Rosmarino una pianta umile con tante proprietà, modi d’uso e curiosità

 

Il rosmarino è una pianta della  FAMIGLIA delle Lamiaceae, noto in botanica col nome di Rosmarinus officinalis L.

In gergo popolare può avere altri nomi: ramerino, rusmarin, rumosino, zipiri, rosamarina, osmari, gusmarin. 

È un arbusto sempreverde alto fino a 2 metri con fusto legnoso e ramificato.

  • Foglie: consistenti e aghiformi, di colore verde scuro sulla pagina superiore e grigiastre nella pagina inferiore per la presenza di peli. Se toccate emanano un caratteristico profumo aromatico e canforato.
  • Fiori: sono di colore azzurrino o bianco e fioriscono da Aprile a Settembre sulle sommità dei rami.

ETIMOLOGIA DEL NOME/STORIA E TRADIZIONI: il nome deriva probabilmente dalle parole latine “ros” e “marinus” che significa rugiada del mare in relazione al fatto che la pianta cresce spontanea nelle zone mediterranee vicino al mare. Si trova coltivato in orti e giardini.

TEMPO E MODALITA’ DI RACCOLTA O COLTIVAZIONE: le foglie si raccolgono in primavera, prima che la pianta fiorisca, tagliando i rametti non lignificati e mettendoli a seccare in un luogo aerato ed ombreggiato per alcuni giorni. Le gemme si raccolgono ad inizio primavera, quando sono ancora chiuse.

PROPRIETA’ SALUTISTICHE PRINCIPALI

Le principali proprietà benefiche del Rosmarino sono:

  • Favorisce la produzione e il deflusso della bile (azione coleretica e colagoga)
  • Antispastica delle vie biliari
  • Protettrice del fegato
  • Scioglie le tensioni di stomaco ed intestino
  • Contrasta la formazione di gonfiori nella pancia (azione carminativa)
  • Favorisce la fluidificazione e l’eliminazione del catarro in eccesso
  • Antiossidante ed antisettica
  • Tonica generale

FORME IN CUI SI UTILIZZA

Ecco alcuni utilizzi, quando assumerlo e la posologia:

  • Tisana: mettere in una tazza di acqua calda 1 cucchiaio da minestra di foglie secche e lasciare in infusione per 10 minuti circa. Filtrare e bere 2/3 tazze al giorno.
  • Tintura madre (Soluzione Idroalcolica): 50-60 gocce 2 volte al giorno, sciolte in acqua.
  • Gemmoderivato (Soluzione Idrogliceroalcolica): 50-60 gocce 2 volte al giorno, sciolte in acqua.
  • Olio essenziale: 2/3 gocce per suffumigi.
  • Oleoliti: uso esterno (vedi sotto)
  • Idrolizzato: uso esterno (vedi sotto)

IL ROSMARINO È UN RIMEDIO NATURALE PER:

  • Insufficienza epatica
  • Fegato grasso
  • Postumi di epatiti
  • Difficoltà digestive accompagnate da gonfiore, flatulenza, eruttazioni
  • Coadiuvante nel trattamento dell’ipercolesterolemia
  • Affezioni catarrali delle vie respiratorie (olio essenziale)

Per uso interno:

È indicato contro vertigini, anemia, ipotensione, astenia psico-fisica, convalescenza, emicrania, insufficienza biliare, menopausa, sciatalgia. Mentre in campo alimentare, miscelato con altre spezie, per l’aromatizzazione di carni, salumi, condimenti e salse.

Precauzioni e controindicazioni: pur non essendo irritante, è meglio utilizzarlo diluito, e non usarlo in gravidanza e nei soggetti epilettici.

Per uso esterno

È un ottimo antirughe e aiuta a combattere la secchezza della pelle grazie alla presenza di antiossidanti che la rende più elastica. Possiede anche un’azione rinfrescante e antibatterica, infatti in cosmesi viene utilizzato anche nella produzione di dentifrici.

Il rosmarino si può usare in diverse forme:

In foglie essiccate per tisane, in foglie fresche per insaporire ed arricchire pietanze di vario genere, oppure nelle forme di Idrolato ed olio essenziale, oleolito per le cure esterne della pelle e capelli.

 

Tisana al rosmarino: benefici, proprietà e per cosa si usa

l rosmarino è un erba sempreverde molto profumata ed è utilizzato in cucina, visto il suo aroma particolare, per condire molti piatti di carne, pesce, contorni, zuppe, focacce…, ma se assunto in tisana apporta benefici a tutto il corpo. La tisana al rosmarino infatti è un ottimo tonificante, rallenta l’invecchiamento e migliora la circolazione. 

Tisana al rosmarino per contrastare la caduta dei capelli

Assumere la tisana al rosmarino giornalmente previene e riduce la caduta stagionale dei capelli e l’imbiancamento donando lucentezza. Contrasta pure la tendenza alla calvizie.

Dopo aver preparato la tisana al rosmarino, applicare impacchi massaggiando il cuoio capelluto. Stimola la ricrescita, rinforza i capelli sfibrati e secchi, riduce la formazione della forfora e purifica i capelli grassi. 

ISTRUZIONI PER UNA TISANA

Come si prepara la tisana al rosmarino?

Versare un cucchiaino da caffè di rosmarino nell’acqua bollente (250 ml, una tazza circa), coprire e lasciare in infusione per circa 10-15 minuti.
È importante, subito dopo aver versato il rosmarino nell’acqua bollente, coprire con un piattino o un coperchio per evitare l’evaporazione degli olii essenziali. Filtrare e bere l’infuso. La tisana avrà un aroma fresco e leggermente pungente. 

A questa si possono aggiungere camomilla e melissa per potenziare l’azione calmante, zenzero fresco sbucciato e sminuzzato per aumentare le proprietà antinfiammatorie, semi di finocchio per un effetto carminativo.


Rosmarino Tisana

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Lidrolato di rosmarino

stimola la ricrescita dei follicoli piliferi, è quindi particolarmente adatto per chi vuole stimolare la crescita dei capelli.

USO DELL'IDROLATO DI ROSMARINO

Come si usa:

  • come tonico: utilizzato puro sul viso svolge la stessa funzione del tonico aiutando a ristabilire il corretto pH cutaneo dopo la detersione.
  • per rinfrescare e idratare: tienilo in frigo e all’occorrenza vaporizzalo sul viso per una sferzata di energia immediata! 
  • come base per le tue maschere: aggiungi l’idrolato al posto dell’acqua per arricchire le tue maschere viso e capelli fai da te di preziose proprietà! 
  • come ingrediente per cosmetici: incorporato nella fase acquosa è ottimo per creare creme per pelli grasse, lozioni e shampoo rinforzanti, antiforfora, purificanti  protettivi per capelli, deodoranti contro la sudorazione eccessiva. 
  • sui capelli: il pH leggermente acido dell’idrolato aiuta a mantenere i capelli morbidi e lucenti. Puoi utilizzarlo per diluire lo shampoo o in purezza come risciacquo acido: in questo caso basta spruzzarlo direttamente sui capelli umidi come ultimo passaggio prima dell’asciugatura.
  • Come decongestionante per occhi e pelle stanchi: niente di meglio di un impacco su occhi stanchi e affaticati per attenuare occhiaie e borse e ritrovare uno sguardo fresco e una pelle distesa.

Ottenuto per distillazione in corrente di vapore dai rametti e dai fiori della pianta!

Azione rinfrescante e tonificante per pelli grasse e impure

 


Oleolito di Rosmarino

A cosa serve?

Vediamo più nello specifico quali sono i suoi possibili utilizzi:

  • Capelli secchi e fragili, alopecia: un massaggio del cuoio capelluto con poche gocce di oleolito di rosmarino, li idrata, li rinforza e ne stimola la ricrescita.

COME USARE L'OLEOLITO DI ROSMARINO

Consigli d’uso

AVVERTENZE: Tenere fuori dalla portata dei bambini. Conservare in un luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce del sole, o da altre fonti di calore.


Oleolito di Rosmarino prodotto in italia (Marche)

da Erbe di Mauro

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Olio essenziale di Rosmarino

Dalle proprietà purificanti su pelle e capelli, è un ottimo tonificante per il sistema nervoso e per il corpo in generale.

Dermopurificante, stimolante, antiforfora, astringente, anticellulite.


TUTTI GLI USI L'OLIO ESSENZIALE DI ROSMARINO

Le proprietà dell’olio sono numerosissime, può essere utilizzato sia per uso interno che esterno, per la cura del proprio corpo e della mente, per problemi relativi a disturbi cardiovascolari, gastroenterologici, respiratori e muscolari. Di seguito verranno riportati alcuni metodi di utilizzo di questo magnifico olio essenziale per poterne sfruttare al massimo i benefici:

Uso interno

  • Problemi epatici: in caso di fegato affaticato (ad esempio quando c’è un rialzo delle transaminasi sieriche) si consiglia di diluire 1 goccia di olio essenziale di Rosmarino in un cucchiaino di miele disciolto in una tisana calda di Camomilla o Melissa per 2 o 3 volte al giorno. Un altro modo sarebbe quello di massaggiare l’addome, soprattutto concentrandosi sul lato destro, con una miscela composta da 3 cucchiai di olio vegetale insieme a 10 gocce di **Essenza di Limone e altre 10 di O.E. di Rosmarino.
  • Ritenzione idrica: se soffrite di ritenzione idrica vi consigliamo una miscela di oli essenziali che con un effetto sinergico ristabiliscono l’equilibrio omeostatico idrico del vostro corpo: aggiungere 1 goccia di olio essenziale di Rosmarino ad 1 goccia di O.E. di Ginepro e 1 goccia di O.E. di Geranio odoroso in un cucchiaino di miele disciolto in mezzo bicchiere di acqua tiepida o in una tazza di the verde, per 2 o 3 volte al giorno.
  • Emicrania: in caso di mal di testa, specialmente se correlato a mal digestione e/o vertigini, vi consigliamo di diluire 2 gocce di olio essenziale di Rosmarino in un cucchiaino di miele disciolto in mezzo bicchiere di acqua tiepida ed assumerlo dopo i pasti.
  • Infezioni intestinali: le proprietà antimicrobiche dell’olio essenziale di Rosmarino possono essere sfruttate per contrastare le infezioni intestinali accompagnate a dolori addominali e sintomi quali diarrea e nausea. Si consiglia di aggiungere 1 goccia di O.E. di Rosmarino ad 1 goccia di O.E. di Cannella e 1 goccia di O.E. di Tea Tree, in una cucchiaino da caffè di miele diluito in mezzo bicchiere di acqua tiepida per 2 o 3 volte al giorno.
  • Anemia e/o Pressione bassa: tra le proprietà dell’olio essenziale di Rosmarino ci duole ricordare quella sfruttata per contrastare i problemi cardiocircolatori come anemia e bassa pressione. Per questo scopo vi consigliamo di aggiungere 1 goccia di O.E. di Timo ad 1 goccia di O.E. di Rosmarino all’interno di una compressa neutra per O.E.
  • Geranio odoroso + 1 goccia di OE di Rosmarino + 1 goccia di Essenza di Limone, disciolti in un cucchiaino di miele e diluito in mezzo bicchiere di acqua tiepida, da prendere la sera prima di andare a dormire.

Uso esterno

  • Cura per i capelli: diluire l’olio essenziale di Rosmarino al 5-10% in olio di Jojoba o mandorle dolcie frizionare sul cuoio capelluto per una decina di minuti: la lozione ottenuta sarà in grado di stimolare la circolazione dello scalpo e dei bulbi piliferi.
  • Olio per massaggi: per creare un olio per massaggi in maniera facile e veloce, vi consigliamo di aggiungere dalle 6 alle 8 gocce di olio essenziale di Rosmarino a 2 cucchiai di un olio vettore vegetale o non essenziale (un esempio è quello di mandorle dolci o E.V.O.). Le proprietà benefiche dell’olio essenziale di Rosmarino, in particolare quella anti-ristagno idrico, saranno molto utili per eliminare i ristagni linfatici, drenare, contribuire a sciogliere i grassi e ad attenuare i dolori muscolari e articolari: esso infatti è anche in grado di sciogliere i cristalli di acido urico che si depositano nelle giunture.
  • Olio anti-cellulite: per contrastare le zone colpite da cellulite, si consiglia di diluire dalle 5 alle 10 gocce di olio essenziale di Rosmarino in 100 ml di olio di mandorle dolci e frizionare. Applicato sulla pelle risulterà ottimo contro cellulite, ritenzione idrica, cattiva circolazione e grasso localizzato su cosce o glutei.
  • Shampoo anticaduta: versare qualche goccia di olio essenziale di Rosmarino in uno shampoo neutro e procedere con il lavaggio. Risulta molto utile in caso di capelli deboli, fragili, grassi e con forfora, oltre che di alopecia. Al termine, sui capelli umidi, poche gocce frizionate sul cuoio capelluto si riveleranno un toccasana.
  • Diffusione ambientale: aggiungendo 1 goccia di olio essenziale di Rosmarino per ogni mq di ambiente in un bruciatore di oli essenziali, vi consentirà di avere una casa con un odore vivo e rigenerante ed in grado di stimolare il sistema nervoso centrale, in particolare la memoria, oltre che di alleviare lo stress e disturbi della psiche.

Olio essenziale di Rosmarino, 10ml

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Olio essenziale di Rosmarino (Rosmarinus officinalis), 100% puro e naturale prodotto in Italia tra la provincia di Fermo e Macerata, in ambiente sano e naturale, tramite distillazione in corrente di vapore delle foglie di Rosmarino.


Rosmarino come spezia

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In confezioni da 25gr, 500gr, 1kg

 


DISCLAIMER

Disclaimer

Quanto riportato, è tratto da materiale di libera consultazione sul Web. Vitamineral non è responsabile della diffusione di informazioni che si rivelassero non rispondenti a verità o dell’uso improprio dei prodotti menzionati. Pertanto, la letteratura di cui sopra è da intendersi come spunto per ricerche proprie: non sostituisce la diagnosi del medico, che si consiglia di consultare sempre, prima dell’assunzione di qualunque rimedio, soprattutto in presenza di patologie o disturbi contro i quali si stiano assumendo altri farmaci.



I CONSIGLI DEL DR CLAUDIO SAURO

IL ROSMARINO

Da un post del dr Claudio Sauro

Una delle piante aromatiche più comuni e che si usa comunemente anche in cucina è il Rosmarino. Generalmente non diamo nessuna importanza a questa pianta visto che ci sembra una pianta banale. Recentemente spulciando il vecchio testo dell’Antonelli sulle piante medicinali scopro che il Rosmarino ha un sacco di proprietà. Oltre ad essere un ottimo digestivo è pure un ottimo epatoprotettore. L’Antonelli, in base alle esperienze del Kneip, me lo da pure come anti epilettogeno nelle crisi di grande male.

La sua essenza è talmente ricca di antiossidanti da eguagliare quelli della curcuma. Abbiamo recentemente visto che la maggior produzione di antiossidanti si ha quando sussiste un infiammazione. Se ne deduce pertanto che gli antiossidanti hanno un azione antiflogistica più o meno marcata. Ma abbiamo anche visto che praticamente sempre alla base dei tumori c’è un infiammazione che scollega i recettori G di trasmissione cellulare. Se ne deduce pertanto che anche il Rosmarino ha un azione antitumorale, e credo abbastanza marcata.

Ma come prenderlo per utilizzarne al massimo le proprietà?

Uno dei sistemi è l’infuso delle foglie secche, ma in tal caso la quantità di essenza che si estrae è modesta.

Recentemente ho provato a fare la tintura madre di rosmarino: si taglia il rosmarino fresco con una forbice aghi e ramoscelli, si pressa in un vaso, si copre di alcool puro da liquori a 95° e si lascia riposare per 15 giorni. In tal modo si estrae una quantità enorme di essenze e di resine, tanto che se si mette un cucchiaino di tale tintura in un bicchiere e si aggiunge acqua la soluzione diventa lattescente perché liposolubile.

Il profumo è fortissimo, ottimo dopo i pasti per digerire: Se ne prenda un cucchiaino dopo i pasti diluito in poca acqua, non solo digerirete meglio, ma vedrete un abbassamento del colesterolo simile a quando si assumono statine (senza gli effetti collaterali di queste), non solo ma le HDL (il colesterolo buono) balzerà in alto come con nessun altro farmaco, naturale o di sintesi che sia.

Vitamina E. Si tenga inoltre presente che essendo liposolubile penetra nei grassi ed esercita soprattutto su questi un azione anti-ROS. Quindi agisce in sincronia con la Vitamina E e ne potenzia l’azione. I grassi, come già detto, sono un serbatoio di Radicali Liberi.


ROSMARINO È ANTITUMORALE

“Il rosmarino uccide il 77% delle cellule tumorali dello stomaco in vito.

in vitro

Negli studi sulla popolazione europea, quelli che mangiavano rosmarino fresco almeno una volta alla settimana avevano il 60% in meno di rischio di melanoma e il 34% in meno di rischio di cancro ai polmoni. Ma i benefici per la salute di questa erba non si fermano a combattere il cancro.

Gli studi clinici hanno dimostrato che il rosmarino aiuta a migliorare la funzione renale nei diabetici (quando usato come parte di Canephron N), a proteggere la pelle dai danni UV e anche a migliorare significativamente la memoria negli anziani (dose: 750 mg di erba in polvere ogni giorno).

ROSMARINO E LONGEVITA'

CENTENARI DI ACCIAROLI E ROSMARINO!

da un post di Fabio Poli

nell’alto consumo di rosmarino il fattore chiave della loro longevità!

Il rosmarino agisce su:

  • cervello, cistifellea, vie biliari, fegato, cuore, cuoio-capelluto, pelle, muscolatura liscia, su intestino, stomaco, organi digestivi, emuntori, gustativi, sessuali- riproduttivi (utero,ovaie,testicoli) e sulle vie urinarie, su ossa, cartilagini e articolazioni, su reni,sangue e sistema circolatorio, sul sistema endocrino, su quello immunitario e nervoso autonomo, e centrale.
  • Il rosmarino è un ottimo concentrato di antiossidanti, antibatterici, antivirali, antimicrobici, antifungini, repellenti per gli insetti, è tonico generale, cardiotonico, neurotonico, diuretico, dimagrante, coleretico, afrodisiaco, analgesico, antinfiammatorio, digestivo, eupeptico, antisettico, carminativo, anti-colesterolemico, emmenagogo.

Cosa Cura:

  • Scopriamone le principali sostanze antitumorali.
  • azione antiangiogenetica nelle cellule del pancreas affetto da cancro e svolge azione apoptotica; induce al suicidio le cellule cancerose del cancro alle ovaie, alla mammella, alla prostata e ai polmoni.

    • Il rosmarino contiene Carnasolo, che agisce riattivando la proteina P53, un soppressore tumorale considerato uno dei più importanti fattori per il controllo e lo sviluppo delle malattie e che risulta inattivo nel 50% dei tumori umani.
      Il rosmarino, come altri fitoterapici, quali la cannabis, contiene terpeni ad azione antitumorale.
      Esaminiamone alcuni:


      • Glutatione, il più potente antiossidante endogeno!
      • Tra i terpeni ad azione antitumorale del rosmarino, annoveriamo anche il Cariofillene, impiegato anche nella cura delle malattie autoimmuni.
      • Eudesmolo, antiproliferativo e citotossico!
        Il rosmarino contiene moltissime vitamine:

        • Vitamina A, B1, B2, B3, B5, B6, B9, C, D2+D3 e la K (antitumorali).

        Nel rosmarino vi sono molti aminoacidi tra cui:

        • Dulcis in fundo, il rosmarino, aggiunto durante la cottura della carne ne limita, del 70%, la formazione di poliammine, mediatori endogeni della proliferazione cellulare.
          Tra i minerali presenti nel rosmarino ad azione antitumorale, spicca sicuramente il Selenio, ottimo antiossidante e disintossicante.





Pressione arteriosa Bassa, come aumentarla naturalmente (se sintomatica)

Pressione Bassa: Cos’è

Mentre la maggior parte delle persone è interessata dal problema opposto (cioè soffre di ipertensione*), alcuni individui presentano una pressione troppo bassa. In termini medici, quando la pressione scende troppo si parla di ipotensione.

Nonostante manchi un valore ipotensivo standard accettato, in genere si riconoscono come ipotensive le pressioni inferiori a 90/60 mmHg.
Nei pazienti sintomatici, alzare la pressione può aiutare a gestire meglio questi disturbi.

Nei mesi più caldi la pressione arteriosa fisiologicamente si abbassa. Persino le persone ipertese, quelle che cioè soffrono del problema opposto, tendono ad avere valori pressori più controllati.
 Ciò accade perché con l’aumentare delle temperature i vasi arteriosi si dilatano. Scopriamo insieme come contrastare la pressione bassa.

Possibili Sintomi dell’Ipotensione

  • visione sfocata
  • confusione o difficoltà di concentrazione
  • vertigini
  • svenimento
  • stordimento
  • nausea o vomito
  • debolezza

 

Ulteriori sintomi che richiedono l’immediato consulto medico:

  • battito rapido
  • fiato corto, respiro rapido e superficiale,
  • pelle fredda o umida

 

Possibili Cause dell’Ipotensione

  • brusco cambio di posizione
  • anemia
  • disidratazione
  • mangiare un pasto abbondante (Specie per chi ha Ernia Iatale)
  • ipoglicemia (bassi livelli di zucchero nel sangue)
  • diabete o iperglicemia
  • affaticamento
  • esercizio fisico vigoroso
  • gravidanza
  • disturbi del sistema nervoso autonomo
  • disturbi endocrini (es. ipotiroidismo, morbo di Addison)
  • reazione allergica estrema (anafilassi)
  • grave perdita di sangue (emorragia severa)
  • attacco cardiaco o malattie cardiache
  • grave infezione (setticemia)
  • malattie neurologiche come il Parkinson
  • determinati farmaci (ad es. farmaci beta-bloccanti, diuretici, nitrati, e calcio-antagonisti)

Ipotensione ortostatica

L’ipotensione ortostatica consiste in un brusco calo della pressione arteriosa quando il soggetto passa dalla posizione sdraiata a quella eretta. Questo calo è transitorio e risulta classicamente sintomatico, con vertigini e senso di svenimento, fino all’offuscamento visivo e alla sincope.

Secondo la definizione, l’ipotensione ortostatica consiste nella riduzione di almeno 20 mmHg della pressione arteriosa sistolica, o di almeno 10 mmHg della diastolica, entro 3 minuti dalla posizione eretta 1.
L’ipotensione ortostatica è più comune negli anziani, potendo interessare fino all’11% degli adulti di mezza età e il 30% degli anziani 2.




Nattochinasi – A Cosa Serve, Benefici, Dosi, Controindicazioni

Da Magazine X115 e da HSN Store Blog

INDICE ARTICOLO

Colesterolo e Trigliceridi

Oltre ai suoi effetti anti-aterosclerotici, l’estratto di natto ha un effetto favorevole sui lipidi.

  • 27, 28, 29, 30, 31, 14.
  • 12.
  • 12.
  • In uno studio clinico, 47 soggetti con livelli elevati di colesterolo (iperlipidemia) hanno ricevuto solo nattochinasi, nattochinasi ed estratto di riso rosso fermentato o placebo per 6 mesi. Il trattamento con nattochinasi ha iniziato a ridurre i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue solo nell’ultimo mese dello studio. Tuttavia, la terapia combinata (nattochinasi e riso rosso fermentato) ha ridotto i livelli di LDL, colesterolo totale e trigliceridi, e aumentato l’HDL dal primo mese in poi 32.
  • 33.
  • Altri studi non hanno ottenuto una riduzione significativa dei livelli di colesterolo o hanno mostrato solo una diminuzione dei livelli di trigliceridi, probabilmente a causa dell’impiego di dosi insufficienti 32, 20. 

Per il sistema nervoso

La nattokinasi, grazie alle sue proprietà fibrinolitiche, ha dimostrato di avere un effetto positivo per combattere l’apparizione di fibrille amiloidi nelle terminazioni nervose dei neuroni.

Le fibrille amiloidi vengono create per difetti genetici e vengono potenziate da cause ambientali, per la maggior parte ancora da determinare, generando l’apparizione di amiloidosi, una condizione associata a un’alterazione proteica anormale di amiloide con importanti effetti negativi sulla salute, soprattutto legati a una patologia tra le più conosciute come l’Alzheimer.

È possibile che la nattokinasi sia un agente preventivo dello sviluppo dell’Alzheimer in persone predisposte a presentare una condizione amiloide anormale.

Dosi e Modo d’uso

La Nattokinasi è un enzima che può essere usato in qualunque momento del giorno come integratore, non presenta un momento né un modo d’uso migliore di un altro.

Tieni presente che prima di isolare le sue proprietà, esercitava i propri effetti positivi attraverso il consumo del Nattō, assunto con altri alimenti durante i pasti.

Allo stesso modo, esitono studi che somministrano la nattokinasi a digiuno, soprattutto per evitare di contaminare con altri nutrienti i risultati da misurare, non perché tale momento della giornata sia superiore a un altro.

In definitiva, puoi usare la nattokinasi quando vuoi, la mattina o la sera, durante o lontano dai pasti, basta che l’uso sia giornaliero e a lungo termine.

Per quanto riguarda la dose, non esiste una raccomandazione assoluta, ma è stata accettata la quantità di nattokinasi raccomandata in funzione alla sua attività fibrinolitica:

2000 Unità di Degradazione di Fibrina (o UF).

Per quanto tempo si può assumere?

Devi considerare che gli studi scientifici realizzati per dimostrare gli effetti positivi a breve termine del nattokinasi sono durati fra 1 e 7 mesi e che gli effetti più notevoli della nattokinasi sono stati estratti a partire da studi osservazionali della popolazione giapponese che consuma Nattō durante tutta la vita. Pertanto, una raccomandazione buona e sensata, sapendo che la nattokinasi non ha effetti avversi riportati sul consumo a lungo termine, è usare nattokinasi quotidianamente durante tutto il tempo possibile, per anni se possibile.


Non ci sono prove sufficienti per suggerire una dose ottimale di nattochinasi orale. L’attività della nattochinasi è misurata in FU, sigla che indica il numero di unità fibrinolitiche (FU).

In genere, gli studi sugli esseri umani tendono a utilizzare circa 5.000 FU al giorno, solitamente suddivise in due dosi separate assunte durante i pasti.

  • Sulla base di alcuni studi sull’uomo, 2.000 FU/die hanno prodotto i maggiori benefici cardiovascolari e antitrombotici 23, 11, 34.

Tuttavia, è ormai noto che è necessaria un’elevata dose di nattochinasi per ottenere effetti ipolipemici 3.

  • Ad esempio, in uno studio a lungo termine, dosi inferiori a 3.600 FU al giorno sono risultate inefficaci nell’abbassare i lipidi e sopprimere la progressione dell’aterosclerosi, mentre la dose di 10.800 FU/giorno è risultata sicura e ben tollerata 24.
  • In un recente rapporto volto a determinare l’effetto di NK sulla progressione dell’aterosclerosi subclinica, si è concluso che l’integrazione di nattochinasi alla dose di 2.000 FU non ha alcun effetto sulla progressione dell’aterosclerosi subclinica in individui sani a basso rischio cardiovascolare 35.
  • Come Agisce

    La nattokinasi ha un’elevata stabilità gastrointestinale (anche per quanto riguarda le variazioni di pH e temperatura) e presenta un discreto assorbimento nel tratto intestinale 12, 36.

    Nonostante il suo nome, non è un enzima chinasi ma appartiene alla famiglia di enzimi della serina proteasi, che lavorano per degradare altre proteine.

    L’attività fibrinolitica della nattokinasi è correlata a un complesso meccanismo d’azione 5, 6, 37:

    • aumenta l’attivatore tissutale del plasminogeno (t-PA, che scompone la fibrina) 36 .

    29, 12, 38.

    I prodotti di degradazione della nattokinasi, in seguito alla distruzione da parte del calore o dell’acido, possono abbassare la pressione sanguigna riducendo l’attività della renina e dell’angiotensina II.

    Alcuni Autori hanno proposto che l’estratto di natto sopprima l’ispessimento intimale attraverso un effetto sinergico attribuito alle sue proprietà antiossidanti e anti-apoptotiche 39.

    Un altro studio ha dimostrato che la nattochinasi ha prevenuto l’arteriosclerosi mediante l’azione antiossidante diretta, portando a una ridotta perossidazione lipidica e a un miglioramento del metabolismo lipidico (inibizione dell’ossidazione delle LDL) 38.

    Controindicazioni e Avvertenze

    Poiché la nattochinasi può fluidificare il sangue, non dev’essere associata ad altri agenti fluidificanti del sangue come l’aspirina o il warfarin. Ciò può aumentare il rischio di emorragia, come il sanguinamento cerebrale nei pazienti con malattia dei piccoli vasi 40.

    Inoltre, l’associazione di nattochinasi ed eparina ne aumenta significativamente l’attività fibrinolitica 41.

    Secondo un rapporto, esiste anche il rischio di coagulazione delle valvole cardiache meccaniche se la nattochinasi viene usata in sostituzione del warfarin 42.

    La nattochinasi ha effetti farmacologici che potrebbero aumentare il rischio di sanguinamento quando somministrata con farmaci anticoagulanti e antipiastrinici.

    Più in generale, è caldamente sconsigliato intraprendere l’integrazione di nattochinasi in aggiunta (o peggio ancora in sostituzione) del trattamento farmacologico prescritto dal medico, a meno che non sia specificamente consigliato dallo specialista.

    I pazienti trattati con warfarin dovrebbero evitare di consumare natto perché può diminuire l’INR, a causa dell’elevato contenuto di vitamina K2. Inoltre, il natto contiene B. subtilis vivente, che continua a sintetizzare la vitamina K2 nell’intestino per diversi giorni dopo l’assunzione 43, 44.

    Infine, si consiglia di evitare l’uso di nattochinasi in gravidanza e allattamento, considerata l’assenza di dati sulla sicurezza e l’efficacia.

    Effetti Collaterali

    Il natto è considerato generalmente sicuro da assumere come alimento. Ciò si basa sulla mancanza di effetti collaterali segnalati da studi clinici sull’uomo e sul fatto che fa parte della dieta giapponese da migliaia di anni 23, 20, 46.

    Inoltre, è stato dimostrato che non vi è alcuna preoccupazione per la tossicità quando gli adulti assumono 1.000-14.000 FU di nattochinasi al giorno 46.

    Nei ratti non sono stati osservati effetti collaterali utilizzando dosi significativamente più elevate, pari a 22.000 FU/kg/giorno (equivalenti a 1,43 milioni di FU al giorno nell’uomo) 46.

    Riferimenti bibliografici


    NATTOKINASE – 90 capsule

    Marca: Good Health Naturally

    Nattokinase è un potente enzima fibrinolinico estratto in una forma altamente purificata dal natto, un alimento tradizionale giapponese.

      • Un enzima potente estratto dal natto, un alimento tradizionale giapponese 
      • Nattokinase agisce nel processo di dissoluzione dei coaguli sanguigni
      • La rutina favorisce la fisiologica permeabilità dei capillari sanguigni
      • Nattokinase migliora la circolazione sanguigna

PRINCIPI ATTIVI: Nattokinase, Rutina

IL NATTO

Il natto è un alimento tipico dell’alimentazione giapponese fatto a partire da fagioli di soia fermentati. È un alimento dall’odore pungente e dalla consistenza particolare “che fila” che “o si ama o si odia” anche tra i giapponesi, proprio per le sue particolarità organolettiche. 
Come molti alti prodotti tipici della cucina giapponese, tra cui il miso, la salsa di soia o il sakè anche il natto è un alimento fermentato, viene cioè trasformato dall’attività di un batterio chiamato bacillus subtilis natto. Come gran parte dei cibi fermentati il natto è un cibo dalle importanti qualità terapeutiche, ha un’importante funzione regolatrice sulla flora e sulle funzioni intestinali, migliora il sistema immunitario ed è l’elemento di partenza per l’estrazione della nattokinasi.

EFFICACIA

La fibrinolisi è il meccanismo fisiologico che concorre al mantenimento della normale fluidità del sangue all’interno dei vasi. Il questo processo la fibrina, in forma di coagulo o di trombo, è enzimaticamente degradata in prodotti solubili. Il corpo umano produce diversi enzimi per la creazione di trombi ma solo un’importante enzima è responsabile per la dissoluzione di questi coaguli, la plasmina. Le proprietà di nattokinase agiscono similmente all’azione della plasmina [1].
La nattokinase favorisce la naturale abilità del corpo nella dissoluzione dei coaguli sanguigni dissolvendo direttamente la fibrina ed è utile, inoltre, nel promuovere la produzione della plasmina.
Le capsule NattokinaseTM contengono un altro principio attivo, la rutina, un bioflavonoide presente in diverse piante, tra cui quelle appartenenti alla famiglia delle Rutaceae, da cui la sostanza prende il nome. La più importante proprietà associata alla rutina è la capacità di favorire la fisiologica permeabilità dei capillari sanguigni migliorando la circolazione [2] e favorendo la cura dei sintomi dei disturbi connessi

INDICAZIONI

Nattokinase è stato usato da secoli in Giappone e negli ultimi anni ha richiamato l’attenzione della scienza che attraverso numerose pubblicazioni ha confermato le qualità terapeutiche di questo enzima. L’impiego principale di Nattokinase è consigliato nei disturbi cardiovascolari [3] che richiedono una terapia atta alla fluidificazione del sangue.

CONTROINDICAZIONI

È consigliato consultare il proprio medico se sottoposti a terapia anticoagulante con farmaci o integratori naturali che potrebbero interagire con il meccanismo d’azione di nattokinase.

USO: 1 capsula 2 volte al giorno 1 ora prima dei pasti o come indicato da un medico competente.

(*) Non indicato in gravidanza, allattamento o con disordini della coagulazione del sangue o a chi è allergico alla soia. Se si sta seguendo una terapia con anticoagulanti consultare il proprio medico prima di assumere questo prodotto.

Riferimenti Bibliografici

  1. Kurosawa Y, Nirengi S, Homma T, et al. A single-dose of oral nattokinase potentiates thrombolysis and anti-coagulation profiles. Scientific Reports. 2015;5:11601. doi:10.1038/srep11601.(vedi fonte)
  2. Jun-Hui Choi, Dae-Won Kim, Se-Eun Park, Hyo-Jeong Lee, Ki-Man Kim, Kyung-Je Kim, Myung-Kon Kim, Sung-Jun Kim, Seung Kim. Anti-thrombotic effect of rutin isolated from Dendropanax morbifera Leveille. Journal of Bioscience and Bioengineering, Volume 120, Issue 2, Pages 181-186
    (vedi fonte)
  3. Sumi, H.; Hamada, H.; Nakanishi, K. and Hiratani, H. (1990). Enhancement of the fibrinolytic activity in plasma by oral administration of Nattokinase.Acta.Haematol. 84, 139-143.(vedi fonte)

 




Bromelina: proprietà e benefici

Bromelina o Bromelaina

La bromelina è una complessa miscela di enzimi proteolitici estratta dall’ananas.

In natura, abbonda sia nel gambo che nel frutto dell’ananas. Tuttavia, il gambo la contiene in concentrazioni nettamente maggiori. È quindi importante sottolineare che mangiare ananas non produce gli stessi benefici per la salute ottenibili con l’integrazione di bromelina 1.

La bromelina estratta dal fusto o dal gambo dell’ananas è quella più usata negli integratori perché ha un contenuto maggiore di proteasi (enzimi proteolitici) 2, 3.

È stato dimostrato che la maggior parte dei benefici non è dovuta a un particolare enzima presente nella bromelina. Piuttosto, ci sono probabilmente molteplici fattori coinvolti nei suoi effetti positivi per la salute umana 4, 5.

Indice

  • A che cosa serve la Bromelina
  • Benefici ed indicazioni
  • Dosi e Modo d’Uso
  • Effetti Collaterali
  • Chi non deve assumere Bromelina
  • Quali integratori acquistare
  • Cattiva Digestione
  • Artrosi e Infiammazione
  • Azione Antiedemigena
  • Attività Antibiotica
  • Azione Miorilassante
  • Attività Antitumorale
  • Guarigione delle Ferite
  • Malattie Cardiovascolari
  • Bromelina e Covid-19

A che Cosa Serve la Bromelina

da artrosi e interventi chirurgici. Infatti, la Bromelina:

  • combatte l’infiammazione
  • favorisce il riassorbimento di edemi e infiltrati nei tessuti, formatisi a seguito di ferite o di interventi chirurgici.

Inoltre, promuove la guarigione delle ustioni e aiuta a ridurre le infiammazioni delle prime vie respiratorie (sinusiti, otiti, riniti, tracheiti, tonsilliti).

In flebologia, può essere sfruttata nel trattamento dei sintomi di insufficienza venosa, varici ed emorroidi (anche associandola a principi attivi vaso-protettori, come gli estratti di mirtillo, rusco e centella).

Oltre ai suoi usi medicinali, la bromelina è stata utilizzata in molti altri settori come l’industria alimentare e della birra, nonché nei settori dell’abbigliamento, cosmetico e farmaceutico.

Benefici e Indicazioni

In base ai dati attualmente disponibili, l’uso della bromelina potrebbe risultare utile come:

  • cicatrizzante.

Dosi e Modo d’Uso

Ci sono due modi di assumere integratori a base di Bromelina:

  1. al pasto per favorire i processi digestivi.
  2. lontano dai pasti in tutti gli altri casi, ad es. quando si desidera favorire il drenaggio dei liquidi, contrastare l’infiammazione e sostenere e la funzionalità del microcircolo.

È importante attenersi alle istruzioni d’uso riportate nel prodotto.

Che quantità consumare?

La dose più comunemente prescritta nelle informazioni fornite dagli specialisti varia tra i 500 e gli 800mg di questi prodotti al giorno. Le dosi di Bromelina a seconda della condizione che si sta trattando sono:

  • 400mg al giorno per artrite
  • 1.000mg al giorno per allergie
  • 500mg per 3 volte al giorno per il recupero da operazioni e/o lesioni

Si consiglia di prendere prodotti di questo tipi a stomaco vuoto, eccetto quando si cerchi un miglioramento digestivo, caso in cui si devono assumere con i pasti.

Assorbimento e Biodisponibilità

Le caratteristiche farmacocinetiche della bromelina rappresentano sicuramente un punto forte dell’integrazione con questo enzima. Della quota assunta, infatti, oltre il 40% è misurabile nel plasma nelle successive 10 ore, con un’emivita che può tranquillamente raggiungere le 48 ore.

Effetti Collaterali

Nonostante siano state utilizzate sperimentalmente dosi anche molto elevate di Bromelina, gli effetti collaterali registrati sembrano clinicamente poco rilevanti.

Nausea, vomito, diarrea, metrorragia e menorragia rappresenterebbero le reazioni avverse più frequentemente osservate.

Chi non deve prendere Bromelina?

La Bromelina ha dimostrato di essere generalmente sicura se assunta in dosi moderate, anche se le informazioni preliminari collega un aumento della frequenza cardiaca in relazione all’uso di questi prodotti.

Non devono assumerla:

  • Persone con una infiammazione al rivestimento dello stomaco
  • Donne incinta o in allattamento
  • Bambini
  • Persone con malattie renali o epatiche
  • Precauzione nei casi in cui si assumono farmaci anticoagulanti

farmaci fluidificanti del sangue. Si consiglia cautela anche quando la si utilizza in combinazione con altri integratori che possono fluidificare il sangue, come l’olio di pesce, il ginkgo biloba o la vitamina E.

Di diversa natura e sicuramente più gravi risultano le reazioni avverse legate all’ipersensibilità verso il frutto o l’enzima.

La Bromelina non deve quindi essere utilizzata da persone allergiche all’ananas o ad altre sostanze che potrebbero provocare una reazione allergica al frutto (reattività crociata). Queste sostanze includono:

  • polline d’erba
  • lattice
  • sedano
  • finocchio
  • carote
  • frumento.

Quali integratori acquistare.
Vitamineral ve ne propone 4 con sola Bromelina, ed un altro con la Curcuma che ha una azione sinergica.

Integratore di bromelina da Ananas con funzione drenante e digestiva

Viridian by Natur

 


Nutriva

Alta biodisponibilità di bromelina,utile per mantenere la funzionalità del microcircolo
e aiutare il drenaggio dei liquidi in eccesso.

Integratore con Bromelina estratta da ananas utile per favorire la digestione e il drenaggio dei liquidi corporei


Ottenuta da ananas

  • Supporta la funzione gastrointestinale
  • Allevia i dolori osteo-muscolari
  • Sostiene una sana digestione
  • Migliora la sintesi proteica

    • Sostegno per il tessuto articolare
    • Antifiammatorio e antiossidante
    • Supporta uno stato emotivo sano
    • Cattiva Digestione

    L’attività proteasica della bromelina si è rivelata potenzialmente utile come sostituto dei classici enzimi digestivi quali la tripsina e la pepsina.

    In questo senso, l’assunzione di bromelina immediatamente prima di un pasto potrebbe facilitare i processi digestivi, soprattutto in quei pazienti con deficit enzimatico legato, ad esempio, a un’insufficienza pancreatica.

    Uno studio ha dimostrato che i partecipanti con insufficienza pancreatica hanno sperimentato una migliore digestione dopo aver assunto un integratore di enzimi digestivi contenente bromelina, rispetto all’assunzione dello stesso integratore di enzimi digestivi senza bromelina 6.

    Un altro studio ha dimostrato che la bromelina, in combinazione con alginato di sodio, bicarbonato di sodio e oli essenziali, ha migliorato significativamente i sintomi della dispepsia (cattiva digestione) 7.

    Infine, la combinazione di bile di bue, pancreatina e bromelina si è dimostrata efficace nel ridurre l’escrezione di grasso nelle feci nei pazienti con steatorrea pancreatica, con conseguente miglioramento sintomatico del dolore, della flatulenza e della frequenza di evacuazione 8.

    Artrosi e Infiammazione

    Numerosi studi hanno descritto l’attività antinfiammatoria della bromelina.

    Più precisamente, a questo enzima vengono attribuite attività proteolitiche e fibrinolitiche in ambiente infiammatorio, e un’attività inibitoria sulla sintesi di prostaglandine infiammatorie.

    L’azione antinfiammatoria della bromelina può rivelarsi preziosa nel controllo dell’evoluzione flogistica in differenti patologie, anche di natura osteo-articolari.

    Diversi studi hanno dimostrato che la bromelina può ridurre l’infiammazione, il gonfiore, i lividi e il dolore che si manifestano dopo l’intervento chirurgico. Sembra anche ridurre i marker di infiammazione 11.

    Azione Antiedemigena

    La Bromelina aiuta a ridurre l’edema infiammatorio (accumulo di liquidi), a riassorbire l’ematoma e a risolvere il processo infiammatorio.

    In questo modo velocizza il ripristino delle condizioni fisiologiche e la ripresa della funzionalità della zona lesa in seguito a traumi o interventi chirurgici.

    Quest’azione antiedemigena può essere spiegata sulla base dell’attività fibrinolitica e in parte proteasica della Bromelina.

    Infatti, la possibilità di rimodellare adeguatamente la matrice, impedendo la formazione di macromolecole osmoticamente attive, risulterebbe preziosa nell’impedire l’accumulo di liquidi extracellulari e nel prevenire il conseguente edema post-infiammatorio (gonfiore).

    L’attività antiedemigena della Bromelina si rivela clinicamente preziosa in corso di tromboflebite, cellulite, trombosi venosa profonda, ecchimosi ed edema traumatico o post-chirurgico.

    Ad esempio, uno studio ha descritto che la Bromelina è stata utile nel trattamento della tromboflebite acuta, diminuendo la compromissione della deambulazione e i sintomi dell’infiammazione (come dolorabilità, edema e dolore) 12.

    13.

    Attività Antibiotica

    L’attività antibiotica della Bromelina risulterebbe per lo più indiretta, aumentando sia i livelli sierici di svariati antibiotici che la biodisponibilità tissutale degli stessi 14.

    La bromelina può aumentare l’assorbimento di penicillina e tetracicline (antibiotici che combattono le infezioni batteriche). Potrebbe anche aiutare a ridurre i loro effetti collaterali 1, 15, 16, 17.

    18, 19.

    Nell’uomo sono stati osservati benefici:

    Negli studi su animali, l’integrazione di Bromelina ha dimostrato di proteggere dalla diarrea causata da patogeni intestinali come Escherichia coli e Vibrio cholerae 21. In tal senso, la bromelina agirebbe ostacolando l’adesione dei patogeni alle pareti intestinali 22, 23.

    Azione Miorilassante

    Nonostante i meccanismi molecolari non siano ancora del tutto noti, differenti studi dimostrano come la Bromelina possa espletare un’attività spasmolitica degna di nota, riducendo ad esempio l’intensità dei dolori in pazienti con dismenorrea.

    Anche in questo caso sembrerebbe tuttavia intervenire l’attività antinfiammatoria, in particolare la riduzione della concentrazione ematica di PGE2.

    La Bromelina può avere proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche, sebbene non vi siano prove concrete a sostegno della sua efficacia per alleviare i crampi mestruali e il mal di testa 24, 2.

    Attività Antitumorale

    Numerosissimi studi stanno cercando di comprendere al meglio le potenziali attività antitumorali della Bromelina, osservate in vitro nei confronti di carcinomi dello stomaco, mesoteliomi e altre patologie oncologiche.

    Nonostante non vi siano ancora evidenze cliniche degne di nota, le ipotesi più accreditate sembrerebbero prevedere da un lato l’induzione del processo apoptotico, e dall’altro il potenziamento dell’attività antitumorale dei chemioterapici.

    Studi in provetta hanno dimostrato che la Bromelina potrebbe aiutare a combattere il cancro 25, 26. Studi in vitro e su animali hanno scoperto che la Bromelina può stimolare il sistema immunitario a produrre molecole che rendono i globuli bianchi più efficaci nel sopprimere la crescita delle cellule tumorali ed eliminarle 26.

    Sono chiaramente necessarie ulteriori ricerche basate sull’uomo prima di poter trarre conclusioni.

    Guarigione delle Ferite

    Le prove suggeriscono che la bromelina può aiutare ad accelerare la guarigione delle ustioni profonde.

    Oltre agli enzimi che degradano le proteine, gli estratti di ananas contengono un enzima (escarasi) che aiuta a rimuovere i tessuti morti e ad accelerare la guarigione della ferita 27.

    Per questo motivo, il debridement a base di Bromelina ha dimostrato di essere un efficace agente per lo sbrigliamento della ferita e la rimozione delle cellule necrotiche.

    In 5 studi clinici su oltre 350 persone con ustioni profonde, il trattamento enzimatico con Bromelina ha guarito le ferite con un’efficacia simile ai trattamenti convenzionali e ha ridotto la necessità di un intervento chirurgico 28, 29, 30, 31, 32.

    Malattie Cardiovascolari

    Diversi studi indicano che la Bromelina può ridurre o minimizzare i sintomi associati a varie malattie cardiovascolari 33.

    In particolare, la Bromelina:

    La Bromelina provoca quindi la distruzione di trombi e diminuisce la viscosità del sangue. In questo modo aiuta a ridurre l’incidenza di angina pectoris e attacchi di cardiomiopatia transitoria 1. Può anche favorire la dissoluzione della placca aterosclerotica, riducendo così il rischio di malattia aterosclerotica.

    tromboflebite acuta a cui è stata somministrata Bromelina in combinazione con antidolorifici hanno manifestato una significativa diminuzione dei sintomi infiammatori come dolore, gonfiore e febbre alta 38.

    Nei ratti, la somministrazione di Bromelina ha ridotto i danni causati da un insufficiente apporto di sangue (ischemia). Di conseguenza, la bromelina ha ridotto la morte delle cellule cardiache e ha migliorato il recupero dopo un infarto o un ictus 34.

    Bromelina e Covid-19

    La Bromelina è stata più volte indicata come un potenziale aiuto naturale nel trattamento di supporto della malattia da coronavirus COVID-19.

    Agendo attraverso diversi meccanismi (antiossidanti, antinfiammatori, proteolitici immunomodulatori), la Bromelina potrebbe infatti inibire o comunque contrastare l’infezione da SARS-CoV-2 39.

    Ad esempio, potrebbe ridurre la capacità del virus di legarsi alle cellule e infettarle 40, 39, 34.

    3, 41.

    BIBLIOGRAFIA

    1. https://www.enbuenasmanos.com/propiedades-de-la-bromelina
    2. “Obtención de bromelina a partir de los deshechos de la piña” Universidad Nacional de Colombia 1992.
    3. https://www.globalhealingcenter.net/salud-natural/bromelina.html
    4. “Biotecnología alimentaria” Noriega Editores 2004
    5. “Técnico especialista en laboratorio de atención primaria” Instituto Catalán de Salud, Editorial: MAD 2006
    6. “La farmacia Natural” James A. Duke, Editorial: Rodale 1997
    7. Kelly, G.S. Bromelain: A Literature Review and Discussion of its Therapeutic Applications. November 1, 1996
    8. Pavan R, Jain S, Shraddha, Kumar A. Properties and therapeutic application of bromelain: a review. Biotechnol Res Int. 2012;2012:976203. doi: 10.1155/2012/976203. Epub 2012 Dec 10.
    9. Maurer HR. Bromelain: biochemistry, pharmacology and medical use. Cell Mol Life Sci. 2001 Aug;58(9):1234-45.
    10. Pillai K, Akhter J, Chua TC, Morris DL. Anticancer property of bromelain with therapeutic potential in malignant peritoneal mesothelioma. Cancer Invest. 2013 May;31(4):241-50. doi: 10.3109/07357907.2013.784777. Epub 2013 Apr 9.
    11. K.Pillai, A.Ehteda, J.Akhter, T.C.Chua, D.L.Morris. Anticancer effect of bromelain alone and in combination with cisplatin or fluorouracil on malignant peritoneal mesothelioma cells. European Journal of Cancer. Volume 50, Supplement 4, May 2014, Page e66.
    12. Hale LP, Greer PK, Trinh CT, Gottfried MR. Treatment with oral bromelain decreases colonic inflammation in the IL-10-deficient murine model of inflammatory bowel disease. Clin Immunol. 2005 Aug;116(2):135-42.
    13. Singh T, More V, Fatima U, Karpe T, Aleem MA, Prameela J. Effect of proteolytic enzyme bromelain on pain and swelling after removal of third molars. J Int Soc Prev Community Dent. 2016 Dec;6(Suppl 3):S197-S204. doi: 10.4103/2231-0762.197192.
    14. Eric R. Secor, Jr., Steven M. Szczepanek, Christine A. Castater, Alexander J. Adami, Adam P. Matson, Ektor T. Rafti, Linda Guernsey, Prabitha Natarajan, Jeffrey T. McNamara, Craig M. Schramm, Roger S. Thrall, and Lawrence K. Silbart. Bromelain Inhibits Allergic Sensitization and Murine Asthma via Modulation of Dendritic Cells. Evid Based Complement Alternat Med. 2013; 2013: 702196. Published online 2013 Dec 5. doi: 10.1155/2013/702196.
    15. Dave S, Kaur NJ, Nanduri R, Dkhar HK, Kumar A, Gupta P. Inhibition of adipogenesis and induction of apoptosis and lipolysis by stem bromelain in 3T3-L1 adipocytes. 2012;7(1):e30831. doi: 10.1371/journal.pone.0030831. Epub 2012 Jan 24.




    Sarcopenia, perdita di muscolo
    Come affrontarla

     

    La Sarcopenia un processo degenerativo che colpisce la massa muscolare e, quindi, è di vitale importanza sapere cosa possiamo fare per combatterla

    “La nostra massa muscolare dovrebbe essere considerata un nuovo segno vitale”

    Massa Muscolare come fattore predittivo di salute

    L’idoneità cardiorespiratoria è stata considerata per anni un potente predittore di morbilità e mortalità future. Oltre ai classici indicatori da controllare in qualsiasi intervento clinico finalizzato al miglioramento della salute.

    Tuttavia, la massa muscolare è uno dei fattori più sottovalutati quando si tratta di gestire la salute:

    La massa muscolare è un tessuto “vivo” del corpo, che svolge funzioni regolatrici, in cui si verificano un gran numero di reazioni enzimatiche e la cui degenerazione comporta grandi rischi per la salute dell’individuo.

    Atrofia o Perdita della Massa Muscolare

    Questa perdita di massa muscolare è nota come atrofia, la cui eziologia è multifattoriale e può coprire diversi punti:

    • Stile di vita sedentario e inattività
    • Malnutrizione
    • Malattie metaboliche
    • Perdita di massa associata all’età.
    Quest’ultima è quella che andremo ad analizzare in questo articolo, ed è conosciuta come Sarcopenia

    Quali sono le cause della Sarcopenia

    La fisiopatologia della Sarcopenia è varia e tutti i meccanismi alla base della patogenesi non sono ancora del tutto chiari

    Tuttavia, tenendo conto che l’età è il principale fattore scatenante della Sarcopenia, i fattori ad essa associati sembrano essere i principali processi che innescano questa condizione, come ad esempio:

    • Incremento dello stress ossidativo,
    • Diminuzione della liberazione di miochine,
    • Proliferazioni di citochine infiammatorie che generano uno stadio di bassa infiammazione cronica,
    • Malassorbimento,
    • Neurodegenerazione
    Esistono anche una serie di cause legate allo sviluppo della Sarcopenia “secondaria”, di cui la più comune è l’obesità. Quindi, sia gli anziani che le persone obese costituiscono una popolazione a rischio per lo sviluppo di questa condizione patogena

    Sintomi della Sarcopenia

    Se affrontiamo questa condizione da un approccio socio-comportamentale, il suo sviluppo genera debolezza, perdita di massa muscolare e ridotta mobilità, che riduce la pratica della strategia principale per la gestione della malattia, l’attività fisica.

    l’immobilizzazione generalizzata accelera l’atrofia muscolare e quindi la perdita di forza e massa muscolare

    Come combattere la Sarcopenia?

    Esistono molteplici terapie per affrontare la progressione della malattia, mitigando così gli effetti dannosi sulla salute di questa condizione

    Esercizio fisico

    Esegui esercizio fisico, sia allenamento di resistenza che di forza

    Soprattutto quest’ultimo, in modo controllato per favorire lo sviluppo dell’ipertrofia muscolo-scheletrica senza generare eccessivi danni muscolari che possano accentuare un preesistente ambiente pro-infiammatorio.

    Una persona anziana deve sottoporsi a un allenamento della forza, adattato e monitorato da un professionista nelle scienze dello sport e dell’attività fisica

    Nutrizione

    Alimentazione corretta, poiché è molto comune che gli anziani soffrano di malnutrizione causata da una perdita di appetito

    Per questo motivo è importante che mangino correttamente e che la loro alimentazione sia supervisionata da un dietologo-nutrizionista registrato, con particolare attenzione alla nutrizione proteica, che è strutturalmente necessaria per produrre ipertrofia (e Sarcopenia inversa) e di solito è carente negli anziani.

    Per questo, il consumo di frullati di proteina del siero del latte è una strategia utile, poiché è un modo di consumare proteine che non richiede una grande capacità ed è facilmente consumabile.

    L’integrazione con Creatina può anche essere una strategia efficace negli anziani che non hanno problemi ai reni poiché “l’integrazione di creatina negli anziani può produrre un aumento della massa muscolare, della resistenza e delle prestazioni” (Moon et al. 2015)

    Ridurre lo stress ossidativo

    Ridurre lo stress ossidativo associato all’età e la produzione di molecole infiammatorie

    Quindi includere un Multivitaminico di qualità può essere una strategia utile, specialmente per quelle persone anziane che soffrono di malnutrizione.

    curcumina alla dieta, dovrebbero essere aspetti da valutare dopo un controllo degli indicatori di infiammazione aspecifici (come ESR) e specifici (come PCR) negli anziani, dove un medico deve valutare il modo migliore di agire prima della terapia farmacologica.

    Sarcopenia e Aminoacidi

    L’avanzare del tempo è associato con la perdita di massa muscolare, effetto che è conosciuto come sacropenia, e che inoltre produce il rischio di soffrire di qualche tipo di lesione. Inoltre, anche la risposta anabolica muscolare rispetto all’assunzione di proteina si vede diminuita.

    Questo vuol dire che l’organismo non è efficace allo stesso modo per ottenere gli aminoacidi a partire dalla proteina ingerita da sola.

     

    Sarcopenia: perdita di massa muscolare con l’età

    Secondo alcune ricerche, in persone di età avanzata l’inclusione di certi aminoacidi può contribuire a migliorare la loro salute. Concretamente, i BCAAs, ed in particolare, la Leucina, possono essere la chiave per stimolare la produzione ormonale legata con la sintesi di proteine.

    Leucina e il suo aiuto contro la Sarcopenia

    In questo campo gioca un ruolo straordinario l’amminoacido Leucina, comportandosi come carburante per il metabolismo muscolare intensificando il riciclo degli amminoacidi come materia prima nella sintesi proteica.

    La Leucina è anche uno stimolante della sintesi dell’insulina nel pancreas, un ormone insostituibile affinché l’apporto di amminoacidi all’interno delle cellule muscolari avvenga normalmente e queste possano mantenere il loro metabolismo proteico al livello desiderato.

    Dato essenziale è che si altera anche nel corso dell’età, costituendo un fattore causale di questa perdita di massa muscolare che può arrivare fino all’8% nel peggiore dei casi

    Con delle linee guida alimentari ben studiate, l’apporto della Leucina può essere notevolmente migliorato, poiché è un amminoacido presente in quantità apprezzabili nella carne rossa, nelle uova, nel pesce, nei derivati del latte e negli alimenti di origine vegetale come i legumi, cereali integrali, noci e patate, senza cercare di esaurire il catalogo.

    Recenti rapporti scientifici suggeriscono la reale possibilità di bilanciare il tasso di sintesi proteica dopo i pasti e, in questo modo, frenare la Sarcopenia, attraverso un supplemento giornaliero di Leucina a dosi ridotte.

    Nel contesto di evitare o almeno ritardare la comparsa di questo problema, l’uso regolare di un integratore alimentare dovrebbe essere in grado di migliorare l’anabolismo proteico al di sopra degli obiettivi fissati copre il consumo di routine, senza alterare il ritmo dei pasti quotidiani in qualsiasi momento.

    Bibliografia

    1. Dhillon, R. J. S., & Hasni, S. (2017). Pathogenesis and Management of Sarcopenia. Clinics in Geriatric Medicine, 33(1), 17–26. https://doi.org/10.1016/j.cger.2016.08.002
    2. Fuggle, N., Shaw, S., Dennison, E., & Cooper, C. (2017). Sarcopenia. Best Practice & Research. Clinical Rheumatology, 31(2), 218–242. https://doi.org/10.1016/j.berh.2017.11.007
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    4. Moon, A., Heywood, L., Rutherford, S., Cobbold, C., A, C. M., Heywood, L., … Creatine, C. C. (2015). Creatine Supplementation in the Elderly : is Resistance Training Really Needed ?, 2(2).
    5. Leucine supplementation improves muscle protein synthesis in elderly men independently of hyperaminoacidaemia J Physiol August 15, 2006 575 (1) 305-315; published ahead of print June 15, 2006, doi:10.1113/jphysiol.2006.110742

    Fonte articolo: HSN Store Blog


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    Sarcopenia: un aiuto dall’Ashwagandha

    Aprile 23, 2023 Dr. Francesco Perugini Billi

    Il sistema muscoloscheletrico rappresenta il 40% di tutta la massa corporea e le cellule muscolari rappresentano il 75% di tutte le cellule dell’organismo. Circa un quarto di tutta la sintesi proteica avviene nel sistema muscolare. Quello muscoloscheletrico è un sistema molto importante perché è responsabile del controllo dei movimenti volontari.

    Il processo dell’invecchiamento porta con sé, tra le altre cose, una sensibile riduzione della massa e della forza muscolare. La perdita di forza è la diretta conseguenza della riduzione della massa muscolare, condizione definita tecnicamente “Sarcopenia” (da σάρξ (“sarc”, carne) e ἐρημία (“epemia”, mancanza) ad indicare la “mancanza di carne”, cioè di muscolo.

    Il massimo della forza fisica si raggiunge tra i 20 e 30 anni di età. Tra i 30 e 50 anni i cambiamenti nella massa e forza muscolare sono minimi.
    Dai 50 anni, invece, si verificano sostanziali cambiamenti:

    • 15% di perdita di forza
    • e 0,5-1% di perdita di massa muscolare ad ogni decade successiva.

    Una delle principali cause della Sarcopenia legata all’età è il declino degli ormoni anabolici e il conseguente effetto catabolico sui muscoli e le ossa. La riduzione dei livelli di testosterone, di deidroepiandrosterone, di ormone della crescita e di insulin-like growth factor ha un ruolo chiave in questo processo. Verso i 50 anni lo status ormonale del corpo umano cambia, nell’uomo abbiamo l’andropausa e nella donna la menopausa. La riduzione della sintesi ormonale porta a chiari cambiamenti nel fisico, tra cui, come già detto, una netta riduzione della massa e della forza muscolare.

    Oltre al declino ormonale, altri fattori possono influire sulla Sarcopenia: sedentarietà, dieta e processi infiammatori (IL-1β, TNF- α, IL-6)

    Le conseguenze della Sarcopenia legata all’età include la perdita delle normali funzioni motorie, disabilità, aumento della insulino-resistenza, astenia, maggior rischio di cadute e aumento della mortalità:

    Tra i provvedimenti da adottare in via preventiva, la ricerca suggerisce:

    • un consumo di 30g di proteine ad ogni pasto: l’assunzione di 1,0-1,2g di proteine per Kg di peso corporeo è considerato il livello ottimale per gli anziani
    • il mantenimento di appropriati valori di vitamina D3
    • un adeguato apporto calorico
    • il mantenimento di buoni livelli di testosterone
    • e soprattutto, di non abbandonare mai l’attività fisica regolare.

    Ashwagandha e Sarcopenia

    Nella medicina ayurvedica l’ashwagandha, Withania somnifera, è tradizionalmente utilizzata per aumentare la massa muscolare, principalmente  nei defedati, nelle persone di costituzione magra e negli anziani. Un recente studio in doppio cieco ha mostrato che questa pianta medicinale potrebbe avere un ruolo terapeutico nella Sarcopenia.  Sono stati presi in considerazione i parametri ematochimici, le prestazioni generali e la forza fisica di 35 individui tra i 55 e i 75 anni di età. Si è visto che l’ashwagandha è in grado di aumentare il metabolismo dei muscoli e rallentarne il catabolismo.

    Per il trial sono stati usati dosaggi fino a 750 mg di estratto secco, per due volte al giorno.

    In un altro studio, un estratto di ashwagandha ha aumentato del 17% i livelli sierici di testosterone negli uomini, ormone la cui riduzione porta a una sempre di più di facile stancabilità, debolezza, depressione, scarsa libido e perdita di massa muscolare.

    Conclusione

    Secondo alcuni la perdita di massa e forza muscolare legata all’età non è inevitabile, ma dipende dal modo con cui si invecchia. Un corretto stile di vita, un adeguato apporto di proteine, un buon livello di vitamina D3,  l’uso di integratori e soprattutto una regolare e sostenuta attività fisica possono prevenire o rallentare significativamente la Sarcopenia.

    Bibliografia

    1. Dreisbach S. How to eat and exercise to prevent age-related muscle loss from Sarcopenia. Eating well.
    2. Ed. Brahmachary G Neuroprotective Natural Products. Clinical aspects and mode of action. 2017 Wily-VCH, Germany.
    3. Keller K, Engelhardt M. Strength and muscle mass loss with aging process. Age and strength loss. Muscles Ligaments Tendons J. 213; 3: 346-350.
    4.   Articolo condiviso e riprodotto con il permesso del Dr Francesco perugini Billi©copyright


    Leggi anche su altri siti per invitarti al recupero della tua forza muscolare attraverso diverse strategie:

    In sintesi, leggendo i vari articoli qui proposti, per combattere il declino muscolare e riprendere forza serve esercizio fisico costante ed equilibrato ed anche una serie di aiuti dagli integratori:

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    La Curcuma

    Quando si parla di Curcuma ci si riferisce comunemente alla Curcuma longa, una pianeta perenne appartenete alla famiglia delle Zingiberacee. 

    Si è rivelata estremamente utile per migliorare la sintomatologia legata a disturbi del ciclo mestruale.

    Risulta inoltre un ottimo coadiuvante nel donare benessere alle articolazioni e nell’alleviare gli stati dolorosi associati a contusioni, slogature e dolori muscolari, nonché a artrosi, osteoartriti e artrosi.

     Se associata al pepe nero, che ne amplifica l’assorbimento, il suo effetto risulta potenziato.

    Biodisponibilità della curcumina

    Tratto da ARTOI

    Nonostante tutti i benefici che apporta alla salute e le numerose proprietà farmacologiche della spezia, una delle principali critiche che il mondo scientifico rivolge alla curcumina è la sua scarsa biodisponibilità. Molti studi, sia sull’uomo che sui topi, hanno confermato che dopo l’assunzione orale di una certa quantità di curcuma, la concentrazione dei suoi metaboliti attivi misurata nel sangue o nei tessuti extraintestinali era scarsissima o praticamente nulla.

    Le ragioni di questa ridotta biodisponibilità sono:

    • il suo scarso assorbimento a livello intestinale
    • la rapida eliminazione per via fecale: circa il 60% della curcumina ingerita viene eliminata con le feci
    • il suo rapido metabolismo: anche se somministrata per via endovenosa, viene rapidamente metabolizzata e i prodotti del suo metabolismo eliminati con la bile.

    Ciò ostacola notevolmente l’applicazione clinica della sostanza (11).

    Per assimilarla meglio e potenziarne gli effetti, sono stati studiati numerosi metodi tra i quali l’uso di adiuvanti che ne migliorano l’assorbimento intestinale e ne riducono l’eliminazione. I più noti sono la piperina (alcaloide presente nel pepe nero) e i grassi dell’olio. Accompagnando la curcuma a questi ingredienti è possibile aumentarne la biodisponibilità (12).

    Meccanismo d’azione della piperina:

    • La piperina agisce andando ad inibire la glucuronidazione della curcumina nel fegato e nell’intestino. La glucuronidazione è una delle più importanti reazioni mediante le quali l’organismo si disintossica da composti estranei favorendone l’eliminazione. Bloccando questo processo, la curcumina non viene eliminata e può andare in circolo ad esplicare i suoi effetti.

    Meccanismo d’azione dell’olio:

    • Poiché la curcumina è una sostanza di natura idrofoba, scarsamente solubile in acqua ma altamente solubile nei lipidi, associandola all’olio di oliva (o qualsiasi altro tipo di grasso) aumenta notevolmente la sua solubilità e ne viene facilitato l’assorbimento.

    Altri metodi prevedono l’uso della curcumina liposomiale e di nanoparticelle (13),(14):

    • Nanoparticelle: si tratta di particelle altamente solubili che legano la curcumina e la trasportano dall’intestino alla circolazione sanguigna. Ne aumentano quindi l’assorbimento e ne impediscono l’eliminazione con le feci.
    • Liposomi: sono vescicole a doppio strato fosfolipidico (come le membrane cellulari) che possono trasportare farmaci idrofobici, come in questo caso la curcumina, all’interno delle cellule dove la sostanza viene rilasciata e può esplicare la sua funzione.

    Proprietà farmacologiche della curcumina

    La curcuma è la spezia più studiata al mondo, in particolare il suo principio attivo curcumina. Un ampio spettro di studi ha infatti dimostrato la capacità della curcumina di indurre numerosi effetti biologici e farmacologici:

    • La curcumina è un potente antiossidante: è in grado di attivare diverse proteine antiossidanti attraverso la via Nrf2. La via Nrf2 è un sistema di difesa cellulare che si attiva in presenza di stress ossidativo, inducendo l’espressione di proteine ad azione antiossidante. La curcumina è in grado di potenziare questo sistema e quindi è molto utile nella prevenzione e trattamento delle patologie caratterizzate da stress ossidativo (invecchiamento, diabete, patologie cardiovascolari, malattie neurodegenerative, cancro. A differenza di molti altri antiossidanti, la curcumina ha una duplice attività in quanto è in grado sia di prevenire la formazione di radicali liberi sia di neutralizzare i radicali liberi già esistenti (1). La proprietà antiossidante è molto superiore rispetto a quella della vitamina E, della vitamina C e del beta-carotene..
    • La curcumina è un potente antinfiammatorio: è in grado di bloccare il fattore di trascrizione NF-kB e quindi la produzione di molecole che aumentano i processi infiammatori (citochine proinfiammatorie) come il TNF e varie interleuchine. Anche in questo caso, la curcumina è molto utile nella prevenzione e trattamento di malattie su base infiammatoria (colite, pancreatite, malattie neurodegenerative, malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni, malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn, obesità, diabete, malattie respiratorie tipo asma e bronchite, psoriasi, cancro) (2)
    • Secondo un recente studio del 2019, la curcumina assunta per via orale, una volta raggiunto l’intestino, viene trasformata dai microbi che lo popolano in una serie di metaboliti molto più attivi della curcumina stessa. Questi metaboliti sembrerebbero avere un ruolo neuroprotettivo. La tetraidrocurcumina è il derivato più studiato nella neuroprotezione: sembrerebbe ridurre lo stress ossidativo e i processi di apoptosi nei neuroni, riduce la neuroinfiammazione e migliora la funzione neurocomportamentale. Inoltre, sempre la tetraidrocurcumina, può prevenire la neurodegenerazione tipica della malattia di Parkinson. Sembrerebbe anche essere utile nel morbo di Alzheimer in quanto mantiene normale la struttura e funzione dei vasi cerebrali e delle sinapsi (3).
    • La curcumina, dopo ingestione per via orale, può esercitare effetti regolatori sul microbiota intestinale, le cui alterazioni sono collegate a numerose malattie metaboliche e non. In uno studio comparativo sul microbiota intestinale di topi ai quali viene somministrata curcumina, è stata osservata una variazione significativa della composizione del microbiota rispetto ai topi di controllo ai quali non è stato somministrato nulla. In particolare, nei topi che hanno ricevuto la curcumina, si è verificata una riduzione di batteri appartenenti alla famiglia Prevotellaceae, Bacteroidaceae e Rikenellaceae, spesso coinvolti nell’insorgenza di diversi disturbi sistemici (4).
    • L’integrazione con curcumina può essere utile anche nel trattamento del diabete mellito di tipo 2: uno studio del 2019 ha mostrato che trattando topi diabetici con curcumina si assiste ad un miglioramento della sensibilità insulinica, riduzione della glicemia e ad un miglioramento della dislipidemia (5).
    • La curcumina è molto efficace nel trattamento delle malattie cardiovascolari attraverso diversi meccanismi: riduzione dei lipidi plasmatici, aumento dei livelli di HDL, riduzione della perossidazione lipidica, riduzione delle lesioni aterosclerotiche e miglioramento della funzione endoteliale (6).
    • Come confermato da uno studio del 2018, la curcumina ha mostrato un miglioramento dei sintomi e dei processi infiammatori in topi affetti da artrite reumatoide (7).

    Riferimenti bibliografici:

    1. Int J Mol Sci.2020 Feb 7. Evaluation of Antioxidant Activity of Spice-Derived Phytochemicals Using Zebrafish. Endo Y, Muraki K, Fuse Y, Kobayashi M.
    2. Eur Cardiol.2019 Jul 11. Anti-inflammatory Action of Curcumin and Its Use in the Treatment of Lifestyle-related Diseases. Shimizu K, Funamoto M, Sunagawa Y, Shimizu S, Katanasaka Y, Miyazaki Y, Wada H, Hasegawa K, Morimoto T.
    3. Nutrients. 2019 Oct. Curcumin, Gut Microbiota, and Neuroprotection. Francesco Di Meo,Sabrina Margarucci, Umberto Galderisi, Stefania Crispi, and Gianfranco Peluso
    4. Food Nutr Res. 2017. Regulative effects of curcumin spice administration on gut microbiota and its pharmacological implications. Liang Shen,Lu Liu, and Hong-Fang Ji
    5. Nutrients. 2019 Aug. Curcumin and Type 2 Diabetes Mellitus: Prevention and Treatment. Francesca Pivari,Alessandra Mingione, Caterina Brasacchio, and Laura Soldati.
    6. Nutrients. 2013 OctPolyphenols: Benefits to the Cardiovascular System in Health and in Aging. Sandhya Khurana,Krishnan Venkataraman, Amanda Hollingsworth, Matthew Piche, and  C. Tai
    7. Drug Des Devel Ther.2018 Dec 3. Curcumin alleviates rheumatoid arthritis-induced inflammation and synovial hyperplasia by targeting mTOR pathway in rats. Dai Q, Zhou , Xu L, Song X
    8. Med Sci (Basel). 2017 Dec. Regulation of Polyamine Metabolism by Curcumin for Cancer Prevention and Therapy. Tracy Murray-Stewartand Robert A. Casero, Jr.
    9. Nutrients. 2019 Oct 5. Curcumin and Cancer. Giordano A, Tommonaro G.
    10. Front Pharmacol. 2018. Preventive Effect of Curcumin Against Chemotherapy-Induced Side-Effects. Zhijun Liu,Pengyun Huang,Siukan Law, Haiyan Tian, Wingnang Leung, and Chuanshan Xu
    11. Cancer Res Treat. 2014 Jan 15. Recent Developments in Delivery, Bioavailability, Absorption and Metabolism of Curcumin: the Golden Pigment from Golden Spice. Sahdeo Prasad, PhD, Amit K. Tyagi, PhD, and Bharat B. Aggarwal, PhD
    12. Planta Med.1998 May. Influence of piperine on the pharmacokinetics of curcumin in animals and human volunteers. Shoba G, Joy D, Joseph T, Majeed M, Rajendran R, Srinivas PS.
    13. Int J Nanomedicine.2019 Dec 10. Evaluation of Intestinal Absorption Mechanism and Pharmacokinetics of Curcumin-Loaded Galactosylated Albumin Nanoparticles.Huang Y, Deng S, Luo X, Liu Y, Xu W, Pan J, Wang M, Xia Z
    14. Int J Nanomedicine.2017 Aug 21. Liposomal curcumin and its application in cancer. Feng T, Wei Y, Lee RJ, Zhao L.

    Da un commento di Corrado Penna riporto fedelmente

    Curcuma e Proprietà Antivirali

    Anche la curcuma, da millenni utilizzata in India, è stata scientificamente comprovata per le sue virtù anti-virali, anti-infiammatorie, anti-ossidanti e anti-tumorali.
    i coronavirus sono per l’appunto dei virus incapsulati, come possiamo leggere nell’articolo Coronavirus envelope protein: current knowledge[2].

    L’articolo Anti-infective Properties of the Golden Spice Curcumin[3] mostra che la curcuma è attiva anche contro il virus dell’influenza e quello dell’epatite C, ma anche contro alcuni ceppi di batteri come Staphylococcus, Streptococcus e Pseudomonas.

    Questo pone le basi scientifiche per la “ricetta” anti-infettiva a base di miele (il più naturale possibile), curcuma e un poco di pepe nero (che massimizza l’attività della curcumina presente nella curcuma)[4].

    Anche lo zenzero possiede proprietà antivirali, ma finora ho trovato solo un articolo che ne descrive l’efficacia contro il virus respiratorio sinciziale umano[5].

    Come per i farmaci, anche per i rimedi naturali è sempre meglio non utilizzare dosi esagerate, e consultare preventivamente il proprio medico di base o altro professionista.

    1. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3641039/ .
    2. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31133031 .
    3. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6509173/.
    4. https://www.alfemminile.com/dieta-dimagrante/curcuma-e-miele-s2476610.html.
    5. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23123794.

    Interazione tra microbiota intestinale e curcumina:
    una nuova chiave di comprensione per gli effetti sulla salute della curcumina

    Astratto

    Curcumina, un polifenolo lipofilo contenuto nel rizoma della Curcuma longa (curcuma), è stata usata per secoli nella medicina tradizionale asiatica, e oggi è ampiamente utilizzata negli alimenti come spezia alimentare in tutto il mondo.

    Ha ricevuto notevole attenzione per le sue attività farmacologiche, che sembrano agire principalmente attraverso meccanismi antinfiammatori e antiossidanti. Per questo motivo è stato proposto come strumento per la gestione di molte malattie, tra cui malattie gastrointestinali e neurologiche, diabete e diversi tipi di cancro.

    principalmente nel tratto gastrointestinale, dove sono state rilevate alte concentrazioni di questo polifenolo dopo somministrazione orale.

    Di conseguenza, si potrebbe ipotizzare che la curcumina eserciti direttamente i suoi effetti regolatori sul microbiota intestinale, spiegando così il paradosso tra la sua bassa biodisponibilità sistemica e la sua ampia attività farmacologica.

    È noto che il microbiota ha diversi ruoli importanti nella fisiologia umana e la sua composizione può essere influenzata da una moltitudine di fattori ambientali e di stile di vita. Di conseguenza, qualsiasi perturbazione nel profilo del microbioma intestinale o disbiosi può avere un ruolo chiave nella progressione della malattia umana.

    È interessante notare che la curcumina e i suoi metaboliti hanno dimostrato di influenzare il microbiota.

  • la regolazione della microflora intestinale da parte della curcumina
  • Questa recensione riassume gli studi più recenti su questo argomento, evidenziando la forte connessione tra curcumina e microbiota intestinale, con l’obiettivo finale di aggiungere nuove informazioni sui potenziali meccanismi con cui la curcumina esercita i suoi effetti.

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    Confezione: Utilizzo per 15 giorni.


    Note sulle normative ministeriali che regolano la commercializzazione degli integratori

    Curcuma con curcumina al 95%, Ministero: è novel food, non utilizzabile in integratori

    Integratori alimentari: Curcuma longa con curcumina al 95% sono “novel food” e non commercializzabili senza autorizzazione specifica

    A conclusione di un’indagine e di una ulteriore consultazione a livello europeo sugli integratori contenenti estratti e preparati di piante di Curcuma è stato stabilito che gli ingredienti denominati “estratto di Curcuma longa con curcumina al 95%” non possono essere impiegati in quanto novel food (nuovi alimenti ex reg. 2015/2283), e pertanto “gli integratori alimentari che li contengono non sono commercializzabili”. Lo ha comunicato una nota del ministero della Salute che ha condotto una ulteriore ricognizione con gli Stati Membri per valutare l’eventuale uso significativo in Unione Europea e lo status di “nuovo alimento” dell’ingrediente.

    Dati raccolti in Italia e consultazione con stati europei

    In data 31 dicembre 2022 si era conclusa la raccolta dei dati indetta dal Ministero della Salute, coinvolgendo anche i farmacisti, riguardo il consumo significativo, precedente al 1997, degli estratti di Curcuma longa e spp relativa a curcumina 95% per verificarne la storia alimentare. Sulla base dei dati raccolti tali estratti, sembravano configurarsi come “novel food”, non impiegabili negli alimenti senza una preventiva autorizzazione.

    Il Ministero scrive, infatti, che non avendo sufficienti dati che attestassero l’uso significativo in campo alimentare tali da escludere l’applicazione del Regolamento “novel food” dell’estratto di rizoma di Curcuma longa L con curcumina al 95% – ingrediente indicato nella composizione di diversi integratori alimentari – è stata effettuata una ulteriore ricognizione con gli Stati Membri per valutare l’eventuale uso significativo in Unione Europea e lo status di nuovo alimento dell’ingrediente in questione.

    “Anche in questo caso, non è stato dimostrato un uso significativo in campo alimentare per l’estratto di rizoma di Curcuma longa L titolato al 95% in curcumina. È, invece, risultata una storia di consumo significativo negli integratori alimentari per ‘l’estratto del rizoma di Curcuma longa L, contenente fino al 95% di curcuminoidi (detti anche curcumine), i cui costituenti principali sono la curcumina e, in misura minore, la demetossicurcumina e la bisdemetossicurcumina, in proporzione uguale a quella naturalmente presente nella C. longa. Qualsiasi processo che aumenti la solubilità o la biodisponibilità potrebbe tuttavia essere soggetto al regolamento sui nuovi alimenti'”.

    Da qui ne consegue che “ingredienti denominati “estratto di Curcuma longa con curcumina al 95%” non possono essere impiegati perché nuovi alimenti ex reg. 2015/2283, e pertanto gli integratori alimentari che li contengono non sono commercializzabili”.

    Novel food: che cosa sono

    La sezione dedicata all’alimentazione della Commissione europea definisce i “novel food” come “alimenti che non erano stati consumati in misura significativa dalle persone nell’UE prima del 15 maggio 1997, quando è entrato in vigore il primo regolamento sui nuovi alimenti. I “nuovi alimenti” possono essere alimenti innovativi e di nuova concezione, alimenti prodotti utilizzando nuove tecnologie e processi di produzione, nonché alimenti che sono o sono stati consumati tradizionalmente al di fuori dell’UE“. Ad esempio, i nove food possono essere nuove fonti di vitamina K o estratti di alimenti esistenti (i fosfolipidi derivati da olio di krill antartico di Euphausia superba), prodotti agricoli di paesi terzi (semi di chia, succo di frutta di noni) o alimenti derivati ​​da nuove produzioni (alimenti trattati con raggi UV come latte, pane, funghi e lievito). È necessario che siano sicuri, che vengano correttamente etichettati ed è necessaria un’autorizzazione pre-commercializzazione.

    Fonti:


     




    Curcuma a confronto con alcuni farmaci, risulta altrettanto efficace

    La scienza conferma che la curcuma è efficace quanto 14 farmaci

    Spunti di ricerca che riguardano al Curcuma

    su GreenMedInfo

    Giovedì 20 dicembre 2018
    Se mai ci fosse un’erba che mette la paura esistenziale nella linea di fondo delle aziende farmaceutiche, quella è la curcuma.
    Ecco alcune migliaia di motivi per cui …
    • La curcuma è una delle piante più accuratamente studiate oggi.
    • revisione paritaria e pubblicati . 
    • In effetti, il nostro progetto di ricerca di cinque anni su questa pianta sacra ha rivelato oltre 800 potenziali applicazioni preventive e terapeutiche, nonché 250 distinti effetti fisiologici benefici.
    Data la vastità della ricerca svolta su questa straordinaria spezia, non sorprende che un numero crescente di studi abbia concluso che si confronta favorevolmente con una varietà di farmaci convenzionali, tra cui:
    • curcumina e “colesterolo alto“ – 8 abstract]
    • uveite cronica anteriore, una malattia infiammatoria dell’occhio.
      [2] Uno studio del 2008 pubblicato su Critical Care Medicine ha scoperto che la curcumina comparava favorevolmente al desametasone del farmaco corticosteroide nel modello animale come terapia alternativa per proteggere le lesioni associate al trapianto polmonare mediante la riduzione dei geni infiammatori.
      [3] Uno studio precedente del 2003 pubblicato su Cancer Letters ha riscontrato che lo stesso farmaco è stato paragonato favorevolmente anche al desametasone in un modello di lesione da ischemia polmonare-repurfusione.
      [per ulteriori ricerche sulla curcumina e sull’infiammazione – 52 abstract]
    • curcumina e la depressione – 5 abstract]
    • curcumina e anti-piastrine]
    • curcumina e antiproliferative – 15 abstract]
    • curcumina e sul cancro del colon-retto – 52 abstract]
    • trattamento del diabete, scoprendo che attiva l’AMPK (che aumenta l’assunzione di glucosio) e sopprime l’espressione genica gluconeogenica (che sopprime la produzione di glucosio in il fegato) nelle cellule dell’epatoma. È interessante notare che hanno trovato che la curcumina è 500 volte a 100.000 volte (nella forma nota come tetraidrocurcuminoidi (THC)) più potente della metformina nell’attivazione di AMPK e della sua acetil-CoA carbossilasi bersaglio a valle (ACC). [9]
    Un altro modo in cui la curcuma e i suoi componenti rivelano le loro straordinarie proprietà terapeutiche è nella ricerca sui tumori resistenti ai farmaci.
    Abbiamo due sezioni sul nostro sito (GreenMedInfo) dedicate alla ricerca di terapie naturali e integrative su questi argomenti, e mentre ci sono dozzine di sostanze con efficacia dimostrabile contro questi tumori chemioterapici e resistenti alle radiazioni, la curcumina è in cima a entrambe le liste:
    • Tumori: resistenti ai farmaci
    • Tumori: multi-farmaco resistente
    Abbiamo trovato non meno di 97 studi che indicano che la curcumina può indurre la morte cellulare o sensibilizzare le linee cellulari cancerose resistenti ai farmaci al trattamento convenzionale.
    Abbiamo identificato 28 studi sulla capacità della curcumina di indurre la morte cellulare o di sensibilizzare le linee cellulari tumorali resistenti a più farmaci al trattamento convenzionale. 
    Nutri te stesso, piuttosto che auto-medicare con “nutraceutici”, dovrebbe essere l’obiettivo di una dieta sana.
    Scopri di più leggendo da questo sito sito applicando il traduttore:
    GreenMedInfo

    Riferimenti:


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    Abbiamo deciso di aggiungere alla Curcuma in compresse la Piperina (Pepe Nero) ottenendo una formula potenziata e a maggiore biodisponibilità: il pepe nero infatti amplifica l’assorbimento della curcumina. La Curcuma sostiene la funzionalità digestiva, epatica, articolare e contrasta i disturbi del ciclo mestruale. Il Pepe nero può essere utile per la sua azione antiossidante e tonico-adattogena. La Curcuma attualmente è considerata un integratore alimentare antiossidante per eccellenza. Le sue proprietà sono note da tempi remoti, per tanto vanta una storia ricca e affascinante.
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    Assumere 50 gocce due o tre volte al giorno in acqua, tè o succo.

    Agitare energicamente prima dell’uso. In caso si voglia eliminare l’alcool è sufficiente lasciare la tintura per circa 20 minuti nel bicchiere, quindi allungare con acqua e assumere la soluzione.

    Confezione: Utilizzo per 15 giorni.

     




    Terapia Anticoagulante: È giusto evitare la vitamina K2?

    Di solito si dice che la Vitamina K2 interferisce con gli anticoagulanti, ma come vi suona se vi dicessi che sono gli anticoagulanti antagonisti della vitamina K2 (coumadin, warfarin ecc) ad interferire creando carenza di K2 e conseguenti calcificazioni?

    Gli anticoagulanti creano la carenza di vitamina K2 perché sono degli antagonisti di questa vitamina e sono stati creati apposta per impedire che avvenga la coagulazione del sangue e la vitamina K2 interferisce perché getta benzina sul fuoco, ma piccole dosi di K2 non interferirebbero sulla terapia se questa fosse impostata anche sulla base della dieta del paziente.

    Già dal 2016 era noto uno studio su questo argomento, ma nessuno dei medici responsabili dei centri TAO ha ancora cambiato strategia e le notizie in rete si son ben radicate sulla convinzione errata, alimentata anche dai medici che istruiscono i pazienti sotto terapia anticoagulante a non assumere vitamine K. (né la K1 né la K2)

    Tuttavia, non essendo noi medici esperti e nemmeno cardiologi consigliamo di agire sempre in accordo con il medico che vi ha in cura e se volete potete anche informarvi sul sito Anticoagulanti.it dove troverete risposta alle domande già fatte da altri pazienti.

    Una fra tutte le risposte vorrei sottolineare questa:

     

     

     

     

     

    Vitamin K antagonists and cardiovascular calcification: A systematic review and meta-analysis

    Traduzione dello studio uscito nel 2022

    Antagonisti della vitamina K e calcificazione cardiovascolare:
    una revisione sistematica e una meta-analisi

    Riassunto

    Contesto:

    Metodi: abbiamo condotto una ricerca sistematica nella letteratura per identificare gli studi che hanno riportato calcificazione vascolare o valvolare in pazienti trattati con VKA. Le associazioni tra uso di VKA e calcificazione sono state analizzate con modelli di varianza inversa con effetti casuali e riportate come rapporti di probabilità (OR) e intervalli di confidenza del 95% (IC 95%). Inoltre, sono state utilizzate analisi di meta-regressione univariate per identificare eventuali moderatori di effetto.

    Conclusione:
    la calcificazione vascolare e valvolare sono potenziali effetti collaterali della VKA. Il significato clinico di questi effetti collaterali sugli esiti cardiovascolari merita ulteriori indagini.

    Quindi quando i medici vi dicono non puoi prendere la K2 perché fai gli anticoagulanti (non parlo di aspirina né di eparina), dategli questo studio e girategli la frittata.

    Che succede a chi fa gli anticoagulanti?
    , ovvero le ostacola a non essere troppo attive. Il medico per trovare un dosaggio esatto del farmaco, che non sia troppo e nemmeno troppo poco, deve controllare spesso i fattori INR (all’inizio anche ogni settimana) poi via via ci si stabilizza con il dosaggio e si riducono i controlli delle analisi.

    È una terapia molto rischiosa se non si fa nei giusti dosaggi, perché se troppa si rischia di creare dei veri danni per il paziente, quindi si sa, c’è della tensione da parte dei sanitari e tutti devono stare zitti.

    In questa prima fase il medico non vuole interferenze per stabilire il dosaggio dell’anticoagulante e quindi raccomanda di non assumere ortaggi a foglia verde che contengono vitamina K1 e di non assumere integratori di vitamina K2, altrimenti fa “troppa fatica” a trovare i dosaggi giusti.
    Capisco questa difficoltà, anzi no, non la capisco…

    Ma questi medici non sanno che avere una carenza di vit K2 dovuta agli anticoagulanti è altrettanto grave è sconveniente per il paziente?

    Di fatto poi la dieta senza verdure a foglia verde continuerà per sempre e quindi niente vitamina K1, niente vitamina K2 sennò si sballano i valori di INR e tocca ricambiare i dosaggi, e il medico si scoccia.
    Ma perché è sempre il paziente a doversi adattare alle comodità dei sanitari, modificando stile di vita già abbastanza provati dalla patologia, e non i medici ad avere l’abilità di trovare il dosaggio giusto che sarebbe il loro mestiere?
    Non me ne vogliano i medici, ma quanto dico è confermato dal dr Marco Moia, che anni fa, come presidente dei centri TAO (Terapia Anticoagulante) era stato chiaro in una intervista, e diceva che la vitamina K2 poteva e doveva essere inserita, a piccoli dosaggi (45mcg) ma non sospesa.

    Dosaggi piccoli di vitamina K2 per chi fa anticoagulanti (dr Marco Moia)

    Riguardiamo lo studio del 2016 qui tradotto a cui sicuramente si è riferito il dr Marco Moia

    Astratto

    Sono stati inclusi due studi interventistici dietetici e 9 studi osservazionali.

    In conclusione:

    Le prove disponibili non supportano l’attuale consiglio di modificare le abitudini alimentari quando si inizia la terapia con VKA. La limitazione dell’assunzione dietetica di vitamina K non sembra essere una strategia valida per migliorare la qualità dell’anticoagulazione con gli AVK. Sarebbe, forse, più rilevante mantenere un’abitudine alimentare stabile, evitando ampi cambiamenti nell’assunzione di vitamina K.


    Sono stati fatti degli studi anche sugli anticoagulanti diversi da Coumadin, detti di “nuova generazione” e non antagonisti della K, e fra i pazienti che li usavano non è stata trovata alcuna calcificazione vascolare.
    Lo studio

    Antagonisti della vitamina K, anticoagulanti orali non antagonisti della vitamina K e calcificazione vascolare in pazienti con fibrillazione atriale.

    Astratto

    Contesto Gli antagonisti della vitamina K (AVK) sono associati alla calcificazione delle arterie coronarie nelle popolazioni a basso rischio, ma il loro effetto sulla calcificazione delle grandi arterie rimane incerto.

    non antagonisti della vitamina K sulla calcificazione vascolare non è noto. Abbiamo studiato l’influenza dell’uso di VKA e NOAC sulla calcificazione dell’aorta e della valvola aortica.

    Metodi

    Risultati

    Di 236 pazienti (33% donne, età: 58 ± 9 anni), 71 (30%) hanno utilizzato AVK (durata mediana: 122 settimane) e 79 (34%) hanno utilizzato NOAC (durata mediana: 16 settimane). La regressione logistica aggiustata per il punteggio di propensione ha rivelato che l’uso di VKA era significativamente associato con AsAC (odds ratio [OR]: 2,31; intervallo di confidenza 95% [CI]: 1,16-4,59; p = 0,017) e DAC (OR: 2,38; 95% CI: 1,22-4,67; p = 0,012) e una tendenza nell’AVC (OR: 1,92; IC 95%: 0,98-3,80; p = 0,059) rispetto alla non terapia anticoagulante.

    Questa associazione era assente nei NOAC rispetto ai non anticoagulanti (AsAC OR: 0,51; 95% CI: 0,21-1,21; p = 0,127; DAC OR: 0,80; 95% CI: 0,36-1,76; p = 0,577; AVC OR: 0,62; IC 95%: 0,27-1,40; p = 0,248).

    Conclusione

    Questo studio trasversale mostra che l’uso di VKA (Anticoagulanti Warfarinici, Coumadin) sembra contribuire alla calcificazione vascolare.
    L’effetto di calcificazione non è stato osservato negli utilizzatori di NOAC. (Anticoagulanti di nuova generazione no-k-dipendenti)


    Riferimenti

     

    Scopri altre informazioni sulla vitamina K2 leggendo il libro di Kate Rhéaume-Bleue

    La Vitamina che ti farà Vivere 100 Anni — Libro

    Il miracolo della Vitamina K2

    Kate Rhéaume-Bleue



    • Prima di assumere vitamina K2 con terapia anticoagulante in corso,
    • CHIEDI AL TUO MEDICO,
    • La Vitamina K2 essendo liposolubile va assunta con un pasto generalmente condito di grassi (olio ev di oliva, ecc)
      Per chi fa anticoagulanti viene consigliato il dosaggio più basso di 40-50 mcg.

      Non sempre è facile trovare tale dosaggio, pertanto si può

      • se avete la dose di una capsula da 100 mcg., assumerla a giorni alterni
      • se avete la compressa da 100 mcg può essere divisa in due e presa giornalmente
      • se avete la dose in capsula da 200 mcg. assumetela solo una volta alla settimana

       

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      1 goccia=20mcg
      2 gocce=40mcg

       

       

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      Le compresse di solito possono essere divise in due e quindi prendere metà dose

       

       

       

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    La Vitamina D necessita della vitamina K2, la spazzina delle arterie

    Crediti immagine a The WOM Healthy

    La vitamina del sole (vit.D) è davvero una sostanza meravigliosa, quando ha a disposizione tutti gli alleati necessari per esprimere il suo potenziale. Una maggiore quantità di vitamina D è preferibile per la salute del cuore fino a un certo punto, oltre il quale è dannosa (se presa da sola).

    potrebbe semplicemente salvarvi la vita.

    Come la vitamina K2 può aiutarci

    • Osteocalcina, che lega il calcio nelle ossa e nei denti, dove c’è bisogno di calcio.
    • spazza via il calcio da tessuti come le arterie e le vene, dove il minerale è sgradito e dannoso.

    carenza di vitamina K2, le proteine che dipendono da essa rimangono inattive. Gradualmente, allora, il paradosso del calcio si riaffaccia minaccioso e porta a un pericoloso declino della densità minerale ossea e a un ancor più rischioso indurimento delle arterie.

    Quando i livelli di vitamina K2 sono inadeguati, quelle proteine risultano inutili, e il calcio vaga senza una meta, dirigendosi infine dove incontra una resistenza minima, introducendosi nei tessuti molli piuttosto che tentare di farsi largo con la forza nelle ossa dure. Nonostante il discorso possa sembrare troppo tecnico, spendere qualche minuto ora per comprendere la natura di queste proteine dipendenti dalla vitamina K2 vi permetterà di apprezzare appieno il potere meraviglioso e i profondi benefici alla salute della vitamina K2, che imparerete nel prosieguo di questo libro.

    Anche facendo regolari controlli del colesterolo, elettrocardiogrammi ed esami sotto sforzo, la maggior parte delle coronaropatie non viene identificata finché non si verifica un infarto, e il primo infarto è fatale nel 50 per cento dei casi. Combattere le coronaropatie è stato per decenni uno dei problemi più importanti legati alla salute pubblica. Negli ultimi 50 anni, i consigli alimentari degli esperti sono stati in gran parte dettati dalla guerra contro la malattia coronarica.

    smentita nella letteratura scientifica, resta radicata nelle credenze popolari riguardo all’alimentazione. A seconda del vostro attuale livello di consapevolezza delle cause delle coronaropatie, sarete piacevolmente sorpresi o del tutto inorriditi dalla lista dei cibi ricchi di vitamina K2 benefici per il cuore, dopo tutto, non è un paradosso.

    ben lontani da quelli della vitamina K2.

    ricchi di vitamina K2; l’unica vitamina conosciuta in grado di prevenire e curare l’osteoporosi.

    studio Rotterdam. Questo studio sulla popolazione, condotto nei Paesi Bassi, esaminò circa 8000 uomini e donne di oltre 55 anni di età riguardo alloro stato di salute, all’uso 24 dl 4G>1. Lo studio rivelò che un’elevata assunzione di vitamina K2 tramite l’alimentazione riduceva sensibilmente l’incidenza della calcificazione delle arterie e il rischio di morte da malattie cardiache e cardiovascolari, del 50% rispetto a persone con un basso apporto alimentare di vitamina K2.

    questo studio, le persone con il maggiore apporto di vitamina K2 dall’alimentazione vivranno, in media, sette anni in più dei loro omologhi con carenze di vitamina K2.

    , dimostrando come quest’ultima, nel nostro caso, non abbia effetti protettlvi. O, peggio, è possibile che l’enorme popolarità della vitamina D in realtà acutizzi il problema. In alcune circostanze, la vitamina D aumenta la calcificazione delle arterie.

    Molti studi indicano un’associazione tra la carenza di vitamina D e le coronaropatie, e quando i livelli di vitamina D aumentano, la calcificazione delle arterie diminuisce.

  • vitamina D aumenta l’assorbimento del calcio da parte dell’intestino, e questo è un beneficio per la salute delle ossa. Di certo, è stato dimostrato che l’integrazione contemporanea di vitamina D e di calcio aumenta la densità ossea più di quanto non faccia l’assunzione di uno solo di essi.

    La risposta è che abbiamo bisogno della vitamina D per trarre benefici dalla vitamina K2 e viceversa.

    Kate Rheaume-Bleue

    Riferimenti

    • Oltre la carenza: potenziali benefici di una maggiore assunzione di vitamina K per la salute delle ossa e dei vasi
    • Scopri altre informazioni sulla vitamina K2 leggendo il libro di Kate Rhéaume-Bleue

      La Vitamina che ti farà Vivere 100 Anni — Libro

      Il miracolo della Vitamina K2

      Kate Rhéaume-Bleue


      Consigli di assunzione vitamina K2

      Pertanto, la vitamina K2 dovrebbe essere sempre se si assume vitamina D3. Queste due vitamine lavorano insieme sinergicamente e fanno sì che il calcio ingerito attraverso il cibo venga immagazzinato nelle ossa e non nelle arterie.

      Tuttavia si consiglia di assumerle in due momenti diversi poiché al momento di essere assorbite condividono lo stesso recettore.
      Il recettore è la porta di entrata, solo dolo averla oltrepassata lavoreranno in sinergia, ma se assunte allo stesso pasto potrebbero ostacolarsi reciprocamente.
      Leggi di più in questo articolo
      Perché le vitamina D e K2 vanno assunte in due pasti diversi

      Il dosaggio di queste due vitamine è indipendente l’uno dall’altro. Ciò significa che, indipendentemente dalla quantità di vitamina D3 assunta, la dose ottimale per beneficiare del pieno effetto della vitamina K2 rimane sempre la stessa ed è compresa tra 100 e 200 mcg al giorno.

      La Vitamina K2 essendo liposolubile va assunta con un pasto generalmente condito di grassi (olio ev di oliva, ecc)

      DOSAGGI di vitamina K2:

      • 🌀45 microgrammi di K2 al giorno se:
        • ➰Stai assumendo anticoagulanti
        • ➰Sei una persona sana, hai meno di 50 anni, non assumi vitamina D e vuoi essere prudente
        • ➰bambini dai 7 anni e fino ai 12-13 anni
      • ✅100 microgrammi di K2 al giorno se:
        • ➰Sei sano, hai meno di 50 anni ed assumi vitamina D aggiuntiva
        • ➰Assumi oltre 2.500 Unità Internazionali di vitamina D al giorno
      • ✅200 microgrammi di K2 al giorno se:
        • ➰Hai in famiglia casi di osteoporosi o malattie cardiovascolari
        • ➰Mostri i primi segni di osteoporosi o malattie cardiovascolari
        • ➰Assumi più di 5.000 Unità Internazionali di vitamina D al giorno

      Per chi fa anticoagulanti viene consigliato il dosaggio più basso di 40-50 mcg.

      Terapia Anticoagulante: È giusto evitare la vitamina K2?

      Non sempre è facile trovare tale dosaggio, pertanto:

      • se avete la dose di una capsula da 100 mcg., assumerla a giorni alterni
      • se avete la compressa da 100 mcg può essere divisa in due e presa giornalmente
      • se avete la dose in capsula da 200 mcg. assumetela solo una volta alla settimana

       

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      Questa forma di vit K2 in gocce è piu’ facilmente gestibile per creare dosaggi bassi adatti a chi fa anticoagulanti o per bambini

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      Le compresse di solito possono essere divise in due e quindi prendere metà dose

       

       

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      1 capsula al giorno con un pasto (lontano dalla vitamina D3)

      1 capsula la settimana se assumete Anticoagulanti e solo se il medico è d’accordo

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  • Salute delle vene e microcircolo
    Le proprietà del BIANCOSPINO

    Crediti Immagine GreenMe

    biancospino è una pianta particolarmente utile per il benessere del cuore e del sistema nervoso. Le sue proprietà fitoterapiche sono note ed apprezzate fin dal Medioevo. Scopriamo allora tutti gli usi del biancospino e le eventuali controindicazioni di questo rimedio naturale.

    Pianta perenne della famiglia delle Rosaceae, il biancospino (Crataegus oxyacantha) è tradizionalmente utilizzato per il suo effetto benefico nei confronti del sistema cardiovascolare e per le sue doti sedative e calmanti. Caratterizzata da fiori bianchi e bacche di colore rosso, questa pianta dispone di alcuni principi attivi interessanti che possono tornare utili per fonteggiare problemi molto comuni come ipertensione, ansia e insonnia.

    Le proprietà più interessanti del biancospino si evidenziano soprattutto a livello del cuore. I flavonoidi presenti in questa pianta consentono una dilatazione delle arterie con conseguente riduzione della pressione sanguigna e del ritmo troppo accelerato del cuore garantendo quindi un’azione protettiva a livello cardiovascolare. Si tratta poi di un ottimo cardiotonico, ovvero un rimedio che potenzia la forza contrattile del cuore.

    Il biancospino esercita inoltre un’azione calmante non solo sul cuore ma anche sul sistema nervoso, riesce quindi ad agire sia in caso di ansia generica che contro palpitazioni, tachicardia, stress o insonnia. Si tratta poi di una pianta con principi attivi antiossidanti e dunque in grado di contrastare i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare.

    Infine il biancospino riduce l’accumulo di colesterolo nei vasi sanguigni e ha effetti diuretici contro la ritenzione idrica, antidiarroici e in caso di crampi muscolari.
    Cardiotonico

    • Abbassa la pressione sanguigna
    • Regolarizza i battiti del cuore
    • Azione calmante
    • Antiossidante
    • Riduce l’accumulo di colesterolo
    • È diuretico
    • Antidiarroico

    USI DEL BIANCOSPINO

    Il biancospino è un rimedio spesso consigliato in caso di ansia o di attacchi di panico, il più delle volte associato ad altre erbe come valeriana, tiglio o passiflora. In caso di palpitazioni, tachicardia o generica ansia o stress potete provare ad assumere la tisana di biancospino preparandola così: portate ad ebollizione una tazza d’acqua, spegnete e versate un cucchiaio di biancospino secco o mix di erbe in cui è presente anche questa pianta, lasciate in infusione per circa 15 minuti poi filtrate e bevete. Si possono prendere 2 o 3 tazze di questa tisana rilassante al giorno anche in caso di insonnia.
    Potete provare ad utilizzare il biancospino in caso di:

    • Ansia
    • Stress
    • Tachicardia
    • Insonnia
    • Ipertensione
    • Pressione alta
    • Palpitazioni

    Il biancospino si trova disponibile, oltre che in tisana, anche in estratto secco o tintura madre. La forma di assunzione del biancospino e il dosaggio devono consigliati da un esperto a seconda della situazione da trattare e delle specifiche esigenze.

    CONTROINDICAZIONI DEL BIANCOSPINO

    Il biancospino non presenta particolari controindicazioni ed è una pianta generalmente ben tollerata. In caso però si assumano farmaci meglio sempre informare il proprio medico per scongiurare la possibilità di eventuali interazioni. Evitare l’utilizzo in gravidanza e allattamento è sempre buona norma dato che non esistono studi a riguardo. Cautela anche in caso di pressione bassa dato che questo rimedio potrebbe farla scendere ulteriormente.

    Francesca Biagioli


    Benefici del biancospino

    indicato nei casi di ipertensione, lieve o moderata, specie se di origine nervosa. 

    I benefici del biancospino per la pressione e in generale per il sistema cardiocircolatorio, possono essere apprezzati dopo alcune settimane di utilizzo.

    Questa pianta ha azione miorilassante e cardiotonica ed è in grado di rallentare le contrazioni del cuore aumentandone contemporaneamente la forza. Il biancospino aiuta dunque a ridurre aritmie e tachicardia.

    biancospino per l’insonnia e in caso di dolori mestruali e spasmi addominali.

    Il biancospino può essere utilizzato sotto forma di infuso, tintura madre, estratto fluido o gemmoderivato.

    • La tisana al biancospino si prepara con 1-1,5 grammi di foglie e fiori essiccati o fino a 1 grammo di frutti essiccati.Dopo aver versato la miscela di foglie e fiori o i frutti in una tazza di acqua bollente si spegne il fuoco, si copre e si lascia in infusione per 15 minuti.  Infine, si filtra l’infuso e consumarlo. Se ne possono assumere  tre tazze al giorno.
       
    • La tintura madre di biancospino si somministra al dosaggio di  30 gocce in poca acqua tre volte al giorno lontano dai pasti e alla sera prima di coricarsi.
       
    • Il gemmoderivato si assume invece al dosaggio di 30-50 gocce in acqua una o due volte al giorno.
       
    • «Se hai a che fare con vene gonfie e fastidiose, prova Plant-Based Vein Health. È una miscela specializzata di erbe biologiche e completamente naturali che promuovono una sana circolazione. Mantieni il tuo sangue che scorre e le tue vene e arterie in buona forma con Plant-Based Vein Health! » (Gruppo De. Edward)

      5 MOTIVI PER SCEGLIERE VEIN HEALTH

      1. Lenisce e tonifica
        Le erbe contenute in Vein Health sono ricche di antiossidanti che calmano i vasi sanguigni dilatati e gonfi.
      2. Supporta la salute circolatoria
        Ti senti sempre freddo? Potrebbe essere una cattiva circolazione. Il biancospino supporta il sistema circolatorio.
      3. Pompaggio
        Aiuta ad aumentare la resistenza
        Sostenere la salute circolatoria fornisce ossigeno e sostanze nutritive ai muscoli e agli organi, aumentando i livelli di energia complessivi.
      4. Formula avanzata
        Vein Health è una formula liquida potenziata con minerali traccia energizzati, che ne aumenta la biodisponibilità complessiva.

      PRINCIPALI BENEFICI E VANTAGGI DI VEIN HEALTH

      Il potere di Plant-Based Vein Health è dovuto alla sua miscela di estratti di erbe crude di potenti ingredienti biologici.

      • Supporta vene e arterie
        Le vene sono vasi sanguigni che trasportano il sangue al cuore. Le arterie portano via il sangue da esso. Plant-Based Vein Health di Global Healing è una formula a base di erbe completamente naturale che supporta la normale salute circolatoria.
      • Riduce il gonfiore
        Hai le caviglie gonfie o le gambe che sembrano scolorite, sembrano pesanti o ti stringono le scarpe? La causa potrebbe essere che il sangue si sta accumulando nel tuo corpo. Plant-Based Vein Health di Global Healing lo mantiene in movimento.
      • Aiuta a ridurre al minimo le vene a tela di ragno

        Formula facile e delicata
        TECNOLOGIA RAW HERBAL EXTRACT

        Le piante sono una straordinaria fonte naturale di nutrienti che incoraggiano la vita vibrante. Sbloccare e concentrare questi nutrienti è un processo complesso che sfugge a molti produttori di integratori. Finora.

        A differenza degli estratti mononutrienti, la tecnologia Raw Herbal Extract separa e ricombina tutti gli elementi di una pianta per sbloccare la sua potente essenza curativa.

        COME SI PRODUCE L’ESTRATTO DI ERBE CRUDO

        Le erbe

        Il processo di estrazione di erbe crude

        Estratti di erbe crudi senza alcol

        Tecnologia di filtrazione a freddo

        Minerali in traccia energizzati

        Risultato finale

        È tutto il risultato di dieci anni di dedizione alla scoperta, alla sperimentazione e alla realizzazione di tecniche di estrazione di erbe leader del settore che produce formule altamente energetiche, potenti ed efficaci che promuovono salute e benessere ottimali. Puoi effettivamente assaporare il profilo completo di aromi, sapori ed essenze naturali della pianta e della terra da cui è cresciuto proprio come se avessi raccolto fresco in natura.

        Global Healing ti consiglia in particolare di:

        • Rimanere idratati
          Ottenere abbastanza acqua è importante per la salute cardiovascolare. Bere pertanto tanta acqua fresca e possibilmente purificata è molto importante.
        • Essere attivi
          Il movimento è un ottimo modo per far scorrere il sangue. Impegnati a fare esercizio ogni giorno. Se il tuo lavoro richiede lunghi periodi di seduta, alzati e cammina regolarmente per evitare che il sangue si accumuli.

        Una confezione da 59ml = 60 porzioni circa da 1ml

        INGREDIENTI

        Biancospino*(frutto), ippocastano*(frutto/mallo/seme), estratto di semi d’uva*(seme), radice di pietra*(radice), motherwort*(fiore/foglia/gambo), centella asiatica*(foglia), rusco*(radice).
        * Da agricoltura biologica.

        Altri ingredienti: glicerina vegetale biologica, acqua tripla distillata, miscela di essenze vegetali biologiche (lavanda biologica, rosa biologica, bergamotto biologico), oligoelementi energizzati.
        100% naturale, puro, vegano, senza glutine, senza alcol, senza soia, no OGM e non testato su animali.

        VALORI NUTRIZIONALI
        Per porzione Per 1 ml
        Riferimenti Bibliografici
        , Volume 24, Issues 2-3, 1988, Pages 167-178
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