Diventa medico di te stesso
Il falso mito del colesterolo cattivo e la carenza di vitamina C

 

Il dr Nacci scrive in un linguaggio molto semplice ed alla portata di tutti per arrivare a più persone ed in merito al colesterolo, ritiene importante sottolineare quanto segue.

Ma tutto ciò non avviene mai.
la carenza cronica di vitamina C nell’uomo e nella scimmia .


LA MINACCIA DELLE STATINE

TRATTO DAL LIBRO : DIVENTA MEDICO DI TE STESSO di Giuseppe Nacci


Diventa Medico di Te Stesso — Libro

Giuseppe Nacci

Premio quale miglior libro a tema scientifico dell’anno 2006. Vedi attestato

 

  • Come rafforzare il proprio sistema immunitario,
  • quali cibi mangiare e quali invece evitare,
  • imparare a leggere le etichette apposte sugli alimenti,
  • porre la propria attenzione sulla provenienza dei cibi,
  • imparare a difendersi dalla malattie:
  • sono questi alcuni dei temi trattati dall’Autore in questo suo lavoro.

Un volume dedicato a quanti vogliano approfondire l’argomento salute, ponendosi l’Autore l’obbiettivo di fornire una guida alla conoscenza di quelli che sono gli elementi necessari all’organismo perché possa mantenersi in perfetta efficienza, ma una volume utile anche ai medici di base ed agli operatori sanitari, che debbono confrontarsi ogni giorno con i loro pazienti e con le loro rispettive patologie.

Le conclusioni, cui l’Autore perviene, sono il frutto di anni di ricerca e di studio basato non solo su migliaia di studi scientifici – condotti, a livello mondiale e sin dall’inizio del XX secolo, da ricercatori di fama internazionale –, ma anche sui risultati di attente ricerche svolte in campo farmaceutico ed erboristico: l’Autore, puntuale nell’osservare finanche i rimedi utilizzati nelle tradizioni popolari di diverse culture – orientali ed occidentali –, si è prefissato lo scopo di cogliere quegli elementi d’unione tra scienza medica e medicina popolare che possano rappresentare una base dalla quale muovere al fine di ottenere un rimedio efficace anche contro il cancro.


Siamo abituati a sentire solo le cose cattive sul colesterolo. Ma la verità è che il nostro corpo ha…

 

Le statine, noti farmaci con diversi nomi commerciali, non abbassano i rischi di avere attacchi cardiaci ed ictus. Lo evidenziano…

 

 

Per conoscere il rapporto tra Colesterolo Totale e Colesterolo HDL basta dividere il colesterolo totale per il valore del colesterolo…

 

Colesterolo e suicidio articolo del Dr David Grimes La falsa idea che il colesterolo sia cattivo si è radicata nella…

 

Gli effetti della supplementazione di vitamina C sui valori del colesterolo LDL sono stati ben indagati nel corso di una metanalisi già nel 2008.

Confrontando i risultati di 13 studi clinici pubblicati tra il 1970 e il 2007 e condotti su persone con ipercolesterolemia, la ricerca ha dimostrato che la somministrazione di 500 milligrammi di acido ascorbico per un periodo minimo di 4 settimane produce una riduzione dei livelli di colesterolo LDL.

ricerca apparsa su The American Journal of Clinical Nutrition che aveva verificato l’associazione di elevati livelli di vitamina C nel sangue ad alti valori di colesterolo HDL.

La vitamina C riduce il colesterolo | Luca Avoledo – Salute, alimentazione e rimedi naturali

 


 




Colesterolo
Gli effetti avversi delle statine tra rischi sottostimati e grandi affari

Le statine, noti farmaci con diversi nomi commerciali, non abbassano i rischi di avere attacchi cardiaci ed ictus. Lo evidenziano 8 studi che andremo ad esaminare.

https://www.comemigliorare.com/le-statine-non-riducono-attacchi-cardiaci/

 

Gli inibitori della HMG-CoA reduttasi, le statine, una classe di farmaci utilizzati per abbassare il colesterolo,
sono attualmente tra quelli più comunemente prescritti nel mondo. Tra il 2000 e il 2005 l’uso di statine è aumentato di un enorme 156 per cento, passando da 15,8 milioni di persone a 29,7 milioni di persone. La spesa per questi farmaci è balzata da 7,7 dollari miliardi a 19,7 miliardi dollari per ogni anno dello
stesso periodo.

Il beneficio offerto dalle statine non si traduce in un vantaggio reale.

Assumendo questi farmaci si crede di poter ridurre il rischio di un attacco cardiaco o un ictus.
Purtroppo la maggior parte delle persone ignora che i livelli di colesterolo, da soli, rappresentano un surrogato dei benefici reali sperati, perché il legame diretto tra colesterolo alto ed eventi cerebrovascolari è, e resta, ancora un’ipotesi.

Nel 75% dei casi queste persone avevano un colesterolo “normale”. (vedi nota A in appendice)

LE STATINE NON RIDUCONO ATTACCHI CARDIACI E ICTUS: ANALISI DEI DATI NON PUBBLICATI

La prestigiosa Cochrane Collaboration (organizzazione mondiale per la ricerca indipendente) (1) ha esaminato 8 studi sulle statine, finanziati dalle case farmaceutiche, basandosi sui dati pubblicati e non, contattando in alcuni casi anche gli autori.
I ricercatori della Cochrane hanno concluso che i dati disponibili sono insufficienti per stabilire se le statine siano efficaci e sicure per la prevenzione dell’ictus ischemico e dei TIA (attacchi ischemici transitori).

Per quanto riguarda gli attacchi di cuore, le statistiche sulle statine mostrano che si devono trattare 60 persone per 5 anni per prevenire un singolo attacco. (2)

Questi benefici alquanto insignificanti dovrebbero essere valutati con più attenzione dagli organismi di controllo, tenendo conto degli effetti collaterali e dei costi per la sanità pubblica.
In 5 anni di trattamento con statine, 1 paziente su 67 potrebbe aver sviluppato il diabete e 1 su 10 potrebbe avere danni muscolari (che in alcuni casi possono essere anche permanenti, vedi: gli effetti collaterali delle statine).
Inoltre, le statine non hanno mai dimostrato di prolungare la durata della vita. Ciò è vero anche quando il rischio di malattie cardiache è alto. In una meta-analisi di 11 studi randomizzati e controllati del Prof. Kausik Ray e colleghi, le statine non sono state associate ad una significativa riduzione del rischio di morte per tutte le cause. (3)

In quest’altro studio pubblicato sulla rivista PLoS (4), i ricercatori hanno esaminato i risultati pubblicati e non pubblicati degli studi randomizzati sulle statine. Sono stati presi in considerazione sia i dosaggi standard che quelli più elevati di statine.
Risultato: nessuna differenza, le statine non impediscono eventi cardiovascolari e condizioni associate a trombosi venosa profonda (vedi nota 4 in appendice).
Anche qui i ricercatori sono andati a richiedere dei dati inediti riguardanti gli stessi studi che hanno permesso l’approvazione per la messa in commercio delle statine.

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE STATINE

La revisione fornisce fino ad oggi il quadro più completo sugli effetti indesiderati rilevati con questo tipo di farmaci. (5)

I problemi muscolari sono gli effetti collaterali più conosciuti delle statine, ma vengono ampiamente segnalati problemi cognitivi, dolore o intorpidimento alle estremità, aumenti della glicemia, problemi tendinei.

Vi sono le prove che le statine sono alla base di molti, troppi effetti negativi che non vengono considerati come tali.

Le statine abbassano i livelli di coenzima Q10, un componenete essenziale nei seguenti processi:

  • per il controllo dei radicali liberi.

Dosaggi elevati di statine e statine più potenti sono legati ad un maggior rischio di sviluppare effetti collaterali.

Effetti collaterali a lungo termine dei farmaci ipocolesterolemizzanti

C’è tuttavia un crescendo di prove che dimostrano i gravi effetti collaterali a cui si va incontro diversi mesi dopo l’inizio della terapia.

Alcune delle possibili conseguenze a lungo termine nel prendere le statine:

  • perdita cognitiva
  • neuropatia
  • fibrillazione atriale
  • anemia
  • acidosi
  • febbri frequenti
  • cataratta
  • disfunzione sessuale

Altri effetti collaterali potenzialmente mortali e includono:

  • Un aumento del rischio di cancro
  • soppressione del sistema immunitario
  • degenerazione del tessuto muscolare grave (rabdomiolisi)
  • disfunzione pancreatica
  • Disfunzione epatica. (A causa del potenziale aumento degli enzimi epatici, i pazienti devono essere monitorati per la normale funzione del fegato)

Secondo l’ultima recensione pubblicata sull’American Journal of Cardiovascular Drugs (5), gli effetti avversi sono dose-dipendenti e i rischi per la salute sono amplificati da una serie di fattori, quali:

  • Interazione tra farmaci che aumentano la potenza delle statine
  • Sindrome metabolica
  • Malattie della tiroide
  • Altre mutazioni genetiche legate alla disfunzione mitocondriale

Le statine possono danneggiare per sempre le cellule muscolari

L’effetto collaterale più comune è il dolore muscolare e la debolezza, una condizione chiamata rabdomiolisi.
Purtroppo, per molti adulti anziani è improbabile riuscire a distinguere tra dolore muscolare causato da statine e dolore conseguente all’invecchiamento, quindi gli effetti avversi delle statine negli anziani possono essere notevolmente sotto-riportati.

I ricercatori ora hanno scoperto che vi è più di un modo in cui tale condizione può sorgere come risultato dell’assunzione di statine, tra cui:

  1. L’esaurimento di Co-Q10, una sostanza nutritiva che supporta la funzione muscolare. In Giappone e Canada i medici sono passibili di denuncia per negligenza se prescrivono le statine senza prescrivere CoQ10.
  2. Alterazione della capacità del muscolo scheletrico di riparare e rigenerare grazie all’effetto antiproliferativo delle statine.
    In uno studio recente, la vitalità delle cellule proliferanti è stato ridotto del 50 per cento ad una dose equivalente di 40 mg di Simvastatina – la dose giornaliera utilizzata di norma in alcuni pazienti. Questo potrebbe chiaramente avere un effetto negativo sulla capacità dei muscoli scheletrici di “guarire e riparare se stessi” e, alla fine, potrebbe portare alla totale incapacità del sistema muscolare di ricostruirsi e rigenerarsi.
  3. Attivazione del gene atrogin-1, che svolge un ruolo chiave nell’atrofia muscolare.
    La rottura del tessuto muscolare scheletrico a sua volta può anche portare ad insufficienza renale. L’industria nel frattempo insiste sul fatto che solo il 2-3 per cento dei pazienti ha dolori muscolari e crampi, ma secondo uno studio preso in esame dalla revisione (5), il 98 per cento dei pazienti trattati con Lipitor e un terzo dei pazienti trattati con Mevacor (una statina a basso dosaggio) soffriva di problemi muscolari.

Aggiungendo la beffa al danno, le persone attive hanno in realtà più probabilità di sviluppare problemi dall’uso di statine rispetto a coloro che sono sedentari.

  • In uno studio condotto in Austria, solo sei su 22 atleti con ipercolesterolemia familiare sono stati in grado di sopportare il trattamento con statine. Gli altri hanno interrotto il trattamento a causa del dolore muscolare.

L’IMPORTANZA DEL COENZIMA Q10

Non ci sono avvisi ufficiali negli Stati Uniti per quanto riguarda l’esaurimento di CoQ10 dovuto alle statine e molti medici non informano su questo problema.
L’etichettatura in Canada avverte chiaramente in merito alla deplezione di CoQ10 e informa che la carenza di questo nutriente “potrebbe portare ad insufficienza cardiaca in pazienti borderline. ”

Il coenzima Q10 è un composto antiossidante fondamentale per il processo della produzione di energia all’interno dei mitocondri e nell’eliminazione dei radicali liberi in eccesso.

Le statine agiscono in tre modi:

  1. abbassano i livelli di CoQ10 bloccando la via coinvolta nella produzione di colesterolo – stesso percorso attraverso il quale viene prodotto Q10 riducono il colesterolo nel sangue che trasporta CoQ10 e altri liposolubili antiossidanti.

La perdita di CoQ10 porta alla perdita di energia cellulare e aumenta i radicali liberi.
Ciò significa che si spalancano le porte al danno del DNA mitocondriale delle cellule. Questo spiega perché le statine sono particolarmente pericolose in caso di danni mitocondriali pre-esistenti, ed il corpo si basa su ampie scorte di CoQ10 per bypassare questo danno.

Il cuore ha bisogno di alti livelli di Co-Q10.

Uno degli effetti della carenza di Co-Q10 è la perdita del tessuto muscolare che porta a debolezza, grave lombalgia, INSUFFICIENZA CARDIACA (il cuore è un muscolo!), neuropatia e infiammazione dei tendini e legamenti, che è spesso causa di rotture.
La pressione alta e il diabete sono le conseguenze dei più alti tassi di problemi mitocondriali e se ci si trova in una di queste condizioni il rischio di complicazioni dovute alle statine aumenta considerevolmente, secondo quest’ultima revisione (5).

In ogni caso, si possono sviluppare sempre nuovi effetti avversi, dal momento che le statine possono causare danni progressivi ai mitocondri con il passare del tempo e i mitocondri tendono a indebolirsi con l’età.

Secondo il co-autore dello studio, la dottoressa Beatrice Golomb MD PhD – il rischio di effetti avversi aumenta con l’età e con il trascorrere del tempo.
Questo spiega perché i benefici delle statine “non superano i rischi nelle persone oltre i 70 o 75 anni e in coloro con malattie cardiache. ”

Certo, le statine inibiscono la produzione di colesterolo e lo fanno molto bene.
Nessun errore del nostro sistema medico è così evidente come la totale accettazione che la riduzione del colesterolo è un metodo per prevenire malattie.

Ogni singola cellula del nostro organismo contiene colesterolo, perché il colesterolo è la sostanza che impermeabilizza le nostre cellule. Senza colesterolo, non potremmo avere un diverso ambiente biochimico tra l’interno e l’esterno della cellula.
Quando i livelli di colesterolo non sono adeguati, la membrana cellulare diventa porosa e incontinente, situazione che il corpo interpreta come una emergenza, rilasciando un’ondata di ormoni corticoidi che agiscono sequestrando il colesterolo da una parte del corpo e trasportandolo dove manca.

Nel corpo, il colesterolo è una sostanza “riparatrice”: il tessuto cicatriziale contiene alti livelli di colesterolo, incluso il tessuto cicatriziale delle arterie.
Il colesterolo è il precursore della vitamina D, coinvolta in numerosi processi biochimici incluso il metabolismo delle ossa.
I sali biliari, necessari per la digestione dei grassi, sono costituiti di colesterolo. Quelli che soffrono di bassi valori di colesterolo hanno spesso problemi nel digerire i grassi.
Il colesterolo, inoltre, funziona come un potente antiossidante e ci protegge dal cancro e dall’invecchiamento.
Il colesterolo è vitale per il buon funzionamento del sistema nervoso. Gioca un ruolo chiave nella formazione della memoria e nell’assorbimento degli ormoni, inclusa la serotonina, la sostanza del “benessere” cerebrale.

Quando i livelli di colesterolo si abbassano troppo, i recettori della serotonina non possono funzionare.

Il colesterolo è la principale sostanza organica del cervello: oltre la metà del peso secco della corteccia cerebrale è formata da colesterolo.
Infine, il colesterolo è il precursore di tutti gli ormoni prodotti nella corteccia surrenale, incluso i glucocorticoidi, che regolano gli zuccheri del sangue, e i mineralcorticoidi, che regolano l’equilibrio minerale. I corticoidi sono gli ormoni surrenali formati dal colesterolo, che il corpo utilizza in risposta a vari tipi di stress: promuovono la guarigione e modulano la tendenza all’infiammazione. La corteccia surrenalica, inoltre, produce gli ormoni sessuali, incluso il testosterone, l’estrogeno e il progesterone, sempre a partire dal colesterolo.
Pertanto, un livello basso di colesterolo, provocato da un problema congenito o indotto da farmaci, può disturbare la produzione degli ormoni surrenalici e portare a disturbi legati agli zuccheri del sangue, all’edema, alle carenze minerali, alle infiammazioni croniche, alla difficoltà a guarire, alle allergie, all’asma, alla ridotta libido, all’infertilità e a vari disturbi della riproduzione.

COME MAI GLI STUDI SULE STATINE SONO RIUSCITI A DARE L’IMPRESSIONE DI RIDURRE LE MALATTIE CARDIACHE?

Per un certo verso sembra che i ricercatori abbiano dato più peso ai marcatori, gli indicatori che si ritiene essere correlati alla malattia cardiovascolare.
In realtà esistono modalità abbastanza sofisticate per presentare i dati in modo favorevole, soprattutto quando dietro c’è il finanziamento delle case farmaceutiche, in grado di trovare varie modalità per ingannare medici e pazienti.
La maggior parte degli studi e le argomentazioni sul colesterolo si concentrano sull’importanza di ridurne i livelli, dando per scontato che ciò impedisca attacchi di cuore e ictus.
Come risultato, il livello elevato di colesterolo viene trattato come fosse una malattia a sé, nonostante il fatto che non uccide e molti studi hanno documentato che livelli di colesterolo più bassi sono associati ad alti tassi di mortalità.

Se una casa farmaceutica vuole vendere un farmaco non mette l’attenzione né sulla prevenzione della malattia né sulla guarigione.
L’obiettivo è quello di trovare il modo di vendere farmaci.

Le strategie di marketing delle maggiori case farmaceutiche mondiali oggi prendono massicciamente di mira le persone in perfetta salute.
Pertanto, per vendere statine ci si concentra sul colesterolo. Come risultato si spinge a considerare pericoloso il colesterolo alto. La paura degli attacchi di cuore è stata trasformata in paura del colesterolo.

Chi ci guadagna

Non è solo il pubblico che è stato convinto, ma un sistema medico troppo facilmente ingannabile dalla pseudo-scienza della Grande Industria Farmaceutica e dei loro tirapiedi interamente posseduti, come le università e le cosiddette agenzie della salute. Chiunque esca da questi schemi viene punito.
I medici che si pronunciano a dire la verità e cioè che il colesterolo non provoca attacchi di cuore e le statine non offrono alcun beneficio, vengono attaccati dalle agenzie che eseguono gli ordini dell’Industria Farmaceutica.
Chiunque cerchi di fare ricerca onesta non trova alcun tipo di finanziamento.
Le università vomitano qualsiasi pseudo-studio, foraggiate dal denaro delle facinorose case farmaceutiche. Le scuole mediche insegnano qualunque cosa le case Farmaceutiche dicono loro di insegnare.
La stragrande maggioranza della formazione continua, per i medici, è stata progettata dalle case farmaceutiche, così l’idea che il colesterolo deve essere abbassato con le statine è continuamente rafforzata.
E lo stesso discorso vale anche per tutti gli altri farmaci compresi i vaccini.
Le agenzie responsabili delle pubblicazioni mediche approvano la scienza della spazzatura per la pubblicazione, perché la maggior parte del denaro proviene dalla pubblicità dei prodotti. Esistono anche associazioni di beneficenza per promuovere questo schifo.

La medicina tradizionale tratta le condizioni più croniche, concentrandosi su come alleviare i sintomi più immediati. I medici tendono a rifuggire dal discutere con i pazienti di ciò che ritengono non convenzionale o non confermato, fino a quando una persona autorevole non abbia messo il suo sigillo d’oro di approvazione sulla constatazione. Anche se questo atteggiamento sembra prudente per i medici, significa che potrebbero volerci anni prima di conoscere una vasta gamma di semplici, spesso naturali, soluzioni per la salute e opzioni di trattamento che potrebbero essere di grande valore.

Ma per la scienza medica ogni fatto scientifico che non sia pubblicato in qualche rivista del settore è considerato inesistente, pur essendo di pubblico dominio che la ricerca scientifica sia ormai controllata e indirizzata, attraverso finanziamenti e sponsorizzazioni alle varie Università, da una decina di gruppi farmaceutici che si dividono, a beneficio dei propri azionisti, la metà del mercato mondiale dei farmaci e utilizzano i propri guadagni per porre in essere sistemi di ingerenza e influenza, cui non si sottraggono le più prestigiose riviste scientifiche e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

È attraverso i propri sistemi di infiltrazione, quindi, che le lobbies farmaceutiche riescono ad imporre la pubblicazione, nelle più note riviste scientifiche, di articoli favorevoli ai propri interessi, celando deliberatamente gli esiti di ricerche sfavorevoli, che oltretutto privano la comunità scientifica di conoscenze altrettanto utili alla scienza e alle persone malate.
La ricerca da tempo soffre di una mala-pratica diffusa in tutti i settori sia pubblico che privato. Le decisioni mediche sono sistematicamente distorte per varie ragioni. Una di queste è che le case farmaceutiche hanno facoltà di interrompere in qualunque momento le ricerche in corso e possono vietare la pubblicazione dei dati che non giocano a loro favore.

http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=202662

E’ inevitabile che ogni farmaco dotato di effetti desiderabili abbia effetti tossici imprevisti.

Tuttavia, se non c’è modo di analizzare i dati di tutte le ricerche e i test condotti perché non sono stati resi pubblici, è impossibile per il medico giungere ad una corretta valutazione del farmaco tale da giustificarne la prescrizione al paziente, come nel caso delle statine.
Basterebbe che i governi obbligassero tutti quanti (ricercatori, finanziatori e organi di controllo come la FDA) a pubblicare tutti i dati delle ricerche e tutti i trials condotti, compresi tutti quelli che deludono la tesi di partenza del ricercatore.

Che la scientificità di molti articoli pubblicati nelle riviste specializzate possa essere artefatta e strumentale è dimostrato anche da una ricerca condotta per conto della Health Partners Research Foundation di Minneapolis, la quale ha messo in luce che un numero rilevante dei 3247 ricercatori americani intervistati ha ammesso di aver fornito interpretazioni non corrette dei dati ottenuti e il 15% di essi ha confessato di aver modificato i risultati dei propri lavori su pressione degli sponsor commerciali [Corriere della Sera, 14.06.2005].

Praticamente ogni aspetto del sistema medico esiste per servire le
inestinguibili case farmaceutiche. Poco importa se i farmaci non fanno nemmeno quello che dicono. Non importa se fanno danni enormi fintanto che ingrassano le casse delle case farmaceutiche.
E finché le case farmaceutiche sono felici, allora anche tutti quelli che sono cresciuti allattati al suo seno gonfio di denaro sono felici.

Il pubblico? Forse, abbiamo qualche ruolo da svolgere in questa farsa. Il primo è quello di pagare per tutto questo, sia che lo facciamo attraverso le tasse, le assicurazioni o di tasca nostra. Il fatto è che ogni centesimo va a sostegno delle case farmaceutiche.
E l’altra funzione del pubblico? E’ stare zitti e prendere la medicina.

Come dimostrano diversi studi, le statine non fanno quello per cui vengono vendute.

Grazie ad un marketing massiccio, i produttori di statine hanno sapientemente influenzato e controllato la politica pubblica sulla prescrizione di statine facendola diventare il protocollo ufficiale di cura. Chiunque critica queste politiche o è in disaccordo viene etichettato come un eretico, ignorante e ridicolizzato.
La loro influenza è così forte che di recente la FDA ha approvato il Crestor®, una statina per il trattamento di pazienti con colesterolo normale. Alcuni di questi universitari sono stati chiamati a trattare bambini con le statine.
Purtroppo il marketing ha davvero trionfato nella medicina.

Nell’attesa che si ponga rimedio ad una ricerca distorta e falsata da interessi economici e da una mancata regolamentazione che protegga i pazienti da inutili sofferenze e decessi, diventa importante documentarsi su istituzioni, ricercatori e medici, la cui ricerca non abbia nulla che fare con le case farmaceutiche e i loro rappresentanti.

Al di fuori del giro di affari delle case farmaceutiche ci sono veramente pochi soldi, tant’è che molti ricercatori di una delle più importanti organizzazioni mondiali per la ricerca indipendente, la Cochran Collaboration, prestano la loro opera a titolo gratuito.

RIFERIMENTI:

(Nota A)
Lipid levels in patients hospitalized with coronary artery disease: An analysis of 136,905 hospitalizations in Get With The Guidelines
Amit Sachdeva MD, Christopher P. Cannon MD et al.
American Heart Journal January 2009Volume 157, Issue 1, Pages 111–117.e2
http://dx.doi.org/10.1016/j.ahj.2008.08.010

(1) Cochrane: Statins for acute ischemic stroke
Published: 10 August 2011
Authors: Squizzato A, Romualdi E, Dentali F, Ageno W
Primary Review Group: Stroke Group
(2) Statin Drugs Given for 5 Years for Heart Disease Prevention (Without Known Heart Disease)
104 for non-fatal heart attack (una serie di studi)

(3) Review Article June 28, 2010, Vol 170, No. 12
Statins and All-Cause Mortality in High-Risk Primary Prevention
A Meta-analysis of 11 Randomized Controlled Trials Involving 65 229 Participants
(4) Effect of Statins on Venous Thromboembolic Events: A Meta-analysis of Published and Unpublished Evidence from Randomised Controlled Trials, Rahimi K, Bhala N, Kamphuisen P, Emberson J, Biere-Rafi S, et al. (2012) PLoS Med 9(9)
NOTA: il presente articolo su Plos fa riferimento ad una metanalisi delle statine per quanto riguarda il tromboembolismo venoso, che non ha alcuna inerenza con il rischio di infarto e ictus, perché questi ultimi sono generati da tromboembolie arteriose.
Le altre ricerche citate nell’articolo sono coerenti con il titolo del post: “Le statine non riducono attacchi cardiaci e ictus: analisi dei dati non pubblicati

Statin adverse effects : a review of the literature and evidence for a mitochondrial mechanism.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19159124

(6) Inventori di malattie (Versione Completa)
Del colesterolo e le statine ne parla il farmacologo Silvio Garattini fondatore dell’Istituto di ricerca Mario Negri di Milano al min 14:14 del servizio
http://youtu.be/n8cDac_LZvY

LEGGI ANCHE:
I PERICOLI DELLE STATINE: QUELLO CHE NON VI È STATO DETO SUI FARMACI CHE ABBASSANO IL COLESTEROLO

Ultimissime sul colesterolo

Ricercatosi della Scuola di Medicina dell’Università di Tulane hanno utilizzato la tomografia a raggio elettronico (EBT) per misurare la progressione nella formazione della placca di pazienti infartuati che assumevano le statine. L’EBT è un esame molto accurato per misurare le inclusioni di calcio nelle arterie. Contrariamente alle previsioni, i ricercatori hanno scoperto che la progressione del calcio delle arterie coronariche (CAC) era significativamente più elevato nei pazienti che assumevano le statine in raffronto a quelli che non le assumevano.
I ricercatori hanno affermato:
“Il continuo amunento del CAC potrebbe spiegare perché in alcuni pazienti non si hanno benefici con le statine, ma piuttosto un aumento del rischio di accidenti cardiovascolari”(Arterioscler Thromb Vasc Biol, April 1, 2004).
Il “Melbourne Women’s Midlife Health Project”, (progetto per la salute delle donne di mezza età) ha misurato annualmente i livelli di colesterolo in un gruppo di 326 donne di età compresa tra i 52 e 63 anni.
Nel controllo dell’ottavo anno, le partecipanti sono state sottoposte anche ad un test per valutare la memoria.
*************************

FONTE:

Come migliorare.com

https://www.thennt.com/nnt/statins-for-heart-disease-prevention-without-prior-heart-disease-2/

https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/fullarticle/416105

https://journals.plos.org/plosmedicine/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pmed.1001310


INVENTORI DI MALATTIE (Versione Completa)
il farmacologo Silvio Garattini fondatore dell’Istituto di ricerca Mario Negri di Milano parla del colesterolo e statine al min 14:14 del servizio. Ascoltate le sue parole.
VIDEO: http://youtu.be/n8cDac_LZvY

APPROFONDIMENTI:
COLESTEROLO. TUTTA LA VERITA’ SULLE STATINE TRA RISCHI SOTTOSTIMATI E GRANDI AFFARI

https://www.facebook.com/theCancerluigitosti/photos/pb.490306234316935.-2207520000.1426561259./1033740346640185/?type=3&theater



Il caso delle statine non è unico esempio di conflitto di interessi.

Conflitti di interesse: dilagano tra gli oncologi

Think, Tally, Talk: Big pharma, convegni e conflitti di interessi (dei medici e non solo)


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La Vitamina D e Coenzima Q10 diminuiscono l’effetto negativo delle statine

Sconsigliamo di prendere con tanta leggerezza le statine perché solitamente vengono prescritte senza alcuna necessità, ma qualora fosse proprio necessario prenderle dovete sapere che…

Uno studio controllato di alta qualità in aperto dall’Ospedale Ebraico di Cincinnati ha rilevato che la supplementazione di vitamina D riduce drasticamente questi effetti collaterali negli utilizzatori di statine:

Sebbene si tratti di uno studio non controllato (tutti i pazienti sono stati trattati), è improbabile che uno studio controllato randomizzato possa essere condotto in quanto i comitati etici non consentirebbero a un gruppo placebo carente di vitamina D di non essere curato per tutta la durata dello studio.

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Evitare gli effetti collaterali e ottenere la massima efficacia

Tratto dal sito VitaminDoctor

Nella maggior parte dei pazienti trattati con statina e coenzima Q10 dolori e debolezza muscolari si riducevano del 50%. Il coenzima Q10 è un cofattore fondamentale nella produzione di energia cellulare e una sua carenza provoca di conseguenza una ridotta fornitura di energia a livello cellulare che, si presume, sia corresponsabile dei dolori muscolari.

Dosaggio e consigli per l’assunzione del coenzima Q10

Insieme ai farmaci che abbassano il colesterolo, si consiglia di assumere da 100 a 300 milligrammi  di coenzima Q10 al giorno, preferibilmente ai pasti e insieme ad alimenti contenenti grassi che ne favoriscono l’assorbimento nell’intestino.

Esistono due forme di coenzima Q10:

  • Ubiquinone (il normale coenzima Q10)
  • e Ubiquinolo.

Quest’ultimo è più costoso, ma è già attivo e quindi direttamente disponibile per l’organismo. L’ubiquinolo attivo è particolarmente adatto quando si vuole ottenere un effetto rapido e immediato; inoltre, è più facilmente assorbibile dall’intestino rispetto all’ubiquinone.

“Tuttavia il dr Stephen Sinatra (noto cardiologo) riferisce che vanno bene sia l’ubichinone che l’ubichinolo, ma di solito raccomanda l’ubichinone perché è la forma utilizzata nella maggior parte degli studi clinici ed è meno costosa.”

Una combinazione efficace: il coenzima Q10 e la carnitina hanno un effetto sinergico se assunti insieme. Infatti, mentre il primo è responsabile della produzione dell’energia nelle cellule, la carnitina si occupa del trasporto degli acidi grassi necessari.

Presenza del coenzima Q10 nel sangue

Si tratta comunque di un valore indicativo e non di un valore di riferimento preciso. Ciò non significa che in caso di valori inferiori sia assolutamente necessario assumere degli integratori a base di coenzima Q10. Prima di prendere in considerazione questa possibilità, si deve sempre tenere conto della sintomatologia presente, ad esempio se si soffre di dolori muscolari quando si assumono farmaci che abbassano il livello di colesterolo. In questo caso non è necessario misurare il livello del coenzima Q10.

Alcuni studi hanno dimostrato che i farmaci contro il colesterolo alto erano più efficaci se i soggetti in studio non presentavano una carenza di vitamina D e anzi ne assumevano anche delle dosi integrative. Nei soggetti che alla statina abbinavano anche la vitamina D è stato rilevato un livello di colesterolo inferiore fino a 22 milligrammi rispetto al gruppo che assumeva solo statina. In un altro studio la statina risultò addirittura inefficace se i partecipanti allo studio soffrivano di una carenza di vitamina D.

Inoltre, secondo una revisione sistematica, ovvero una pubblicazione scientifica di alto livello nella quale i ricercatori analizzano in modo critico più studi su un tema, i dolori muscolari si manifestavano con maggiore frequenza nei soggetti con carenza di vitamina D.

Si consiglia di integrare l’assunzione di statine con una dose giornaliera di vitamina D compresa tra 4.000/8.000 Unità internazionali.

In caso di carenza, però, questa dose può anche essere superiore. Per maggiori informazioni sul corretto dosaggio, consultare l’articolo sulla vitamina D.

Il momento migliore per assumere la vitamina D è durante i pasti. Si tratta infatti di una vitamina liposolubile e quindi può essere assorbita nell’intestino solo in presenza di grassi. Ricordate che sono già sufficienti quelli contenuti negli alimenti.

Rilevazione del livello di vitamina D in laboratorio

Se si assumono farmaci contro il colesterolo, si consiglia di misurare anche il livello di vitamina D nel sangue, perché solo così è possibile compensare in modo efficace una possibile carenza.

Dagli esami del sangue si determina il livello della cosiddetta vitamina D 25 (OH) presente nel siero, la parte liquida senza cellule sanguigne.

Ricorrere alla supplementazione con vitamina D in pazienti in stato carenziale affetti da miopatia indotta da statine sembra essere una strategia efficace per migliorare la tolleranza a questa classe di farmaci ipolipidemizzanti e, di conseguenza, prevenire sia l’insorgenza di eventi CV che la mortalità.
 
Queste le conclusioni di un piccolo studio USA, pubblicato su Journal of Pharmacy Practice, condotto su veterani di guerra, che, se sarà confermato in studi dimensionati ad hoc, implementerà le possibilità d’impiego future della supplementazione vitaminica.

Razionale dello studio

Sia la mialgia che la rabdomiolisi sono state associate all’impiego di questa classe di farmaci ipolipidemizzanti, con tassi di incidenza di miopatia superiori al 10%.
 
Alcuni studi hanno suggerito l’esistenza di un’associazione tra bassi livelli di vitamina D e un innalzamento del rischio di problemi muscolari indotti da statine, ricordano gli autori nell’introduzione al lavoro.
Per spiegare quest’associazione, continuano “è stata avanzata l’ipotesi che il deficit vitaminico D determini uno shunting preferenziale del citocromo P-450 3A4 all’idrossilazione della vitamina D, con conseguente riduzione dei livelli di CYP3A4 disponibile per il metabolismo delle statine, con conseguente aumento della tossicità dovuta a questi farmaci”.
 
“Recentemente – aggiungono i ricercatori – alcuni studi hanno mostrato che la correzione di bassi livelli di vitamina D si associa con la regressione della miopatia associata a statine, consentendo la continuazione del trattamento ipolipidemizzante in pazienti precedentemente intolleranti a questa classe di farmaci. In questi studi, tuttavia, i pazienti erano sottoposti a supplementazione vitaminica concomitante con la continuazione della terapia con statine inizialmente prescritta (a dosaggio/frequenza ridotti) o con una statina differente”.
 
Di conseguenza, non era chiaro se la riduzione osservata delle miopatia fosse da ascrivere ad una variazione del regime di trattamento con statine piuttosto che alla supplementazione vitaminica per sé.
Di qui il nuovo studio, avente come obiettivo primario quello di determinare se pazienti precedentemente intolleranti alle statine fossero in grado di tollerare il trattamento senza avere problemi di mialgia dopo supplementazione vitaminica D.
 
Gli obiettivi secondari, invece, consistevano nell’esaminare le variazioni dei livelli vitaminici nel sangue, i profili lipidici a digiuno, nonché la capacità dei pazienti di raggiungere i goal lipidici dopo riavvio della terapia con statine.

Disegno dello studio e risultati principali

I ricercatori hanno identificato pazienti inviati in Clinica Lipidologica dal loro medico di famiglia. Questi erano di età uguale o superiore a 18, con bassi livelli sierici di vitamina D al reclutamento (la condizione di deficit vitaminico D era definita da livelli sierici di 25(OH)D inferiori a 30 ng/L), una storia documentata di mialgia indotta da statine e non desiderosi di re-iniziare il trattamento con statine a meno di un intervento in grado di correggere la loro intolleranza al trattamento.
 
Una volta inclusi nello studio, i partecipanti alla sperimentazione sono stati sottoposti, inizialmente, ad una dose di carico con ergocalciferolo (vitamina D2 – 50.000 UI/settimana per 8-12 settimane), seguita da una dose di mantenimento giornaliera di colecalciferolo (vitamina D3 – 800-1.000 UI/die).
 
In alcuni casi le statine erano assunte a giorni alterni se dotate di emivita lunga.
Atorvastatina, pravastatine e rosuvastatina sono risultate essere le statine maggiormente utilizzate dal campione di pazienti in studio, In alcuni casi (40% dei casi) è stata adottata una posologia di somministrazione a giorni alterni (soprattutto se ad essere utilizzate erano le statine dotate di emivita lunga).
 
I risultati non hanno lasciato spazio ad equivoci: tutti i 27 pazienti inclusi nello studio sono stati in grado di mantenere il trattamento con statine senza andare incontro a mialgia, dopo intervento di supplementazione vitaminica.
 
In particolare, 11 pazienti (pari al 40,7% del campione) sono stati in grado di tollerare il trattamento con la statina precedentemente interrotta.
 
Sei pazienti, invece, sono stati in grado di tollerare un regime di trattamento appropriato (considerato aggressivo) in base alle linee guida ACC/AHA 2013 per il trattamento del colesterolo (2).
Utilizzando le raccomandazioni 2014 della National Lipis Association USA (3), invece, hanno raggiunto il goal di LDL e il goal di non -HDL otto pazienti, in entrambi i casi.
 
I ricercatori hanno anche osservato che la maggior parte dei pazienti che soddisfaceva i goal lipidici aveva raggiunto anche quelli sierici di vitamina D.

Riassumendo

Nel commentare lo studio, gli autori non hanno nascosto l’esistenza di alcuni limiti intrinseci, quali la natura soggettiva della mialgia (riferita dai pazienti), l’utilizzo di statine e di regimi posologici differenti e la mancata considerazione di alcuni fattori confondenti quali l’esercizio fisico, la perdita di peso e la cessazione dell’abitudine al fumo che potrebbero avere avuto un impatto significativo sugli outcome primari e secondari.
 
Ciò premesso, se confermati, i risultati ottenuti suffragano l’adozione della pratica clinica del monitoraggio di routine dei livelli di vitamina D nei pazienti con miopatia indotta da statine.
 
Lo studio, infatti, ha dimostrato come pazienti veterani di guerra con storia di miopatia indotta da statine siano in grado di riprendere con successo il trattamento con questa classe di farmaci ipolipidemizzanti, senza sperimentare recidive di mialgia, dopo supplementazione vitaminica, per supplire ad una condizione di deficit vitaminico.
 
Pertanto, il trattamento del deficit di vitamina D in pazienti con storia di intolleranza alle statine dovuta a miopatia potrebbe rappresentare una strategia di trattamento efficace da considerare al fine di avere la meglio sugli eventi avversi di natura muscolare associati alla terapia con statine e, di conseguenza, di prevenire la morbilità e la mortalità CV.
 
Bibliografia
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Nella maggior parte dei pazienti trattati con statina e coenzima Q10 dolori e debolezza muscolari si riducevano del 50%. Il coenzima Q10 è un cofattore fondamentale nella produzione di energia cellulare e una sua carenza provoca di conseguenza una ridotta fornitura di energia a livello cellulare che, si presume, sia corresponsabile dei dolori muscolari.

Presenza del coenzima Q10 nel sangue

Si tratta comunque di un valore indicativo e non di un valore di riferimento preciso. Ciò non significa che in caso di valori inferiori sia assolutamente necessario assumere degli integratori a base di coenzima Q10. Prima di prendere in considerazione questa possibilità, si deve sempre tenere conto della sintomatologia presente, ad esempio se si soffre di dolori muscolari quando si assumono farmaci che abbassano il livello di colesterolo. In questo caso non è necessario misurare il livello del coenzima Q10.

Alcuni studi hanno dimostrato che i farmaci contro il colesterolo alto erano più efficaci se i soggetti in studio non presentavano una carenza di vitamina D e anzi ne assumevano anche delle dosi integrative. Nei soggetti che alla statina abbinavano anche la vitamina D è stato rilevato un livello di colesterolo inferiore fino a 22 milligrammi rispetto al gruppo che assumeva solo statina. In un altro studio la statina risultò addirittura inefficace se i partecipanti allo studio soffrivano di una carenza di vitamina D.

Inoltre, secondo una revisione sistematica, ovvero una pubblicazione scientifica di alto livello nella quale i ricercatori analizzano in modo critico più studi su un tema, i dolori muscolari si manifestavano con maggiore frequenza nei soggetti con carenza di vitamina D.

Indice degli studi e delle fonti

  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26192349, consultato il 19.07.2017.
  • Deutsches Ärzteblatt (2012): Nebenwirkung: Statine machen Muskeln müde. Deutscher Ärzteverlag GmbH Berlin (consultato il 08.06.2017) https://www.aerzteblatt.de/nachrichten/50574, consultato il 19.07.2017.
  • du Souich, P. et al. (2017): Myotoxicity of statins: Mechanism of action. Pharmacol Ther. S0163-7258(17)30043-8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28223230, consultato il 19.07.2017.
  • Failla, M.L. et al. (2014): Increased bioavailability of ubiquinol compared to that of ubiquinone is due to more efficient micellarization during digestion and greater GSH-dependent uptake and basolateral secretion by Caco-2 cells. J Agric Food Chem. 62(29): 7174-82. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24979483, consultato il 19.07.2017.
  • Fedacko, J. et al. (2013): Coenzyme Q(10) and selenium in statin-associated myopathy treatment. Can J Physiol Pharmacol. 91(2): 165-70. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23458201, consultato il 19.07.2017.
  • Gröber, U. (2018): Arzneimittel und Mikronährstoffe – Medikationsorientierte Supplementierung. 4. Aufl. Wissenschaftliche Verlagsgesellschaft Stuttgart.
  • Gröber, U. et al. (2018): Important drug-micronutrient interactions: a selection for clinical practice. Crit Rev Food Sci Nutr. 2018 Dec 23:1-19. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30580552, consultato il 14.01.2019.
  • Gröber, U. (2011): Mikronährstoffe. Metabolic Tuning – Prävention – Therapie. 3. Aufl. Wissenschaftliche Verlagsgesellschaft mbH Stuttgart.
  • Hosoe, K. et al. (2007): Study on safety and bioavailability of ubiquinol (Kaneka QH) after single and 4-week multiple oral administration to healthy volunteers. Regul Toxicol Pharmacol. 47(1): 19-28. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16919858, consultato il 19.07.2017.
  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25464233, consultato il 19.07.2017.
  • https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27133556, consultato il 19.07.2017.
  • Pérez-Castrillón JL et al. (2010): Vitamin d levels and lipid response to atorvastatin. Int J Endocrinol 320721. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20016682, consultato il 19.07.2017.
  • Qin, X.F. et al. (2015): Effects of vitamin D on plasma lipid profiles in statin-treated patients with hypercholesterolemia: A randomized placebo-controlled trial. Clin Nutr. 34(2):201-6. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24844869, consultato il 19.07.2017.
  • Skarlovnik, A. et al. (2014): Coenzyme Q10 supplementation decreases statin-related mild-to-moderate muscle symptoms: a randomized clinical study. Med Sci Monit. 20:2183-8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25375075, consultato il 19.07.2017.
  • Zlatohlavek, L. (2012): The effect of coenzyme Q10 in statin myopathy. Neuro Endocrinol Lett 33 Suppl 2: 98-101. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23183519, consultato il 19.07.2017.

 




Fondamentale l’assunzione di vit. K2 mk7 per chi assume statine

Le statine stimolano l’aterosclerosi e l’insufficienza cardiaca: meccanismi farmacologici.

Okuyama H1, Langsjoen PH, Hamazaki T, Ogushi Y, Hama R, Kobayashi T, Uchino H.
1Nagoya City University e Istituto per la scienza dei consumatori e la vita umana, Kinjo Gakuin University, 2-1723 Omori, Moriyama, Nagoya 463-8521, Giappone.

Le statine inibiscono la sintesi della vitamina K2, il cofattore per l’attivazione della matrice gla-proteica, che a sua volta protegge le arterie dalla calcificazione. Le statine inibiscono la biosintesi delle proteine ​​contenenti selenio, una delle quali è la glutatione perossidasi che serve a sopprimere lo stress perossidativo. Una compromissione della biosintesi della selenoproteina può essere un fattore di insufficienza cardiaca congestizia, che ricorda le cardiomiopatie dilatate viste con carenza di selenio.

PMID: 25655639

Da Vitamindwiki.


RCT maggio 2015

tratto da VitaminD Wiki

http://dx.doi.org/10.1160/TH14-08-0675, maggio pp. 911–1157
MHJ Knapen (1), LAJLM Braam (1), NE Drummen (1), O. Bekers (2), APG Hoeks (3),

Le donne sane in postmenopausa (n = 244) hanno ricevuto placebo (n = 124) o MK-7 (n = 120) per tre anni.

Mentre

  • distensione,
  • conformità,
  • distensibilità,
  • Modulo di Young e il
  • PWV carotide ocale (cPWV)

è migliorato nelle donne con un indice di rigidità basale β superiore alla mediana di 10,8. MK-7 ha diminuito dp-ucMGP del 50% rispetto al placebo, ma non ha influenzato i marker della fase acuta e della disfunzione endoteliale.

In conclusione, l’uso a lungo termine degli integratori MK-7 migliora la rigidità arteriosa nelle donne sane in postmenopausa, specialmente nelle donne che hanno un’elevata rigidità arteriosa.


Leggi anche

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Farmaci che rubano Vitamine e Minerali

 

The Chemical Disruption of Human Metabolism
Stephen J. Genuis & Edmond Kyrillos

Abstract

Background:

Risultati:

La perturbazione chimica del metabolismo umano è diventata un determinante eziologico di molte malattie durante tutto il ciclo di vita, dalle anomalie dello sviluppo neurologico in utero alla demenza negli anziani.

Tratto dal Pdf The Chemical distruction of Human Metabolism
(La distruzione chimica del Mtabolismo Umano) scaricabile su http://dx.doi.org/10.1080/15376516.2017.1323986

  • Antibiotici danno carenza di Vitamin K, L-leucine, Biotin
  • Antivirali rubano magnesio
  • Atorvastatina dà carenza di Coenzima Q10
  • Beta bloccanti danno carenza di Coenzima Q10
  • Sequestranti degli acidi biliari danno carenza di Calcio , carotenoidi, acido folico, vitamine A, D , E, K , zinco
  • Bisacodyl (Dulcolax, lassativo stimolante) crea carenza di Potassio
  • Chemioterapia crea carenza di magnesio , vitamina B2, taurina, e molti altri nutrienti
    Nota: La vitamina D aumenta l’effetto di molti chemioterapici
  • Colestiramina dà carenza di carotenoidi, Grasso, acido folico, calcio , ferro , magnesio , fosforo, zinco , vitamina A, vitamina B12 , vitamine A, D , E, K
  • Estrogeni coniugati (Premarin) creano carenze di vitamina B6
  • Corticosteroidi creano carenza di Calcio , DHEA, magnesio , melatonina, potassio, acido folico,vitamina B6, B12 , C, D , K , E, selenio, zinco
  • Digitale (digossina, Lanoxin, digitossina) creano carenza di magnesio , calcio , sodio, potassio
  • Diuretici danno carenze di magnesio , potassio, zinco , vitamina B1
  • L-dopa (levodopa, Dopar, Larodapa) fa perdere vitamina B6, potassio
  • Edetato: calcio disodico (EDTA) crea carenza di Calcio , Zinco
  • Eparina crea carenza di Vitamin D
  • Isoniazide (INH, Laniazid, Rifamate, Rimactane) crea carenza di Calcio , acido folico, magnesio , vitamine B3, B6, B12 , D , E, K
  • Losartan (Cozaar, angiotensina II recettore) crea carenza di calcio, cloruro, magnesio , potassio, sodio, fosfato
  • Metformina (Glucophage) da carenza di vitamina B9, B12
  • Methotrexate ti ruba calcio , vitamina B9
  • Contraccettivi orali ti mangiano Magnesio , Manganese, Zinco , acido folico, vitamine B1, B2, B3, B6, B12 2, C
    Nota: Molti contraccettivi orali aumentano la vitamina D
  • Inibitori della pompa protonica sequestrano beta carotene, vitamina B12 , calcio e magnesio
  • Simvastatina (Zocor) sequestra Coenzyme Q10, Vitamin E, Beta carotene
  • Diuretici tiazidici mangiano magnesio , potassio, sodio, zinco
  • Ventolin (Albuterol / Salbutamol / Proventil) dà carenza di calcio , magnesio , fosfato, potassio
  • Stimolanti del CNS: metilfenidato rubano magnesio
  • Farmaci antiepilettici: fenitoina e fenobarbitale rubano magnesio
    Farmaci cardiaci: sotalolo, amiodarone, bretylium e chinidina rubano Magnesio
  • Antidepressivi SSRi consumano CO Q10, Magnesio, Vitamine del gruppo B

Le statine sono conosciute con questi nomi farmalcologici

  • Totalip, Torvast, Xarator,
  • Lovinacor, Tavacor, Rextat,
  • Zocor, Simvastat, Omistat, Quibus, Setorilin,
  • Lescol, Lipaxan, Primesin,
  • Selectin, Langiprav, Sanaprav,

Uno studio che è stato pubblicato sul Giornale della Società Americana di Geriatria afferma di avere trovato il 21% in meno di vitamina D in coloro che assumono statine il 3 Feb 2017.

Uso di statine e risposta del livello ematico di 25-idrossivitamina D al trattamento con vitamina D degli anziani

(Traduzione con Chrome)

DESIGN: analisi raggruppate.

IMPOSTAZIONE: Tre studi randomizzati controllati in doppio cieco che hanno testato diverse dosi di vitamina D.

PARTECIPANTI: Partecipanti a tre studi (N = 646, età media 76,3 ± 8,4, 65% femminile).

Risultati

CONCLUSIONE:

in persone di età pari o superiore a 60 anni ad alto rischio di carenza di vitamina D, gli utilizzatori di statine hanno avuto una diminuzione del 21,4% nelle concentrazioni sieriche di 25 (OH) D nel tempo rispetto ai non utilizzatori, indipendentemente dalla dose di vitamina D e dalle altre covariate.

FONTI

J Am Geriatr Soc. 27 feb 2017. doi: 10.1111 / jgs.14784. Epub in anticipo rispetto alla stampa
Bischoff-Ferrari HA1,2, Fischer K1,2, Orav EJ3, Dawson-Hughes B4, Meyer U1,2, Chocano-Bedoya PO1,2, Meyer OW1,2, Ernst R1,2, Schietzel S1,2, Eberli F5, Staehelin HB6, Freystätter G1,2, Roas S1, Theiler R1,2, Egli A1,2, Wilson NM1,2.

Link allo studio

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/jgs.14784


Inibitori di pompa protonica i famosi Gastroprotettori che non proteggono nulla ed indicati solo nelle gastriti per 2 settimane ed usati invece prescriverli a vita per qualsiasi altro farmaco prendiate.
(Lucen, Omeprazolo, Pantoprazolo ecc)

NOTA del dr Cicero Coimbra SUGLI INIBITORI DI POMPA
(Tipo omeprazolo et simili) il dr Cicero Coimbra, per chi segue il suo protocollo, sconsiglia l’utilizzo degli inibitori di pompa protonica (Omeprazolo ecc ) perchè potrebbe diminuire l’assorbimento della vitamina D e mette in guardia sull’uso massiccio e prolungato di tali farmaci: lui consiglia ai pazienti con problemi di stomaco di utilizzare come alternativa il Carbonato di magnesio, che è un antiacido naturale. “L’uso del Farmaco da reflusso acido raddoppia il rischio di cancro allo stomaco” – studio pubblicato su The Guardian

Linee guida Canadesi per la Deprescrizione degli IPP


Anche le statine COMPROMETTONO L’ASSORBIMENTO DI VITAMINA D
Le molecole più diffuse sono:
STATINE
Post del gruppo molto interessanti che parlano della inutilità e nocività delle statine ce ne sono già, ma se proprio dovete prenderle ed assumete anche vitamina D per carenza, tenete conto che le statine ne riducono l’assorbimento.
In persone di età pari o superiore a 60 anni ad alto rischio di carenza di vitamina D, gli utilizzatori di statine hanno avuto una diminuzione del 21,4% nelle concentrazioni sieriche di 25 (OH) D nel tempo rispetto ai non utilizzatori, indipendentemente dalla dose di vitamina D e dalle altre covariate.
Uno studio che è stato pubblicato sul Giornale della Società Americana di Geriatria afferma di avere trovato il 21% in meno di vitamina D in coloro che assumono statine – 3 Feb 2017 – le fonti le trovate aprendo il link dello studio.



Fattori che compromettono l’assorbimento di VITAMINA D

Raccolta di studi e ricerche per il Gruppo Vitamina d

.

e che il 50% di tutte le persone ha una bassa risposta alla vitamina D3, vi elenco i fattori di rischio per sviluppare carenza e anche fattori che compromettono l’alzamento del livello di Vitamina D 25(OH) nel sangue:

  • Gravidanza
  • Altri motivi per cui non riuscite ad alzare il valore della vitamina D anche se l’avete integrata qualche mese.
    • modalità di assunzione che la riduce del 40%. La vitamina D va assunta dopo un pasto abbondante – si fornisce più tempo all’intestino per assorbire la vitamina D – Nota: evitare di prenderla la sera tardi;
    • Se il Boro è basso aumenta del 15% il fabbisogno di vitamina D e quindi ne consuma facendola calare di 6 punti (ng.).
    • Fare una dieta povera di Colesterolo, Il colesterolo è necessario per produrre vitamina D dal sole, mentre sembra non influire sulla supplementazione di vitamina D.
    • A volte prendendo sia la D2 che la D3 insieme, infatti la D2 in realtà attenuerà il livello di D3.
    • I raggi UVA sembrano effettivamente DIMINUIRE i livelli di vitamina D. Evita di prendere molto sole attraverso le finestre o molto presto al mattino  o nel tardo pomeriggio.
    • Il laboratorio potrebbe avere commesso errori (ripetere l’esame altrove)
    • Recenti interventi chirurgici e traumi richiedono maggior presenza di vitamina D.
    • Essere in eccesso di vitamina A
    • Fegato intossicato da Glifosato (grano contaminato dai pesticidi), DDT, Plastica.
    • LO STRESS che produce il CORTISOLO consuma il colesterolo necessario per produrre vitamina D.
    • Essere senza la Cistifellea, ghiandola essenziale per assorbire le vitamine disciolte nei grassi, ma ci sono opinioni divergenti sul fatto che sia necessaria per assimilare la vitamina D, infatti ci sono testimonianze a favore di chi ha subìto colecistectomia ed innalzato la vitamina D con i normali integratori.
    • Insufficenza Pancreatica e come ogni vitamina liposolubile (A, D, E, K) non sarà assorbita, lo stesso vale per l’insufficenza epatica. (considerare Calcidiolo o Calcitrolo)
    • Problemi genetici dei recettori VDR.
    • Insufficenza renale.
    tratto da VITAMIND WIKI, il database più vasto che riguarda solo la VITAMINA D.

    Alcune ricerche sui farmaci che compromettono l’assorbimento di VITAMINA D

    Inibitori di pompa protonica

    potrebbe diminuire l’assorbimento della vitamina D e mette in guardia sull’uso massiccio e prolungato di tali farmaci: lui consiglia ai pazienti con problemi di stomaco di utilizzare come alternativa il Carbonato di magnesio, che è un antiacido naturale. “L’uso del Farmaco da reflusso acido raddoppia il rischio di cancro allo stomaco” – studio pubblicato su The Guardian

    STATINE

    Post del gruppo interessanti che parlano della inutilità e nocività delle statine , ma se proprio dovete prenderle ed assumete anche vitamina D per carenza, tenete conto che le statine ne riducono l’assorbimento.
    • le fonti le trovate aprendo il link dello studio.Qui trovate l’articolo tradotto
    • La vitamina D diminuirà gli effetti collaterali delle statine?
      Ora, uno studio controllato di alta qualità in aperto dall’Ospedale Ebraico di Cincinnati ha rilevato che la supplementazione di vitamina D riduce drasticamente questi effetti collaterali negli utilizzatori di statine: Khayznikov M, Hemachrandra K, Pandit R, Kumar A, Wang P, Glueck CJ. L’intolleranza alle statine a causa della mialgia, della miosite, della miopatia o della mionecrosi può essere risolta in modo sicuro nella maggior parte dei casi mediante l’integrazione di vitamina D. North American Journal of Medical Sciences . 2015; 7 (3): 86-93. doi: 10,4103 / 1947-2.714,153919.
      https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25838999/
    • Ecco uno studio che spiega quanto siano nocive le statine (uno dei tanti)
      In contrasto con la convinzione attuale che la riduzione del colesterolo con le statine diminuisca l’aterosclerosi, presentiamo una prospettiva che le statine possono essere causative nella calcificazione delle arterie coronarie e possono funzionare come tossine mitocondriali che compromettono la funzione muscolare nel cuore e nei vasi sanguigni attraverso l’esaurimento del coenzima Q10 e ‘eme A’, e quindi la generazione di ATP.
    • Le statine inibiscono la biosintesi delle proteine ​​contenenti selenio, una delle quali è la glutatione perossidasi che serve a sopprimere lo stress perossidativo. Una compromissione della biosintesi della selenoproteina può essere un fattore di insufficienza cardiaca congestizia, che ricorda le cardiomiopatie dilatate viste con carenza di selenio.

    Quindi, l’epidemia di insufficienza cardiaca e aterosclerosi che affligge il mondo moderno può paradossalmente essere aggravata dall’uso pervasivo delle statine. Proponiamo che le attuali linee guida per il trattamento delle statine vengano rivalutate in modo critico.

    I test della vitamina D non sono in grado di rilevare i problemi del recettore della vitamina D (VDR)
    Un VDR scadente impedisce alla vitamina D di entrare nelle cellule
    Sembra che il 30% della popolazione abbia un VDR scarso (40% degli obesi )

    Un VDR povero aumenta il rischio di 55 problemi di salute.
    Il rischio di 44 malattie almeno il doppio con un recettore di vitamina D scarsamente funzionante (ottobre 2019)

    Ci sono indizi che potresti aver ereditato un VDR scadente

     

     

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5 motivi per cui non dovresti prendere Statine

 

Dr Joseph Mercola

  1. Le statine Non funzionano per diminuire il rischio cardiaco

Le statine funzionano per abbassare il colesterolo e, man mano che i livelli calano, si può presumere che sia la prova che stai diventando più sano e riducendo il rischio di malattie cardiache e infarto. Ma sarebbe lontano dalla verità.
Un rapporto pubblicato nella Revisione degli esperti di farmacologia clinica ha concluso che i sostenitori delle statine utilizzavano uno strumento statistico chiamato riduzione del rischio relativo (RRR) per amplificare gli effetti benefici triviali delle statine.

2. Le Statine Riducono il Coenzima Q10

Le statine esauriscono il corpo del coenzima Q10 (CoQ10), che rappresenta molti dei loro risultati devastanti. Anche se è stato proposto di aggiungere un avvertimento di scatola nera alle statine che lo affermano, la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha deciso di non farlo nel 2014.



ubiquinolo
in realtà mantiene il tuo LDL (spesso indicato come colesterolo “cattivo”) ridotto, in quanto è un antiossidante eccezionalmente potente.
Il colesterolo LDL ridotto non è affatto cattivo colesterolo. Solo la versione ossidata causerà un problema. Quindi, riducendo la produzione di CoQ10 nel tuo corpo, stai anche rimuovendo il meccanismo che impedisce al tuo LDL di fare del male al tuo corpo.

3. Le statine riducono la vitamina K2

Una nuova scoperta è stata pubblicata nel marzo 2015 e non è ancora ampiamente nota.
Ci sono stati diversi meccanismi fisiologici discussi nello studio che mostrano come le statine possono peggiorare la salute del cuore, una delle quali inibisce la sintesi della vitamina K2. La vitamina K2 protegge le arterie dalla calcificazione. Senza di essa, i livelli di placca peggiorano.
Il ruolo biologico della vitamina K2 è quello di aiutare il movimento del calcio nelle zone del corpo, come le ossa e i denti. Svolge anche un ruolo nella rimozione del calcio da aree in cui non dovrebbe essere, come nelle arterie e nei tessuti molli.
Secondo uno studio olandese del 2009, la vitamina K2 è associata a una ridotta calcificazione vascolare anche a piccole assunzioni dietetiche.
Le statine inibiscono la funzione della vitamina K2 nel tuo corpo, il che significa che assumerle potrebbe metterti a rischio di carenza di vitamina K2, una condizione nota per contribuire a un certo numero di malattie croniche, tra cui:

    • Osteoporosi
    • Malattie cardiache
    • Infarto e ictus
    • Calcificazioni inappropriate, dagli speroni del tallone ai calcoli renali
    • Malattie del cervello
    • Cancro

4. Le statine riducono la produzione di chetoni

I chetoni sono molecole di segnalazione biologica di importanza vitale. Ci sono tre corpi chetonici, acetoacetato, beta idrossibutirrato e acetone.

5. Aumento del rischio di malattie gravi

Poiché le statine riducono il tuo corpo di CoQ10, inibiscono la sintesi di vitamina K2 e riducono la produzione di corpi chetonici, aumentano il rischio di altre gravi malattie. Ciò comprende:

CANCRO

Secondo una lettera al redattore pubblicata sul Journal of Clinical Oncology:


DIABETE
Di conseguenza, il tuo fegato restituisce lo zucchero alla circolazione sanguigna, che aumenta i livelli di zucchero nel sangue. Questi farmaci rubano anche il tuo corpo da alcuni preziosi nutrienti, che possono anche avere un impatto sui livelli di zucchero nel sangue. Due nutrienti in particolare, vitamina D e CoQ10, sono entrambi necessari per mantenere i livelli di glicemia ideali. Una meta-analisi del 2011 ha confermato che maggiore è il dosaggio delle droghe statine da assumere, maggiore è il rischio di diabete.

• Una meta-analisi del 2010 di 13 studi su statine, comprendente 91.140 partecipanti, ha rilevato che la terapia con statine era associata a un aumento del rischio del 9% per il diabete incidente.14 Qui, il numero necessario per danneggiare era 255 su quattro anni, ovvero ogni 255 persone sul farmaco, uno sviluppò il diabete come conseguenza del farmaco in quel periodo di tempo.
Lo studio ha incluso dati da oltre 345.400 pazienti per un periodo di due anni. In media, le statine aumentavano il glucosio plasmatico a digiuno negli utilizzatori di statine non diabetici di 7 mg / dL, e nei diabetici le statine aumentavano i livelli di glucosio di 39 mg / dL.

MALATTIE NEUROVEGETATIVE

Credits to MediMagazine

DISORDINI MUSCOLO-SCHELETRICI

Inoltre, secondo uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine:

CATARATTA
Se prendi statine, assicurati di assumere anche la vitamina K2 e il CoQ10
È necessario usare cautela sulle dosi più elevate se si assumono anticoagulanti, ma se si è generalmente sani e non su questi tipi di farmaci, suggerisco 150 mcg al giorno. Avrai anche bisogno di assicurarti di prendere CoQ10 o Ubichinolo (la forma ridotta) con esso. Uno studio ha valutato i benefici del CoQ10 e della supplementazione di selenio per i pazienti con miopatia associata alle statine.
Rispetto a quelli trattati con un placebo, il gruppo di trattamento ha sperimentato meno dolore, diminuzione della debolezza muscolare e crampi e meno affaticamento.

Come proteggere la salute del tuo cuore

Stai cercando un modo non farmacologico per aumentare la salute del tuo cuore? Ecco alcuni dei miei migliori consigli:

  • Ridurre, con un piano di eliminazione, i cereali e gli zuccheri nella dieta. È di vitale importanza eliminare i cereali e gli zuccheri contenenti glutine, in particolare il fruttosio.
  • Consumare una buona porzione di cibo crudo.
  • Fare esercizio regolarmente. Assicurati di incorporare esercizi ad intervallo ad alta intensità, che ottimizzano anche la produzione di ormone della crescita umano (GH).
  • Smettere di fumare e bere alcolici eccessivamente.
  • Assicurati di avere una buona quantità di sonno ristoratore e di alta qualità.
  • Praticare tecniche di gestione dello stress regolari.
Journal of Medicinal Food November 2013
  • ACC/AHA Heart Risk Calculator
  • Expert Rev Clin Pharmacol. 2015 Mar;8(2):201-10.
  • Stats.org
  • European Journal of Pharmacology April 24, 2013
  • Expert Rev Clin Pharmacol. 2015 Mar;8(2):189-99.
  • Nutr Metab Cardiovasc Dis September 2009
  • J Med Food. 2013 Nov;16(11):965-7.
  • Trends Endocrinol Metab. 2014 Jan; 25(1): 42–52.
  • Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2013 Sep;22(9):1529-37.
  • Prostate. 2011 Dec;71(16):1818-24.
  • Journal of Clinical Oncology January 20, 2015
  • JAMA. 2011 Jun 22;305(24):2556-64
  • The Lancet February 2010; volume 375, No. 9716, p735-742
  • Journal of Investigative Medicine March 2009, Vol. 57 – Issue 3: pp 495-499
  • Movement Disorders January 14, 2015
  • JAMA Intern Med. 2013;173(14):1318-1326.
  • Wellness Resources February 16, 2015
  • Open Journal of Endocrine and Metabolic Diseases 2013, Vol. 3, No. 3
  • JAMA Ophthalmology September 19, 2013
  • Canadian Journal of Physiology and Pharmacology 02/2013; 91(2):165-70

 

ALTRI ARTICOLI SU STATINE E COLESTEROLO




La terapia con statine a lungo termine riduce il livello sierico di vitamina D

studio olandese del 2015 riferisce con una certa preoccupazione (ma vah…) che l’80% delle persone che “dovrebbero” assumere statine hanno deciso di non farlo (TROPPI effetti collaterali?)

Otto su 10 pazienti di prevenzione primaria saltano le statine, lo studio olandese si trova Medscape
70.000 partecipanti allo studio di coorte LifeLines

Terapia con Statine e vitamina D
Arunkumar Radhakrishnan, A. Ruckmani, M. Abishek, S. Govindaraju.

Metodi: 125 partecipanti che hanno soddisfatto i criteri di selezione sono stati arruolati nello studio. 65 soggetti appartenevano al gruppo di controllo e 60, gruppo statine. Il campione di sangue è stato raccolto per la stima della vitamina D. I risultati sono stati correlati con un profilo demografico, la natura della statina e gli effetti collaterali muscolari e confrontati con il gruppo di controllo.

Risultati: il livello medio di vitamina D nel gruppo statine era di 15,82 ng / ml ± 11,51 e 20,57 ng / ml ± 7,007 nel gruppo di controllo. La differenza è risultata statisticamente significativa. Il 13,85% nel gruppo di controllo e il 10% nel gruppo statine avevano un livello sufficiente di vitamina D. Il 18,33% e il 36,92% avevano livelli insufficienti e il 71,67% e il 49,23% avevano rispettivamente una carenza di statine e gruppi di controllo. La mialgia è stata riportata da 30 soggetti su 60 (50%) nel gruppo statine e 5 su 65 soggetti (7,69%) nel gruppo di controllo.

Alcuni studi hanno dimostrato che i farmaci contro il colesterolo alto erano più efficaci se i soggetti in studio non presentavano una carenza di vitamina D e anzi ne assumevano anche delle dosi integrative.

Nei soggetti che alla statina abbinavano anche la vitamina D è stato rilevato un livello di colesterolo inferiore fino a 22 milligrammi rispetto al gruppo che assumeva solo statina. In un altro studio la statina risultò addirittura inefficace se i partecipanti allo studio soffrivano di una carenza di vitamina D.

Inoltre, secondo una revisione sistematica, ovvero una pubblicazione scientifica di alto livello nella quale i ricercatori analizzano in modo critico più studi su un tema, i dolori muscolari si manifestavano con maggiore frequenza nei soggetti con carenza di vitamina D.

 

 




Gli Omega 3, allungano la vita e diminuiscono i ricoveri

tratto da un post di The Cancer Magazine

Il pesce azzurro (acciuga, sarda, sgombro e aringa) allunga la vita e diminuisce i ricoveri in ospedale?
In un certo senso si, perchè ricco di acidi grassi polinsaturi (PUFA), meglio noti come Omega3.
Alla dose di un grammo al di (contenuti in una capsula), gli Omega3 allungano la vita dei cardiopatici cronici e diminuiscono i ricoveri ospedalieri.
E’ questa la conclusione di un importante studio italiano presentato dal gruppo GISSI (costituito dall’Associazione Nazionale dei Medici Cardiologi Ospedalieri, ANMCO, dall’Istituto Mario Negri, dal Consorzio Mario Negri Sud) al congresso Europeo di Cardiologia tenutosi a Monaco (30 agosto-3 settembre 2008).

Lo studio, durato 4 anni, era articolato in due trial indipendenti, ma sviluppati insieme grazie ad un disegno metodologicamente originale, che aveva come obiettivo la valutazione di due nuovi trattamenti per lo scompenso cardiaco: gli acidi grassi polinsaturi (noti con il loro acronimo n-3 PUFA) e la più recente delle statine, la rosuvastatina (nomi commerciali: Crestor, Provisacor e Simestat).
Le statine sono i farmaci in grado di inibire la HMG-CoA reduttasi, un enzima chiave nella biosintesi del colesterolo.
Lo studio italiano GISSI-HF (Heart Failure) era stato programmato con il fine di valutare l’effetto degli acidi grassi omega3 e delle statine in pazienti con scompenso cardiaco sintomatico.

Entrambi gli studi delle GISSI-HF sono stati sponsorizzati dalla SPA Società Prodotti Antibiotici, dalla Sigma-Tau, da Pfizer Italia e da Astrazeneca.



Lo Studio GISSI-HF (Hearth Failure)

Al primo studio GISSI-HF [2] hanno partecipato 357 centri di cardiologia italiani, e circa 7 mila pazienti con malattie cardiache croniche. 3494 pazienti hanno ricevuto PUFA (acidi grassi polinsaturi omega3) una volta al giorno e 3481 il placebo.
Per placebo si intende una sostanza che viene somministrata al paziente come farmaco, ma che in realtà è priva di principi attivi. Nella sperimentazione clinica, un nuovo farmaco si giudica efficace solo se dà risultati significativamente diversi da un placebo.

End-point secondari (rappresentano cioè degli indicatori) erano la mortalità cardiovascolare, la morte cardiaca improvvisa e i ricoveri per cause cardiovascolari.
Dopo 4 anni, i decessi si verificarono nel 27% (955 pazienti) del gruppo omega 3 e nel 29% (1014 pazienti) del gruppo placebo.
Inoltre nel gruppo PUFA sono stati ricoverati in ospedale per cause cardiovascolari (infarto e stroke) meno pazienti rispetto al gruppo placebo: 1981 (57%) contro 2053 (59%).
Gli omega 3 ridussero, in maniera statisticamente significativa anche i decessi da cause cardiovascolari (20,4% vs 22,0%), e i ricoveri per cause cardiovascolari (46,8% vs 48,5%), ma non la morte cardiaca improvvisa (8,8% vs 9,3%).

Gli autori spiegano che il meccanismo di azione degli omega3 non è chiaro (forse una riduzione della produzione delle citochine immunitarie o una riduzione dell’aggregazione piastrinica o della pressione arteriosa o di un miglioramento della funzione ventricolare).

Il secondo studio presentato sempre dal GISSI-HF [3], ha valutato il ruolo della rosuvastatina nei pazienti con insufficienza cardiaca: 2285 pazienti hanno ricevuto rosuvastatina 10 mg al giorno, 2289 il placebo. Entrambi i gruppi sono stati seguiti per quattro anni.
Nel gruppo statine sono deceduti 657 pazienti (29%) mentre nel gruppo placebo 644 (28%).

Come sottolinea il professor Taddei, «è meglio iniziare la somministrazione dei farmaci PUFA n-3 con la dose indicata di EPA+DHA al più presto, durante il ricovero ospedaliero: sulla base dello studio VALIANT, è stato dimostrato che il momento più rischioso per la Morte Improvvisa è il mese successivo alla crisi cardiaca, per cui è raccomandabile iniziare il trattamento immediatamente dopo». [4]

Buone fonti alimentari di EPA (acido eicosapentenoico) e DHA (acido docosaesaenoico) sono rappresentate dalle carni dei pesci azzurri e in generale dalle specie che popolano acque fredde e salate (acciuga, sarda, sgombro e aringa).

Acidi Grassi Essenziali negli Alimenti


 INFORMAZIONE UTILE
Arriva la Nota 94 per i farmaci PUFA N-3, adesso rimborsati anche per la SCA (Sindrome Coronarica Acuta)

L’Agenzia italiana del farmaco ha istituito una nuova nota, la numero 94, con Determina n. 1081/2013, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 285 di giovedì 5 dicembre, per la prescrizione a carico del Ssn degli omega-3 in pazienti con sindrome coronarica acuta in atto o pregressa. La loro rimborsabilità nell’indicazione ipertrigliceridemia continua invece a essere regolata dalla Nota 13 (nota che va apposta dal medico curante sulla ricetta).

Allo stato attuale del mercato italiano, solo 3 farmaci (Esapent, Eskim, Seacor) soddisfano i requisiti quantitativi e qualitativi previsti dalla Nota 94, entrata in vigore dal 6 dicembre 2013.

Link alla Nota 94


FONTE STUDI:

COMMENTI:


Rimane da commentare la parte del GISSI-HF che ha riguardato gli omega 3.
Infatti un editorialista sottolinea che, alla luce di questi risultati,
gli acidi omega 3 dovrebbero ora entrare a far parte della strategia terapeutica dello scompenso cardiaco