Gli studi in vitro sono esperimenti scientifici condotti su microrganismi, cellule, porzioni di cellule o tessuti, sia animali che umani.
Le cellule vengono isolate, separate e purificate dal loro ambiente biologico abituale, quindi fatte crescere in mezzi idonei a riprodurre le dinamiche di un determinato organismo.
Inoltre, in molti casi le cellule isolate possono essere coltivate in laboratorio, amplificandole in coltura per generare nuovi stock per ulteriori ricerche.
Perché sono Importanti
Gli studi in vitro su colture cellulari possono fornire molte risposte preliminari agli studiosi.
Ad esempio, permettono di valutare gli effetti di un farmaco, un nutriente o una tossina su particolari linee cellulari sane o malate.
Prendendo il caso delle cellule tumorali, è possibile valutare se la loro esposizione a particolari sostanze ne arresta o favorisce la crescita.
Esistono naturalmente molti tipi di colture cellulari e in genere si sfruttano quelle provenienti dall’organo o dal tessuto bersaglio della molecola che si vuole studiare.
Ad esempio, le cellule Caco-2 permettono di stimare l’assorbimento di composti attraverso il tratto gastrointestinale 1.
Fecondazione in vitro
La fecondazione in vitro viene utilizzata per consentire agli spermatozoi di fecondare le cellule uovo in un piatto di coltura, prima di impiantare l’embrione o gli embrioni risultanti nell’utero della futura madre.
In vitro o in vivo?
Le origini etimologiche di in vivo e in vitro derivano dal latino:
in vitro descrive qualcosa “in vetro”, come una provetta o una capsula di Petri.
Studi ex vivo
In questo tipo di studi, i tessuti viventi non vengono isolati e coltivati dall’uomo, ma prelevati direttamente da un organismo vivente (ad es. follicoli piliferi, espianti di pelle).
L’esperimento viene quindi condotto immediatamente in un ambiente di laboratorio, con una minima alterazione delle condizioni naturali dell’organismo.
A Cosa Servono
La sperimentazione in vitro viene usata come primo passo nella ricerca scientifica, ad esempio per:
valutare la formulazione ottimale di un farmaco o di un prodotto cosmetico o nutraceutico, misurandone le capacità di assorbimento.
Studi preclinici
Superato questo primo banco di prova, la molecola può essere avviata alla sperimentazione in vivo su animali, che naturalmente è più lunga, complessa e costosa.
Queste prime fasi sono il preludio indispensabile per procedere alla sperimentazione sull’uomo (sperimentazione clinica). Per questo motivo, gli studi in vitro e su animali sono anche noti come test preclinici.
Prima che un farmaco sperimentale venga studiato in vivo, è importante che il suo meccanismo d’azione e la sua complessità siano valutati a fondo in studi preclinici, inclusi modelli in vitro.
* Ancor prima della sperimentazione in vitro, varie tecnologie permettono di individuare molecole che hanno le caratteristiche potenziali per produrre l’effetto ricercato.
Ad esempio, i cosiddetti studi in silico sfruttano il computer per simulare l’interazione tra l’organismo umano e la molecola in esame, e ottenere così informazioni sulle reazioni da essa prodotte.
Una volta che gli studi in vitro hanno dato risultati incoraggianti, si prosegue provando il farmaco in vivo sugli animali e poi eventualmente sull’uomo.
Vantaggi e Svantaggi degli studi in vitro
I risultati degli studi in vitro sono estremamente difficili da tradurre in un effetto clinico, dal momento che non vengono condotti in un organismo vivente.
In effetti, i modelli in vitro non riescono a riprodurre la complessità dei sistemi di organi di un organismo complesso.
Ad esempio, potrebbero non tenere conto delle interazioni tra le cellule o degli innumerevoli processi biochimici che si verificano durante il metabolismo della molecola.
Dato che un modello in vivo coinvolge l’ambiente interno di un essere vivente, i risultati degli studi in vivo sono considerati più affidabili o più rilevanti di quelli degli studi in vitro.
In sintesi, sebbene gli studi in vitro siano abbastanza utili per l’indagine preliminare, tendono a essere riduzionisti e semplificativi, mentre la situazione in vivo è spesso complessa e richiede analisi a livello di sistema e interpretazione contestuale.
Per queste ragioni, la maggior parte dei farmaci efficaciin vitro si rivela inefficace in vivo, a causa di problemi associati alla consegna del farmaco ai tessuti colpiti, alla tossicità o ad altri problemi 1.
Cannella è il nome comune dato alla corteccia interna di alcune piante del genere Cinnamomum (famiglia Lauracee).
Usata come spezia, la cannella ha un aroma secco e pungente che ricorda quello dei chiodi di garofano, con una nota pepata.
L’uso della cannella in erboristeria è molto popolare ed è stato collegato ad alcuni importanti benefici per la salute, tra cui un minor rischio di diabete, cancro e malattie cardiache 1, 2.
L’odore e il sapore distinti della cannella sono dovuti principalmente al suo alto contenuto di olio essenziale (0,5-1%), ricco di cinnamaldeide3.
Gli scienziati ritengono che la cinnamaldeide sia anche responsabile della maggior parte dei potenti effetti della cannella sulla salute e sul metabolismo, che esamineremo nel prosieguo dell’articolo.
cannella cinese (o cassia): ottenuta dalla specie Cinnamomum cassia.
La più comune tra le due è la cannella cinese, che ha un aroma più aspro ma risulta meno costosa rispetto alla cannella vera.
Ben più pregiata è la cannella di Ceylon, che ha un aroma ugualmente profumato, ma meno aspro e più dolce. Cresce principalmente nello Sri Lanka, contiene meno cumarina e presenta meno rischi di tossicità5, 6.
Cannella di Saigon
La cannella di Saigon, nota anche come cannella vietnamita o cassia vietnamita, proviene dall’albero Cinnamomum loureiroi5.
Questa varietà di cannella viene utilizzata principalmente per la sua corteccia aromatica, che ha un sapore abbastanza simile a quello della Cinnamomum cassia, ma un aroma più pronunciato e complesso.
In effetti, la cannella di Saigon contiene maggiori livelli di cinnamaldeide rispetto ad altre varietà. Questo composto è responsabile del suo forte sapore e aroma, e ha potenti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie 5.
Per contro, la cannella di saigon ha anche un maggior contenuto di cumarina, che come vedremo è moderatamente tossica per il fegato e i reni 6.
Come si Produce
La cannella si ottiene tagliando i fusti degli alberi, rimuovendo le parti legnose più esterne fino a ottenere un piccolo strato di corteccia interna.
Dopo essere stati tagliati, i fusti ancora umidi vengono immediatamente lavorati.
Gli addetti ai lavori raschiano la corteccia esterna del fusto, quindi lo battono in modo uniforme con un martello per allentare la corteccia interna, che viene poi staccata in lunghi rotoli.
A Cosa Serve
L’uso della cannella è vecchio almeno quanto la storia documentata dell’uomo.
7.
Cannella in Cucina
La cannella viene comunemente usata come spezia, ad esempio per la preparazione di salse, minestre, contorni e, soprattutto, dolci. Comune è anche il suo impiego come aromatizzante nel tè.
La tradizione occidentale preferisce impiegarla nei dolci di frutta (specie di mele), nella preparazione di cioccolato, biscotti, caramelle e praline, e come aroma in creme, panna montata, meringhe, gelati e numerosi liquori.
La tradizione orientale e creola la usa anche nel salato, in accompagnamento a carni di pollo e agnello, affumicate e non.
Negli Stati Uniti, cannella e zucchero vengono spesso utilizzati per aromatizzare cereali e piatti a base di pane, come toast e frutta, in particolare mele.
Cannella in Fitoterapia
La cannella è stata usata nella medicina popolare per migliaia di anni ed è nota per i suoi benefici per la salute.
La scienza moderna ha confermato molte delle proprietà e degli usi tradizionali di questa spezia, che sembra utile per:
favorire il controllo del peso e promuovere il dimagrimento.
Modo d’Uso
La dose standard di cannella a fini antidiabetici è di 1-6 g al giorno, assunta insieme a pasti contenenti carboidrati.
16.
La cannella di Ceylon è un’opzione migliore rispetto alla cannella cassia, a causa del basso contenuto di cumarina.
Avvertenze
Tenere gli integratori di cannella fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni.
In nessun caso gli integratori di cannella possono sostituire uno stile di vita sano e una dieta variata.
Se usati con finalità dimagranti, gli integratori di cannella devono essere impiegati nell’ambito di una dieta ipocalorica adeguata, seguendo uno stile di vita sano con un buon livello di attività fisica.
Se la cannella viene associata a una dieta seguita per periodi prolungati, superiori alle tre settimane, si consiglia di sentire il parere del medico o di un nutrizionista.
Non eccedere la dose giornaliera raccomandata.
Controindicazioni
È norma prudenziale sconsigliare il consumo di cannella, sottoforma di integratori, anche durante la gravidanza e l’allattamento.
Visto il potenziale effetto ipoglicemizzante della cannella, se si è in trattamento con farmaci ipoglicemizzanti (tipici del trattamento del diabete), prima dell’eventuale uso è consigliabile consultare il medico.
Vista la potenziale attività epato-tossica della cannella, i pazienti che stanno assumendo medicinali che possono influire sul fegato, come paracetamolo, acetaminofene e statine, dovrebbero limitare l’uso di cannella e preferire quella di ceylon 86. Analogo discorso per i pazienti affetti da malattie epatiche.
Più in generale, l’assunzione di questi integratori in presenza di situazioni particolari o se si sta seguendo una terapia farmacologica è consigliata sotto controllo del medico che, conoscendo approfonditamente il quadro clinico del Paziente, saprà dare i migliori consigli.
Effetti Collaterali
La ricerca mostra che la cannella, ai dosaggi suggeriti, risulta generalmente sicura e ben tollerata.
Tuttavia, la ricerca ha osservato che, a causa del contenuto di cumarina, mangiare troppa cannella può danneggiare il fegato e aumentare il rischio di cancro9, 60, 10.
Studi sui roditori hanno anche scoperto che mangiare troppa cumarina può causare lo sviluppo di tumori cancerosi nei polmoni, nel fegato e nei reni 87, 88, 89.
Il problema della Cumarina
La cannella cassia è una ricca fonte di cumarina. Contiene circa 5 mg di cumarina per cucchiaino (2 grammi), mentre la cannella di Ceylon ne contiene livelli molto bassi, fino a 63 volte inferiori 17.
Si segnala comunque un’ampia variabilità tra un prodotto e l’altro in merito al contenuto di cumarina.
Il limite prudenziale giornaliero per l’apporto di cumarina è di 0,1 mg/kg di peso corporeo o 7,5 mg al giorno per una persona adulta di 75 kg 9.
Ciò significa che un cucchiaino e mezzo di cannella cassia potrebbe superare il limite giornaliero di sicurezza per un individuo adulto.
Fa Male?
Una revisione a ombrella di meta-analisi e revisioni sistematiche di studi clinici randomizzati del 2021 fornisce la prova di massimo livello scientifico a sostegno del fatto che l’uso della cannella è sicuro e non ha reazioni avverse 94.
Infatti, non sono stati rilevati effetti tossici o collaterali significativi tra il gruppo cannella e il gruppo placebo, indipendentemente dalla dose e dalla durata del trattamento.
Alcune persone sensibili alla cinnamaldeide hanno sperimentato piaghe alla bocca in seguito al consumo di cannella 90, 91, 92.
Mangiare troppa cannella potrebbe anche causare riduzioni eccessive della glicemia. Questa condizione è nota come ipoglicemia e può portare a stanchezza, vertigini e svenimento 93.
Le persone maggiormente a rischio di ipoglicemia sono quelle che assumono medicinali per il diabete. Questo perché la cannella può aumentare gli effetti di questi medicinali e causare un abbassamento eccessivo della glicemia.
2 capsule al giorno a stomaco vuoto, preferibilmente prima dei pasti principali.
INGREDIENTI: Cannella (Cinnamomum verum J.Presl) corteccia e.s. E:D 1:4; agente di rivestimento: idrossipro-pilmetilcellulosa; acido alfa-lipoico, Momordica (Momordica charantia L.) frutto e.s. tit. al 3 % in principi amari, Gymnema (Gymnema sylvestre (Retz) R.Br.) foglie e.s. tit 25 % in acido gymnemico, Moringa (Moringa oleifera Lam.) foglie ply, Moringa (Moringa oleifera Lam.) semi e.s. tit. 10 % in glicosidi totali e 40 % in polisaccaridi ; agente antiagglomerante: talco; cromo picolinato.
Come disintossicarsi dalla proteina Spike (da vax o da malattia)
13 Febbraio 2024
Di Paolo Bellavite
Ti penti di aver fatto il vaccino perché stai avendo effetti colaterali che nessun medico riesce a decifrare? Oppure hai avuto una infezione da covid e non guarisci bene?
NAC (N-Acetilcisteina) per un lungo periodo.
esame del sangue.
Medici in italia che distribuiscono consigli su come disintossicarsi dalla Spike e dagli effetti collaterali del vaccino e della malattia da sarsCov2:
Alessio Soldati, che si definisce medico svaccinatore
Sergio Brancatello
con link al post
Sopra referto di un paziente con danni avversi e tre punturine fatte. Ha seguito scrupolosamente il protocollo da letteratura scientifica per l’eliminazione della Spike e sta bene. Adesso è pronto x la seconda fase. Da pubblicazioni scientifiche solide che ho già postato la Glicoproteina Spike sia naturale che artificiale si elimina facilmente e in breve periodo basta assumere regolarmente x almeno 45/50 giorni BROMELINA 600 mg e ACETILCISTEINA 600 mg. Il paziente l’ha fatto e la Spike non c’è più né di naturale né di indotta. Tutto ovviamente documentato, come vedete. Ovviamente poi si passa alla fase di rigenerazione prima mitocondriale poi neurologica sulle piccole e grandi fibre… Brain Fog ed altri danni che la Spike ha fatto. Questo vi fa capire che, da chiunque voi andiate, dovete pretendere della letteratura scientifica indipendente di supporto su ciò che vi viene proposto. Questo è quello che farebbe un medico onesto. Diversamente “mi scusi del disturbo, saluti e baci “ e ve ne andate. Le due P ci sono perché l’unica differenza fra la Spike virale e artificiale sono appunto due Proline. Per il resto i 1248 aminoacidi che la compongono sono i medesimi di entrambe.
Sperando di aver fatto chiarezza e aiuto a chi si vuole disintossicare anche dopo una normale infezione presa casualmente
Ps: per la Spike naturale più “friabile“ e meno “robusta“ servono circa 20/25 giorni.
AGGIORNAMENTO APRILE 2024
Ogni persona colpita da reazioni da Vax deve vedere questo: approfondimenti sul recupero dal Dr. Peter McCullough
Il dottor McCullough raccomanda tre sostanze chiave per coloro che cercano il recupero dopo le iniezioni.
1.) Nattochinasi. Perché? Degrada le proteine del picco, come suggerito da studi preclinici. • Prendi 2000 unità due volte al giorno.
2.) Bromelina. Perché? Simile alla nattochinasi, scompone anche le proteine spike. • Prendi 500 milligrammi una volta al giorno
Questo riassume il protocollo “Base Spike Detoxification” del Dr. McCullough. Unisciti al canale
Che ti sia sottoposto al vaccino COVID o che abbia avuto l’infezione naturale, è probabile che nei tuoi tessuti e organi, incluso il cervello, rimanga una pericolosa proteina spike. La Top 10 delle sostanze essenziali per la disintossicazione dalle proteine spike e la guida completa Qui sotto puoi trovare la guida completa di WCH delle sostanze utili per disintossicarsi dalle proteine spike tossiche, comprese le dosi raccomandate, che puoi verificare con il tuo medico olistico.
Se hai avuto il COVID-19 o ti sei vaccinato contro il COVID-19, potresti avere delle pericolose proteine spike che circolano nel tuo corpo
Il World Council for Health ha pubblicato una guida alla disintossicazione dalle proteine spike, che fornisce semplici passi da seguire per ridurre potenzialmente gli effetti delle proteine spike tossiche nel tuo corpo
Gli inibitori e neutralizzatori della proteina spike includono aghi di pino, ivermectina, neem, N-acetilcisteina (NAC) e glutatione
I 10 principali elementi essenziali per la disintossicazione dalle proteine spike includono vitamina D, vitamina C, semi di nigella, quercetina, zinco, curcumina, estratto di cardo mariano, NAC, ivermectina e magnesio
Del Dott. Mercola
È stato anche rivelato che la proteina spike da sola è sufficiente a causare infiammazione e danni al sistema vascolare, anche indipendentemente da un virus.
Ora, il World Council for Health (WCH), coalizione mondiale di organizzazioni incentrate sulla salute e gruppi della società civile che cercano di ampliare le conoscenze di salute dei cittadini, ha pubblicato una guida alla disintossicazione dalle proteine spike, che fornisce dei passi semplici da seguire per ridurre potenzialmente gli effetti delle proteine spike tossiche. Puoi vedere la loro guida completa di rimedi naturali, inclusi i dosaggi, alla fine di questo articolo.
Perché dovresti considerare una disintossicazione dalle proteine spike?
Inoltre, uno studio di biodistribuzione giapponese per il vaccino della Pfizer ha trovato che le particelle del vaccino si spostano dal sito di iniezione al sangue, dopo di che le proteine spike circolanti sono libere di viaggiare in tutto il corpo, comprese le ovaie, il fegato, i tessuti neurologici e altri organi. Il WCH ha notato che:
Per eliminarle dopo il vaccino o un’infezione, i medici e i professionisti olistici suggeriscono alcune semplici azioni. Si pensa che pulire il corpo dalle proteine spike … il più presto possibile dopo un’infezione o un vaccino possa proteggere dai danni delle proteine spike rimanenti o circolanti”.
Inibitori e neutralizzatori delle proteine spike
I seguenti sono inibitori della proteina spike, il che significa che inibiscono il legame della proteina spike alle cellule umane:
Prunella vulgaris, Aghi di pino, Neem, Ivermectina, Estratto di foglia di dente di leone.
Questi includono:
N-acetilcisteina (NAC), Glutatione, Tisana all’anice stellato, Tisana al finocchio, Tisana agli aghi di pino, Iperico, Foglia di consolida, Vitamina C.
Questi composti vegetali qui sopra contengono acido shikimico, che può contrastare la formazione di coaguli di sangue e ridurre alcuni degli effetti tossici della proteina spike. Anche la nattochinasi, una forma di soia fermentata, può aiutare a ridurre la formazione di coaguli di sangue.
Come proteggere i tuoi recettori ACE2 e disintossicare l’IL-6
La proteina spike si attacca ai recettori ACE2 delle tue cellule, compromettendo il normale funzionamento dei recettori. Questo blocco può alterare il funzionamento dei tessuti e potrebbe essere responsabile dell’innesco di malattie autoimmuni o causare sanguinamenti o coaguli anormali, compresa la trombocitopenia indotta dai vaccini.
Boswellia serrata (franchincenso), Estratto di foglia di ranuncolo, Cumino nero (Nigella sativa), Curcumina, Olio di krill o altri acidi grassi, Cannella, Fisetina, Apigenina, Quercetina, Resveratrolo, Luteolina, Vitamina D3 (inclusa vitamina K), Zinco, Magnesio, Tè al gelsomino, Spezie, Foglie di alloro, Pepe nero, Noce moscata, Salvia.
Come disintossicarsi dalla furina e serina proteasi
Per entrare nelle cellule, la SARS-CoV-2 deve prima legarsi a un recettore ACE2 o CD147 sulla cellula. Poi la sottounità S2 deve essere scissa proteoliticamente (tagliata). Senza questa scissione proteica, il virus semplicemente si attaccherebbe al recettore e non andrebbe oltre.
“Il sito furin è il motivo per cui il virus è così trasmissibile e perché invade il cuore, il cervello e i vasi sanguigni”, ha spiegato il dottor Steven Quay, medico e scienziato, in un’udienza del GOP House Oversight and Reform Subcommittee on Select Coronavirus Crisis.
L’esistenza di un nuovo sito di scissione della furina sulla SARS-CoV-2, mentre altri coronavirus non contengono un solo esempio di sito di scissione della furina, è una ragione significativa per cui molti credono che la SARS-CoV-2 sia stata creata attraverso una ricerca GOF (gain-of-function) in laboratorio. Gli inibitori naturali della furina, che impediscono la scissione della proteina spike, possono aiutarti a disintossicarti dalla furina e includono:
Rutina, Limonene, Baicaleina, Esperidina
Tè verde, Patate, Cianoficee, Fagioli di soia, N-Acetilcisteina (NAC), Boswellia.
Alimentazione limitata nel tempo e dieta sana per tutti
Oltre alle sostanze mirate menzionate sopra, il WCH ha fatto bene a notare che una dieta sana è il primo passo per un sistema immunitario sano. Ridurre il consumo di cibi lavorati e altri alimenti proinfiammatori, compresi gli oli vegetali (di semi), è essenziale per una risposta immunitaria ottimale.
“Questo metodo … è usato per indurre l’autofagia, che è essenzialmente un processo di riciclaggio che avviene nelle cellule umane, dove le cellule degradano e riciclano i componenti. L’autofagia è usata dal corpo per eliminare le proteine cellulari danneggiate e può distruggere virus e batteri dannosi dopo l’infezione”.
uso regolare della sauna. Quando il corpo è soggetto a una quantità ragionevole di stress da calore, si abitua gradualmente al caldo, stimolando una serie di cambiamenti e adattamenti benefici.
La Top 10 delle sostanze essenziali per la disintossicazione dalle proteine spike e la guida completa
Vitamina D, Vitamina C, NAC, Ivermectina, Semi di nigella, Quercetina, Zinco, Magnesio, Curcumina, Estratto di cardo mariano.
IvermectinaBatteri del suolo (avermectina) Su prescrizione 0,4 mg/kg a settimana, per 4 settimane, poi mensilmente *Leggere bene le istruzioni sulla scatola per capire le controindicazioni prima dell’uso
IdrossiclorochinaSu prescrizione 200 mg a settimana, per 4 settimane *Leggere bene le istruzioni sulla scatola per capire le controindicazioni prima dell’uso
Vitamina C Agrumi(ad es. arance) e vegetali (broccoli, cavolfiori, cavoletti di bruxelles) Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 6-12 g al giorno (divisi equamente tra ascorbato di sodio (diversi grammi), vitamina C liposomiale (3-6 g) e ascorbil palmitato (1-3 g)
Prunella Vulgaris(comunemente conosciuta come self-heal) Pianta self-heal Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online, 200 ml al giorno
NeemAlbero di neem Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Come da istruzioni del medico o della preparazione
Estratto di foglia di ranuncolo Pianta del dente di leoneIntegratore (tè al dente di leone, caffè al dente di leone, tintura di foglie): negozi di alimenti naturali, farmacie, negozi di integratori alimentari, online Tintura, come da istruzioni del tuo medico o della preprazione
N-Acetilcisteina (NAC) Alimenti con molte proteine (fagioli, lenticchie, spinaci, banane, salmone, tonno) Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 1200 mg al giorno (in dosi separate)
Tisana al finocchioPianta di finocchio Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Nessun limite in accesso. Iniziare con 1 tazza e monitorare la reazione del corpo
Albero sempreverde cinese (Illicium verum) Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online, Nessun limite. Iniziare con 1 tazza e monitorare la reazione del corpo
Cumino nero (Nigella sativa)Famiglia delle piante di ranuncolo Supermercati, negozi di alimenti salutari
Curcumina CurcumaSupermercati, negozi di alimenti salutari
Olio di pesce Pesce grasso o oleoso Supermercati, negozi di alimenti salutari Fino a 2000 mg al giorno
Cannella,Albero di cinnamomo nei negozi e Supermercati
Fisetina,(flavonoide)Frutta: fragole, mele, mango Verdure: cipolle, noci, vino Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 100 mg al giorno Consumato con grassi
Apigenina, Frutta, verdura ed erbe aromatiche prezzemolo, camomilla, spinaci, sedano, carciofi, origano Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 50 mg al giorno
Quercetina, (Flavonoide) la trovi negli Agrumi, cipolle, prezzemolo, vino rosso Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 500 mg al giorno, Consumato con zinco
Resveratrolo,la trovi in Noccioline, uva, vino, mirtilli, cacao Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 1500 mg al giorno per massimo 3 mesi
Luteolina,la trovi in Verdure: sedano, prezzemolo, foglie di cipolla
Frutta:buccia di mela, fiori di crisantemo Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 100-300 mg al giorno (raccomandazioni del produttore)
Vitamina KVerdure a foglia verde Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori di vit K2, online, 90-120 mcg al giorno (90 per le donne, 120 per gli uomini)
Zinconella Carne rossa, pollame, ostriche, grani integrali, prodotti lattierocaseari o negli Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 11-40 mg al giorno
MagnesioVerdure, grani integrali, frutta secca Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 350 mg al giorno
Tè al gelsominoFoglie di gelsomino comune o piante di Sampaguita Supermercati, negozi di alimenti salutari Fino a 8 tazze al giorno
Foglie di alloroPiante di foglie di alloro, Supermercati
Pepe neroPianta di piper nigrum, Supermercati
Noce moscataSeme di Myristica fragrans, Supermercati
SalviaPianta di salvia Supermercati
RutinaGrano saraceno, asparagi, albicocche, ciliegie, tè nero, tè verde, tè ai fiori di sambuco Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 500-4000 mg al giorno (consultare il proprio medico prima di prendere dosi maggiori)
Limonene Scorza di agrumi come limoni, arance e limeIntegratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 2000 mg al giorno
BaicaleinaFamiglia delle scutellarie Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 100-2800 mg
EsperidinaAgrumi Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 150 mg due volte al giorno
Tè verdeFoglie di pianta di camellia sinensis Supermercati Fino a 8 tazze di tè al giorno o come indicato negli integratori
PatatePatate Supermercati
Cianoficee CianobatteriIntegratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online, 1-10 grammi al giorno
*Leggere le controindicazioni
Estratto di cardo mariano SilimarinaIntegratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online, 200 mg x 3 volte al giorno
Fagioli di soia(biologici) Fagioli di soia Supermercati, negozi di alimenti salutari
Il bioimmunologo Mauro Mantovani svela alla Bussola la sua scoperta che sarà pubblicata in ottobre:
«Secondo i produttori doveva rimanere in corpo massimo 9 giorni, ora la scienza deve spiegare perché la spike da vaccino resta così tanto tempo».
La spike del covid è diversa da quella del vaccino?
«Sì. Questa diversità è determinata fondamentalmente dalla presenza di un aminoacido ripetuto due volte in successione (doppia Prolina o P-P) e che determina quella che in gergo si chiama una Sequenza cerniera, rappresentata da un dodecapeptide (12 aminoacidi, tra cui la doppia Prolina).»
Vit K2 da 200 mcg in capsule (Menachinone o K2MK7 Da natto) capsule vegan in tapioca. 1 cp al giorno o a giorni alterni con una pasto grasso lontano dalla D3.
Zenzero – Aiuta ad alleviare l’infiammazione articolare da Artrite Reumatoide
13 Febbraio 2024
ZENZERO COME ASSORBIRE I BENEFICI EFFETTI ANTIDOLORIFICI DELLO ZENZERO
Aggiungere lo zenzero fresco tritato o lo zenzero in polvere nelle zuppe, stufati, fritti (al posto dell’aglio) e altre ricette. Lo zenzero è delizioso in molti piatti sia salati che dolci.
Se hai una centrifuga o un estrattore puoi fare dei succhi di zenzero fresco, un concentrato di benessere che si abbina bene con altre verdure e frutta, come carote o mele.
Capsule di Zenzero sono un modo semplice di assimilazione per chi è spesso fuori casa. Segui le indicazioni sulla confezione.
La Tisana di Zenzero fresco è un altro ottimo modo per assorbire tutte le proprietà dello zenzero. Tuttavia bisogna far bollire a lungo lo zenzero per far uscire tutti i principi attivi. Infatti è consigliato: prendi una radice di 5-6 centimetri ben lavata e tagliata a pezzettini, aggiungila ad un litro di acqua e fai bollire a fuoco bassa per 45 minuti o un’ora.
La Tintura di Zenzero permette di assorbire facilmente i principi attivi resi disponibili dalla macerazione idroalcolica. Una dose tipica è di 30 gocce tre volte al giorno.
Lo zenzero, come molti altri composti della natura, ha curato l’uomo per migliaia di anni ed è per questo che ha fatto parte dell’alimentazione.
Lo zenzero è una radice di una specie di pianta originaria dell’Asia, un rizoma che viene utilizzato in medicina e cucina tradizionale. Si tratta di una spezia ampiamente utilizzato in molte cucine asiatiche, soprattutto nella cucina indiana.
In tutti i tempi e in tutte le culture, lo zenzero viene considerato afrodisiaco. In effetti è un ottimo tonico generale, ma oltre a ciò è particolarmente utile in caso di disturbi digestivi.
Lo zenzero risulta essere un eccezionale antiossidante, addirittura resistente al calore tanto che in cottura aumenta la sua attività regolatoria dell’apparato intestinale. Il consumo di zenzero in associazione con aglio o cipolla creerebbe una sinergia tra i vari composti antiossidanti, con un conseguente potenziamento dei loro effetti antiossidanti.
Particolarmente indicato per alleviare il mal di mare, le nausee nelle donne in gravidanza e disturbi digestivi minori. Diversi studi hanno valutato l’effetto antiemetico (la capacità di prevenire o arrestare la nausea e il vomito) attribuito al zenzero. Tutti gli studi dimostrano che il consumo di polvere di zenzero può essere efficace nel trattamento di nausea e vomito.
Ulteriori studi dimostrano come lo zenzero potrebbe stimolare la secrezione biliare e l’attività degli enzimi digestivi, producendo una digestione più veloce degli alimenti.
Le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti potenziano la sua capacità antitumorale. Negli esseri umani, il consumo di zenzero mostra risultati promettenti per quanto riguarda la riduzione del dolore associato all’artrite e buoni effetti per ciò che riguarda l’Alzheimer.
Lo zenzero è una fonte eccellente di manganese: questo agisce come cofattore di numerosi enzimi che facilitano un buon numero di processi metabolici. Esso contribuisce anche alla prevenzione dei danni provocati dai radicali liberi.
Oltre a ciò, a crudo è una fonte di rame, come componente di numerosi enzimi, il rame è necessario per la formazione di emoglobina e collagene(proteina per la struttura e la riparazione dei tessuti) nel corpo.
Zenzero, più efficace di alcuni farmaci nel trattamento dell’artrite
Abbiamo più volte parlato dello zenzero e in particolare delle proprietà possedute dal rizoma di questa pianta. Abbiamo visto come coltivarlo in casa e come possa essere un eccezionale antiossidante,le cui proprietà resistono anche alla cottura. Ottimo rimedio naturale, anche contro le nausee mattutine, risulta essere un antivirale, digestivo e antinfiammatorio.
Qualche anno fa, alcuni ricercatori dell’Università della Georgia hanno svolto uno studio sul potere antidolorifico dello zenzero, evidenziando la sua capacità di bloccare lo stesso enzima che aspirina, ibuprofene e naprossene bloccano, ma senza i dannosi effetti collaterali che potrebbero avere i farmaci allopatici. Ma non è tutto. Lo zenzero è stato protagonista anche di un altro studio, riguardante i possibili benefici sull’artrite e i sintomi a essa collegati. Secondo questo studio, condotto qualche anno fa dall’Università di Copenaghen, questa magnifica spezia sarebbe anche più efficace dei farmaci cortisonici e dell’ibuprofene.
Gli studiosi hanno esaminato in vitro la risposta delle cellule affette da artrite ad alcuni medicinali, come appunto ibuprofene e cortisone. In più, è stata esaminata la risposta data anche all’estratto di zenzero. I risultati hanno suscitato qualche sorpresa: sebbene infatti l’ibuprofene sia in genere utilizzato contro il dolore, lo studio avrebbe dimostrato che non ha effetto sulla produzione di citochine, molecole che possono scatenare effetti infiammatori e quindi dolore. Zenzero e cortisone si sono rivelati invece efficaci al pari merito nella loro funzione di antinfiammatori.
Considerati i vari effetti collaterali che il cortisone può avere sull’organismo, potremmo dire che, in questo caso, lo zenzero si è dimostrato un rimedio più efficace dei farmaci tradizionali per ridurre le infiammazioni e alleviare il dolore. Ma non solo ricerche in vitro. Krishna C. Srivastava, tra i ricercatori della Odense University, ha evidenziato poi come la somministrazione di zenzero a pazienti affetti da artrite possa alleviare in maniera significativa il dolore.
Hanno concluso: “Nell’AR come malattia autoimmune, il sistema immunitario è compromesso e sembra che lo zenzero possa migliorare la funzione immunitaria nei pazienti con questa malattia e altre malattie autoimmuni. I risultati hanno mostrato che lo zenzero ha ridotto significativamente l’espressione del gene T-bet”.
Lo Zenzero (Ginger) si acquista come tubero fresco in tutti i negozi e supermercati. Oppure in forma di infuso o in polvere, o aggiunto ad altri alimenti ed altre spezie specialmente la Curcuma altra tubero molto utile nelle infiammazioni.
L’Artrite Reumatoide Migliora con Vitamina D, Omega3, Magnesio, NAC ed Alimentazione
13 Febbraio 2024
L’artrite di qualsiasi origine è una condizione molto debilitante e tendente a cronicizzare ed avere fasi di riacutizzazione del dolore ed infiammazioni caratteristiche nelle diverse zone articolari.
Vedremo in questa raccolta di ricerche come risolvere e/o migliorare attraverso l’ausilio di cure non farmacologiche.
Innanzitutto vedremo come si presenta per definizione l’artrite, le cause, e come si diagnostica. Passeremo poi a trattare una serie di rimedi naturali e vedremo che ogni sito proporrà cure naturali diverse. La loro efficacia è dipendente da vari fattori, quindi si trovano in rete diverse soluzioni ma non definitive.
Nella medicina ufficiale non vi sono rimedi duraturi contro il dolore se non cortisone ed antidolorifici, ma pare riscontrata anche da questa una forte correlazione fra l’artrite e l’alimentazione come agente infiammatorio. Ed ognuno avrà da proporre una dieta diversa con variabili sulla sensibilità ed efficacia alla dieta scelta.
Lo studio sulla relazione della artrite con la carenza della Vitamina D sembra poco preso in considerazione perché è stato fatto su un piccolo numero di soggetti, ma potrebbe comunque essere decisivo ad affrontare meglio il dolore nelle artriti, così come lo fa anche per altri tipi di dolore cronico. Tuttavia la vitamina D è stata riscontrata efficace nelle malattie autoimmuni (come lo è l’artrite reumatoide) attraverso l’uso di alti dosaggi di Vitamina D.
Oltre all’uso della Vitamina D, Omega 3 e Magnesio, presentiamo infine dei siti medici che affrontano questa patologia con altri rimedi naturali, non invasivi come Curcuma, diversi rimedi fitoterapici e N-Acetilcisteina (NAC).
Le articolazioni sono strutture anatomiche che mettono in reciproco contatto due o più ossa e che sono fondamentali per le funzioni di sostegno e mobilità dello scheletro umano.Cos’è l’artrite?Un’artrite è una qualsiasi condizione infiammatoria che coinvolge una o più articolazioni. infiammazione a carico di una o più articolazioni. Esistono diversi tipi (o forme) di artrite, ognuno con cause e caratteristiche peculiari. Le cause che ne inducono la comparsa possono avere natura traumatica, metabolica, infettiva, autoimmune o idiopatica. osteoartrite e l’artrite reumatoide. Diagnosi
fattore reumatoide (FR) e gli anticorpi anti peptidi ciclici citrullinati (anti-CCP). Tali anticorpi non sono specifici ma la loro presenza, in soggetti che hanno un quadro clinico caratteristico, assume un ruolo importante non solo per la fase diagnostica ma anche per quella prognostica. Si è infatti visto che alti livelli di fattore reumatoide ed anticorpi anti-CCP durante le prime fasi della malattia sembrano associarsi ad un maggiore rischio di danno articolare severo. Va segnalato che questi anticorpi possono essere presenti anche in soggetti che hanno altre malattie ma anche in persone sane e che circa il 35% dei pazienti affetti da artrite reumatoide non presenta nel loro sangue questi anticorpi.
Vivere quotidianamente senza dolore è qualcosa che viene facilmente dato per scontato da coloro che non hanno sperimentato dolore cronico. Oltre ai dolori e ai dolori quotidiani, convivere con il dolore cronico può devastare il proprio stato mentale, poiché nel tempo affrontarlo può causare esaurimento, disperazione e frustrazione.
disfunzione del sistema immunitario, come l’artrite reumatoide (AR). L’artrite reumatoide è una condizione autoimmune in cui il sistema immunitario del corpo attacca erroneamente le articolazioni, provocando dolore, gonfiore e rigidità in queste aree.
ruolo della vitamina D nelle condizioni autoimmuni, poiché è stato scoperto che svolge un ruolo nella regolazione del sistema immunitario e dell’infiammazione.
Tutti gli individui sono stati testati per diversi valori clinici tra cui proteina C-reattiva, un marker di infiammazione, insulina nel sangue, glicemia, HOMA-IR, un marker di insulino-resistenza e livelli di 25(OH)D.
Questo è ciò che hanno scoperto i ricercatori:
Solo un paziente è stato considerato vitamina D insufficiente mentre gli altri 34 erano tutti carenti di vitamina D.
I ricercatori hanno concluso,
“Nei primi pazienti affetti da AR con attività della malattia moderata e alta, bassi livelli sierici di vitamina D erano associati ad attività della malattia, aumento della resistenza all’insulina e disfunzione endoteliale”.
Naturalmente, qualsiasi studio è forte solo quanto le sue debolezze. Sebbene questo studio abbia avuto risultati significativi e i confronti caso-controllo siano piuttosto utili, è stato osservazionale e quindi non dimostra la causalità. Inoltre, la dimensione del campione era molto piccola e lo studio di un gruppo più ampio migliorerebbe la generalizzabilità dei risultati.
Citazione
Peterson, R. & Cannel, JJ. La gravità dell’artrite reumatoide può essere mediata dallo stato di vitamina D, secondo uno studio recente. Blog e newsletter del Consiglio sulla vitamina D, 1/18.
C’è un crescente interesse per il ruolo della vitamina D come potenziale trattamento per una serie di malattie disparate. Oltre al suo ruolo nell’omeostasi del calcio, la vitamina D ha una pletora di effetti tra cui immunomodulazione, effetti pleiotropici, modulazione della propensione alle infezioni e regolazione della pressione sanguigna. La rilevazione e il trattamento della carenza di vitamina D in pazienti selezionati con AR è rilevante in quanto la carenza è comune. La terapia con vitamina D può modificare l’aumento del rischio di cadute e fratture in questo gruppo ed eventualmente esercitare ulteriori effetti immunomodulatori sull’insorgenza e l’attività della malattia, sebbene i dati siano in gran parte epidemiologici. Attualmente, non esiste una visione consensuale sui regimi di sostituzione della vitamina D, né un livello ottimale concordato di 25-idrossivitamina D sierica [25(OH)D] per la salute. In effetti i livelli possono variare per i diversi sistemi di organi e deve essere considerato il concetto di “carenza di vitamina D specifica per i tessuti”. Pertanto, vi è incertezza clinica su quando e come correggere la carenza di vitamina D.
I pazienti più anziani, in particolare le donne in post-menopausa e altri ad alto rischio di carenza di vitamina D, dovrebbero essere presi di mira preferenzialmente poiché è probabile che trarranno i maggiori benefici dall’integrazione. I medici devono essere consapevoli delle difficoltà tecniche associate alla misurazione e all’interpretazione dei livelli di 25(OH)D.
La somministrazione di alte dosi di vitamina D come bolo orale settimanale è sicura e può correggere rapidamente la carenza di vitamina D seguita da dosi regolari più basse per mantenere livelli adeguati
Artrite reumatoide e dolori articolari sempre più legati al tipo di alimentazione
sistema alimentare che spesso consigliamo ai nostri pazienti, a partire dalla ricca prima colazione, mira specificamente a controllare e orientare la produzione delle adipochine rilasciate dal tessuto adiposo.
La relazione stratta tra obesità, allergie e artrite sta aiutando a comprendere perché la scelta di una prima colazione di solo pane e marmellata è peggiore di quella di un uovo sodo insieme ai cereali mischiati con qualche seme oleoso.
prodotti come la Curcuma, con azione sull’infiammazione e sulla regolazione delle adipochine allo stesso tempo.
Olio di Perilla come regolatore dell’infiammazione attraverso il suo apporto naturale di omega 3 vegetali.
La dieta può essere un valido alleato per alleviare i sintomi dei pazienti affetti da artrite reumatoide. Questa è una malattia infiammatoria cronica sistemica che colpisce le articolazioni e le ossa, causando dolori che hanno un impatto negativo sulla qualità della vita.
Gli approcci più comuni per ridurre le sofferenze dei pazienti includono l’adozione di uno stile di vita vegetariano o gluten free, della dieta elementare e, in alcuni casi, del digiuno. Si fa anche uso di supplementi alla dieta, come gli acidi grassi polinsaturi omega-3. Tuttavia, ancora non esistono delle linee guida specifiche da seguire.
Al fine di comprendere quali siano gli approcci migliori che diano reali benefici alla vita dei soggetti affetti dalla malattia, i ricercatori dell’Università di Nicosia di Cipro e il King’s College di Londra hanno svolto una revisione sistematica di 70 studi clinici.
L’articolo, pubblicato su “Nutrition reviews” il 9 marzo 2021, ha dimostrato che alcuni piani alimentari possono effettivamente migliorare i sintomi dell’artrite reumatoide. Ad esempio, la somministrazione di omega-3 ad alte dosi riduce l’infiammazione e il rischio di comorbilità.
La dieta mediterranea, ben bilanciata, non restrittiva con proprietà anti-infiammatorie, antiossidanti e cardioprotettive, ha dimostrato apportare un discreto miglioramento in alcune misure relative alla malattia.
Il digiuno, invece, sebbene sia utile nel migliorare i sintomi della malattia, non è un comportamento sostenibile e i benefici sono transitori.
Per quanto riguarda gli studi sulla dieta proteica o dieta elementare, che comprende aminoacidi, grassi, zucchero, vitamine e minerali, i risultati suggeriscono che la risposta è molto individuale.
La dieta vegetariana/vegana apporta dei vantaggi che potrebbero essere collegati al miglioramento della flora intestinale.
In linea generale, migliorare i sintomi dell’artrite reumatoide si può: bisogna aumentare l’apporto di cibi anti-infiammatori e diminuire quelli pro-infiammatori. La stesura del piano alimentare dovrebbe essere sempre affidata ad un medico o ad un esperto dell’alimentazione.
I pazienti in tutti e tre i gruppi di trattamento hanno mostrato cambiamenti statisticamente significativi nei loro punteggi DAS. È interessante notare che il gruppo curcumina ha mostrato la più alta percentuale di miglioramento nei punteggi DAS e ACR complessivi (ACR 20, 50 e 70) e questi punteggi erano significativamente migliori rispetto ai pazienti nel gruppo diclofenac sodico.
Ancora più importante, il trattamento con curcumina è risultato sicuro e non correlato ad alcun evento avverso.
Tra i rimedi fitoterapici antinfiammatori più utilizzati per le artriti, principalmente di tipo cronico troviamo:
salicilato vegetale“, la pianta svolge azione antinfiammatoria, analgesica e antipiretica, perché inibisce la sintesi delle prostaglandine (PGE2), responsabili del dolore e del processo infiammatorio dei tessuti. Viene perciò utilizzata per alleviare gli stati dolorosi causati da artrosi, artrite reumatoide, dolori articolari, mal di denti, mal di schiena e cervicale. Tuttavia a differenza dei farmaci antinfiammatori di sintesi, la spirea non presenta azione ulcerogena (gastrite, ulcera), effetto collaterale di questa categoria di farmaci. La presenza delle mucillagini, infatti, conferisce alla spirea un’azione protettiva per le mucose, in grado di ridurre gli spasmi e i processi erosivi delle pareti gastriche.
azione antiinfiammatoria e quella protettiva delle cartilagini. In generale, i fanghi svolgono un’azione drenante, analgesica e miorilassante, stimolante dei processi metabolici, e della resistenza verso agenti patogeni; aiutano a pulire e a disintossicare la pelle, perchè assorbono le tossine e scorie e ci restituiscono una cute levigata, morbida e purificata.
L’artrite reumatoide (AR) è considerata una condizione autoimmune in cui la sovrapproduzione di citochine pro-infiammatorie porta a una cascata infiammatoria. La N-acetilcisteina (NAC) è un potente agente antinfiammatorio e antiossidante. Abbiamo mirato a esplorare l’impatto della NAC orale sulle attività delle citochine e sugli indicatori clinici nei pazienti affetti da AR.
In questo studio clinico randomizzato in doppio cieco controllato con placebo, 41 pazienti affetti da AR attiva sono stati assegnati al NAC (600 mg, due volte al giorno) o al gruppo placebo, come terapia aggiuntiva al regime di routine, per 8 settimane. Il punteggio dell’attività della malattia con una velocità di eritrosedimentazione (DAS28-ESR) e le concentrazioni sieriche di interleuchina (IL)-1β e IL-17 sono state valutate al basale e alla fine dello studio per tutti i partecipanti ai gruppi di test e di controllo.
La riduzione del DAS28-ESR è stata considerevolmente maggiore nel gruppo NAC rispetto a quella del gruppo di controllo. Non sono state osservate differenze statisticamente significative nella riduzione delle citochine IL-1β e IL-17 tra il NAC e i gruppi di controllo. Inoltre, i miglioramenti nella valutazione globale del paziente, nel numero di articolazioni dolenti, nel numero di articolazioni gonfie e nei tassi di VES erano a favore del gruppo NAC. I nostri risultati rivelano che la NAC può avere un effetto benefico su tutte le caratteristiche cliniche dell’AR. Tuttavia, variazioni non significative nei livelli di IL-1β e IL-17 suggeriscono un modo alternativo di efficacia NAC senza influenzare le citochine misurate. Tuttavia, questi risultati devono essere confermati da ulteriori indagini.
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Salute delle vene e microcircolo Le proprietà del BIANCOSPINO
13 Febbraio 2024
biancospinoè una pianta particolarmente utile per il benessere del cuore e del sistema nervoso. Le sue proprietà fitoterapiche sono note ed apprezzate fin dal Medioevo. Scopriamo allora tutti gli usi del biancospino e le eventuali controindicazioni di questo rimedio naturale.
Pianta perenne della famiglia delle Rosaceae, il biancospino (Crataegus oxyacantha) è tradizionalmente utilizzato per il suo effetto benefico nei confronti del sistema cardiovascolare e per le sue doti sedative e calmanti. Caratterizzata da fiori bianchi e bacche di colore rosso, questa pianta dispone di alcuni principi attivi interessanti che possono tornare utili per fonteggiare problemi molto comuni come ipertensione, ansia e insonnia.
Le proprietà più interessanti del biancospino si evidenziano soprattutto a livello del cuore. I flavonoidi presenti in questa pianta consentono una dilatazione delle arterie con conseguente riduzione della pressione sanguigna e del ritmo troppo accelerato del cuore garantendo quindi un’azione protettiva a livello cardiovascolare. Si tratta poi di un ottimo cardiotonico, ovvero un rimedio che potenzia la forza contrattile del cuore.
Il biancospino esercita inoltre un’azione calmante non solo sul cuore ma anche sul sistema nervoso, riesce quindi ad agire sia in caso di ansia generica che contro palpitazioni, tachicardia, stress o insonnia. Si tratta poi di una pianta con principi attivi antiossidanti e dunque in grado di contrastare i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare.
Infine il biancospino riduce l’accumulo di colesterolo nei vasi sanguigni e ha effetti diuretici contro la ritenzione idrica, antidiarroici e in caso di crampi muscolari. Cardiotonico
Abbassa la pressione sanguigna
Regolarizza i battiti del cuore
Azione calmante
Antiossidante
Riduce l’accumulo di colesterolo
È diuretico
Antidiarroico
USI DEL BIANCOSPINO
Il biancospino è un rimedio spesso consigliato in caso di ansia o di attacchi di panico, il più delle volte associato ad altre erbe come valeriana, tiglio o passiflora. In caso di palpitazioni, tachicardia o generica ansia o stress potete provare ad assumere la tisana di biancospino preparandola così: portate ad ebollizione una tazza d’acqua, spegnete e versate un cucchiaio di biancospino secco o mix di erbe in cui è presente anche questa pianta, lasciate in infusione per circa 15 minuti poi filtrate e bevete. Si possono prendere 2 o 3 tazze di questa tisana rilassante al giorno anche in caso di insonnia. Potete provare ad utilizzare il biancospino in caso di:
Ansia
Stress
Tachicardia
Insonnia
Ipertensione
Pressione alta
Palpitazioni
Il biancospino si trova disponibile, oltre che in tisana, anche in estratto secco o tintura madre. La forma di assunzione del biancospino e il dosaggio devono consigliati da un esperto a seconda della situazione da trattare e delle specifiche esigenze.
CONTROINDICAZIONI DEL BIANCOSPINO
Il biancospino non presenta particolari controindicazioni ed è una pianta generalmente ben tollerata. In caso però si assumano farmaci meglio sempre informare il proprio medico per scongiurare la possibilità di eventuali interazioni. Evitare l’utilizzo in gravidanza e allattamento è sempre buona norma dato che non esistono studi a riguardo. Cautela anche in caso di pressione bassa dato che questo rimedio potrebbe farla scendere ulteriormente.
Francesca Biagioli
Benefici del biancospino
indicato nei casi di ipertensione, lieve o moderata, specie se di origine nervosa.
I benefici del biancospino per la pressione e in generale per il sistema cardiocircolatorio, possono essere apprezzati dopo alcune settimane di utilizzo.
Questa pianta ha azione miorilassante e cardiotonica ed è in grado di rallentare lecontrazioni del cuore aumentandone contemporaneamente la forza. Il biancospino aiuta dunque a ridurre aritmie e tachicardia.
biancospino per l’insonnia e in caso di dolori mestruali e spasmi addominali.
Il biancospino può essere utilizzato sotto forma di infuso, tintura madre, estratto fluido o gemmoderivato.
La tisana al biancospino si prepara con 1-1,5 grammi di foglie e fiori essiccati o fino a 1 grammo di frutti essiccati.Dopo aver versato la miscela di foglie e fiori o i frutti in una tazza di acqua bollente si spegne il fuoco, si copre e si lascia in infusione per 15 minuti. Infine, si filtra l’infuso e consumarlo. Se ne possono assumere tre tazze al giorno.
La tintura madre di biancospino si somministra al dosaggio di 30 gocce in poca acqua tre volte al giorno lontano dai pasti e alla sera prima di coricarsi.
Il gemmoderivato si assume invece al dosaggio di 30-50 gocce in acqua una o due volte al giorno.
«Se hai a che fare con vene gonfie e fastidiose, prova Plant-Based Vein Health. È una miscela specializzata di erbe biologiche e completamente naturali che promuovono una sana circolazione. Mantieni il tuo sangue che scorre e le tue vene e arterie in buona forma con Plant-Based Vein Health! » (Gruppo De. Edward)
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Formula avanzata Vein Health è una formula liquida potenziata con minerali traccia energizzati, che ne aumenta la biodisponibilità complessiva.
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Il potere di Plant-Based Vein Health è dovuto alla sua miscela di estratti di erbe crude di potenti ingredienti biologici.
Supporta vene e arterie Le vene sono vasi sanguigni che trasportano il sangue al cuore. Le arterie portano via il sangue da esso. Plant-Based Vein Health di Global Healing è una formula a base di erbe completamente naturale che supporta la normale salute circolatoria.
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Essere attivi Il movimento è un ottimo modo per far scorrere il sangue. Impegnati a fare esercizio ogni giorno. Se il tuo lavoro richiede lunghi periodi di seduta, alzati e cammina regolarmente per evitare che il sangue si accumuli.
Una confezione da 59ml = 60 porzioni circa da 1ml
INGREDIENTI
Biancospino*(frutto), ippocastano*(frutto/mallo/seme), estratto di semi d’uva*(seme), radice di pietra*(radice), motherwort*(fiore/foglia/gambo), centella asiatica*(foglia), rusco*(radice).
* Da agricoltura biologica. Altri ingredienti: glicerina vegetale biologica, acqua tripla distillata, miscela di essenze vegetali biologiche (lavanda biologica, rosa biologica, bergamotto biologico), oligoelementi energizzati. 100% naturale, puro, vegano, senza glutine, senza alcol, senza soia, no OGM e non testato su animali.
VALORI NUTRIZIONALI Per porzione Per 1 ml Riferimenti Bibliografici , Volume 24, Issues 2-3, 1988, Pages 167-178 Potrebbero interessarti anche altre marche che contengono il Biancospino in sinergia con altre piante medicali. Guarda su Pavaglione Integra
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Non di solo antibiotico muore l’Helicobacter: smontiamo le bugie.
Si suppone che circa il 50% della popolazione mondiale ne è infetto.
Tra cui la resistenza acquisita contro gli antibiotici.
Ma andiamo per gradi.
La terapia farmacologica infatti si basa su ALMENO DUE ANTIBIOTICI combinati con una doppia dose di inibitore della pompa protonica (IPP). Il problema principale della terapia di eradicazione è la resistenza crescente di HP agli antibiotici più comunemente usati.
Quindi, è CERTIFICATO SCIENTIFICAMENTE che il trattamento antibiotico HP a lungo termine determina una modifica qualitativa e quantitativa della flora intestinale (disbiosi) e determina la selezione di ceppi antibiotico-resistenti di HP e di altri batteri intestinali.
Chi questo lo nega TI STA MENTENDO.
QUALI BENEFICI TI CHIEDERAI?
Senza misurare gli effetti a medio lungo termine. Che oggi abbiamo misurato. Comunque, alla ricerca di nuove terapie anti- HP abbiamo guardato al passato, nel campo delle piante terapeutiche.
Fitoterapici per la cura della Sovracrescita dell’Helicobacter Pylori
Numerosi studi sono stati condotti su un gran numero di varietà vegetali, che esibiscono le proprie azioni anti-HP attraverso diversi meccanismi: effetti antisecretori o curativi, antiossidanti e antinfiammatori. Un esempio? ridurre l’adesione di HP alla mucosa gastrica. E agli effetti collaterali
Le erbe medicinali offrono un’altra opportunità per inibire l’HP. E alcune potrebbero anche fornire un approccio efficace per ridurre il rischio di cancro allo stomaco. Perché sono uno che crede che DEVI SAPERE LA VERITÀ e avere le informazioni giuste per poter fare una SCELTA. Perché la tua salute vale!
Il lavoro preso in esame dal dottor Prinzi considera oltre 200 lavori su Erbe Mediche da tutte le parti del mondo e culture diverse e tutte in relazione allo stomaco con un problema dall’Helicobacter Pylori.
Eppure la medicna Classica Ortodossa del farmaco come unica cura continua ad usare gli antibiotici con le conseguenze che sappiamo.
Allego parte della traduzione coi referimenti
Meccanismi di piante medicinali come anti-H.pylori
Inibizione dell’urea
4 ]. L’azione anti- H. pylori delle radici di Paeonia lactiflora è dovuta all’idrofobicità del 1,2,3,4,6-penta- O -galloil-β- d- glucopiranosio che facilita il legame alle membrane portando alla perdita dell’integrità della membrana così come l’inibizione dell’ureasi [ 5 ]. È stato riportato che sia la frazione CHCl 3 che l’estratto EtOH della corteccia del gambo di Calophyllum brasiliense riducono l’ attività dell’H. Pylori e dell’ureasi nei ratti Wistar, come confermato dall’istopatologia [ 6]. Il meccanismo d’azione dell’estratto acquoso di mirtillo rosso e origano può essere dovuto all’inibizione della prolina deidrogenasi e dell’attività dell’ureasi [ 7 ]. Sia gli estratti di Calotropis procera che di Acacia nilotica inibiscono l’attività dell’ureasi attraverso meccanismi competitivi [ 8 ].
Lo stress ossidativo
9 ].
Attività antiaderente
10 ]. L’estratto acquoso di Liquoriceroot e i polisaccaridi mostrano una forte attività antiadesiva delle aliquote di mucosa gastrica umana con H. pylori marcato con fluorescenza [ 11 ]. L’ estratto di radice di Pelargonium sidoides mostra attività antiadesiva [ 12 ]. Si trova anche che il diterpene Plaunotol, isolato dalle foglie di plau-noi, inibisce l’adesione di H. pylori così come l’inibizione della secrezione di IL-8 [ 13 ]
Relazione attività struttura
Fig. 2) sono discussi all’interno di questa recensione in Tavolo 2.
Elenco di alcune delle piante per la riduzione delle ulcere da HP, gastroprotezione, effetti antinfiammatori ed antiossidanti.
Olio essenziale di Baccharis dracunculifolia DC, Boesenbergia rotunda (L.), acido boropinico, Cochlospermum tinctorium, Chamomilla recutita, foglie di Cistus laurifolius, Citrus Lemon (Rutaceae), Citrus aurantium, Cocculus hirsutus, Croton reflexifolius, diterpene Plaunotol isolato dalle foglie di plau-noi, estratto EtOH della corteccia del gambo di Calophyllum, Casearia sylvestris, Cyrtocarpa procera Kunth (Anacardiaceae),
Garcinia kola seed., Garcinia achachairu Rusby (Clusiaceae), Geranium wilfordii, Geum iranicum, Germogli di broccoli, Green tea extract in Mongolian gerbils, Amphipterygium adstringens, corteccia di Bridelia micrantha, corteccia di gambo di Khaya senegalensis A, Davilla elliptica e Davilla nitida, Desmostachya bipinnata, Dittrichia viscosa, Eucalyptus camaldulensis, Eucalyptus torelliana, Eucalyptus globulus, Eupatorium aschenbornianum, frutti di Feijoa sellowiana, radici di Ferulago campestris (Apiaceae),
Hancornia speciosa, Fungo Lion’s Mane,Hericium erinaceus (Basidiomiceti superiori), Sanguinaria canadensis e Hydrastis canadensis, Hyptis suaveolens, Ixeris chinensis, Larrea divaricata Cav (jarilla), foglie di Mangifera indica L., Mastice di Chios, Morus alba, Musa sapientum, Myroxylon peruiferum, Myrtus communis , estratto di foglie di Olea europaea, Ocimum sanctum (Holy Basil),
Paeonia lactifloraPelargonium sidoides, gambo di Calophyllum brasiliense, estratti di Calotropis procera, Cichorium intybus, corteccia delle radici di Hippocratea excelsa (Hippocrataceae), Pistacia terebinthus galls, Glycyrrhiza glabra L, Impatiens balsamina L, Satureja hortensis L., Alchornea triplinervia, blackberry leaves (Rubus ulmifolius),
Oroxylum indicum, Tabebuia impetiginosa, Termitomyces eurhizus, Terminalia chebula Retz, polvere di Shoya, oli essenziali di Thymus vulgaris, Tithonia diversifolia, Uncaria rhynchophylla, ginger Zingiber officinale.
References
1. Lawal T.O., Igbokwe C.O., Adeniyi B.A. Antimicrobial activities and the bactericidal kinetics of Allium ascalonicum Linn. whole plant) against standard and clinical strains of Helicobacter pylori: support for ethnomedical use. J. Nat. Sci. Res. 2014;4(8):48–56. [Google Scholar]
2. Conteduca V., Sansonno D., Lauletta G., Russi S., Ingravallo G., Dammacco F. H. pylori infection and gastric cancer: state of the art. Int. J. Oncol. 2013;42(1):5–18. doi: 10.3892/ijo.2012.1701. [PubMed] [CrossRef] [Google Scholar]
3. Wolle K., Malfertheiner P. Treatment of Helicobacter pylori. Best Pract. Res. Clin. Gastroenterol. 2007;21(2):315–324. doi: 10.1016/j.bpg.2006.11.001. [PubMed] [CrossRef] [Google Scholar]
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La mano pesante della legge sulle cure Naturali
13 Febbraio 2024
Legiferare per renderle illegali
Ma i farmaci? Quanti ne immettono sul mercato senza autorizzazioni? Quanti ne ritirano ritenendoli pericolosi dopo averli fatti provare alla popolazione per anni?
Un certo numero di anni fa, la FDA chiese alle farmacie galeniche, ai professionisti della medicina naturale e ai professionisti della medicina integrativa di nominare sostanze per un processo di revisione delle stesse.
udienza imparziale.
Tuttavia, la motivazione della FDA era che se una qualsiasi di queste sostanze non avesse avuto una cosiddetta monografia federale USP-NF (una combinazione di due compendi: la farmacopea degli Stati Uniti e il formulario nazionale), indipendentemente dal fatto che la sostanza fosse un normale farmaco, un farmaco off-label o una sostanza naturale, allora sarebbe diventata illegale.
udienze per sostanze farmaceutiche sfuse per compounding farmaceutico” ai sensi dell’articolo 503A della Federal Food, Drug and Cosmetic Act.
ridotto da 310 a circa a circa 68 sostanze ritenute degne di essere esaminate.
Esempi di alcune delle sostanze elencate nella categoria 3 che diventerebbero illegali nei composti sono:
Lactobacillus acidophilus,
erba medica,
semi di anice,
alcuni tipi di rame,
alcuni tipi di magnesio,
molti minerali,
un certo numero di sostanze a base di erbe che potrebbero essere usate in senso composto e tutta una serie di cose nominate dai farmacisti che non sono usati come medicinali ma sono usati come leganti o eccipienti (come il latte in polvere) e diventerebbero illegali da usare per una farmacia secondo questo elenco.
alcune forme di glutammina,
condroitina,
D-ribosio
e un numero di altre cose che in realtà non possiamo vivere senza.
artemisinina,
Boswellia,
MSM (metilsulfonilmetano),
glicirrizina
e alcune vitamine del gruppo B come la nicotinamide.
Il modo in cui sono organizzate le udienze della FDA, se queste sostanze non hanno alcune indicazioni mediche molto chiare per le quali sono gli unici trattamenti, la FDA essenzialmente dice al comitato che non dovrebbero approvarlo.
Su questo tema è intervenuta Federsalus, con una nota indirizzata alla Commissione Europea, all’interno della quale ha indicato le evidenze attualmente disponibili a supporto della monacolina K ed ha evidenziato tutti gli aspetti normativi che negli ultimi anni hanno regolamentato e approvato l’uso dei claim per la monacolina K e la commercializzazione di questa tipologia di integratori alimentati.
In particolare, Federsalus ha sottolineato come nel documento di EFSA non siano stati considerati numerosi studi scientifici e i dati di vigilanza sugli integratori con 3 mg di monacolina inviati all’Agenzia a seguito della richiesta della Commissione Europea e della conseguente “consegna dati” agli stati membri.
Federsalus ha inviato alla Commissione Europea, a ulteriore supporto, una nuova meta analisi di studi clinici controllati randomizzati realizzata dall’Università di Bologna in agosto, finalizzata ad analizzare dati sulla sicurezza della supplementazione di riso rosso fermentato, dalla quale è emerso che questa tipologia di supplementazione è sicura e non associata all’incidenza di effetti collaterali sul sistema muscolo-scheletrico, e con una riduzione del rischio di eventi avversi gravi.
Tra le evidenze scientifiche a supporto, Federsalus ha inoltre citato nella nota le “Linee Guida per il trattamento delle dislipidemie” pubblicate dalla European Society of Cardiology e dalla European Atherosclerosis Society, in cui si raccomanda l’utilizzo di integratori a base di riso rosso fermentato, con evidenza clinica A, per i soggetti con rischio cardiovascolare basso-moderato.
Nella nota, l’Associazione ha infine richiesto alla Commissione di archiviare la procedura sulla monacolina K, non riscontrando, alla luce delle evidenze fornite a supporto e del più generale contesto normativo, i requisiti necessari richiesti dal quadro normativo europeo per bandire o limitare l’uso di una sostanza.
Potrebbe sembrare un paradosso o un cortocircuito logico, ma in realtà esistono un’infinità di piante in grado di curare le patologie che ci affliggono, come e spesso meglio di quanto non facciano i farmaci sintetici tradizionali, ma la loro coltivazione, commercializzazione e diffusione è in varia misura vietata o limitata dai governi nazionali e sovranazionali in quanto potrebbe nuocere ai profitti delle multinazionali farmaceutiche. Le più note sono la cannabis e la stevia, al cui riguardo esiste un’ampia letteratura scientifica che ne comprova le qualità, ma accanto ad esse se ne possono annoverare molte altre dalle proprietà non certo meno sorprendenti.
L’Artemisia Annua, originaria della Cina e criminalizzata dall’industria farmaceutica fino al punto che l’OMS dal 1995 raccomanda ai governi del mondo di non diffonderla alla popolazione, è unpotente antibiotico che può essere usato contro la malaria e funziona molto meglio di quelli costosi che vengono venduti dalle multinazionali, dal momento che a differenza dei farmaci non riduce le difese immunitarie dell’organismo e al contrario vanta anche interessanti proprietà antitumorali.
L’Epilobium parviflorum cura i problemi della prostata e vanta un’ampia letteratura di successi anche in casi di tumori alla prostata considerati senza speranza dalla medicina ufficiale.
La Cassia obtusifolia è una pianta eccezionale che può venire usata per la cura del Parkinson e dell’Alzheimer.
La Celidonia maius è un potente antibiotico, brucia le verruche, cura la cataratta e le infiammazioni agli occhi, semplicemente sfregandoli con il suo succo giallo.
La Lippia dulcis è uno zucchero dolcissimo, usato nell’antichità dagli aztechi, che le case farmaceutiche hanno già brevettato benché non lo usino ancora preferendo guadagnare sull’aspartame che è cancerogeno, cura anche la tosse i crampi addominali ed i vermi intestinali.
L’Hypericum perforatum combatte la depressione molto meglio del Prozac.
La Tormentilla dissolve e secca le emorroidi.
Il Lepidium latifolium dissolve i calcoli renali, anche quelli più grandi dopo un solo mese d’infusioni.
La lattuga virrosa risolve i problemi d’insonnia.
La Vitex agnus – castus è un arbusto che si racconta debba il suo nome al fatto di venire usato in antichità nei monasteri per abbassare la libido. I suoi rametti si tagliano per fare delle infusioni depurative che sono utili per combattere i problemi della menopausa, del fegato e dell’acne ed inoltre aiutano a dimagrire.
Il fiore e la foglia del Sambuco sono utili per espettorare quando si hanno la tosse e il raffreddore, calmano i problemi agli occhi e sono anche diuretici.
La Achillea o minerama è indicata per tutti i problemi mestruali.
La Perilla frutescens che ha origini giapponesi viene da sempre usata nella preparazione del sushi per evitare allergie alimentari. I suoi semi sono un grande antistaminico che cura ogni tipo di allergie, comprese riniti ed asma. Inoltre è efficace nella cura del cancro al seno, riduce l’ipertensione e contiene molti omega3.
Il Jambu è un ottimo anestetico per le ulcere della bocca, riduce l’obesità perché brucia i grassi, cura la candida ed è un antibatterico.
Il tulsi sanctum (o basilico sacro) combatte l’acne, protegge contro il diabete, ha proprietà antitumorali, ha potere antibiotico, cura la tosse e le bronchiti, combatte la carie ed allieva le emicranie. In India ne esiste praticamente una pianta in ogni casa.
Alcune varietà di Kalanchoe sono efficaci nella cura del cancro arrivando a dissolvere a poco a poco i tumori. Utilizzate su persone alle quali la medicina ufficiale aveva dato pochi mesi di vita hanno portato alla guarigione molte di loro dopo che la chemio e la radio avevano fallito.
La prospettiva di curarsi con le piante, come l’uomo ha fatto per millenni, potrebbe aprire orizzonti inimmaginabili a tutti noi “farmaco dipendenti”, basterebbe la volontà di provarci e non soggiacere ai dettami delle multinazionali farmaceutiche che troppo spesso ci avvelenano, con la compiacenza dei governi e di buona parte della classe medica.
Da molto tempo, lo zenzero sembra essere arrivato sui menù delle nostre tavole e su quelle della cucina occidentale, ma le sue origini non sono nostrane: vengono da lontano. La radice dello zenzero infatti, è un prodotto utilizzato da secoli nella cucina tradizionale orientale, anche grazie ai suoi benefici.
Tra le innumerevoli proprietà benefiche dello zenzero ci sono quelle antiulcera, e antiossidanti e antinfiammatorie.
Che cos’è
Lo zenzero (Zingiber officinalis) è una pianta erbacea perenne appartenente alle Zingiberaceae, specie di cui fanno parte anche le piante di curcuma e cardamomo.
Molte delle proprietà della radice si devono al gingerolo, il composto oleoso principale dello zenzero.
Lo zenzero ha un sapore tipico, pungente e leggermente piccante, con un gusto che ricorda il limone. Molto usato nella cucina orientale, da alcuni anni si è diffuso anche nell’alimentazione occidentale ed europea.La sua rapida diffusione ha permesso di poterlo acquistare prima in negozi specializzati nella vendita di prodotti biologici e naturali, fino ad arrivare ai grandi supermercati di tutto il mondo. Oggi, trovare della radice di zenzero è molto semplice da reperire, come è semplice il suo utilizzo in numerosi tipi di ricetta.
Viene impiegato per la preparazione di dolci natalizi, in particolare biscotti, bevande come cocktails e drink analcolici, e in cucina soprattutto per pietanze a base di pesce. Lo zenzero candito è usato nella guarnizione di macedonie, yogurt, gelati e nella preparazione di dolci, ma si può anche mangiare come snack ed è possibile prepararlo in casa, a partire dalla radice fresca.
Lo zenzero contiene, oltre ad acqua, carboidrati e proteine, anche alcuni sali minerali tra cui:
calcio
fosforo
sodio
potassio
magnesio
ferro
manganese
zinco
È la radice di zenzero la parte della pianta utilizzata come spezia.
Quando può essere usato
Lo zenzero è un alimento versatile che si presta a essere utilizzato sotto diverse forme, a seconda dell’impiego:
fresco
essiccato
in polvere
sotto forma di olio essenziale o succo.
protezione naturale dagli agenti esterni e dall’eccesso di sebo. Ne consegue che l’utilizzo di questo prodotto sia diventato con il tempo una delle principali indicazioni da seguire per la cura e pulizia quotidiana della pelle di molte persone.
Proprietà e benefici dello zenzero
Secondo la medicina ayurvedica lo zenzero possiede numerose proprietà curative.
Tradizionalmente noto come rimedio per i problemi digestivi, viene assunto in caso di dispepsie, coliche e casi di iperacidità gastrica. Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato un suo effetto antiemetico e antinausea.
Lo zenzero mostra anche attività antinfiammatorie e antiossidanti, oltre a proprietà ipocolesterolemizzanti.
Zenzero come rimedio naturale
Lo zenzero è utilizzato da secoli come rimedio naturale e sono ormai numerosi gli studi scientifici che ne stanno indagando i reali effetti sulla salute dell’uomo.
Gli effetti favorevoli dello zenzero sono numerosi, vediamone alcuni.
Per quanto riguarda il benessere di stomaco e intestino, si ipotizza che lo zenzero:
abbia un effetto digestivo in quanto sembra stimolare la secrezione di saliva e di succhi gastrici e biliari, facilitando la digestione
possa essere utile in caso di gastrite
stimoli l’appetito
sia in grado di contrastare la formazione di gas intestinale, in quanto sembra sfavorire l’accumulo di tossine e la fermentazione causate dai batteri.
infuso preparato con mezzo litro di acqua e 5 grammi di zenzero. Utile in alternativa masticare un pezzetto di radice fresca. L’effetto antinausea sembra essere dovuto all’effetto esercitato sulle pareti dello stomaco e dell’intestino.
calmante contro ildolore.
Una proprietà più recentemente suggerita da studi scientifici riguarda la sua azione sui livelli degli zuccheri nel sangue. Una ricerca iraniana, per esempio ha ipotizzato che l’assunzione quotidiana di due grammi di polvere di zenzero possa ridurre il rischio di complicanze croniche del diabete.
Lo zenzero viene anche inserito tra i “rimedi della nonna” per combattere le infezioni. Il gingerolo sembra infatti contrastare la crescita dei batteri presenti nella bocca, responsabili dell’infiammazione delle gengive. Anche le infezioni respiratorie, come raffreddore, tosse e mal di gola, secondo la tradizione popolare potrebbero trarre giovamento dalle sue proprietà antisettiche e di stimolo per il sistema immunitario.
Tra le proprietà dello zenzero, anche quella antiossidante: secondo alcuni studi sarebbe in grado di contrastare lo stress ossidativo e la risposta infiammatoria dell’organismo. Per questo si ipotizza che il suo impiego possa essere utile nel contrastare il declino cognitivo e la perdita di memoria.
Alcuni studi stanno infine indagando la possibilità che lo zenzero possieda una proprietà ipolipemizzante, che potrebbe essere utile per abbassare i livelli di colesterolo.
Meccanismo d’azione
Le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie sono probabilmente dovute ai composti fenolici contenuti nella pianta. Tra le attività farmacologiche, oltre a quelle sopra citate, ci sono attività antitumorali e antivirali.
Indubbiamente, nei paesi orientali, lo zenzero è stato e continua ad essere una fonte di beneficio per molte persone, che lo considerano ancora un rimedio importante per affrontare molti disturbi di cui abbiamo accennato in precedenza. Spesso la sua assunzione avviene in maniera semplice, sotto forma di tisana o infuso, così da esaltarne profumo, aroma e sapore.
Come si presenta
Oltre che come radice fresca, lo zenzero è reperibile sotto altre forme. Le preparazioni derivate dalla radice (estratti e tinture) possono essere infatti acquistate in farmacia e nelle erboristerie. Esistono numerosi integratori a base di zenzero, in capsule (contenenti solitamente zenzero in polvere) o compresse.
Modalità di assunzione e dosi giornaliere
Le proprietà dello zenzero sono state studiate con dosi giornaliere che vanno da 0,5 a 4 g di polvere essiccata.
La posologia consigliata è di:
0,5-2 g di estratto secco di radice (cioè standardizzato nel principio attivo), titolato in gliceroli minimo 4%, in dose unica o suddivisa durante il giorno
rizoma in polvere: 0,25-1 g, tre volte al giorno
come infuso o come decotto va usato alla dose di 0,25-1,0 g in 150 ml di acqua bollente per 3 volte al giorno
come tintura madre 1,25-5 ml per 3 volte al giorno di una tintura con rapporto grammi/millilitro (g/ml) di 1:5
se si usa un estratto fluido 0,25-1,0 ml di un estratto 1:1 (g/ml), tre volte al giorno
la radice fresca può essere consumata nella misura di 15/20 g al giorno.
Controindicazioni ed effetti collaterali dello zenzero
L’estratto di zenzero può essere responsabile di fenomeni irritativi gastroduodenali. Può aumentare l’attività di anticoagulanti orali, dei farmaci antinfiammatori e degli antiaggreganti piastrinici.
Inoltre può interferire con farmaci antidiabetici e con calcio-antagonisti utilizzati nella terapia dell’ipertensione.
Le reazioni allergiche allo zenzero in generale inducono eruzioni e, nei soggetti sensibili, lo zenzero può causare mal di stomaco, gonfiore, produzione di gas, specialmente se assunto sotto forma di polvere, ma sono rare.
È bene quindi evitarne l’assunzione nei casi di sospetta allergia nei confronti di un suo componente e comunque è opportuno non esagerare con le quantità di radice fresca.
Lo zenzero è controindicato in gravidanza, durante l’allattamento e nei bambini, e in presenza di ulcere e calcoli biliari.
Zenzero nell’alimentazione quotidiana
Lo zenzero è entrato ormai a far parte della dieta abituale di molti, e si presta a svariati usi in cucina, sia come spezia aggiunta a secondi piatti, sia in abbinamento a frutta di stagione e nella preparazione di dolci.
Può essere inoltre utilizzato come rimedio naturale aggiungendolo durante la preparazione di tisane, per esempio in combinazione con la cannella. Si utilizzano in questo caso circa 10 grammi di radice fresca, che viene tagliata a fette dopo aver tolto la pellicina esterna. Dopo una bollitura di 7/8 minuti filtrare e dolcificare con miele. Volendo potete utilizzare anche un dolcificante, miele o eritritolo.
Aggiungendo del peperoncino si ottiene una bevanda che sembra possa aiutare a dimagrire. In questo caso, lo zenzero è annoverato tra gli alimenti adatti per chi desidera mantenere o migliorare la propria linea, e sta seguendo un regime alimentare specifico per questo scopo.
Come conservarlo
Lo zenzero fresco non si conserva a lungo. Per questo il modo migliore di preservarne le proprietà è quello di congelarlo, magari già porzionato o grattugiato. Nel caso in cui si voglia conservarlo in frigorifero, è opportuno riporre la radice in un sacchetto di carta o in un foglio di carta da cucina.
L’estratto fresco di zenzero si conserva bene per una settimana se associato a succo di limone e tenuto in frigo.
Proposte per ZENZERO
Lo Zenzero (Ginger) si acquista come tubero fresco in tutti i negozi e supermercati. Oppure in forma di infuso o in polvere, o aggiunto ad altri alimenti ed altre spezie specialmente la Curcuma altra tubero molto utile nelle infiammazioni.
Curarsi con la fitoterapia è possibile? Perché hanno ridotto le RDA del Salice?
13 Febbraio 2024
I link su internet che riguardano il Salice, che cosa è e come si usa sono molti. Ho scelto per voi questo sito. Cliccate QUI e vi porterà alla pagina completa che parla del salice e delle sue proprietà. Ho usato per diverso tempo per i malanni stagionali di raffreddamento delle pastiglie effervescenti che contengono Salix Alba (corteccia di salice), propoli e rosa canina. Erano molto efficaci a risolvere subito quel malessere alle ossa molto noto alle fibromialgiche anche in periodi non influenzali e febbricitanti, ed era uno di quei rimedi da tenere sempre in casa di scorta. Ultimamente non la trovo più e pare che lo abbiano rimesso in commercio con un ridotto contenuto in salice.
Forse quando qualcosa fa davvero bene e non ha effetti collaterali si crea una sofferenza economica per le case farmaceutiche che sapendo di perdere dei clienti malati, riducono nelle tabelle i dosaggi utili, cosìcché la clientela arriva a concludere che fitoterapia e integratori non fanno nulla e ritornano a impasticcarsi di farmaci? Così la BigPharma ha vinto.
Anche con la Melatonina siamo passati ad una RDA inferiore di molto ed ora se vuoi una melatonina superiore ad 1 grammo serve la ricetta medica. Ad esempio ricercatori indipendenti con cui interagisco via mail e da cui mi rifornivo di Melatonina, hanno riscontrato che il dosaggio minimo efficace della Melatonina va da 5-6 mg al dì per una persona di medio peso (60-70 kg). La nuova dose giornaliera consigliata oggi 1 mg al giorno e vi assicuro che non funziona così la Melatonina. Ma loro della BigPharma hanno pagato ricercatori per fare risultare che la melatonina ad alti dosaggi sarebbe dannosa al cuore.
Anche la Vitamina C ha un Rda basso e quindi non efficace. Pertanto se prendete il Cebion da 500mg pensando di fare cosa buona per il corpo sappiate che è come acqua fresca oltre ad avere anche altri additivi dannosi. Ma sulla vitamina C e suo dosaggio parleremo in seguito.
Le RDA di sono state introdotte nel 1930, con lievi modifiche in seguito, al fine di ridurre lo scorbuto, il rachitismo, e la pellagra ed hanno fatto un ottimo lavoro per quello che erano destinati.
Oggi, viviamo ogni sorta di inquinamento. In aggiunta a questi fattori, gli stili di vita meno adeguati ed i crescenti livelli di stress psico-fisico. E si capisce il motivo per cui il rapporto della American Medical Association Bulletin (AMA) raccomanda integratori praticamente per tutti.
Come si nota nella pagina di Ama (American Medical Association) la scienza ufficiale inizia cautamente ad ammettere che se i dosaggi consigliati dalle tabelle della Rda sono utili a non fare ammalare la gente di scorbutto, pellagra e rachitismo, non evita però di rendere le persone facilmente più malate ed inclini ad altre patologie cronico degenerative.
Vi lascio con la lettura di questo sito che chiarisce alcuni punti sul perchè si trovano tante tabelle sui fabbisogni di vitamine e minerali discordanti tra loro e diversi da paese a paese.
Spero che il mo articolo sia stato utile, in tal caso vi invito a cliccare una preferenza in fondo alla pagina.