemolo, foglie di cipolla
    • Frutta:buccia di mela, fiori di crisantemo Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 100-300 mg al giorno (raccomandazioni del produttore)
    • Vitamina K Verdure a foglia verde Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori di vit K2, online, 90-120 mcg al giorno (90 per le donne, 120 per gli uomini)
    • Zinco nella Carne rossa, pollame, ostriche, grani integrali, prodotti lattierocaseari o negli Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 11-40 mg al giorno
    • Magnesio Verdure, grani integrali, frutta secca Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 350 mg al giorno
    • Tè al gelsomino Foglie di gelsomino comune o piante di Sampaguita Supermercati, negozi di alimenti salutari Fino a 8 tazze al giorno
    • Foglie di alloro Piante di foglie di alloro, Supermercati
    • Pepe neroPianta di piper nigrum, Supermercati
    • Noce moscata Seme di Myristica fragrans, Supermercati
    • Salvia Pianta di salvia Supermercati
    • Rutina Grano saraceno, asparagi, albicocche, ciliegie, tè nero, tè verde, tè ai fiori di sambuco Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 500-4000 mg al giorno (consultare il proprio medico prima di prendere dosi maggiori)
    • Limonene Scorza di agrumi come limoni, arance e lime Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 2000 mg al giorno
    • Baicaleina Famiglia delle scutellarie Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 100-2800 mg
    • Esperidina Agrumi Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 150 mg due volte al giorno
    • Tè verde Foglie di pianta di camellia sinensis Supermercati Fino a 8 tazze di tè al giorno o come indicato negli integratori
    • Patate Patate Supermercati
    • Cianoficee Cianobatteri Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online, 1-10 grammi al giorno
    • *Leggere le controindicazioni
    • Estratto di cardo mariano Silimarina Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online, 200 mg x 3 volte al giorno
    • Fagioli di soia (biologici) Fagioli di soia Supermercati, negozi di alimenti salutari
    • Bromelina

    Fonti

    APPENDICE BIBLIOGRAFICA E GIORNALI

    Il bioimmunologo Mauro Mantovani svela alla Bussola la sua scoperta che sarà pubblicata in ottobre:

    «Secondo i produttori doveva rimanere in corpo massimo 9 giorni, ora la scienza deve spiegare perché la spike da vaccino resta così tanto tempo».

    La spike del covid è diversa da quella del vaccino?

    «Sì. Questa diversità è determinata fondamentalmente dalla presenza di un aminoacido ripetuto due volte in successione (doppia Prolina o P-P) e che determina quella che in gergo si chiama una Sequenza cerniera, rappresentata da un dodecapeptide (12 aminoacidi, tra cui la doppia Prolina).»




    Magnesio e Long Covid

    In questo articolo hanno pubblicato uno studio sul Magnesio (correlato alla vit D) e il Long Covid.

    Punti chiave




    Carenza di Vitamina D e rischio di mortalità prematura

    Vitamina D: ora è ufficiale la sua carenza aumenta del 25% il rischio di morte prematura

    Un recente studio ha sottolineato che vi sono concrete prove sul fatto che una carenza di vitamina D possa essere connessa con un aumento del rischio di mortalità, poiché questo micronutriente è fondamentale per la salute generale del nostro organismo

    La vitamina D svolge un ruolo importante per la nostra salute generale. Uno studio ha dimostrato che è efficace nella costruzione di ossa forti e nella protezione del sistema immunitario.

    Sebbene la possiamo assorbire facilmente attraverso l’esposizione al sole e mangiando i cibi giusti, è possibile esserne carente.

    I ricercatori stimano che circa 1 miliardo di persone in tutto il mondo abbiano bassi livelli di vitamina D.

    Vitamin D Rich Foods. Top view. Healthty eating concept

    Carenza di Vitamina D e Mortalità

    aumento della mortalità per tutte le cause con la diminuzione delle concentrazioni sieriche di 25-idrossivitamina D <16 ng/mL (60).

    Al contrario, il rischio di mortalità per tutte le cause variava poco per le concentrazioni sieriche basali di 25-idrossivitamina D comprese tra 16 e 40 ng/mL (60).

    Una meta-analisi di 73 studi prospettici di coorte, che includeva più di 800.000 partecipanti, ha rilevato che il terzile più basso rispetto a quello più alto delle concentrazioni sieriche di 25-idrossivitamina D era associato a maggiori rischi di mortalità per tutte le cause (+35%), mortalità dovuta a malattie cardiovascolari (+35%) e la mortalità per cancro (+14%) (62).

    Infine, due meta-analisi di studi controllati randomizzati hanno suggerito una modesta riduzione della mortalità per tutte le cause nelle persone anziane integrate con vitamina D e calcio, ma non con la sola vitamina D (62, 65).

    Assunzione di vitamina D e mortalità per tutte le cause e per causa specifica negli uomini e nelle donne giapponesi: lo studio prospettico basato sul Japan Public Health Center

    GENNAIO 2023

    Astratto

    Gli hazard ratio aggiustati per più variabili (intervalli di confidenza al 95%) di mortalità per tutte le cause per il quintile più alto rispetto a quello più basso di assunzione di vitamina D erano 0,87 (0,79-0,95) nelle donne e 0,88 (0,79-0,97) nei residenti di aree a latitudine più elevata.

    È stato osservato anche un rischio inferiore per la mortalità per tutte le cause nei partecipanti con ipertensione e per la mortalità per malattie cardiache in quelli con una maggiore assunzione di calcio. Una maggiore assunzione di vitamina D era associata a un ridotto rischio di ictus ischemico e mortalità per polmonite.

    FONTE

    https://link.springer.com/article/10.1007/s10654-023-00968-8


    7 DICEMBRE 2022

    Carenza di Vitamina D e rischio di mortalità, nuove evidenze

    Tali difficoltà sono state superate da una recente ricerca condotta presso l’Università dell’Australia del Sud, che ha sfruttato i dati provenienti da una bio-banca del Regno Unito, ed ha consentito di dimostrare una correlazione tra i valori di 25OHD e la mortalità (2). Da un lato, sono stati misurati i valori geneticamente attesi di 25OHD come approssimazione di esposizione attraverso uno score già applicato in altri studi (3). Tali dati sono stati poi analizzati tramite una randomizzazione mendeliana lineare e non lineare, che ha consentito di limitare fattori di confondimento e rapporti di causalità inversa. Dall’altro lato, gli stessi autori hanno condotto un’analisi fenotipica tramite regressione logistica avente lo stesso obiettivo, utilizzando modelli aggiustati per età, sesso, educazione, status socio economico (valutato con indice di Townsend), indice di massa corporea, abitudine ad alcol, fumo ed attività fisica, ed ogni fattore confondente che poteva interferire sul dosaggio della 25OHD (3).

    La coorte presa in analisi per questo studio prospettico è formata da 502·316 partecipanti, di età compresa tra i 37 ed i 73 anni. I soggetti sono stati osservati per il periodo Marzo 2006-Luglio 2010. Di questi, l’11.71% presentava livelli di 25OHD tra 10 e 24.5 nmol/L (4-10 ng/mL). Durante il follow up il 6.08% della popolazione è morta.

    Attraverso l’analisi fenotipica è risultata una relazione inversa non lineare tra i valori misurati di 25OHD e la mortalità per tutte le cause e per varie cause specifiche, quali tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie. L’odds ratio (OR) più alto si è registrato per valori di 25OHD più bassi di 25 nmol/L (10 ng/mL). L’OR aggiustato di mortalità per tutte le cause è del 36% più alto nei pazienti con valori 25OHD di 25 nmol/L (10 ng/mL) rispetto a quelli con 50 nmol/L (20 ng/mL).

    Attraverso la randomizzazione mendeliana, i valori di 25OHD geneticamente attesi sono risultati correlati attraverso una curva ad “L” con la mortalità per tutte le cause, per malattie cardiovascolari e neoplastiche, ma non respiratorie. L’OR geneticamente atteso di mortalità per tutte le cause aumenta di 6 volte per i pazienti con valori di 25OHD inferiori a 10 nmol/L (4 ng/mL) e del 25% per i pazienti con valori di 25 nmol/L (10 ng/mL), rispetto a pazienti con 25OHD misurata di 50 nmol/L (20 ng/mL). L’OR geneticamente atteso di mortalità per malattie cardiovascolari, neoplastiche e respiratorie nei pazienti con 25OHD a 10 nmol/L (4 ng/mL) rispetto a pazienti con 25OHD misurata di 50 nmol/L (20 ng/mL), è rispettivamente di 5.98, 3.37 e 12.44.

    La spiegazione più plausibile dietro questi risultati sta nell’ampia diffusione nel genoma dei siti di legame del recettore per la vitamina D. È stato dimostrato infatti che quest’ultima agisca nella regolazione del sistema renina-aldosterone, nella differenziazione macrofagica e quindi nella ritenzione del colesterolo nelle placche ateromasiche, nella produzione di peptidi antimicrobici e nella proliferazione, differenziazione ed apoptosi cellulare.

    In conclusione, questo studio ha consentito di dimostrare una relazione causale tra grave deficit di 25OHD ed aumento della mortalità per tutte le cause, per malattie cardiovascolari, neoplastiche e respiratorie.

    Commento all’articolo di Sutherland JP et al. Vitamin D Deficiency Increases Mortality Risk in the UK Biobank: A Nonlinear Mendelian Randomization Study. Ann Intern Med. 2022 Oct 25. doi: 10.7326/M21-3324. Epub ahead of print. PMID: 36279545.

    Conclusione: il nostro studio supporta una relazione causale tra carenza di vitamina D e mortalità. Ulteriori ricerche devono identificare strategie che soddisfino le linee guida della National Academy of Medicine superiori a 50 nmol/L e che riducano il rischio prematuro di morte associato a bassi livelli di vitamina D.

    Bibliografia

    1. Association between vitamin D supplementation and mortality: systematic review and meta-analysis. BMJ. 2020 Sep 22;370:m2329. doi: 10.1136/bmj.m2329. Erratum for: BMJ. 2019 Aug 12;366:l4673.
    2. Sutherland JP, Zhou A, Hyppönen E. Vitamin D Deficiency Increases Mortality Risk in the UK Biobank : A Nonlinear Mendelian Randomization Study. Ann Intern Med. 2022 Oct 25. doi: 10.7326/M21-3324. Epub ahead of print. PMID: 36279545.
    3. https://bmcmedicine.biomedcentral.com/articles/10.1186/1741-7015-11-187
    4. https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0261561418300906
    5. https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/fullarticle/770360
    6. https://www.webofscience.com/wos/woscc/full-record/WOS:000258261100004
    7. La vitamina D è associata a un basso tasso di mortalità da coronavirus

      Dott. Dimitris Tsoukalas
      Medico Chirurgo 

      La vitamina D regola la funzione dei globuli bianchi, impedendo loro di rilasciare 

      Le citochine regolano la risposta immunitaria

      Livelli di vitamina D* e decessi da COVID-19 per 1 milione di abitanti. Livelli più elevati di vitamina D3 sono associati a un tasso di mortalità inferiore(1). Nota: 80 nmol/l corrispondono a 32 ng/mL. (1ng/l = 2,5nmol/l.)

      Vitamina D e infezioni respiratorie

       
      Livelli ideali di vitamina D3

      Un recente studio pubblicato su Nutrients, raccomanda la somministrazione di 10.000 UI/die di vitamina D3 per diverse settimane a coloro che presentano un rischio maggiore di ammalarsi di COVID-19, al fine di aumentare rapidamente i livelli ematici di vitamina D.

      La vitamina D attiva i geni

      Sulla base della nostra esperienza riguardo la somministrazione di dosi terapeutiche di vitamina D3 nelle malattie croniche e autoimmuni (da 13 anni in migliaia di casi), abbiamo osservato che questa particolare vitamina può aiutare in modo significativo, sia nel corso di infezioni acute sia nelle malattie croniche.(6-8)

      Tutte le informazioni relative al funzionamento del corpo umano sono memorizzate nel DNA.

      Nel DNA, le informazioni sono distribuite in vari geni. Ogni gene contiene informazioni su una funzione specifica, come la produzione di un anticorpo specifico o di una sostanza antinfiammatoria.

      La vitamina D è essenziale per rendere accessibili queste informazioni, che sono memorizzate nel DNA. Sono stati identificati migliaia di geni la cui attivazione dipende dalla vitamina D.

      La vitamina D3 si lega al recettore corrispondente e attiva un gene.

      La vitamina D si lega a un recettore sulla superficie dei geni, attivandoli. Tuttavia successivamente, per completare il processo di traduzione delle informazioni contenute nel gene, è necessaria la presenza di:

      • magnesio
      • zinco
      • vitamina K2
      • boro
      • vitamine del gruppo B
      • e aminoacidi.

      Ogni ingrediente è necessario per completare il processo(10-13). 
       
      Come abbiamo visto, la vitamina D è coinvolta in numerosi processi biologici nel corpo umano. Quindi è necessario assumere la vitamina D per un lungo periodo (alcune settimane), fino a quando i benefici della sua somministrazione diventino evidenti.

      La Vitamina D è in grado di cambiare il corso della Pandemia?

      La vitamina D è ancora una volta un fattore chiave nella prevenzione e nel trattamento di una malattia grave.

      Mantenere livelli ideali di vitamina D, insieme alla somministrazione concomitante dei cofattori necessari (vitamine e altri nutrienti) al suo funzionamento, può svolgere un ruolo chiave sia nella pandemia in atto, sia nel normale funzionamento del sistema immunitario.

      Sulla base dei nuovi dati, questa potente vitamina dà nuove speranze e dimostra che può cambiare il percorso della pandemia, e aiutarci a tornare il prima possibile alla normalità.

      Bibliografia

      1. The role of vitamin D in the prevention of coronavirus disease 2019 infection and mortality. Petre Cristian Ilie, Simina Stefanescu & Lee Smith Aging Clinical and Experimental Research. 6 May 2020. https://link.springer.com/article/10.1007/s40520-020-01570-8
      2. Preventing a covid-19 pandemic. Potential direct therapeutic role for Vitamin D. BMJ 2020; 368 doi: https://doi.org/10.1136/bmj.m810. 09 April 2020. Morry Silberstein. https://www.bmj.com/content/368/bmj.m810/rr-51
      3. Evidence that Vitamin D Supplementation Could Reduce Risk of Influenza and COVID-19 Infections and Deaths by William B. Grant et. al.  https://www.mdpi.com/2072-6643/12/4/988/htm
      4. Vitamin D: A simpler alternative to tocilizumab for trial in COVID-19? M. Silberstein. Med Hypotheses. 2020 Apr 23. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7177149/
      5. The Possible Role of Vitamin D in Suppressing Cytokine Storm and Associated Mortality in COVID-19 Patients Ali Daneshkhah et. al. https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.04.08.20058578v3
      6. EurekAlert. AAAS. NEWS RELEASE 7-MAY-2020 Vitamin D linked to low virus death rate.- Study https://www.eurekalert.org/pub_releases/2020-05/aru-vdl050720.php
      7. The importance of vitamin D status on lung function in asthmatic children.
        Maria M Papamichael, Katrina Lambert, Dimitris Tsoukalas, Michael Koutsilieris, Charis Katsardis, Bircan Erbas and Catherine Itsiopoulos.
        J Clin Nutr Diet, DOI: 10.4172/2472-1921-C1-005 presented at 3rd World Congress on Nutrition, Dietetics and Nutraceuticals in Prague, 2019 (p.38)
      8. World aging population, chronic diseases and impact of modifiable-metabolic risk factors.
        Dr. Dimitris Tsoukalas, MD (Greece). European Institute of Nutritional Medicine, E.I.Nu.M. 20th International Congress of Rural Medicine 2018. Tokyo – Japan. 
      9. A ChIP-seq defined genome-wide map of vitamin D receptor binding: Associations with disease and evolution. Sreeram V. Ramagopalan et.al. CSH, Genome Research. 2010. https://genome.cshlp.org/content/early/2010/08/20/gr.107920.110.full.pdf+html
      10. B Vitamins and the Brain: Mechanisms, Dose and Efficacy—A Review David O. Kennedy. Nutrients. 2016 Feb.  https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4772032/
      11. Association of Folate and Vitamins Involved in the 1-Carbon Cycle with Polymorphisms in the Methylenetetrahydrofolate Reductase Gene (MTHFR) and Global DNA Methylation in Patients with Colorectal Cancer Ariana Ferrari et.al. Nutrients. 2019 Jun;  https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6627304/
      12. A role of zinc in the regulation of gene expression Robert J. Cousins Food Science and Human Nutrition Department, University of Florida. 1998 https://www.cambridge.org/core/services/aop-cambridge-core/content/view/S0029665198000469
      13. The Synergistic Interplay between Vitamins D and K for Bone and Cardiovascular Health: A Narrative Review. Adriana J. van Ballegooijen,corresponding author 1 Stefan Pilz, Andreas Tomaschitz, Martin R. Grübler, and Nicolas Verheyen. Int J Endocrinol. 2017 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5613455/ 

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    La vitamina C riduce di due terzi le morti per COVID

    Crediti Immagine a NutriFusion Centers

    dice anche l’Aifa che non c’è certezza in nessuna di queste ipotesi.


    La vitamina C riduce di due terzi le morti per COVID
    – Fonte – Ortomolecular Medicine

    di Patrick Holford

    (OMNS 13 ottobre 2020)

    Il primo studio randomizzato controllato con placebo al mondo progettato per testare la vitamina C per via endovenosa ad alte dosi per il trattamento del COVID-19 ha ridotto di due terzi la mortalità nei pazienti più critici. [1]
    . Questo è il “gold standard” del design della ricerca.

    Complessivamente, 5 persone su 26 (19%) sono morte nel gruppo vitamina C mentre 10 su 28 (36%) che hanno ricevuto il placebo sono morte. Ciò significa che la vitamina C ha quasi dimezzato il numero di morti.

    Quelli che assumevano vitamina C avevano il 60% di probabilità in più di sopravvivere.

    Ma ora c’è un altro trattamento comprovato: la vitamina C.

    Il professor Peng ha ottenuto un terzo di quanti il ​​processo era stato progettato per includere. Ma, anche se la statistica complessiva risultante che mostrava quasi la metà dei decessi non era significativa, i risultati del punteggio di ossigenazione SOFA e di altri marcatori erano significativi.
    Questi risultati sono particolarmente importanti quando i casi clinici nelle unità di terapia intensiva americana che utilizzano 12.000 mg di vitamina C mostrano quasi nessun decesso in chiunque non abbia già una malattia allo stadio terminale preesistente e anche oltre 85, [3] e una terapia intensiva britannica che utilizza 2.000 mg di vitamina C hanno riportato la mortalità più bassa di tutte le unità di terapia intensiva nel Regno Unito, riducendo i decessi di un quarto. [4]

    • I risultati migliori vengono riportati nelle unità di terapia intensiva utilizzando vitamina C, steroidi e farmaci anticoagulanti combinati, che è stato il protocollo di trattamento standard in Cina da aprile.
    • Il tasso di mortalità della Cina da COVID è di 3 persone per milione rispetto ai 624 per milione del Regno Unito, secondo i dati di Worldometer. [5]
    • Inoltre, arrivano rapporti dalle unità di terapia intensiva che stanno testando i livelli di vitamina C nel sangue, che la maggior parte dei loro pazienti critici sono carenti di vitamina C, molti con livelli non rilevabili di vitamina C che diagnosticherebbero lo scorbuto.
    • Un altro, negli Stati Uniti, ha riscontrato che quasi tutti i loro pazienti erano carenti di vitamina C, ma quelli che non sono sopravvissuti avevano livelli molto più bassi di quelli che ne avevano. [3]

    Accadrà la stessa cosa con COVID-19?

    Questa non è una fake news.

    La vitamina C è sia un antinfiammatorio che antiossidante, assorbendo i fumi “ossidanti” della tempesta di citochine. Senza vitamina C l’ormone steroideo cortisolo non può funzionare così bene.

    Ma ancora meglio è impedire a una persona di entrare in questa fase critica di COVID-19.


    Puoi ridurre ulteriormente il rischio assumendo

    • vitamina D (5000 UI / giorno o più: 20.000 UI / giorno per diversi giorni se hai già i sintomi),
    • magnesio (400 mg / giorno sotto forma di malato, citrato o cloruro),
    • zinco (20 mg / d) [7-11]

    Prevenire è meglio che curare.

    Pauling ha usato la vitamina C nel raffreddore e COVID
    È grazie a lui che conosciamo i benefici di alte dosi di vitamina C.

    Sono passati 50 anni da quando Pauling ha dimostrato il potere antivirale della vitamina C. Non è ora che lo prendiamo sul serio?

    (Patrick Holford è autore di oltre 30 libri tra cui Flu Fighters ( https://www.patrickholford.com/flu-fighters ) e The Optimum Nutrition Bible . È un membro della Orthomolecular Medicine Hall of Fame.)

    Riferimenti

    1. Zhang J, Rao X, Li Y, Zhu Y, Liu F, Guo F, Luo G, Meng Z, De Backer D, Xiang H, Peng ZY. (2020) Infusione di vitamina C ad alte dosi per il trattamento di COVID-19 in condizioni critiche. Pneumologia, prestampa. https://doi.org/10.21203/rs.3.rs-52778/v2
    2. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32678530
    3. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32964205
      https://orthomolecular.acemlna.com/lt.php?notrack=1…
    4. Vizcaychipi MP, Shovlin CL, McCarthy A, et al., (2020) Sviluppo e implementazione di un sistema semaforico COVID-19 quasi in tempo reale in un ambiente ospedaliero acuto. Emerg Med J. 37: 630-636. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32948623
    5. Worldometer (2020) https://www.worldometers.info/coronavirus/#countries
    6. Chiscano-Camón L, Ruiz-Rodriguez JC, Ruiz-Sanmartin A, Roca O, Ferrer R. (2020) Livelli di vitamina C in pazienti con sindrome da distress respiratorio acuto associato a SARS-CoV-2. Critical Care, 24: 522. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32847620
    7. Rasmussen MPF ​​(2020) Vitamin C Evidence for Treating Complications of COVID-19 e altre infezioni virali. Servizio di notizie sulla medicina ortomolecolare, http://orthomolecular.org/resources/omns/v16n25.shtml
    8. Downing D (2020) Come possiamo risolvere questa pandemia in un mese (edizione rivista). Servizio di notizie sulla medicina ortomolecolare, http://orthomolecular.org/resources/omns/v16n49.shtml
    9. Holford P. (2020) Vitamin C for the Prevention and Treatment of Coronavirus. Servizio di notizie sulla medicina ortomolecolare, http://orthomolecular.org/resources/omns/v16n36.shtml
    10. Gonzalez MJ (2020) Personalizza la tua prevenzione COVID-19: un protocollo ortomolecolare. Servizio di notizie sulla medicina ortomolecolare, http://orthomolecular.org/resources/omns/v16n31.shtml
    11. Pauling L. (1974) Le indennità giornaliere raccomandate per la vitamina C sono adeguate? Proc Natl Acad Sci USA. 71: 4442-4446. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/4612519
    12. Pauling L. (1972) Vitamin C. Science. 177: 1152. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17847190
    13. Pauling L. (1971) Vitamina C e raffreddore comune. JAMA. 216: 332. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/5107925
    14. Pauling L. (1970) Evolution and the need for ascorbic acid. Proc Natl Acad Sci USA. 67: 1643-1648. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/5275366
    15. La Medicina Nutrizionale è la Medicina Ortomolecolare

      La medicina ortomolecolare utilizza una terapia nutrizionale sicura ed efficace per combattere le malattie.

      Per ulteriori informazioni: http://www.orthomolecular.org


      Studi recenti sulle cure per SarsCov2 contro il Covid 19

       





    La carenza di Glutatione può essere associata alla gravità di COVID

    BREVE RIASSUNTO

    • Una carenza di glutatione può stare alla base di radice di una grave infermità, poiché porta a uno stress ossidativo significativo, infiammazione polmonare e insufficienza multiorgano con il COVID
    • Uno scienziato ha collegato la carenza di glutatione a molte delle condizioni di comorbilità che aumentano la gravità del COVID-19, tra cui età, diabete, sesso e fumo
    • Il ricercatore ha anche trovato dati che indicano che la carenza di glutatione può influire sulla capacità di sintetizzare la vitamina D, un altro fattore di rischio per malattie gravi
    • Dal sito del Dott. Mercola

      Un antiossidante è una molecola che impedisce ad altre molecole di ossidarsi. Il glutatione è un potente antiossidante che può svolgere un ruolo significativo nel processo che contrasta il COVID-19. Ci sono 20 amminoacidi che possono legarsi insieme in diverse formazioni per creare una molecola proteica.

      Tuttavia, il glutatione è un tripeptide, il che significa che ci sono solo tre aminoacidi che si allineano per formare una molecola di glutatione. Questi sono cistina, glicina e glutammato. Insieme aiutano a utilizzare e riciclare altri antiossidanti, come vitamina C e CoQ10.

      Gli scienziati propongono che la carenza sia collegata a COVID-19 grave

      Inoltre, il dottor Alexey Polonikov, della Kursk State Medical University, teorizza che il glutatione può essere usato come prevenzione e trattamento della malattia. Polonikov studia la genetica molecolare umana e lo stress ossidativo.

      Il virus attira anche un tipo di neutrofili (leucociti polimorfonucleati) che può anche aumentare la produzione di superossido. Il superossido produce quindi altri radicali idrossilici, incluso il perossido di idrogeno (H2O2).

      Fattori di rischio di comorbilità legati alla carenza di glutatione

      In una valutazione di pazienti affetti da COVID-19 provenienti da sei ospedali di Atlanta, i ricercatori hanno scoperto fattori indipendenti che hanno aumentato il rischio di ricovero ospedaliero. Questi includevano il fumo, il diabete di tipo 2, essere di genere maschile, afroamericano, in età avanzata e obeso. Polonikov ha trovato prove che evidenziano che la carenza di glutatione può essere implicata a queste comorbidità.

      Tutti e quattro erano donne non fumatrici, non affette malattie cronica con test PCR positivo confermato. Nei casi di individui che si sono ripresi rapidamente, il rapporto ROS/glutatione era da 2,075 a 0,712 o inferiore.

      Nei pazienti con malattia più significativa, il rapporto era di 3,677-0,531 in un paziente e di 2,73-0,079 nel secondo. Nel primo paziente con malattia significativa il rapporto era più del doppio di quello dei pazienti che si sono ripresi rapidamente. Nel secondo paziente il rapporto era più di 11 volte maggiore.

      Relazione tra glutatione e vitamina D

      In termini di vitamina D, Polonikov propone che la relazione tra vitamina D e malattia grave possa avere più a che fare con una carenza di glutatione. Indica diversi studi che correlano i livelli di glutatione con la vitamina D e un altro in cui gli scienziati hanno scoperto che livelli più bassi di l-cisteina, un precursore del glutatione, erano correlati con livelli più bassi di vitamina D nelle persone con diabete di tipo 2.

      In un recente studio sugli animali, i ricercatori hanno anche esaminato se la carenza di glutatione potesse indurre cambiamenti che alterassero il metabolismo della vitamina D. Hanno scoperto che la carenza potrebbe alterare la biosintesi e hanno spiegato il meccanismo per la carenza di vitamina D che si verifica con una carenza di glutatione.

      carenza di vitamina D. Polonikov scrive che questo studio fornisce informazioni sull’importanza che il glutatione gioca nel controllo della biosintesi endogena della vitamina D e dimostra i benefici del trattamento nel ridurre la carenza di vitamina D.

      Credo che entrambi i nutrienti siano vitali per la protezione contro malattie gravi. Sebbene una carenza di glutatione possa influire sulla capacità di sintetizzare la vitamina D, questo è applicabile solo quando ci si espone abbastanza al sole o si assumono integratori per aumentare il proprio livello di vitamina D.

      Strategie per supportare livelli ottimali di glutatione

      Il dottor Roger Seheult crede che il danno causato da COVID-19 sia maggiore rispetto allo stress ossidativo. Sottolinea che i coaguli rimossi dai pazienti con COVID confermato sono ricchi di piastrine, indicando un altro meccanismo che coinvolge i legami disolfuro. Continua spiegando:

      Gli alimenti che hanno avuto un impatto positivo sulla produzione di glutatione includono verdure crucifere come broccoli, tè verde, curcumina, rosmarino e cardo mariano. Anche avere un sonno di qualità può aiutare.

      Le pandemie passano alla storia per numero di vittime, non di contagi

      A seguito della manifestazione dei ristoratori in piazza Montecitorio tenutasi ieri, nella quale era prevedibile che volassero parole forti e qualche schiaffone, ho voluto rielaborare qualche dato come facevamo l’anno scorso – in lungimirante previsione – su LINEA.

      A più di un anno dalla prima chiusura si può esaminare l’andamento medio, tra picchi e cadute, della progressione “pandemica”, virgolette d’obbligo, sempre con rispetto per i morti e i loro parenti e alla ricerca delle reali motivazioni dei decessi.

      Possiamo vedere dai valori dei dati forniti dalla Protezione Civile ieri sera che l’incidenza sulla popolazione italiana non è affatto di tipo “pandemico”.
      Gli attuali positivi ammontano allo 0,93% della medesima, i guariti al 5,03% su un totale casi che si attesta sul 6,14%, mentre i casi di decesso riguardano “soltanto” (sempre con rispetto) lo 0,19%.

      E ancora, gli attuali positivi sono il 15,07% del totale dei casi, i guariti l’81,9% e i deceduti tra i contagiati finora sono il 3,03%.

      Stando alla citata progressione, al dato acquisito e all’andamento verificato, è ipotesi stimabile che tra gli attuali positivi ne moriranno (purtroppo e senza una cura acclarata e definitiva) circa ancora 17mila, ne guariranno oltre 450mila e i positivi si attesteranno su circa 100 mila casi, qualora le misure dovessero rivelarsi adeguate, ovviamente, ripeto: è un’ipotesi.

      Ma lascio la parola al grafico esplicativo e alle vostre conclusioni, ma prima ribadisco: un virus può causare decessi, una “cura” non può e non deve causarne, né diretti, né indotti da crisi economica grave.
      E chi vuole far partire l’inquisizione verso chi ha più che legittimi dubbi deve (DEVE) essere inquisito per primo.

      La Spagnola uccise tra i 500mila accertati e un milione stimato di italiani (allora era difficile un censimento affidabile).
      Ma la popolazione italiana, cento anni fa, contava circa la metà dei cittadini di oggi.

      Per affiancare le due epidemie come mortalità sulla popolazione e come letalità sui contagi, pertanto, i decessi dovrebbero attestarsi tra uno o due milioni di persone su sessanta milioni.
      Ovviamente auspichiamo che non avvenga, ma se cento anni fa, per scarsità di mezzi tecnologici, la stima era per difetto, oggi ci si chiede perché il dato disponibile non possa essere più affidabile.
      Domande

      • Perché continuare ad evocarla?
      • Forse perché non è ancora finita?
        No, in effetti non lo è.
      • A qualcuno serve che non finisca?

      Carlo Pompei




    Il Covid si cura a casa (esperienza sul campo)

    Dr. Brancatello Sergio, medico di emergenza 118, dirigente sanitario per l’ASL Cn1 (Piemonte), direttore sanitario della Marina, libero docente corsi di BLS.

    QUESTA LA TESTIMONIANZA del dr Sergio Brancatello, Medico di Emergenza Urgenza 118 e di Pronto Soccorso della Regione Piemonte da un post pubblico del suo profilo facebook.

    IL COVID SI CURA  (2 Marzo 2021)

    Età media di questi pazienti 80 anni.

    Risultato? Nessun decesso!

    Nel 2021 un’intera famiglia di 5 persone, tutti terrorizzati ed in isolamento domiciliare perché solo il padre anziano era positivo al tampone, gli altri sempre negativi ma con sintomi (febbre, tosse secca insistente, diarrea, ageusia e/o anosmia, astenia).

    Curiosità: il 90% di questi pazienti usa fare ogni anno il vaccino antinfluenzale.
    Quando ho visto queste 5 persone durante un intervento 118, da 2 giorni erano seguiti (se così si può dire) dal medico di base tramite il solo contatto telefonico, quindi abbandonati a se stessi da quel medico che avrebbe dovuto visitarli e che invece, su indicazione del ministero della salute, aveva prescritto loro solo “paracetamolo”, cioè “Tachipirina”.
    E pensare che anche questi medici, come me, hanno prestato il giuramento di “Ippocrate”. Probabilmente lo hanno dimenticato. Io no nonostante siano trascorsi quasi 4 decenni dal giorno della mia laurea.

    Io, fregandomene delle linee guida dettate dal ministro Speranza, ho subito sospeso l’inutile e addirittura dannosa “tachipirina” ed ho iniziato una NUOVA TERAPIA:

    • OKI, 2 bustine al giorno a stomaco pieno.
    • Paracodina codeina per bloccare la tosse secca e stizzosa (20 gocce 3-4 volte al giorno).
    • Paquenil 1 cpr al dì per 5 giorni.
    • Vitamina D. 2000 U al giorno.
    • Zinco citrato 50 microgrammi al giorno.
    • Vitamina C (1000 mg al giorno).
      Solo a chi persisteva la febbre dopo 4/5 giorni con questo nuovo protocollo ho iniziato:
    • azitromicina 1 compressa al giorno per 6 giorni.

    Con questa terapia e sospendendo la dannosa tachipirina, dopo poche ore dalla prima dose di OKI ho ottenuto un netto miglioramento.

    Dal secondo giorno di terapia tutti i sintomi sono entrati in remissione.

    Al quarto-quinto giorno, tutti i sintomi (tranne l’ageusia e l’anosmia) sono scomparsi .
    A due di loro ho dato un gastroprotettore inibitore di pompa (pantoprazolo) per 4-5 giorni.
    Solo a tre di loro (quelli con SPO2 inferiore a 90%) ho dato eparina 5000 U. al dì, sotto cute.

    Molti medici di base hanno contribuito a creare la crisi sanitaria, prescrivendo tachipirina che inibisce la produzione di glutatione, potente antiossidante naturale che combatte la virosi e non visitando le persone.

    Consiglio un tribunale di Norimberga per il ministro della salute Speranza e per i medici di base che hanno prescritto tachipirina al telefono senza mai aver visitato il paziente, fidandosi delle indicazioni di OMS e ministero.

    Sono stati loro la concausa della crisi sanitaria.
    Nessuna visita al paziente.
    Nessun farmaco utile.

    Solo tachipirina che aumenta l’infezione togliendo ai pazienti due armi fondamentali: la Febbre e il glutatione.
    Ho consigliato inoltre loro di cambiare medico!
    I pazienti che invece ho portato in ospedale perché non sono riuscito a convincerli di rimanere a casa, oppure perché vivendo da soli o molto anziani non riuscivano a gestirsi da soli, sono in parte deceduti.

    Molti di questi poveri pazienti sono stati intubati e sottoposti a ventilazione forzata.
    A marzo e aprile 2020 a nessuno di queste persone è stata data l’idrossiclorochina, perché sconsigliata dal ministero della salute e dall’OMS. Probabilmente c’era l’intenzione di arrivare alla fase vaccinale.

    Il 13 Aprile 2020
    È quasi certa la causa della letalità del Covid-19.
    Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità.
    E perché si formano trombi?
    In USA dove ancora vietano gli antinfiammatori i dati sono ormai tragici. Sono farmaci che costano pochi euro ma che aiutano a salvare tante vite.
    Sono i farmaci che facciamo per andare in vacanza in Kenia e prevenire la malaria.
    Vediamo i protocolli di alcuni ospedali:
    Dr.Sergio Brancatelli

    Questo è il risultato del lavoro “COMPLETAMENTE GRATUITO” di medici, biologi, farmacologi, farmacisti che non si sono voluti arrendere, e che hanno con forza remato controcorrente ignorando i protocolli ministeriali e quelli dell’ordine dei medici. Io sono onorato di far parte di questo gruppo di sanitari che da mesi, oltre a fare il proprio lavoro di centinaia di ore di giorno o di notte, hanno rinunziato al sonno, ai pasti regolari, alla loro stessa vita per il prossimo. Io personalmente ho trattato oltre 460 pazienti che sono tutti guariti. Il mio cellulare squilla a qualsiasi ora del giorno e della notte ed ogni secondo arriva un messaggio scritto o vocale a cui rispondo immediatamente di giorno o di notte.
    Se da marzo 2020 avessero fatto così tutti i medici di famiglia, a parte i primi due mesi di sbando totale, non ci sarebbe stato alcun sovraffollamento in ospedale perché lo ribadisco: DI COVID SI PUÒ GUARIRE ANCHE A CASA INIZIANDO LA SUBITO, NELLE PRIME 48 ORE. Abbiamo a disposizione molti farmaci e alcuni integratori che migliorano le difese immunitarie. Moltissimi medici di base hanno invece seguito le direttive superiori e hanno consigliato ai loro assistiti paracetamolo (Tachipirina) oltre che attuare una vigile attesa. 🤬🤬🤬🤬🤬
    La Tachipirina è assolutamente controindicata nella malattia da COVID-19 perché fa scendere la febbre mascherando i sintomi ma allo stesso tempo non ha quell’effetto antinfiammatorio dei cosiddetti “FANS” (ibuprofene, acido acetilsalicilico, ketoprofene, nimesulide) perché il paracetamolo riduce il glutatione favorendo l’aumento dello stato infiammatorio e la tempesta citochinica.
    D’altro canto, ho visto anche medici di famiglia coraggiosi che hanno continuato a visitare i loro pazienti al loro domicilio, senza abbandonarli al loro destino.
    Se si fosse attuata da subito questa metodica su tutto il territorio nazionale, adesso saremmo liberi da questa piaga che ha privato della vita 115.000 italiani.
    Le nostre armi sono:
    Azitromicina, ibuprofene, Idrossiclorochina, eparina, Deltacortene, ivermectina, vitamina D e C, lattoferrina, quercitina, ossigeno le cui dosi vengono personalizzate in base alle patologie pregresse, ai farmaci che assume già il paziente e all’intera sua storia clinica.
    Se avete problemi legati al COVID contattatemi al 3452140853 o rivolgetevi a www.ippocrateOrg.org il nostro intervento è gratuito. Indubbiamente contattando ippocrateOrg sarete inserite in una lista d’attesa anche se veloce mentre se contattare direttamente me sarete contattati in pochi minuti. Mi scuso per il lungo scritto e vi esorto a condividere questo mio pensiero con i vostri contatti anche per sensibilizzare altri medici ad iscriversi gratuitamente a ippocrateorg. per combattere assieme.
    Grazie

    Questo è un articolo della “Stampa” di Torino (inserto di Cuneo) di oggi domenica 25/04/2021.
    L’articolo non rispecchia il 100% di ciò che ho detto nell’intervista, ed estrapolando solo alcune frasi non rende benissimo il concetto che volevo esprimere. Io ho semplicemente detto (oltre al fatto di essere un pro-Vax tanto che i miei 5 figli sono tutti vaccinati) che faccio un encomio pubblico a tutti i “medici ospedalieri” che, come me, hanno fatto e fanno miracoli in questi quattordici mesi per curare i pazienti COVID, loro in ospedale io sia tramite il sistema 118, sia (gratuitamente), nelle poche ore che mi restano a disposizione, a domicilio (a mie spese), sia per telefono whatsapp e Messenger.
    Inoltre ribadisco che NON biasimo per nulla i molti “medici di famiglia” che hanno ubbidito unicamente alle direttive del ministero della sanità Speranza che imponeva (ed impone ancora purtroppo) “vigile attesa” e “paracetamolo”.
    ma essendo io un “libero professionista” convenzionato da 20 anni con un’ASL per il “sistema 118 e pronto soccorso” e prima ancora direttore sanitario della Marina, medico di base e di continuità assistenziale, ho preferito agire in “scienza e coscienza” come ho imparato dai miei “grandi maestri”, e come faccio da 36 anni, cercando di curare gratuitamente i pazienti che mi chiedevano aiuto, abbandonati da tutti, e non somministrando nulla che potesse pregiudicare il loro stato di salute. Io non sono un virologo e non mi sono avvalso di farmaci sperimentali, bensì di medicamenti usati da svariati decenni e che fanno sicuramente parte del prontuario farmaceutico nazionale.
    Farmaci consigliati tra l’altro dai migliori virologi e clinici del mondo ma che in questi 14 mesi sono stati emarginati, derisi, censurati volutamente solo per aver avuto il coraggio di dire la verità. Non so più in che mondo viviamo!!!!
    Sandro Pertini, Cossiga si stanno sicuramente rivoltando nella tomba!
    Nel 2020 ho aderito all’organizzazione “IppocrateOrg” con slancio e passione riconoscendomi nel loro “modus operandi” e così tra i casi presi da IppocrateOrg e coloro che si sono rivolti a me in privato ho trattato quasi 700 pazienti in tutta Italia.
    Non ho avuto fortunatamente nessun decesso sebbene abbia trattato casi molto difficili (oncologici, diabetici, Parkinson con problematiche cardiocircolatorie o respiratorie pregresse) ma solo due pazienti attualmente ricoverati in terapia semintensiva perché in età molto avanzata (103 e 98 anni) e con 4-5 patologie gravi da combattere, e comunque presi in carico troppo tardi quando la tempesta citochinica era già in atto.

    Caro direttore,

    vorremmo condividere con i lettori la nostra testimonianza.

    La nostra famiglia è stata colpita dal Covid. Alcuni di noi erano asintomatici o con lievi sintomi mentre nostro papà settantenne con diverse patologie, purtroppo ha avuto sintomi molto più gravi (febbre alta, polmonite).

    Fortunatamente abbiamo conosciuto il dottor Sergio Brancatello che con pazienza e gentilezza lo ha egregiamente curato da casa e addirittura, nel picco della malattia, si è offerto di visitarlo gratuitamente per verificare che non ci fossero complicanze.

    Grazie alle sue cure, nostro padre è stato curato da casa senza dover essere ricoverato.

    Siamo stati davvero fortunati ad averlo incontrato, tanti dottori dovrebbero prendere esempio da lui e sicuramente si eviterebbero tanti ricoveri inutili. 

    Mille grazie dottor Sergio Brancatello, per averci supportato, aiutato e guarito.

    Una famiglia molto grata.

    StefaniaTerreno


    «Covid, noi medici con le mani legate, limitati nelle prescrizioni del farmaco salvavita»

    La dura posizione dell’Ordine di Udine: “Nessuna limitazione può essere accettata in campo diagnostico e terapeutico”. Conte: “Intollerabile introdurre sanzioni per chi prescrive troppi esami!”


     




    Analisi dei numeri
    Quante persone sono state effettivamente testate al Covid?

    Niente è come sembra, quindi, e nulla di quello che viene percepito come drammatico oggi, e da un anno a questa parte, è corrispondente alla realtà.
    Leggere ogni giorno i bollettini non fa che aumentare la paura e lo sconforto della popolazione la quale dipende, purtroppo, da questi dati falsati e mal interpretati ed è indotta a chiudere le proprie attività sulla base di numeri probabilmente inesatti ed incompleti.

    La percezione della realtà sarebbe migliore se si contassero le persone che realmente hanno effettuato uno più test per il Covid. Ma ancora ci manca questo dato.

    Pensiamo che se si sapesse veramente quanti italiani si siano sottoposti al test almeno una volta, il quadro della situazione sarebbe totalmente diverso, tanto da rendersi conto immediatamente quanto siano inutili tutte le restrizioni, mascherine e tamponi compresi.

    Ecco una analisi dei numeri trasmessi ogni giorno dai bollettini medico-sanitari della Protezione civile.


    Pas que indice

    Diamo per buoni i numeri, diamo per affidabil i dati sui contagi.
    Numeri relativamente bassi.
    Tuttavia resta in forte e legittimo dubbio se ogni tampone abbia un numero di tessera sanitaria univoco, oppure se ogni tessera sanitaria abbia riferimento a singolo o più tamponi.

    Se dieci persone hanno fatto dieci tamponi ognuno, sono cento tamponi, ma sono sempre dieci persone.
    Ovviamente tale fatto potrà essere dimostrato soltanto quando i tamponi effettuati raggiungeranno il numero della popolazione effettiva.

    Manca poco:

    • 50.949.110 tamponi effettuati

    dei quali:

    • 40.872.898 tamponi test molecolare
    • 10.076.212 tamponi test antigenico rapido

    dei quali:

    • 3.650.247 risultati positivi con esiti diversi:
    • 2.974.688 guariti
    • 564.855 ancora o nuovi positivi (sintomatici e non)
    • 110.704 deceduti

    Ovvero:

    • del quale 7% dei tamponi, quindi:
    • 81,49% è guarito
    • 15,47% è ancora o nuovo positivo
    • 3,03% è deceduto
      (NB percentuali sulla percentuale dei risultati dei tamponi)

    A quel punto la popolazione che non si è mai sottoposta ad alcun tampone si renderà conto del fatto che le bugie speranzose abbiano gambe corte.

    Mentre, invece, i dati della carneficina data dal blocco economico – il quale si ripercuote anche sulle possibilità di curarsi privatamente o per contribuire alla sanità pubblica – saranno disponibili nei prossimi anni, con calma e con quel velo di ineluttabilità che menzogna ripetuta conferirà loro.

    Perché quando passa il messaggio che curare un ricoverato in terapia intensiva sia più importante di tutelare un lavoratore, un imprenditore, un contribuente, quella società ha condannata a morte se stessa.
    Ma andiamo più a fondo e sviluppiamo questi dati

    In base a queste analisi posso aggiornare la mia tabella in positivo delle persone non ancora ammalate di Covid in Italia, ma è difficile sapere quante persone effettivamente abbiano fatto il tampone perché i dati di cui disponiamo rispecchiano il totale dei tamponi effettuati e non il numero delle persone che si sono effettivamente sottoposte al test.

    Chiaramente sono solo ipotesi e viaggiamo al buio, ma conosciamo situazioni in cui le persone hanno fatto anche più di 10 tamponi che quindi vanno ad incrementare il totale e per questo pensiamo che i tamponi effettuati potrebbero in realtà corrispondere ad un numero inferiore di persone.

    Se la Protezione Civile ed il Ministero della Salute tirassero fuori i veri numeri delle persone testate attraverso la Tessera Sanitaria, non dovremmo fare solo supposizioni, ma avremmo un quadro della situazione molto più coerente con la realtà, cosa che smonterebbe il castello di bugie su cui si è fondato un anno di restrizioni e chiusura delle attività economiche.

    Se 60 milioni 317mila (60.317.000) di persone sono residenti in Italia alla data del 1 Gennaio 2020 (vedi dati Istat)

    e 50.949.110 sono i tamponi effettuati, potrebbe sembrare che quasi tutta la popolazione abbia fatto un tampone in questo ultimo anno.

    • Ipotesi di 2 tamponi ciascuno

    Supponiamo che ogni persona che abbia fatto il tampone lo abbia fatto almeno una seconda volta per controllo, avremmo che:

    • 25.474.556 persone hanno fatto il tampone
    • 34.842.444 persone non hanno mai fatto il tampone

     

    • Ipotesi di 3 tamponi ciascuno

    Se supponiamo, invece, che i tamponi siano stati fatti almeno 3 volte alla stessa persona avremmo:

    • 16.983.036 persone hanno effettuato il tampone
    • 43.333.964 persone non hanno mai fatto il tampone

    Su 60.317.000 di italiani 59.752.145 stanno bene

    anche se non sono stati testati, perché se uno sta male se ne accorge, e in caso va a fare il test.