Rosmarino, Salvia e Lavanda nelle patologie neurologiche

 

Centinaia di milioni di persone in tutto il mondo soffrono di disturbi neurologici o li hanno sperimentati in modo intermittente, il che ha ridotto significativamente la loro qualità di vita.

a base di erbe hanno guadagnato una popolarità colossale in tutto il mondo negli ultimi anni a causa della loro disponibilità, prezzi accessibili e pochi effetti collaterali.

Questa recensione riassume i dati sul potenziale neuroprotettivo di erbe aromatiche, Salvia, Lavanda e Rosmarino.

introduzione

Un disturbo neurologico è descritto come qualsiasi condizione che provoca un danno funzionale o strutturale al sistema nervoso. I disturbi neurologici rappresentano la seconda principale causa di morte a livello globale e la prima principale causa di disabilità poiché in genere causano deterioramento cognitivo o disfunzione sensomotoria che portano a una ridotta qualità della vita quotidiana.

Una varietà di farmaci a base di erbe ha attirato l’attenzione dei ricercatori nell’ultimo decennio, grazie alla loro disponibilità, al prezzo più basso e ai rari effetti collaterali (Abdel-Aziz et al., 2016).

La Salvia Rosmarinus è una pianta erbacea sempreverde che appartiene alla famiglia delle Lamiaceae.

antibatteriche, antifungine, antiossidanti e antinfiammatorie (Leporini et al., 2020).

La Lavandula angustifolia è una nota erba aromatica della famiglia delle Lamiaceae.

Questo studio si propone di riassumere i dati sul potenziale neuroprotettivo di Salvia, Lavanda e Rosmarino.

Materiali e metodi

Le parole chiave ricercate per la presente revisione della letteratura erano Salvia (Salvia officinalis), Lavandula (Lavanda, Lavandula angustifolia), Rosmarino (Salvia Rosmarinus, Rosmarinus officinalis), demenza, glioblastoma, neurotossicità, neuroinfiammazione, glioma, morbo di Alzheimer, convulsioni, epilessia, emicrania, neuroblastoma, morbo di Parkinson, neurodegenerativo, stress ossidativo e neuroprotettivo. Abbiamo cercato articoli in inglese in vari database online pubblicati nel dicembre 2021 (tra cui Google Scholar, Web of Science, PubMed, Science Direct, Scopus, Embase e ResearchGate). Pertanto, gli articoli estratti sono stati esaminati.

Rosmarino

Disturbi cognitivi

ROSMARINO NEI DISTURBI COGNITIVI

acqua di Rosmarino sugli esiti cognitivi e cerebrovascolari negli adulti sani.

I dati di questo studio hanno suggerito gli impatti positivi dell’acqua di Rosmarino sul miglioramento dell’attività mentale. È stato osservato che il livello di emoglobina ossidata durante la funzione cognitiva nel gruppo sperimentale era significativamente più alto rispetto agli altri gruppi e i dati totali hanno mostrato un effetto positivo e significativo del succo di Rosmarino.

disturbi cognitivi negli anziani.

Durante questo studio pre e post-test, a 39 adulti è stato somministrato olio di Rosmarino, limone e Lavanda da annusare per una settimana. Sono state valutate la qualità del sonno e le funzioni cognitive. I risultati hanno mostrato che l’aromaterapia ha un effetto positivo sulle funzioni cognitive negli anziani. Inoltre, riduce la sensazione di sonnolenza durante il giorno.

qualità del sonno e può migliorare i disturbi cognitivi controllando la memoria e avendo un effetto calmante sui nervi simpatici (Yildirim e Kitis, 2020).

acido di Rosmarino sul deterioramento cognitivo e sull’ipossia-ischemia, nonché sul rafforzamento della mielina. In questo studio, i topi indotti da ischemia e ipossia hanno ricevuto 20 mg di acido di Rosmarino per via intraperitoneale al giorno per 5 giorni. I risultati hanno mostrato che l’acido di Rosmarino potrebbe migliorare i disturbi del movimento, la cognizione e la memoria spaziale a causa degli effetti dell’ipossia-ischemia. È stato anche scoperto che l’acido di Rosmarino inibisce parzialmente la degradazione della mielina dei neuroni del corpo calloso e può aumentare gli inibitori dell’apoptosi degli oligodendrociti (Li et al., 2020).

l’estratto di Rosmarino può essere una potenziale terapia per migliorare i deficit cognitivi nei pazienti con trauma cranico lieve ripetitivo. I suoi meccanismi potrebbero essere mediati da attività antinfiammatorie e antiossidanti (Song et al., 2016). Numerosi altri studi hanno inoltre dimostrato gli effetti positivi del Rosmarino o dei suoi composti attivi nei disturbi cognitivi (Pengelly et al., 2012; Moss, 2017; Araki et al., 2020).


 

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Lavanda

Demenza

LAVANDA E DEMENZA

olio di Lavanda per inalazione su ratti con demenza indotta da scopolamina. Questo studio e altri due hanno dimostrato che una parte significativa degli effetti dell’olio di Lavanda sulla demenza è esercitata dalle sue proprietà antiossidanti e anti-apoptotiche.

migliora la memoria.

diminuendo la neurotossicità indotta dal glutammato, portando alla morte delle cellule neurali (Kashani et al., 2011). Zali et al. hanno studiato le proteine bersaglio specifiche nell’ippocampo dei ratti siringati con Aβ; lo studio ha dimostrato che l’estratto di Lavanda ha un effetto positivo sulle prestazioni dei ratti AD diminuendo la formazione di Aβ.

Hanno concluso che l’estratto di Lavanda potrebbe essere una sostanza utile come farmaco per l’AD e altri tipi di malattie neurodegenerative esprimendo proteine neuroprotettive nell’ippocampo come bersagli farmacologici (Zali et al., 2015).

modifica le carenze di memoria dell’AD nei modelli animali. Questo studio ha dimostrato che l’estratto di Lavanda elimina efficacemente le placche Aβ dal cervello dei ratti affetti da AD. Ai ratti è stato iniettato Aβ per via intracerebroventricolare. L’estratto ha ridotto il livello di Aβ nel cervello mediante la clearance plasmatica di Aβ.

Si è concluso che l’olio di Lavanda in vitro (H2O2 nelle cellule PC12) e in vivo (topi scopolamina) potrebbe esibire una funzione neuroprotettiva, regolando la funzione dell’acetilcolinesterasi e lo stress ossidativo. I

risultati hanno dimostrato che il trattamento con olio essenziale di Lavanda ha ripristinato la diminuzione della glutatione perossidasi indotta dalla scopolamina e della superossido dismutasi nell’ippocampo e ha ridotto l’alto livello di malondialdeide nei topi curati con scopolamina. Hanno concluso che questa erba aveva effetti mnemonici piuttosto che effetti sensomotori. Quindi, sulla base della correzione dei sistemi colinergici, la diminuzione dello stress ossidativo potrebbe essere efficace nei problemi cognitivi (Xu et al., 2016).

Inoltre, hanno protetto in modo significativo l’espressione repressa del fattore 2 correlato al fattore nucleare eritroide 2 e dell’eme ossigenasi-1. Inoltre, con il trattamento farmacologico è stata ottenuta una ridotta espressione di proteine correlate alla plasticità delle sinapsi, al fattore neurotrofico derivato dal cervello, a p-CaMKII e alla proteina chinasi II calcio-calmodulina-dipendente (CaMKII).

Per riassumere, l’olio essenziale di Lavanda e il linalolo potrebbero proteggere l’espressione della proteina della via del fattore 2/eme ossigenasi-1 correlato al fattore nucleare eritroide 2, all’attività colinergica, allo stress ossidativo e alla plasticità sinaptica.

Pertanto, l’olio essenziale di Lavanda e il linalolo possono essere considerati un possibile agente per il miglioramento della disabilità cognitiva nell’AD (Xu et al., 2017).

 

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Salvia

Deficit cognitivi

SALVIA E DISTURBI COGNITIVI

estratto orale di Salvia. Questi risultati hanno mostrato un miglioramento delle prestazioni della memoria secondaria, una diminuzione dell’affaticamento mentale e un’elevata vigilanza mediante l’inibizione dell’AChE (Kennedy et al., 2011).

Nel 2018, Wightman EL et al. hanno esaminato gli effetti della combinazione di Salvia sulle prestazioni cognitive in 94 individui. Il notevole vantaggio di questa combinazione è stato osservato nell’accuratezza cognitiva e nella memoria di lavoro sia in acuto che in cronico. Probabilmente, un ampio aggiustamento della risposta del CBF è responsabile del significativo aumento delle prestazioni cognitive dopo aver consumato il tè greco di montagna il giorno 1. È più probabile che i benefici del giorno 28 siano correlati alla riduzione dell’ansia di stato, il che implica che il primo meccanismo è più efficace. probabilmente faciliterà gli impatti cognitivi acuti e quest’ultimo meccanismo ha maggiori probabilità di sostenere miglioramenti cognitivi a lungo termine (Wightman et al., 2018).

Sono stati condotti complessivamente altri due studi (su giovani adulti e adolescenti) con una dose singola di 150 e 300 mg di estratto di Salvia, rispettivamente. È stato dimostrato un netto miglioramento in seguito al consumo di estratto di Salvia nella valutazione delle prestazioni cognitive e della memoria a breve termine in giovani adulti sani, che sono simili a studi precedenti sugli anziani (Edwards et al., 2021).

Allo stesso modo, un recente studio randomizzato condotto su casi giovani e sani ha dimostrato che la combinazione di vari estratti fenolici e aromatici come la Salvia potrebbe avere effetti benefici significativi sulla funzione cerebrale (Jackson et al., 2020).

Hanno suggerito una potente modulazione dei trasportatori della serotonina e dei neurorecettori come modalità d’azione, che potrebbe normalizzare le risposte termoregolatorie e possibilmente il deterioramento mentale prima della menopausa. Inoltre, l’utilizzo di foglie fresche di Salvia officinalis ha avuto un’attività maggiore rispetto agli estratti di piante essiccate (Tober e Schoop, 2019).


SALVIA NELLA DEMENZA

Demenza

In conclusione, il trattamento con nanoparticelle di Mg-Salvia officinalis migliora lo stress ossidativo e potenzia il sistema di difesa antiossidante (Elkomy et al., 2021).

intossicati da cloruro di alluminio. Hanno scoperto che la somministrazione di 500 mg/kg di questo estratto non solo migliora i parametri comportamentali ma inverte anche la diminuzione del contenuto di acetilcolinesterasi. Pertanto, sono stati dimostrati gli effetti vantaggiosi della Salvia nell’alleviare il morbo di Alzheimer grazie alla sua attività antiossidante e inibitrice dell’acetilcolinesterasi e alla sua capacità di migliorare le funzioni cognitive e la memoria (Fatima e Tabassum, 2020).

Scholey et al. hanno eseguito uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo per valutare gli effetti di un estratto di Salvia officinalis sulle prestazioni cognitive negli anziani. Un totale di venti partecipanti di età superiore ai 65 anni hanno ricevuto un placebo e quattro dosi di estratto di Salvia officinalis (167, 333, 666 e 1.332 mg). Hanno concluso che la dose da 333 mg era associata a un notevole miglioramento della memoria secondaria. Le altre dosi hanno mostrato lo stesso effetto in misura minore. Inoltre, l’estratto ha inibito l’attività anticolinesterasica, determinando una riduzione del 50% della degradazione del substrato da parte della colinesterasi umana (Scholey et al., 2008). Tuttavia, non tutti gli studi hanno riportato gli effetti benefici della Salvia sulla memoria.

Perry et al. hanno valutato gli effetti di una combinazione di Salvia, Melissa e Rosmarino sul ricordo verbale in partecipanti sani. Un totale di 44 soggetti sani hanno partecipato a questo studio pilota in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo. Nel complesso, non sono state osservate differenze significative tra i gruppi di trattamento e quelli con placebo rispetto al basale per quanto riguarda il ricordo immediato e ritardato delle parole. Tuttavia, l’analisi dei sottogruppi ha evidenziato che i partecipanti di età inferiore a 63 anni hanno mostrato notevoli miglioramenti nel ricordo ritardato delle parole e non sono stati osservati effetti avversi (Perry et al., 2018).


Conclusione

Complessivamente, gli articoli inclusi hanno studiato gli effetti di erbe aromatiche, estratti di Lavanda, Rosmarino e Salvia su disturbi cognitivi, morbo di Alzheimer, demenza, epilessia, convulsioni, glioblastoma, glioma, emicrania, neuroblastoma, morbo di Parkinson e sclerosi multipla.

Le erbe aromatiche si sono rivelate efficaci in diverse malattie neurologiche e questa revisione le suggerisce come potenziali medicine complementari.

morbo di Parkinson e riduce lo stato di agitazione nei pazienti affetti da demenza.

Gli studi su modelli animali hanno dimostrato che l’estratto di Lavanda ha un potenziale effetto sulle prestazioni nella formazione di AD Aβ. Inoltre, l’olio essenziale di Lavanda può influenzare i problemi cognitivi diminuendo lo stress ossidativo basato sui sistemi colinergici. Alcune ricerche hanno dimostrato che la Lavanda agisce come un antagonista del recettore AMPA e impedisce al glutammato di legarsi ad esso e di conseguenza previene la disregolazione del Ca2+ e la disfunzione sinaptica in queste malattie. Questo studio ha dimostrato che l’olio essenziale di Lavandula potrebbe avere un’impressione protettiva contro la distruzione dei neuroni aumentando l’espressione genica di fattori neurotrofici derivati ​​dal cervello in pazienti con recidiva remittente con SM nel sangue periferico.

In generale, le prove supportano questi estratti di erbe aromatiche in varie malattie neurologiche, riducendo il livello di stress ossidativo e i marcatori di infiammazione. In futuro, saranno necessari ulteriori studi clinici per studiare gli effetti dei medicinali erboristici aromatici per la gestione dei disturbi neurologici, e saranno necessari ulteriori studi in vivo e in vitro per identificare meglio i meccanismi d’azione sottostanti di questi medicinali erboristici in diverse malattie.

Fonte

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Menopausa, una fase della vita promossa a malattia
I Rischi della TOS

INDICE

  1. INTRODUZIONE
  2. RISCHI DELLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA (TOS)
  3. LA MENOPAUSA NON è UNA MALATTIA
  4. CHE COSA è LA MENOPAUSA
  5. SINTOMI E COMPLICAZIONI
  6. COSA FARE
  7. PIANTE CURATIVE
  8. TISANE PER LA MENOPAUSA
  9. TRADUZIONE DI UNO STUDIO
  10. FITOESTROGENI
  11. CIMICIFUGA
  12. SALVIA
  13. ANGELICA CINESE
  14. VITAMINE IN MENOPAUSA

Introduzione

La menopausa compare verso il 51° anno con l’interruzione del ciclo mestruale, dovuto al calo di produzione ormonale.
La medicina farmaceutica affronta la menopausa con un trattamento ormonale sostitutivo, utilizzando una combinazione di estrogeni e progesterone.

Ora è ben chiaro che il trattamento estrogenico sostitutivo è associato ad un aumento di sviluppo di carcinoma dell’endometrio. (1)
Per contrastare questa associazione le ditte farmaceutiche e i medici cominciarono a raccomandare l’utilizzo combinato di estrogeni e progesterone.
Questa combinazione sembra aver ridotto il rischio di carcinoma endometriale, ma porta ancora con sé il rischio di sviluppare altre neoplasie. (2)
Il tumore più strettamente associato con il trattamento ormonale sostitutivo è il cancro alla mammella dal momento che gli estrogeni svolgono un ruolo decisivo nello sviluppo della maggior parte dei tumori mammari.


RISCHI NOTI

RISCHI DELLA TOS

La terapia ormonale sostitutiva è associata a un aumentato rischio di sviluppare un cancro alla mammella che va dall’1 al 30%. (3-4-5)
Oltre al rischio di cancro, gli estrogeni e il progesterone aumentano il rischio di sviluppare calcolosi biliare e trombosi e sono assolutamente controindicati nei primi mesi di gravidanza.
Alcuni effetti collaterali di estrogeni e progesterone comprendono: nausea, tensione mammaria, sintomi simili alla sindrome premestruale, depressione, epatopatia, aumento dei fibromi uterini, ritenzione idrica, alterazioni glicemiche, cefalea.»(6)

Vien da chiedersi: è necessario assumerli?
Cosa propone in alternativa il Naturalista per risolvere, ad esempio, le fastidiose vampate di calore?
L’attuale medicina tratta la menopausa come una malattia piuttosto che come un normale processo.

Verso i 50 anni rimangono pochi ovuli, finché non vi sono più follicoli da stimolare e si riduce la produzione di estrogeni e progestinici.
In risposta a questa diminuzione, l’ipofisi aumenta la produzione degli ormoni LH (luteinizzante) e FSH (follicolo-stimolante) anche dopo la menopausa, in gran quantità, anche se non vi sono più follicoli da stimolare!
LHF ed FSH stimolano la produzione da parte delle ovaie e delle surrenali di androgeni, che possono essere convertiti in estrogeni ad opera degli adipociti (cellule di tessuto adiposo) di fianchi e cosce! Questi androgeni trasformati sono gli unici estrogeni circolanti naturali in menopausa, ma il livello è inferiore a quello della donna fertile.
La menopausa, normalmente, si manifesta con questi sintomi:

vampate di calore, sudorazione eccessiva, cefalea, vaginite atrofica (secchezza vaginale), infezioni delle vie urinarie, mani e piedi freddi, diminuita concentrazione, smemoratezza, turbe dell’umore (depressione), insonnia, vertigini, irritabilità, nervosismo, palpitazioni cardiache, iperidrosi.

Bibliografia

  1. Rubin G.L., Peterson H.B., Lee N.C. et.al., Estrogen replacement therapy and the risk of endometrial cancer: Remaining controversies. Am J Obster Gynecol 1990; 162: 148-154
  2. Whitehead M.I., Townsend P.T., Davies-Pryse J. et.al., Effects of estrogens and progestins on the biochemistry and morphology of the postmenopausal endometrium, New Engl J Med 1981; 305: 1599-1685
  3. Tavani A., Braga C., et.al., Hormone replacement treatment and breast cancer risk: an age-specific analysis. Canc Epidem Biomark Prey 1997; 6: 11-14
  4. Bergkvist L., Persson I., Hormone replacement therapy and breast cancer. A review of current knowledge. Drug Sof 1996; 15: 360-370
  5. Steinberg K.K., Thacker S.B., Smith S.J., et.al. A meta-analysis of the effect of estrogen replacement therapy on the risk of breast cancer. JAMA 1991; 265: 1985 1900
  6. J.E. Pizzorno Jr., M.T. Murray, , Red Edizioni Trattato di medicina naturale

NON è UNA MALATTIA

La menopausa è una malattia? 

dr Salvo Catania (Oncologo, Chirurgo generale, Senologo)

La menopausa è un cambiamento naturale e non una malattia da combattere in tutti i casi con i farmaci. Purtroppo ogni giorno nella nostra attività oncologica dobbiamo confrontarci con una sottovalutazione dei rischi reali che i farmaci in uso comportano e soprattutto con i vantaggi, molti dei quali inesistenti, che la pubblicità farmaceutica interessata lascia intendere.

Rischi

Le opinioni sono diverse. Sul rischio del cancro della mammella, l’opinione appoggiata da molta pubblicità di parte, sostiene che il rischio non sarebbe provato, perché a fronte di molti studi che lo provano altri non lo provano o addirittura trovano una protezione. Una visione critica degli studi rivela però che quelli migliori sono quelli che evidenziano un certo rischio, soprattutto per trattamenti prolungati, tanto da potersi stabilire in linea di massima un rischio del 2-3% per anno dopo 5 anni di uso (!!).

Alcuni studi sono recentissimi:

per approfondimenti



MENOPAUSA CHE COS'è

Che cosa è la menopausa

Apoteka Natura

La menopausa non è una patologia, ma una situazione fisiologica, seppure delicata, che caratterizza la vita di ogni donna. Comprende profonde modificazioni a livello fisico, ma anche psicologico. Di conseguenza ogni caso va affrontato a sé, in funzione anche della personalità della donna e del suo contesto sociale, familiare e lavorativo.

Lo stato di menopausa si può confermare quando in una donna si manifesta la scomparsa del ciclo mestruale per almeno 12 mesi consecutivi. Questo avviene in seguito alla diminuzione dell’attività ormonale ovarica per esaurimento del patrimonio follicolare (i follicoli sono le strutture che contengono le cellule uovo). Si assiste così al calo della produzione di ormoni estrogenici.

L’arrivo della menopausa dipende principalmente dall’età della donna: si presenta di solito fra i 46 ed i 55 anni e può essere di origine fisiologica, quindi naturale, o iatrogena, ovvero causata da interventi chirurgici o terapie particolari (come quelle antitumorali). Nel caso in cui si manifesti prima dei 45 anni si può parlare di menopausa precoce. Durante una fase iniziale si può assistere a quello che viene definito climaterio, un periodo antecedente la menopausa, ma che si distingue per una serie di manifestazioni fra cui: alterazioni del ciclo mestruale (in termini di irregolarità, variazioni di flusso o perdite intermestruali) o della fertilità, ma anche da tutti quei sintomi che verranno definiti come “precoci”. Il climaterio ha una durata variabile che può andare da qualche mese a diversi anni.


SINTOMI

I sintomi della menopausa

La menopausa coincide con la fine della capacità riproduttiva, ma si tratta di momento naturale della vita di una donna. È necessario informarsi adeguatamente su quali sono le sue manifestazioni e i sintomi principali per comprendere quale strategia attuare per affrontarla nel migliore dei modi: considerarla non come una problematica, ma come un’occasione di salute.

Alcuni sintomi della menopausa possono essere dei veri e propri disturbi capaci di compromettere la qualità di vita della donna stessa. Si manifestano in maniera estremamente variabile e ne soffrono circa il 70% delle donne.

Sintomi precoci:

  • Vampate di calore: compaiono con sudorazione profusa, sensazione di calore intenso soprattutto nel volto e nella parte alta del corpo, aumento della pressione sanguigna, tachicardia. Si tratta di uno dei disturbi con incidenza maggiore e la loro intensità può creare forte disagio nella persona.
  • Insonnia: dovuta a cause psicologiche o perché le vampate compaiono durante il riposo notturno.
  • Disturbi dell’umore: caratterizzati principalmente da ansia e irritabilità, ma correlati anche al contesto emotivo della donna.
  • Secchezza vaginale: l’assenza dello stimolo estrogenico porta anche ad un’alterazione dei tessuti e delle mucose, con conseguente secchezza. Questa può compromettere la vita sessuale della donna in quanto i rapporti, a causa della scarsa idratazione, risultano spesso dolorosi.
  • Disturbi della sessualità: talvolta legati ad un calo del desiderio sessuale.
  • Assottigliamento ed aumento della secchezza della pelle, Riduzione dell’elasticità della cute.

Complicazioni a lungo termine:

Nel tempo il calo della produzione di estrogeni può determinare la predisposizione ad altre complicanze correlate a modifiche di tipo metabolico, in quanto viene a mancare proprio l’azione protettiva esercitata dagli estrogeni. Si possono ad esempio verificare:

  • Alterazioni dei valori di lipidi e glicemia nel sangue.
  • Aumento di peso e della circonferenza addominale (il tessuto adiposo tende ad accumularsi nella zona dell’addome e nel punto vita).
  • Incremento della pressione arteriosa.
  • Demineralizzazione ossea con incremento del rischio di insorgenza di osteoporosi.

COSA FARE

Come affrontare la menopausa

Strategie comportamentali:

  • Dedicarsi ad attività piacevoli, con la famiglia e gli amici, non isolarsi.
  • Condurre un’alimentazione tesa ad evitare l’aumento di peso.
  • Svolgere regolare attività fisica per almeno 30 minuti al giorno. L’esercizio fisico ha effetti benefici generalizzati: dal tono dell’umore, alla salute cardiovascolare e dell’apparato muscolo-scheletrico.
  • Astenersi dal fumo e limitare il consumo di bevande alcoliche. Fumo ed alcol, oltre ad essere importanti fattori di rischio per malattie cardiovascolari, tumori ed osteoporosi, possono anche anticipare ed amplificare tutti i sintomi correlati alla menopausa.
  • Monitorare regolarmente la pressione arteriosa, il profilo lipidico (colesterolo totale, colesterolo HDL e LDL, trigliceridi) e il valore della glicemia.
  • Sottoporsi ai dovuti controlli specialistici come: visita ginecologica, visita senologica, esame di mineralometria ossea computerizzata (MOC).

Terapia ormonale sostitutiva? No grazie: E ne abbiamo visto i rischi.


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PIANTE CURATIVE

Alcune Alternative alle terapie ormonali:

  • Fitoestrogeni: sono complessi di sostanze derivanti da piante e che sono in grado di svolgere un’azione simile a quella degli estrogeni, seppure in maniera meno ampia. Fra i più diffusi ricordiamo gli Isoflavoni derivanti dalla soia. La loro assunzione ha dimostrato di: apportare benefici su tutti i sintomi legati alla menopausa, influenzare positivamente il metabolismo osseo e proteggere il sistema cardiovascolare. La ricerca inerente alle attività di queste molecole è in continua evoluzione, ma studi recenti hanno evidenziato che questi effetti benefici non causano aumento di rischio di tumori della mammella.
  • Cimicifuga Racemosa: pianta officinale impiegata per attenuare tutti i disturbi legati al climaterio: vampate, sudorazione profusa, irritabilità ed insonnia. Il suo utilizzo è supportato da studi scientifici sia dal punto di vista dell’efficacia che da quello della sicurezza, tuttavia se ne sconsiglia l’utilizzo in caso di disfunzioni o problematiche epatiche.
  • A sostegno dell’attività degli Isoflavoni o della Cimicifuga possono essere associate piante quali:
  • LAVANDA (AROMATERAPIA)
  • ANGELICA CINESE (DON QUOAI)
  • BIANCOSPINO
  • ENOTERA
  • FIENO GRECO
  • CUMINO NERO
  • AGRIFOGLIO
  • FINOCCHIO
  • MELISSA
  • GINKGO BILOBA
  • ERBA MEDICA
  • IPERICO
  • GINSENG
  • PIMPINELLA
  • LIQUIRIZIA
  • PASSIFLORA
  • TRIFOGLIO ROSSO
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Leggi lo studio qui sotto con la traduzione.

Una revisione dei farmaci erboristici efficaci nel controllo dei sintomi della menopausa (FONTE)
PMID: 29403626 PMCID: PMC5783135 DOI: 10.19082/5826

Articolo gratuito sul PMC

TRADUZIONE

Astratto

Background:

La sindrome della menopausa acuta, in particolare le vampate di calore, è uno dei problemi ginecologici più comuni durante la menopausa. A causa degli effetti collaterali della terapia ormonale, i farmaci fitoterapici e complementari sono sempre di grande interesse per le persone nel trattamento e nella gestione dei sintomi e delle complicanze della menopausa.

Obiettivo:

Lo scopo di questo studio era di indagare i meccanismi e gli effetti delle piante medicinali impiegate nel trattamento dei sintomi della menopausa.

Metodi:

questo articolo di revisione è stato realizzato esaminando studi di studi clinici tra il periodo 1994 e 2016. Le parole chiave, che includono menopausa, menopausa, vampate di calore, vampate, erbe e fitoestrogeni, sono state utilizzate per cercare medicinali erboristici utilizzati negli studi clinici per il trattamento dei sintomi della menopausa utilizzando database come PubMed, Medline, Scopus, Google Scholar, SID e Magiran.

Risultati:

i risultati dello studio hanno dimostrato che le piante medicinali, tra cui la salvia (Salvia officinalis), la melissa (Melissa officinalis), la valerina officinalis, il cohosh nero (Cimicifuga racemosa), il fieno greco (Trigonella foenum-graecum), il cumino nero ( Nigella sativa), Agrifoglio (Vitex agnus-castus), Finocchio (Foeniculum vulgare), Enotera (Oenothera biennis), Ginkgo biloba, Erba medica (Medicago sativa), Hypericum perforatum, Panax ginseng, Pimpinella anisum, Liquirizia (Glycyrrhiza glabra), Passiflora incarnata, il trifoglio rosso (Trifolium pratense) e la Glycine soja si sono rivelati efficaci nel trattamento della sindrome della menopausa acuta con diversi meccanismi.

Conclusione: le piante medicinali possono svolgere un ruolo fondamentale nel trattamento della sindrome della menopausa acuta; tuttavia, sono necessari ulteriori studi per rafforzare la loro efficacia nel trattamento della sindrome della menopausa acuta.


FITOESTROGENI

LE PIANTE AMICHE DELLA MENOPAUSA

Le piante toniche dell’utero sono quelle che hanno un effetto nutritivo (trofico) sul sistema riproduttivo femminile. La loro azione è dovuta in gran parte al contenuto di vari Fitoestrogeni e alle proprietà di migliorare la circolazione del sangue negli organi femminili.
Le piante contenenti Fitoestrogeni sono state usate da millenni per le stesse situazioni per cui oggi si prescrivono estrogeni. Mentre gli estrogeni, sia sintetici che naturali, comportano dei rischi (tumori) i Fitoestrogeni non hanno effetti collaterali.

«Dati epidemiologici e studi su animali hanno dimostrato che i Fitoestrogeni sono estremamente efficaci nel prevenire il tumore alla mammella, non solo perché competono con i recettori per gli estrogeni, ma anche con altri meccanismo anti-cancro (7-8).
I Fitoestrogeni sono in grado di esercitare effetti estrogenici, ma la loro attività è al massimo pari all’1-2% dell’attività dell’estrogeno (9). Tuttavia, a causa della loro attività, i Fitoestrogeni sono in grado di riequilibrare gli effetti estrogenici.
Se i livelli di estrogeni sono bassi, dal momento che i Fitoestrogeni hanno una qualche attività estrogenica, determinano un aumento dell’effetto estrogenico.

Se i livelli di estrogeni sono alti, dal momento che i Fitoestrogeni legano i recettori degli estrogeni e quindi competono con loro, ci sarà una diminuzione dell’effetto estrogenico (10).
A causa di questo bilanciamento dei Fitoestrogeni sugli effetti dell’estrogeno, è frequente che la medesima pianta sia indicata in condizioni sia di eccesso di estrogeni (per esempio, nella sindrome premestruale) sia di difetto di estrogeni (per esempio, nella menopausa e nelle anomalie mestruali)» (11).

Dr. Martino Giorgini

Bibliografia

  • (7) Adlercreutz H., Mazur W., , Ann, Med 1997; Phyto-oestrogens and Western diseases 29: 95-120
  • (8) Rose D.P., , Nutrition 1992; 8: 47-51 Dietary fiber, phytoestrogen and breast cancer
  • (9) Elghamary M.I., Shihata I.M., , Planta Medica, Biological activity of phytoestrogens 1965; 13: 352-357
  • (10) Tamaya T., et.al.,Inhibition by plant herb extracts of steroid bindings in uterus, liver and serum of the rabbit, Acta Ob Gyn Scand 1986; 65: 839-842
  • (11) J.E. Pizzorno Jr., M.T. Murray, op. cit.

CIMICIFUGA

Cimicifuga

I nativi nordamericani (Indiani) usavano la radice (rizoma) della Cimicifuga (Cimicifuga o Actaea racemosa) nei dolori mestruali (dismenorrea), nel parto e contro il morso dei serpenti (era, infatti, conosciuta col nome di “black snake root”). È stata presente nella Farmacopea statunitense dal 1820 al 1936. I medici naturalistici la usavano nei primi decenni del ‘900 per i disturbi ginecologici, ma anche per i dolori reumatici e muscolari.

Dal 1950 il suo uso è stato ripreso e utilizzato soprattutto come alternativa alla terapia ormonale sostitutiva durante la menopausa. La vasta diffusione che ne è seguita è giustificata dalle prove cliniche, come, ad esempio, sulla sua capacità di regolare gli ormoni femminili (12-13-14-15).

I Fitoestrogeni sono erroneamente considerati da evitare per la loro azione estrogenica, perché si legano ai ricettori degli estrogeni (al posto degli estrogeni), ma la loro attività è inferiore a quella degli estrogeni (mediamente solo 1% dell’attività degli estrogeni), quindi andrebbero considerati in pratica, anche dai medici, come anti-estrogenici! (16)
L’azione della Cimicifuga è simile a quella dell’estriolo, più che dell’estradiolo.

«Mentre l’estradiolo è stato messo in relazione a un aumento del rischio di cancro alla mammella, dell’ovaio e dell’utero (17-18), l’ha un’azione molto più debole e un estriolo più breve tempo di permanenza sui recettori della superficie cellulare rispetto al più potente estradiolo.

I tumori estrogeno-dipendenti non sono stimolati dalla debole azione dell’estriolo. Sul piano fisiologico, l’estriolo esercita i suoi effetti, in primo luogo sulla mucosa vaginale, mentre l’estradiolo li attua principalmente sulla mucosa uterina (19)».

La Cimicifuga ha la stessa azione dell’estriolo, ma «l’effetto della Cimicifuga sui meccanismi regolatori endocrini appare dovuto primariamente a una complessa sinergia di azioni dei suoi costituenti chiave, flavonoidi e derivati triterpenici. I dati indicano che tali composti producono i loro effetti benefici nelle donne in menopausa agendo sull’ipotalamo e sui centri vasomotori….
Molti sintomi della menopausa e, in particolare le vampate di calore, sembrano essere il risultato di un’alterata funzione dell’ipotalamo. L’ipotalamo è responsabile del controllo di molte funzioni tra cui: temperatura corporea, metabolismo di base, sonno, risposta allo stress, libido, umore, rilascio di ormoni dell’ipofisi.
Le endorfine sono un elemento critico per il funzionamento dell’ipotalamo. Si ritiene che molti rimedi naturali esercitino i loro effetti benefici incrementando il rilascio di endorfine».(20)
Diversamente dagli estrogeni, la Cimicifuga non varia la secrezione della prolattina e dell’ormone follicolostimolante (FSH).

La vampate di calore sono causate da una improvvisa secrezione dell’ormone luteinizzante (LH) nel sangue da parte dell’ipofisi. Gli effetti endocrini regolatori della Cimicifuga vengono esercitati anche sull’ipofisi oltre che sui recettori degli estrogeni.

Il Fitocomplesso della Cimicifuga contiene almeno tre diversi componenti:

  • un componente che agisce sull’ipofisi impedendo la secrezione dell’LH
  • un componente che si lega a recettori degli estrogeni
  • un componente che agisce sull’ipofisi impedendo la secrezione dell’LH e si lega anche ai recettori degli estrogeni.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) riconosce l’efficacia della Cimicifuga per trattare i sintomi della menopausa (21).

«Contrariamente all’estradiolo, la Cimicifuga non ha mostrato di stimolare la crescita di cellule tumorali in vitro migliora anche la circolazione sanguigna… Non presenta effetti collaterali, neppure a dosaggi elevati e per periodi di tempo abbastanza lunghi». (22)

«Studi in vivo e in vitro hanno segnalato una probabile attività estrogenica selettiva con effetto agonista a livello del sistema nervoso centrale e del tessuto osseo e antagonista a livello dell’endometrio, della vagina e della mammella, prospettando così per la Cimicifuga un’azione simile a quella esercitata dai modulatori selettivi degli estrogeni.
Le turbe dell’umore, la secchezza vaginale e le manifestazioni concomitanti – prurito, dispareunia (23), infiammazione pelvica – legate alla caduta della concentrazione ematica di estrogeni, sono migliorate dall’azione della pianta. Sembra inoltre che gli estratti della pianta agiscono alleviando i sintomi neurovegetativi della menopausa e determinando un’azione favorevole sulla densità minerale ossea senza stimolare l’endometrio». (24)

La maggior parte delle persone riferisce benefici notevoli entro 4 settimane dall’inizio dell’assunzione di Cimicifuga.
Dopo 6-8 settimane la maggior parte giunge alla completa risoluzione dei sintomi. (24)

«I risultati degli indici standard dei sintomi della menopausa hanno indicato un’evidente efficacia terapeutica dell’estratto di Cimicifuga rispetto a tutti i farmaci».

BIBLIOGRAFIA

  • (12) Harnischfeger G., Stolze H., Proven active substances from natural materials. Black snake root. Notabene Medici 1980; 10: 446-450
  • (13) Jarry H., Harnischfeger G., Studies on the endocrine effects of the contents of Cimicifuga racemosa. I. Influence on the serum concentration of pituitary hormones in ovariectomided rats. Planta Med 1985; 51: 80-83
  • (14) Jarry H., Harnischfeger G., Studies on the endocrine efficacy of the constituents of Cimicifuga racemosa: II. In vitro binding of constituents to estrogen receptors. Planta Med 1985;51:291-296
  • (15) Düker E.M., et.al., Effects of extracts from Cimicifuga racemosa on gonadotropin release in menopausal women and ovariectomized rats, Planta Medica 1991; 57: 420 424
  • (16) Miksicek R.J., , Commonly occurring plant flavonoids have estrogenic activity Molecular Pharmacology 1993; 44: 37-43
  • (17) Tzingounis V.A., Aksu, M.F., Greenblatt R.B., Estriol in the management of the menopause, JAMA 1978; 239: 1638-1641
  • (18) Lemon H.M., Pathophysiologic considerations in the treatment of menopausal patients with oestrogens; the role of oestriol in the prevention of mammary carcinoma. Acta Endocrinol 1980; 233: 17-27
  • (19) J.E. Pizzorno Jr., M.T. Murray, op.cit.
  • (20) Ibidem.
  • (21) WHO, , Volume 2. World Healt monographs on selected medicinal plants Organization, Geneva 2002.
  • (22) Francesco Perugini Billi, Edizioni Junior “Manuale di Fitoterapia
  • 23 Dolore che la donna sente durante il rapporto sessuale
  • 24 Enrica Campanini, , Tecniche Nuove Dizionario di fitoterapia e piante medicinali
  • 25 Stolze H., , Ginecology 1982; 3: 14-16 An alternative to treat menopausal complaints
  • 26 Warneke G., , Med Influencing menopausal Symptoms with a phytitherapeutic agent Welt 1985; 36: 817-874
  • 27 Stoll W., :Phytopharmacon influences atrophic vaginal epithelium double-blind study: Cimicifuga vs estrogenic substances, Therapeuticum 1987; 1: 23-31
  • 28 Bruker A., , Med Welt Essay on the Phytotherapy of Hormonal Disorders in Women1960; 44: 2331-2333
  • 29 Schildge E., Essay on the treatment of premenstrual and menopausal moods swings and depressive states, Rigelh Biol Umsch 1964; 19(2): 18-22
  • 30 Garlich N., , Arztl Prax 1962; 14: Treatment of ovarian disorders in general practice 1742-1743

Dr. Martino Giorgini


SALVIA

SALVIA OFFICINALIS

BENEFICI:

Le foglie di salvia contengono numerose altre sostanze come i tannini, gli oli essenziali, flavoni, acidi fenoli, diterpeni e triterpeni. [1]

Tutte queste molecole contribuiscono ai benefici della pianta: le proprietà della salvia, infatti, spaziano dalla riduzione della sudorazione, al rimedio per il mal di gola, al miglioramento della regolarità del ciclo mestruale, al miglioramento della digestione, fino al miglioramento delle capacità mentali [2]. Vediamo quindi insieme nel dettaglio a cosa serve la salvia.

  • Appetito e digestione
    La salvia può essere considerata un ottimo rimedio digestivo in quanto gli oli essenziali in essa contenuti rilassano la muscolatura dell’apparato gastrointestinale dell’uomo, migliorando di conseguenza la digestione. Inoltre la presenza di sostanze amare contribuisce a stimolare l’appetito.
  • Prestazioni cognitive
    In diverse ricerche è stato studiato l’effetto della salvia sulle capacità cognitive e sull’umore. Tali studi mostrano un risultato benefico della salvia sulle prestazioni cognitive e in particolare sul miglioramento della memoria. Questi benefici della salvia sono evidenti sia in persone sane, sia in persone con deficit cognitivi e ci sono alcuni iniziali risultati promettenti nella malattia di Alzheimer [3][4].
  • Azione antinfiammatoria
    Tra i benefici della salvia troviamo la sua azione antinfiammatoria e antisettica. Per questo motivo tale pianta risulta utile nelle infiammazioni delle vie respiratorie, così come in quelle del tratto gastrointestinale. Inoltre, sotto forma di impacchi, la salvia risulta utile nel caso di ferite.
  • Apparato riproduttivo femminile
    Tra le proprietà curative della salvia una delle più conosciute è il suo effetto sull’apparato riproduttivo femminile in quanto svolge un’azione simil-estrogenica. Per questo motivo la salvia si adatta a tutti i casi di flusso mestruale scarso e di irregolarità mestruali. Inoltre è ampiamente utilizzata nella donna in menopausa soggette a vampate, soprattutto notturne in quanto la salvia sembra avere un effetto diretto sui centri del sudore, riducendo la sudorazione e l’eccessiva salivazione.

Fonte: VIVERE SANO

Bibliografia

Puoi staccare le foglie di Salvia ed anche i fiori in primavera dalla tua pianta in giardino, per prepare una tisana, oppure acquistare dei buoni prodotti erboristici.

Della Salvia si può usare tutta la pianta, il fiore e le foglie in formato di Tisana o di Estratto Analcolico.

Tisana di Salvia

ERBE DI MAURO

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8-10 minuti un cucchiaino di salvia essiccata in una tazza d’acqua calda bollente (circa 250 ml), avendo cura di coprirla con un coperchio o un piattino. Dopo di che filtra e bevi la tisana finché calda. Usala per 1-2 volte al giorno.

Perché sia efficace le foglie di salvia e la tisana non deve mai entrare in contatto con qualcosa di metallico (ferro, rame, alluminio, ecc.).


Estratto di Salvia

Giorgini

La salvia contrasta i disturbi della menopausa e promuove la regolarità del processo di sudorazione. Inoltre, favorisce la funzione digestiva e l’eliminazione dei gas intestinali, coadiuva il benessere di naso e gola, svolge una benefica azione antiossidante e agisce come tonico per contrastare la stanchezza fisica e mentale.

da 10 a 30 ml al giorno). Se desiderato, la dose giornaliera può essere diluita in una bottiglia d’acqua da consumare nell’arco della giornata.
Agitare prima dell’uso. Misurino graduato incluso nella confezione.
Conservare il prodotto fuori dal frigorifero anche dopo l’apertura.

INTEGRATORI MISTI

Menopausa Control PlusMenopausa Control Plus

80 pastiglie

Si consiglia l’assunzione di 4 pastiglie una o due volte al giorno in qualunque momento (da 4 a 8 pastiglie al giorno).

Il prodotto contiene:
Cimicifuga (Cimicifuga racemosa) rizomi E.S., Cardo Mariano (Silybum marianum) frutti E.S. (titolato all’80% in silimarina), (L-)istidina, Glutatione ridotto, SAMe (S-adenosil metionina disolfato tosilato), soia (Glycine max) semi E.S. (titolato al 40% in isoflavoni), GammaOrizanolo, Potassio Ioduro.


ANGELICA CINESE

Angelica cinese DONG QUAI

In Asia, l’Angelica (Angelica sinensis), dong-quai, è considerata il rimedio “femminile”, seconda per fama forse al Ginseng (Panax ginseng), considerato il rimedio “maschile”. Da migliaia di anni in Cina, l’Angelica cinese, è coltivata, a scopo medicinale, per una grande varietà di problemi femminili: dismenorrea, amenorrea, metrorragia, disturbi della menopausa, per garantire una gravidanza sana e un parto regolare.
Inoltre, è impiegata per trattare anemia, ferite, artrite, emicrania (32-33).

A differenza di altre piante, non si sono effettuate ricerche su principi attivi isolati, ma su estratti delle radici. Molte sono state le attività dimostrate: fitoestrogenica, ipotensiva, analgesica, antiallergica, immunomodulante, antimicrobica, ed effetti cardiovascolari e rilassanti la muscolatura liscia.
I fitoestrogeni contenuti nell’Angelica cinese hanno un’attività molto inferiore a quella degli estrogeni animali (0,25%), ma competono attivamente per i siti di legame, risultando nel complesso anti-estrogenici.

riducono l’attività estrogenica, occupando i siti degli estrogeni.
L’Angelica cinese tratta sia i disturbi da carenza di estrogeni sia quelli causati da un loro eccesso!

Cura tutti i disturbi femminili:

  • dismenorrea, amenorrea, metrorragia, mestruazioni irregolari, garantisce la gravidanza sana e un parto regolare, tutti i disturbi della menopausa (specialmente le “caldane”) e il ronzio alle orecchi provocato da insufficienza circolatoria. È un tonico dell’utero e un tonico per le donne che hanno un flusso abbondante.
  • Anche se non è molto nota per questa proprietà, l’Angelica cinese ha una notevole azione ipotensiva (34) dovuta soprattutto all’attività vasodilatatrice coronarica, spasmolitica e di inibizione dell’enzima AMP-ciclico. L’azione è simile a quella dei farmaci che fosfodiesterasi (35) bloccano i canali del calcio.

Altre attività dell’Angelica cinese sul sistema cardiovascolare sono l’effetto inotropo negativo e antiaritmico (36).

Le sostanze che bloccano i canali del calcio rilassano anche la muscolatura liscia. Infatti, da sempre l’Angelica cinese è stata usata per trattare gli spasmi intestinali e i crampi uterini.
L’azione rilassante la muscolatura liscia dei vasi sanguigni spiega anche la sua azione ipotensiva e sulla muscolatura liscia bronchiale contro l’asma.
L’Angelica cinese ha dimostrato azione anti-dolorifica e leggermente tranquillante in studi su animali (37-38-39).

«In uno studio, l’azione analgesica è risultata 1,7 volte superiore a quella dei salicilati (37). La sua attività analgesica, unita a quella rilassante della muscolatura liscia va a sostengo del suo impiego storico in condizioni patologiche quali i crampi uterini, i traumi, le cefalee e l’artrite» (40).
La fitoterapia cinese e giapponese usa l’Angelica per prevenire e trattare le allergie a svariate sostanze (polline, polvere, pelo animale, alimenti…)41-42.
Ha la capacità di inibire le IgE in maniera selettiva. Poiché i livelli di IgE nelle persone con malattie atopiche sono fino a10 volte più alti della norma, l’Angelica cinese può ridurre questi anticorpi in eccesso.
Gli estratti di Angelica cinese contengono anche dei composti cumarinici che hanno mostrato attività immunostimolante sia in persone sane sia in quelle malate di cancro (43- 44).
Si è visto che le cumarine stimolano i macrofagi e aumentano la fagocitosi (45).
Si ritiene che tale attività offra una protezione significativa contro le metastasi e la crescita delle cellule tumorali. In seguito alla somministrazione di cumarina, si dice che i macrofagi sono “attivati” e dunque capaci di entrare nel tumore, dove può avere luogo una distinzione specifica delle cellule tumorali (46-47).
I composti cumarinici dell’Angelica e i polisaccaridi hanno un’attività immunomodulante. Si è dimostrato che possiedono un effetto mitogenetico sui linfociti B, attivano la produzione di interferone, agiscono da antitumorali e promuovono l’attivazione del complemento (sia attraverso la via classica che quella alternativa).

Documenti di libera consultazione su sito

BIBLIOGRAFIA

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  • 32 Duke J.A. . Boca Raton, FL: CRC Press. 1985: Handbook of medicinal herbs
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  • 34 Hikino H. , Econ Med Plant Res 1985; Recent research on Oriental medicinal plants 1: 53-85
  • 36 Hikino H. Recent research on Oriental medicinal plants, Econ Med Plant Res 1985;
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  • 38 Tanaka S., et. al. Anti-nociceptive (antidolorifico) substances from the root of Angelica acutiloba, Arzneim Forsch 1977; 27: 2039-2045
  • 39 Tonak S., et. al. Effects of “toki” (Angelica acutiloba kitawaga) extracts on writhing and capillary permeability in mice (analgesic and anti-inflammatory effects). Yakugaku Zasshi 1071; 91: 1098-1104
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  • 41 Hikino H. Recent research on Oriental medicinal plants, Econ Med Plant Res 1985; 1: 53-85
  • 42 Sung C. P., Baker A. P., Holden D.A. et al. Effects of Angelica polymorpha on reaginic antibody production. J Natural Products 1071; 45: 398-406
  • 43 Cosley-Smith J.R. . The actions of benzopyrenes on the blood-tissue-lymph system Folia Angiol 1976; 24: 7-22
  • 44 Berkarda B., et al. The effect of coumarin derivatives on the immunological system of men. Agents Action 1983; 13: 50-52 Yoshiro K. The physiological actions of Tang Kuei and Cnidium. Bull Oriental
  • 45 Healing Arts Inst. USA 1985;10:269–278.
  • 46 Ogno N, Matsumoto S.I., Suzuki I. et al. Biochemical characterization of a mitogen obtained from oriental crude drug, tohki (Angelica acutiloba Kitawaga). J Pharm Dyn 193; 6: 903-912
  • 47 Kumazawa Y., Mizunoe K., Otsuka Y. Immunostimulating polysaccharide separated from hot water extracts of Angelica acutiloba Kitowaga (Yamato tohki). Immunology 1982; 47: 75-83;

VITAMINE IN MENOPAUSA

INTEGRATORI AMICI DELLA MENOPAUSA

Alcuni nutrimenti hanno mostrato effetti benefici sulle vampate di calore e la vaginite atrofica, in studi clinici:
Vitamina E, Esperidina insieme alla Vitamina C, Gamma-orizanolo, Ginkgo biloba e Rubus idaeus.

Vitamina E

Alla fine degli anni 40 molti studi clinici dimostrarono che la vitamina E alleviava le vampate di calore (55-56-57), ma tali studi hanno avuto uno scarno seguito.
In uno studio, la vitamina E migliorava non solo i sintomi, ma anche l’aumento di apporto ematico alle pareti vaginali.
Uno studio pubblicato nel 1949 dimostrava che la vitamina E era efficace nel 50% delle donne in menopausa con vaginite atrofica e altre forme di vaginite.

Esperidina e Vitamina C

L’Esperidina (un flavonoide) insieme alla vitamina C può essere utile nel migliorare le vampate di calore.
Come altri flavonoidi, l’esperidina è nota per la capacità di migliorare la permeabilità capillare (chiamata “vitamina P” per questo motivo) e migliorare l’integrità dei vasi sanguigni.
Questa azione si svolge con la vitamina C che è necessaria per la sintesi del collagene (costituente basale delle pareti vasali).

Gamma-orizanolo

Anche il Gamma-orizanolo è utile per trattare le vampate di calore. Agisce direttamente sull’ipofisi per aumentare il rilascio di endorfine da parte dell’ipotalamo. (58-59)
In uno studio recente 300 mg di gamma-orizanolo al giorno hanno mostrato un miglioramento dei sintomi nell’85% delle donne.
Il gamma-orizanolo è una sostanza di origine naturale e sicura. Negli studi clinici e sperimentali non si sono visti effetti collaterali anzi, oltre a migliorare i sintomi della menopausa, abbassa colesterolo e trigliceridi (60).

Ginkgo biloba

L’estratto delle foglie di Ginkgo biloba è indicato in menopausa per la sua azione sulla circolazione: riduce la permeabilità capillare, attiva la circolazione cerebrale e periferica, impedisce la formazione di trombi e l’aggregazione delle piastrine, tonifica le vene, ed è antiallergico e antiossidante (61).

Può essere utile per eliminare i vuoti di memoria, ma anche per le mani e i piedi freddi (62-63-64), aumenta la circolazione cerebrale, l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule cerebrali e la trasmissione del segnale nervoso. La memoria è basata proprio sulla velocità della trasmissione
dell’impulso nervoso.
La maggior parte delle persone ne trae benefici già nelle prime 2-3 settimane.

Gemmoderivati

I giovani getti freschi di Rubus idaeus (Lampone) mostrano un tropismo elettivo nei confronti dell’apparato genitale femminile e dell’asse ipofisi-ovaio. È un riequilibrante dei disturbi ormonali femminili dal menarca alla menopausa.

«Rubus idaeus è il gemmoderivato del blocco reticolo endoteliale. È il rimedio indicato in: menorragie della pre menopausa da iperplasia endometriale, amenorrea secondaria e da menopausa precoce e/o iatrogena, cisti ovarica e micropolicistosi dell’ovaio, fibroma uterino, mastopatia fibrocistica, metriti e/o vaginiti, turbe della libido, frigidità, senescenza femminile…» (65).

Dieta

Si consiglia di aumentare i cibi contenenti fitoestrogeni come soia, finocchi, sedano, prezzemolo, olio di semi di lino, noci e semi.

Documenti di libera consultazione su sito

BIBLIOGRAFIA

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  • 58 Murase Y., Iishima H. Clinical studies of oral administration of gamma-orizanol on climateric complaints and its syndrome. Obstet Gynecol Prac 1963; 12: 147-149
  • 59 Iishima H. Effect of gamma-orizanol on serum lipid peroxide levels and climateric disturbances. Asia Oceania J Obstet Gynecol 1984; 10: 317
  • 60 Yoshino G., et al. . Current Effects of gamma-orizanol on hyperlipidemic subjects Ther Res 1989; 45: 543-552.
  • 61 Francesco Perugini Billi, , Edizioni Junior. Manuale di fitoterapia
  • 62 Kleijnen J., Knipschild P., . Lancet 1993; 340: 1136 Drug profiles – Ginkgo biloba 1139
  • 63 Bauer U.Six-month double-blind randomized clinical trial of Ginkgo biloba extract versus placebo in two parallel groups in patients suffering from peripheral arterial insufficiency. Arzneim Forsch 1984; 34: 716-721
  • 64 Rudofsky V.G. The effect of Ginkgo biloba extract in cases of arterial occlusive disease. A randomized placebo controlled, double-blind crossover study. Fortsch Med 1987; 105: 397-400.
  • 65 Fernando Piterà, , Ed De Ferrari Compendio di gemmoterapia clinica

 




Come combattere l’infiammazione cronica con alimentazione e rimedi naturali

Infiammazione Cronica

L’infiammazione a breve termine è una risposta immunitaria naturale e desiderabile. Aiuta infatti a circoscrivere ed eliminare lo stimolo lesivo che l’ha generata, impedendo che questo persista danneggiando l’ospite.

Tuttavia, quando si protrae per lungo tempo, l’infiammazione cronicizza diventando un fattore di rischio per diverse malattie 1, 2.

Conseguenze

Numerosi studi suggeriscono che l’infiammazione cronica di basso livello svolge un ruolo importante nell’insorgenza e nella gravità di malattie cardiache, cancro, sindrome metabolica, obesità, morbo di Alzheimer e varie altre malattie degenerative 3, 4, 5, 6.

In tutto il mondo, 3 persone su 5 muoiono a causa di patologie infiammatorie croniche come ictus, malattie respiratorie croniche, disturbi cardiaci, cancro, obesità e diabete 6.

Cause

Mentre l’infiammazione acuta è quasi sempre riconducibile a una causa evidente, in molti casi è difficile risalire alle cause di un’infiammazione cronica.

Tra le cause ben identificabili segnaliamo le malattie autoimmuni (come il lupus e l’artrite reumatoide), la cronicizzazione di un’infezione acuta e i disturbi autoinfiammatori (febbre mediterranea familiare). L’infiammazione cronica può verificarsi quando le persone sono obese o cronicamente sotto stress 7, 8. Inoltre, l’invecchiamento è associato a un aumento dei livelli di diverse molecole infiammatorie.

Anche l’alcool, l’eccessivo consumo di zuccheri o grassi trans, l’eccessiva esposizione solare, il fumo e l’esposizione cronica ad agenti tossici e irritanti (come la polvere di silice) possono causare infiammazione cronica.

6.

L’infiammazione cronica è anche correlata al naturale processo di invecchiamento. Le cellule senescenti, infatti, tendono ad assumere un fenotipo secretorio pro-ossidante e pro-infiammatorio.

Ruolo della Dieta

Anche la dieta svolge un ruolo cardine nel determinare lo stato infiammatorio dell’organismo.

Nutrienti e Alimenti
Pro-Infiammatori
Nutrienti e Alimenti
Anti-Infiammatori
Grassi Trans, Grassi Saturi, Eccesso di grassi Omega-6 in relazione all’apporto di Omega-3

  • Grassi Idrogenati
  • Margarine con grassi trans
  • Prodotti dolciari e di Pasticceria con grassi trans
  • Olio di palma
  • Grassi animali (sego, strutto, burro)
  • Consumo quasi esclusivo di oli di semi per condire (di mais, di girasole, di soia ecc.)
Grassi Omega-3 e Monoinsaturi

  • Olio di Semi di Lino
  • Oli di Pesce
  • Grassi del Pesce
  • Olio di Canapa
  • Olio di Perilla
  • Frutta secca oleosa (noci, mandorle, pistacchi ecc.)
  • Olio di Noce
  • Olio Extravergine di oliva
Alimenti di origine animale trasformati

  • Carne Trasformata (carne in scatola, salumi, insaccati)
  • Fast Food (hamburger, salsicce ecc.)
  • Salse a base di carne
Alimenti di origine vegetale

  • Frutta fresca di Stagione
  • Verdura fresca di Stagione
  • Cioccolato, rigorosamente fondente extra
  • Tè verde
  • Spezie
Zuccheri e Carboidrati Raffinati

  • Bevande zuccherate e succhi di frutta industriali
  • Dolciumi / Dessert
  • Snack industriali (cracker, salatini, patatine fritte)
  • Eccesso di carboidrati complessi ma altamente raffinati (pane, pasta, riso bianco, prodotti da forno, pizza ecc.)
Carboidrati Integrali

  • Pasta Integrale
  • Riso Integrale, parboiled o nero
  • Pane e altri prodotti da forno preparati con farine integrali
  • Alcool in Eccesso
Vino Rosso con Moderazione
Calorie in Eccesso Lieve deficit calorico (restrizione calorica moderata)

Per approfondire l’argomento, consigliamo la lettura dei nostri articoli:

L’infiammazione cronica può essere evidenziata da un aumento di alcuni marker nel sangue, tra cui la proteina C reattiva (PCR), l’omocisteina, il TNF-alfa e l’IL-6.

Sintomi

Di seguito elenchiamo alcuni dei segni e sintomi comuni che si sviluppano durante l’infiammazione cronica.

  • Infezioni frequenti.

Earthing - Camminare a Piedi Nudi

Omega-3, GLA, Boswellia, Olio CBD, Uncaria, Artiglio del Diavolo, Bromelina, Quercetina, e fra le Spezie: Curcuma e Curcumina, Zenzero, inoltre Vitamina D, Microalghe,Salice.

OMEGA 3

Omega-3

Esistono 3 tipi principali di acidi grassi omega-3:

EPA e DHA si trovano esclusivamente nei prodotti marini (alghe, pesce e prodotti della pesca). Buone fonti di ALA sono invece rappresentate da olio e semi di lino, olio di perilla, olio e semi di chia e olio di noci.

Gli omega-3 hanno dimostrato una potenziale utilità nel trattamento di patologie correlate a un meccanismo infiammatorio cronico e di malattie autoimmuni.

Innanzitutto, l’integrazione o una maggiore assunzione dietetica di omega-3 è associata a minori concentrazioni di diversi marker infiammatori, come PCR e IL-6 9, 10, 11, 12, 13.

Soprattutto l’olio di pesce (ricco di EPA e DHA) ha dimostrato potenziai benefici nella gestione di malattie come artrite reumatoide14, asma15, 16, diabete di tipo 1 e sclerosi multipla17, 18, 19, lupus eritematoso sistemico20, colite ulcerosa, morbo di Crohn e psoriasi21, 22, 23, 24.

Anche le fonti ricche di ALA, come olio di lino e olio di perilla, hanno dimostrato potenziali benefici nel ridurre l’infiammazione, sebbene l’olio di pesce ricco di EPA e DHA possa essere considerato un antinfiammatorio naturale più efficace 25, 26.

Dosi consigliate: 1-1,5 grammi di omega-3 da EPA e DHA al giorno, oppure 2-6 grammi al giorno di ALA.


Acido alfa lipoico – 250mg – 60 caps – Vegan


GLA /Acido Gamma Linoleico

GLA

L’acido gamma-linolenico (GLA) è ungrasso omega 6che si trova in alcuni oli di semi di piante, come l’olio di enotera, l’olio di ribes nero e l’olio di borragine.

Il corpo può convertire il GLA in sostanze chimiche antinfiammatorie 27.

Una revisione degli studi sulle applicazioni topiche di oli vegetali, segnala come l’olio di borragine abbia effetti sia antiossidanti che antinfiammatori, che possono essere utili per le persone con dermatite atopica 28.

In diversi piccoli studi, su un totale di quasi 600 persone, oli ricchi di GLA come quello di borragine (assunti per via orale) hanno contribuito a mantenere l’integrità della barriera cutanea e ridurre infiammazione, prurito, secchezza, disidratazione e danni da grattamento 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39.

L’associazione di GLA (da olio di borragine o enotera) e olio di pesce (ricco di EPA) ha ridotto i sintomi dell’artrite reumatoide, l’uso di antidolorifici e il rischio di malattie cardiache in 4 studi su quasi 400 persone 40, 41, 42, 43.

Dosi consigliate: 1-3 grammi al giorno.


BOSWELLIA

Boswellia

La resina ottenuta dalla corteccia della Boswellia serrata è un antinfiammatorio naturale usato in medicina ayurvedica come rimedio per l’asma e le manifestazioni dolorose che colpiscono le articolazioni44.

Studi moderni suggeriscono che questo estratto riduce l’infiammazione bloccando l’enzima 5-lipossigenasi, agendo quindi in modo simile ai corticosteroidi 45, 46.

La boswellia è un promettente antinfiammatorio naturale contro l’artrite. In una meta-analisi di 260 pazienti con artrite reumatoide, 400 mg di estratto di boswellia hanno ridotto gonfiore, dolore e rigidità.

I pazienti sono stati anche in grado di ridurre l’assunzione di farmaci antinfiammatori (FANS) e hanno richiesto meno trattamenti di emergenza 47.

In 102 pazienti con malattia di Crohn, gli effetti di un estratto di boswellia sono risultati paragonabili al trattamento standard (mesalazina), con un rapporto rischio-beneficio superiore 46.

Il 70% dei pazienti con asma ha mostrato un miglioramento durante l’assunzione di 300 mg di estratto di boswellia 3 volte al giorno, rispetto al 27% osservato nel gruppo placebo 44.

Dosi consigliate: il dosaggio medio suggerito è di 300-400 mg 3 volte al giorno (dose totale quotidiana 900-1.200mg), ma può variare in relazione alla titolazione dell’estratto.

Boswelia capsule Ecosalute

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OLIO CBD

Olio CBD

I cannabinoidi (CBD e THC) si legano ai recettori degli oppioidi e dei cannabinoidi, riducendo l’infiammazione e rilasciando endorfine che possono ridurre il dolore 48.

L’olio di canapa ad uso alimentare viene estratto dai semi e contiene solo tracce ditetraidrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD).

Oli speciali ad alto contenuto di CBD sono ottenuti da foglie, fusti e fiori, e usati come rimedio alternativo per migliorare il dolore cronico, l’ansia, i disturbi del sonno e come farmaco nel trattamento di alcune forme di epilessia 49.

A differenza del THC, il CBD è privo di attività psicoattiva e non crea assuefazione.

Una revisione scientifica ha concluso che i cannabinoidi hanno ridotto in modo forte e sicuro vari tipi di dolore cronico: neuropatico, da artrite, da fibromialgia, da HIV e dolore da sclerosi multipla 50.

Un’altra revisione di 16 studi ha trovato prove significative dei benefici del CBD per le persone con dolore cronico51.

Dosi consigliate: i dosaggi di CBD usati negli studi variano ampiamente in base all’indicazione clinica, da meno di 5 mg/die a oltre 100 mg/die.

UNCARIA

Uncaria

L’uncaria è un altro potenziale antinfiammatorio naturale, con le prove più forti che provengono da studi sull’artrosi e l’artrite reumatoide.

In uno studio su 45 persone con artrosi del ginocchio, l’assunzione di 100 mg di estratto di uncaria per 4 settimane ha ridotto il dolore durante l’attività fisica. Tuttavia, non vi è stato alcun cambiamento nel dolore a riposo o nel gonfiore al ginocchio 52.

Durante una ricerca su 40 pazienti affetti da artrite reumatoide, l’estratto di uncaria (60 mg) combinato con i farmaci convenzionali (sulfasalazina/idrossiclorochina) ha ridotto il numero di articolazioni doloranti 53.

In un altro studio su 95 persone, un integratore alimentare con 300 mg di estratto di uncaria e 1500 mg di maca ha migliorato il dolore articolare, la rigidità e la funzione articolare, con la stessa efficacia della glucosamina solfato. Inoltre, i partecipanti avevano bisogno di farmaci antidolorifici meno frequentemente 54.

Si pensa che l’uncaria riduca l’infiammazione nel corpo, alleviando anche i sintomi dell’artrite reumatoide 55. In effetti, ha ridotto l’infiammazione e il dolore nei ratti con artrite 56.

Il suo principio attivo mitrafilina, ad esempio, inibisce NF-kB e blocca il rilascio di molecole infiammatorie come IL-1, IL-4 e IL-17 e TNF-alfa, con un meccanismo d’azione simile a quello del prednisone 57, 58, 59.

Dosi consigliate: gli studi clinici hanno utilizzato dosi comprese tra 60 e 350 mg di estratto di uncaria al giorno. Il dosaggio può essere suddiviso in 2-3 dosi quotidiane.

Estratto di Uncaria Giorgini


ARTIGLIO DEL DIAVOLO
Artiglio del Diavolo

Un estratto acquoso essiccato di Harpagophytum procumbens ha prodotto una significativa attività analgesica dose-dipendente e anti-infiammatoria nei ratti trattati a dosi di 5 e 10 mg/kg 60.

Diversi meccanismi d’azione sembrano sostenere la potenziale attività di questo antinfiammatorio naturale 61:

  • inibizione delle metalloproteinasi della matrice e dell’elastasi (che degradano le componenti della cartilagine articolare).

Diversi studi clinici hanno dimostrato che vari estratti di artiglio del diavolo (equivalenti a 50-60 mg di arpagoside al giorno, somministrati per un periodo variabile tra 8 e 16 settimane) hanno migliorato significativamente il quadro clinico di soggetti con artrosi del ginocchio e dell’anca62, 63, 64.

L’artiglio del diavolo sembra anche particolarmente efficace nel trattamento delle esacerbazioni acute del dolore lombare cronico aspecifico (lombalgia) 65.

Dosi consigliate: estratti acquosi o etanolici che apportino 60-100mg di arpagoside al giorno 66.

Artiglio del diavolo Tintura Officinale Ecosalute

Assumere 50 gocce 2 o 3 volte al giorno in acqua, thè o succo. La confezione è sufficiente per circa 15 giorni.

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BROMELINA

Bromelina

La bromelina è un enzima presente negli ananas, in particolare nel loro gambo. Secondo studi cellulari, la bromelina blocca gli enzimi e le molecole che alimentano l’infiammazione (COX-2, PGE-2, IL-1beta, INF-alfa, IL-6 e TNF-alfa) 68.

In 77 pazienti con artrite reumatoide o artrosi, la bromelina (400 mg) ha migliorato i sintomi generali, ridotto la rigidità articolare e migliorato la funzione fisica 69.

La bromelina ha anche ridotto l’edema dei tessuti, il dolore e la rigidità articolare in 2 studi clinici su 117 persone con osteoartrosi del ginocchio. In uno di questi studi, è risultata efficace quanto il diclofenac, un farmaco antinfiammatorio 70, 71.

Diversi studi hanno dimostrato che la bromelina può ridurre l’infiammazione, il gonfiore, i lividi e il dolore che si verificano dopo l’intervento chirurgico 72.

Dosi consigliate: dai 200 ai 2000mg al giorno lontano dai pasti 4.

Bromelina da Ananas  di Ecosalute 

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QUERCETINA

Quercetina

La quercetina è un antiossidante e antinfiammatorio naturale che si trova in vari alimenti, tra cui mele, cipolle, tè, bacche, capperi e vino rosso.

Secondo studi preliminari, la quercetina può aiutare a ridurre l’infiammazione, ma le prove sono limitate 73, 74.

Uno studio di 8 settimane su 50 donne con artrite reumatoide ha osservato che i partecipanti che hanno assunto 500 mg di quercetina al giorno hanno sperimentato una significativa riduzione della rigidità e del dolore articolare al mattino e post-attività 75.

Mostravano anche ridotti marcatori dell’infiammazione, come il TNFα, rispetto alle pazienti che avevano ricevuto un placebo.

Dosi consigliate: 500-1.000 mg al giorno 76.

Quercetina - Integratore in Pastiglie

VITAMINA D

Vitamina D

Diverse indagini hanno stimato che dal 20 all’80% delle persone negli Stati Uniti, Canada, Messico, Europa, Medio Oriente e Asia hanno una carenza di vitamina D 88, 89, 90. La vitamina D è un potente modulatore del sistema immunitario e livelli ematici normali aiutano a ridurre l’infiammazione e l’autoimmunità nel corpo.

La vitamina D ha infatti dimostrato di ridurre la secrezione di citochine pro-infiammatorie (IL-1, IL-2, IL-6, IL-8, IL-17, TNF-α, IFN-γ e IL-12) 91, 92, 93, 94 e di aumentare quella di citochine anti-infiammatorie (IL-10 e IL-4) 95, 93, 96, 97.

L’integrazione di vitamina D ha una potenziale utilità in un’ampia gamma di squilibri immunitari, malattie infettive e autoimmuni 98

la carenza di vitamina D è più comune nelle persone con disordini autoimmuni e infiammatori, tra cui sclerosi multipla, psoriasi e artrite reumatoide. Anche le persone con tendenze allergiche tendono a essere più spesso carenti 99.

Alcuni ricercatori pensano che le persone con livelli più alti di vitamina D – come coloro che prendono molto sole e mangiano molto pesce azzurro (che rappresenta uno dei pochi alimenti ricchi di vitamina D) – siano meglio protetti contro una serie di malattie infiammatorie.

Dosi consigliate: da 2000 UI (dalla nascita fino ai 2 anni), poi 4.000 UI fino ai 18 anni, e poi 10.000 UI di vitamina D3 al giorno, in relazione all’età e ai livelli ematici di vitamina D. OPPURE SECONDO PARERE DEL VOSTRO MEDICO

MICROALGHE

Microalghe

Le microalghe, come la clorella, la spirulina e la klamath, sono ricche di micronutrienti con attività antiossidante e antinfiammatoria 100, 101. Vantano anche un buon contenuto dell’omega-3 acido alfa-linolenico (ALA), che come abbiamo visto risulta utile per attenuare l’infiammazione 102.

Ad esempio, sono ricche di clorofilla e ficocianine, inclusa la ficocianina-C. Questi fitonutrienti hanno dimostrato di esibire una potente attività antiossidante e antinfiammatoria103, 102.

La ficocianina-C, in particolare, può combattere i radicali liberi e inibire la produzione di molecole di segnalazione infiammatoria, producendo effetti antiossidanti e antiflogistici 104, 105, 102.

Quando alle persone con diabete sono stati somministrati 8 grammi di spirulina al giorno per 12 settimane, i loro livelli di MDA (un marker di infiammazione) sono diminuiti 106.

Dosi consigliate: 3-10 grammi al giorno.

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SALICE

Salice

Padre della moderna aspirina, questo antinfiammatorio naturale concentra nella propria corteccia sostanze dotate di azione antidolorifica, antipiretica e antinfiammatoria. In particolare, la corteccia di salice bianco (Salix alba) contiene salicina, lo stesso composto da cui deriva l’aspirina (acido salicilico)107, 108.

La salicina assunta tramite la corteccia del salice bianco viene convertita in acido salicilico dal fegato e si ritiene che abbia meno effetti collaterali rispetto all’aspirina109. Vari studi randomizzati e controllati con placebo hanno confrontato la corteccia di salice bianco con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), dimostrando un’efficacia paragonabile 109.

Dosi consigliate: la monografia dell’EMA suggerisce dosi da 393 a 786 mg di estratti secchi titolati al 15% in salicina, fino a 2 volte al giorno, per una dose quotidiana totale da 393 a 1572 mg 110.


Spezie

Tra gli antinfiammatori naturali più studiati rientrano indubbiamente le spezie, come:

  • Curcuma
  • Basilico
  • Timo
  • Chiodi di garofano
  • Origano
  • Rosmarino
  • Ginger (zenzero)
  • Cannella
  • Peperoncino.

CURCUMA

Curcuma e Curcumina

La curcumina è il principale componente attivo della curcuma, da sempre oggetto di ricerche per i suoi effetti anti-infiammatori.

In uno studio clinico su oltre 100 persone con diabete di tipo 2 o sindrome metabolica, una combinazione di curcumina e piperina ha prodotto interessanti effetti antinfiammatori (riducendo i livelli di proteina C reattiva) 77.

Una combinazione simile ha ridotto l’infiammazione (diminuendo i livelli di IL4, IL-6 e PCR) in uno studio clinico su 40 persone con artrosi del ginocchio78.

In uno studio su 45 pazienti con artrite reumatoide, 500 mg di curcumina al giorno hanno migliorato la dolorabilità, il gonfiore articolare e altri sintomi meglio di un farmaco antinfiammatorio 79.

In 241pazienti con febbre da fieno, 500 mg di curcumina hanno migliorato i sintomi infiammatori (starnuti, prurito, naso che cola e congestione) dopo 2 mesi di integrazione 80.

Durante una ricerca su 89 pazienti con colite ulcerosa, 1 g di curcumina in aggiunta ai farmaci tipici (sulfasalazina o mesalamina) ha ridotto i tassi di ricaduta 81.

Dosi consigliate: 500-1000 mg di curcumina al giorno, meglio se in associazione a piperina. Sono state studiate dosi fino a 10 grammi al giorno e sono considerate sicure, ma possono causare effetti collaterali digestivi 82.

Curcuma Integrata Ecosalute

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ZENZERO

Zenzero

Lo zenzero sembra esibire proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche, particolarmente utili per alleviare i dolori articolari associati all’artrosi.

Durante uno studio su 64 pazienti con diabete di tipo 2, l’integrazione di zenzero ha ridotto i marcatori dell’infiammazione come TNF-alfa e PCR 83.

In due studi su 267 pazienti con artrosi, l’estratto di zenzero (250 e 255 mg) ha ridotto il dolore al ginocchio 84, 85.

In un piccolo studio, i partecipanti hanno assunto un estratto di zenzero (340 mg) per 4 settimane, beneficiando di un effetto antidolorifico analogo a quello del farmaco antinfiammatorio diclofenac, ma senza i noti effetti collaterali a livello gastrico.

Tuttavia, questo studio aveva un campione di piccole dimensioni e ha testato gli effetti dello zenzero in un breve periodo di tempo. Sono necessari studi su larga scala a lungo termine per meglio definire le proprietà di questo antinfiammatorio naturale 86.

Dosi consigliate: 1-2 grammi al giorno 87.

Zenzero Attivo - Integratore alimentare a base di Zenzero



Quanti studi sulle vitamine
Studi in vitro, vantaggi e svantaggi

Gli studi sulle vitamine e su sostanze naturali sono relativamente tanti, ma spesso inconcludenti e superficiali, per tre motivi:

  1. soprattutto sono in vitro.
  2. La messa in produzione di sostanze naturali non brevettabili rende poco, quindi meglio il farmaco.

Gli studi presenti ad oggi sulla National Library of Medicine che riguardano le sostanze naturali vitaminiche sono:

  • Vitamina D: 103.967 studi    (dal 1922 al 2024)
  • Vitamina C:  75.909 studi     (dal 1921 al 2024)
  • Vitamina B12: 36.722 studi  (dal 1945 al 2024)
  • Vit. Gruppo B: 166.486 studi (dal 1921 al 2024)
  • Vitamina K: 31.909 studi     (dal 1936 al 2024)
  • Vitamina K2: 5.229 studi    (dal 1946 al 2024)
  • Vitamina A: 59.804 studi    (dal 1920 al 2024)
  • Vitamina E: 47.813 studi    (dal 1927 al 2024)

Fra le sostanze fitoterapiche è interessante notare le date di inizio studi:

  • Curcuma: 22.969 studi     (dal 1949 al 2024)
  • Aglio : 8.141 studi            (dal 1892 al 2024)
  • Ribes Nigrum: 2.303 studi (dal 1845 al 2024)
  • Melatonina: 32.692 studi (dal 1958 al 2024)
  • Cipolla: 9.135 studi          (dal 1854 al 2024)
  • Metylsulfonilmetano: 136 studi (dal 1986 al 2024)
  • Zenzero: 5.952 studi       (dal 1808 al 2024)
  • Salix Alba (salice): 3.294 studi (dal 1886 al 2024)

Il Magnesio lo studiano dal 1831 ed ha un totale di 121.349 studi fino ad oggi.

Vediamo ora da quanto tempo e quanti studi su alcuni noti farmaci:

  • Antibiotici: 1.070.464 studi    (dal 1942 al 2024)
  • Vaccini: 520.000 studi            (dal 1799 al 2024)
  • Cortisone 24.116 studi            (dal 1949 al 2024)
  • Gastroprotettori: 30.593 studi (dal 1971 al 2024)
  • Aspirina 75.077 studi              (dal 1902 al 2024)

Da Magazine X115 

Che cosa sono gli studi in vitro

Gli studi in vitro sono esperimenti scientifici condotti su microrganismi, cellule, porzioni di cellule o tessuti, sia animali che umani.

Le cellule vengono isolate, separate e purificate dal loro ambiente biologico abituale, quindi fatte crescere in mezzi idonei a riprodurre le dinamiche di un determinato organismo.

Inoltre, in molti casi le cellule isolate possono essere coltivate in laboratorio, amplificandole in coltura per generare nuovi stock per ulteriori ricerche.

Perché sono Importanti

Gli studi in vitro su colture cellulari possono fornire molte risposte preliminari agli studiosi.

Ad esempio, permettono di valutare gli effetti di un farmaco, un nutriente o una tossina su particolari linee cellulari sane o malate.

Prendendo il caso delle cellule tumorali, è possibile valutare se la loro esposizione a particolari sostanze ne arresta o favorisce la crescita.

Esistono naturalmente molti tipi di colture cellulari e in genere si sfruttano quelle provenienti dall’organo o dal tessuto bersaglio della molecola che si vuole studiare.

Ad esempio, le cellule Caco-2 permettono di stimare l’assorbimento di composti attraverso il tratto gastrointestinale 1.

Fecondazione in vitro

La fecondazione in vitro viene utilizzata per consentire agli spermatozoi di fecondare le cellule uovo in un piatto di coltura, prima di impiantare l’embrione o gli embrioni risultanti nell’utero della futura madre.

In vitro o in vivo?

Le origini etimologiche di in vivo e in vitro derivano dal latino:

  • in vitro descrive qualcosa “in vetro”, come una provetta o una capsula di Petri.

Studi ex vivo

In questo tipo di studi, i tessuti viventi non vengono isolati e coltivati dall’uomo, ma prelevati direttamente da un organismo vivente (ad es. follicoli piliferi, espianti di pelle).

L’esperimento viene quindi condotto immediatamente in un ambiente di laboratorio, con una minima alterazione delle condizioni naturali dell’organismo.

A Cosa Servono

La sperimentazione in vitro viene usata come primo passo nella ricerca scientifica, ad esempio per:

  • valutare la formulazione ottimale di un farmaco o di un prodotto cosmetico o nutraceutico, misurandone le capacità di assorbimento.

Studi preclinici

Superato questo primo banco di prova, la molecola può essere avviata alla sperimentazione in vivo su animali, che naturalmente è più lunga, complessa e costosa.

Queste prime fasi sono il preludio indispensabile per procedere alla sperimentazione sull’uomo (sperimentazione clinica). Per questo motivo, gli studi in vitro e su animali sono anche noti come test preclinici.

Prima che un farmaco sperimentale venga studiato in vivo, è importante che il suo meccanismo d’azione e la sua complessità siano valutati a fondo in studi preclinici, inclusi modelli in vitro.

* Ancor prima della sperimentazione in vitro, varie tecnologie permettono di individuare molecole che hanno le caratteristiche potenziali per produrre l’effetto ricercato.

Ad esempio, i cosiddetti studi in silico sfruttano il computer per simulare l’interazione tra l’organismo umano e la molecola in esame, e ottenere così informazioni sulle reazioni da essa prodotte.

Una volta che gli studi in vitro hanno dato risultati incoraggianti, si prosegue provando il farmaco in vivo sugli animali e poi eventualmente sull’uomo.

Nella Piramide delle prove gli studi in vitro sono studi di minore solidità scientifica

Vantaggi e Svantaggi degli studi in vitro

I risultati degli studi in vitro sono estremamente difficili da tradurre in un effetto clinico, dal momento che non vengono condotti in un organismo vivente.

In effetti, i modelli in vitro non riescono a riprodurre la complessità dei sistemi di organi di un organismo complesso.

Ad esempio, potrebbero non tenere conto delle interazioni tra le cellule o degli innumerevoli processi biochimici che si verificano durante il metabolismo della molecola.

Dato che un modello in vivo coinvolge l’ambiente interno di un essere vivente, i risultati degli studi in vivo sono considerati più affidabili o più rilevanti di quelli degli studi in vitro.

In sintesi, sebbene gli studi in vitro siano abbastanza utili per l’indagine preliminare, tendono a essere riduzionisti e semplificativi, mentre la situazione in vivo è spesso complessa e richiede analisi a livello di sistema e interpretazione contestuale.

Per queste ragioni, la maggior parte dei farmaci efficaci in vitro si rivela inefficace in vivo, a causa di problemi associati alla consegna del farmaco ai tessuti colpiti, alla tossicità o ad altri problemi 1.


Istruzioni in 10 punti per non farsi manipolare dalle notizie sulla salute

 

 

 

 

 

 

 

 



 




OLIO 31: un rimedio naturale multiuso

L’unione fa la forza, soprattutto quando si assommano in un’unica miscela portentosa le virtù benefiche di31 piante officinali.

oli essenziali, erbe, bacche e radici. La ricetta è svizzera, non solo in senso geografico: la meticolosa e puntuale fusione di questi elementi naturali amplifica i principi attivi delle singole parti e regala una panacea per molti mali.

Scopriamo insieme i segreti dei suoi ingredienti, tutti i numerosi usi e ambiti di applicazionee le poche avvertenze per utilizzare questo prodotto con efficacia, senza pensieri.

Dalla natura 31 ingredienti officinali per una miscela straordinaria

L’olio 31erbe nasce tra le vette delle Alpi, dall’ingegno svizzero, e sfrutta i benefici combinati di eucalipto, menta piperita, menta crispa, anice, arancio dolce, rosmarino, cannella, timo, chiodi di garofano, pino pumillo, pino silvestre, finocchio, citronella, mirra, melissa, noce moscata, ginseng, salvia, aneto, alpinia, verbena, vaniglia, legno di rosa, mentolo, limone, tea tree, violetta, aglio, cumino, macis e benzoino.

(Scopri gli Oli Essenziali Puri =>QUI)

Ovviamente la miscela tra oli essenziali, erbe, bacche e radici può subire variazioni a seconda delle ricette che sono state poi commercializzate a partire dall’antica tradizione. La carta vincente di questa fusione è comunque la sinergia: l’olio 31 assomma le proprietà benefiche di ciascun ingrediente e le moltiplica.


Olio Balsamico 31 Naturetica

Balsamico, Espettorante, Fluidificante, Antinfiammatorio, Rilassante, Antisettico, Energizzante, Tonificante,  Rinfrescante

Olio balsamico 31 erbe non contiene alcool, sostanze di sintesi, ingredienti di origine animale, non unge, asciuga subito.

 


Dieci benefici dell’olio 31 che puoi provare subito!

Non c’è amante dei prodotti naturali che non conosca l’olio 31 o che non ne parli come di un prodigio. La sua versatilità lo rende un rimedio davvero efficace almeno per una decina di diverse applicazioni.

Vediamo quali:

  1. Stop al mal di testa: bastano poche gocce per alleviare l’emicrania. Massaggia la fronte, la nuca e la pelle dietro le orecchie direttamente con le dita o con un batuffolo di cotone.
  2. Alleviare i dolori mestruali: l’effetto anestetizzante e rinfrescante può essere innescato con semplici massaggi del basso ventre accompagnati con qualche goccia di olio 31.
  3. Prevenire e curare alcuni problemi muscolari: le proprietà analgesiche e antinfiammatorie consentono di alleviare dolori articolari. Basta spalmarne qualche goccia sulla zona indolenzita per qualche giorno e i fastidi potranno ridursi in modo evidente. Molti lo consigliano per tutti i disturbi cervicali, lombari, alla testa e agli arti colpiti da artrosi.
  4. Una naturale carezza di benessere per la pelle:direttamente sulla cute, l’olio 31 è efficace quando l’epidermide è secca o grassa, per acne o brufoli, per combattere le smagliature. È prezioso anche per contrastare la formazione delle rughe, ammorbidendo e purificando la pelle. Basta aggiungerlo alla crema idratante, evitando però il contorno occhi. In molti lo consigliano anche come sollievo dopo la depilazione o in caso di punture d’insetto. Sempre per le sue proprietà antibatteriche e antisettiche, l’olio 31 è considerato anche un disinfettante naturale ma solo per piccole ferite, tagli e graffi. È ottimo anche post-rasatura della barba: ne bastano poche gocce sul palmo della mano per massaggiare il viso, rinfrescando e purificando la pelle irritata.
  5. Un trattamento di bellezza naturale per i capelli: per prevenire la comparsa di forfora e per proteggere il cuoio capelluto dalle irritazioni, è consigliabile aggiungere l’olio 31 al proprio shampoo, frizionando poi delicatamente.
  6. Prendersi cura dei piedi: se sono gonfi, puoi massaggiare direttamente la zona interessata oppure fare un pediluvio rilassante e rinfrescante aggiungendo qualche goccia della preziosa miscela officinale.
  7. diffusori per ambienti, inclusi i contenitori sui termosifoni. I lovers dell’olio 31 ne sono convintissimi: il suo fresco profumo mette di buon umore, oltre a igienizzare l’aria negli ambienti chiusi e particolarmente secchi. Merito della sua azione energizzante e tonificante, che attiva i settori dell’emotività e delle sensazioni.

Krauter olio 31

Krauterol 31 è costituito da una miscela di oli essenziali tratti da erbe, radici, bacche ed ulteriori parti di 31 piante, tra cui Menta piperita, Eucalipto, Ginepro, Salvia, Timo, Rosmarino, Abete siberiano, Pino silvestre, Cumino, Coriandolo, Canfora, Anice, Cannella, Chiodi di Garofano, Lavanda, Limone, Arancio dolce, Arancio amaro, fiori di Arancio, Origano, Pepe, Vaniglia, Patchouly, Garofano, Ylang Ylang, Gelsomino, Melissa, Finocchio, Menta crispa. È adatto per l’igiene del corpo e per il massaggio, in quanto stimolante e rinfrescante.


Come utilizzare l’olio 31 per profumare casa?

  • Diffusore di Aromi: Forse il modo più semplice ed efficace è utilizzare un diffusore di aromi o un umidificatore con un compartimento per gli oli essenziali. Aggiungi alcune gocce di Olio 31 nel diffusore secondo le istruzioni del dispositivo. Questo metodo aiuta a distribuire uniformemente il profumo in tutta la stanza.
  • Sacchetti Profumati: Crea piccoli sacchetti di tessuto riempiti con fiori secchi o cotone e aggiungi alcune gocce di Olio 31. Posizionali negli armadi o nei cassetti per profumare la biancheria.
  • Gocce di benessere e cura: modalità di utilizzo

    L’olio 31è davvero molto pratico, non contiene alcuna traccia di alcool e non unge in modo fastidioso, penetrando rapidamente nei tessuti.

    Devi solo prestare attenzione a come lo utilizzi. Nello specifico:

    • non esagerare con le dosi: l’olio 31 è un composto concentrato, quindi va utilizzato in gocce. Le diverse formulazioni presenti in commercio non sono tutte uguali. Leggi le indicazioni presenti sulla confezione e magari inizia con quantitativi ridotti e poi fai dei tentativi, per arrivare a stabilire la misura più efficace per ottenere risultati senza esagerare con gli effetti.
    • proteggi gli occhi: una volta utilizzato è consigliato lavarsi bene le mani per evitare contatti accidentali che potrebbero irritarli.
    • valuta bene il tuo acquisto: assicurati che si tratti effettivamente di un prodotto realizzato soltanto con gli ingredienti corretti e naturali, per beneficiare a fondo di tutti i suoi vantaggi.

    Olio 31 in gravidanza e sui bambini: le (poche) controindicazioni

    Per la maggior parte degli esperti, l’olio 31 non va ingerito ma utilizzato solo per applicazioni dirette sulla pelle. Si può trovare però qualche fonte che ne consiglia un uso orale. Per esempio, in caso di digestione difficile, alcuni suggeriscono di diluirne qualche goccia in acqua calda e limone o nella camomilla.

    Fai attenzione: la sua elevata concentrazione potrebbe creare effetti opposti ai benefici che cercavi. Lo stesso discorso vale per ferite o zone infiammate: applicarvi direttamente l’olio 31, soprattutto se puro, potrebbe non essere piacevole.

    In un unico estratto potentissimo c’è la forza naturale di erbe benefiche ed efficaci.

    Le sue qualità curative, rinfrescanti, balsamiche, tonificanti e disinfettanti lo rendono un prodotto unico.

    Autore

    Silvia Barbieri

    Silvia Barbieri su GreenWeez


     




    I poteri dell’autoguarigione
    La mia esperienza con l’infuso di camomilla

    I POTERI DELL’ AUTOGUARIGIONE

    Quando stai male per un qualsiasi motivo ed hai la febbre o, non ti senti troppo bene, usa questo momento come opportunità per fermarti e curarti di te stesso.

    Una febbre improvvisa mi stava dando il segnale di fermarmi e ho deciso di ascoltarlo. Così con 38 di febbre sono scesa in un negozio Bio li vicino ed ho preso 2 etti di Camomilla in fiore.
    Me ne sono fatta una caraffa, sono andata a letto, ho dormito, ogni tanto mi svegliavo sudata e bevevo la camomilla. Sono stata così credo per un paio di giorni, senza mangiare, dormendo e sudando, e così mi guarii.

    I processi di disintossicazione hanno bisogno del loro tempo, a volte 2 giorni a volte di più.
    Importante è non sopprimere il sintomo ma assecondarlo ed anzi a volte esacerbare la reazione.
    Per ridare al corpo la capacità di essere reattivo bisogna anche aiutarlo.
    Negli anni sono invecchiata e quindi ho passato un periodo difficile in cui se capitava era una febbre da 37,2 e non sufficiente per uccidere i batteri, così ho imparato a fare alzare la febbre con i bagno Ipertermici, e di questi vi parlerò in un altro capitolo.

    I benefici della pianta di camomilla

    La camomilla è una delle piante più conosciute nel mondo e per questo viene spesso data per scontata. Tutti l’abbiamo utilizzata più di una volta e le nostre nonne non ci avranno fatto mancare una camomilla calda da sorseggiare nelle fredde sere d’inverno.

    La camomilla è una pianta che nell’immaginario comune è associata al relax e al sonno: una calda camomilla prima di andare a dormire aiuta il sonno e distende le tensioni.

    Eppure troppo spesso viene sottovalutata e non è valorizzata per le sue straordinarie proprietà. Questo perché le proprietà della camomilla sono diverse e non sempre conosciute.

    Possiamo dire che certamente la camomilla è una pianta che favorisce il sonno e il relax e aiuta a riposare meglio durante la notte. Non solo: se assunta durante il giorno è utile anche per distendere le tensioni e affrontare la giornata con più calma.

    È particolarmente indicata per persone ansiose, agitate, che soffrono di insonnia ma anche per chi accusa problemi intestinali come:

    • gonfiore
    • tensione addominale
    • crampi
    • difficoltà ad evacuare

    La camomilla, soprattutto se consumata fresca, possiede grandi benefici. Il consiglio è quello di acquistarla sempre sfusa e poi filtrarla per beneficiare di tutte le proprietà presenti nei fiori di camomilla. Va bene anche l’infuso in bustina purchè contenga una buona quantità di fiori di camomilla.

    Camomilla per dormire e non solo!

    È innegabile che la camomilla rimane uno dei migliori rimedi naturali per indurre il sonno e portare il corpo in uno stato di relax. Ma attenzione! La camomilla ha anche un effetto opposto, ovvero eccitante e stimolante. Come fare per ottenere l’uno o l’altro risultato?

    Il segreto è nel tempo di infusione! Se desideriamo prepararci una camomilla prima di dormire perché ci induca il sonno e stimoli il nostro riposo notturno, allora non dovremmo lasciarla in infusione per più di due minuti. Va filtrata entro e non oltre i due minuti.

    Se si lascia la camomilla in infusione per più di due minuti, la pianta inizia a rilasciare sostanze eccitanti e si ottiene l’esatto contrario.

    Per questa proprietà stimolante e lenitiva, la camomilla è un ottimo rimedio per l’intestino gonfio e irritato. In questo caso, è consigliato lasciare in infusione la camomilla fino a 20 minuti per ottenere il beneficio massimo.

    Scegliere bene la camomilla

    La materia prima utilizzata per preparare la camomilla è importante, al pari del tempo di infusione. Le parti con maggior principio attivo sono i fiori e una buona camomilla.

    Inoltre è meglio scegliere camomilla sfusa e non in bustina: questo perché in bustina non è sempre garantito trovare le parti migliori della pianta in alta concentrazione, mentre sfusa è possibile verificare la qualità della materia prima.

    La camomilla rimane il rimedio di eccellenza per dormire, basta rispettare i tempi giusti!


    Dove acquistare Camomilla Biologica italiana

    CAMOMILLA MATRICARA

    DA ERBE DI MAURO

    Erbe di Mauro – Codice sconto su tutti i prodotti: 73DTMQZ1

     

    Consigli d’uso

    Infuso. Lasciare in infusione in acqua bollente per 5 minuti, quindi filtrare e bere ancora calda.

    Per la preparazione della tisana si usa un cucchiaino da caffè di capolini essiccati su una tazza d’acqua.


    Camomilla - Infuso



    Dalla medicina Ayurvedica il Chyawanprash
    Benefici per la Salute

    Da Sito X115

    Chyawanprash è il nome di un integratore ayurvedico polierbale, conosciuto come “l’elisir di lunga vita” 1.

    Quest’antica formulazione indiana viene preparata lavorando circa 50 erbe officinali, con minerali, zuccheri e spezie, ottenendo una marmellata scura.

    L’ingrediente principale è la polpa di amla (uva spina indiana), uno dei frutti in assoluto più ricchi di vitamina C (ne contiene, a parità di peso, circa 10 volte più di un’arancia).

    2.

    3. L’odore è dolce e speziato.

    4.

    Chyawanprash è stata utilizzata per migliorare l’immunità, la longevità, la forza e per alleviare un’ampia gamma di problemi di salute, in particolare i disturbi respiratori nelle malattie con immunità compromessa 5.

    A Cosa Serve

    Chyawanprash ha una lunga storia di menzione etnica nella letteratura indiana e nei libri ayurvedici.

    Grazie ai suoi presunti benefici, è stata ampiamente utilizzata fin dall’antichità come integratore per la salute e come medicinale per migliorare l’immunità e la longevità.

    I praticanti tradizionali dell’Ayurveda chiamano la Chyawanprash una meraviglia senza età 1.

    Nella medicina tradizionale indiana (ayurvedica), Chyawanprash ha lo scopo di ripristinare le riserve prosciugate di forza vitale (ojas) e di preservare la forza, la resistenza e la vitalità, bloccando il corso dell’invecchiamento.

    86.

    1, 3.

    Sulla base di studi preliminari, Chyawanprash potrebbe essere usato anche per 3:

    • potenziare il sistema immunitario,
    • trattare problemi polmonari o respiratori,
    • migliorare la memoria e le funzioni cerebrali.

    Ingredienti

    73.

    1.

    L’amla è un frutto ricchissimo di vitamina C, ma anche di polifenoli, compresi i flavonoidi.

    Non sorprende, dunque, che chyawanprash contenga diversi fenoli biologicamente attivi, come acido gallico, acido protocatechuico, catechina, acido caffeico, acido vanillico, acido clorogenico, acido siringico, rutina, acido ferulico e quercitrina, che possono spiegare la sua attività terapeutica 71.

    Diversi testi classici e le attuali pratiche industriali hanno comunque modificato i metodi e le proporzioni degli ingredienti. Ad esempio, la quantità di uva spina utilizzata può variare e le proporzioni e le parti utilizzate di altre erbe possono variare. Anche la quantità di zucchero e burro chiarificato può essere variabile 2.

    Gli ingredienti principali di chyawanprash, insieme ai potenziali ruoli terapeutici specifici, sono dettagliati nella seguente tabella 2.

    Proprietà e Benefici

    Sistema Immunitario

    Chyawanprash è considerata efficace come potenziatore dell’immunità, vitalizzante e rimedio contro infezioni e allergie quotidiane, soprattutto a livello respiratorio.

    103, 104, 105.

    Uno studio clinico su oltre 600 bambini ha scoperto che chyawanprash (6 g al giorno) ha ridotto la frequenza di alcune malattie (infezioni o allergie) e migliorato i livelli di energia, forma fisica, forza e resistenza 8.

    In un altro studio della durata di 6 mesi condotto su bambini (5-12 anni), è stato dimostrato che Chyawanprash (circa 6 g due volte al giorno) porta a un miglioramento significativo dell’immunità, dei livelli di energia, della forza fisica, del vigore e della qualità della vita 116.

    10.

    96, 100, 2.

    In un altro studio su 99 pazienti con tubercolosi polmonare di nuova diagnosi, Chyawanprash, assunto in aggiunta ai farmaci convenzionali, ha ridotto l’infiammazione e altri sintomi 11.

    Controllo dell’infiammazione

    Chyawanprash può essere utile anche nel controllo dell’infiammazione.

    Un cucchiaino abbondante, 2 volte al giorno, ha ridotto la VES (velocità di eritrosedimentazione) in uno studio condotto su 40 bambini con infezioni alla gola 2.

    Similmente, l’amla (ingrediente principale di chyawanprash) ha ridotto i livelli di proteina C-reattiva negli adulti obesi, quando assunta per 12 settimane alla dose di 500 mg di estratto due volte al giorno 94, 98.

    Invecchiamento

    Gli antiossidanti possono prevenire il danno cellulare da stress ossidativo, che viene classicamente annoverato tra le principali cause del processo di invecchiamento.

    Studi su cellule della pelle umana mostrano che la chyawanprash ha aumentato la crescita cellulare e ha contribuito a ridurre i livelli di specie reattive dell’ossigeno (molecole appartenenti al gruppo dei radicali liberi coinvolte nel danno ossidativo e nell’invecchiamento) 18.

    Uno studio sui topi ha scoperto che la chyawanprash può ridurre i danni alla pelle dovuti all’esposizione ai raggi UV 18.

    Altri studi sugli animali hanno dimostrato che le proprietà antiossidanti della chyawanprash potrebbero ridurre i danni al cuore, ai reni e al fegato 15, 14, 17.

    Uno studio clinico su 12 uomini ha scoperto che la chyawanprash è un antiossidante più potente della vitamina C 16.

    In uno studio con 9 persone, 25 grammi di chyawanprash 2 volte al giorno hanno ridotto i livelli di molecole associate all’invecchiamento, come il contenuto di azoto nelle urine 2.

    Memoria, Concentrazione, Depressione

    Alcuni studi sui topi hanno scoperto che l’integrazione giornaliera di chyawanprash migliorava la memoria nei topi anziani, più che nei topi giovani. C’era anche una funzione cerebrale generalmente migliorata, probabilmente a causa delle proprietà antiossidanti della chyawanprash. 5, 13.

    12.

    69.

    Cancro

    Chyawanprash potrebbe aiutare a prevenire il cancro potenziando le difese antiossidanti dell’organismo.

    A tal proposito, si è visto che la sua assunzione (12 g, 2 volte al giorno) ha migliorato i sintomi e aumentato la qualità della vita in uno studio clinico con 50 fumatori 2.

    6.

    7 .

    In un altro studio, la somministrazione di dosi graduate di estratto idroalcolico di chyawanprash, comprese tra 5 e 80 mg/kg di peso corporeo, per 5 giorni consecutivi prima dell’esposizione a un’elevata dose di radiazioni γ (10 Gy) ha protetto gli animali da malattie e mortalità indotte dalle radiazioni 50.

    Uno studio clinico su 75 persone affette da tumore della testa e del collo ha mostrato che il chyawanprash (10 g, 2 volte al giorno) somministrato durante la radioterapia ha ridotto gli effetti collaterali del trattamento a livello della pelle e delle mucose 2.

    Nei topi, la somministrazione di chyawanprash ha anche prevenuto il danno renale causato dal farmaco antitumorale cisplatino e il danno cardiaco causato dalla doxorubicina 14, 15.

    Colesterolo e Glicemia

    In uno studio clinico condotto su 10 persone sane, chyawanprash (15 g, 1 volta al giorno) ha contribuito a ridurre i livelli di colesterolo 19.

    Un altro studio condotto in un gruppo di 30 anziani ha riportato una diminuzione dei livelli di colesterolo, trigliceridi, LDL (lipoproteine a bassa densità) e un aumento dei livelli di HDL (lipoproteine ad alta densità) 142.

    143.

    Dosi e Modo d’uso

    Chyawanprash si presenta come una pasta marrone scuro simile alla marmellata.

    Di solito viene consumata direttamente o con latte o acqua tiepidi.

    12.

    Chyawanprash dovrebbe essere assunto in una quantità tale da non interferire con la fame e l’appetito per il cibo 66.

    68.

    Variabilità

    Sulla base dei campioni di mercato disponibili, è emerso che la consistenza e il sapore del Chyawanprash variano da azienda ad azienda. Queste differenze si notano anche all’interno della stessa azienda farmaceutica in diversi lotti di produzione.
    Le differenze formulative si riflettono anche sul piano funzionale, rendendo difficile estendere i benefici riscontrati negli studi a ogni generico prodotto commerciale.

    A scopo cautelativo si sconsiglia l’assunzione di chyawanprash in gravidanza e allattamento. Anche i soggetti poliallergici dovrebbero prestare cautela, a causa dell’alto numero di estratti botanici contenuti nel prodotto.

    10. Tuttavia, a causa dei pochi studi pubblicati, il suo profilo di sicurezza rimane relativamente sconosciuto.


    Chyawanprash

    Chyawanprash

    Crema di erbe e spezie della tradizione ayurvedica

     

    Chyawanprash - Pasta a Base di Amla

    Preparazione della tradizione indiana a base di frutta ed erbe

     

     


    Piante medicinali contenute nel Chyawannprash e loro Ruolo terapeutico

    • Adhatoda vasica Nees – Antiulcera, broncodilatatore, espettorante, antiallergico, colagogo, cardiovascolare e respiratorio
    • Aegle marmelos Correa – Antidiarroico, gastroprotettivo, antiulceroso, radioprotettivo
    • Aquilaria agallocha Roxb. – Antiasmatico, antinfiammatorio, analgesico, carminativo, antimicrobico
    • Bambusa arundinacea Willd – Stimolante, astringente, antiulcera, emmenagogo, afrodisiaco
    • Boerhavia diffusa Linn. – Antiaging, antiossidante, antipiretico, diuretico, antinfiammatorio, ematinico
    • Cinnamomum tamala Nees e Ebrrn. – Stimolante, antiulcera, antimicrobico, antidepressivo, antitumorale, digestivo, epatoprotettivo
    • Cinnamomum zeylanicum Breyn – Ematinico, gastroprotettivo, antinocicettivo, digestivo, aperitivo, epatoprotettivo
    • Curcuma zedoaria Rosa. – Antidiarroico, tonico, stimolante, utile nelle flatulenze e nelle dispepsie
    • Cyperus rotundus Linn. – Stimolante, epatoprotettivo, stomachico, diuretico, antispasmodico, carminativo, emmenagogo, antinfiammatorio, antireumatico
    • Desmodium gangezio DC Pennel – Debolezza generale, affaticamento, disturbi neuroprotettivi, cardiovascolari e respiratori
    • Elettaria cardamomo Maton – Stimolante, gastrico, tonico, aperitivo, utile in caso di nausea, bruciore di stomaco e spasmi intestinali
    • Emblica officinalis Gaertn. – Immunomodulatore, ringiovanente, neuroprotettivo, epatoprotettivo, antiossidante, cardiotonico, migliora la vitalità generale, la cognizione e promuove la longevità
    • Gmelina arborea Roxb. – Promuove la virilità, la forza e l’allattamento
    • Inula racemose Hook. – Antistaminico, broncodilatatore, cura tosse, raffreddore, asma e dolore al fianco.
    • Leptadenia reticulata Wight e Am. – Stimolante, riparatore, nutriente, antitumorale, afrodisiaco, migliora la vista, l’immunità e l’aspettativa di vita
    • Martynia Diandra Glox. – Epatotonico, colagogo, lassativo, utile contro anoressia, indigestione, costipazione
    • Mesua ferrea Linn. – Antitossico, cardiotonico, carminativo, digestivo, allevia i disturbi delle vie urinarie, la gotta e il gonfiore
    • Nelumbium speciosum Willd. – Nutriente, cardiotonico, calmante, promuove la forza e allevia i disturbi emorragici, vale a dire epistassi, emottisi, ematuria e menorragia
    • Oroxylum indicum Vent. – Debolezza generale, epatoprotettivo, antimicrobico, nefroprotettivo, cardiotonico
    • Phaseolo trilobo – Tonico, afrodisiaco, blando sedativo, antiossidante, promuove la forza, migliora lo sperma e la quantità di sperma
    • Phyllanthus niruri Linn. – Antiossidante, colagogo, lassativo, epatoprotettivo, antitumorale, antivirale
    • Piper longum Linn. – Antitosse, stimolante, broncodilatatore, tonico, potenziatore della biodisponibilità, carminativo, allevia le infezioni respiratorie e l’epatite
    • Pistacia integerrima Stewart-ex Brandis – Broncodilatatore, espettorante, carminativo, antitosse, digestivo, colagogo
    • Premna illtegrifolia Linn. – Lassativo, antitosse, digestivo
    • Pterocarpus santalinus – Effetto tonico, afrodisiaco, antipiretico, anti-iperglicemizzante, antitumorale diaforetico, protettivo e antimicrobico sulla mucosa del tratto genito-urinario e bronchiale
    • Sesamum indicum Linn. – Nutritivo, emolliente, afrodisiaco, antiossidante, cicatrizzante, radioprotettivo, antinfiammatorio
    • Sida cordifolia Linn. – Cardiotonico, afrodisiaco, promotore di forza/vitalità
    • Solanum indicum Linn. – Cardiotonico, astringente, carminativo e digestivo
    • Solanum xanthocarpum Schrad. e Wendy. – Mucolitico, espettorante, antiallergico, broncodilatatore e allevia l’influenza
    • Stereospermum suaveolens Prodr. – Tonico, digestivo, cardiotonico, antinfiammatorio, depurativo del sangue, antianemico
    • Teramnus labialis Spreng. – Migliora il vigore e la virilità, afrodisiaco, allevia la debolezza e la fatica
    • Terminalia chebula Retz. – Neurotrofico, ringiovanente, antielmintico carminativo, tonico nervino, stimolante dell’appetito
    • Tinospora cordifolia – Tonico generale, immunomodulatore, citoprotettivo, genoprotettivo, adattogeno
    • Tribulus terrestris Linn. – Afrodisiaco, elevatore dell’umore, diuretico e cardiotonico
    • Uraria picta Desv. – Debolezza generale, tonico nervino, disturbi cardiovascolari
    • Vitis vinifera Linn. – Nutritivo, afrodisiaco, cardiotonico, diuretico, emolliente, lassativo, epatoprotettivo, cura la sete e l’asma
    • Ghee di mucca indiano – Nutritivo, antiossidante, rafforza l’immunità, antitumorale, migliora la forza fisica e mentale generale
    • Miele naturale (derivato dalle api mellifere) – Antinfettivo, immunomodulatore, cicatrizzante, antiossidante, antietà, allevia tosse e raffreddore, antisettico, mal di gola, antiulcera
    • Caramello – Dolcificante, fornisce calorie/energia
    • Asparago racemoso Willd – Afrodisiaco, nutritivo, galattogogo, tonico, antiulcera, antiossidante, buono per gli occhi
    • Dioscorea bulbifera Linn. – Afrodisiaco, antiulcera, tonico, favorisce il vigore e la forza
    • Ipomoea digitata Linn. – Afrodisiaco, antiossidante, galattogogo, tonico nervino, allevia debolezza e spermatorrea
    • Withania somnifera Dunal – Afrodisiaco, adattogeno, antiossidante, citoprotettivo, neuroprotettivo, nootropico, antistress, promuove la forza




    Terapia Integrata in Oncologia
    Le vitamine sono fattori di crescita?

    E vedremo anche come risponde il dr Giuseppe Di Bella, ormai conosciuto più a livello internazionale che italiano, ma che noi di Vitamineral riteniamo essere uno dei maggiori esponenti della ricerca che si è invece fermata in altri ambiti più ufficiali.

    Tante le testimonianze di malati ed ex-malati che hanno beneficiato delle cure non convenzionali, da sole o in associazione a chemio e radioterapia. Tante di queste persone sono guarite o hanno migliorato la qualità della vita con l’aiuto di rimedi naturali che non possiamo tacere.

    Crediti immagine a Studio Dentistico Cozzolino

    FONDAZIONE ARTOI è un’organizzazione multidisciplinare no-profit dedicata allo studio, alla divulgazione e all’applicazione di trattamenti oncologici incentrati sul paziente, attraverso l’uso integrato di più azioni terapeutiche. La Fondazione si propone di affiancare il paziente oncologico nel suo intero percorso di cura, combinando terapie oncologiche convenzionali con metodologie provenienti da diverse tradizioni e culture mediche: pratiche mentali e corporee, somministrazioni di prodotti naturali, indicazioni per il miglioramento dello stile di vita.

    LA NOSTRA MISSIONE
    Proteggere la vita in ogni sua espressione, in salute e malattia, attraverso la prevenzione e la cura

    Dal sito ARTOI

    DOMANDE FREQUENTI

    • Che cosa significa terapia integrata nei tumori?
      • l’uso combinato di più presidi terapeutici (farmaci + radioterapia e/o ipertermia)
    • Quali farmaci vengono usati?
      • si possono usare i farmaci antiblastici insieme a sostanze naturali
    • Anche le vitamine?
    • Si dice che le vitamine fanno aumentare il tumore, è vero?
      • i tumori non sono in grado di usare le vitamine per accrescersi, piuttosto usano le calorie e le proteine complesse.
    • I farmaci naturali bloccano o riducono l’attività della chemioterapia?
      • i farmaci naturali aumentano l’effetto della chemioterapia e riducono gli effetti indesiderati della chemioterapia.
    • In quali tipi di tumore è indicata la terapia integrata?
      • in tutti i tipi di neoplasia
    • Ha effetti collaterali?
      • no, nessuno
    • Quali sono le differenze fra terapia classica e terapia integrata?
      • nessuna. Solo che la terapia integrata deve essere continuata anche dopo la fine della chemioterapia
    • Prevenzione e protezione, cosa significano?
      • Prevenzione significa ridurre l’incidenza della neoplasia e delle ricadute. Protezione significa aumentare le difese contro la patologia neoplastica
    • Quali sono in generale i mezzi per prevenire la malattia neoplastica?
      • Fare screening adeguati, vivere in ambienti sani, mangiare sano, attività fisica e ridurre lo stress

    Farmaci naturali

    Da molto tempo è nato un enorme interesse sull’uso di estratti naturali per la prevenzione e cura delle malattie incluso il cancro. Molti componenti della dieta, infatti, contengono “farmaci naturali” ossia molecole (principi attivi) che hanno effetti benefici sulla nostra salute.

    Per farmaci naturali si intendono una serie di medicamenti provenienti dagli alimenti di originale animale o vegetale (fitoterapici) e che aiutano il corpo a mantenersi in salute o a curare malanni e disturbi.

    In ambito medico queste sostanze si sono dimostrate degli ottimi alleati per diversi scopi:

      • contrastare la stanchezza
      • rimettersi in sesto dopo una malattia
      • stimolare il sistema immunitario
      • far passare nausea, cattiva digestione, mal di stomaco, gastrite
      • combattere infezioni
      • riportare negli intervalli di normalità i risultati delle analisi del sangue
      • trattare tosse, mal di gola, raffreddore e influenza
      • ridurre arrossamento della pelle, irritazioni cutanee e dermatiti
      • ritardare i processi di invecchiamento

    Oltre che a scopo terapeutico queste sostanze sono di estrema utilità anche a scopo preventivo.

    In ambito oncologico si sono dimostrati un ottimo ausilio:

      • per ridurre gli effetti collaterali delle terapie antiblastiche
      • per lavorare in sinergia con la chemioterapia e radioterapia contro il tumore

    Le sostanze responsabili di tutti questi effetti sulla salute vengono estratte dalla pianta o animale di origine e si trovano in commercio sotto forma di integratori alimentari che a loro volta hanno diverse formulazioni: capsule, compresse, liquidi o polveri.

    Molto spesso si ritiene che trattandosi di farmaci naturali essi siano completamente esenti da rischio per la salute. Questo non è vero, infatti sono molte le sostanze che se assunte in dosi sbagliate possono dare degli effetti collaterali o addirittura andare ad interferire con farmaci tradizionali (compresi i chemioterapici), aumentandone o riducendone l’effetto farmacologico.

    Nella nostra pratica clinica vengono usati in protocollo i seguenti presidi:

    “La Vitamina B12 non promuove affatto lo sviluppo di tumori ma, al contrario, insieme alle altre vitamine del gruppo B, svolge vitali effetti antitumorali”.

    Dott. Giuseppe Di Bella 19.05,2023

    Metodo Di Bella e Vitaminologia – Video del 20/05/2023 

    Il Dr Di Bella ha parlato anche delle vitamina del Gruppo B molto utili in oncologia e non fattori di crescita come viene diffuso in giro a discredito delle vitamine in generale ma soprattutto delle vitamine del Gruppo B.

    Nutrizione in Oncologia

    L’alimentazione, alla luce delle nuove scoperte scientifiche, gioco un ruolo fondamentale nell’insorgenza del cancro.

    GLI ALIMENTI CHE AUMENTANO IL RISCHIO DI AMMALARSI DI TUMORE

    Un’alimentazione scorretta, oltre a contribuire ad aumentare i processi infiammatori, può influire anche sulla produzione di alcuni fattori di crescita che stimolano la proliferazione cellulare.

    Essendo il cancro una malattia caratterizzata da crescita cellulare incontrollata e da infiammazione cronica, viene da sé che il miglior modo per prevenire e curare tale patologia è tenere bassi i livelli di alcuni fattori di crescita e i livelli di infiammazione.

    Secondo l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e il World Cancer Research Foundation ci sono alcuni alimenti che non sono causa di cancro ma, per le ragioni sopra elencate, potrebbero aumentare il rischio di ammalarsi di tumore. È importante tenere sempre presente che il cancro è una malattia multifattoriale quindi il rischio di ammalarsi dipende anche da tanti altri fattori come ad esempio la predisposizione genetica.

    Ma quali sono gli alimenti più a rischio?

      • Alimenti ad alto indice glicemico come zucchero, farine e alimenti preparati con farine raffinate bianche, dolciumi, alcuni tipi di frutta, patate. Questi sono alimenti che fanno aumentare velocemente la glicemia e la produzione di insulina da parte del pancreas. L’insulina ha lo scopo principale di far entrare il glucosio all’interno e delle cellule per essere utilizzato come fonte energetica, ma quando viene rilasciata in quantità elevate stimola la produzione dell’ormone della crescita GH che a sua volta stimola quella del fattore di crescita IGF-1 coinvolto in alcuni meccanismi di proliferazione cellulare. Chi ha valori elevati di IGF-1 ha un maggior rischio di sviluppare una patologia neoplastica. L’insulina, inoltre, è responsabile della produzione di fattori pro-infiammatori.
      • Carni rosse e conservate. Queste carni sono ricche di ferro eme che in dosi eccessive agisce come agente ossidante facendo aumentare i livelli di radicali liberi. Infine sono carni ricche di acidi grassi saturi e della serie omega-6 ad azione pro-infiammatoria.
      • Nonostante latte e derivati siano un’ottima fonte di calcio e proteine sono anche alimenti che ostacolano il corretto funzionamento dell’insulina e fanno aumentare i livelli di IGF-1.
      • Le poliammine: putrescina, spermina, spermidina e agmatina sono molecole che oltre a stimolare la proliferazione cellulare riducono le difese immunitarie, favoriscono la diffusione metastatica e l’angiogenesi. Fonti alimentari con elevato contenuto in poliammine sono le arance, i pomodori, le melanzane, i peperoni, le banane, i kiwi, i frutti tropicali ed i molluschi bivalvi. Vengono anche prodotte dai batteri intestinali in seguito della putrefazione delle proteine della carne.
      • Soia: contiene fitoestrogeni, ossia sostanze vegetali che a causa della loro struttura chimica mimano l’azione degli ormoni sessuali e stimolando la proliferazione cellulare.
      • Sale e alcool

    Non sono solamente alcuni alimenti ad aumentare il rischio di cancro ma anche gli inquinanti ambientali, i pesticidi utilizzati in agricoltura, gli additivi chimici aggiunti agli alimenti in scatola e gli antibiotici usati negli allevamenti.

      • metalli pesanti sono inquinanti ambientali presenti soprattutto nelle acque potabili e in alcuni tipi di pesce: arsenico, mercurio, cadmio, piombo, diossina sono sostanze dotate di potere genotossico ossia sono in grado di indurre modificazioni all’interno del DNA e provocare la trasformazione neoplastica della cellula.
      • Gli additivi chimici sono sostanze che vengono aggiunte agli alimenti, soprattutto in scatola o in barattolo o in latta, per aumentarne la conservazione, preservarli da contaminazioni microbiche e migliorarne il sapore, l’aspetto e la consistenza. Ad oggi le ricerche scientifiche hanno mostrato che la stragrande maggioranza degli additivi alimentari non sono correlati con lo sviluppo del cancro e non rappresentano un pericolo per la salute umana. Fanno eccezione però i nitriti e i nitrati utilizzati come conservanti soprattutto in carne ed insaccati: di per sé non sono cancerogeni però all’interno del nostro organismo possono andare incontro ad una serie di modificazioni che li convertono in nitrosammine che invece sono sicuramente cancerogene
      • pesticidi sono sostanze chimiche utilizzate in agricoltura per far crescere meglio e più velocemente le piante. Quelli ai quali bisogna fare maggiore attenzione sono glifosato, malathion, diazinon, parathion e tetrachlorvinphos in quanto sono stati inseriti dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nel gruppo delle sostanze probabilmente e possibilmente cancerogene per l’essere umano.
      • Gli antibiotici sono farmaci in grado di uccidere i microrganismi. Il loro utilizzo negli allevamenti intensivi ha diversi scopi: curare gli animali malati e prevenire che gli animali si ammalino. Questo sistema si traduce in un vero e proprio abuso di antibiotici con la conseguenza che tutti questi farmaci in eccesso raggiungono le nostre tavole. L’ingestione di una quantità eccessiva di antibiotici legata all’eccessivo consumo di carne di allevamento rischia di rendere inefficaci i farmaci che utilizziamo per curarci a causa dell’antibiotico-resistenza (sopravvivenza al trattamento farmacologico) che i batteri hanno sviluppato.

    metodo di cottura che usiamo incide sull’insorgenza del cancro. Da evitare sono soprattutto frittura e grigliatura:

      • Durante la frittura in olio avvengono una serie di complesse reazioni chimiche che portano alla formazione di composti dannosi. Il più importante tra questi è l’acrilamide, sostanza riconosciuta dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) come probabile cancerogeno per l’uomo.
      • La grigliatura della carne porta alla formazione di idrocarburi policiclici aromatici (benzopirene e antracene) e nitrosammine che sono composti riconosciuti dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) come cancerogeni per l’uomo.

    Ad incidere non è solo cosa mangiamo ma anche quanto mangiamo. L’eccessivo introito calorico, infatti, aumenta il rischio di sviluppare diverse patologie tra cui quelle oncologiche. La restrizione calorica permette di vivere più a lungo e con meno danni fisici.

    GLI ALIMENTI CHE RIDUCONO IL RISCHIO DI AMMALARSI DI TUMORE

    Gli alimenti, proprio come rappresentano una causa della malattia, allo stesso tempo possono essere un forte aiuto nella prevenzione e cura della stessa.

    Una corretta alimentazione infatti aiuta a vivere meglio e a ridurre il rischio di ammalarsi di tumore.

    Gli alimenti che non dovrebbero mai mancare nelle nostre tavole, in quanto fonte di nutrienti essenziali per la salute, sono:

     

      • Cereali e pseudo-cereali integrali ricchi di fibre e a basso indice glicemico (frumento integrale, riso integrale, farro, orzo, segale, grano khorasan, miglio, amaranto, avena, grano saraceno)
      • Legumi (fagioli, ceci, lenticchie, piselli, fave) ricchi di proteine, vitamine e sali minerali, a basso indice glicemico.
      • Verdure di stagione ricca di vitamine, sali minerali, fibra, fitochimici e a basso indice glicemico
      • Spezie (curcuma, zenzero, pepe, cannella, peperoncino, curry…) ricca di fitochimici
      • Erbe aromatiche (prezzemolo, rosmarino, timo, origano…) ricche di fitochimici
      • Frutta di stagione ricca di vitamine, sali minerali, fibra e fitochimici
      • Tè verde ricco di fitochimici
      • Acqua
      • Frutta secca ricca di omega-3, vitamine e sali minerali
      • Olio extravergine di oliva ricco di acido oleico e vitamine che gli conferiscono proprietà antiossidanti e antinfiammatorie
      • Semi oleosi (chia, sesamo, zucca, lino, canapa…) ricchi di omega-3, sali minerali e vitamine.
      • Pesce non di allevamento (merluzzo, spigola, sogliola, rombo, palombo, pagello, persico, ombrina, sgombro, orata, scorfano…) ricco di proteine ad alto valore biologico, omega-3, sali minerali e vitamine.

    Beta-carotene a dosi normali Non è pericoloso per i fumatori


    Impact of antioxidant supplementation on chemotherapeutic efficacy: a systematic review of the evidence from randomized controlled trials

    TRADUZIONE
    Astratto

    Disegno: sono state effettuate ricerche nei database MEDLINE, Cochrane, CinAhl, AMED, AltHealthWatch ed EMBASE. Nel conteggio finale sono stati inclusi solo studi clinici randomizzati e controllati che hanno riportato sopravvivenza e/o risposta al tumore. Le ricerche bibliografiche sono state eseguite in doppio seguendo un protocollo standardizzato. Non è stata effettuata alcuna meta-analisi a causa dell’eterogeneità dei tipi di tumore e dei protocolli di trattamento utilizzati negli studi che soddisfacevano i criteri di inclusione.

    Risultati: degli 845 articoli considerati, 19 studi soddisfacevano i criteri di inclusione. Gli antiossidanti valutati erano: glutatione (7), melatonina (4), vitamina A (2), una miscela antiossidante (2), vitamina C (1), N-acetilcisteina (1), vitamina E (1) e acido ellagico (1 ). I soggetti della maggior parte degli studi presentavano malattia avanzata o recidivante.

    Conclusione:

    nessuno degli studi ha riportato prove di diminuzioni significative dell’efficacia dell’integrazione antiossidante durante la chemioterapia. Molti studi hanno indicato che l’integrazione di antiossidanti ha comportato un aumento dei tempi di sopravvivenza, un aumento delle risposte tumorali, o entrambi, nonché una minore tossicità rispetto ai controlli; tuttavia, la mancanza di un adeguato potere statistico rappresentava una limitazione costante. Sono necessari studi ampi e ben progettati sulla supplementazione di antiossidanti in concomitanza con la chemioterapia.

    https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17367938/


     




    La mano pesante della legge sulle cure Naturali

    Legiferare per renderle illegali

    Ma i farmaci?
    Quanti ne immettono sul mercato senza autorizzazioni?
    Quanti ne ritirano ritenendoli pericolosi dopo averli fatti provare alla popolazione per anni?
    Un certo numero di anni fa, la FDA chiese alle farmacie galeniche, ai professionisti della medicina naturale e ai professionisti della medicina integrativa di nominare sostanze per un processo di revisione delle stesse.
    udienza imparziale.
    Tuttavia, la motivazione della FDA era che se una qualsiasi di queste sostanze non avesse avuto una cosiddetta monografia federale USP-NF (una combinazione di due compendi: la farmacopea degli Stati Uniti e il formulario nazionale), indipendentemente dal fatto che la sostanza fosse un normale farmaco, un farmaco off-label o una sostanza naturale, allora sarebbe diventata illegale.
    udienze per sostanze farmaceutiche sfuse per compounding farmaceutico” ai sensi dell’articolo 503A della Federal Food, Drug and Cosmetic Act.
    ridotto da 310 a circa a circa 68 sostanze ritenute degne di essere esaminate.
    Esempi di alcune delle sostanze elencate nella categoria 3 che diventerebbero illegali nei composti sono:
    • Lactobacillus acidophilus,
    • erba medica,
    • semi di anice,
    • alcuni tipi di rame,
    • alcuni tipi di magnesio,
    • molti minerali,
    • un certo numero di sostanze a base di erbe che potrebbero essere usate in senso composto e tutta una serie di cose nominate dai farmacisti che non sono usati come medicinali ma sono usati come leganti o eccipienti (come il latte in polvere) e diventerebbero illegali da usare per una farmacia secondo questo elenco.
  • alcune forme di glutammina,
  • condroitina,
  • D-ribosio
  • e un numero di altre cose che in realtà non possiamo vivere senza.
  • artemisinina,
  • Boswellia,
  • MSM (metilsulfonilmetano),
  • glicirrizina
  • e alcune vitamine del gruppo B come la nicotinamide.
  • Il modo in cui sono organizzate le udienze della FDA, se queste sostanze non hanno alcune indicazioni mediche molto chiare per le quali sono gli unici trattamenti, la FDA essenzialmente dice al comitato che non dovrebbero approvarlo.
    https://www.regulations.gov/document?D=FDA-2015-N-3534-0001
    regulations.gov
    www.regulations.gov
    Normative europee su integratori

    INTEGRATORI SEMPRE SOTTO ATTACCO
    Il colesterolo serve, ed anche molto.
    ___________________________________
    Su questo tema è intervenuta Federsalus, con una nota indirizzata alla Commissione Europea, all’interno della quale ha indicato le evidenze attualmente disponibili a supporto della monacolina K ed ha evidenziato tutti gli aspetti normativi che negli ultimi anni hanno regolamentato e approvato l’uso dei claim per la monacolina K e la commercializzazione di questa tipologia di integratori alimentati.
    In particolare, Federsalus ha sottolineato come nel documento di EFSA non siano stati considerati numerosi studi scientifici e i dati di vigilanza sugli integratori con 3 mg di monacolina inviati all’Agenzia a seguito della richiesta della Commissione Europea e della conseguente “consegna dati” agli stati membri.
    Federsalus ha inviato alla Commissione Europea, a ulteriore supporto, una nuova meta analisi di studi clinici controllati randomizzati realizzata dall’Università di Bologna in agosto, finalizzata ad analizzare dati sulla sicurezza della supplementazione di riso rosso fermentato, dalla quale è emerso che questa tipologia di supplementazione è sicura e non associata all’incidenza di effetti collaterali sul sistema muscolo-scheletrico, e con una riduzione del rischio di eventi avversi gravi.
    Tra le evidenze scientifiche a supporto, Federsalus ha inoltre citato nella nota le “Linee Guida per il trattamento delle dislipidemie” pubblicate dalla European Society of Cardiology e dalla European Atherosclerosis Society, in cui si raccomanda l’utilizzo di integratori a base di riso rosso fermentato, con evidenza clinica A, per i soggetti con rischio cardiovascolare basso-moderato.
    Nella nota, l’Associazione ha infine richiesto alla Commissione di archiviare la procedura sulla monacolina K, non riscontrando, alla luce delle evidenze fornite a supporto e del più generale contesto normativo, i requisiti necessari richiesti dal quadro normativo europeo per bandire o limitare l’uso di una sostanza.

    ALCUNE PIANTE PROIBITE O A DOSAGGIO LIMITATO
    Potrebbe sembrare un paradosso o un cortocircuito logico, ma in realtà esistono un’infinità di piante in grado di curare le patologie che ci affliggono, come e spesso meglio di quanto non facciano i farmaci sintetici tradizionali, ma la loro coltivazione, commercializzazione e diffusione è in varia misura vietata o limitata dai governi nazionali e sovranazionali in quanto potrebbe nuocere ai profitti delle multinazionali farmaceutiche. Le più note sono la cannabis e la stevia, al cui riguardo esiste un’ampia letteratura scientifica che ne comprova le qualità, ma accanto ad esse se ne possono annoverare molte altre dalle proprietà non certo meno sorprendenti.
    • L’Artemisia Annua, originaria della Cina e criminalizzata dall’industria farmaceutica fino al punto che l’OMS dal 1995 raccomanda ai governi del mondo di non diffonderla alla popolazione, è unpotente antibiotico che può essere usato contro la malaria e funziona molto meglio di quelli costosi che vengono venduti dalle multinazionali, dal momento che a differenza dei farmaci non riduce le difese immunitarie dell’organismo e al contrario vanta anche interessanti proprietà antitumorali.
    • L’Epilobium parviflorum cura i problemi della prostata e vanta un’ampia letteratura di successi anche in casi di tumori alla prostata considerati senza speranza dalla medicina ufficiale.
    • La Cassia obtusifolia è una pianta eccezionale che può venire usata per la cura del Parkinson e dell’Alzheimer.
    • La Celidonia maius è un potente antibiotico, brucia le verruche, cura la cataratta e le infiammazioni agli occhi, semplicemente sfregandoli con il suo succo giallo.
    • La Lippia dulcis è uno zucchero dolcissimo, usato nell’antichità dagli aztechi, che le case farmaceutiche hanno già brevettato benché non lo usino ancora preferendo guadagnare sull’aspartame che è cancerogeno, cura anche la tosse i crampi addominali ed i vermi intestinali.
    • L’Hypericum perforatum combatte la depressione molto meglio del Prozac.
    • La Tormentilla dissolve e secca le emorroidi.
    • Il Lepidium latifolium dissolve i calcoli renali, anche quelli più grandi dopo un solo mese d’infusioni.
    • La lattuga virrosa risolve i problemi d’insonnia.
    • La Vitex agnus – castus è un arbusto che si racconta debba il suo nome al fatto di venire usato in antichità nei monasteri per abbassare la libido. I suoi rametti si tagliano per fare delle infusioni depurative che sono utili per combattere i problemi della menopausa, del fegato e dell’acne ed inoltre aiutano a dimagrire.
    • Il fiore e la foglia del Sambuco sono utili per espettorare quando si hanno la tosse e il raffreddore, calmano i problemi agli occhi e sono anche diuretici.
    • La Achillea o minerama è indicata per tutti i problemi mestruali.
    • La Perilla frutescens che ha origini giapponesi viene da sempre usata nella preparazione del sushi per evitare allergie alimentari. I suoi semi sono un grande antistaminico che cura ogni tipo di allergie, comprese riniti ed asma. Inoltre è efficace nella cura del cancro al seno, riduce l’ipertensione e contiene molti omega3.
    • Il Jambu è un ottimo anestetico per le ulcere della bocca, riduce l’obesità perché brucia i grassi, cura la candida ed è un antibatterico.
    • Il tulsi sanctum (o basilico sacro) combatte l’acne, protegge contro il diabete, ha proprietà antitumorali, ha potere antibiotico, cura la tosse e le bronchiti, combatte la carie ed allieva le emicranie. In India ne esiste praticamente una pianta in ogni casa.
    • Alcune varietà di Kalanchoe sono efficaci nella cura del cancro arrivando a dissolvere a poco a poco i tumori. Utilizzate su persone alle quali la medicina ufficiale aveva dato pochi mesi di vita hanno portato alla guarigione molte di loro dopo che la chemio e la radio avevano fallito.

    La prospettiva di curarsi con le piante, come l’uomo ha fatto per millenni, potrebbe aprire orizzonti inimmaginabili a tutti noi “farmaco dipendenti”, basterebbe la volontà di provarci e non soggiacere ai dettami delle multinazionali farmaceutiche che troppo spesso ci avvelenano, con la compiacenza dei governi e di buona parte della classe medica.

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