Questo articolo uscito il 24 Giugno 2021 sulla rivista on line Mad in Italy è stato presentato così dalla drssa Laura Guerra amministratrice della rivista e del gruppo Facebook Mat in Italy., che ringrazio per avermi concesso lo spazio.
Presentiamo la storia di Morena che, in un momento difficile della sua vita legato a problemi di salute, viene sottoposta a trattamento con psicofarmaci.
Avendo sviluppato forti effetti collaterali causati dal loro uso, non trova tuttavia l’aiuto di uno psichiatra per fronteggiarli e sospenderli.
Riteniamo che sia una storia emblematica delle difficoltà che gli utenti incontrano quando vogliono intraprendere il percorso di dismissione.
Sono stata una infermiera per 35 anni, ma poi ho visto e toccato con mano come ci si sente dalla parte dei pazienti perché mi sono ammalata in modo da incappare tra le maglie della sanità che sovrastima le diagnosi, troppo interventista ricorre subito alla chirurgia e alle terapie farmacologiche anche quando una lesione potrebbe avere una cura medica meno aggressiva e con dei percorsi non invasivi.
Mi definisco oggi una sopravvissuta alla “cure” chirurgiche e mediche, soprattutto a quei farmaci antidepressivi e ansiolitici che generano dipendenza fisica e psicologica.
In quel periodo ebbi diversi eventi stressanti, oltre al cancro, anche due lutti e la perdita del lavoro con mobbing.
Dopo l’intervento al seno (quadrantectomia sinistra) a 47 anni mi sentivo che la vita era finita per me, caddi in uno stato depressivo per il quale fui inviata alla PsicoOncologia ed in seguito Psichiatria con consulenze ambulatoriali ed inquadramento nella mia ASL. E subito iniziarono a trattarmi con antidepressivi prima un po’ blandi poi sempre piu’ forti ed arrivai alla Duloxetina associata a EN e Talofen al bisogno per le crisi di rabbia ed agitazione che avevo ogni volta che dovevo vedere un medico o fare qualche esame di controllo. Gli effetti collaterali di questi farmaci assieme a tutti quelli che prendevo come terapia anticancro ed ormonali molto forti, mi portarono ad avere Apnee notturne, Diplopia, aumento di peso di 15 kili, Steatosi epatica e dolori da fibromialgia per cui non ero piu’ in grado di camminare senza dolore e passavo le mie giornate dal letto al divano aiutata anche negli spostamenti.
Io che ero sempre stata una persona molto attiva, indipendente e propositiva, non mi riconoscevo più.
Dopo 4 anni cominciai a meditare che i farmaci antidepressivi non facevano il loro lavoro e anzi pensavo spesso al suicidio, ma non ci provai mai perché essendo anche infermiera sapevo come sarei stata trattata dopo per un tentato suicidio nei reparti psichiatrici, dato che ci avevo lavorato anche per fare la tesi per il diploma di Infermiera professionale (anno 1981).
Quindi mi sforzai di pensare a qualche strategia per arrivare alla Sospensione graduale degli antidepressivi.
Ho chiesto alla psichiatra, ma non collaborò molto e dovetti fare da me perché mi propose di passare da 60 mg di Duloxetina a 30 mg. Provai come disse, ma non era certo un modo vincente di sospendere quell’antidepressivo. Gli effetti collaterali della dismissione erano devastanti, capogiri, vertigini, senso di nausea e ronzii fortissimi che non sono capace di descriverli.
Così cambiai di nuovo strategia e passai al concretissimo “fai-da-te” seppur sconsigliato, credevo che non ci fosse nessuno meglio di me per attuare un progetto del genere, fatto di tanta pazienza e dedizione, ma soprattutto convinta che ce la potessi fare.
Mi informai su come utilizzare la Cannabis Terapeutica e la usai con molto successo per attenuare i sintomi da astinenza da duloxetina, conosciuta come Cymbalta ed Effexor. Sono capsule, quindi impossibile da suddividerle, spezzarle per creare dosi via via più piccole, e questo è molto astuto da parte delle case farmaceutiche, cioè non creare capsule con dosaggi minori per riuscire a scalarli, ed è chiarissimo nelle loro intenzioni che non c’è una fine a questa terapia, dopotutto i malati cronici a vita, creano ottimi profitti. Infatti esistono solo 3 tipi di dosaggi per la Duloxetina – da 60 mg., 30 mg. e 15 mg.
Contro questa decisione non solo il medico ma anche i familiari prossimi. Ma io trovai il modo di confezionare capsule da dosaggi inferiori aprendo le capsule e disfandomi di una parte di contenuto ed ebbi così capsule a cui toglievo un corrrispondente di 5 mg per ogni mese. (se volete farlo anche voi rivolgetevi ad un farmacista che sappia ridurre i dosaggi delle capsule)
Per questo vi dico che il mio modo di procedere era migliore di quello proposto dal medico, il quale mi passava da 60 a 30 mg da un giorno all’altro. Che poi è veramente buffo sentir dire la frase scalare i farmaci “sotto controllo medico” quando per ogni crisi di astinenza il medico non rispondeva. Chi avrei avuto disponibile a suggerirmi un dosaggio diverso? Avrei dovuto averlo con me 24 ore su 24.
È chiaro che ti inducono loro al fai-da-te e quindi bisogna rimboccarsi le maniche e non sperare in aiuti esterni, che se ci fossero stati, non avrei certo rifiutato.
Ci misi 6 mesi e con l’aiuto di Cannabis terapeutica, la mia forza di volontà e con tutte le altre strategie, fu un successo, ma quando andai all’ultima visita psichiatrica riportando che ce l’avevo fatta, ella mi disse testuali parole “tanto ritornerai a chiedere gli psicofarmaci” e solo per educazione e per non rispondere in malo modo a quella provocazione che non la mandai a quel paese.
Le avevo anche spiegato come avevo fatto, ma era come se stessi parlando ad un muro di gomma. Io ero riuscita a preparami delle capsule con quantità via via inferiori e il cambio di dosaggio lo facevo ogni mese e non da una settimana all’altra.
Intanto che procedevo alla sospesione dei farmaci in modo graduale, aiutavo il mio corpo con una serie di disintossicazioni con erbe e lavaggi intestinali e non ultime le integrazioni di vitamine e Magnesio.
Provai anche il lavaggio epatico, ma lo ritenni troppo faticoso e stressante. In ogni caso fu efficace per farmi ripulire da tossicità di farmaci ed alimentazione non corretta.
Dalle mie ricerche sono arrivata a definire un elenco di integratori a me necessari per stare meglio tra cui la Vitamina D, il Magnesio, la Vitamina C, la Melatonina ed il Tiglio.
Cercai anche di dedicarmi ad attività creative per mio conto a casa intrecciando cannucce di carta per fare cestini e contenitori che poi coloravo.
Oggi sono libera dai farmaci da 7 anni, e non credo di essere depressa, casomai a volte un po’ triste, ma questo è un sentimento normale, non una patologia.
Credo che la depressione così come altri disturbi dell’umore e del comportamento abbiano bisogno di più umanità e meno farmaci, perché gli effetti collaterali sono devastanti e non aiutano mai ad una vera riabilitazione e cura.
Infatti quello che mi aveva convinto a smettere di prenderli è stato l’avere letto piu’ volte il “bugiardino” del Cymbalta che dava come effetto collaterale il pensiero suicida ed è assurdo prenderlo allora, se crea lo stesso disturbo che invece dovrebbe curare.
Inoltre ho letto delle ricerche che il Cymbalta non ricapta la serotonina come dicono. Ma in fondo io non ero una depressa, come tutte le persone che cadono ammalate, avevo solo bisogno di più cure ed amore.
Sono Morena Pantalone autrice di questa testimonianza nonché titolare di questo blog Vitamineral aperto in seguito a questa mia esperienza autogestita nella dismissione dei farmaci e per amor del prossimo riporto qui ogni buona esperienza positiva.
Per questo molte altre persone hanno aderito e si curano con Vitamine, Minerali e Fitoterapia.
Questa non è la mia unica testimonianza sul web e infatti troverete interessante leggere altri miei articoli soprattutto sulla Fibromialgia da cui mi sono liberata grazie anche alla dismissione degli psicofarmaci di cui sopra.
Il danno nascosto degli antidepressivi
Un’analisi approfondita degli studi clinici rivela una diffusa sottostima di effetti collaterali negativi, inclusi tentativi di suicidio e comportamento aggressivo…
Non cercare di convivere con la Fibromialgia – Cerca la verità sommersa
FIBROMIALGIA – Una opportunità per conoscere se stessi o una situazione per bloccarsi?
Quando il marketing sfrutta la malattia ed il disagio
Raramente parlo male di qualche sito di integratori se non nel ristretto pubblico privato del mio gruppo di Fibromialgia, ma questo lo dico senza fare nomi e se conoscete già la foto saprete già a quale sito mi riferisco.
Qualcuno di voi magari ha provato il prodotto e nei primi tempi potrebbe avere funzionato anche in un quadro di malattia piuttosto lieve.
La mia critica è verso questo tipo di immagini per il messaggio che mandano ai lettori di solito sono pazienti fibromialgiche in cerca di soluzioni ed informazioni per migliorare il loro stato di salute. e Molti siti sfruttano questo sensazionalismo per attrarre consensi e click o magari vendere qualche cosa.
Da molti anni i giornali ed i media, ma anche i siti che vendono integratori, i politici nella loro campagna elettorale hanno sfruttato la condizione delle malate fibromialgiche rispondendo ai loro appelli assecondando ed alimentando il vittimismo, esasperando la loro situazione di impotenza di fronte ad uno Stato che non le riconosce e non fornisce cure, o se le fornisce sono a pagamento.
Ma a proposito di immagini , vi prego di guardare questa che ho trovato in uno dei siti sponsorizzati che vende un integratore creato per la fibro. Non vi sembra che evochi ed alimenti il senso di frustrazione e vittimismo?
Ma non preoccupatevi, loro hanno la soluzione, quindi comprate il…
Per i produttori che mettono il marchio “fibromialgia” al loro integratore non sembra vero di avere trovato le galline dalle uova d’oro. Perché analizzando questi integratori, anche da profani, si può evincere che contengono delle sostanze a dosaggi veramente bassi.
Anche il placebo è una ottima cura, certo, ma tenere le persone in uno stato di cronicità e dipendenti da una pillola non è certo etico, soprattutto se il contenuto è blando.
Liberatoria (Disclaimer)
Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.