Il Cannabidiolo come principio attivo della cannabis
Una pianta di marijuana (C. sativa) contiene numerosi principi attivi, in particolare i cannabinoidi, un gruppo di sostanze in grado di interagire con il nostro sistema nervoso centrale. Fra gli oltre 80 cannabinoidi presenti in quest’erba, i due principali sono il THC (presente in concentrazione fra il 10% e il 20%), ed il CBD (presente in concentrazioni fra lo 0.6% e l’1%). Queste sostanze si legano a dei recettori specifici presenti nel cervello e nel resto dell’organismo conosciuti come il sistema endocannabinoide. Questo sistema regola numerose funzioni fisiologiche come la risposta immunitaria alle infezioni, la rigenerazione dei tessuti in caso di ferite, le reazioni allo stress e ai danni fisici e psichici, ed il dolore in tutte le sue forme.
A differenza del THC, il CBD non è una sostanza psicoattiva e non provoca nessuno degli effetti di quest’ultimo composto poiché non interagisce sugli stessi recettori. L’olio di CBD puro non induce alcuna risposta psichica o psicomotoria, e non possiede i classici effetti collaterali connaturati con l’uso o l’abuso di THC (confusione, nervosismo, stupore). Il CBD non provoca dunque alcuna sensazione di euforia o di “high”, e non è una sostanza d’abuso, pertanto è il suo uso, consumo e detenzione sono perfettamente legali in Italia. All’interno della pianta, questo cannabinoide è perfino in grado di mitigare gli effetti del THC, in particolare riducendo gli stati d’ansia e panico notoriamente sgradevoli.
Efficacia clinica dell’olio di CBD
L’olio di CBD è stato sperimentato per molti usi terapeutici, dalla terapia dell’epilessia intrattabile, al trattamento di patologie psichiatriche e del dolore cronico e ricorrente. Pur agendo su molte delle funzioni fisiologiche regolate dal sistema endocannabinoide, CBD sembra sia privo di effetti collaterali significativi e soprattutto della componente psicoattiva degli altri cannabinoidi. Il uso è stato pertanto reputato sicuro anche nei bambini.
Numerosi trial clinici ne hanno dimostrato l’efficacia sia sugli animali che su alcuni soggetti umani, e la maggior parte di questi sono stati revisionati da un importante studio pubblicato nel 2013 nel British Journal of Clinical Pharmacology. In particolare, l’efficacia del CBD ne ha suggerito l’uso potenziale per il trattamento di:
- Epilessia e convulsioni non responsive alla terapia tradizionale
- Nausea e vomito
- Alcune forme di psicosi e patologie psichiatriche
- Disturbo da stress post-traumatico (PTSD)
- Ansia e depressione
- Effetti collaterali della chemioterapia
- Patologie neurodegenerative
- Dolore cronico
- Malattie autoimmuni ed infiammatorie
Una pianta di Cannabis sativa (altrimenti conosciuta anche come marijuana) contiene oltre 80 differenti cannabinoidi in diverse concentrazioni. Fra queste, il secondo più abbondante come concentrazione è il cannabidiolo (CBD), una sostanza naturale straordinariamente efficace nella terapia di numerose patologie mentali e fisiche. Salito solo di recente alle luci della ribalta, il CBD è stato oggetto di numerosi studi da parte di illustri centri di ricerca e scienziati da ogni angolo del pianeta.
Privo degli effetti psicoattivi della sua controparte, il tetraidrocannabinolo (THC), questo cannabinoide sembra essere responsabile di moltissimi degli effetti terapeutici che stanno alla base della riscoperta della cannabis come pianta medicinale. Tuttavia, l’olio di CBD altamente purificato possiede effetti piuttosto diversi da quelli della pianta utilizzata integralmente, creando una certa confusione fra i meno informati. Andiamo perciò a vedere più in dettaglio quali sono le straordinarie potenzialità terapeutiche di questa sostanza.
Il CBD nel trattamento dell’epilessia infantile
Una delle più straordinarie e commoventi storie riguardanti l’efficacia del CBD come rimedio terapeutico, è quella di Charlotte Figi, una bambina di 5 anni affetta da sindrome di Dravet. Affetta da questa gravissima patologia sin dalla nascita, Charlotte era costretta a dover lottare ogni giorno contro atroci convulsioni che le impedivano di vivere una vita normale. Giunta ai 5 anni, la bambina divenne incapace di comunicare perfino le più semplici emozioni, parzialmente paralizzata da questa sindrome che le impediva anche solo di ridere e sorridere.
Dopo anni di sofferenze inaudite però, venne la straordinaria scoperta. L’olio purificato di CBD infatti fu in grado di riportarla in modo rapidissimo ad una vita quasi del tutto normale in modo davvero miracoloso. Questo effetto strepitoso fu in grado di attrarre l’attenzione dei media, e da lì a poco, numerosi laboratori di ricerca evidenziarono l’efficacia di questa sostanza nella terapia di forme di epilessia resistenti al trattamento farmacologico come la sindrome di Dravet e la sindrome di Lennox-Gastaut. L’olio di CBD è oggi utilizzato come rimedio sicuro ed efficace in molti paesi per fermare le convulsioni ed aumentare l’efficacia di altri farmaci antiepilettici sia negli adulti che nei bambini.
L’uso del CBD per il trattamento dell’ansia e dei disturbi mentali
Il CBD è in grado di reagire con numerosi recettori presenti nel nostro organismo. Alcuni di questi sono responsabili dei suoi effetti antidolorifici ed antinfiammatori che lo rendono utile nel trattamento di numerose patologie legate al dolore cronico ed acuto. Tuttavia, questi recettori sono presenti anche nel nostro cervello, dove pare siano in grado di regolare anche la risposta del nostro corpo al “dolore” di natura psicologica e psichiatrica.
Questi recettori sembrano infatti essere alla base della sintomatologia che caratterizza numerosi disturbi psicologici come ansia, depressione, alcune forme di psicosi e il disturbo da stress post-traumatico (PTSD). L’autorevole National Institute on Drug Abuse, ha infatti indicato il CBD come efficace nel ridurre l’ansia in pazienti affetti da ansia sociale, dando anche un importante sollievo in caso di attacchi di panico. Alcuni studi hanno suggerito come questa sostanza sia d’aiuto nell’eliminazione progressive di memorie sgradevoli associate a traumi importanti, dei quali aiuterebbe il superamento.
A quanto pare l’azione del CBD sarebbe legata ad un aumento degli effetti della serotonina, un importante neurotrasmettitore coinvolto nell’omeostasi delle funzioni cerebrali, e della stabilità dell’umore. Una riduzione di serotonina è infatti collegata all’insorgenza di patologie come la depressione e l’ansia, ed è alla base dell’efficacia di numerosi farmaci usati per la terapia dei disturbi mentali come gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI). L’olio di CBD sembra sia anche utile nella terapia dei disturbi da uso di sostanze d’abuso.
Conclusione
Il CBD è una sostanza sicura e di comprovata efficacia clinica in numerose patologie. I suoi molteplici usi sono ancora oggetto di numerose ricerche, che ne hanno evidenziato l’alto profilo di sicurezza e l’assenza degli effetti psicoattivi tipici delle altre molecole contenute nella cannabis.
Article by Dr. Claudio Butticè, Pharm.D.
Riferimenti bibliografici
1. Reddy DS, Golub VM. The Pharmacological Basis of Cannabis Therapy for Epilepsy. J Pharmacol Exp Ther. 2016 Apr; 357(1):45-55.
2. Crippa JA, Derenusson GN, et al. Neural basis of anxiolytic effects of cannabidiol (CBD) in generalized social anxiety disorder: a preliminary report. J Psychopharmacol. 2011 Jan;25(1):121-30. doi: 10.1177/0269881110379283. Epub 2010 Sep 9.
3. Atakan Z. Cannabis, a complex plant: different compounds and different effects on individuals. Therapeutic Advances in Psychopharmacology. 2012;2(6):241-254. doi:10.1177/2045125312457586.
4. Kogan NM, Mechoulam R. Cannabinoids in health and disease. Dialogues in Clinical Neuroscience. 2007;9(4):413-430.
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