D-dimero Alto, cause, sintomi e consigli
IMPORTANTE:
INDICE ARTICOLO
Che Cos’è il D-dimero
Il D-dimero è un frammento proteico che si forma durante la dissoluzione dei coaguli di sangue, o più semplicemente è l’insieme dei prodotti di degradazione della fibrina. La sua presenza è conseguente all’attivazione della coagulazione con formazione di fibrina e successiva lisi del coagulo di fibrina in frammenti solubili liberati nel circolo sanguigno che nel loro insieme sono definiti D-Dimeri. 1, 2, 3.
Tramite una semplice analisi, è possibile misurare i livelli di D-dimero nel sangue, che normalmente sono molto bassi o non rilevabili.
Pertanto, un D-dimero alto nel sangue indica che il corpo sta formando e scomponendo in maniera anomala ed eccessiva dei coaguli di sangue.
Il test del D-dimero non può essere tuttavia usato a fini diagnostici, poiché non riesce a rilevare né le cause del fenomeno né la sede degli eventuali coaguli anomali. Un livello di D-dimero alto può dipendere dalla significativa formazione e rottura di coaguli di sangue nel corpo.
Quando fare l’esame del D-dimero
La misurazione dei livelli ematici di D-dimero consente al Medico di sospettare un’attivazione inappropriata del sistema coagulativo ed in particolare costituisce un importante supporto alla diagnosi di gravi condizioni quali:
- embolia polmonare (EP)
- trombosi venosa profonda (TVP)
- coagulazione intravascolare disseminata (CID)
Si tratta quindi di un esame che trova applicazione soprattutto nell’ambito dell’emergenza-urgenza, o comunque nel contesto di un ricovero ospedaliero, anche in virtù della breve emivita del metabolita misurato.
Con gli strumenti attualmente utilizzati dai laboratori analisi l’esame presenta un’elevata sensibilità, ma una bassa specificità: ciò significa, in termini semplici, che
- permette di rilevare con precisione tutte le attivazioni del sistema coagulativo (alta sensibilità)
- ma che una sua positività non va necessariamente ricondotta ad una patologia di natura trombo-embolica (bassa specificità).
In altre parole l’esame è dotato di un elevato valore predittivo negativo:
- se positivo non fornisce informazioni specifiche sulla patologia sospettata,
- mentre se negativo tendenzialmente esclude attivazioni della cascata coagulativa.
COSA FARE
Cosa fare in caso di D-Dimero alto?
In caso di D-Dimero alto è opportuno rivolgersi immediatamente a un medico per approfondire la condizione, in modo da verificare se può essere una situazione gestibile oppure se è necessario un ricovero. Non bisogna infatti sottovalutare affatto la presenza di un trombo nel sangue, poiché le conseguenze potrebbero essere decisamente gravi e addirittura mortali.
Dopo essersi sottoposti a uno screening è opportuno stabilire la cura giusta con il dottore che segue il caso, così da scoprire le cause e cercare di curarle in maniera specifica. Essendo infatti queste molteplici non è possibile individuare una cura univoca ma deve essere calibrata in base alla sintomatologia e al motivo scatenante. Potrebbe infatti trattarsi di una condizione esclusivamente transitoria o invece di un’avvisaglia evidente, che è compito dello specialista cogliere e interpretare nella maniera corretta.
Il suggerimento è quello di non ignorare i sintomi secondari sopracitati, anche se si presentano singolarmente, chiedendo un consulto per escludere tutte le possibili implicazioni del caso, dalle più banali a quelle più gravi.
COAGULAZIONE
Come avviene la Coagulazione
La coagulazione del sangue, normalmente, ha lo scopo di arrestare il sanguinamento in caso di lesione di un vaso sanguigno.
Il tappo emostatico è composto principalmente da una proteina filamentosa, chiamata fibrina, che si intreccia per formare una rete che intrappola aggregati di piastrine. Quando la ferita guarisce, un enzima chiamato plasmina si occupa di scomporre il coagulo in piccoli frammenti e uno di questi frammenti è proprio il D-dimero.
Ruolo Biologico del D-Dimero
Le piastrine nel sangue sono collegate a una subunità D (un frammento di fibrina reticolata). In pratica, quando si formano coaguli di sangue, il gruppo D tra due piastrine (P) forma un legame.
Molte piastrine legate insieme tramite D-Dimeri (insieme ad altri fattori, come la fibrina) formano il coagulo 1.
Durante il processo di guarigione del corpo, i coaguli si rompono attraverso la rottura dei loro legami interni. Pertanto, il D-dimero (D==D) si rompe e si separa dalle piastrine (P):
D–P–D + D–P–D → (formazione del coagulo) D–P–D==D–P–D → (dissoluzione del coagulo) D–P + D==D + D–D
VALORI NORMALI
Valori Normali
Il test si basa principalmente su anticorpi contro il D-dimero e dal momento che i kit commerciali sfruttano anticorpi diversi, esiste una certa variabilità nelle misurazioni ottenute 4, 5.
In altre parole, poiché esistono diversi metodi per testare i livelli di D-dimero nel sangue, non esiste un intervallo “normale” universale.
Gli intervalli di riferimento riportati in tabella sono quindi da considerare indicativi.
Unità di Misura | Valori Normali 6 | |||
---|---|---|---|---|
Adulti non in gravidanza |
1° trimestre | 2° trimestre | 3° trimestre | |
mg/L o µg/mL | 0,05 – 0,95 | 0.32 – 1.29 | 0,13 -1,7 | |
µg/L o ng/mL | 50 – 950 | 320 – 1290 | 130 – 1700 | |
nmol/l | 0,3 – 5,2 | 1.8 – 7.1 | 0,7 – 9,3 |
CAUSE E SINTOMI
Cause D-Dimero Alto e Sintomi
Se dalle analisi del sangue emerge un valore di D-dimero elevato, è possibile la presenza di una condizione patologica caratterizzata dalla formazione di coaguli, come:
- trombosi venosa profonda;
- embolia polmonare;
- coagulazione intravascolare disseminata;
- COVID-19;
- Vaccino anti Sars Cov 2.
Pertanto, il medico può prescrivere l’esame del D-Dimero in presenza di sintomi suggestivi di queste condizioni.
CAUSE E SINTOMI
Cause D-Dimero Alto e Sintomi
Se dalle analisi del sangue emerge un valore di D-dimero elevato, è possibile la presenza di una condizione patologica caratterizzata dalla formazione di coaguli, come:
- trombosi venosa profonda;
- embolia polmonare;
- coagulazione intravascolare disseminata;
- COVID-19;
- Vaccino anti Sars Cov 2.
Pertanto, il medico può prescrivere l’esame del D-Dimero in presenza di sintomi suggestivi di queste condizioni.
TROMBOSI
Trombosi venosa profonda
Questa malattia consiste nella presenza di un coagulo nel sistema venoso profondo, solitamente delle braccia o delle gambe. Tale coagulo può bloccare parzialmente o completamente il flusso sanguigno attraverso la vena.
I sintomi della trombosi venosa profonda, se presenti, si sviluppano localmente e possono includere:
- gonfiore;
- dolore o fastidio;
- calore;
- arrossamento;
- vene vicino alla superficie della pelle più grandi del normale.
Nei pazienti colpiti da questa forma di trombosi, il d-dimero appare generalmente alto. Nei pazienti a basso rischio o “improbabili”, un valore di d-dimero normale permette quindi di escludere la condizione.
Se invece il d-dimero è superiore alla norma si richiedono ulteriori indagini, come un’ecografia.
Nel sospetto di trombosi venosa profonda, verrà richiesto un ecocolordoppler degli arti inferiori. Se è probabile l’embolia polmonare, invece, verrà eseguita una scintigrafia o una TAC polmonare con mezzo di contrasto.
EMBOLIA
Embolia polmonare
L’embolia polmonare è caratterizzata dalla presenza di un coagulo di sangue nei vasi sanguigni del polmone.
Si parla di embolia perché tale coagulo si forma in un’altra parte del corpo (spesso gamba o braccio) e viene poi trasportato attraverso il flusso sanguigno fino ai polmoni.
La presenza di questo tappo determina una diminuzione del flusso sanguigno a valle del coagulo. Se l’ostruzione è severa, può essere fatale. Pertanto, in presenza di sintomi suggestivi è importante allertare immediatamente i soccorsi.
I sintomi di un’embolia polmonare includono:
- Improvvisa mancanza di respiro (dispnea) o respiro accelerato;
- Tosse (a volte con catarro o tracce di sangue);
- Dolore acuto al petto che si aggrava con la tosse o il movimento;
- Dolore alla schiena;
- Sudorazione;
- Battito cardiaco accelerato (tachicardia);
- Sensazione di vertigini o svenimento.
Anche in questo caso, un esame del D-dimero negativo può ragionevolmente escludere l’embolia polmonare nei pazienti a basso rischio. Nei pazienti ad alto rischio si preferisce invece effettuare direttamente un test di imaging. (Scintigrafia o una TAC polmonare con mezzo di contrasto.)
CID
Coagulazione intravascolare disseminata (CID)
La coagulazione intravascolare disseminata (CID) provoca la formazione di numerosi coaguli di sangue nel corpo, che possono causare danni agli organi e altre gravi complicanze.
I sintomi della CID includono:
- Gengive sanguinanti;
- Nausea e/o vomito;
- Forte dolore muscolare e dolore addominale;
- Convulsioni;
- Oliguria (fare pipì meno del solito).
I livelli di D-dimero appaiono significativamente elevati nei pazienti con coagulazione intravascolare disseminata. Inoltre, la misurazione del D-dimero permette di monitorare nel tempo l’efficacia del trattamento nei pazienti colpiti.
COVID-19
COVID-19
La malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) è una patologia infettiva altamente contagiosa causata dal virus SARS-CoV-2.
Lo spettro clinico della COVID-19 varia da forme asintomatiche o paucisintomatiche (pochi sintomi) a gravi malattie cliniche caratterizzate da insufficienza respiratoria acuta (che richiede ventilazione meccanica), shock settico e insufficienza multiorgano.
Diversi studi hanno dimostrato le proprietà prognostiche del D-dimero in pazienti con malattia COVID-19 7, 8, 9. In particolare, esiste un legame tra alti valori di D-dimero, infiammazione elevata e prognosi infausta 10, 11, 12.
E lo stesso problema si riscontra nelle persone plurivaccinate contro sars Cov2
Inoltre, malattie sottostanti come diabete, cancro e ictus possono innescare un aumento dei livelli di D-dimero nei pazienti con COVID-19 13.
FALSI POSITIVI
Esistono diversi stati fisiologici o condizioni mediche che possono far sì che i pazienti abbiano un D-dimero elevato in assenza di embolia polmonare, trombosi venosa profonda o coagulazione intravascolare disseminata.
Le varie condizioni e situazioni che possono causare livelli di D-dimero superiori al normale includono:
- Gravidanza;
- Malattie cardiache;
- Chirurgia recente;
- Trauma;
- Infezione o sepsi;
- Fumo di sigaretta;
- Malattie Autoimmuni, come la sindrome da anticorpi antifosfolipidi;
- Malattie epatiche.
I livelli di D-dimero tendono anche ad aumentare nelle persone anziane e dopo lunghi periodi di immobilità. Inoltre, possono verificarsi risultati falsi positivi se si soffre di artrite reumatoide.
Secondo uno studio su oltre 30.000 statunitensi, Il D-dimero è più alto con l’aumentare dell’età, il sesso femminile, il diabete, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari pre-esistenti e l’elevata proteina C-reattiva (CRP) 14.
Secondo uno studio su oltre 30.000 statunitensi, Il D-dimero è più alto con l’aumentare dell’età, il sesso femminile, il diabete, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari pre-esistenti e l’elevata proteina C-reattiva (CRP) 14.
MORTALITA'
D-Dimero Alto e Mortalità
Livelli elevati di D-dimero possono essere associati a un aumento dell’infiammazione 9.
A sua volta, l’infiammazione cronica di basso grado svolge un ruolo importante nell’insorgenza e nella gravità di malattie cardiache, cancro, sindrome metabolica, obesità, morbo di Alzheimer e varie altre malattie degenerative 15, 16, 17, 18.
Livelli elevati di D-dimero sono stati associati a:
- un aumento del rischio di malattia coronarica 23, 24;
- un rischio più elevato di ictus ischemico 25;
- aumento della mortalità nei pazienti con insufficienza cardiaca 26 e cardiopatia ischemica 27, 28;
- un aumento della mortalità totale 29;
- prognosi sfavorevole nei pazienti con:
Il meccanismo esatto secondo il quale il livello di D-dimero può prevedere la mortalità non è comunque chiaro.
COME ABBASSARLO
Come Abbassarlo
In assenza di malattie della coagulazione, i livelli del D-dimero aumentati sono spesso associati a una condizione di salute sfavorevole. Uno stile di vita sano, insieme a moltissimi altri benefici, può anche ristabilire normali livelli di D-dimero.
Dieta
La dieta mediterranea tradizionale è legata a una minore mortalità e un ridotto rischio di gravi malattie croniche 39.
Questi benefici si devono anche al suo ruolo antitrombogeno, in parte ascrivibile al suo alto contenuto di antiossidanti, fibre e acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi 39.
In uno studio su 24.325 uomini e donne molisani di età pari o superiore a 35 anni, una maggiore aderenza alla dieta mediterranea è risultata associata a minori livelli di D-dimero 40.
Un altro studio ha osservato livelli di D-dimero più bassi in Italia e in altri paesi del Mediterraneo, coerenti con il possibile effetto protettivo della dieta mediterranea 41.
Inoltre, una dieta dimagrante con conseguente perdita di peso può ridurre i livelli di D-dimero nelle persone obese 42.
Integratori
Uno studio crossover RCT su 41 fumatori maschi sani ha testato gli effetti dell’assunzione di polvere di aglio microincapsulata, estratto di pomodoro, una miscela di entrambi o il placebo 43.
L’assunzione dell’estratto di pomodoro da solo o in associazione all’aglio ha ridotto i livelli di D-Dimero e diversi indici di coagulabilità del sangue.
In uno studio su 213 individui svedesi con livelli non ottimali di questi nutrienti, l’integrazione per 48 mesi con selenio (200 µg/giorno) e coenzima Q10 (200 mg/giorno) ha prodotto una significativa riduzione dei livelli di D-dimero rispetto al gruppo placebo 44. Inoltre, nei partecipanti con un livello di D-dimero superiore alla mediana al basale, l’integrazione ha comportato una mortalità cardiovascolare significativamente inferiore rispetto ai soggetti trattati con placebo.
Fonte
Bromelina: proprietà e benefici
Bromelina o Bromelaina
La bromelina è una complessa miscela di enzimi proteolitici estratta dall’ananas.
In natura, abbonda sia nel gambo che nel frutto dell’ananas. Tuttavia, il gambo la contiene in concentrazioni nettamente maggiori. È quindi importante sottolineare che mangiare ananas non produce gli stessi benefici per la salute ottenibili con l’integrazione di bromelina 1.
La bromelina estratta dal fusto o dal gambo dell’ananas è quella più usata negli integratori perché ha un contenuto maggiore di proteasi (enzimi proteolitici) 2, 3.
È stato dimostrato che la maggior parte dei benefici non è dovuta a un particolare enzima presente nella bromelina. Piuttosto, ci sono probabilmente molteplici fattori coinvolti nei suoi effetti positivi per la salute umana 4, 5.
Indice
- A che cosa serve la Bromelina
- Benefici ed indicazioni
- Dosi e Modo d’Uso
- Effetti Collaterali
- Chi non deve assumere Bromelina
- Quali integratori acquistare
- Cattiva Digestione
- Artrosi e Infiammazione
- Azione Antiedemigena
- Attività Antibiotica
- Azione Miorilassante
- Attività Antitumorale
- Guarigione delle Ferite
- Malattie Cardiovascolari
- Bromelina e Covid-19
A che Cosa Serve la Bromelina
da artrosi e interventi chirurgici. Infatti, la Bromelina:
- combatte l’infiammazione
- favorisce il riassorbimento di edemi e infiltrati nei tessuti, formatisi a seguito di ferite o di interventi chirurgici.
Inoltre, promuove la guarigione delle ustioni e aiuta a ridurre le infiammazioni delle prime vie respiratorie (sinusiti, otiti, riniti, tracheiti, tonsilliti).
In flebologia, può essere sfruttata nel trattamento dei sintomi di insufficienza venosa, varici ed emorroidi (anche associandola a principi attivi vaso-protettori, come gli estratti di mirtillo, rusco e centella).
Oltre ai suoi usi medicinali, la bromelina è stata utilizzata in molti altri settori come l’industria alimentare e della birra, nonché nei settori dell’abbigliamento, cosmetico e farmaceutico.
Benefici e Indicazioni
In base ai dati attualmente disponibili, l’uso della bromelina potrebbe risultare utile come:
- cicatrizzante.
Dosi e Modo d’Uso
Ci sono due modi di assumere integratori a base di Bromelina:
- al pasto per favorire i processi digestivi.
- lontano dai pasti in tutti gli altri casi, ad es. quando si desidera favorire il drenaggio dei liquidi, contrastare l’infiammazione e sostenere e la funzionalità del microcircolo.
È importante attenersi alle istruzioni d’uso riportate nel prodotto.
Che quantità consumare?
La dose più comunemente prescritta nelle informazioni fornite dagli specialisti varia tra i 500 e gli 800mg di questi prodotti al giorno. Le dosi di Bromelina a seconda della condizione che si sta trattando sono:
- 400mg al giorno per artrite
- 1.000mg al giorno per allergie
- 500mg per 3 volte al giorno per il recupero da operazioni e/o lesioni
Si consiglia di prendere prodotti di questo tipi a stomaco vuoto, eccetto quando si cerchi un miglioramento digestivo, caso in cui si devono assumere con i pasti.
Assorbimento e Biodisponibilità
Le caratteristiche farmacocinetiche della bromelina rappresentano sicuramente un punto forte dell’integrazione con questo enzima. Della quota assunta, infatti, oltre il 40% è misurabile nel plasma nelle successive 10 ore, con un’emivita che può tranquillamente raggiungere le 48 ore.
Effetti Collaterali
Nonostante siano state utilizzate sperimentalmente dosi anche molto elevate di Bromelina, gli effetti collaterali registrati sembrano clinicamente poco rilevanti.
Nausea, vomito, diarrea, metrorragia e menorragia rappresenterebbero le reazioni avverse più frequentemente osservate.
Chi non deve prendere Bromelina?
La Bromelina ha dimostrato di essere generalmente sicura se assunta in dosi moderate, anche se le informazioni preliminari collega un aumento della frequenza cardiaca in relazione all’uso di questi prodotti.
Non devono assumerla:
- Persone con una infiammazione al rivestimento dello stomaco
- Donne incinta o in allattamento
- Bambini
- Persone con malattie renali o epatiche
- Precauzione nei casi in cui si assumono farmaci anticoagulanti
farmaci fluidificanti del sangue. Si consiglia cautela anche quando la si utilizza in combinazione con altri integratori che possono fluidificare il sangue, come l’olio di pesce, il ginkgo biloba o la vitamina E.
Di diversa natura e sicuramente più gravi risultano le reazioni avverse legate all’ipersensibilità verso il frutto o l’enzima.
La Bromelina non deve quindi essere utilizzata da persone allergiche all’ananas o ad altre sostanze che potrebbero provocare una reazione allergica al frutto (reattività crociata). Queste sostanze includono:
- polline d’erba
- lattice
- sedano
- finocchio
- carote
- frumento.
Integratore di bromelina da Ananas con funzione drenante e digestiva
Nutriva
e aiutare il drenaggio dei liquidi in eccesso.
Integratore con Bromelina estratta da ananas utile per favorire la digestione e il drenaggio dei liquidi corporei
Ottenuta da ananas
L’attività proteasica della bromelina si è rivelata potenzialmente utile come sostituto dei classici enzimi digestivi quali la tripsina e la pepsina.
In questo senso, l’assunzione di bromelina immediatamente prima di un pasto potrebbe facilitare i processi digestivi, soprattutto in quei pazienti con deficit enzimatico legato, ad esempio, a un’insufficienza pancreatica.
Uno studio ha dimostrato che i partecipanti con insufficienza pancreatica hanno sperimentato una migliore digestione dopo aver assunto un integratore di enzimi digestivi contenente bromelina, rispetto all’assunzione dello stesso integratore di enzimi digestivi senza bromelina 6.
Un altro studio ha dimostrato che la bromelina, in combinazione con alginato di sodio, bicarbonato di sodio e oli essenziali, ha migliorato significativamente i sintomi della dispepsia (cattiva digestione) 7.
Infine, la combinazione di bile di bue, pancreatina e bromelina si è dimostrata efficace nel ridurre l’escrezione di grasso nelle feci nei pazienti con steatorrea pancreatica, con conseguente miglioramento sintomatico del dolore, della flatulenza e della frequenza di evacuazione 8.
Artrosi e Infiammazione
Numerosi studi hanno descritto l’attività antinfiammatoria della bromelina.
Più precisamente, a questo enzima vengono attribuite attività proteolitiche e fibrinolitiche in ambiente infiammatorio, e un’attività inibitoria sulla sintesi di prostaglandine infiammatorie.
L’azione antinfiammatoria della bromelina può rivelarsi preziosa nel controllo dell’evoluzione flogistica in differenti patologie, anche di natura osteo-articolari.
- La bromelina ha ridotto il gonfiore dei tessuti, il dolore e la rigidità articolare in 2 studi clinici su 117 persone con artrosi del ginocchio. In uno di essi, si è dimostrata efficace quanto il farmaco antidolorifico diclofenac 9, 10.
- In 77 pazienti con artrite reumatoide o osteoartrosi, la bromelina (400 mg) ha migliorato i sintomi generali, ridotto la rigidità e migliorato la funzione fisica 9.
Diversi studi hanno dimostrato che la bromelina può ridurre l’infiammazione, il gonfiore, i lividi e il dolore che si manifestano dopo l’intervento chirurgico. Sembra anche ridurre i marker di infiammazione 11.
Azione Antiedemigena
La Bromelina aiuta a ridurre l’edema infiammatorio (accumulo di liquidi), a riassorbire l’ematoma e a risolvere il processo infiammatorio.
In questo modo velocizza il ripristino delle condizioni fisiologiche e la ripresa della funzionalità della zona lesa in seguito a traumi o interventi chirurgici.
Quest’azione antiedemigena può essere spiegata sulla base dell’attività fibrinolitica e in parte proteasica della Bromelina.
Infatti, la possibilità di rimodellare adeguatamente la matrice, impedendo la formazione di macromolecole osmoticamente attive, risulterebbe preziosa nell’impedire l’accumulo di liquidi extracellulari e nel prevenire il conseguente edema post-infiammatorio (gonfiore).
L’attività antiedemigena della Bromelina si rivela clinicamente preziosa in corso di tromboflebite, cellulite, trombosi venosa profonda, ecchimosi ed edema traumatico o post-chirurgico.
Ad esempio, uno studio ha descritto che la Bromelina è stata utile nel trattamento della tromboflebite acuta, diminuendo la compromissione della deambulazione e i sintomi dell’infiammazione (come dolorabilità, edema e dolore) 12.
13.
Attività Antibiotica
L’attività antibiotica della Bromelina risulterebbe per lo più indiretta, aumentando sia i livelli sierici di svariati antibiotici che la biodisponibilità tissutale degli stessi 14.
La bromelina può aumentare l’assorbimento di penicillina e tetracicline (antibiotici che combattono le infezioni batteriche). Potrebbe anche aiutare a ridurre i loro effetti collaterali 1, 15, 16, 17.
18, 19.
Nell’uomo sono stati osservati benefici:
- associando Serenoa repens, Selenio, Licopene, Bromelina e Metilsulfonilmetano, come terapia aggiuntiva in pazienti con prostatite batterica cronica 20.
Negli studi su animali, l’integrazione di Bromelina ha dimostrato di proteggere dalla diarrea causata da patogeni intestinali come Escherichia coli e Vibrio cholerae 21. In tal senso, la bromelina agirebbe ostacolando l’adesione dei patogeni alle pareti intestinali 22, 23.
Azione Miorilassante
Nonostante i meccanismi molecolari non siano ancora del tutto noti, differenti studi dimostrano come la Bromelina possa espletare un’attività spasmolitica degna di nota, riducendo ad esempio l’intensità dei dolori in pazienti con dismenorrea.
Anche in questo caso sembrerebbe tuttavia intervenire l’attività antinfiammatoria, in particolare la riduzione della concentrazione ematica di PGE2.
La Bromelina può avere proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche, sebbene non vi siano prove concrete a sostegno della sua efficacia per alleviare i crampi mestruali e il mal di testa 24, 2.
Attività Antitumorale
Numerosissimi studi stanno cercando di comprendere al meglio le potenziali attività antitumorali della Bromelina, osservate in vitro nei confronti di carcinomi dello stomaco, mesoteliomi e altre patologie oncologiche.
Nonostante non vi siano ancora evidenze cliniche degne di nota, le ipotesi più accreditate sembrerebbero prevedere da un lato l’induzione del processo apoptotico, e dall’altro il potenziamento dell’attività antitumorale dei chemioterapici.
Studi in provetta hanno dimostrato che la Bromelina potrebbe aiutare a combattere il cancro 25, 26. Studi in vitro e su animali hanno scoperto che la Bromelina può stimolare il sistema immunitario a produrre molecole che rendono i globuli bianchi più efficaci nel sopprimere la crescita delle cellule tumorali ed eliminarle 26.
Sono chiaramente necessarie ulteriori ricerche basate sull’uomo prima di poter trarre conclusioni.
Guarigione delle Ferite
Le prove suggeriscono che la bromelina può aiutare ad accelerare la guarigione delle ustioni profonde.
Oltre agli enzimi che degradano le proteine, gli estratti di ananas contengono un enzima (escarasi) che aiuta a rimuovere i tessuti morti e ad accelerare la guarigione della ferita 27.
Per questo motivo, il debridement a base di Bromelina ha dimostrato di essere un efficace agente per lo sbrigliamento della ferita e la rimozione delle cellule necrotiche.
In 5 studi clinici su oltre 350 persone con ustioni profonde, il trattamento enzimatico con Bromelina ha guarito le ferite con un’efficacia simile ai trattamenti convenzionali e ha ridotto la necessità di un intervento chirurgico 28, 29, 30, 31, 32.
Malattie Cardiovascolari
Diversi studi indicano che la Bromelina può ridurre o minimizzare i sintomi associati a varie malattie cardiovascolari 33.
In particolare, la Bromelina:
La Bromelina provoca quindi la distruzione di trombi e diminuisce la viscosità del sangue. In questo modo aiuta a ridurre l’incidenza di angina pectoris e attacchi di cardiomiopatia transitoria 1. Può anche favorire la dissoluzione della placca aterosclerotica, riducendo così il rischio di malattia aterosclerotica.
tromboflebite acuta a cui è stata somministrata Bromelina in combinazione con antidolorifici hanno manifestato una significativa diminuzione dei sintomi infiammatori come dolore, gonfiore e febbre alta 38.
Nei ratti, la somministrazione di Bromelina ha ridotto i danni causati da un insufficiente apporto di sangue (ischemia). Di conseguenza, la bromelina ha ridotto la morte delle cellule cardiache e ha migliorato il recupero dopo un infarto o un ictus 34.
Bromelina e Covid-19
La Bromelina è stata più volte indicata come un potenziale aiuto naturale nel trattamento di supporto della malattia da coronavirus COVID-19.
Agendo attraverso diversi meccanismi (antiossidanti, antinfiammatori, proteolitici immunomodulatori), la Bromelina potrebbe infatti inibire o comunque contrastare l’infezione da SARS-CoV-2 39.
Ad esempio, potrebbe ridurre la capacità del virus di legarsi alle cellule e infettarle 40, 39, 34.
3, 41.
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FONTI: