Gli antidepressivivi creano carenze nutrizionali di Co Q10, Magnesio e Vitamine Gruppo B

persino gli animali con l’antidepressivo ed a quanto pare ci riesce bene addestrando i veterinari a dare l’imput che forse il tuo cane è troppo ansioso e depresso.

Sono scandalizzata dal fatto che siano riusciti a convincere i veterinari che anche i cani tristi hanno invece una depressione da curare con duloxetina.

Tornando agli umani, di tutto questo il medico di base è complice, affiliato agli informatori farmaceutici, visto che ne riceve in studio ogni giorno anche 3 alla volta.

Hanno certamente fatto un bel lavoro trasformando una emozione naturale come la tristezza in una pletora di patologie psichiatriche. D’altronde la diagnosi psichiatrica non ha bisogno di esami per certificare una depressione, la schizofrenia o altro e quindi si è consolidata l’abitudine che ad ogni problema di salute ci vuole lo specialista, e si invita la gente a prendere farmaci anche attraverso trasmissioni televisive e pubblicità martellanti.

Tranquilli, i medici, non voglio certo rubare loro del lavoro, chiedo solo di essere così onesti dal curare davvero le persone e non creare loro più problemi, in poche parole rispettare i principi ippocratici, “primo non nuocere”.

Come sono uscita dal circolo vizioso della cura che è peggiore del male

La verità vera: gli antidepressivi riducono di fatto questi 3 nutrienti fondamentali per il cervello

Traduzione articolo di Jordan Fallis

Se cerchi di imbrogliare la natura, ti si ritorcerà contro.

Quando ho preso antidepressivi, inizialmente mi sentivo meglio. Ma poi qualcosa è andato storto.

“deplezione di sostanze nutritive indotte da farmaci”.

Gli studi dimostrano che le droghe farmaceutiche possono esaurire il tuo corpo di nutrienti essenziali attraverso molteplici meccanismi, tra cui una maggiore escrezione di sostanze nutritive e compromissione della digestione, assorbimento e conservazione dei nutrienti.

Nel tempo, si possono sviluppare carenze nutrizionali.

perché le sostanze nutritive si esauriscano dal tuo corpo. Quindi sia tu che il tuo medico non potete stabilire la connessione tra il farmaco originale e i nuovi sintomi. Questi ulteriori sintomi e “effetti collaterali” sono spesso diagnosticati come una nuova malattia, che porta a una nuova prescrizione, che riduce ulteriormente i nutrienti. Quindi è chiaramente una spirale discendente in cui potresti finire per assumere più farmaci. Nel peggiore dei casi, ero su quattro farmaci psichiatrici. Per fortuna ora sono fuori di testa e molto sano.

Questo articolo discute i tre nutrienti chiave che sono comunemente impoveriti dalle medicine psichiatriche:

Coenzima Q10 (CoQ10), Magnesio e Vitamine del Gruppo B

Il tuo foglietto illustrativo non elenca queste carenze e probabilmente il medico non ne è a conoscenza.

Coenzima Q10 (CoQ10)

Questo ha senso considerando la crescente quantità di letteratura scientifica che suggerisce che lo stress ossidativo contribuisca alla depressione. Sfortunatamente, gli studi dimostrano che un certo numero di farmaci psichiatrici, compreso antidepressivi e antipsicotici, esaurisce il CoQ10. Bassi livelli di CoQ10 possono causare nebbie cerebrali (Brain Fog), affaticamento mentale, difficoltà di concentrazione, vuoti di memoria, depressione e irritabilità. Altri sintomi di carenza possono includere aumento della pressione sanguigna, crampi muscolari, glicemia alta e mancanza di respiro.

Magnesio

Il magnesio è un minerale vitale che partecipa a più di 300 reazioni biochimiche nel tuo corpo. Questo include neurotrasmettitore, enzima e attività ormonale, che possono avere un enorme effetto sul tuo umore e sulla funzione cerebrale. È uno dei nutrienti più importanti per una salute ottimale del cervello e riduce ansia, depressione e irritabilità.

Eppure, molte persone sono carenti di magnesio oggi e possono sperimentare i seguenti sintomi a causa di esso:

  • Aumento della pressione sanguigna
  • Debolezza muscolare,
  • Crampi,
  • Tremori e Spasmi
  • Mal di testa ed emicranie
  • Insonnia
  • Pensieri suicidi
  • Aritmie cardiache
  • Osteoporosi
  • Nausea

È interessante notare che questi sintomi suonano molto simili alla lista degli effetti collaterali di alcuni farmaci psichiatrici.

In effetti, la ricerca ha dimostrato che molti antidepressivi e stimolanti riducono il magnesio dal corpo, aumentando la probabilità di sviluppare una deficienza. Livelli di magnesio inadeguati possono quindi contribuire e peggiorare molti problemi neuropsichiatrici. Questo include:

  • depressione,
  • ansia,
  • insonnia,
  • convulsioni,
  • ADHD,
  • dolore,
  • schizofrenia,
  • irritabilità,
  • sindrome premestruale,
  • abuso di droghe e
  • memoria a breve termine e
  • perdita di IQ.

Farmaci che rubano Vitamine e Minerali

Vitamine del Gruppo B

Un certo numero di vitamine del gruppo B sono anche esaurite da farmaci psichiatrici, tra cui B2, B6, B12 e folato.

Livelli più bassi di vitamina B2 sono stati trovati in persone con depressione, quindi dare loro i farmaci psichiatrici può effettivamente farli sentire peggio a lungo termine. Le fonti alimentari sane di riboflavina includono uova al pascolo, verdure a foglia, fegato di manzo, funghi, semi di girasole e mandorle.

esaurire B6. I sintomi di carenza includono debolezza, confusione mentale, depressione, insonnia e gravi sintomi della sindrome premestruale. Alcune delle migliori fonti alimentari di B6 includono patate, banane e pollo.

bassi livelli di B12 e folati circolanti nel sangue, e le persone con bassi livelli di acido folico e B12 sono a maggior rischio di sviluppare depressione.

Non dimentichiamo la vitamina B3 o Niacina o Acido Nicotinico

Vitamina B3 (niacina)

Conclusione

Fortunatamente, puoi evitare gli effetti collaterali e persino controllare e superare la malattia mentale cronica senza farmaci, ripristinando questi nutrienti mancanti. Sfortunatamente, nel mio caso, mi è stata data una prescrizione che ha peggiorato le mie carenze sottostanti e mi ha scavato in un buco più profondo di salute mentale. Se è necessario assumere un farmaco prescritto, è possibile compensare molti degli effetti collaterali e sperimentare una salute molto migliore integrando con i nutrienti di cui sopra. Quindi perché questa informazione non è trasmessa ai pazienti che assumono farmaci psichiatrici?

Perché sfortunatamente quasi tutti i medici non sono consapevoli che i farmaci possono esaurire le riserve nutrizionali. Quindi, per ora, devi solo essere consapevole delle deplezioni di sostanze nutritive dei farmaci.

Gli antidepressivi funzionano? Una Revisione su persone basata sulle evidenze

Il danno nascosto degli antidepressivi

 


Se vi trovate in un momento della vostra vita più difficile e non sapete distinguere se la vostra è una tristezza dovuta ad eventi momentanei o se perdura da troppo tempo e volete avere la consulenza di uno specialista leggete questo articolo, sito di uno psicologo che considera questa differenza, ma di non buttarvi a capofitto alla ricerca di diagnosi psichiatriche perché potreste trovarle facilmente dopo un minuto di ricerca su google.

CHE COS’É LA TRISTEZZA?

La tristezza è considerata una delle emozioni umane di base ed è una risposta naturale a situazioni che coinvolgono dolore psicologico, emotivo e/o fisico.

Ci aiuta a determinare cosa conta per noi, cosa ci piace e non ci piace e ad elaborare esperienze difficili come lutti, delusioni e sofferenze.

Quando ci sentiamo tristi, di solito sappiamo il perché. Può essere un’esperienza specifica, identificabile, oppure una serie di esperienze.

Di solito l’intensità tende a diminuire quando gli individui risolvono le esperienze dolorose. E sebbene la tristezza possa rimanere per diversi giorni o settimane, a seconda di ciò che l’ha scatenata, di solito tende a svanire.

Non poteva che essere così:

la tristezza colpisce chiunque prima o poi ed è riconoscibile sia a livello comportamentale che fisiologico. Comportamenti quali il pianto o il ritiro sociale temporaneo sono caratteristici.

QUAL È LA DIFFERENZA TRA
TRISTEZZA E DEPRESSIONE?

Cominciamo col dire che la tristezza e la depressione sono collegate, ma non sono la stessa cosa.

Quando la tristezza è persistente e non accenna ad andarsene allora possiamo pensare che stia sfociando in vissuti depressivi.

La Depressione è, infatti, una condizione di salute mentale diagnosticabile che interferisce su come la persona pensa, sente e agisce e può causare una tristezza permanente.

Coloro che ne soffrono hanno spesso mancanza di speranza e incapacità di provare piacere così come sintomi fisici quali cambiamenti nel sonno, energia, appetito e abilità di concentrarsi, sentimenti di mancanza di valore, colpa e ricorrenti pensieri di morte.

Vitamine perse nelle dipendenze da sostanze varie Frenare l’astinenza usandole


Consiglio sempre di considerare prima di tutto il vostro stato nutrizionale cui sono legati molti disturbi fisici e mentali. Ad esempio prova a cercare il legame tra carenza di vitamina D e depressione. Se non ce la fate da soli cercate aiuto da qualcuno di vostra fiducia con cui parlare del vostro problema.

Vitamina D, Serotonina e disturbi dell’umore

Oggi c’è la tendenza ridurre molto i livelli di colesterolo nella falsa convinzione di evitare rischi cardiologici, ma studi molto importanti hanno rilevato una relaione fra basso colesterolo e tendena a realizzare atti di suicidio.

Colesterolo più basso e rischio di suicidioStudio

oppure leggi queste mie ricerche:

Salute mentale, infiammazione e vitamina D

Vitamina D nella DemenzaConfronto clinico fra i Metaboliti della Vitamina D

Vitamina B 12Perché siamo carenti e come assumerla

Vitamina D, acidi grassi omega-3 e serotonina: qual è la relazione?

Segni da carenze vitaminicheDr. Cornelis Moerman pioniere ortomolecolare

References:

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  3. http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0891061804001176
  4. http://archpsyc.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=482702
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  6. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC506781/
  7. http://www.appliednursingresearch.org/article/S0897-1897%2807%2900106-1/abstract
  8. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14984883
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  10. https://www.vitamindcouncil.org/health-conditions/cognitive-impairment/
  11. Soutar A, Seaton A. Bronchial reactivity and dietary antioxidants. Thorax. 1997;52(2):166-170.
  12. Eby GA, Eby KL. (2006). Rapid recovery from major depression using magnesium treatment. Med Hypotheses. 2006 67(2), 362-70
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  15. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16542786
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  22. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19269799
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  26. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12777162
  27. http://www.drperlmutter.com/learn/studies/?study_tag=dha
  28. http://www.drperlmutter.com/learn/studies/?study_tag=vitamin-d

 




Vitamine perse nelle dipendenze da sostanze varie
Frenare l’astinenza usandole

In questo articolo riporto una serie di consigli usati da Choise Recovery che è una struttura statunitense di riabilitazione ed assistenza nel recupero della salute cagionata da uso di sostanze tossiche e droghe che danno dipendenza ed assuefazione.

Pertanto questi consigli sono legati ad una struttura assistenziale straniera non collegata in Italia. Cercate di fare buon uso di questi consigli a vostro beneficio e se non ve la sentite fatevi aiutare da un vero professionista nutrizionista e/o psicologo.

La nostra missione

In Choices Recovery, offriamo ai nostri pazienti la possibilità di scoprire gli strumenti e le competenze necessarie per condurre uno stile di vita più sano e positivo. Offriamo loro la possibilità di fare la scelta giusta e rimettere in carreggiata la loro vita. Mostriamo loro che esiste un modo migliore.

I tassi di ritorno dalla riabilitazione sono sbalorditivi e una delle parti più importanti di una struttura di riabilitazione dalla droga di successo è il programma di disintossicazione che offre e gran parte di ciò includerebbe un processo di astinenza di successo.

Che cos’è la sindrome di astinenza da droghe?

Il corpo dipende da determinate vitamine e minerali per funzionare correttamente. Quando si usano droghe, queste esauriscono la tua riserva naturale di vitamine e la tua dipendenza dalla droga diventa più forte. Quando ci si ritira da una droga, le deficienze prodotte da quella droga possono essere dolorose, ora che ne derivano.

La disintossicazione è il processo di eliminazione delle tossine nel corpo. Le droghe sono essenzialmente veleni, e quindi la disintossicazione dalla droga sarebbe il processo per sbarazzarsi dei veleni che sono stati inflitti ai tuoi organi e danneggiare i tuoi tessuti, nervi e cellule. Il processo di disintossicazione può anche aiutare un tossicodipendente a ripristinare i minerali e le vitamine persi a causa della dipendenza.

Comuni Minerali e Vitamine persi nella dipendenza

Vitamina A

La vitamina A è nota per migliorare la vista, ma è anche utile per combattere le malattie infettive, la regolazione genica, il supporto dei globuli rossi e bianchi e il sistema immunitario.

Vitamina B

Le vitamine del gruppo B includerebbero citicolina, niacina, B1, B6 e B5. Le vitamine del gruppo B sono uno dei gruppi vitaminici più importanti, prevengono la depressione e altri stati mentali di disagio nei dipendenti. Sono anche antinfiammatori e neuroprotettivi, oltre ad avere il potenziale per ridurre la dipendenza dai farmaci.

Vitamina C

La nutrizionista Adelle Davis ha scritto nel suo Drugs Versus Nutrition, on Detoxification by Vitamin C:
Vitamina D

Vitamina E

Magnesio e Calcio (*)

Questi sono minerali importanti per diminuire la dipendenza dai farmaci, i sintomi di astinenza e abbassare i tassi di ricaduta.

Zinco

Drug Rehab Detox può aiutare a ripristinare le vitamine perse nella dipendenza

Uno dei maggiori problemi con le droghe sono i minerali e le vitamine persi nella dipendenza dal loro uso, che influenzano la mente e il corpo, e questo è gran parte di ciò che rende il processo di astinenza così difficile per il tossicodipendente.

Consiglio queste altre letture per ampliare le idee sulla nutrizione ortomolecolare e delle vitamine e minerali

“Le leggi fonfamentali dei Micronutrienti” di Hoffer

Le vitamine funzionano? Guardiamo questo report di Andrew Saul


 




Covid 2020
Infermieri e Medici tutti in “Burn Out” ha inciso sulla qualità assistenziale

La Situazione Covid 2020 gestita da Infermieri e Medici, sotto pressioni lavorative eccezionali del Covid, ha inciso sulla qualità assistenziale.

Petizione)

Inoltre, ci sono troppi racconti di familiari che hanno visto portare via un loro caro in ambulanza e non avere potuto né vederlo né avere sue notizie, se non dopo morto e ancor di piu’ avere deciso per la cremazione, sostenendo falsamente che i cadaveri sarebbero stati contagosi, ma come sappiamo i virus non vivono a lungo senza l’ospite vivo. Ma in emergenza tutto è concesso e “perdonato”, anche se si è superato l’invalicabile diritto delle persone di scegliere anche come morire o essere sepolto.

Dr Zaccagna, Dr Caggiano, Dr Salucci, drssa Maria Grazia Bondi ecc.
Molti medici hanno scritto e testimonianto in interviste di avere mandato lettere al ministro della salute Speranza chiedendo facoltà di mettere in atto le cure mediche e visitare i pazienti a casa, mostrato protocoolli di tarapie collaudate sul campo che stavano funzionando, ma sono stati tutti appelli ignorati.

Per questo motivo tutte gli interventi si sono concentrati negli ospedali congestionando le attività degli operatori medici ed infermieri e rendendo le cure scarse e gravente insuffiecienti e tutti quanti sotto pressioni hanno acquisito neil tempo uno stato cronico di stress.

 

 

Sindrome da burnout: quando il lavoratore “si brucia”

Lo stress lavorativo cronico è una condizione diffusa anche nel nostro paese. È importante saperne riconoscere i sintomi per poter mettere in atto delle strategie difensive

Burnout in inglese significa letteralmente bruciato, fuso. Ed è un termine che descrive molto bene come si sente un soggetto colpito dalla sindrome da burnout, chiamata anche sindrome da stress lavorativo cronico, o da stress lavoro-correlato. [1]

Si tratta di una condizione descritta dagli psicologi fin dagli anni settanta, inizialmente tra gli operatori sanitari e poi nel gruppo più ampio di tutti i professionisti che in senso allargato “si occupano della gente” (helping professions): i lavoratori del sociale (assistenti sociali, educatori, volontari, etc.) e gli insegnanti. [1,2]

Le manifestazioni della sindrome sono sostanzialmente tre [3]:

  • sensazione di mancanza o esaurimento di energia
  • distacco mentale sempre più accentuato dal proprio lavoro, o sensazione di negatività o cinismo nei confronti del proprio lavoro
  • ridotta efficacia professionale.

Burnout: un problema diffuso

La sindrome da burnout è un problema assai diffuso, che può avere notevoli ripercussioni per la salute e la produttività di qualsiasi sistema organizzativo di servizi alla persona. [2]

Dopo decenni di discussioni, a sancire la peculiarità del burnout è intervenuta anche l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), che nel 2019 ha riconosciuto questa sindrome come un fenomeno occupazionale e non come una condizione medica. L’OMS ha fatto anche una precisazione importante: il concetto di burnout si riferisce in modo specifico al contesto di lavoro e non dovrebbe essere applicato in altri contesti.

A occuparsi per primi del problema sociale del burnout sono stati gli Stati Uniti. E proprio negli States la Mayo Foundation for Medical Education and Research (MFMER), una delle istituzioni più attente alla situazione della salute pubblica, ha redatto un documento in cui si individuano i fattori che in ambito lavorativo più possono minare la psiche dei lavoratori. Eccole elencate schematicamente [5]:

  • Mancanza di controllo. Spesso le persone colpite dal problema si lamentano di non avere voce in capitolo nelle decisioni che influenzano il loro lavoro, o di non avere le risorse sufficienti a svolgere i loro compiti.
  • Aspettative di lavoro poco chiare. I lavoratori spesso non si trovano a loro agio perché non è stato definito in modo esplicito il loro grado di autorità sugli altri o ciò che i superiori si aspettano da loro.
  • Dinamiche di relazione tra colleghi disfunzionali. Spesso il problema risiede in un rapporto personale difficile col capufficio o con i colleghi: questo può essere un fattore determinante per l’accumulo di stress nelle ore lavorative.
  • Picchi di attività. Stanchezza e burnout sono dietro l’angolo quando viene richiesta una concentrazione costante per far fronte a situazioni lavorative monotone o caotiche.
  • Mancanza di sostegno sociale. Le persone a maggior rischio di burnout sono quelle più isolate, che non possono contare su una rete di sostegno, sul luogo di lavoro così come nella vita personale.
  • Squilibrio tra lavoro e vita privata. Spesso il burnout è associato a un tempo dedicato al lavoro dilatato a dismisura, che toglie tempo ed energie da dedicare alla famiglia, al tempo libero e agli interessi personali.

e le sue conseguenze

Secondo gli esperti della Mayo Foundation, il burnout ha alcune tipiche conseguenze sulla salute psichica e fisica della persona. Alcuni di questi sono sintomi, come [5]:

  • affaticamento
  • insonnia
  • tristezza
  • rabbia
  • irritabilità.

Altri sono comportamenti, messi in atto per cercare di compensare lo stato di disagio, come:

  • abuso di alcool
  • abuso di sostanze stupefacenti.

Se si guarda invece allo specifico contesto professionale, gli studiosi del problema segnalano anche l’assenteismo, il deterioramento della prestazione lavorativa, la richiesta di trasferimento o l’abbandono volontario del posto di lavoro [1].

Infine, il burnout può essere un fattore di rischio per l’insorgenza di diversi disturbi fisici o addirittura patologie, quali [5]:

  • ipertensione
  • malattie cardiache
  • diabete di tipo 2.

Burnout: che fare?

Gli esperti della Mayo Foundation hanno pubblicato anche alcuni consigli per aiutare le persone che si accorgono di andare incontro a un probabile burnout o ne sono già colpiti. [5]

  • Valutare le proprie opzioni. Il primo consiglio è di capire se ci sono margini di miglioramento della situazione lavorativa, discutendo delle proprie preoccupazioni con i superiori o il supervisore: l’obiettivo può essere quello di un cambiamento nelle aspettative, oppure di raggiungere un compromesso sulle richieste.
  • Cercare supporto. Colleghi, amici o i propri cari possono offrire aiuto e collaborazione per affrontare la situazione. In alcune realtà lavorative sono attivi programmi di assistenza per i dipendenti: in tal caso è consigliato approfittarne.
  • Dedicarsi ad attività rilassanti. Praticare yoga, meditazione o “Tai Chi” possono aiutare contro lo stress.
  • Dormire. Il sonno consente di ritrovare il benessere e aiuta a preservare la salute.

Praticare la mindfulness. La mindfulness consiste nel concentrarsi sul flusso del respiro, cercando di essere profondamente consapevoli di ciò che si percepisce e si sente in ogni momento, senza interpretazioni o giudizi. In un ambiente di lavoro, questa pratica consente di affrontare le situazioni con apertura e pazienza, ma senza giudizio.

  1. https://www.inail.it/cs/internet/docs/allegato_burnout_e_insegnamento.pdf

    1. Marconcini S. La Sindrome del Burn out impatto nelle Helping Professions. Scienze infermieristiche

    https://www.scienzeinfermieristiche.net/la-sindrome-del-burn-out-impatto-nelle-helping-professions/

    1. https://www.who.int/mental_health/evidence/burn-out/en/

      1. https://www.rivistadipsichiatria.it/r.php?v=2304&a=24790&l=326934&f=allegati/02304_2016_03/fulltext/02.Carlini%20(87-95).pdf

        1. https://www.mayoclinic.org/healthy-lifestyle/adult-health/in-depth/burnout/art-20046642


Libro

Il rischio stress lavoro-correlato in ospedale

Risultati complessivi nella valutazione della sindrome di burnout

Sanitari a rischio di depressione, ansia, insonnia e stress

Medici e infermieri a stretto contatto con pazienti COVID-19 sono ad alto rischio di sviluppare sintomi come ansia, depressione, insonnia e stress. A dirlo è lo studio “Factors associated with mental health outcomes among health care workers exposed to Coronavirus disease 2019” pubblicato sulla rivista JAMA. Lo studio, condotto per mezzo di un’indagine anonima tra gennaio e febbraio 2020, ha coinvolto 1257 sanitari: il 39% dei partecipanti erano medici, il 61% infermieri di 34 ospedali cinesi. Il 60% lavorava a Wuhan, il 21% nella provincia di Hubei (fuori Wuhan), il 19% fuori dalla provincia di Hubei. Il 77% erano donne.

Covid-19, fattori di rischio per depressione e ansia dei sanitari

È importante quantificare il rischio e l’entità dei sintomi per non abbandonare gli operatori

La metà dei partecipanti ha sviluppato sintomi depressivi, il 45% ansia, il 34% insonnia e il 71,5% stress.

Le infermiereche lavoravano in prima linea a Wuhan hanno riportato tutti questi sintomi in modo più severo rispetto ai medici, uomini, che lavoravano in seconda linea e fuori Wuhan o dalla provincia di Hubei.

La risposta psicologica di tutti gli operatori ad una pandemia è molto complessa e può essere influenzata da moltissimi fattori che possono contribuire ad alimentare la propria vulnerabilità, quali preoccupazioni per la propria salute, per quella dei familiari, per la diffusione incontrollata del virus, per l’isolamento obbligato e per i continui cambiamenti che stanno avvenendo nei luoghi di lavoro.

Gli ospedali stessi, vedi i nostri italiani, si sono trasformati in nuove realtà di accoglienza, con reparti smembrati e riconvertiti a bassa, media ed alta intensità COVID.

Già studi precedenti effettuati sulla SARS del 2003 avevano mostrato come i sanitari avessero paura del contagio, di infettare i propri familiari, amici e colleghi, dell’incertezza della situazione e di essere in qualche modo stigmatizzati dagli altri.

Gli stessi operatori avevano riportato elevati livelli di stress, ansia e depressione. Questi sono gli stessi problemi che stanno affrontando e che affliggono ora i nostri operatori sul campo, nelle corsie e sul territorio.

Già a partire da febbraio in Cina sono stati resi disponibili servizi psicologici, anche telematici, ad oggi mancano però interventi evidence based che possano supportare efficacemente gli operatori in prima linea.

 




Istruzioni in 10 punti per non farsi manipolare dalle notizie sulla salute

di Mauro Sartorio da 5LB Magazine

Siamo sommersi dalle notizie sulla salute.
Tutti i giorni abbiamo a che fare con titoli più o meno eclatanti su nuove scoperte, fattori di rischio e con il gergo della ricerca scientifica che filtra attraverso i giornali.
Nella maggioranza dei casi si tratta di studi quantitativi, pervasi dalla statistica e dal suo linguaggio.
È la lingua della Medicina Basata sulle Prove di Efficacia che, con solide competenze statistiche, cerca di farsi spazio per comunicare quali interventi sanitari funzionano e quali no.
Nonostante tutto, la buona notizia è che sta lentamente prendendo piede.

I 10 punti che seguono sono alcuni dei fondamenti tecnici del lavoro di 5LB Magazine nella revisione delle notizie sulla salute.
10 PUNTI A CUI PRESTARE ATTENZIONE NELLA VALUTAZIONE DEGLI STUDI E DELLE NOTIZIE SULLA SALUTE

Indice:

1- Rischio relativo e rischio assoluto
3- Studi su animali e in vitro
4- Fase dello studio
5- I traguardi surrogati
6- Notizie dai congressi scientifici
7- Conflitti di interesse
8- Approvazione al commercio
9- Il BioHype
10- Allarmismo mediatico

Prima di iniziare con il punto 1 facciamo una premessa: questa guida dà per scontato che la notizia che si legge sia vera, verificata e riporti riferimenti a studi pubblicati da fonti affidabili.
Ripeto: si applicano questi punti quando la notizia è verificata su diverse fonti e riporta i riferimenti agli studi originali.
Il problema delle notizie inventate va risolto a priori e non riguarda questo decalogo.

1- Rischio relativo e rischio assoluto

Avrai letto numerose volte titoloni sui giornali del tipo


È molto semplice giocare con i numeri: se il rischio di morte per tumore al seno è di 2 su 2000 casi e lo screening mammografico riduce questo rischio a 1 donna su 2000, la riduzione del rischio relativo è di ben il 50% (1 è il 50% di 2).

Il dato è quindi vero ma manipolatorio.

ALCUNI ESEMPI

  1. È proprio andata così con gli screening al seno, la cui efficacia è in questo modo sovrastimata: approfondisci per comprendere il problema.
  2. Infatti quando le prime campionature epidemiologiche hanno verificato il denominatore dei contagi, le stime di letalità si sono ridotte fino a 85 volte riportando Covid19 al rango di una influenza stagionale.
  3. Secondo il National Institutes of Health americano, la riduzione della pressione arteriosa abbatte del 33% i rischi cardiovascolari (infarti) e del 32% i rischi di decesso.
    Purtroppo la notizia riferiva solo il rischio relativo, mentre quello assoluto è rispettivamente di 0,8% e 1,3%.
    NNT (number needed to threat), 1 persona su 100 avrà un beneficio dal trattamento per ridurre la pressione vascolare, 99 persone non avranno alcun beneficio ma potenziali effetti collaterali.
  4. [aggiornato 2021] I famosi vaccini per Covid19 sono stati venduti alla popolazione sulla base di grandi proclami di efficacia al 95%.Al di là dei problemi di trasparenza e conduzione degli studi (i dati grezzi non sono pubblici e per di più la fase 3 non è stata portata a termine), stiamo effettivamente parlando di un valore relativo su piccoli numeri, che per Pfizer si traduce in valore assoluto in 0,84%. Cioè: il presunto vantaggio assoluto del farmaco nel prevenire sintomi sarebbe dello 0,84%.
    I numeri parziali (abortiti) di 6 mesi di fase 3:

    1. totale vaccinati 18198, 8 con sintomi Covid, percentuale 0,04%.
    2. totale con placebo 18325, 162 con sintomi Covid, in percentuale 0,88%
Questo problema si amplifica quando i benefici di un trattamento sono riportati in termini relativi, mentre i danni sono riportati in termini assoluti.
La questione ha radici giornalistiche ma si infiltra anche nella ricerca stessa, quando i ricercatori pubblicano abstract in termini relativi senza comunicare i valori assoluti.

Fonte: Harding Center For Risk Literacy

PERCHé È IMPORTANTE

Se non si conosce il reale grado dei probabili benefici di una terapia, non si può fare scelte consapevoli in rapporto ai possibili eventi avversi.

E viceversa, un rischio comunicato in termini assoluti può essere percepito come abnorme se non messo in relazione a rischi comuni.

COSA FARE

Quando ti imbatterai in notizie dai numeri eclatanti (20%, 30%, 70%…), presta attenzione: 30% di cosa? Si tratta di una differenza assoluta o relativa?

2- “Correlazione” non è uguale a “causa”

Significa che, se A e B variano in modo correlato, non si può stabilire se A causa B, se B causa A, o se A e B sono entrambe causate da un C ignoto e non hanno influenza diretta tra di loro.
Solo gli RCT (studi randomizzati controllati) possono avvicinarsi a una relazione di causa ed effetto.
Gli RCT funzionano così:
un gruppo di individui con caratteristiche casuali viene esposto ad A (gruppo sperimentale) e un altro gruppo si controlla che non ne venga esposto (gruppo di controllo).
placebo).
Poiché tutte le altre variabili di vita sono casuali e uguali tra i due gruppi, ogni risultato finale che emerge diverso nel gruppo sperimentale deve dipendere da A.
Per questa alta affidabilità gli studi RCT sono considerati il gold standard nella ricerca farmaceutica.

Le ipotesi di legame tra A e B in uno studio osservazionale sono invece, alla meglio, speculazioni.

Il linguaggio usato nella comunicazione sui giornali allora diventa cruciale.
ALCUNI ESEMPI
  1. Mangiare pesce preserva la vista. Fonte: WebMD
    Titolo che induce a credere che mangiando pesce si proteggano gli occhi.
    In realtà si tratta di uno studio osservazionale che ha trovato in chi mangia pesce una volta a settimana una minore incidenza di maculopatia.
    Tutte le altre variabili non sono controllate: la causa allora potrebbe risiedere in qualsiasi altro fattore, come nel vestire un cappello piuttosto che nel fatto di soffrire di manie di persecuzione.
    Da questo tipo di studi non si può evincere.
  2. Grande scoperta negli Stati Uniti, un’ora di camminata al giorno previene dal tumore al seno
    Come sopra.
    se non fai abbastanza mestieri di casa…
  3. Meno cicogne in Italia hanno causato il crollo della natalità
    “Con un’indagine demografica si è rilevata una diminuzione drastica della natalità in Italia.
    Si è altresì visto che nello stesso periodo la migrazione delle cicogne ha ridotto il numero di esemplari presenti sul territorio.
    Effetto Cicogna consiste propriamente nel mettere in relazione di causa due fattori che possono non avere alcun collegamento fattuale. 
  4. Gli alcolici causano 7 diversi tumori, più si beve più il rischio sale.
    Anche qui ci troviamo di fronte ad uno studio osservazionale, che ha voluto giustificare la relazione di causalità con una risposta proporzionale alla dose, cioè chi meno beve (A) meno rischia il cancro (B).
    Nonostante sembri un assurdo, questa ipotesi nel modello delle 5 Leggi Biologiche si rivela in tutta la sua limpidezza.

PERCHé È IMPORTANTE

I titoli dei giornali sono quelli che abbiamo visto negli esempi, e li conosciamo molto bene perchè ne siamo bombardati tutti i giorni.
Il lettore medio come anche il giornalista medio non conosce le procedure della ricerca scientifica (peraltro più articolate di come le esponiamo qui) e interpreta come può, veicolando messaggi distorti.
COSA FARE
Quando si parla di “causa” presta attenzione al tipo di studio a cui si fa riferimento.

Lo studio osservazionale è quello che può generare gli effetti cicogna più clamorosi.

Quandanche fossi di fronte ad un RCT, considera che potresti trovare una revisione sistematica sul tema, la quale potrebbe fornirti una qualità di evidenza ancora maggiore.

E considera anche questo: se vogliamo guardare ancora più a fondo, la “cause dei fenomeni” è un ambito che sfugge alla ricerca sperimentale e, infatti, appartiene di più a quello filosofico.
Ma in questa sede restiamo pratici.

3- Studi su animali e in vitro

Quante volte avrai letto titoloni del tipo
Spesso, troppo spesso, i quotidiani riportano con grande clamore risultati di ricerche, senza dare peso sufficiente al fatto che si tratti di studi in vitro o su animali.
Un qualsiasi risultato in vitro o su animali non può essere nemmeno avvicinato a presunte possibilità di successo sugli umani.

ESEMPIO

Fonte: ANSA, DataManager (studio eseguito su topi)

Gli studi su animali e in vitro sono detti pre-clinici, e rappresentano il primo e più basso livello di qualità delle evidenze scientifiche.
Di tanto in tanto aiuto Cochrane a selezionare gli studi sui quali faranno le revisioni sistematiche:

la prima regola aurea di questa attività è scartare qualsiasi studio sia eseguito su animali o in vitro, perché non ha valore clinico.

A questo link i perché della necessità per la ricerca di affidarsi di meno a modelli animali per studiare le condizioni umane.
PERCHé È IMPORTANTE

I quotidiani molto spesso danno un peso esagerato a ricerche che non hanno ancora restituito risultati concreti: un tale entusiasmo mediatico genera aspettative irrealistiche.

COSA FARE

Di fronte ad un titolo eclatante di una “ricerca promettente” o “scoperta eccezionale”, controlla che i risultati siano stati verificati sull’uomo.

4- Fase dello studio

Strettamente collegato al punto precedente, il punto 4 richiede di valutare in quale fase della ricerca si trovi lo studio.
Il lettore può non comprendere il significato delle Fasi 1, 2, 3 o 4, ma il giornalista dovrebbe ponderarne il valore.
ESEMPIO

Grande successo nella ricerca contro il cancro:

Fonte: NewsWeek

Fase 1 che non mettono alla prova l’efficacia di un trattamento. Quindi da dove esce “vaccini efficaci“?
La Fase 2 inizia a raccogliere dati di efficacia su una piccola popolazione, la Fase 3 raccoglie dati di efficacia e sicurezza su popolazioni più vaste ed eterogenee. Qui la spiegazione di ClinicalTrails.gov

PERCHé È IMPORTANTE

È il medesimo problema affrontato con gli studi su animali: la notizia va data con toni coerenti a ciò che lo studio sta effettivamente verificando.

COSA FARE?

Se si legge di una ricerca che ha portato importanti risultati, verificare se l’articolo giornalistico è accurato nel riportare anche la Fase (1, 2, 3) per poter dare il giusto peso alla notizia.

5- I traguardi surrogati

Si tratta di un problema della ricerca e delle istituzioni che regolamentano il mercato dei farmaci.
miglioramento della qualità della vita o la riduzione della mortalità, possono fissare un obiettivo alternativo che può essere il valore di un elemento nel sangue, un marcatore e simili.

Questo è chiamato “traguardo surrogato” o secondario, che non dice nulla sugli obiettivi primari che sono gli effetti reali sulla vita delle persone.

 

ALCUNI ESEMPI

  1. I beta-bloccanti sono stati prescritti per decenni non perché curassero malattie cardiovascolari, ma perché raggiungevano molto facilmente il traguardo surrogato di abbassare la pressione sanguigna.
    Solo recentemente si è verificato che non solo non apportano benefici in termini di prevenzione da eventi cardiovascolari, ma aumentano i rischi di ictus e altri eventi avversi.
  2. Il traguardo surrogato del costringere lo zucchero nel sangue sotto certi livelli, in presenza di diabete di tipo 2, aumenta il rischio di decesso.
    Fonte: National Institutes of Health
  3. In questa epoca il discorso vale anche per i vaccini: la risposta anticorpale che un vaccino può provocare nei test di laboratorio e grazie alla quale viene commercializzato, può avere una rilevanza nulla sulla salute delle persone.
    Anche per questo motivo i vaccini anti-influenzali sono largamente inefficaci.
  4. [aggiornato 2021] Questo non è propriamente un traguardo surrogato, ma uno dei tanti trucchi che permettono di manipolare i dati in modo che gli studi soddisfino gli enti per la commercializzazione dei farmaci.
    Immagina di voler dimostrare che la tua moneta esce sempre “testa”, il 100% delle volte, mai “croce”.

    Questa in estrema sintesi è una delle manipolazioni avvenute negli studi per i vaccini Covid19: una fase 3 interrotta in un momento in cui i risultati sono soddisfacenti. Per il produttore.
    Perché vengono usati obiettivi secondari o surrogati?

    Perché migliorano enormemente le probabilità di successo statistico, rendono più facili, rapidi e meno costosi gli studi e, di conseguenza, le approvazioni al commercio.

PERCHé È IMPORTANTE

Perché un traguardo secondario non dà nessuna indicazione clinicamente utile né ai medici né ai pazienti.
È un fatto tecnico che può dare l’illusione di efficacia anche quando non fosse comprovata.
Anche questa criticità indebolisce molto la possibilità di valutare il rapporto rischi/benefici di un trattamento.

COSA FARE

Se un trattamento è misurato su dei valori numerici (sanguigni, ormonali e altri marcatori), verificare se ci sono informazioni sugli esiti primari: migliora la qualità della vita? 

  • Riduce la severità dei sintomi? 
  • Riduce il tempo speso in ospedale?
  • Riduce il rischio di decesso?

6- Notizie dai congressi scientifici

Dai congressi scientifici di categoria si fanno spesso annunci, i media vi ripongono grande attenzione e i giornalisti pescano a piene mani.
Eppure nella maggioranza delle volte in questi incontri si discute intorno a ipotesi, di ricerche in corso, di dati preliminari e incompleti.

ALCUNI ESEMPI

  1. Glutine responsabile in un caso su 4 del colon irritabile
    Fonte: ANSA
    Questa notizia del 2015 fu battuta con informazioni prese dalla United European Gastroenterology Week, cioè il congresso annuale di tutte le società scientifiche gastroenterologiche in Europa.

    Questo annuncio clamoroso, rilanciato l’anno scorso da tutti i media, usciva dal congresso dei cardiologi riuniti a Roma.
    Tutte le persone, cardiopatiche o sane che fossero, avrebbero dovuto assumere farmaci per ridurre il colesterolo a livelli minimi. I toni dei giornali erano a dir poco perentori.
    Qualsiasi studio sia stato preso in considerazione, cadeva in un periodo in cui tutte le linee guida internazionali si muovevano nella direzione opposta.

Perché È IMPORTANTE

Perché i media vendono spesso dati parziali o “opinioni dell’esperto” come fossero evidenze acquisite.

COSA FARE

Prestare attenzione se le informazioni sono attinte da congressi o meeting internazionali.
Ciò non significa che non siano veritiere o degne di essere ascoltate, ma c’è bisogno di più prudenza. Fonte: The Medical Journal of Australia

7- Conflitti di interesse

Il business della salute è mastodontico e i conflitti di interesse sono pervasivi.


CSPI

Ma ad oggi la situazione è scandalosa.
JAMA

ALCUNI ESEMPI

Gli esempi di conflitti di interesse sono illimitati, tuttavia quando sono espliciti rappresentano un problema relativo.
Il problema è molto grande quando sono occulti.
Da NewsHealthReview una raccolta esemplare.

Nel 5LB Magazine abbiamo trattato la questione più volte, ma è chiaro che si può affrontare il conflitto di interesse solo quando si conosce: nei due esempi che seguono era abbastanza esplicito.

  1. Proprio grazie alla conoscenza del finanziatore, è stato possibile valutare in modo critico i risultati dello studio. Non possiamo dire lo stesso delle notizie che li annunciavano al pubblico, perchè in nessuna di quelle che abbiamo visionato era riportato il finanziatore.
  2. [aggiornamento 2021] Non posso fare a meno di aggiungere alla lista lo scandalo Covid19.
    Gli esempi di manipolazione dei media in questo tempo sarebbero illimitati e richiederanno decenni di rielaborazione storica.

    Ne riporto qui uno eclatante di questi giorni: nell’agosto 2021 si narrava che il 95% degli ospedalizzati fosse non-vaccinato e che questa fosse una colpa non perdonabile. Lo dicevano le istituzioni, persino il presidente americano.
    Un valore tanto abnorme che non poteva passare senza sollevare qualche dubbio in una mente sobria.E infatti le statistiche delle ospedalizzazioni sarebbero state prese dai dati di gennaio fino a giugno 2021, quando larga parte della popolazione non era vaccinata e le ospedalizzazioni molto numerose. Fonte: Fox News (video) e testo.
    Conflitto di interessi sicuramente politico, sospetta origine finanziaria.

PERCHé È IMPORTANTE

deve essere esplicito e i risultati non devono essere occultati in caso di esito negativo.
Se i giornali non pubblicano i finanziatori dello studio o i conflitti di interesse del ricercatore, come si può valutarne lo scopo, la particolare prospettiva e la potenziale distorsione dei risultati?
e se ne sta occupando anche l’ONU), nel giornalismo è un pesante danno all’informazione.
COSA FARE
Verifica che la notizia riporti i finanziatori.
Nel dubbio che il giornale possa avere conflitti di interesse esso stesso nella notizia (non solo direttamente economici), verifica lo studio originale citato.
A volte le riviste scientifiche implementano un campo speciale all’interno degli abstract degli studi, in cui sono esposti i conflitti di interesse dei ricercatori.

8- Approvazione al commercio

ESEMPIO

  1. Funziona il vaccino contro HIV
    Continuano le sperimentazioni di fase II e sono tangibili i primi risultati
    Fonte: ItaliaSalute (2010)
    Questo è un esempio, ma basta fare una ricerca online per trovare una montagna di notizie simili dalla fine del secolo scorso fino a oggi.
    Qui la spiegazione di questa affermazione.
  2. [aggiornamento 2021] Covid19 ha sparigliato anche le carte delle fasi di studio (punto 4 della Guida).
    Il confine tra sperimentazione e approvazione si è dissolto.

    Media e istituzioni parlavano di “approvazione” del farmaco senza che neanche lo fosse.
    E dopo qualche mese hanno forzato una approvazione effettiva a porte chiuse, senza dati a supporto.
    Per questo, oggi ancor di più, se un farmaco è approvato non significa che funziona

PERCHé È IMPORTANTE

Per motivi strutturali del sistema di controllo, anche le approvazioni effettive devono essere prese come atti burocratici che non garantiscono necessariamente efficacia e sicurezza.

Prendere atto se l’approvazione sia solo prevista, presunta o effettiva. In quest’ultimo caso non associare l’approvazione ad una garanzia di efficacia.

9- Il “BioHype”

A questo link numerose fonti sul BioHype, cioè quel fenomeno che riguarda particolari campi della ricerca (genetica, immunoterapia ecc.) sui quali vengono montate aspettative esagerate, irrealistiche, sovrastimate e premature, che poi sono disattese dalle reali applicazioni.
ALCUNI ESEMPI

  1. Che però poi si è scoperto che non funziona affatto.
  2. Metodo Stamina).

  3. Senza che alcun farmaco abbia ancora mai superato nella storia una fase 3.

PERCHé È IMPORTANTE

È una polarizzazione che genera distorsione e aspettative intorno a ipotesi non del tutto verificate.
In un certo senso è anche quello che facciamo noi in modo esplicito sul 5LB Magazine con le 5 Leggi Biologiche.

COSA FARE

Prestare attenzione alle esagerazioni dovute a particolari momenti di copertura mediatica o a fonti che hanno interesse nel contenuto veicolato.
Ha a che fare con il conflitto di interesse, ed è particolarmente nocivo quando quest’ultimo è nascosto.

10- Allarmismo mediatico

ALCUNI ESEMPI
Fake news ed epidemia apparente di meningite

  1. La famosa attrice scoppia in lacrime in TV annunciando il suo cancro
  2. Qui a lato puoi vedere il noto e divertente video di Frascati Scienza che sbeffeggia questa tendenza mediatica.
  3. peggiore atto vandalico dei media mondiali, che hanno contribuito a trasformare una influenza nella peste nera.

 

PERCHé È IMPORTANTE

La psicosi popolare sposta le opinioni, le scelte politiche e personali sulla salute.
Dal punto di vista delle 5LB il fenomeno è anche nocivo, perché la paura complica molto la relazione con la propria salute.
BMJ
COSA FARE
Per passare il più possibile indenni attraverso il fenomeno del sensazionalismo quale strumento di marketing, vale la pena alzare l’attenzione sui 9 punti descritti in precedenza: