Rosmarino una pianta umile con tante proprietà, modi d’uso e curiosità

 

Il rosmarino è una pianta della  FAMIGLIA delle Lamiaceae, noto in botanica col nome di Rosmarinus officinalis L.

In gergo popolare può avere altri nomi: ramerino, rusmarin, rumosino, zipiri, rosamarina, osmari, gusmarin. 

È un arbusto sempreverde alto fino a 2 metri con fusto legnoso e ramificato.

  • Foglie: consistenti e aghiformi, di colore verde scuro sulla pagina superiore e grigiastre nella pagina inferiore per la presenza di peli. Se toccate emanano un caratteristico profumo aromatico e canforato.
  • Fiori: sono di colore azzurrino o bianco e fioriscono da Aprile a Settembre sulle sommità dei rami.

ETIMOLOGIA DEL NOME/STORIA E TRADIZIONI: il nome deriva probabilmente dalle parole latine “ros” e “marinus” che significa rugiada del mare in relazione al fatto che la pianta cresce spontanea nelle zone mediterranee vicino al mare. Si trova coltivato in orti e giardini.

TEMPO E MODALITA’ DI RACCOLTA O COLTIVAZIONE: le foglie si raccolgono in primavera, prima che la pianta fiorisca, tagliando i rametti non lignificati e mettendoli a seccare in un luogo aerato ed ombreggiato per alcuni giorni. Le gemme si raccolgono ad inizio primavera, quando sono ancora chiuse.

PROPRIETA’ SALUTISTICHE PRINCIPALI

Le principali proprietà benefiche del Rosmarino sono:

  • Favorisce la produzione e il deflusso della bile (azione coleretica e colagoga)
  • Antispastica delle vie biliari
  • Protettrice del fegato
  • Scioglie le tensioni di stomaco ed intestino
  • Contrasta la formazione di gonfiori nella pancia (azione carminativa)
  • Favorisce la fluidificazione e l’eliminazione del catarro in eccesso
  • Antiossidante ed antisettica
  • Tonica generale

FORME IN CUI SI UTILIZZA

Ecco alcuni utilizzi, quando assumerlo e la posologia:

  • Tisana: mettere in una tazza di acqua calda 1 cucchiaio da minestra di foglie secche e lasciare in infusione per 10 minuti circa. Filtrare e bere 2/3 tazze al giorno.
  • Tintura madre (Soluzione Idroalcolica): 50-60 gocce 2 volte al giorno, sciolte in acqua.
  • Gemmoderivato (Soluzione Idrogliceroalcolica): 50-60 gocce 2 volte al giorno, sciolte in acqua.
  • Olio essenziale: 2/3 gocce per suffumigi.
  • Oleoliti: uso esterno (vedi sotto)
  • Idrolizzato: uso esterno (vedi sotto)

IL ROSMARINO È UN RIMEDIO NATURALE PER:

  • Insufficienza epatica
  • Fegato grasso
  • Postumi di epatiti
  • Difficoltà digestive accompagnate da gonfiore, flatulenza, eruttazioni
  • Coadiuvante nel trattamento dell’ipercolesterolemia
  • Affezioni catarrali delle vie respiratorie (olio essenziale)

Per uso interno:

È indicato contro vertigini, anemia, ipotensione, astenia psico-fisica, convalescenza, emicrania, insufficienza biliare, menopausa, sciatalgia. Mentre in campo alimentare, miscelato con altre spezie, per l’aromatizzazione di carni, salumi, condimenti e salse.

Precauzioni e controindicazioni: pur non essendo irritante, è meglio utilizzarlo diluito, e non usarlo in gravidanza e nei soggetti epilettici.

Per uso esterno

È un ottimo antirughe e aiuta a combattere la secchezza della pelle grazie alla presenza di antiossidanti che la rende più elastica. Possiede anche un’azione rinfrescante e antibatterica, infatti in cosmesi viene utilizzato anche nella produzione di dentifrici.

Il rosmarino si può usare in diverse forme:

In foglie essiccate per tisane, in foglie fresche per insaporire ed arricchire pietanze di vario genere, oppure nelle forme di Idrolato ed olio essenziale, oleolito per le cure esterne della pelle e capelli.

 

Tisana al rosmarino: benefici, proprietà e per cosa si usa

l rosmarino è un erba sempreverde molto profumata ed è utilizzato in cucina, visto il suo aroma particolare, per condire molti piatti di carne, pesce, contorni, zuppe, focacce…, ma se assunto in tisana apporta benefici a tutto il corpo. La tisana al rosmarino infatti è un ottimo tonificante, rallenta l’invecchiamento e migliora la circolazione. 

Tisana al rosmarino per contrastare la caduta dei capelli

Assumere la tisana al rosmarino giornalmente previene e riduce la caduta stagionale dei capelli e l’imbiancamento donando lucentezza. Contrasta pure la tendenza alla calvizie.

Dopo aver preparato la tisana al rosmarino, applicare impacchi massaggiando il cuoio capelluto. Stimola la ricrescita, rinforza i capelli sfibrati e secchi, riduce la formazione della forfora e purifica i capelli grassi. 

ISTRUZIONI PER UNA TISANA

Come si prepara la tisana al rosmarino?

Versare un cucchiaino da caffè di rosmarino nell’acqua bollente (250 ml, una tazza circa), coprire e lasciare in infusione per circa 10-15 minuti.
È importante, subito dopo aver versato il rosmarino nell’acqua bollente, coprire con un piattino o un coperchio per evitare l’evaporazione degli olii essenziali. Filtrare e bere l’infuso. La tisana avrà un aroma fresco e leggermente pungente. 

A questa si possono aggiungere camomilla e melissa per potenziare l’azione calmante, zenzero fresco sbucciato e sminuzzato per aumentare le proprietà antinfiammatorie, semi di finocchio per un effetto carminativo.


Rosmarino Tisana

Erbe di Mauro – Codice sconto su tutti i prodotti: 73DTMQZ1

Confezioni da 60gr, 500gr e 1kg

 


Lidrolato di rosmarino

stimola la ricrescita dei follicoli piliferi, è quindi particolarmente adatto per chi vuole stimolare la crescita dei capelli.

USO DELL'IDROLATO DI ROSMARINO

Come si usa:

  • come tonico: utilizzato puro sul viso svolge la stessa funzione del tonico aiutando a ristabilire il corretto pH cutaneo dopo la detersione.
  • per rinfrescare e idratare: tienilo in frigo e all’occorrenza vaporizzalo sul viso per una sferzata di energia immediata! 
  • come base per le tue maschere: aggiungi l’idrolato al posto dell’acqua per arricchire le tue maschere viso e capelli fai da te di preziose proprietà! 
  • come ingrediente per cosmetici: incorporato nella fase acquosa è ottimo per creare creme per pelli grasse, lozioni e shampoo rinforzanti, antiforfora, purificanti  protettivi per capelli, deodoranti contro la sudorazione eccessiva. 
  • sui capelli: il pH leggermente acido dell’idrolato aiuta a mantenere i capelli morbidi e lucenti. Puoi utilizzarlo per diluire lo shampoo o in purezza come risciacquo acido: in questo caso basta spruzzarlo direttamente sui capelli umidi come ultimo passaggio prima dell’asciugatura.
  • Come decongestionante per occhi e pelle stanchi: niente di meglio di un impacco su occhi stanchi e affaticati per attenuare occhiaie e borse e ritrovare uno sguardo fresco e una pelle distesa.

Ottenuto per distillazione in corrente di vapore dai rametti e dai fiori della pianta!

Azione rinfrescante e tonificante per pelli grasse e impure

 


Oleolito di Rosmarino

A cosa serve?

Vediamo più nello specifico quali sono i suoi possibili utilizzi:

  • Capelli secchi e fragili, alopecia: un massaggio del cuoio capelluto con poche gocce di oleolito di rosmarino, li idrata, li rinforza e ne stimola la ricrescita.

COME USARE L'OLEOLITO DI ROSMARINO

Consigli d’uso

AVVERTENZE: Tenere fuori dalla portata dei bambini. Conservare in un luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce del sole, o da altre fonti di calore.


Oleolito di Rosmarino prodotto in italia (Marche)

da Erbe di Mauro

Erbe di Mauro – Codice sconto su tutti i prodotti: 73DTMQZ1

 


Olio essenziale di Rosmarino

Dalle proprietà purificanti su pelle e capelli, è un ottimo tonificante per il sistema nervoso e per il corpo in generale.

Dermopurificante, stimolante, antiforfora, astringente, anticellulite.


TUTTI GLI USI L'OLIO ESSENZIALE DI ROSMARINO

Le proprietà dell’olio sono numerosissime, può essere utilizzato sia per uso interno che esterno, per la cura del proprio corpo e della mente, per problemi relativi a disturbi cardiovascolari, gastroenterologici, respiratori e muscolari. Di seguito verranno riportati alcuni metodi di utilizzo di questo magnifico olio essenziale per poterne sfruttare al massimo i benefici:

Uso interno

  • Problemi epatici: in caso di fegato affaticato (ad esempio quando c’è un rialzo delle transaminasi sieriche) si consiglia di diluire 1 goccia di olio essenziale di Rosmarino in un cucchiaino di miele disciolto in una tisana calda di Camomilla o Melissa per 2 o 3 volte al giorno. Un altro modo sarebbe quello di massaggiare l’addome, soprattutto concentrandosi sul lato destro, con una miscela composta da 3 cucchiai di olio vegetale insieme a 10 gocce di **Essenza di Limone e altre 10 di O.E. di Rosmarino.
  • Ritenzione idrica: se soffrite di ritenzione idrica vi consigliamo una miscela di oli essenziali che con un effetto sinergico ristabiliscono l’equilibrio omeostatico idrico del vostro corpo: aggiungere 1 goccia di olio essenziale di Rosmarino ad 1 goccia di O.E. di Ginepro e 1 goccia di O.E. di Geranio odoroso in un cucchiaino di miele disciolto in mezzo bicchiere di acqua tiepida o in una tazza di the verde, per 2 o 3 volte al giorno.
  • Emicrania: in caso di mal di testa, specialmente se correlato a mal digestione e/o vertigini, vi consigliamo di diluire 2 gocce di olio essenziale di Rosmarino in un cucchiaino di miele disciolto in mezzo bicchiere di acqua tiepida ed assumerlo dopo i pasti.
  • Infezioni intestinali: le proprietà antimicrobiche dell’olio essenziale di Rosmarino possono essere sfruttate per contrastare le infezioni intestinali accompagnate a dolori addominali e sintomi quali diarrea e nausea. Si consiglia di aggiungere 1 goccia di O.E. di Rosmarino ad 1 goccia di O.E. di Cannella e 1 goccia di O.E. di Tea Tree, in una cucchiaino da caffè di miele diluito in mezzo bicchiere di acqua tiepida per 2 o 3 volte al giorno.
  • Anemia e/o Pressione bassa: tra le proprietà dell’olio essenziale di Rosmarino ci duole ricordare quella sfruttata per contrastare i problemi cardiocircolatori come anemia e bassa pressione. Per questo scopo vi consigliamo di aggiungere 1 goccia di O.E. di Timo ad 1 goccia di O.E. di Rosmarino all’interno di una compressa neutra per O.E.
  • Geranio odoroso + 1 goccia di OE di Rosmarino + 1 goccia di Essenza di Limone, disciolti in un cucchiaino di miele e diluito in mezzo bicchiere di acqua tiepida, da prendere la sera prima di andare a dormire.

Uso esterno

  • Cura per i capelli: diluire l’olio essenziale di Rosmarino al 5-10% in olio di Jojoba o mandorle dolcie frizionare sul cuoio capelluto per una decina di minuti: la lozione ottenuta sarà in grado di stimolare la circolazione dello scalpo e dei bulbi piliferi.
  • Olio per massaggi: per creare un olio per massaggi in maniera facile e veloce, vi consigliamo di aggiungere dalle 6 alle 8 gocce di olio essenziale di Rosmarino a 2 cucchiai di un olio vettore vegetale o non essenziale (un esempio è quello di mandorle dolci o E.V.O.). Le proprietà benefiche dell’olio essenziale di Rosmarino, in particolare quella anti-ristagno idrico, saranno molto utili per eliminare i ristagni linfatici, drenare, contribuire a sciogliere i grassi e ad attenuare i dolori muscolari e articolari: esso infatti è anche in grado di sciogliere i cristalli di acido urico che si depositano nelle giunture.
  • Olio anti-cellulite: per contrastare le zone colpite da cellulite, si consiglia di diluire dalle 5 alle 10 gocce di olio essenziale di Rosmarino in 100 ml di olio di mandorle dolci e frizionare. Applicato sulla pelle risulterà ottimo contro cellulite, ritenzione idrica, cattiva circolazione e grasso localizzato su cosce o glutei.
  • Shampoo anticaduta: versare qualche goccia di olio essenziale di Rosmarino in uno shampoo neutro e procedere con il lavaggio. Risulta molto utile in caso di capelli deboli, fragili, grassi e con forfora, oltre che di alopecia. Al termine, sui capelli umidi, poche gocce frizionate sul cuoio capelluto si riveleranno un toccasana.
  • Diffusione ambientale: aggiungendo 1 goccia di olio essenziale di Rosmarino per ogni mq di ambiente in un bruciatore di oli essenziali, vi consentirà di avere una casa con un odore vivo e rigenerante ed in grado di stimolare il sistema nervoso centrale, in particolare la memoria, oltre che di alleviare lo stress e disturbi della psiche.

Olio essenziale di Rosmarino, 10ml

73DTMQZ1

Olio essenziale di Rosmarino (Rosmarinus officinalis), 100% puro e naturale prodotto in Italia tra la provincia di Fermo e Macerata, in ambiente sano e naturale, tramite distillazione in corrente di vapore delle foglie di Rosmarino.


Rosmarino come spezia

73DTMQZ1

In confezioni da 25gr, 500gr, 1kg

 


DISCLAIMER

Disclaimer

Quanto riportato, è tratto da materiale di libera consultazione sul Web. Vitamineral non è responsabile della diffusione di informazioni che si rivelassero non rispondenti a verità o dell’uso improprio dei prodotti menzionati. Pertanto, la letteratura di cui sopra è da intendersi come spunto per ricerche proprie: non sostituisce la diagnosi del medico, che si consiglia di consultare sempre, prima dell’assunzione di qualunque rimedio, soprattutto in presenza di patologie o disturbi contro i quali si stiano assumendo altri farmaci.



I CONSIGLI DEL DR CLAUDIO SAURO

IL ROSMARINO

Da un post del dr Claudio Sauro

Una delle piante aromatiche più comuni e che si usa comunemente anche in cucina è il Rosmarino. Generalmente non diamo nessuna importanza a questa pianta visto che ci sembra una pianta banale. Recentemente spulciando il vecchio testo dell’Antonelli sulle piante medicinali scopro che il Rosmarino ha un sacco di proprietà. Oltre ad essere un ottimo digestivo è pure un ottimo epatoprotettore. L’Antonelli, in base alle esperienze del Kneip, me lo da pure come anti epilettogeno nelle crisi di grande male.

La sua essenza è talmente ricca di antiossidanti da eguagliare quelli della curcuma. Abbiamo recentemente visto che la maggior produzione di antiossidanti si ha quando sussiste un infiammazione. Se ne deduce pertanto che gli antiossidanti hanno un azione antiflogistica più o meno marcata. Ma abbiamo anche visto che praticamente sempre alla base dei tumori c’è un infiammazione che scollega i recettori G di trasmissione cellulare. Se ne deduce pertanto che anche il Rosmarino ha un azione antitumorale, e credo abbastanza marcata.

Ma come prenderlo per utilizzarne al massimo le proprietà?

Uno dei sistemi è l’infuso delle foglie secche, ma in tal caso la quantità di essenza che si estrae è modesta.

Recentemente ho provato a fare la tintura madre di rosmarino: si taglia il rosmarino fresco con una forbice aghi e ramoscelli, si pressa in un vaso, si copre di alcool puro da liquori a 95° e si lascia riposare per 15 giorni. In tal modo si estrae una quantità enorme di essenze e di resine, tanto che se si mette un cucchiaino di tale tintura in un bicchiere e si aggiunge acqua la soluzione diventa lattescente perché liposolubile.

Il profumo è fortissimo, ottimo dopo i pasti per digerire: Se ne prenda un cucchiaino dopo i pasti diluito in poca acqua, non solo digerirete meglio, ma vedrete un abbassamento del colesterolo simile a quando si assumono statine (senza gli effetti collaterali di queste), non solo ma le HDL (il colesterolo buono) balzerà in alto come con nessun altro farmaco, naturale o di sintesi che sia.

Vitamina E. Si tenga inoltre presente che essendo liposolubile penetra nei grassi ed esercita soprattutto su questi un azione anti-ROS. Quindi agisce in sincronia con la Vitamina E e ne potenzia l’azione. I grassi, come già detto, sono un serbatoio di Radicali Liberi.


ROSMARINO È ANTITUMORALE

“Il rosmarino uccide il 77% delle cellule tumorali dello stomaco in vito.

in vitro

Negli studi sulla popolazione europea, quelli che mangiavano rosmarino fresco almeno una volta alla settimana avevano il 60% in meno di rischio di melanoma e il 34% in meno di rischio di cancro ai polmoni. Ma i benefici per la salute di questa erba non si fermano a combattere il cancro.

Gli studi clinici hanno dimostrato che il rosmarino aiuta a migliorare la funzione renale nei diabetici (quando usato come parte di Canephron N), a proteggere la pelle dai danni UV e anche a migliorare significativamente la memoria negli anziani (dose: 750 mg di erba in polvere ogni giorno).

ROSMARINO E LONGEVITA'

CENTENARI DI ACCIAROLI E ROSMARINO!

da un post di Fabio Poli

nell’alto consumo di rosmarino il fattore chiave della loro longevità!

Il rosmarino agisce su:

  • cervello, cistifellea, vie biliari, fegato, cuore, cuoio-capelluto, pelle, muscolatura liscia, su intestino, stomaco, organi digestivi, emuntori, gustativi, sessuali- riproduttivi (utero,ovaie,testicoli) e sulle vie urinarie, su ossa, cartilagini e articolazioni, su reni,sangue e sistema circolatorio, sul sistema endocrino, su quello immunitario e nervoso autonomo, e centrale.
  • Il rosmarino è un ottimo concentrato di antiossidanti, antibatterici, antivirali, antimicrobici, antifungini, repellenti per gli insetti, è tonico generale, cardiotonico, neurotonico, diuretico, dimagrante, coleretico, afrodisiaco, analgesico, antinfiammatorio, digestivo, eupeptico, antisettico, carminativo, anti-colesterolemico, emmenagogo.

Cosa Cura:

  • Scopriamone le principali sostanze antitumorali.
  • azione antiangiogenetica nelle cellule del pancreas affetto da cancro e svolge azione apoptotica; induce al suicidio le cellule cancerose del cancro alle ovaie, alla mammella, alla prostata e ai polmoni.

    • Il rosmarino contiene Carnasolo, che agisce riattivando la proteina P53, un soppressore tumorale considerato uno dei più importanti fattori per il controllo e lo sviluppo delle malattie e che risulta inattivo nel 50% dei tumori umani.
      Il rosmarino, come altri fitoterapici, quali la cannabis, contiene terpeni ad azione antitumorale.
      Esaminiamone alcuni:


      • Glutatione, il più potente antiossidante endogeno!
      • Tra i terpeni ad azione antitumorale del rosmarino, annoveriamo anche il Cariofillene, impiegato anche nella cura delle malattie autoimmuni.
      • Eudesmolo, antiproliferativo e citotossico!
        Il rosmarino contiene moltissime vitamine:

        • Vitamina A, B1, B2, B3, B5, B6, B9, C, D2+D3 e la K (antitumorali).

        Nel rosmarino vi sono molti aminoacidi tra cui:

        • Dulcis in fundo, il rosmarino, aggiunto durante la cottura della carne ne limita, del 70%, la formazione di poliammine, mediatori endogeni della proliferazione cellulare.
          Tra i minerali presenti nel rosmarino ad azione antitumorale, spicca sicuramente il Selenio, ottimo antiossidante e disintossicante.





Colesterolo, il capro espiatorio delle malattie Cardiovascolari e l’Omocisteina ignorata

Sempre più spesso, all’aumentare degli iscritti nel gruppo Vitamineral, giungono domande del Tipo “come posso abbassare il colesterolo?”

Così si legge sui documenti pubblicati dal dr Giorgini:

100 anni di Guerra al Colesterolo!

Molte malattie cardiovascolari (attacchi di cuore e infarto) sono imputabili all’aterosclerosi, ovvero all’adesione e all’occlusione causata dalle placche formate da colesterolo alle pareti delle arterie, con altri grassi, minerali e rifiuti cellulari. Queste malattie causano circa il 35% delle morti.

Dunque, sembrerebbe importante ridurre il colesterolo entro certi limiti. Assumiamo parte del colesterolo dagli alimenti, ma l’organismo ne produce una quantità ancora maggiore nel fegato e nel tratto gastro-intestinale. Inoltre, il colesterolo viene prodotto da zuccheri, grassi e perfino dalle proteine, tanto è importante: è necessario per la sintesi degli ormoni sessuali, per la produzione della bile e per la composizione delle membrane cellulari.

Il capro espiatorio: acidi grassi insaturi e colesterolo

I medici, tuttavia, hanno individuato nei grassi saturi e soprattutto nel colesterolo il capro espiatorio, il “cattivo” della storia dell’aterosclerosi. Quindi, quando il colesterolo è definito alto niente uova, niente burro e, soprattutto, evitare i grassi animali, questo è l’avvertimento dietetico degli scienziati contro la trombosi.

Così, è stato notevolmente diminuito il consumo di grassi animali ma gli attacchi coronarici e ischemici sono aumentati e aumentano di numero di anno in anno. Invece di concentrarsi solo sul colesterolo come causa dell’aterosclerosi, bisogna guardare altri squilibri biochimici. Infatti, se le pareti dei vasi sanguigni sono elastiche, lisce, e non irruvidite il colesterolo non si attacca.

L’omocisteina irruvidisce i vasi sanguigni

È da oltre un secolo che è stata individuata la sostanza che irruvidisce le pareti interne dei vasi sanguigni: si tratta dell’OMOCISTEINA.

Attività fisica e dieta sana: non salvano nessuno

Il cuore può essere colpito anche se non fumate e non bevete, anche se vi allenate regolarmente e seguite una dieta a basso contenuto di colesterolo, perché ci sono altre cause scatenanti contro cuore e circolazione e tutte sono riconducibili a carenze di nutrimenti:

  • se è scarsa la produzione di enzimi digestivi (gastrici, pancreatici e intestinali) che scompongono gli alimenti nei loro singoli componenti assimilabili;
  • se è scarsa la secrezione di bile (50% della popolazione), necessaria per l’attività degli enzimi pancreatici e intestinali;
  • se l’alimentazione è povera (carente di nutrimenti), a causa dei metodi di coltivazione, allevamento, conservazione e lavorazione industriale.

Difficile sfuggire ad almeno una di queste situazioni, il corpo perciò può trovarsi privato di alcuni nutrimenti.
Quando viene a mancare un nutrimento che serve, ad esempio, ad attivare un enzima, questo lavora molto più lentamente di come dovrebbe o non lavora proprio. Se si tratta dell’enzima che attiva l’acido folico, il quale presiede una delle tre vie di eliminazione (trasformazione) della pericolosa Omocisteina, quella non trasformata passa in circolo nel sangue.

L’OMOCISTEINA CAUSA ARTERIOSCLEROSI E ATEROSCLEROSI

«L’Omocisteina se non viene eliminata, quando passa nel flusso sanguigno, (come si è detto), è pericolosa perché abrasiva. Gratta e raschia le delicate pareti arteriose, facendo indurire le arterie (arteriosclerosi). Inoltre, le aree irruvidite che essa lascia dietro di sé diventano punti di ancoraggio ideali per il colesterolo e i depositi minerali [placche aterosclerotiche]. Col passare del tempo le arterie perdono la loro elasticità, si ostruiscono e l’Omocisteina continua a circolare.»

L’Omocisteina non si può eliminare con un farmaco e non si può inibire la sua produzione senza causare un danno maggiore, l’Omocisteina va TRASFORMATA e per ottenere questo sono indispensabili dei nutrimenti: alcune vitamine, alcuni sali minerali e aminoacidi.

Questa trasformazione è talmente importante che la Natura per realizzarla ha previsto due modi diversi suddivisi in tre vie, come si può vedere nella
Fig. 1.

In breve: la Metionina, un aminoacido essenziale, cede un gruppo metile, (-CH3) e diventa Omocisteina.
L’Omocisteina, come metabolita intermedio, è situata in un crocevia metabolico che influenza, direttamente e indirettamente, l’intero metabolismo metilico e sulfureo che avviene nel nostro organismo.
Questa “donazione” di metile alimenta molte strade metaboliche, come si accennerà nel prosieguo per comprendere l’importanza fondamentale di questo crocevia metabolico.

La Fig. 1 mostra due strade chiamate di RI-METILAZIONE, dove l’omocisteina ridiventa metionina e una strada, detta di TRANS-SULFURAZIONE, dove l’Omocisteina diventa cisteina, taurina, glutatione e gruppi solfato.

Prima strada di ri-metilazione

La PRIMA STRADA DI RI-METILAZIONE avviene per mezzo della vitamina B12 attivata, la metil-cobalamina, che dona il metile (-CH3) all’omocisteina trasformandola in metionina.

Successivamente, la vitamina B12 viene di nuovo attivata dalla forma attiva dell’acido folico, il 5-metil tetraidrofolato che gli dona un metile (-CH3) e diventa tetraidrofolato (THF).

Il tetraidrofolato viene trasformato nell’intermedio 5,10 metilen-tetraidrofolato grazie alla serina e alla vitamina B6 attivata e viene poi rimetilato dalla SAMe che, per mezzo dell’enzima metil-tetraidrofolato reduttasi (MTHFR), trasforma il 5,10 metilen-tetraidrofolato di nuovo in 5-metil tetraidrofolato, necessarie le vitamine B1, B2, B3.

Attenzione: l’enzima (MTHFR) metil-tetraidrofolato reduttasi a causa di due mutazioni genetiche ereditabili (C677T e A1298C), viene prodotto male e ha poca o nessuna attività.
Si tratta di un difetto innato che esclude una delle tre vie di trasformazione dell’omocisteina, la ri-metilazione basata sull’attivazione dell’acido folico.
Si può ovviare a questa mutazione genetica assumendo l’acido folico già attivato (5-metil-tetraidrofolato) o addirittura la vitamina B12 attivata (metil-cobalamina).
La frequenza di questa mutazione genetica è del 3,7% in Europa, cioè una persona su 27.

Le persone con la carenza congenita dell’enzima metiltetraidrofolato reduttasi (MTHFR) presentano bassi livelli della SAMe nel fluido cerebro-spinale e mostrano demielinizzazione nel cervello e una degenerazione del midollo spinale.
Questo disturbo è causato dall’omocisteina che non viene trasformata in quantità sufficiente in metionina, precursore della solfo-adenosil-metionina, cioè della SAMe.

Seconda strada di ri-metilazione

È stato dimostrato che la Betaina (trimetilglicina) è in grado di ripristinare i livelli di SAMe e di prevenire la progressione dei sintomi neurologici in tutte le persone in cui è stata sperimentata.

Questo perché si sta parlando della SECONDA STRADA DI METILAZIONE dell’omocisteina a metionina (Fig. 1).
Questa seconda via è determinante per i mitocondri e dunque per la produzione di energia. Infatti, l’acido folico e i suoi derivati attraversano molto lentamente la membrana dei mitocondri per rimetilare l’omocisteina.

Perciò, nei mitocondri la rigenerazione di Metionina dall’omocisteina (rimetilazione) si basa principalmente sul recupero del gruppo metile dalla Betaina (trimetilglicina), disponibile velocemente. La Betaina, per mezzo dell’enzima betaina-omocisteina metil-transferasi (necessario lo zinco), dona il metile all’omocisteina e si trasforma in dimetilglicina (DMG), da questa viene prodotta la glicina e anche l’aminoacido serina, necessario alla terza strada di trasformazione dell’omocisteina.

Terza strada, la transulfurazione

La trans-sulfurazione è la TERZA STRADA DI TRASFORMAZIONE DELL’OMOCISTEINA (Fig. 1).
L’Omocisteina viene trasformata in Cistationina per mezzo dell’enzima cistationina beta-sintasi e necessita, oltre alla Serina, anche della vitamina B6 attivata, il piridossale-5 fosfato.

La Cistationina, per mezzo dell’enzima cistationina gamma-liasi diventa Cisteina,  necessaria la vitamina B6 attivata. La vitamina B6 (piridossale) viene attivata dalla vitamina B2. La betaina si forma dalla Colina, una vitamina del gruppo B (o vitamina-simile).

Questa strada trasforma l’omocisteina in preziosi nutrimenti: cisteina, taurina, gruppi solfato e glutatione.

Complessivamente, le 3 strade per funzionare richiedono:

  • vitamine:
    • Acido folico (nella forma attiva di 5-metil tetraidrofolato)
    • B1 (tiamina)
    • B2 (riboflavina)
    • B3 (niacina)
    • B6 (nella forma attivata di ) piridossal-5-fosfato
    • B12 (nella forma attivata di ) metilcobalamina
    • C (acido L-ascorbico)
  • aminoacidi:
    • Betaina (trimetilglicina)
    • Serina
    • SAMe (Solfo-adenosil-metionina: forma attivata della metionina)
  • Sali minerali:
    • Magnesio
    • Zinco

Tutti questi nutrimenti sono evidenziati in verde nella Fig. 1.

Finora abbiamo evidenziato quei nutrimenti che trasformano l’Omocisteina in aminoacidi utili (metionina, cisteina, taurina, glutatione) dando la spiegazione e, contemporaneamente, i rimedi a questa sfavorevole condizione comune a più di un terzo della popolazione.

Prendendo il ciclo dell’Omocisteina come esempio, è lecito pensare che altre carenze nutrizionali siano all’origine di altri disturbi, causati da carenze che rallentano o interrompono determinate strade metaboliche.

DANNI CAUSATI DIRETTAMENTE DALL’OMOCISTEINA

Bisogna ora dare uno sguardo veloce ai danni causati dall’Omocisteina, ricordando che piuttosto che continuare a pensare all’aterosclerosi come al risultato del colesterolo, dobbiamo invece constatare che è il risultato di talune carenze nutrizionali.

Molti dei disturbi che si presentano passati i 50 anni sono riconducibili all’azione dell’Omocisteina, il secondo difetto innato più comune del metabolismo degli aminoacidi. Le cause dell’innalzamento dell’Omocisteina nel sangue, come si è visto, possono essere sia genetiche, che nutrizionali.

La sua circolazione continua provoca anche un invecchiamento precoce che colpisce prima dell’età normale dell’invecchiamento. Più precisamente, si tratta di una lenta e progressiva sclerosi di organi e apparati, con un conseguente indurimento e disidratazione dei tessuti.
Tutto parte dalla sclerosi dei vasi sanguigni causata dall’Omocisteina, i quali all’inizio diventano meno elastici e col tempo, alle loro pareti, aderiscono anche placche di colesterolo.

Perciò, lo spazio per il passaggio del sangue diminuisce, le cellule diventano affamate, arriva anche meno ossigeno e non riescono a lavorare come prima. Allora la pressione del sangue aumenta per compensare, in primis, il rifornimento dell’ossigeno a tutte le cellule. Il cuore deve lavorare di più e più duramente, si stressa, si ingrossa e consuma gli antiossidanti disponibili, l’efficienza diminuisce e può arrivare un attacco di cuore o un altro disturbo per mancanza di antiossidanti.

L’Omocisteina facilita anche la produzione di un forte ossidante, il perossido di idrogeno, ovvero l’acqua ossigenata, che apporta un danno al colesterolo “cattivo” o LDL (perossidazione lipidica) che apre la strada all’aterosclerosi e danni alle membrane cellulari.
Negli ultimi anni i livelli alti di Omocisteina sono stati associati a molti disturbi.

Disturbi associati con livelli alti di Omocisteina:

  • aborto spontaneo
  • arteriopatia coronarica
  • arteriosclerosi
  • aterosclerosi
  • artrite reumatoide
  • disturbi cardiovascolari
  • cardiopatie
  • declino cognitivo delle persone anziane,
  • demenza senile
  • depressione
  • diabete non insulino-dipendente
  • difetti del tubo neurale
  • dislipidemia
  • disturbi neuro-psichiatrici, schizofrenia
  • emorragia accidentale
  • fattore di rischio indipendente per le malattie
  • ictus
  • infarto al miocardio
  • insufficienza renale
  • ipertensione
  • morbo di Alzheimer
  • morbo di Parkinson
  • obesità
  • occlusione vascolare periferica o cerebrale o vascolare retinica
  • osteoporosi
  • sclerosi multipla
  • teratogenicità
  • vasculopatia periferica

Livelli alti di Omocisteina accompagnano il diabete e la retinopatia proliferativa.
Livelli elevati di Omocisteina si osservano anche nell’artrite reumatoide, insufficienza renale, e nell’uricemia (acidi urici).

L’Adenosina in eccesso, che avrebbe dovuto reagire con la Metionina per attivarla a solfo adenosilmetionina (SAMe), viene degradata ad acido urico.
Livelli particolarmente elevati di Omocisteina si osservano con elevato consumo di caffè e di caffè unito al fumo.
Anche l’ingestione abituale di alcol è collegata a livelli elevati di Omocisteina.

IL LIVELLO DI OMOCISTEINA

Se non si controlla il livello di Omocisteina nel sangue si può instaurare uno squilibrio biochimico, lento ma inesorabilmente progressivo che può causare centinaia di disturbi e malattie anche croniche e mortali.

Nel Manuale di interpretazione degli esami di laboratorio si legge:

  • «Nota: l’Omocisteina è un aminoacido solforato che si forma in seguito a perdita di un gruppo metilico da parte della metionina. È considerato uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare, infatti, livelli elevati aumentano il rischio di infarto cardiaco, di aterosclerosi e di trombosi venosa.
  • Indicazioni: valutazione del rischio cardiovascolare
  • Campione: sangue e urine.
  • Valori di riferimento: sangue < 12 µmol/l; urine < 32 mg/24h.
  • Dovrebbe essere un’analisi ordinaria da ricercare in ogni caso, invece non viene mai prescritta dal medico di base. Eppure, più del 30% delle morti sono legate a problemi cardio-circolatori probabilmente causati dall’Omocisteina.

    Un effetto collaterale della detossificazione di Fase II è la produzione di radicali liberi: per ciascuna tossina metabolizzata in Fase I si forma un radicale libero.
    L’antiossidante più importante per neutralizzare i radicali liberi generati dalla Fase I è il GLUTATIONE
    Poiché il Glutatione è necessario anche per uno dei processi più importanti di Fase II (coniugazione con glutatione), questo processo, se manca il Glutatione, non può avvenire.

    Ma le tossine trasformate dalla Fase I sono più reattive e se non vengono neutralizzate dalla Fase II possono causare danni molto seri, in particolare la carcinogenesi. Perciò la velocità con cui la Fase I genera intermedi delle tossine deve essere equilibrata dalla velocità con cui la Fase II termina la trasformazione (detossificazione).

    Gli enzimi di Fase I e II per funzionare necessitano dei seguenti nutrimenti:

    • Glutatione e i suoi precursori (componenti), gli aminoacidi:
    • glicina,
    • acido glutammico,
    • cisteina
    • Aminoacidi solforati contenenti zolfo :
      • cisteina/cistina,
      • metionina,
      • taurina,
      • SAMe (Solfo Adenosil-Metionina),
      • NAC (N-Acetil-Cisteina)
    • Aminoacidi
      • glicina,
      • glutammina,
      • arginina,
      • ornitina,
      • taurina
    • Vitamine:
      • B1,
      • B2,
      • B5,
      • B6,
      • C,
      • acido folico,
      • colina
    • Sali minerali:
      • magnesio
    • Oligoelementi:
      • zinco
      • rame,
      • molibdeno,
      • selenio

    CONCLUSIONI

    Tutti i disturbi e le malattie causate dall’Omocisteina, direttamente e indirettamente, sono provocati dalla carenza di alcuni nutrimenti (o della loro attivazione), o da mutazioni genetiche che  si possono superare con gli stessi nutrimenti.

    Articolo tratto dai documenti scaricabili dal sito del Dr. Giorgini dove potrete trovare una ricca Bibliografia.


     




Hericium erinaceus, il fungo per la salute di intestino e cervello

LHericium erinaceus è un fungo medicinale che fa parte dell’antico sapere della Medicina Tradizionale Cinese.

È particolarmente indicato per la prevenzione e il trattamento di patologie del sistema nervoso centrale (cervello) e periferico (nervi), in quanto promuove la formazione e la riparazione delle cellule nervose, danneggiate a causa di una malattia, o per il naturale logorio dovuto dalla vecchiaia.

Ed è estramamente efficace anche nella cura delle problematiche gastrointestinale. Rigenera la mucosa gastrica, ha proprietà antibatteriche nei confronti del tanto temuto Helicobacter, nutre la flora batterica intestinale e combatte la disbiosi.

Indice dell’articolo

  1. Che cos’è l’Hericium?
  2. Proprietà dell’Hericium erinaceus
    • Principi attivi
    • Usi terapeutici
  3. Utilizzo
  4. Dove si compra?
  5. Controindicazioni
  6. Hericium, l’opinione del dott. Ivo Bianchi

Che cos’è l’Hericium?

Si tratta di un fungo estremamente raro,  che cresce nelle zone montane dei territori dell’emisfero nord, in Europa, in Asia e in Nord America. Cresce per lo più su alberi di latifoglie morti, o morenti come il noce, il faggio e la quercia.

Si presenta come un fungo color bianco, con filamenti molto simili a dei ghiaccioli che pendono da una struttura dalla consistenza gommosa.

In Asia, per via di questa sua forma strana, l’Hericium erinaceus è stato soprannominato con diversi nomignoli, come testa di scimmia, criniera di leone, barba di vecchio, barba bianca, ecc..

In Giappone è invece conosciuto come “Yamabushitake“, il cui nome deriva dall’unione della parola “take”, che significa fungo, e “yamabushi”, che indica i monaci eremiti giapponesi che vivevano sulle montagne.

Oltre ad essere estremamente importante in micoterapia, si tratta anche di un fungo molto buono da usare in cucina, con un sapore tendenzialmente dolce, secondo alcuni esperti molto simile al sapore della polpa di granchio.

Proprietà dell’Hericium erinaceus

hericium proprietà

In micoterapia l’Hericium viene impiegato principalmente per le sue proprietà benefiche nei confronti del sistema gastrointestinale e dei centri nervosi.

Questo soprattutto grazie alla sua particolarissima composizione chimica. Ecco alcuni dei principi attivi più importanti presenti nel fungo

Principi attivi

  • Polisaccaridi: erinacina H (un diterpenoide);
  • Amminoacidi essenziali;
  • Sali minerali: zinco, potassio, ferro, germanio, selenio e fosforo;
  • Beta-d-glucani ad azione antitumorale;
  • Fattori neutrofici che stimolano il fattore di crescita neuronale (NGF)
  • Acido sialico;
  • Steroli (ergosterolo e beta-sitosterolo);
  • Vitamine del gruppo B (B1,B2 e B3), precursori dellavitamina D (D2 e D3);
  • Superossido dismutasi;

Usi terapeutici

Vediamo ora nello specifico i principali benefici dell’Hericium e in quali casi può essere impiegato, sia a scopo preventivo che terapeutico:

Benefici dell’Hericium

  1. Protezione del sistema nervoso
  2. Trattamento della Sclerosi multipla
  3. Benessere gastrointestinale
  4. Proprietà antibatteriche
  5. Proprietà antitumorali
  6. Protegge il cuore
  7. Proprietà immunostimolanti

1 – Protezione del sistema nervoso

hericiuim sistema nervoso

Questa azione è legata alla presenza dell’erinacina H, la quale stimola la sintesi dell’NGF e della mielina da parte delle cellule nervose.

L’NGF è una sostanza importante presente soprattutto a livello della corteccia frontale, ipotalamo e midollo spinale la cui sintesi viene regolata da ormoni endogeni quali quelli tiroidei, corticosterodi, neuropeptidi e citochine.

Svolge un’azione neuropotettiva ed antinfiammatoria prevenendo il danno cerebrale da ischemia, riducendo l’accumulo dei radicali liberi causa di stress.

Inoltre riduce l’attivazione dell’enzima iNOS e la produzione di nitrotirosina, un prodotto rilevato in alcune patologie dove è causa di stress ossidativo dipendente dall’ossido nitrico.

In tale ambito l’Hericium erinaceus può essere utilizzato per la prevenzione e il trattamento di:

  • stati d’ansia;
  • depressione;
  • forte stress;
  • deficit della memoria;
  • deficit di concetrazione (utile per gli studenti);
  • insonnia;
  • morbo di Alzheimer;
  • morbo di Parkinson;
  • demenza senile;
  • migliora la comprensione e la comunicazione.
  • Salute del Cervello

    I funghi Hericium erinaceus contengono composti – come ericenoni ed erinacini – che possono stimolare la crescita delle cellule cerebrali 15.

    In questo modo hanno il potenziale per favorire il recupero da lesioni neuronali, ad esempio stimolando la crescita e la riparazione delle cellule nervose dopo traumi o ictus 16, 17.

    Allo stesso tempo, questi funghi sembrano proteggere i neuroni dai danni associati all’invecchiamento e alle malattie neurodegenerative. In effetti, la criniera di leone ha migliorato la crescita e la rigenerazione dei nervi nei modelli animali, sia nel cervello che in tutto il resto del corpo 16, 3, 18, 19.

    Secondo studi preliminari sui topi, Hericium erinaceus può prevenire i danni neuronali causati dalle placche di beta-amiloide, che si accumulano nel cervello durante la malattia di Alzheimer 20, 21, 22. In queste circostanze, può anche migliorare la memoria e la funzione cognitiva 6, 21.

    In un modello murino di malattia di Parkinson, il trattamento con criniera di leone ha ridotto la perdita di cellule dopaminergiche e attenuato i deficit motori, suggerendo un possibile beneficio nel rallentare la progressione della malattia 23.

    Uno studio clinico è stato condotto su donne giapponesi di età compresa tra 50 e 80 anni con diagnosi di decadimento cognitivo lieve. La ricerca ha rilevato che l’integrazione con 1 g di fungo criniera di leone al giorno per 49 settimane ha migliorato significativamente i punteggi cognitivi rispetto a un placebo 5.

    Tuttavia, la funzione cognitiva è diminuita nuovamente al termine del trattamento, quindi può essere necessaria un’assunzione continua.

    Ansia e Depressione

    Un piccolo studio di 4 settimane è stato condotto su donne in menopausa, che sono state istruite a mangiare biscotti contenenti funghi Hericium erinaceus ogni giorno per 1 mese.

    Grazie al trattamento, le donne hanno riferito una riduzione di sintomi come perdita di concentrazione, irritabilità, palpitazioni e ansia 24.

    In un altro studio su 77 persone in sovrappeso od obese, l’assunzione per 8 settimane di 3 capsule al giorno da 400 mg di Hericium erinaceus ha contribuito ad alleviare la depressione, l’ansia e i disturbi del sonno 25.

    Tutti questi risultati sono corroborati dalla ricerca sugli animali e in vitro.

    Ricerche preliminari hanno infatti scoperto che l’estratto di criniera di leone ha effetti antinfiammatori che possono ridurre i sintomi di ansia e depressione nei topi 26. Un componente di questo estratto (chiamato amicenone) ha in effetti prodotto effetti antidepressivi nei topi 27.

    Altri studi sugli animali hanno scoperto che l’estratto di criniera di leone può aiutare a rigenerare le cellule cerebrali e migliorare il funzionamento dell’ippocampo (una regione del cervello che elabora i ricordi e le risposte emotive) 28, 6.

    2 – Sclerosi multipla

    Il fungo Hericium migliora i processi di mielinizzazione a livello del sistema nervoso e si è quindi rivelato utile nei pazienti con sclerosi multipla.

    A livello cerebrale questo fungo esercita un’azione anti infiammatoria, interferendo quindi sulla flogosi immuno mediata che si verifica nel sistema nervoso di questi pazienti.

    L’azione di neuroprotezione sembra attribuibile ad Hericenoni che preservano le struttura nervose dalla morte legata a stress reticolo endoteliale od a tossici chimici.

    3- Benessere gastrointestinale

    problematiche gastroenteriche

    Il fungo Hericium svolge un’importante azione protettiva ed antinfiammatoria nei confronti delle mucose di tutto l’apparato digerente.

    Pertanto il suo impiego è molto utile in tutte le problematiche gastrointestinali, come:

    • bruciore e acidità gastrica.

    La capacità di questo fungo di rigenerare la mucosa intestinale e di ripristinare una corretta flora intestinale, lo rendono utile nel trattamento delle disbiosi intestinale con conseguenti alterazioni infiammatorie della mucosa, oltre che nella Leaky Gut Syndrome (sindrome di permeabilità intestinale).

    4 – Proprietà antibatteriche

    L’Hericium erinaceus possiede anche delle interessanti proprietà antibatteriche, e viene usato in micoterapia soprattutto nelle infezioni da Stafilococcus aureus resistente agli antibiotici classici.

    L’Hericium è utile anche in caso di infezione da Salmonella, dato che ne riduce la moltiplicazione. Non ha azione diretta contro questi batteri, ma è in grado di stimolare l’attivazione delle cellule immunitarie innate, stimolando l’assorbimento dei batteri nelle cellule macrofagiche e mostrando una maggiore attività contro i batteri.

    5 – Antitumorale

    L’Hericium contiene polisaccaridi solubili immunomodulanti, per i quali sono stati descritti effetti anti-metastatici nei confronti di cellule di carcinoma polmonare (in vitro e in vivo) ed effetti anti-mutageni in vitro si sono evidenziati da parte di composti termo-labili, preferenzialmente presenti nell’estratto alcolico del micelio e del corpo fruttifero.

    6 – Protezione del cuore

    La presenza dell’ericenone B fa sì che il fungo abbia un’azione antipiastrinica ed antinfiammatoria in grado di bloccare l’acido arachidonico con conseguente formazione dei fattori pro infiammatori.

    riduce il colesterolo cattivo (LDL) mentre aumenta quello buono (HDL) prevenendo così l’ostruzione dei vasi sanguigni con conseguenti eventi aterosclerotici.

    7 – Immunostimolante

    I polisaccaridi contenuti nell’Hericium stimolano l’attività macrofagica e la produzione di TNF-α e di IL1-β. Il fungo determina un aumento netto del numero di macrofagi e linfociti T.

    8 – Infiammazione e Stress Ossidativo

    53.

    I funghi Hericium erinaceus contengono potenti composti antinfiammatori e antiossidanti che possono aiutare a ridurre l’impatto di queste malattie 54.

    A tal proposito, uno studio del 2012 che esaminava le capacità antiossidanti di 14 diverse specie di funghi ha scoperto che la criniera di leone aveva la quarta più alta attività antiossidante e raccomandava che fosse considerata una buona fonte alimentare di antiossidanti 55.

    Negli studi su animali, la criniera di leone o i suoi attivi hanno:

    • ridotto diversi marcatori di infiammazione e stress ossidativo 33, 56, 57.

    9 – Glicemia

    Il fungo criniera di leone può essere utile per la gestione del diabete, migliorando il controllo della glicemia e aiutando a proteggere dalle complicanze della malattia. Infatti, studi preliminari hanno evidenziato come Hericium erinaceus possa ridurre i livelli di glucosio nel sangue di quasi il 50%, sia nei topi normali che in quelli diabetici 3.

    Un modo in cui la criniera di leone abbassa lo zucchero nel sangue è bloccando l’attività dell’enzima alfa-glucosidasi, fondamentale per digerire i carboidrati nell’intestino tenue 45. Livelli di zucchero nel sangue cronicamente elevati alla fine causano complicazioni come malattie renali, danni ai nervi delle mani e dei piedi, e perdita della vista.

    Nei topi con danni ai nervi (neuropatia diabetica), 6 settimane di integrazione con estratti di Hericium erinaceus hanno ridotto significativamente il dolore, abbassato i livelli glicemici e aumentato i livelli di antiossidanti 46.

    Utilizzo

    Dell’ Hericium erinaceus si può acquistare nella forma di polvere, o come estratto secco (contenuto in capsule, o compresse), oppure l’estratto liquido da assumere col conta gocce.

    Dove si compra?

    Puoi acquistare l’Hericium erinaceus in polvere, certificato di origine biologica, direttamente sul sito web dell’azienda agricola Erbe di Mauro. Clicca qui per ordinare.

    Controindicazioni

    In generale l’Hericium erinaceus è un rimedio naturale sicuro e ben tollerato. In rari casi il fungo può dare effetti collaterali quali il prurito cutaneo, legato alla presenza dell’NGF.

    Data la presenza di fattori di crescita neurologica, alcuni esperti sconsigliano l’uso dell’Hericium in caso di cancro al cervello.

    L’Hericium è un integratore alimentare utilizzabile anche nel periodo della gravidanza e dell’allattamento. Tuttavia è sempre meglio prima chiedere il parere del proprio medico.

    Modo d’uso

    Attualmente, Hericium erinaceus viene ampiamente utilizzato come integratore alimentare. Tuttavia, la mancanza di standardizzazione degli estratti e l’assenza di una sperimentazione clinica adeguata impediscono di definire una dose efficace.

    Sulla base dei pochi studi clinici realizzati, sembra adeguata una dose di circa 400-1.000 mg al giorno 5, 25

    Effetti Collaterali

    La criniera di leone è un fungo commestibile, considerato relativamente sicuro se cucinato e assunto in piccole quantità. Tuttavia, a parte la lunga tradizione d’uso nella medicina popolare cinese, mancano dati sulla sicurezza dei suoi estratti assunti come integratore.

    Negli studi sui ratti non sono stati osservati effetti avversi, nemmeno a dosi elevate (fino a 5 grammi per kg di peso corporeo al giorno per 1 mese o dosaggi inferiori per 3 mesi) 63, 64, 65. Negli esseri umani, sono state documentate reazioni allergiche, con difficoltà respiratorie o eruzioni cutanee dopo l’esposizione a questi funghi 66, 67.

    Nei pochi studi clinici condotti, Hericium erinaceus è risultato ottimamente tollerato e privo di effetti collaterali.

    Hericium: l’opinione del dott. Ivo Bianchi

    Intervistato da Telecolor, in questo video spezzone il dott. Ivo Bianchi – esperto di micoterapia ed editore del libro “Guarire con i Funghi Medicinali” – ci da la sua opinione sulle proprietà più interessanti dell’Hericium e sul suo corretto utilizzo.

    Guarire con i Funghi Medicinali

    Guarire con i Funghi Medicinali

    Bibliografia

    1. Neurohealth Properties of Hericium erinaceus Mycelia Enriched with Erinacines;
    2. Hericium erinaceus (Bull.: Fr.) Pers., a medicinal mushroom, activates peripheral nerve regeneration.
    3.  Neuroprotective Metabolites of Hericium erinaceus Promote Neuro-Healthy Aging.
    4. The influence of Hericium erinaceus extract on myelination process in vitro;
    5.  An endoplasmic reticulum (ER) stress-suppressive compound and its analogues from the mushroom Hericium erinaceum.
    6. Gastroprotective Effects of Lion’s Mane Mushroom Hericium erinaceus (Bull.:Fr.) Pers. (Aphyllophoromycetideae) Extract against Ethanol-Induced Ulcer in Rats;
    7.  Anti-Gastric Ulcer Activity of Polysaccharide Fraction Isolated from Mycelium Culture of Lion’s Mane Medicinal Mushroom, Hericium erinaceus (Higher Basidiomycetes);
    8. Polysaccharide of Hericium erinaceus attenuates colitis in C57BL/6 mice via regulation of oxidative stress, inflammation-related signaling pathways and modulating the composition of the gut microbiota;
    9.  In vitro anti-Helicobacter pylori effects of medicinal mushroom extracts, with special emphasis on the Lion’s Mane mushroom, Hericium erinaceus (higher Basidiomycetes);
    10.  Antibiofilm activity and bioactive phenolic compounds of ethanol extract from the Hericium erinaceus basidiome;
    11. Production of cyathane type secondary metabolites by submerged cultures of Hericium erinaceus and evaluation of their antibacterial activity by direct bioautography;
    12. Anticancer potential of Hericium erinaceus extracts against human gastrointestinal cancers;
    13.  Hericium erinaceus (Lion’s Mane) mushroom extracts inhibit metastasis of cancer cells to the lung in CT-26 colon cancer-tansplanted mice;
    14. Inhibitory effect on in vitro LDL oxidation and HMG Co-A reductase activity of the liquid-liquid partitioned fractions of Hericium erinaceus (Bull.) Persoon (lion’s mane mushroom);
    15. Immunomodulatory effects of Hericium erinaceus derived polysaccharides are mediated by intestinal immunology.

    Fonti:




    Aglio Nero invecchiato: tanta salute a prova di bacio

    Credit immagine: Erbe di Mauro

    Che cos’è l’aglio nero, invecchiato o fermentato?

    L’aglio nero invecchiato, noto anche come aglio stagionato o aglio fermentato, è apparso per la prima volta in Giappone negli anni 2000 ed è molto apprezzato dagli asiatici.

    Contrariamente a quanto potrebbe suggerire il nome, l’aglio nero non è una varietà particolare di aglio: si tratta di un aglio bianco invecchiato (Allium sativum) o, più precisamente, di un aglio bianco fermentato. La fermentazione è un processo di trasformazione naturale utilizzato fin dalla notte dei tempi.

    Un certo mistero circonda la scoperta e la produzione dell’aglio nero: sembra che sia stato creato per la prima volta in Giappone, utilizzando l’acqua di mare.

    Il processo di fermentazione (più precisamente, una reazione di Maillard) avviene utilizzando solo bulbi d’aglio freschi posti in uno spazio chiuso con un’umidità superiore al 70% e una temperatura compresa tra i 60°C e gli 80°C per almeno 45 giorni.
    È durante la fermentazione e a causa dell’ossidazione he la polpa dell’aglio assume un colore nero ebano, mentre la buccia esterna diventa marrone e il suo sapore pungente lascia il posto a una dolcezza che ricorda la salsa di soia o l’aceto balsamico, con un leggero retrogusto di liquirizia, molto apprezzata nella cucina orientale.

    In termini di benefici per la salute, la fermentazione decuplica i benefici dell’aglio fresco: dal punto di vista nutrizionale l’aglio nero concentra vitamine e vari composti antiossidanti.

    Questo accade perché il processo di invecchiamento che trasforma l’aglio bianco in aglio nero comporta una diminuzione del composto allicina (responsabile dell’odore unico dell’aglio) e un aumento di altri composti, come la S-allil-cisteina (SAC) solubile in acqua.

    La SAC è un potente antiossidante, facilmente assorbibile e meno tossico di altri composti comunemente presenti nell’aglio. Molti dei benefici dell’aglio nero si basano sulla SAC, che diventa del resto il componente più abbondante dopo il processo di invecchiamento.

    L’aglio bianco e l’aglio nero hanno quindi la stessa forma ma si distinguono per il colore e la consistenza: l‘interno dell’aglio nero è di colore nero intenso, la sua buccia è di colore marrone scuro e la sua consistenza complessiva è molto più morbida di quella dell’aglio bianco e ricorda quella di una prugna o di un’albicocca secca.

    Come l’aglio bianco, l’aglio nero può essere utilizzato in cucina, ma la sua complessità aromatica, che combina dolcezza e acidità, non è gradita a tutti e deve essere attentamente bilanciata.

    Da sinistra: Sezione visibile di Aglio a 3, 10, 20, 30 giorni.

    È meglio l’Aglio Nero o Bianco?

    Ci sono notevoli differenze tra l’aglio bianco e l’aglio nero che menzioneremo. Il contenuto inferiore di allicina significa che non emana quel forte odore.

    L’allicina nell’aglio nero viene convertita in composti antiossidanti come la S-allilcisteina, alcaloidi bioattivi e composti flavonoidi.

    Cioè, non solo ci liberiamo di quell’odore forte (che è attraente per alcune persone), ma convertiamo l’allicina in altre sostanze utili.

    Le proprietà fisico-chimiche dell’aglio nero, ottenute nella sua lavorazione, lo rendono dotato di una bioattività superiore rispetto all’aglio bianco.

    L’aglio nero contiene oggettivamente un numero maggiore di composti funzionali come il SAC rispetto all’aglio bianco.

    Ma attenzione, questo dipende direttamente dalle condizioni termiche nella lavorazione dell’aglio bianco (temperatura e umidità controllate).

    Quali sono i benefici dell’aglio nero per la salute?

    L’aglio fresco contiene diverse vitamine, come la vitamina A, le vitamine del gruppo B e la vitamina C. Possiede anche riconosciute proprietà antisettiche e l’inulina, una fibra prebiotica che favorisce la salute dell’apparato digerente.

    L’aglio nero invecchiato presenta la stessa ricchezza nutrizionale, ma amplificata e con effetti benefici più duraturi.
    Contiene una serie di principi attivi, tra cui:

    • fenoli,
    • flavonoidi,
    • piruvato,
    • S-allil-cisteina (SAC),
    • 5-idrossimetilfurfurale (5-HMF).

    Una delle principali proprietà dell’aglio nero è l’alta concentrazione di antiossidanti naturali che aiutano a proteggere dall’invecchiamento cellulare e a combattere i radicali liberi. In questo senso i suoi benefici sono simili a quelli dell’aglio comune, anche se numerosi studi hanno dimostrato che la quantità di antiossidanti è molto più elevata nell’aglio nero, rendendolo un alimento salutare o un integratore alimentare a tutti gli effetti.

    L’aglio invecchiato infatti contribuisce a:

    • ridurre il colesterolo cattivo e i trigliceridi nel sangue e aumentare il colesterolo buono;
    • combattere batteri, virus e funghi patogeni;
    • sostenere il sistema immunitario;
    • combattere lo stress ossidativo causato dai radicali liberi grazie al suo elevato contenuto di antiossidanti;
    • “fluidificare” il sangue;
    • abbassare la pressione sanguigna.

    L’aglio nero invecchiato è molto utile come integratore per mantenere una buona salute cardiovascolare e non dà alito cattivo, in quanto non contiene più allicina.

    È un potente antiossidante che può aiutare a proteggere l’organismo dai radicali liberi e a ridurre la pressione sanguigna.

    Gli integratori di aglio nero stimolano il sistema immunitario a combattere più efficacemente le infezioni batteriche e virali, favorendo al contempo una migliore circolazione sanguigna grazie ai bassi livelli di colesterolo cattivo.
    Aiutano inoltre ad alleviare i sintomi associati ai dolori articolari e favoriscono una migliore qualità del sonno, altamente benefica per il sistema nervoso centrale e il cervello.

    Infine, l’estratto di aglio nero contribuisce a migliorare la digestione e ad aumentare l’efficienza metabolica.

    L’integrazione con estratto di aglio nero è decisamente benefica per la nostra salute generale.

    Come dovrebbe essere consumato l’Aglio Nero?

    Puoi consumarlo direttamente, spalmato su pane tostato o come condimento in diverse ricette. Se hai abilità culinarie puoi preparare un aioli all’aglio nero o un risotto all’aglio scuro.

    A che ora assumerlo?

    Puoi prenderlo in qualsiasi momento della giornata: colazione, pranzo o cena.

    È meglio prenderlo a stomaco vuoto?

    L’aglio nero è preferibilmente consumato con il cibo, per migliorarne l’assorbimento e la biodisponibilità.

    Per quanto tempo assumerlo?

    Non è necessario un numero minimo di settimane per raccogliere i benefici dell’aglio nero. Neanche un massimo.

    Controindicazioni dell’Aglio Nero

    Finora nella letteratura scientifica non è stata descritta alcuna controindicazione o problema derivante dal consumo di aglio (bianco o nero).

    Tuttavia, in alcune persone, l’aglio causa o peggiora il reflusso gastroesofageo. La conclusione logica è che se soffri di questo problema, sii più cauto con le quantità di aglio che consumi.

    Riduzione del colesterolo LDL

    L’aglio nero contiene grandi quantità di SAC (S-allil-cisteina), un composto organosolforico derivato dall’aminoacido cisteina, che agisce nell’organismo come le statine, i principi attivi dei farmaci prescritti per mantenere normali i livelli di colesterolo nel sangue.

    La SAC stimola la sintesi del colesterolo buono (HDL) e inibisce la produzione di quello cattivo (LDL) e la sua azione sui lipidi va oltre: l’aglio invecchiato contribuisce anche a ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue.

    Gli studi confermano i suoi effetti benefici nella regolazione del colesterolo cattivo, ed ecco i principali condotti finora.

    1. In uno studio, a sessanta volontari è stato somministrato aglio nero o un placebo due volte al giorno per 12 settimane. I ricercatori hanno riscontrato che nel gruppo che ha assunto aglio nero i livelli di lipoproteine ad alta densità (il colesterolo “buono”) sono aumentati in modo significativo e hanno ipotizzato che l’aglio nero possa avere effetti benefici sul sistema cardiovascolare.
    2. In un altro esperimento, l’aglio nero è stato somministrato contemporaneamente a una dieta ad alto contenuto di grassi, per verificare se avesse un qualche impatto sui livelli di colesterolo nel sangue. I risultati hanno rispecchiato ampiamente quelli dello studio precedente: i livelli di colesterolo buono sono aumentati, mentre quelli di colesterolo cattivo sono diminuiti. Anche i livelli di colesterolo totale sono diminuiti nei soggetti a cui è stato somministrato l’estratto di aglio.
    3. Un’ultima prova proviene dalla Corea, dove gli scienziati hanno cercato di valutare i potenziali benefici dell’aglio nero sui ratti obesi. Hanno scoperto che l’aglio nero riduceva i livelli di trigliceridi e di colesterolo totale rispetto al gruppo di controllo.

    Benefici riconosciuti per la salute cardiovascolare

    Oltre all’effetto di riduzione dei lipidi e all’azione benefica nella lotta contro l’arteriosclerosi, l’aglio nero possiede interessanti virtù per la salute cardiaca e vascolare in generale.

    Ha un’azione anticoagulante che aiuta a fluidificare il sangue ed è utile per chi soffre di ipertensione, in quanto contribuisce ad abbassare la pressione sanguigna.

    Eccezionali proprietà antiossidanti

    L’aglio bianco è noto per il suo elevato contenuto di antiossidanti ma, grazie all’invecchiamento accelerato in un’atmosfera confinata, l’aglio nero presenta una concentrazione ancora maggiore di antiossidanti, in particolare polifenoli, flavonoidi e selenio.

    Ma a cosa servono esattamente gli antiossidanti? Gli antiossidanti sono sostanze in grado di combattere i radicali liberi responsabili dello stress ossidativo. Questo fenomeno causa l’invecchiamento precoce delle nostre cellule, in particolare della pelle e del cervello. Inoltre, favorisce la formazione di placche aterosclerotiche nelle vene e nelle arterie attraverso l’ossidazione del colesterolo.

    Integrare antiossidanti protegge il sistema cardiovascolare e il sistema nervoso.

    L’aglio nero rafforza il sistema immunitario

    Stimolando la produzione di globuli bianchi, l’aglio nero rafforza il sistema immunitario.

    Il suo effetto immunostimolante è stato oggetto di uno studio: a soggetti sani è stata somministrata una o l’altra delle due sostanze prima di sottoporli a un’analisi del sangue. Gli esperti hanno poi valutato gli effetti dell’estratto di aglio sui globuli bianchi. Hanno scoperto che l’estratto di aglio nero “mostrava attività immunostimolanti più forti rispetto all’aglio crudo”.

    Particolarmente utile come integratore durante i mesi invernali, ha proprietà antibatteriche, antivirali e antimicotiche che aiutano a prevenire e accelerare la guarigione di infezioni batteriche, virus e funghi.

    Attività antinfiammatoria e altre proprietà dell’aglio nero

    Il piruvato e il 5-idrossimetilfurfurale sono due antinfiammatori naturali presenti nell’aglio nero. Sono in grado di inibire i mediatori dell’infiammazione e possono quindi contribuire a combattere alcuni processi infiammatori di origine patologica.

    Ma l’aglio nero non ha ancora svelato tutti i suoi segreti, come dimostrano i diversi studi scientifici condotti su questo alicamenrto. Negli ultimi anni, i gruppi di ricerca hanno dimostrato che l’aglio invecchiato potrebbe avere :

    • un’azione lipidica, con evidenza di un miglioramento del profilo lipidico.

    Referenze

    1. Per alicamenti si intende uno specifico genere di alimenti particolarmente indicati per il loro alto contenuto nutritivo e la loro azione benefica. Sono alimenti puri, completamente privi di sostanze nocive (come metalli pesanti, aflatossine, pesticidi, microbi), di manipolazioni genetiche e, inoltre, contengono un bassissimo indice glicemico. L”etimologia di “alicamento” deriva dalla crasi tra “alimento” e “medicamento”, per l’influsso benefico che hanno sulla nostra salute.
    2. Tanvir Ahmed , Chin-Kun Wang – Black Garlic and Its Bioactive Compounds on Human Health Diseases: A Review – Molecules – 2021 Aug ; 26(16): 5028.
    3. A.W. Ha, Tian Ying, Woo Kyoung Kim – The effects of black garlic (Allium sativium) extracts on lipid metabolism in rats fed a high fat diet Nutr Res Pract – 2015 Feb; 9(1): 30–36.
    4. Technological Centre of Nutrition and Health, Spain – Effect of a Black Garlic Extract on Cholesterol LDL Levels – February 28, 2022
    5. Dan Brennan – Health Benefits of Black Garlic – WebMD Editorial Contributors – August 22, 2020
    6. Leyla Bayan, Peir Hossain Koulivand and Ali Gorji – Garlic: a review of potential therapeutic effects – Avicenna J Phytomed. 2014 Jan-Feb; 4(1): 1–14.
    7. J. Hyeon Ryu, D. Kang, Physicochemical Properties, Biological Activity, Health Benefits, and General Limitations of Aged Black Garlic: A Review, Molecules, June 2017, 22(6): 919.
    8. Y.M. Jung, et al., Fermented garlic protects diabetic, obese mice when fed a high-fat diet by antioxidant effects, Nutr Res, 2011, 31: 387–396.
    9. Kimura, S., Tung, Y. C., Pan, M. H., Su, N. W., Lai, Y. J., & Cheng, K. C. (2017). Black garlic: A critical review of its production, bioactivity, and application. In Journal of Food and Drug Analysis.
    10. Wang, X., et al., (2012). Aged black garlic extract induces inhibition of gastric cancer cell growth in vitro and in vivo. Molecular Medicine Reports.
    11. Zhang, X., et al., (2016). Effects of temperature on the quality of black garlic. Journal of the Science of Food and Agriculture.

    FONTE: NATURLAB e HSN StoreBlog


    Aglio Nero Italiano, fermentato, 100-500g

    Erbe di Mauro

    USA CODICE SCONTO 73DTMQZ1
    (-10% su tutti i prodotti non in promozione)

    rating (59)

    coltivato in ambiente sano prodotto 100% naturale, senza conservanti 100% vegan

    Prodotto: Nero di Voghiera in bulbi

  • Origine Italia, Voghiera (FE)
  • Materia prima utilizzata: “Aglio di Voghiera D.O.P.” ortaggio a bulbo della specie Allium sativum L. tipico riconosciuto come prodotto DOP
  • Mantenere in luogo fresco e asciutto
  • Peso totale: 100g e 500g

Consigli d’uso

Basta pelare lo spicchio (la pelle viene via con grande facilità) e sminuzzarlo o anche solo schiacciarlo con la lama del coltello usata di piatto: infatti, con la fermentazione avrà perso ogni fibrosità diventando morbidissimo, quasi cremoso.

Avvertenze

Diventa medico di te stesso
Il falso mito del colesterolo cattivo e la carenza di vitamina C

 

Il dr Nacci scrive in un linguaggio molto semplice ed alla portata di tutti per arrivare a più persone ed in merito al colesterolo, ritiene importante sottolineare quanto segue.

Ma tutto ciò non avviene mai.
la carenza cronica di vitamina C
nell’uomo e nella scimmia .


LA MINACCIA DELLE STATINE

TRATTO DAL LIBRO : DIVENTA MEDICO DI TE STESSO di Giuseppe Nacci


Diventa Medico di Te Stesso — Libro

Giuseppe Nacci

Premio quale miglior libro a tema scientifico dell’anno 2006. Vedi attestato

 

  • Come rafforzare il proprio sistema immunitario,
  • quali cibi mangiare e quali invece evitare,
  • imparare a leggere le etichette apposte sugli alimenti,
  • porre la propria attenzione sulla provenienza dei cibi,
  • imparare a difendersi dalla malattie:
  • sono questi alcuni dei temi trattati dall’Autore in questo suo lavoro.

Un volume dedicato a quanti vogliano approfondire l’argomento salute, ponendosi l’Autore l’obbiettivo di fornire una guida alla conoscenza di quelli che sono gli elementi necessari all’organismo perché possa mantenersi in perfetta efficienza, ma una volume utile anche ai medici di base ed agli operatori sanitari, che debbono confrontarsi ogni giorno con i loro pazienti e con le loro rispettive patologie.

Le conclusioni, cui l’Autore perviene, sono il frutto di anni di ricerca e di studio basato non solo su migliaia di studi scientifici – condotti, a livello mondiale e sin dall’inizio del XX secolo, da ricercatori di fama internazionale –, ma anche sui risultati di attente ricerche svolte in campo farmaceutico ed erboristico: l’Autore, puntuale nell’osservare finanche i rimedi utilizzati nelle tradizioni popolari di diverse culture – orientali ed occidentali –, si è prefissato lo scopo di cogliere quegli elementi d’unione tra scienza medica e medicina popolare che possano rappresentare una base dalla quale muovere al fine di ottenere un rimedio efficace anche contro il cancro.


Siamo abituati a sentire solo le cose cattive sul colesterolo. Ma la verità è che il nostro corpo ha…

 

Le statine, noti farmaci con diversi nomi commerciali, non abbassano i rischi di avere attacchi cardiaci ed ictus. Lo evidenziano…

 

 

Per conoscere il rapporto tra Colesterolo Totale e Colesterolo HDL basta dividere il colesterolo totale per il valore del colesterolo…

 

Colesterolo e suicidio articolo del Dr David Grimes La falsa idea che il colesterolo sia cattivo si è radicata nella…

 

Gli effetti della supplementazione di vitamina C sui valori del colesterolo LDL sono stati ben indagati nel corso di una metanalisi già nel 2008.

Confrontando i risultati di 13 studi clinici pubblicati tra il 1970 e il 2007 e condotti su persone con ipercolesterolemia, la ricerca ha dimostrato che la somministrazione di 500 milligrammi di acido ascorbico per un periodo minimo di 4 settimane produce una riduzione dei livelli di colesterolo LDL.

ricerca apparsa su The American Journal of Clinical Nutrition che aveva verificato l’associazione di elevati livelli di vitamina C nel sangue ad alti valori di colesterolo HDL.

La vitamina C riduce il colesterolo | Luca Avoledo – Salute, alimentazione e rimedi naturali

 


 




Nattochinasi – A Cosa Serve, Benefici, Dosi, Controindicazioni

Da Magazine X115 e da HSN Store Blog

INDICE ARTICOLO

Colesterolo e Trigliceridi

Oltre ai suoi effetti anti-aterosclerotici, l’estratto di natto ha un effetto favorevole sui lipidi.

  • 27, 28, 29, 30, 31, 14.
  • 12.
  • 12.
  • In uno studio clinico, 47 soggetti con livelli elevati di colesterolo (iperlipidemia) hanno ricevuto solo nattochinasi, nattochinasi ed estratto di riso rosso fermentato o placebo per 6 mesi. Il trattamento con nattochinasi ha iniziato a ridurre i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue solo nell’ultimo mese dello studio. Tuttavia, la terapia combinata (nattochinasi e riso rosso fermentato) ha ridotto i livelli di LDL, colesterolo totale e trigliceridi, e aumentato l’HDL dal primo mese in poi 32.
  • 33.
  • Altri studi non hanno ottenuto una riduzione significativa dei livelli di colesterolo o hanno mostrato solo una diminuzione dei livelli di trigliceridi, probabilmente a causa dell’impiego di dosi insufficienti 32, 20. 

Per il sistema nervoso

La nattokinasi, grazie alle sue proprietà fibrinolitiche, ha dimostrato di avere un effetto positivo per combattere l’apparizione di fibrille amiloidi nelle terminazioni nervose dei neuroni.

Le fibrille amiloidi vengono create per difetti genetici e vengono potenziate da cause ambientali, per la maggior parte ancora da determinare, generando l’apparizione di amiloidosi, una condizione associata a un’alterazione proteica anormale di amiloide con importanti effetti negativi sulla salute, soprattutto legati a una patologia tra le più conosciute come l’Alzheimer.

È possibile che la nattokinasi sia un agente preventivo dello sviluppo dell’Alzheimer in persone predisposte a presentare una condizione amiloide anormale.

Dosi e Modo d’uso

La Nattokinasi è un enzima che può essere usato in qualunque momento del giorno come integratore, non presenta un momento né un modo d’uso migliore di un altro.

Tieni presente che prima di isolare le sue proprietà, esercitava i propri effetti positivi attraverso il consumo del Nattō, assunto con altri alimenti durante i pasti.

Allo stesso modo, esitono studi che somministrano la nattokinasi a digiuno, soprattutto per evitare di contaminare con altri nutrienti i risultati da misurare, non perché tale momento della giornata sia superiore a un altro.

In definitiva, puoi usare la nattokinasi quando vuoi, la mattina o la sera, durante o lontano dai pasti, basta che l’uso sia giornaliero e a lungo termine.

Per quanto riguarda la dose, non esiste una raccomandazione assoluta, ma è stata accettata la quantità di nattokinasi raccomandata in funzione alla sua attività fibrinolitica:

2000 Unità di Degradazione di Fibrina (o UF).

Per quanto tempo si può assumere?

Devi considerare che gli studi scientifici realizzati per dimostrare gli effetti positivi a breve termine del nattokinasi sono durati fra 1 e 7 mesi e che gli effetti più notevoli della nattokinasi sono stati estratti a partire da studi osservazionali della popolazione giapponese che consuma Nattō durante tutta la vita. Pertanto, una raccomandazione buona e sensata, sapendo che la nattokinasi non ha effetti avversi riportati sul consumo a lungo termine, è usare nattokinasi quotidianamente durante tutto il tempo possibile, per anni se possibile.


Non ci sono prove sufficienti per suggerire una dose ottimale di nattochinasi orale. L’attività della nattochinasi è misurata in FU, sigla che indica il numero di unità fibrinolitiche (FU).

In genere, gli studi sugli esseri umani tendono a utilizzare circa 5.000 FU al giorno, solitamente suddivise in due dosi separate assunte durante i pasti.

  • Sulla base di alcuni studi sull’uomo, 2.000 FU/die hanno prodotto i maggiori benefici cardiovascolari e antitrombotici 23, 11, 34.

Tuttavia, è ormai noto che è necessaria un’elevata dose di nattochinasi per ottenere effetti ipolipemici 3.

  • Ad esempio, in uno studio a lungo termine, dosi inferiori a 3.600 FU al giorno sono risultate inefficaci nell’abbassare i lipidi e sopprimere la progressione dell’aterosclerosi, mentre la dose di 10.800 FU/giorno è risultata sicura e ben tollerata 24.
  • In un recente rapporto volto a determinare l’effetto di NK sulla progressione dell’aterosclerosi subclinica, si è concluso che l’integrazione di nattochinasi alla dose di 2.000 FU non ha alcun effetto sulla progressione dell’aterosclerosi subclinica in individui sani a basso rischio cardiovascolare 35.
  • Come Agisce

    La nattokinasi ha un’elevata stabilità gastrointestinale (anche per quanto riguarda le variazioni di pH e temperatura) e presenta un discreto assorbimento nel tratto intestinale 12, 36.

    Nonostante il suo nome, non è un enzima chinasi ma appartiene alla famiglia di enzimi della serina proteasi, che lavorano per degradare altre proteine.

    L’attività fibrinolitica della nattokinasi è correlata a un complesso meccanismo d’azione 5, 6, 37:

    • aumenta l’attivatore tissutale del plasminogeno (t-PA, che scompone la fibrina) 36 .

    29, 12, 38.

    I prodotti di degradazione della nattokinasi, in seguito alla distruzione da parte del calore o dell’acido, possono abbassare la pressione sanguigna riducendo l’attività della renina e dell’angiotensina II.

    Alcuni Autori hanno proposto che l’estratto di natto sopprima l’ispessimento intimale attraverso un effetto sinergico attribuito alle sue proprietà antiossidanti e anti-apoptotiche 39.

    Un altro studio ha dimostrato che la nattochinasi ha prevenuto l’arteriosclerosi mediante l’azione antiossidante diretta, portando a una ridotta perossidazione lipidica e a un miglioramento del metabolismo lipidico (inibizione dell’ossidazione delle LDL) 38.

    Controindicazioni e Avvertenze

    Poiché la nattochinasi può fluidificare il sangue, non dev’essere associata ad altri agenti fluidificanti del sangue come l’aspirina o il warfarin. Ciò può aumentare il rischio di emorragia, come il sanguinamento cerebrale nei pazienti con malattia dei piccoli vasi 40.

    Inoltre, l’associazione di nattochinasi ed eparina ne aumenta significativamente l’attività fibrinolitica 41.

    Secondo un rapporto, esiste anche il rischio di coagulazione delle valvole cardiache meccaniche se la nattochinasi viene usata in sostituzione del warfarin 42.

    La nattochinasi ha effetti farmacologici che potrebbero aumentare il rischio di sanguinamento quando somministrata con farmaci anticoagulanti e antipiastrinici.

    Più in generale, è caldamente sconsigliato intraprendere l’integrazione di nattochinasi in aggiunta (o peggio ancora in sostituzione) del trattamento farmacologico prescritto dal medico, a meno che non sia specificamente consigliato dallo specialista.

    I pazienti trattati con warfarin dovrebbero evitare di consumare natto perché può diminuire l’INR, a causa dell’elevato contenuto di vitamina K2. Inoltre, il natto contiene B. subtilis vivente, che continua a sintetizzare la vitamina K2 nell’intestino per diversi giorni dopo l’assunzione 43, 44.

    Infine, si consiglia di evitare l’uso di nattochinasi in gravidanza e allattamento, considerata l’assenza di dati sulla sicurezza e l’efficacia.

    Effetti Collaterali

    Il natto è considerato generalmente sicuro da assumere come alimento. Ciò si basa sulla mancanza di effetti collaterali segnalati da studi clinici sull’uomo e sul fatto che fa parte della dieta giapponese da migliaia di anni 23, 20, 46.

    Inoltre, è stato dimostrato che non vi è alcuna preoccupazione per la tossicità quando gli adulti assumono 1.000-14.000 FU di nattochinasi al giorno 46.

    Nei ratti non sono stati osservati effetti collaterali utilizzando dosi significativamente più elevate, pari a 22.000 FU/kg/giorno (equivalenti a 1,43 milioni di FU al giorno nell’uomo) 46.

    Riferimenti bibliografici


    NATTOKINASE – 90 capsule

    Marca: Good Health Naturally

    Nattokinase è un potente enzima fibrinolinico estratto in una forma altamente purificata dal natto, un alimento tradizionale giapponese.

      • Un enzima potente estratto dal natto, un alimento tradizionale giapponese 
      • Nattokinase agisce nel processo di dissoluzione dei coaguli sanguigni
      • La rutina favorisce la fisiologica permeabilità dei capillari sanguigni
      • Nattokinase migliora la circolazione sanguigna

PRINCIPI ATTIVI: Nattokinase, Rutina

IL NATTO

Il natto è un alimento tipico dell’alimentazione giapponese fatto a partire da fagioli di soia fermentati. È un alimento dall’odore pungente e dalla consistenza particolare “che fila” che “o si ama o si odia” anche tra i giapponesi, proprio per le sue particolarità organolettiche. 
Come molti alti prodotti tipici della cucina giapponese, tra cui il miso, la salsa di soia o il sakè anche il natto è un alimento fermentato, viene cioè trasformato dall’attività di un batterio chiamato bacillus subtilis natto. Come gran parte dei cibi fermentati il natto è un cibo dalle importanti qualità terapeutiche, ha un’importante funzione regolatrice sulla flora e sulle funzioni intestinali, migliora il sistema immunitario ed è l’elemento di partenza per l’estrazione della nattokinasi.

EFFICACIA

La fibrinolisi è il meccanismo fisiologico che concorre al mantenimento della normale fluidità del sangue all’interno dei vasi. Il questo processo la fibrina, in forma di coagulo o di trombo, è enzimaticamente degradata in prodotti solubili. Il corpo umano produce diversi enzimi per la creazione di trombi ma solo un’importante enzima è responsabile per la dissoluzione di questi coaguli, la plasmina. Le proprietà di nattokinase agiscono similmente all’azione della plasmina [1].
La nattokinase favorisce la naturale abilità del corpo nella dissoluzione dei coaguli sanguigni dissolvendo direttamente la fibrina ed è utile, inoltre, nel promuovere la produzione della plasmina.
Le capsule NattokinaseTM contengono un altro principio attivo, la rutina, un bioflavonoide presente in diverse piante, tra cui quelle appartenenti alla famiglia delle Rutaceae, da cui la sostanza prende il nome. La più importante proprietà associata alla rutina è la capacità di favorire la fisiologica permeabilità dei capillari sanguigni migliorando la circolazione [2] e favorendo la cura dei sintomi dei disturbi connessi

INDICAZIONI

Nattokinase è stato usato da secoli in Giappone e negli ultimi anni ha richiamato l’attenzione della scienza che attraverso numerose pubblicazioni ha confermato le qualità terapeutiche di questo enzima. L’impiego principale di Nattokinase è consigliato nei disturbi cardiovascolari [3] che richiedono una terapia atta alla fluidificazione del sangue.

CONTROINDICAZIONI

È consigliato consultare il proprio medico se sottoposti a terapia anticoagulante con farmaci o integratori naturali che potrebbero interagire con il meccanismo d’azione di nattokinase.

USO: 1 capsula 2 volte al giorno 1 ora prima dei pasti o come indicato da un medico competente.

(*) Non indicato in gravidanza, allattamento o con disordini della coagulazione del sangue o a chi è allergico alla soia. Se si sta seguendo una terapia con anticoagulanti consultare il proprio medico prima di assumere questo prodotto.

Riferimenti Bibliografici

  1. Kurosawa Y, Nirengi S, Homma T, et al. A single-dose of oral nattokinase potentiates thrombolysis and anti-coagulation profiles. Scientific Reports. 2015;5:11601. doi:10.1038/srep11601.(vedi fonte)
  2. Jun-Hui Choi, Dae-Won Kim, Se-Eun Park, Hyo-Jeong Lee, Ki-Man Kim, Kyung-Je Kim, Myung-Kon Kim, Sung-Jun Kim, Seung Kim. Anti-thrombotic effect of rutin isolated from Dendropanax morbifera Leveille. Journal of Bioscience and Bioengineering, Volume 120, Issue 2, Pages 181-186
    (vedi fonte)
  3. Sumi, H.; Hamada, H.; Nakanishi, K. and Hiratani, H. (1990). Enhancement of the fibrinolytic activity in plasma by oral administration of Nattokinase.Acta.Haematol. 84, 139-143.(vedi fonte)

 




Cosa fare con l’Omocisteina Alta

Blackboard with the chemical formula of Homocysteine.  Crediti immagine Laboratorio Valsambro

L’Omocisteina è un aminoacido contenente zolfo, non fornito dalla dieta.

Viene sintetizzata nell’organismo durante il metabolismo della Metionina (un amminoacido essenziale introdotto attraverso gli alimenti).

I cibi ricchi di Metionina includono carne, albumi e prodotti della pesca.

Sebbene l’Omocisteina sia naturalmente presente nel nostro corpo, l’Omocisteina alta nel sangue è associata a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, tra cui trombosi venosa, aterosclerosi, ipertensione, malattia coronarica e ictus.

A Cosa Serve

L’Omocisteina rappresenta un intermedio metabolico nella sintesi della cisteina (un altro amminoacido) a partire dalla Metionina.

La cisteina, a sua volta, è importante per la sintesi di glutatione e taurina.

L’Omocisteina può essere convertita in cisteina o riciclata in Metionina con l’ausilio di specifiche vitamine del gruppo B.

Metabolismo

Il metabolismo dell’Omocisteina richiede specifici enzimi e adeguate quantità di alcune vitamine, in particolare vitamina B6, vitamina B12 e acido folico (vitamina B9).

Di conseguenza, l’Omocisteina alta può dipendere da carenze vitaminiche, come quella di Folati e vitamine B6 e B12.

Se il normale metabolismo dell’Omocisteina viene alterato, questo amminoacido si accumula nel sangue e l’Omocisteina alta può provocare danni alle pareti dei vasi sanguigni.

Fa Male alla Salute?

Un livello troppo alto di Omocisteina nel sangue è chiamato Iperomocisteinemia.

Si tratta di una condizione sfavorevole per la salute, in quanto l’Omocisteina alta è stata ripetutamente collegata a un aumentato rischio di:

  • mortalità per qualsiasi causa 6, 7, 8, 9, 10, 11.

Fa Davvero Male al Cuore?

Gli studi osservazionali hanno dimostrato che livelli elevati di Omocisteina nel sangue sono collegati a un rischio maggiore di malattie cardiache e ictus 12, 13, 14.

È stato ipotizzato che tale rischio derivi da un’attività predisponente dell’Omocisteina sullo sviluppo dell’aterosclerosi.

A causa di queste controversie, l’American Heart Association non considera l’Omocisteina un fattore importante per le malattie cardiache 20, 21.

Una meta-analisi di studi randomizzati controllati ha riportato che, su chi ha già avuto un ictus, l’integrazione di vitamine B (B6, B9 e B12) riduce del 13% il rischio di un nuovo ictus e del 17% il rischio di morte cardiovascolare 53.

Fa Ingrassare

Di per sé, l’Omocisteina alta non fa ingrassare. Tuttavia, le persone obese o sovrappreso tendono ad avere livelli di Omocisteina più alti rispetto alle persone normopeso 54, 55. Allo stesso tempo, tendono ad avere livelli ridotti di vitamina B12 e acido folico.

Valori Normali

L’Omocisteina viene comunemente dosata nel sangue.

Di norma non si richiede il digiuno, ma un pasto ricco di proteine può aumentare significativamente i livelli di Omocisteina. Pertanto, alcuni medici raccomandano il digiuno durante la notte prima di un esame del sangue, per garantire risultati più accurati.

In base alle fonti e al laboratorio, esistono classificazioni leggermente variabili degli intervalli di normalità ma in linea generale:

il valore normale di Omocisteina è inferiore a 15 micromoli per litro (µmol/L).
Nota bene:
poiché ogni laboratorio usa diversi reagenti ed ottiene differenti range consultare il proprio referto.

Un livello superiore viene definito iperomocisteinemia.

A seconda della gravità, l’iperomocisteinemia può essere 22:

  • Lieve o Moderata: 15-30 µmol/l;
  • Intermedia: 30 – 100 µmol/l;
  • Grave o Severa: > 100 µmol/l.

Secondo gli studi, l’iperomocisteinemia lieve interessa il 5-7% della popolazione generale 56.

Cause

Le più comuni cause di Omocisteina alta comprendono:

  • Stile di vita, soprattutto fattori come:
  • Determinati farmaci, tra cui:

alimentazione come Causa di Omocisteina Alta

L’Omocisteina alta può dipendere dalla carenza di alcune vitamine del gruppo B, in particolare di:

  • Folati (vitamina B9) 1, 23.

Gli studi hanno osservato che l’Iperomocisteinemia è più comune tra chi segue una dieta vegetariana o vegana, probabilmente a causa dei livelli più bassi di vitamina B12.

Anche una maggiore assunzione di caffè è stata associata a una più elevata concentrazione di Omocisteina nel sangue.
Tuttavia, non sembra esserci alcuna associazione significativa tra il consumo moderato di caffè (da 3 a 4 tazze al giorno) e il rischio di malattia coronarica 23.

Sintomi

Alti livelli di Omocisteina di per sé non provocano sintomi.

Tuttavia potrebbero manifestarsi i sintomi della sottostante condizione che ha causato l’innalzamento dell’Omocisteina.

I sintomi di una carenza di Folati e vitamina B12, ad esempio, comprendono:

  • pelle pallida,
  • debolezza,
  • facile affaticamento,
  • lingua gonfia e piaghe in bocca,
  • cambiamenti d’umore,
  • parestesie (formicolii),
  • problemi di crescita nei bambini.

Come Abbassare l’Omocisteina

Dieta e Integratori

Il modo migliore per prevenire l’aumento dell’Omocisteina è assicurarsi che la dieta contenga adeguate quantità di Folati (vitamina B9), vitamina B12 e vitamina B6.

  • Le stesse vitamine sono anche disponibili sottoforma di integratori. Un dosaggio indicativo potrebbe essere quello di 3,4mg/die di vitamina B6, 400 mcg/die di acido folico e 9mg/die di vitamina B12 46a.

    Pur risultando efficaci nel diminuire l’Omocisteina alta, questi integratori non sembrano prevenire le malattie e i disturbi associati all’Omocisteina alta, come le patologie cardiache, la disfunzione cognitiva, la demenza e l’osteoporosi 47, 17.

    La betaina (così come il suo precursore colina) è un altro integratore efficace per abbassare l’Omocisteina, così come l’N-Acetilcisteina (NAC).

    La N-acetilcisteina orale sembra anche ridurre l’omocisteina, che quando presente ad alti livelli rappresenta un fattore di rischio indipendente per le patologie cardiovascolari 51.

    In uno studio su 60 persone con malattie cardiache, l’integrazione di NAC (600mg/die) e acido folico (5mg/die) per 8 settimane ha abbassato i livelli di omocisteina e migliorato la salute dei vasi sanguigni 52.

    In un altro studio su quasi 100 pazienti che avevano avuto un infarto, la NAC ha accelerato il recupero, riducendo la durata delle degenze e quasi dimezzando il rischio di un nuovo infarto 53.

    Anche l’olio di pesce, ricco di omega-3, può diminuire i livelli di Omocisteina 47a.

    Consigli su Cosa Mangiare

    Secondo uno studio, il 45,4% di tutte le morti cardiometaboliche (per malattie cardiache, ictus e diabete di tipo 2) verificatesi negli USA nel 2012 era attribuibile a una dieta non ottimale, in particolare
    ai seguenti fattori di rischio53:

    • elevata assunzione di sodio (9,5%),
    • bassa assunzione di noci e semi (8,5%),
    • alta assunzione di carni lavorate (8,2%),
    • bassa assunzione di grassi omega-3 (7,8%),
    • basso apporto di verdure (7,6%) e frutta (7,5%),
    • alto consumo di bevande dolcificate artificialmente (7,4%).

    Attività Fisica

    Sebbene l’esercizio fisico aumenti l’Omocisteina nel breve periodo, a lungo termine si associa a livelli più bassi di Omocisteina e a un aumento del colesterolo HDL.

    Una revisione sistematica di 34 studi ha scoperto che un esercizio fisico regolare può essere in grado di ridurre i livelli di Omocisteina 48.

    Uno studio specifico sui pazienti con morbo di Parkinson ha scoperto che i pazienti che svolgevano attività fisica regolare mostravano livelli più bassi di Omocisteina 49.

    Smettere di Fumare

    Sia il fumo che l’esposizione al fumo passivo possono essere causa di Omocisteina alta 26, 27.

    Pertanto, smettere di fumare può aiutare a ridurre i livelli di Omocisteina 50.

    Gestione dello Stress

    Diversi studi hanno scoperto che lo stress può aumentare i livelli di Omocisteina.

    Pertanto, utilizzare delle tecniche per ridurre o gestire meglio lo stress può essere utile per abbassare l’Omocisteina, oltre a migliorare la salute in generale.

    Uno studio, ad esempio, ha dimostrato che lo yoga può aiutare a ridurre i livelli elevati di omocisteina51. Anche il Tai Chisi è dimostrato efficace in tal senso 52.

    Fonte: Magazine X115



Omocisteina Stop MTHFR-T

Con vitamine B6, B12 e acido folico

Ingredienti: Betaina, magnesio glicerofosfato, cellulosa microcristallina°, gomma arabica°, SAMe (S-adenosil Metionina disolfato tosilato), vitamina C (acido ascorbico), colina tartrato, zinco gluconato, (L-)serina, vitamina B3 (niacina, nicotinamide), vitamina B5 (pantotenato di calcio), vitamina B6 attivata (piridossale-5-fosfato), vitamina B2 attivata (riboflavina 5-fosfato di sodio), vitamina B1 (tiamina cloridrato), acido folico attivato (L-metilfolato di calcio), biotina, vitamina B12 attivata (5-deossiadenosilcobalamina e metilcobalamina). °Agente di carica. °°Antiagglomerante.

  • Folato metabolicamente attivo
  • Elevata biodisponibilità
  • Fornisce 1.000 mcg di Folato per porzione

l’acido folico ad alte dosi può mascherare la carenza di vitamina B-12. Consultare il medico in caso di gravidanza/allattamento, assunzione di farmaci (in particolare fenobarbital, fenitoina, primidone e metotrexato) o patologie mediche (in particolare qualsiasi condizione che coinvolga malassorbimento di nutrienti).


Sifar Nutra B Active Trio

30 Compresse Sublinguali

Forme di Vitamina B12 attiva, cioè Metilcobalamina, Adenosilcobalamina, Idrossicobalamina.

ad Alta concentrazione di forme attive 

500 μg Adenosilcobalamina e 500 μg Metilcobalamina

1000 μg per ogni capsula

(Il simbolo μg è uguale a mcg ovvero microgrammi)


Vitamina B 12 Attivata Giorgini

  • 100 ml in forma liquida, 100 dosi,
  • 1 ml al giorno in qualunque momento, direttamente in bocca o diluito in acqua. Contagocce graduato incluso nella confezione.
  • Ogni dose contiene 1000 mcg di 5-deossiadenosilcobalamina, metilcobalamina

 


Nutrisorb B 12 – Biocare – flacone da 15 ml

  • basso dosaggio (adatto a bambini e neonati)
  • contiene 25 ug idrossicobalamina (vit B 12 attivata)

 


L’Importanza della Vitamina B12

Una risorsa indispensabile per il nostro benessere – Come riconoscerne le carenze e porvi rimedio in modo naturale

Simona Vignali

Lo sapevi che anche chi non è vegetariano o vegano può soffrire di una carenza di vitamina B12?

La cattiva alimentazione, lo stress, le alterazioni del tratto digerente e di quello intestinale, più frequenti di quanto si creda, possono impedire o ridurre notevolmente l’assimilazione di questa vitamina, con gravi conseguenze. La carenza di vitamina B12 provoca una serie di sintomi che possono ripercuotersi sul sistema nervoso, il sistema motorio, la produzione di energia, il metabolismo, gli stati dell’umore, perfino il grado di fertilità. E può colpire a tutte le età, con danni irreversibili al feto, se presente durante la gravidanza.

Depressione, ansia, fatica cronica, ritardo dello sviluppo, autismo, sindrome di Asperger, disturbo da deficit di attenzione, sterilità, neuropatia, gambe irrequiete, perdita di appetito. E se fosse carenza di vitamina B12? Niente paura.

Questa condizione può essere facilmente curata, purché la diagnosi sia precoce.

Simona Vignali, naturopata di grande esperienza, ci insegna a conoscere questa vitamina indispensabile per il nostro benessere, a riconoscerne i segni di carenza a tutte le età e a capire qual è il dosaggio corretto per ogni condizione. Spiega inoltre quale forma di integratore di B12 è più efficace e dove trovarla negli alimenti.


 




Le proprietà della Cannella

 

Cannella è il nome comune dato alla corteccia interna di alcune piante del genere Cinnamomum (famiglia Lauracee).

Usata come spezia, la cannella ha un aroma secco e pungente che ricorda quello dei chiodi di garofano, con una nota pepata.

L’uso della cannella in erboristeria è molto popolare ed è stato collegato ad alcuni importanti benefici per la salute, tra cui un minor rischio di diabete, cancro e malattie cardiache 1, 2.

L’odore e il sapore distinti della cannella sono dovuti principalmente al suo alto contenuto di olio essenziale (0,5-1%), ricco di cinnamaldeide 3.

Gli scienziati ritengono che la cinnamaldeide sia anche responsabile della maggior parte dei potenti effetti della cannella sulla salute e sul metabolismo, che esamineremo nel prosieguo dell’articolo.

Tipi di Cannella

Esistono due tipi principali di cannella 4:

La più comune tra le due è la cannella cinese, che ha un aroma più aspro ma risulta meno costosa rispetto alla cannella vera.

Ben più pregiata è la cannella di Ceylon, che ha un aroma ugualmente profumato, ma meno aspro e più dolce. Cresce principalmente nello Sri Lanka, contiene meno cumarina e presenta meno rischi di tossicità 5, 6.

Cannella di Saigon

La cannella di Saigon, nota anche come cannella vietnamita o cassia vietnamita, proviene dall’albero Cinnamomum loureiroi 5.

Questa varietà di cannella viene utilizzata principalmente per la sua corteccia aromatica, che ha un sapore abbastanza simile a quello della Cinnamomum cassia, ma un aroma più pronunciato e complesso.

In effetti, la cannella di Saigon contiene maggiori livelli di cinnamaldeide rispetto ad altre varietà. Questo composto è responsabile del suo forte sapore e aroma, e ha potenti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie 5.

Per contro, la cannella di saigon ha anche un maggior contenuto di cumarina, che come vedremo è moderatamente tossica per il fegato e i reni 6.

Come si Produce

La cannella si ottiene tagliando i fusti degli alberi, rimuovendo le parti legnose più esterne fino a ottenere un piccolo strato di corteccia interna.

Dopo essere stati tagliati, i fusti ancora umidi vengono immediatamente lavorati.

Gli addetti ai lavori raschiano la corteccia esterna del fusto, quindi lo battono in modo uniforme con un martello per allentare la corteccia interna, che viene poi staccata in lunghi rotoli.

A Cosa Serve

L’uso della cannella è vecchio almeno quanto la storia documentata dell’uomo.

7.

Cannella in Cucina

La cannella viene comunemente usata come spezia, ad esempio per la preparazione di salse, minestre, contorni e, soprattutto, dolci. Comune è anche il suo impiego come aromatizzante nel tè.

La tradizione occidentale preferisce impiegarla nei dolci di frutta (specie di mele), nella preparazione di cioccolato, biscotti, caramelle e praline, e come aroma in creme, panna montata, meringhe, gelati e numerosi liquori.

La tradizione orientale e creola la usa anche nel salato, in accompagnamento a carni di pollo e agnello, affumicate e non.

Negli Stati Uniti, cannella e zucchero vengono spesso utilizzati per aromatizzare cereali e piatti a base di pane, come toast e frutta, in particolare mele.

Cannella in Fitoterapia

La cannella è stata usata nella medicina popolare per migliaia di anni ed è nota per i suoi benefici per la salute.

La scienza moderna ha confermato molte delle proprietà e degli usi tradizionali di questa spezia, che sembra utile per:

Modo d’Uso

La dose standard di cannella a fini antidiabetici è di 1-6 g al giorno, assunta insieme a pasti contenenti carboidrati.

16.

La cannella di Ceylon è un’opzione migliore rispetto alla cannella cassia, a causa del basso contenuto di cumarina.

Avvertenze

Tenere gli integratori di cannella fuori dalla portata dei bambini al di sotto dei 3 anni.

In nessun caso gli integratori di cannella possono sostituire uno stile di vita sano e una dieta variata.

Se usati con finalità dimagranti, gli integratori di cannella devono essere impiegati nell’ambito di una dieta ipocalorica adeguata, seguendo uno stile di vita sano con un buon livello di attività fisica.

Se la cannella viene associata a una dieta seguita per periodi prolungati, superiori alle tre settimane, si consiglia di sentire il parere del medico o di un nutrizionista.

Non eccedere la dose giornaliera raccomandata.

Controindicazioni

È norma prudenziale sconsigliare il consumo di cannella, sottoforma di integratori, anche durante la gravidanza e l’allattamento.

Visto il potenziale effetto ipoglicemizzante della cannella, se si è in trattamento con farmaci ipoglicemizzanti (tipici del trattamento del diabete), prima dell’eventuale uso è consigliabile consultare il medico.

Vista la potenziale attività epato-tossica della cannella, i pazienti che stanno assumendo medicinali che possono influire sul fegato, come paracetamolo, acetaminofene e statine, dovrebbero limitare l’uso di cannella e preferire quella di ceylon 86. Analogo discorso per i pazienti affetti da malattie epatiche.

Più in generale, l’assunzione di questi integratori in presenza di situazioni particolari o se si sta seguendo una terapia farmacologica è consigliata sotto controllo del medico che, conoscendo approfonditamente il quadro clinico del Paziente, saprà dare i migliori consigli.

Effetti Collaterali

La ricerca mostra che la cannella, ai dosaggi suggeriti, risulta generalmente sicura e ben tollerata.

Tuttavia, la ricerca ha osservato che, a causa del contenuto di cumarina, mangiare troppa cannella può danneggiare il fegato e aumentare il rischio di cancro 9, 60, 10.

Studi sui roditori hanno anche scoperto che mangiare troppa cumarina può causare lo sviluppo di tumori cancerosi nei polmoni, nel fegato e nei reni 87, 88, 89.

Il problema della Cumarina

La cannella cassia è una ricca fonte di cumarina. Contiene circa 5 mg di cumarina per cucchiaino (2 grammi), mentre la cannella di Ceylon ne contiene livelli molto bassi, fino a 63 volte inferiori 17.

Si segnala comunque un’ampia variabilità tra un prodotto e l’altro in merito al contenuto di cumarina.

Il limite prudenziale giornaliero per l’apporto di cumarina è di 0,1 mg/kg di peso corporeo o 7,5 mg al giorno per una persona adulta di 75 kg 9.

Ciò significa che un cucchiaino e mezzo di cannella cassia potrebbe superare il limite giornaliero di sicurezza per un individuo adulto.

Fa Male?

Una revisione a ombrella di meta-analisi e revisioni sistematiche di studi clinici randomizzati del 2021 fornisce la prova di massimo livello scientifico a sostegno del fatto che l’uso della cannella è sicuro e non ha reazioni avverse 94.

Infatti, non sono stati rilevati effetti tossici o collaterali significativi tra il gruppo cannella e il gruppo placebo, indipendentemente dalla dose e dalla durata del trattamento.

Alcune persone sensibili alla cinnamaldeide hanno sperimentato piaghe alla bocca in seguito al consumo di cannella 90, 91, 92.

Mangiare troppa cannella potrebbe anche causare riduzioni eccessive della glicemia. Questa condizione è nota come ipoglicemia e può portare a stanchezza, vertigini e svenimento 93.

Le persone maggiormente a rischio di ipoglicemia sono quelle che assumono medicinali per il diabete. Questo perché la cannella può aumentare gli effetti di questi medicinali e causare un abbassamento eccessivo della glicemia.


2 capsule al giorno a stomaco vuoto, preferibilmente prima dei pasti principali.

INGREDIENTI: Cannella (Cinnamomum verum J.Presl) corteccia e.s. E:D 1:4; agente di rivestimento: idrossipro-pilmetilcellulosa; acido alfa-lipoico, Momordica (Momordica charantia L.) frutto e.s. tit. al 3 % in principi amari, Gymnema (Gymnema sylvestre (Retz) R.Br.) foglie e.s. tit 25 % in acido gymnemico, Moringa (Moringa oleifera Lam.) foglie ply, Moringa (Moringa oleifera Lam.) semi e.s. tit. 10 % in glicosidi totali e 40 % in polisaccaridi ; agente antiagglomerante: talco; cromo picolinato.

 

Aiuta a mantenere i valori degli zuccheri nel sangue.

Cromo, Cannella e Acido Lipoico Complex è una formulazione a base di:

  • Cromo un minerale che aiuta a mantenere i valori degli zuccheri nel sangue e favorisce il corretto peso corporeo. 
  • Astaxantina, un antiossidante che potenzia i benefici delle altre sostanze.
  • Zinco e The Verde che svolgono una elevata azione antiossidante.

 

Altri prodotti con la Cannella

Demicos

Contiene: Tea Tree, Cannella, Anice, Pompelmo

Benefici:

2 capsule al giorno (1cps a pranzo, 1 cps a cena)

 

Cannella, Zinco, Selenio, Cromo, Iodio e Vitamina B1

Metabolismo dei carboidrati

Momordica è un integratore a base di: 

Benefici: Momordica è indicato per favorire il normale metabolismo dei carboidrati.

 

  • Confezione: 50 g

 

 

 

  • Confezione: 40 g

 

 




Omega 3 protegge il Cuore e riduce il Colesterolo

Gli acidi grassi omega 3 hanno molti benefici sul cuore e prevengono il rischio di soffrire i seguenti disturbi:

  • Disturbi cardiovascolari
  • Infarto
  • Aritmia
  • Alti livelli di lipidi nel sangue
  • Alti livelli di colesterolo
  • Ipertensione
  • Trombosi e le placche ateriosclerotiche che possono provocare un attacco al cuore e un ictus cerebrale
  • Sindrome X cardiovascolare

I farmaci non sono l’unico trattamento per prevenire le malattie cardiovascolari. Attualmente, milioni di persone stanno già ricorrendo all’assunzione di omega 3 per prevenire e trattare problemi cardiaci.

Negli anni ’70, i ricercatori iniziarono a studiare le proprietà dell’olio di pesce quando si resero conto che gli eschimesi della Groenlandia avevano un numero inspiegabilmente basso di problemi cardiovascolari nonostante il consumo di quasi mezzo chilo di carne di balena, includendo l’olio e le interiora, una dieta che apparentemente dovrebbe innalzare il livello di colesterolo.

Inoltre, è stato scoperto che gli eschimesi non solo non avevano praticamente alcuna malattia cardiaca, ma che non soffrivano neanche di artrite o malattie infiammatorie croniche come borsite, infiammazione delle articolazioni, degenerazione maculare e altri disturbi simili.

Le autorità sanitarie hanno confermato gli effetti benefici che hanno gli omega 3 sulla salute del cuore

Le autorità sanitarie e una moltitudine di studi clinici, hanno confermato i benefici che hanno gli omega 3 per ridurre le malattie cardiovascolari.

L’infarto al miocardio è la principale causa di morte nei paesi industrializzati. Gli studi clinici[15] recenti hanno dimostrato che gli acidi grassi omega 3 proteggono il buon funzionamento del cuore a molti livelli, tanto per prevenire la comparsa delle malattie cardiovascolari come per il trattamento e recupero da questi tipi di patologie:

  • Riducono i lipidi nel sangue
  • Riducono i livelli di zuccheri nel sangue
  • Diminuiscono il livello di infiammazione nel corpo
  • Riducono la pressione arteriosa
  • Riducono la coagulazione del sangue e il rischio di soffrire una trombosi
  • Migliorano il funzionamento del flusso sanguigno

Gli acidi grassi omega 3 prevengono contro la comparsa di malattie cardiovascolari

Gli acidi grassi omega 3 sono stati oggetto di numerosi studi clinici grazie alla loro enorme capacità di ridurre e prevenire contro la comparsa di patologie cardiovascolari.

In uno studio condotto su un numero di persone sopravvissute ad un attacco di cuore, è stato dimostrato che coloro che avevano assunto un grammo al giorno di omega 3, ebbero la metà del tasso di mortalità rispetto alle persone che non l’avevano assunto.[16]

La ricerca ha dimostrato che nei paesi in cui si consuma molto pesce ogni giorno, come in Giappone, si soffrono meno malattie cardiovascolari. Per questo motivo, le autorità sanitarie raccomandano di mangiare pesce almeno due giorni alla settimana, in particolare pesci grassi, come il salmone, la trota, l’aringa, lo sgombro e le sardine.

Nel caso di persone che hanno già problemi cardiaci, è molto importante che consumino abitualmente pesce, frutti di mare o integratori di omega 3.

Omega 3 e salute cardiovascolare
L’acido grasso omega-3 è molto importante per la salute cardiovascolare: secondo alcuni studi[17], per la protezione del cuore è consigliabile ingerire almeno 1g di EPA + DHA

Effetti degli Omega 3 sulla salute cardiovascolare:

Diminuzione del pericolo di soffrire una malattia cardiovascolare o di morire di infarto[6]

Nei paesi occidentali, i disturbi cardiovascolari sono la principale causa di morte. Una forma naturale di prevenire la comparsa di una malattia cardiovascolare consiste nel mangiare pesce regolarmente o prendere acidi grassi omega 3.[18][19]

Gli omega 3 prevengono contro la comparsa di aritmie e formazione di coaguli pericolosi nelle arterie, che sono due cause frequenti di soffrire un infarto. Il consumo abituale degli acidi omega 3 evita che, nel caso di soffrire un attacco cardiaco, questo risulti mortale.

Migliora il ritmo cardiaco e riduce le aritmie

Un ritmo cardiaco estremamente rapido o irregolare può causare la morte. Gli omega 3 contribuiscono a mantenere un ritmo cardiaco stabile e previene contro la comparsa di aritmie.

Le aritmie o i ritmi cardiaci incontrollati sono la seconda causa di morte dopo l’infarto. Gli acidi omega 3 stabilizzano il ritmo cardiaco de evitano l’insorgenza di quest patologia.

Migliorano la frequenza del ritmo cardiaco

La frequenza cardiaca è la quantità di battiti del cuore al minuto ed è quella che causa la quantità di sangue per minuto che pompa il cuore. Questa frequenza cardiaca è lenta in persone che sono sane fisicamente e rapida in persone in sovrappeso. La frequenza cardiaca normale oscilla tra i 60 e gli 80 battiti al minuto e, in generale va aumentando con l’età.

La frequenza cardiaca si adatta alle circostanze, quanto maggiore è l’adattabilità del cuore, in migliori condizioni si trova. Il consumo di acidi omega 3 contribuisce a mantenere una frequenza cardiaca bassa e salutare e fornisce una maggiore adattabilità del cuore alla frequenza cardiaca. Entrambi i fattori sono essenziali per mantenere la salute del cuore ed evitare un infarto.

Riduce il rischio di soffrire un infarto[20]

È dimostrato che le persone che non hanno precedenti di patologie cardiovascolari possono evitare un primo attacco di cuore se includono nella propria dieta, in modo abituale, pesce o acidi grassi omega 3.[21]

Nel caso di quelle persone che hanno sofferto un attacco al cuore, prendere omega 3 riduce il pericolo di soffrirne un altro e la probabilità che si formino coaguli di sangue.

Inoltre, l’omega 3 riduce anche l’infiammazione lieve collegata con le patologie cardiovascolari, equilibra il livello dei lipidi nel sangue.

Riduce il rischio di soffrire un ictus

L’attacco cerebrovascolare o ictus si produce a causa della formazione di un coagulo di sangue in una arteria del cervello. I coaguli possono svilupparsi direttamente nel cervello o essere trasportati da altre parti del corpo fino al cervello.

Gli attacchi cerebrovascolari possono causare la morte o produrre una grave disabilità. Nella maggior parte dei paesi occidentali, gli attacchi cerebrovascolari ischemici sono molto frequenti e si producono per la formazione di coaguli di sangue o mancanza di ossigeno.

Gli studi clinici realizzati sul tema, hanno dimostrato che le persone che mangiano pesce almeno una volta a settimana hanno un 30% in meno di probabilità di soffrire un ictus o un attacco cardiaco rispetto alle persone che lo mangiano una volta al mese.[15]

Migliora i livelli di lipidi nel sangue

Il sangue trasporta diversi tipi di lipidi, fra i quali si includono anche i grassi e il colesterolo. Gli alti livelli di lipidi nel sangue producono depositi nelle pareti arteriose che si denominano placche. Con il tempo, le placche ostruiscono le arterie e riducono il flusso sanguigno e la somministrazione di ossigeno al cuore.

Possiamo somministrare al nostro organismo dosi di omega 3 prendendolo mediante un integratore dietetico (3-4g/giorno). Con ciò, si può migliorare il livello di lipidi nel sangue e ridurre i livelli di trigliceridi, di grassi, mentre allo stesso tempo aumenta il colesterolo buono, colesterolo HDL. Tuttavia, questo non diminuisce il colesterolo cattivo, LDL.

La miglioria dei livelli di lipidi nel sangue è particolarmente importante per le persone che soffrono diabete di tipo 2, visto che hanno livelli alti di trigliceridi e bassi livelli di HDL.

Diminuisce la coagulazione del sangue

La coagulazione sanguignea è di importanza vitale, ma quando è eccessiva può aumentare la probabilità di soffrire una occlusione arteriosa che può causare la morte se un coagulo blocca completamente un vaso sanguigno nel cuore, nei polmoni o nel cervello.

Gli omega 3 riducono l’aderenza delle placchette nelle arterie e riducono la possibilità che si formino coaguli di sangue. Gli acidi grassi omega 3 stimolano anche il flusso sanguigno e contribuiscono a che i globuli rossi siano più flessibili e fluiscano facilmente attraverso i vasi sanguigni.

Gli acidi grassi omega 3 influenzano la coagulazione del sangue solamente quando si assumono in quantità estremamente grandi (circa 10 grammi al giorno), o se si stanno prendendo anticoagulanti.

Riducono l’infiammazione

L’infiammazione dei vasi sanguigni può sviluppare lentamente una malattia cardiovascolare e ostacolare il corretto funzionamento dei vasi sanguigni.

I livelli elevati nel sangue della proteina PCR possono produrre processi infiammatori nell’organismo. Pertanto, un maggior livello di PCR significa una probabilità maggiore di sviluppare problemi cardiaci.

Alcuni studi hanno dimostrato che consumare omega 3 riduce i livelli di PCR in persone con problemi cardiaci. Gli acidi grassi omega 3 cono conosciuti per le loro proprietà antinfiammatorie.[22]

Prevengono la Trombosi e l’Aterogenesi

Gli studi clinici[23] hanno dimostrato che una dieta ricca in pesce previene la comparsa della trombosi. Il consumo consigliato è di tre porzioni di pesce alla settimana. La trombosi si genera quando le vene non sono capaci di facilitare il flusso sanguigno. Quando includiamo nella nostra nutrizione Omega-3, in modo abituale, il rischio di soffrire una trombosi si riduce della metà. Questo si deve a che questi tipi di grassi hanno proprietà anticoagulanti e riducono la coagulazione del sangue e l’infiammazione cronica dei vasi sanguigni.

Arterie ostruite e la soluzione con gli Omega 3
Il consumo di Omega 3 può ridurre la formazione di placche nelle arterie (Aterogenesi), con il gravissimo rischio che rappresenta per la salute.[24]

Omega 3 e colesterolo

L’Omega 3 mantiene controllati i livelli di LDL (lipoproteina di bassa intensità). Il LDL viene chiamato “colesterolo cattivo” ed è l’incaricato di trasportare il colesterolo dal fegato verso diverse parti del corpo. Un livello elevato di LDL non è salutare visto che può provocare patologie cardiache.

L’Omega 3 aumenta i livelli di HDL (lipoproteina di alta densità), o “colesterolo buono” ed elimina la placca dalle pareti arteriose. I bassi livelli di HDL producono più possibilità di soffrire patologie cardiovascolari.

Riduce i trigliceridi

I trigliceridi, insieme con HDL e LDL formano il colesterolo totale nell’organismo e sono una parte molto importante nel profilo sanguigno. Un livello elevato di trigliceridi è un sintomo di possibili problemi cardiaci. È dimostrato che l’Omega 3 riduce il livello di trigliceridi.

Il rapporto tra gli Omega 3 e il colesterolo è stata analizzata in profondità. Gli studi clinici realizzati hanno scoperto che gli acidi grassi Omega 3 sono un integratore dietetico che controlla, in piena sicurezza, la salute del cuore.

L’omega 3 favorisce la rilassatezza dei vasi sanguigni ed evita che si formino coaguli nelle arterie o che si producano battiti cardiaci irregolari (come aritmie cardiache, tachicardia ventricolare e fibrillazione).

Inoltre, gli acidi grassi Omega 3 riducono la formazione della placca nelle arterie e la probabilità di soffrire un infarto, o un attacco cerebrovascolare come conseguenza di un coagulo di sangue.

Possono far risparmiare molte spese sanitarie e in farmaci

Gli studi clinici realizzati hanno dimostrato che gli integratori di Omega 3 possono aumentare la salute del consumatore.

Secondo le investigazioni di questi studi, gli acidi grassi Omega 3 prevengono contro la malattia coronarica e possono rappresentare un considerevole risparmio in spese sanitarie.

Il risparmio sanitario stimato dovuto alla diminuzione della malattia coronarica in persone oltre i 65 anni mediante l’assunzione giornaliera di 1800mg di acidi grassi omega 3 in un periodo di cinque anni potrà arrivare a superare i tre milioni di euro e potrà evitare il ricovero di circa 400 milioni di persone in cinque anni.

Fonte

HsnStoreBlog


L’assunzione giornaliera consigliata di omega 3 è la seguente:

  • Adulti sani normali: Approssimativamente 650 milligrammi di EPA e DHA al giorno
  • Persone con alcune malattie cardiovascolari o con possibilità di soffrirne: 1 grammo al giorno
  • Persone che vogliano ridurre i propri livelli di trigliceridi: 2 grammi al giorno
  • Se desideri ridurre i livelli di colesterolo, è importante prendere una dose maggiore di omega 3, visto che una dose troppo bassa non produrrà l’effetto desiderato.

INTEGRATORI di OMEGA 3:

OMEGA 3 – PRINFIT

Confezioni da 50, 100, 250, 500 perle softgel

3 perle contengono 900 mg di Omega (EPA-DHA)

SCONTO 10% su tutti i prodotti Prinfit usando il codice sconto: Vitamineral


120 perle

4 perle contengono 2880 mg

 


60 capsule

2 capsule contengono 835 mg

 


1 perla contiene 700 mg


Omega-3 EPA &amp; DHA

Omega-3 EPA & DHA

60 capsule VEGAN

2 capsule contengono 835 mg





La Curcuma

Quando si parla di Curcuma ci si riferisce comunemente alla Curcuma longa, una pianeta perenne appartenete alla famiglia delle Zingiberacee. 

Si è rivelata estremamente utile per migliorare la sintomatologia legata a disturbi del ciclo mestruale.

Risulta inoltre un ottimo coadiuvante nel donare benessere alle articolazioni e nell’alleviare gli stati dolorosi associati a contusioni, slogature e dolori muscolari, nonché a artrosi, osteoartriti e artrosi.

 Se associata al pepe nero, che ne amplifica l’assorbimento, il suo effetto risulta potenziato.

Biodisponibilità della curcumina

Tratto da ARTOI

Nonostante tutti i benefici che apporta alla salute e le numerose proprietà farmacologiche della spezia, una delle principali critiche che il mondo scientifico rivolge alla curcumina è la sua scarsa biodisponibilità. Molti studi, sia sull’uomo che sui topi, hanno confermato che dopo l’assunzione orale di una certa quantità di curcuma, la concentrazione dei suoi metaboliti attivi misurata nel sangue o nei tessuti extraintestinali era scarsissima o praticamente nulla.

Le ragioni di questa ridotta biodisponibilità sono:

  • il suo scarso assorbimento a livello intestinale
  • la rapida eliminazione per via fecale: circa il 60% della curcumina ingerita viene eliminata con le feci
  • il suo rapido metabolismo: anche se somministrata per via endovenosa, viene rapidamente metabolizzata e i prodotti del suo metabolismo eliminati con la bile.

Ciò ostacola notevolmente l’applicazione clinica della sostanza (11).

Per assimilarla meglio e potenziarne gli effetti, sono stati studiati numerosi metodi tra i quali l’uso di adiuvanti che ne migliorano l’assorbimento intestinale e ne riducono l’eliminazione. I più noti sono la piperina (alcaloide presente nel pepe nero) e i grassi dell’olio. Accompagnando la curcuma a questi ingredienti è possibile aumentarne la biodisponibilità (12).

Meccanismo d’azione della piperina:

  • La piperina agisce andando ad inibire la glucuronidazione della curcumina nel fegato e nell’intestino. La glucuronidazione è una delle più importanti reazioni mediante le quali l’organismo si disintossica da composti estranei favorendone l’eliminazione. Bloccando questo processo, la curcumina non viene eliminata e può andare in circolo ad esplicare i suoi effetti.

Meccanismo d’azione dell’olio:

  • Poiché la curcumina è una sostanza di natura idrofoba, scarsamente solubile in acqua ma altamente solubile nei lipidi, associandola all’olio di oliva (o qualsiasi altro tipo di grasso) aumenta notevolmente la sua solubilità e ne viene facilitato l’assorbimento.

Altri metodi prevedono l’uso della curcumina liposomiale e di nanoparticelle (13),(14):

  • Nanoparticelle: si tratta di particelle altamente solubili che legano la curcumina e la trasportano dall’intestino alla circolazione sanguigna. Ne aumentano quindi l’assorbimento e ne impediscono l’eliminazione con le feci.
  • Liposomi: sono vescicole a doppio strato fosfolipidico (come le membrane cellulari) che possono trasportare farmaci idrofobici, come in questo caso la curcumina, all’interno delle cellule dove la sostanza viene rilasciata e può esplicare la sua funzione.

Proprietà farmacologiche della curcumina

La curcuma è la spezia più studiata al mondo, in particolare il suo principio attivo curcumina. Un ampio spettro di studi ha infatti dimostrato la capacità della curcumina di indurre numerosi effetti biologici e farmacologici:

  • La curcumina è un potente antiossidante: è in grado di attivare diverse proteine antiossidanti attraverso la via Nrf2. La via Nrf2 è un sistema di difesa cellulare che si attiva in presenza di stress ossidativo, inducendo l’espressione di proteine ad azione antiossidante. La curcumina è in grado di potenziare questo sistema e quindi è molto utile nella prevenzione e trattamento delle patologie caratterizzate da stress ossidativo (invecchiamento, diabete, patologie cardiovascolari, malattie neurodegenerative, cancro. A differenza di molti altri antiossidanti, la curcumina ha una duplice attività in quanto è in grado sia di prevenire la formazione di radicali liberi sia di neutralizzare i radicali liberi già esistenti (1). La proprietà antiossidante è molto superiore rispetto a quella della vitamina E, della vitamina C e del beta-carotene..
  • La curcumina è un potente antinfiammatorio: è in grado di bloccare il fattore di trascrizione NF-kB e quindi la produzione di molecole che aumentano i processi infiammatori (citochine proinfiammatorie) come il TNF e varie interleuchine. Anche in questo caso, la curcumina è molto utile nella prevenzione e trattamento di malattie su base infiammatoria (colite, pancreatite, malattie neurodegenerative, malattie cardiovascolari, malattie autoimmuni, malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn, obesità, diabete, malattie respiratorie tipo asma e bronchite, psoriasi, cancro) (2)
  • Secondo un recente studio del 2019, la curcumina assunta per via orale, una volta raggiunto l’intestino, viene trasformata dai microbi che lo popolano in una serie di metaboliti molto più attivi della curcumina stessa. Questi metaboliti sembrerebbero avere un ruolo neuroprotettivo. La tetraidrocurcumina è il derivato più studiato nella neuroprotezione: sembrerebbe ridurre lo stress ossidativo e i processi di apoptosi nei neuroni, riduce la neuroinfiammazione e migliora la funzione neurocomportamentale. Inoltre, sempre la tetraidrocurcumina, può prevenire la neurodegenerazione tipica della malattia di Parkinson. Sembrerebbe anche essere utile nel morbo di Alzheimer in quanto mantiene normale la struttura e funzione dei vasi cerebrali e delle sinapsi (3).
  • La curcumina, dopo ingestione per via orale, può esercitare effetti regolatori sul microbiota intestinale, le cui alterazioni sono collegate a numerose malattie metaboliche e non. In uno studio comparativo sul microbiota intestinale di topi ai quali viene somministrata curcumina, è stata osservata una variazione significativa della composizione del microbiota rispetto ai topi di controllo ai quali non è stato somministrato nulla. In particolare, nei topi che hanno ricevuto la curcumina, si è verificata una riduzione di batteri appartenenti alla famiglia Prevotellaceae, Bacteroidaceae e Rikenellaceae, spesso coinvolti nell’insorgenza di diversi disturbi sistemici (4).
  • L’integrazione con curcumina può essere utile anche nel trattamento del diabete mellito di tipo 2: uno studio del 2019 ha mostrato che trattando topi diabetici con curcumina si assiste ad un miglioramento della sensibilità insulinica, riduzione della glicemia e ad un miglioramento della dislipidemia (5).
  • La curcumina è molto efficace nel trattamento delle malattie cardiovascolari attraverso diversi meccanismi: riduzione dei lipidi plasmatici, aumento dei livelli di HDL, riduzione della perossidazione lipidica, riduzione delle lesioni aterosclerotiche e miglioramento della funzione endoteliale (6).
  • Come confermato da uno studio del 2018, la curcumina ha mostrato un miglioramento dei sintomi e dei processi infiammatori in topi affetti da artrite reumatoide (7).

Riferimenti bibliografici:

  1. Int J Mol Sci.2020 Feb 7. Evaluation of Antioxidant Activity of Spice-Derived Phytochemicals Using Zebrafish. Endo Y, Muraki K, Fuse Y, Kobayashi M.
  2. Eur Cardiol.2019 Jul 11. Anti-inflammatory Action of Curcumin and Its Use in the Treatment of Lifestyle-related Diseases. Shimizu K, Funamoto M, Sunagawa Y, Shimizu S, Katanasaka Y, Miyazaki Y, Wada H, Hasegawa K, Morimoto T.
  3. Nutrients. 2019 Oct. Curcumin, Gut Microbiota, and Neuroprotection. Francesco Di Meo,Sabrina Margarucci, Umberto Galderisi, Stefania Crispi, and Gianfranco Peluso
  4. Food Nutr Res. 2017. Regulative effects of curcumin spice administration on gut microbiota and its pharmacological implications. Liang Shen,Lu Liu, and Hong-Fang Ji
  5. Nutrients. 2019 Aug. Curcumin and Type 2 Diabetes Mellitus: Prevention and Treatment. Francesca Pivari,Alessandra Mingione, Caterina Brasacchio, and Laura Soldati.
  6. Nutrients. 2013 OctPolyphenols: Benefits to the Cardiovascular System in Health and in Aging. Sandhya Khurana,Krishnan Venkataraman, Amanda Hollingsworth, Matthew Piche, and  C. Tai
  7. Drug Des Devel Ther.2018 Dec 3. Curcumin alleviates rheumatoid arthritis-induced inflammation and synovial hyperplasia by targeting mTOR pathway in rats. Dai Q, Zhou , Xu L, Song X
  8. Med Sci (Basel). 2017 Dec. Regulation of Polyamine Metabolism by Curcumin for Cancer Prevention and Therapy. Tracy Murray-Stewartand Robert A. Casero, Jr.
  9. Nutrients. 2019 Oct 5. Curcumin and Cancer. Giordano A, Tommonaro G.
  10. Front Pharmacol. 2018. Preventive Effect of Curcumin Against Chemotherapy-Induced Side-Effects. Zhijun Liu,Pengyun Huang,Siukan Law, Haiyan Tian, Wingnang Leung, and Chuanshan Xu
  11. Cancer Res Treat. 2014 Jan 15. Recent Developments in Delivery, Bioavailability, Absorption and Metabolism of Curcumin: the Golden Pigment from Golden Spice. Sahdeo Prasad, PhD, Amit K. Tyagi, PhD, and Bharat B. Aggarwal, PhD
  12. Planta Med.1998 May. Influence of piperine on the pharmacokinetics of curcumin in animals and human volunteers. Shoba G, Joy D, Joseph T, Majeed M, Rajendran R, Srinivas PS.
  13. Int J Nanomedicine.2019 Dec 10. Evaluation of Intestinal Absorption Mechanism and Pharmacokinetics of Curcumin-Loaded Galactosylated Albumin Nanoparticles.Huang Y, Deng S, Luo X, Liu Y, Xu W, Pan J, Wang M, Xia Z
  14. Int J Nanomedicine.2017 Aug 21. Liposomal curcumin and its application in cancer. Feng T, Wei Y, Lee RJ, Zhao L.

Da un commento di Corrado Penna riporto fedelmente

Curcuma e Proprietà Antivirali

Anche la curcuma, da millenni utilizzata in India, è stata scientificamente comprovata per le sue virtù anti-virali, anti-infiammatorie, anti-ossidanti e anti-tumorali.
i coronavirus sono per l’appunto dei virus incapsulati, come possiamo leggere nell’articolo Coronavirus envelope protein: current knowledge[2].

L’articolo Anti-infective Properties of the Golden Spice Curcumin[3] mostra che la curcuma è attiva anche contro il virus dell’influenza e quello dell’epatite C, ma anche contro alcuni ceppi di batteri come Staphylococcus, Streptococcus e Pseudomonas.

Questo pone le basi scientifiche per la “ricetta” anti-infettiva a base di miele (il più naturale possibile), curcuma e un poco di pepe nero (che massimizza l’attività della curcumina presente nella curcuma)[4].

Anche lo zenzero possiede proprietà antivirali, ma finora ho trovato solo un articolo che ne descrive l’efficacia contro il virus respiratorio sinciziale umano[5].

Come per i farmaci, anche per i rimedi naturali è sempre meglio non utilizzare dosi esagerate, e consultare preventivamente il proprio medico di base o altro professionista.

  1. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3641039/ .
  2. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31133031 .
  3. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6509173/.
  4. https://www.alfemminile.com/dieta-dimagrante/curcuma-e-miele-s2476610.html.
  5. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23123794.

Interazione tra microbiota intestinale e curcumina:
una nuova chiave di comprensione per gli effetti sulla salute della curcumina

Astratto

Curcumina, un polifenolo lipofilo contenuto nel rizoma della Curcuma longa (curcuma), è stata usata per secoli nella medicina tradizionale asiatica, e oggi è ampiamente utilizzata negli alimenti come spezia alimentare in tutto il mondo.

Ha ricevuto notevole attenzione per le sue attività farmacologiche, che sembrano agire principalmente attraverso meccanismi antinfiammatori e antiossidanti. Per questo motivo è stato proposto come strumento per la gestione di molte malattie, tra cui malattie gastrointestinali e neurologiche, diabete e diversi tipi di cancro.

principalmente nel tratto gastrointestinale, dove sono state rilevate alte concentrazioni di questo polifenolo dopo somministrazione orale.

Di conseguenza, si potrebbe ipotizzare che la curcumina eserciti direttamente i suoi effetti regolatori sul microbiota intestinale, spiegando così il paradosso tra la sua bassa biodisponibilità sistemica e la sua ampia attività farmacologica.

È noto che il microbiota ha diversi ruoli importanti nella fisiologia umana e la sua composizione può essere influenzata da una moltitudine di fattori ambientali e di stile di vita. Di conseguenza, qualsiasi perturbazione nel profilo del microbioma intestinale o disbiosi può avere un ruolo chiave nella progressione della malattia umana.

È interessante notare che la curcumina e i suoi metaboliti hanno dimostrato di influenzare il microbiota.

  • la regolazione della microflora intestinale da parte della curcumina
  • Questa recensione riassume gli studi più recenti su questo argomento, evidenziando la forte connessione tra curcumina e microbiota intestinale, con l’obiettivo finale di aggiungere nuove informazioni sui potenziali meccanismi con cui la curcumina esercita i suoi effetti.

    FONTE

    Curcuma Su Ecosalute -20% sconto usando questi link – Codice sconto: Vitamineral

    CURCUMA INTEGRATA IN COMPRESSE

    Curcuma in compresse con aggiunta di Piperina (Pepe Nero) ci da una formula potenziata e a maggiore biodisponibilità: il pepe nero infatti amplifica l’assorbimento della curcumina. La Curcuma sostiene la funzionalità digestiva, epatica, articolare e contrasta i disturbi del ciclo mestruale. Il Pepe nero può essere utile per la sua azione antiossidante e tonico-adattogena. La Curcuma attualmente è considerata un integratore alimentare antiossidante per eccellenza. Le sue proprietà sono note da tempi remoti, per tanto vanta una storia ricca e affascinante.
    CONFEZIONE: 100 compresse da 500 mg Prodotto notificato al ministero della salute n°53359

     

    CURCUMA INTEGRATA IN POLVERE

    Curcuma (Curcuma longa L.) rizoma polvere: 97%, pepe nero (Piper longum) frutti polvere.

    Molto conveniente il PACCHETTO A TUTTA CURCUMA

    1 confezione di Curcuma integrata in compresse, 100 compresse da 500 mg.

  • 1 confezione di Curcuma integrata in polvere, 150 g.
  •  

    CURCUMA TINTURA OFFICINALE

    Confezione: 100 ml Concentrazione: 1 : 5 Prodotto notificato al ministero della salute n°53529
    Estratto idroalcolico (acqua, alcol, parte di pianta in rapporto D:E di 1:5) di Curcuma (Curcuma Longa L.), rizoma 6ml
    Assumere 50 gocce due o tre volte al giorno in acqua, tè o succo.

    Confezione: Utilizzo per 15 giorni.


    Note sulle normative ministeriali che regolano la commercializzazione degli integratori

    Curcuma con curcumina al 95%, Ministero: è novel food, non utilizzabile in integratori

    Integratori alimentari: Curcuma longa con curcumina al 95% sono “novel food” e non commercializzabili senza autorizzazione specifica

    A conclusione di un’indagine e di una ulteriore consultazione a livello europeo sugli integratori contenenti estratti e preparati di piante di Curcuma è stato stabilito che gli ingredienti denominati “estratto di Curcuma longa con curcumina al 95%” non possono essere impiegati in quanto novel food (nuovi alimenti ex reg. 2015/2283), e pertanto “gli integratori alimentari che li contengono non sono commercializzabili”. Lo ha comunicato una nota del ministero della Salute che ha condotto una ulteriore ricognizione con gli Stati Membri per valutare l’eventuale uso significativo in Unione Europea e lo status di “nuovo alimento” dell’ingrediente.

    Dati raccolti in Italia e consultazione con stati europei

    In data 31 dicembre 2022 si era conclusa la raccolta dei dati indetta dal Ministero della Salute, coinvolgendo anche i farmacisti, riguardo il consumo significativo, precedente al 1997, degli estratti di Curcuma longa e spp relativa a curcumina 95% per verificarne la storia alimentare. Sulla base dei dati raccolti tali estratti, sembravano configurarsi come “novel food”, non impiegabili negli alimenti senza una preventiva autorizzazione.

    Il Ministero scrive, infatti, che non avendo sufficienti dati che attestassero l’uso significativo in campo alimentare tali da escludere l’applicazione del Regolamento “novel food” dell’estratto di rizoma di Curcuma longa L con curcumina al 95% – ingrediente indicato nella composizione di diversi integratori alimentari – è stata effettuata una ulteriore ricognizione con gli Stati Membri per valutare l’eventuale uso significativo in Unione Europea e lo status di nuovo alimento dell’ingrediente in questione.

    “Anche in questo caso, non è stato dimostrato un uso significativo in campo alimentare per l’estratto di rizoma di Curcuma longa L titolato al 95% in curcumina. È, invece, risultata una storia di consumo significativo negli integratori alimentari per ‘l’estratto del rizoma di Curcuma longa L, contenente fino al 95% di curcuminoidi (detti anche curcumine), i cui costituenti principali sono la curcumina e, in misura minore, la demetossicurcumina e la bisdemetossicurcumina, in proporzione uguale a quella naturalmente presente nella C. longa. Qualsiasi processo che aumenti la solubilità o la biodisponibilità potrebbe tuttavia essere soggetto al regolamento sui nuovi alimenti'”.

    Da qui ne consegue che “ingredienti denominati “estratto di Curcuma longa con curcumina al 95%” non possono essere impiegati perché nuovi alimenti ex reg. 2015/2283, e pertanto gli integratori alimentari che li contengono non sono commercializzabili”.

    Novel food: che cosa sono

    La sezione dedicata all’alimentazione della Commissione europea definisce i “novel food” come “alimenti che non erano stati consumati in misura significativa dalle persone nell’UE prima del 15 maggio 1997, quando è entrato in vigore il primo regolamento sui nuovi alimenti. I “nuovi alimenti” possono essere alimenti innovativi e di nuova concezione, alimenti prodotti utilizzando nuove tecnologie e processi di produzione, nonché alimenti che sono o sono stati consumati tradizionalmente al di fuori dell’UE“. Ad esempio, i nove food possono essere nuove fonti di vitamina K o estratti di alimenti esistenti (i fosfolipidi derivati da olio di krill antartico di Euphausia superba), prodotti agricoli di paesi terzi (semi di chia, succo di frutta di noni) o alimenti derivati ​​da nuove produzioni (alimenti trattati con raggi UV come latte, pane, funghi e lievito). È necessario che siano sicuri, che vengano correttamente etichettati ed è necessaria un’autorizzazione pre-commercializzazione.

    Fonti: