Pressione arteriosa Bassa, come aumentarla naturalmente (se sintomatica)
3 Marzo 2024
Pressione Bassa: Cos’è
Mentre la maggior parte delle persone è interessata dal problema opposto (cioè soffre di ipertensione*), alcuni individui presentano una pressione troppo bassa. In termini medici, quando la pressione scende troppo si parla di ipotensione.
Nonostante manchi un valore ipotensivo standard accettato, in genere si riconoscono come ipotensive le pressioni inferiori a 90/60 mmHg. Nei pazienti sintomatici, alzare la pressione può aiutare a gestire meglio questi disturbi.
Nei mesi più caldi la pressione arteriosafisiologicamente si abbassa. Persino le persone ipertese, quelle che cioè soffrono del problema opposto, tendono ad avere valori pressori più controllati. Ciò accade perché con l’aumentare delle temperature i vasi arteriosi si dilatano. Scopriamo insieme come contrastare la pressione bassa.
Possibili Sintomi dell’Ipotensione
visione sfocata
confusione o difficoltà di concentrazione
vertigini
svenimento
stordimento
nausea o vomito
debolezza
Ulteriori sintomi che richiedono l’immediato consulto medico:
battito rapido
fiato corto, respiro rapido e superficiale,
pelle fredda o umida
Possibili Cause dell’Ipotensione
brusco cambio di posizione
anemia
disidratazione
mangiare un pasto abbondante (Specie per chi ha Ernia Iatale)
ipoglicemia (bassi livelli di zucchero nel sangue)
diabete o iperglicemia
affaticamento
esercizio fisico vigoroso
gravidanza
disturbi del sistema nervoso autonomo
disturbi endocrini (es. ipotiroidismo, morbo di Addison)
reazione allergica estrema (anafilassi)
grave perdita di sangue (emorragia severa)
attacco cardiaco o malattie cardiache
grave infezione (setticemia)
malattie neurologiche come il Parkinson
determinati farmaci (ad es. farmaci beta-bloccanti, diuretici, nitrati, e calcio-antagonisti)
Ipotensione ortostatica
L’ipotensione ortostatica consiste in un brusco calo della pressione arteriosa quando il soggetto passa dalla posizione sdraiata a quella eretta. Questo calo è transitorio e risulta classicamente sintomatico, con vertigini e senso di svenimento, fino all’offuscamento visivo e alla sincope.
Secondo la definizione, l’ipotensione ortostatica consiste nella riduzione di almeno 20 mmHg della pressione arteriosa sistolica, o di almeno 10 mmHg della diastolica, entro 3 minuti dalla posizione eretta 1. L’ipotensione ortostatica è più comune negli anziani, potendo interessare fino all’11% degli adulti di mezza età e il 30% degli anziani 2.
Un bichiere di acqua meglio di un antiacido Lo dice uno studio
3 Marzo 2024
Quando ho letto questo articolo a cura di Sayer Ji, Founderfondatore americano del sito GreenMedInfo, non potevo non riportarlo anche su Vitamineral. Poi cercando ancora ho trovato anche altri studi che provano che l’acqua è la scelta migliore rispetto a tutti i farmaci e persino lo studio sullo zenzero è molto promettente per la cura dell’Helicobacter Pilory.
Punti salienti
In uno studio, l’acqua a confronto con gli antiacidi e IPP, si è rivelata estinguere l’acididità di stomaco e il reflusso molto efficacemente e senza effetti collaterali; visto anche su soggetti sani un bicchiere d’acqua aumenta immediatamente il pH gastrico; è importante che l’acidità di stomaco venga spenta subito e con l’acqua avviene prima rispetto ad un antiacido;
Uso occasionale dell’acqua e bicarbonato come rimedio per spegnere l’acidità, ma attenzione a non superare le dosi a causa del sodio. Uno studio ha dimostrato che un’acqua minerale ricca di bicarbonato di idrogeno può alleviare la frequenza e la gravità del bruciore di stomaco, migliorando così la qualità della vita;
In uno studio sulle bevande che migliorano o peggiorano lo stato di acidità, l’acqua risulta essere la migliore scelta.
Uno studio sullo zenzero dimostra una efficacia nel trattamento dei problemi digestivi e nello spegnere il bruciore di stomaco con una spesa inferiore in termini sia economici che di effetti collaterali.
GreenMedinfo
, i ricercatori hanno preso 12 soggetti sani che sono stati sottoposti a screening negativo per l’infezione da Helicobacter Pylori e hanno somministrato loro una singola dose orale dei seguenti agenti:
Antiacido
Ranitidina (Zantac)
Omeprazole (Prilosec / Losec)
Esomeprazolo (Nexium)
Rabeprazole (AcipHex)
I risultati sono stati discussi in maggiore dettaglio:
Cosa preferiresti fare?
Infezioni da Clostridium
Diarrea
Polmonite
Carenza di vitamina C
Tumore gastrico
Fratture ossee
Carenza di magnesio
miopatie
Carenza di vitamina B12
L’acqua minerale ricca di bicarbonato può alleviare la frequenza dei bruciori di stomaco ed il reflusso gastroesofageo. A spiegarlo è uno studio pubblicato sulla rivista “World Journal of Gastrointestinal Pathophysiology” che ha coinvolto 50 pazienti in età compresa tra 18 e 64 anni, che soffrivano di bruciori di stomaco, almeno 2 volte a settimana per una durata minima di 3 mesi.
I partecipanti hanno bevuto 1.5 L di acqua per 6 settimane: 300 mL ai pasti tre volte al giorno, la rimanente durante la giornata. Tutti i parametri del reflusso gastro-esofageo, bruciore di stomaco, rigurgito e dispepsia (cattiva digestione) sono migliorati in modo significativo bevendo acqua.
Quanto bicarbonato di sodio si può bere?
Gli adulti, fatta eccezione per le donne in gravidanza, possono assumere circa mezzo cucchiaino di bicarbonato diluito in almeno 125ml di acqua, equivalenti a circa mezzo bicchiere.
Va notato che sulle confezioni di bicarbonato di sodio commercializzate negli Stati Uniti si specifica che tale dosaggio può essere assunto ogni 2 ore, senza però superare nell’arco delle 24 ore i sette cucchiaini e mezzo o i tre cucchiaini e mezzo in caso si abbia più di 60 anni12. Si raccomanda anche di non superare le due settimane consecutive di assunzione.
Usa il bicarbonato di sodio per il bruciore di stomaco
Trattare il bruciore di stomaco con bicarbonato di sodio potrebbe essere proprio un trucchetto salvavita, poiché questo rimedio casalingo si trova in quasi tutte le credenze. Forse non sai nemmeno di averlo in casa! Il potere del bicarbonato di sodio deriva dalla sua capacità di neutralizzare l’acido gastrico e quindi calmare il bruciore all’esofago.
Quando avverti bruciore, sciogli un po’ di bicarbonato di sodio (circa un cucchiaino) in un bicchiere d’acqua e bevilo lentamente. Ma prima di correre in cucina e vedere se ce n’è ancora, un’altra avvertenza: non usare il lievito in polvere o cose simili, solo il bicarbonato di sodio! E se stai seguendo una dieta a basso contenuto di sodio, faresti meglio a consultare un medico prima di usare il bicarbonato di sodio per il bruciore di stomaco.
Quando non usare il bicarbonato di sodio
Gli effetti collaterali del bicarbonato di sodio possono essere più frequenti o intensi in soggetti affetti da particolari condizioni.
Innanzitutto il bicarbonato, per il suo elevato contenuto di sodio, non dovrebbe essere utilizzato in soggetti affetti da:
insufficienza renale.
I pazienti che assumono diuretici non dovrebbero utilizzare il bicarbonato di sodio, non solo per il suo contenuto di sodio, ma anche per il rischio di ipokaliemia13.
Il bicarbonato non andrebbe somministrato in bambini di età inferiore a 5 anni. Casi di convulsioni e depressione respiratoria sono stati segnalati in questa fascia d’età14–15. In particolare la crisi si è verificata in un bambino di 6 settimane che aveva ricevuto “un pizzico” di bicarbonato dalla madre per aiutarlo a ruttare.
Vediamo lo studio:
Obiettivo: indagare l’efficacia e la sicurezza dell’acqua minerale ad alto contenuto di idrogeno carbonato (bicarbonato) nei pazienti con bruciore di stomaco.
METODI:
Questo studio pilota clinico aperto, monocentrico, a braccio singolo ha arruolato 50 pazienti, di età compresa tra 18 e 64 anni, che avevano sofferto di bruciore di stomaco almeno due volte a settimana per almeno 3 mesi prima di entrare nello studio. Il trattamento farmacologico del bruciore di stomaco non era consentito e venivano esclusi i pazienti con gravi malattie organiche.
RISULTATI:
e la durata media dei sintomi di bruciore di stomaco di 19 minuti (ITT) (P = 0,002).
CONCLUSIONE:
L’acqua è la miglior bevanda per spegnere i bruciori di stomaco
Sembra quasi impossibile, ma tra le tutte bevande esaminate in soggetti sofferenti di disturbi occasionali allo stomaco, l’acqua è ancora risultata la migliore scelta per spegnere i bruciori. Certo, non è che l’acqua sia un metodo di cura da scegliere se i disturbi persistono, ma sapendo questo fatto si potrebbe evitare di ricorrere subito e costantemente all’uso dei farmaci che sappiamo essere portatori di molteplici problemi accessori e non desiderati.
Contesto e obiettivi: ai pazienti viene spesso consigliato di eliminare caffè, tè e/o soda per ridurre i sintomi del reflusso gastroesofageo (GER), come bruciore di stomaco o rigurgito. Tuttavia, non c’erano dati provenienti da studi prospettici a supporto di queste raccomandazioni.
Metodi:
Risultati:
Conclusioni:
Al contrario, il consumo di acqua, succhi o latte non era associato ai sintomi del GER.
Bere acqua invece di caffè, tè o soda ha ridotto il rischio di sintomi di GER.
Effetto fisiologico come indicato in confezione: Cannella, zenzero, pepe nero, finocchio, chiodi di garofano e menta piperita agiscono favorevolmente sulle funzioni fisiologiche della digestione.
Dose giornaliera raccomandata: 6 compresse (2 compresse tre volte al giorno dopo i pasti principali).
Helicobacter pylori è stato identificato come un importante ulcerogeno in aggiunta allo stress ossidativo e ai farmaci antinfiammatori non steroidei. In questo documento, riportiamo le frazioni fenoliche senza zenzero (GRFP) e le frazioni fenoliche idrolizzate allo zenzero (GRHP) dello zenzero (Zingiber officinale) come potenti inibitori della crescita di PPA e H. pylori.
GRFP e GRHP hanno inibito PPA a un IC(50) di 2,9 +/- 0,18 e 1,5 +/- 0,12 microg/mL, esibendo una potenza da sei a otto volte migliore rispetto al lansoprazolo. GRFP è costituito da acidi siringico (38%), gallico (18%) e cinnamico (14%) e GRHP da acido cinnamico (48%), p-cumarico (34%) e caffeico (6%) come principali acidi fenolici.
GRFP e GRHP hanno inoltre mostrato scavenging dei radicali liberi (IC(50) 1,7 +/- 0,07 e 2,5 +/- 0,16), inibizione della perossidazione lipidica (IC(50) 3,6 +/- 0,21 e 5,2 +/- 0,46), protezione del DNA (80% a 4 microg) e capacità di potere riducente (80-338 U/g) che indicano forti proprietà antiossidanti.
Zenzero Attivo – Integratore alimentare a base di Zenzero
Benefici
Tradizionalmente lo Zenzero viene utilizzato per: sostenere le funzioni digestive, contrastare la nausea e le tensioni localizzate, favorire il benessere articolare, contrastare i dolori del ciclo mestruale, contrastare le affezioni che possono interessare le alte vie respiratorie, come mal di gola e raffreddore. Vanta inoltre proprietà benefiche sulla circolazione sanguigna e sulla funzionalità dei vasi sanguigni.
I rizomi di Zingiber officinale Roscoe (Zingiberaceae), comunemente noto come zenzero, sono un’importante spezia da cucina e possiedono anche una miriade di benefici per la salute. I rizomi sono stati utilizzati fin dall’antichità nei vari sistemi di medicina tradizionale per curare artriti, reumatismi, distorsioni, dolori muscolari, dolori, mal di gola, crampi, ipertensione, demenza, febbre, malattie infettive, catarro, malattie nervose, gengiviti, mal di denti, asma, ictus e diabete.
Lo zenzero è anche usato come rimedio casalingo ed è di immenso valore nel trattamento di vari disturbi gastrici come costipazione, dispepsia, eruttazione, gonfiore, gastrite, disagio epigastrico, ulcere gastriche, indigestione, nausea e vomito e studi scientifici hanno convalidato gli usi etnomedicinali.
Lo zenzero si è anche dimostrato efficace nella prevenzione delle ulcere gastriche indotte da farmaci antinfiammatori non steroidei [FANS come indometacina, aspirina], reserpina, etanolo, stress (ipotermico e nuoto), acido acetico e ulcerazioni gastriche indotte da Helicobacter pylori negli animali da laboratorio.
Vari studi preclinici e clinici hanno anche dimostrato che lo zenzero possiede effetti antiemetici contro diversi stimoli emetogeni. Tuttavia, rapporti contrastanti, specialmente nella prevenzione della nausea e del vomito indotti dalla chemioterapia e della chinetosi, ci impediscono di trarre conclusioni definitive sulla sua efficacia come antiemetico ad ampio spettro.
Questa recensione riassume i vari effetti gastroprotettivi dello zenzero e sottolinea anche gli aspetti che garantiscono la ricerca futura per stabilire la sua attività e utilità come agente gastroprotettivo nell’uomo.
È utile per favorire le funzioni digestive, la regolarità gastrointestinale.
Lo zenzero agisce come antinausea.
Modalità di utilizzo: 1-2 capsule al giorno preferibilmente dopo i pasti.
(soliti prescritti omeprazolo)
In sintesi questi studi indicano che un uso prolungato e continuativo degli Inibitori di Pompa Protonica (pantoprazolo, lansoprazolo e omeprazolo) può portare alle seguenti conseguenze:
Carenza di magnesio
Carenza di vitamina B12
Carenza di Vitamina C
Proliferazione batterica dell’intestino tenue
Calcoli renali
Demenza
Polmonite
Asma
Cancro al Pancreas, esofago e stomaco
Peritonite batterica
Gastroenterite da C Difficile
Infezioni ospedaliere
Frattura anca ed osteoporosi
Infarto del miocardio
L’elenco dei 40 studi qui riportato, fa parte del databe dei 127 studi che riguardano gli IPP sul sito GreenMedInfo
La terapia acido-soppressiva è associata a peritonite batterica spontanea nei pazienti cirrotici. 27 novembre 2012 – LINK
Esposizione agli inibitori della pompa protonica e rischio di cancro al pancreas. – LINK 10 gennaio 2020
LINK
Questa meta-analisi ha trovato una dose-risposta tra l’uso di inibitori della pompa protonica e lo sviluppo di ipomagnesemia. 31 ottobre 2019 – Link
Questa meta-analisi supporta l’ipotesi che gli inibitori della pompa protonica aumentino il rischio di demenza. 20 novembre 2019 – LINK
LINK 20 maggio 2020
Un certo numero di farmaci comunemente usati interferisce con l’assorbimento della levotiroxina. 01 dicembre 2009 – LINK
L’uso di farmaci acido-soppressori ha sostanzialmente aumentato la probabilità di polmonite ricorrente nei pazienti anziani ad alto rischio. 01 gennaio 2010 – LINK
È stato osservato un aumento del rischio di polmonite sia immediatamente prima che immediatamente dopo l’inizio del PPI. 20 aprile 2022 – LINK
LINK
Associazione tra inibitori della pompa protonica e grave tossicità ematologica in pazienti che ricevono un trattamento antitumorale a base di pemetrexed.
31 dicembre 2021 – LINK
Gli inibitori della pompa protonica riducono la biodisponibilità della vitamina C alimentare. 15 settembre 2005 – LINK
I bambini esposti alla terapia con inibitori della pompa protonica sono a maggior rischio di sviluppare la malattia associata a Clostridium difficile.29 dicembre 2009 LINK
L’uso cronico di PPI ha comportato aumenti significativi della CGA (incluso il marcatore tumorale cromogranina A) e aumenti significativi della gastrina rispetto ai controlli. 28 marzo 2012 – LINK
LINK
L’uso concomitante di un inibitore della pompa protonica e clopidogrel rispetto al solo clopidogrel è stato associato a un tasso più elevato di eventi cardiovascolari avversi maggiori entro 1 anno dal posizionamento dello stent coronarico.01 agosto 2010 – LINK
L’uso corrente della terapia soppressiva dell’acido gastrico è stato associato ad un aumentato rischio di polmonite acquisita in comunità.27 ottobre 2004 – LINK
Effetto deleterio degli inibitori della pompa protonica sul decorso della cirrosi.26 agosto 2019 – LINK
L’uso di droghe è associato a livelli plasmatici più bassi di magnesio nei pazienti geriatrici ambulatoriali.05 dicembre 2018 – LINK
L’esposizione agli inibitori della pompa protonica è associata a un numero più elevato di ricoveri per esacerbazione polmonare nei pazienti con fibrosi cistica.30 settembre 2017 – LINK
l’aumento dei livelli di soppressione farmacologica dell’acido è associato a un aumento del rischio di infezione nosocomiale da C difficile.10 maggio 2010 – LINK
L’uso a lungo termine degli inibitori della pompa protonica è associato ad un aumentato rischio di adenocarcinoma esofageo in assenza di altri fattori di rischio.31 dicembre 2017 – LINK
L’IPP a lungo termine era significativamente associato all’osteoporosi.01 maggio 2022 – LINK
La terapia a lungo termine con inibitori della pompa protonica è associata ad un aumentato rischio di frattura dell’anca.27 dicembre 2006 – LINK
La terapia a lungo termine con inibitori della pompa protonica porta alla proliferazione batterica dell’intestino tenue.27 novembre 2017 – LINK
L’uso a lungo termine dell’inibitore della pompa protonica ha un effetto sul microbioma intestinale.28 febbraio 2016 – LINK
L’uso a lungo termine di inibitori della pompa protonica è associato al rischio di complicanze ossee.28 febbraio 2018 – LINK
I pazienti trattati con farmaci con sintomi GERD lievi o assenti hanno probabilità significativamente più elevate di adenocarcinogenesi rispetto ai pazienti trattati con farmaci con sintomi GERD gravi.01 luglio 2011 – LINK
Il trattamento con omeprazolo ha causato notevoli cambiamenti nei risultati della coltura fecale.28 febbraio 2017 – LINK
L’uso eccessivo di inibitori della pompa protonica potrebbe alimentare l’attuale epidemia di diarrea associata a Clostridium difficile.01 settembre 2008 – LINK
I pazienti in ospedale che hanno ricevuto inibitori della pompa protonica erano a maggior rischio di diarrea da Clostridium difficile.06 luglio 2004 – LINK
Una terapia di soppressione acida prolungata con PPI o anti-H2 può causare carenza sierica di vitamina B12.20 ottobre 2020 – LINK
L’uso prolungato di inibitori della pompa protonica è stato associato ad un aumentato rischio di rosacea.30 giugno 2020 – LINK
L’uso prolungato di un inibitore della pompa protonica riduce la diversità microbica: implicazioni per la suscettibilità al Clostridium difficile.31 dicembre 2013 – LINK
LINK
Scopri cos’è il Bicarbonato di magnesio, un altro rimedio utile ed alla portata di tutti
PFAS e correlazione con il metabolismo della vitamina D
3 Marzo 2024
Riassunto
Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono una classe di composti largamente utilizzata nell’industria e nei prodotti di consumo.
Sono resistenti alla degradazione e tendono ad accumularsi nell’ambiente e negli esseri viventi con possibili effetti tossici.
Questi inquinanti sono un problema di sanità pubblica soprattutto in alcune zone della Regione Veneto, ma sono state recentemente isolate in acque provenienti da altre zone d’Italia.
L’acido perfluoroottanoico (PFOA) è la forma predominante nei campioni umani ed è stato dimostrato che induce gravi conseguenze sulla salute, come alterazioni neonatali, neurotossicità e immunotossicità.
Studi tossicologici indicano che gli PFAS si accumulano nel tessuto osseo e ne alterano lo sviluppo.
Studi epidemiologici hanno riportato una relazione inversa tra i livelli ematici di PFAS e la salute delle ossa, soprattutto in termini di densità minerale ossea (DMO).
Osteopenia e osteoporosi sono state evidenziate in più coorti: dalle donne in post-menopausa fino ai giovani uomini. Essendo già dimostrata l’interazione tra questa classe di composti e alcuni recettori ormonali nucleari (come il recettore degli ormoni tiroidei e il recettore androgenico), è stata ipotizzata un’interazione anche con il recettore della vitamina D, il quale è fondamentale per una corretta regolazione del metabolismo fosfocalcico, il principale determinante della densità ossea.
In questo studio vengono sintetizzate le evidenze sperimentali e cliniche a supporto dell’interferenza del PFOA sulla via di segnalazione della vitamina D.
Introduzione
Le sostanze perfluoroalchiliche sono molecole in grado di interferire con il sistema endocrino, ovvero appartengono alla categoria degli EDs (endocrine disruptors).
Si classifica come interferente endocrino qualunque entità chimica o miscela di composti che sia in grado di interferire con un qualsiasi aspetto dell’azione ormonale e che sia quindi responsabile di variarne l’omeostasi.
Gli EDs esercitano la loro tossicità promuovendo la crescita e lo sviluppo tissutale.
È ben conosciuto il meccanismo di interazione col sistema riproduttivo attraverso il legame di queste sostanze con il recettore androgenico (AR) ed estrogenico (ER).
A seguito del legame tra l’interferente endocrino e il recettore si avrà come risposta un’azione di agonismo o antagonismo recettoriale, che si manifesta con aumento o diminuzione della risposta cellulare allo stimolo ormonale fisiologico.
Ascolta il video
Carlo Foresta Dipartimento di Medicina – DIMED, Università degli Studi di Padova
Cosa sono i pfas: la sigla indica Sostanze Perfluoro Alchiliche (acidi perfluoroacrilici) e sono composti chimici, costituiti da catene di atomi di carbonio legate a atomi di fluoro.
Sono composti che, a partire dagli anni cinquanta, si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all’acqua i tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa.
Nel 2013 una ricerca sperimentale su potenziali inquinanti ”emergenti”, effettuata nel bacino del Po e nei principali bacini fluviali da CNR e dal ministero dell’Ambiente, ha segnalato la presenza anche in Italia di sostanze perfluoro alchimiche (PFAS) in acque sotterranee, acque superficiali e acque potabili.
Se smaltiti illegalmente o non correttamente nell’ambiente, i PFAS penetrano facilmente nelle falde acquifere e, attraverso l’acqua, raggiungono i campi e i prodotti agricoli, e perciò gli alimenti.
Gli effetti sulla salute di queste sostanze sono sotto indagine: al momento, sono considerati tra i fattori di rischio per un’ampia serie di patologie.
Si ritiene che i PFAS intervengano sul sistema endocrino, compromettendo crescita e fertilità, e che siano sostanze cancerogene. Alcuni studi hanno ipotizzato una relazione tra le patologie fetali e gestionali e la contaminazione da queste sostanze.
Ai circa 2’000 cittadini residenti nella zona a più elevata concentrazione è stato proposto di sottoporsi a un trattamento di lavaggio del sangue: la plasmaferesi.
Questa tecnica permette di separare la componente liquida di sangue dalla componente cellulare e rimuovere le sostanze dannose.
Queste sostanze non sono presenti naturalmente nell’ambiente ma, sono state prodotte dall’uomo con lo scopo di utilizzarle prevalentemente in campo industriale.
; al contrario, come dimostra la situazione attuale, tende invece ad accumularli.
carbone attivo. Peraltro, bisogna anche sottolineare che l’applicazione della cosiddetta plasmaferesi (lavaggio del plasma sanguigno per rimuovere gli PFAS), suggerita dagli enti competenti, è del tutto sperimentale, ovvero non fornisce ha alcuna garanzia di efficacia.
Non sono bastati disastri ambientali ed emergenze sanitarie: l’Italia non ha ancora posto limiti alle sostanze pericolose Pfas. E la crisi politica allontana la soluzione al problema.
Il 21 gennaio una decina di persone si sono ritrovate online per discutere di quali e quanti limiti mettere alla grande famiglia dei Pfas, composti chimici definiti a livello mondiale forever chemicals, non degradabili naturalmente e ritenuti tossici per l’ambiente e l’uomo, molti già elencati nella lista delle sostanze “estremamente preoccupanti” dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa).
Nel nostro paese esiste una delle più vaste contaminazioni europee da Pfas, dove vengono prodotti per la lavorazione delle pelli, che le rende impermeabili, diverse parti delle automobili e centinaia di altri prodotti di vita quotidiana come le padelle antiaderenti, la sciolina fino alle attuali mascherine chirurgiche. Sostanze tossiche rilasciate negli scarichi e non ancora normate a livello legislativo, libere quindi di immettersi nei fiumi, nei terreni, nelle rete idriche fino ai cibi che mangiamo.
La contaminazione di Pfas in Italia
I Pfas in Italia sono prodotti attualmente in Piemonte dalla Solvay Solexis, condannata per disastro ambientale colposo nel dicembre 2019, e in Veneto (fino al 2018) dalla Miteni, fatta fallire a seguito dell’indagine sfociata nel più grande processo italiano per crimini ambientali che a fine marzo vedrà imputati oltre venti dirigenti per disastro innominato, avvelenamento delle acque e fallimento fraudolento. Due realtà collegate tra loro per lo scambio di materiale Pfas (Solvay produce, Miteni lavora) e da un nome, quello di Luigi Guarracino, condannato nel processo contro Solvay e, negli ultimi anni, dirigente Miteni.
Piemonte. La storia di Solvay e la condanna per disastro ambientale
Solvay Solexis è un’industria chimica belga da 13 miliardi di dollari di fatturato e leader mondiale per la produzione di soda e bicarbonato. Produce 35 composti chimici, 14 dei quali sono ufficialmente riconosciuti come sostanze chimiche estremamente preoccupanti dall’Ue. Nella lista delle 35 industrie chimiche mondiali più importanti fatta dalla ong Chemsec, Solvay è al ventottesimo posto per impegno verso l’ambiente e una delle otto industrie a produrre sostanze perfluoroalchiliche.
Nel 2008 uno studio del suolo vicino allo stabilimento Solvay di Alessandria evidenzia la contaminazione del terreno (non solo a opera di Solvay, arrivata da circa vent’anni, ma anche di Ausimont, che vi operava precedentemente).
In pochi mesi l’industria viene portata in tribunale per disastro ambientale e dopo dieci anni, a dicembre 2019, vengono condannati tre dirigenti, uno di Solvay (Guarracino) e altri due di Ausimont.
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1° EVENTO ON LINE su Vitamineral Tutta la potenza dell’acqua di mare
3 Marzo 2024
Domenica 6 Giugno alle ore 20:00
diretta video dal salotto benessere di VITAMINERAL
TUTTA LA POTENZA DELL’ACQUA DI MARE
Proprietà e benefici del Plasma Marino
Su Vitamineral due ospiti eccezionali ci condurranno in un meraviglioso viaggio
alla scoperta del PLASMA che ha dato “vita alla vita” noto per le sue straordinarie qualità ricostituenti.
Stefano Caligiuri – Esperto in Nutrizione Naturale
• Francesca Magro – Naturopata e divulgatrice
che, oltre a raccontarci della storia e delle attuali scoperte scientifiche sull’acqua marina,
ci illustreranno come e perché questo alimento sia così importante per la nostra salute.
Cerca di non mancare e registrati subito perché il numero dei partecipanti è limitato.
Partecipare direttamente in sala permette, infatti, di interagire con i relatori e ricevere direttamente le risposte a tutte le domande.
Inoltre a chi riuscirà ad essere presente alla diretta su ZOOM abbiamo dedicato una preziosa sorpresa
Se, invece, per qualche motivo non dovessi riuscire a prenotarti per tempo, non preoccuparti perché potrai comunque seguire la diretta video anche dalla pagina del Gruppo FacebookVitamineral (Amore, Vitamine e Libertà)
Per registrarsi entrare nel sito di Plasma Marino dove
troverete anche le istruzioni per scaricare Zoom e collegarsi alla diretta di Domenica
La disidratazione silente
L’85% degli individui presenta evidenti segnali di disidratazione cronica e carenze importanti di minerali.
La biologia si occupa in generale di molecole complesse come il DNA, le proteine, gli ormoni e le vitamine, però tutte queste molecole, prese nel loro complesso, sono solo l’1% del totale delle molecole di un organismo vivente.
Il 99% sono molecole d’acqua!
In effetti l’acqua ha un ruolo di governo di tutte le reazioni chimiche che avvengono all’interno di un organismo vivente ed è lei a fare da “direttore d’orchestra” per stabilire in ogni istante i processi di scambio fra tutte le molecole degli esseri viventi.
Spesso la scienza “perde di vista” l’importanza di questa vitale sostanza, ma non è la sola…la gran parte delle persone vive in uno stato di perenne assuefazione da carenza di liquidi.
Se hai ricorrenti mal di testa
oppure
Se sudi in modo esagerato e continuo durante il giorno
anche tu potresti essere interessato da questa condizione apparentemente “silente”.
Inoltre non possiamo non tenere conto dello stile di vita odierno:
Disordine e discontinuità dei pasti.
Nell’acqua del mare sono stati trovati tutti gli elementi della tavola periodica di Mendeleev, come pure una grande varietà di molecole di natura organica, quali per esempio amminoacidi, vitamine, acidi grassi, polisaccaridi, enzimi.
Solo per citarne qualcuno a concentrazione maggiore:
Essi vengono trasformati in forma organica dallo zoo e dal fito plancton, raggiungendo tutta la loro vitalità e biocompatibilità utili al nostro organismo.
È questa “digestione” che permette al mare di autorigenerarsi continuamente sin da quando si è formato il pianeta Terra e tale processo ha garantito dunque la preservazione delle acque che hanno generato la prima forma di vita terrestre.
Se così non fosse oggi non avremmo più nemmeno una goccia di mare.
La storia di Stefano con l’acqua di mare e la creazione di MAREA
Posso raccontarti la mia storia per dimostrarti quanto sia facile non accorgersi di farne parte.
Sono nato con una costituzione che tende molto facilmente a raffreddarsi, disidratarsi e allo stesso tempo infiammarsi.
Di corporatura esile e con una irrefrenabile spinta a voler “capire” come funzioni tutto ciò che mi circonda, una delle caratteristiche che più mi hanno accompagnato dall’adolescenza è stata la completa assenza del senso della sete.
Nonostante gli impegni sportivi (a volte molto stressanti), arrivare al massimo a bere 2 bicchieri di acqua al giorno era, per me, la normalità.
Tutto ciò ha costretto il mio organismo a subire sempre le conseguenze di un terreno squilibrato e acidificato, ma la cosa più insidiosa, e da un certo punto di vista anche pericolosa per la mia salute, era il non rendermene assolutamente conto.
debolezza e diradamento dei capelli.
Come capirai continuando a leggere tutte queste sintomatologie oggi fanno parte del mio passato.
L’inarrestabile espansione del mondo degli integratori di sintesi
Per far fronte a questa situazione di carenza cronica di nutrienti si è sviluppato un enorme mercato di integratori alimentari che continua a crescere e a farsi largo.
Il cibo (anche il più genuino, integrale e da coltivazione biologica) è sempre più scarico di minerali e meno nutriente a causa dei terreni troppo lungamente sfruttati, delle piogge acide e contaminate e dell’inquinamento atmosferico.
Se anche tu, come me, da bambino hai avuto il piacere e la fortuna di poter assaggiare il VERO gusto della frutta e degli ortaggi, ti renderai conto di come questo non sia più lo stesso.
Ciò è dovuto proprio alla scarsa presenza di buoni minerali che, oltre a donare gusto e freschezza, facilitano anche la digeribilità e l’assimilazione.
Il ricorso all’integrazione, quindi, sembra essere una strada “obbligata” se non si vuole mettere a dura prova l’intero equilibrio fisiologico.
Nel mio presente le sintomatologie che mi hanno caratterizzato per molti anni, sono sparite grazie ad un nuovo stile di vita che prevede una migliore attenzione all’alimentazione e a tutto ciò che la può integrare.
“Sono pienamente d’accordo all’utilizzo di supporti “esterni” che aiutino i processi biochimici a funzionare meglio, che rinforzino il sistema immunitario e che permettano a tutto quello che introduciamo, dal cibo all’acqua, di raggiungere e nutrire le cellule.
Purché naturali, assunti con criterio e basati su un’approfondita informazione“.
Ma quali supporti scegliere e come assumerli?
Diciamo che, mentre biologi, biochimici ed ingegneri si sforzano continuamente di mettere a punto integratori sempre più efficaci, la fonte più naturale e biodisponibile in cui trovare i sali minerali nella stessa proporzione di quelli che circolano nel nostro sangue, ce l’abbiamo sempre avuta a portata di mano.
Essa è stata la prima forma che ha assunto il nostro pianeta Terra, è la sostanza “primordiale” da cui deriva la vita, ne esiste in abbondanza, ne siamo una diretta espressione, è capace di rinnovarsi in modo completamente spontaneo e contiene tutti gli oligoelementi conosciuti.
Sto parlando dell’ACQUA DI MARE.
Raccolta nella Riserva Naturale di Cabo de Gata (Mare di Alborán) a 1300 m dalla costa e a 38 m di profondità.
Microfiltrata a freddo con prebiotici marini che garantiscono
la completa biodisponibiltà e rivitalizzazione cellulare
In generale, il freddo funziona bene dopo un infortunio improvviso, mentre il calore aiuta a lenire i dolori muscolari ricorrenti.
all’infiammazione e al gonfiore ritardando la guarigione. Anche per questo può essere utile sollevare la parte infortunata, limitando così il flusso di sangue in zona per ridurre al minimo il gonfiore.
Una buona regola da ricordare dopo un infortunio è: riposo, ghiaccio, compressione ed elevazione. Dovresti generalmente applicare il ghiaccio sulla zona per 48-72 ore per ridurre i danni secondari ai tessuti e alleviare il dolore.
Quando usare il calore
esposizioni ai campi elettromagnetici (EMF) come invece accade per la maggior parte delle piastre riscaldanti elettriche.
In generale, il dolore cronico e che non comporta gonfiore risponde bene al trattamento con il calore.
Come per il ghiaccio, bisogna usare una barriera tra il calore e la pelle, come un panno.
Applica il calore per 15 o 20 minuti alla volta. Puoi anche provare ad alternare caldo e freddo, una strategia spesso raccomandata da fisioterapisti e allenatori.
Applica il calore per 20 minuti e poi segui immediatamente con 20 minuti di freddo.
Un altro modo per usare il calore: condizionamento ipertermico
Le proteine da shock termico (HSP, Heat-Shock Proteins) sono utilizzate dalle cellule per contrastare stimoli potenzialmente dannosi. Quando una cellula è esposta a un ambiente ostile, il DNA si separa in alcune zone e inizia a leggere il codice genetico per produrre queste proteine dello stress. In realtà le HSP sono benefiche, e aiutano sia a prevenire che a riparare il danneggiamento delle proteine. Le proteine da shock termico sono indotte dal calore, e questo è uno dei motivi per cui la sauna è così benefica.
I benefici di usare la sauna
Analizzando persone che fanno una sessione di sauna di 30 minuti due volte alla settimana per tre settimane, dopo gli allenamenti, si è registrato un aumento di oltre il 30% del tempo necessario per correre fino allo sfinimento! È stato anche dimostrato che fare tutti i giorni la sauna ha dimezzato il rischio di morte degli uomini a causa di problemi cardiaci fatali, rispetto a farla solo una volta a settimana. Altri adattamenti fisiologici che si verificano dal condizionamento ipertermico includono:
Maggiore sudorazione e sensibilità al sudore come funzione per aumentare il controllo termoregolatorio
Riduzione del consumo di glicogeno grazie alla migliore irrorazione muscolare
Maggiore efficienza nel trasporto di ossigeno ai muscoli
Abbassamento della temperatura del corpo in azione
Maggiore flusso di sangue al muscolo scheletrico (nota come irrorazione muscolare) e altri tessuti
Aumento della produzione di globuli rossi
Consigli generici per la sauna
Le saune a infrarossi sono note per la loro capacità di favorire la disintossicazione, come abbiamo affermato con una precedente intervista con il Dott. Brian Clement, direttore medico dello Hippocrates Health Insitute. Riscaldando i tessuti a diversi centimetri di profondità, la sauna a infrarossi può migliorare i processi metabolici naturali e la circolazione del sangue.
Sauna normale (Finlandese secca o umida) — 82-87°C, per 10-20 minuti
Inoltre, tieni sempre presenti i seguenti consigli di sicurezza:
Evita di usare la sauna da solo ma usala sempre con un amico
Non usare la sauna se hai bevuto alcolici
Evita la sauna durante la gravidanza
Ascolta sempre il tuo corpo quando decidi quanto stress da calore puoi tollerare. Se sei malato o sensibile al calore, diminuisci la temperatura, il tempo trascorso in sauna, o entrambi
Riposati seduto o sdraiato per circa 10 minuti dopo la sauna
Quando usare i bagni di acqua fredda
Al contrario, anche esporre il corpo a temperature fredde può avere dei benefici per la salute. Interessanti ricerche suggeriscono che le proteine da shock termico possono essere indotte anche dal freddo.
Il grasso bruno è un tipo di grasso che genera calore e che brucia energia invece di immagazzinarla, e questo può avere implicazioni importanti quando si tratta di perdita di peso. In uno studio, gli scienziati hanno scoperto di essere in grado di attivare il grasso bruno negli uomini adulti esponendoli a temperature fredde.
Alti livelli di acido urico sono normalmente associati alla gotta, ma è noto da tempo che le persone con pressione alta, malattie renali e persone in sovrappeso hanno spesso livelli elevati di acido urico. Se il tuo livello di acido urico supera i 5,5 mg per decilitro, hai un rischio maggiore di malattie tra cui quelle cardiache, fegato grasso, obesità, diabete, ipertensione, malattie renali e altro.
Se decidi di provare qualsiasi tipo di immersione in acqua fredda, assicurati di ascoltare il tuo corpo e di procedere gradualmente verso le tecniche più avanzate. Ci sono diverse opzioni che puoi provare:
Metti un impacco di ghiaccio sulla parte superiore della schiena e sulla parte superiore del torace per 30 minuti al giorno (puoi farlo per esempio rilassandoti davanti alla TV)
Bevi circa 500 ml di acqua fredda ogni mattina
Fai una doccia fredda
Immergiti in acqua ghiacciata fino alla vita per 10 minuti, tre volte alla settimana (basta riempire la vasca con acqua fredda e cubetti di ghiaccio)
– Cosa ti devi portare: Costume da bagno, accappatoio, ciabatte/scarpette da bagno
– Cosa devi fare (decalogo del cimentista): 1) Quando ti svesti per il bagno, disponi i tuoi indumenti in ordine “cronologico” per quando ti rivestirai. 2) Non prendere freddo prima di entrare in acqua, quindi tieni l’accappatoio o la maglietta fino all’ultimo. 3) Eventualmente fai qualche esercizio di riscaldamento senza esagerare. 4) Al via inizia a tastare l’acqua con i piedi per abituare il corpo alla nuova temperatura, poi entra adagio, bàgnati fino alle cosce, le mani e i polsi. 5) Dopo un attimo prosegui immergendoti fino al collo, piano piano, e sentirai come tanti spilli che ti pungono. 6) Controlla il respiro, respira profondamente piano e con calma. 7) Non uscire subito dall’acqua, anche se il tuo cervello ti dice di farlo, resisti due o tre minuti muovendoti. 8) Passato questo stadio non sentirai più gli spilli e non percepirai più il freddo dell’acqua. 9) Non rimanere in acqua troppo tempo (non più di 20 minuti). 10) Quando esci non percepirai più la temperatura esterna, e non sentirai freddo: questo può ingannarti perciò asciùgati e vestiti subito, altrimenti sentirai freddo dopo.
– Cosa non devi fare: 1) Svestirti troppo presto. 2) Girare scalzo sulla spiaggia, perché la sabbia è gelida e ti verrà freddo ai piedi. 3) Tuffarti di colpo. 4) Non bagnarti subito la testa, tienila per ultimo se te la vuoi bagnare. 5) Se vuoi farti una nuotata non allontanarti troppo dalla riva. 6) E’ sconsigliato bere alcolici prima e dopo il bagno.
CONCLUSIONE Al termine un eventuale tremolìo alle mani o qualche brivido che potrà percorrerti il corpo sono normali, poi ti rimarrà solo un’immensa sensazione di benessere e sarai contento di quello che hai fatto, imparando a conoscere il tuo corpo.
Una soluzione per NON SCOTTARSI AL SOLE ed assorbire comunque la Vitamina D anche per scottature
3 Marzo 2024
2 cucchiaini di Acido Ascorbico (= Vit C in polvere)
1 cucchiaino di Cloruro di Magnesio
1 bicchiere di acqua naturale.
Mettere in un contenitore con spray di vetro o plastica e spruzzarsi addosso ogni 10-15 minuti o anche più volte se si asciuga. Protezione da eritemi ed abbronzatura assicurata e assorbimento della D.
Tiene anche lontani gli insetti. Non macchia la pelle ma i vestiti chiari, che si però lavandoli in lavatrice vanno via facilmente.
Avvertenze
Se avete problemi di pelle particolari usate pure le vostre creme, ma sempre dopo i primi 15-20 minuti di esposizione solare senza, giusto per produrre la vitamina D. Le ricerche del dr Holick, il primo che ha scoperto il meccanismo di produzione della Vitamina sulla pelle, indicano che possiamo produrre da 10.000 UI fino a 25.000 Ui di Vitamina D grazie al 7deossi-colesterolo, esponendoci 20 minuti.
È solubile in acqua ed il grado di solubilità è di 33 grammi per ogni litro di acqua. Il grado di solubilità di un elemento in polvere è il punto entro cui si scioglie tutta senza lasciare residui.
Ovvero potete avere il massimo della diluizione di 1 grammo di Acido Ascorbico su 3 ml di acqua.
Se invece provate a mettere piu AA e meno acqua è probabile che parte della polvere rimarrà insoluta.
Quindi su 1 bicchiere di acqua (250 ml) si possono diluire al massimo 8 grammi circa di Acido Ascorbico.
Ovviamente nessuno impedisce di berla più diluita o aggiunta ad altre bevande fredde, ambiente o tiepide (non superiore a 40 gradi). Di solito diventa più gradevole se ulteriormente diluita.
Dove si acquista e quale vitamina C ? ▶️Leggete la lista integratori – qualcosa si trova nelle farmacie, ma più facilmente ed a prezzi migliori, SU INTERNET.
Gli integratori di VITAMINA C a rilascio prolungato sono efficaci? ▶️ Secondo nostre ricerche non sono efficaci quanto promettono e non è efficace nel raggiungere la Tolleranza Intestinale se servisse, ma molte persone li usano con qualche interessante beneficio.
Perché sulla confezione delle compresse di VITAMINA C c’è scritto di prendere solo 1 grammo al giorno? ▶️ La ragione per cui esiste questo blog è dare informazione sui dosaggi giusti di VITAMINA C, ovvero quelli più efficaci per curare lo scorbuto sub-clinico (carenza cronica di vitamina C) che è la ragione di tutte le malattie. Se le RDA (LARN) sulle confezioni fossero giuste, non avrebbe senso istruire le persone a dosaggi migliori. Ma siamo qui. L’interesse della medicina dogmatica che cura i sintomi è sempre verso la malattia, non verso le persone in salute.Persone che stanno bene non hanno bisogno di frequentare molto le farmacie e nessuno è mai morto di vitamine.