Vitamina C come Antiveleno

  • Vedremo come il dr F. Klenner trattava il morso di serpente ed il confronto di due casi: uno trattato con Vitamina C alte dosi, dal dottor Klenner, ed il secondo caso di morso di serpente trattato da altri medici in ospedale e senza uso di vitamina C.
  • Due decorsi totalmente diversi, sia per la prognosi che per gli esiti della guarigione e per le sofferenze decisamente più alte nel caso trattato senza vitamina C.
  • Poi vedremo il caso di un uomo morso da un bruco velenoso per cui sarebbe certamente morto se non fosse stato tempestivamente trattato con alte dosi di vitamina C endovena.

Ci sono tantissimi di casi trattati dal Dr Klenner, più di 10.000 casi in 30 anni con megadosi di Vitamina C.

Storia di un caso: Morso di Serpente – Frederick Robert Klenner MD

Una bambina di 4 anni fu colpita nella parte bassa ad una gamba da un grande serpente mocassino di altopiano alle 19:00, mentre giocava sull’aia della casa di campagna.

Visitata nel pronto soccorso dell’ospedale locale alle 19:30, la ragazza vomitava e piangeva per il grande dolore alla gamba, che teneva con entrambe le mani al di sopra dei “segni delle zanne”. Aveva la febbre a 37,0 ° F (37,2 ° C).

Furono iniettati 4 grammi di acido ascorbico endovena alle 19:35 con una siringa da 20 c.c .. Nei successsivi 25 minuti si esegue il test sulla pelle alla ricerca del veleno.

A quel punto e prima che fosse somministrato l’anti-veleno la bambina aveva smesso di vomitare, aveva smesso di piangere e sedeva sul tavolo del pronto soccorso, ridendo bevendo un bicchiere di succo di arancia. Commentò: “Forza, papà, sto bene adesso, andiamo a casa”. Ritornò a casa ma a patto che il padre mi facesse un rapporto per telefono ad ogni ora della notte. È quello che fece.

La sua relazione, ogni volta era che, la bambina dormiva come al solito e che appariva normale ad eccezione di un gonfiare moderato al “polpaccio della gamba”.

Vista nel mio studio alle 10:00 del mattino seguente mostrava ancora un piccolo gonfiare alla gamba e aveva mezzo grado di febbre. Le fu data una seconda dose di 4 grammi di acido ascorbico endovena.

Vista alle 5 del pomeriggio non aveva febbre ma il gonfiare rimaneva costante. Non c’era dolore. Il giorno seguente, 38 ore dopo il morso, era completamente normale.
Abbiamo scelto di dare ulteriori 4 grammi di acido ascorbico in occasione di quella visita. Non fu dato nessun altro antibiotico e non ce ne fu bisogno. Aveva avuto un iniezione di richiamo di tossoide del tetano in mesi recenti, nulla le fu dato in quell’occasione.

Paragoniamo questo caso con uno dei precedenti, un morso di serpente ad una ragazza di 16 anni, colpita da un mocassino di circa la stessa misura, al giudicare dai segni delle zanne, sulla mano mentre tirava le piante del tabacco, fu ricoverata in ospedale per tre settimane.

Le furono date 3 dosi di anti-veleno.
Il braccio fu compresso continuamente con una soluzione di solfato di magnesio. Il gonfiore al braccio era di una misura impressionante, si svilupparono delle strie sopra l’area superficiale.

Questa paziente non ricevette vitamina C, solo quella che si trova in una regolare dieta di ospedale. Per controllare il dolore fu necessaria la morfina. (Noi non usiamo più l’anti-veleno).

Dal diario del Fred R. Klenner, Dottore in Medicina (M.D.)

Perché si muore coi morsi di insetto e di serpente?

Si stima che ci siano 6500 morti all’anno negli Stati Uniti per il morso del serpente. Molti di più dai morsi di vari insetti volanti, dai ragni, a causa di certe piante e di alcuni bruchi. Queste morti possono essere evitate. Su parecchi fattori stiamo lavorando in queste patologie:

  • La toxi-albumina del morso di serpenti come la testa di rame o come il serpente a sonagli;
  • L’acido formico più una tossina con una copertura proteica, chiamata proteo tossina da Arthus,come si trova nelle api e nelle vespe;
  • La neurotossina della Vedova Nera, del Ragno Violino e di serpenti come il Cobra ed il Corallo;
  • La produzione di istamina, soprattutto nelle punture e nei morsi più gravi.
    Wells[40] nel 1925 ha chiamato il veleno di certi ragni zootossine e quello di piante velenose, fitotossine. Ford nel 1911 ha riportato tre classi di tossine delle piante e dei funghi:
  • Veleni-muscarina dei nervi;
  • Quelli che causano cambiamenti strutturali nei visceri col risultato della degenerazione del grasso;
  • Irritanti gastrointestinali.

L’acido ascorbico per il soccorso.

È un principio dimostrato che la produzione di istamina e gli altri prodotti finali, provenienti dalle proteine cellulari deaminizzate rilasciate dalle lesioni alle cellule, sono una causa di shock.
Il valore clinico dell’acido ascorbico nel combattere lo shock si spiega se ci rendiamo conto che gli enzimi deaminizzanti, originati dalle cellule danneggiate, sono inibiti dalla vitamina C. È stato dimostrato da Chambers e da Pollock che il danno meccanico a una cellula risulta in cambiamenti del pH che invertono l’attività degli enzimi cellulari da attività costruttiva a distruttiva. I cambiamenti del pH si diffondono alle altre cellule.
Quest’attività distruttiva rilascia l’istamina, una sostanza che dà luogo ad uno shock maggiore.

La presenza di vitamina C inibisce questa transizione enzimatica nella fase distruttiva.

Clark e Rossiter riportano che le condizioni di shock e di stress causano lo svuotamento del contenuto di acido ascorbico nel plasma. Come con i corpi virali, l’acido ascorbico si unisce anche col fattore proteico di queste tossine effettuandone una distruzione veloce.

La risposta a queste urgenze è semplice: Grandi quantità di acido ascorbico da 350 mg a 700 mg per Kg di peso corporeo, per via endovenosa.

Nei pazienti, l’acido ascorbico può essere dato facilmente per intramuscolo in quantità fino a 2 grammi per sito di iniezione. Si possono usare parecchie aree per ogni dose. Poiché l’inizione di acido ascorbico brucia, il ghiaccio tenuto sui muscoli gluteali fino al rossore, elimina quasi completamente il dolore. Noi riapplichiamo sempre il ghiaccio per pochi minuti dopo l’iniezione. L’acido ascorbico è anche dato, per bocca, come trattamento di follow-up.

Ogni stanza di pronto soccorso dovrebbe essere rifornita di fiale di vitamina C a sufficienza perché il fattore tempo non possa mai essere considerato come un ostacolo per salvare una vita e perché in questi casi la rapidità di intervento fa la differenza.
Fiale con 4 grammi, da 20 c.c, fiale con 10 grammi, da 50 c.c. devono essere rese disponibili per il medico.

La storia di un caso con successo dovuto alla rapidità con una iniezione di 12 grammi.

Come esempio dell’effetto letale di certe punture e morsi, racconto brevemente la storia di un caso. Un maschio adulto venne nel mio studio lamentando un forte dolore al torace e l’incapacità di respirare profondamente.
Si scoprì che era stato “punto” o era stato “morso” 10 minuti prima. Pensando che fosse stata una Vedova Nera e non prendendomi cura di cercare i segni delle zanne, a causa della gravità della situazione, gli detti 1 grammo di calcio gluconato endovena. Questo non gli dette nessuno sollievo. Implorava aiuto dicendo che stava morendo. Stava diventando cianotico [pelle blu o livida da mancanza di ossigeno].

Fu così che 12 grammi di vitamina C furono velocemente aspirati in una siringa da 50 c.c. e con un ago di calibro 20 furono iniettati in vena alla massima velocità consentita dalla spinta sullo stantuffo. Perfino prima che l’iniezione fosse completata, esclamò, ” Dio grazie”.

Il veleno era stato neutralizzato con tale rapidità! Fu inviato a casa per localizzare il “colpevole”. Ritornò presto con una “cosa” che somigliava ad un topo. Era lungo 1 pollice e 1/2 (3,8 cm) con lunga peluria marrone. C’era una cresta scura lungo l’intero dorso. Aveva sette paia di unità propellenti ed una coda molto simile a quella di topo. Il giorno seguente portai “La Cosa” alla Duke University dove fu identificato come Bruco di Puss. Questo bruco insolito lasciò 44 segni a rilievo sul dorso della sua vittima.
Se non fosse stato per la vitamina C questo individuo sarebbe morto per shock ed asfissia.


Infusioni di Vitamina C in flebo nella realtà odierna in Italia

Ho contattato negli anni alcuni medici che offrissero la loro consulenza per l’utilizzo di Vitamina C endovena, e all’inizio si sono offerti in molti per la prescrizione che occorre, ma l’unico ad offrire un servizio concreto è il Dr Francesco Raggi.

 

VITAMINA C

La vitamina C, conosciuta anche come acido ascorbico, è un nutriente essenziale che tuttavia non può essere sintetizzato dall’organismo umano e deve essere introdotto o dalla dieta o da integratori. È una vitamina idrosolubile necessaria all’organismo per sintetizzare il collagene – in grado di rinforzare le ossa, la cartilagine, i muscoli e i vasi sanguigni – necessaria per il corretto funzionamento del sistema immunitario e per favorire l’assorbimento del ferro.

La vitamina C ha molti benefici ed è nota per la sua capacità di agire come agente antiossidante, in grado quindi di rimuovere i radicali liberi, riducendone il danno provocato a livello del genoma. Inoltre, l’utilizzo della vitamina C è stato adottato anche in ambito oncologico, trovando tra i suoi sostenitori più significativi il premio Nobel Linus Pauling e il suo collega Ewan Cameron.

La Vitamina C per via endovenosa viene utilizzata da molti anni negli Stati Uniti di America, in Germania, in Svizzera e in Austria.

Vitamina C endovena: la tecnica La tecnica prevede una protezione per la soluzione contenente la vitamina C, in quanto la sostanza è fotosensibile e la luce potrebbe ridurne gli effetti. Proprio per questo motivo nel mio ambulatorio vengono utilizzati specifici materiali monouso che proteggono la vitamina C dall’esposizione luminosa.

Il dosaggio della vitamina C viene individuato singolarmente in base al peso alla problematica specifica del paziente.

Controversie Scientifiche ed Efficacia della vitamina C

Nonostante l’utilizzo della vitamina C per via endovenosa ad alte dosi sia diffuso in alcune cliniche in America https://riordanclinic.org/what-we-do/high-dose-iv-vitamin-c/ ed Europa (Germania, Austria, svizzera) tale metodica è ancora oggi motivo di divisione nella comunità scientifica.

La vitamina C è stata studiata a lungo ed esistono pubblicazioni scientifiche internazionali che ne attestano l’efficacia e l’utilità in diversi settori della medicina. Tuttavia altre pubblicazioni invece mettono in dubbio la sua utilità.

È importante evidenziare che la vitamina C, non essendo brevettabile, non ha mai trovato il favore dell’industria farmaceutica: infatti, pochi sono stati gli investimenti dato che nessuno poteva vantare interessi su questa sostanza.

Efficacia della vitamina C Uno studio multicentrico tedesco effettuato su pazienti con tumore al seno ha mostrato che il trattamento con vitamina C endovena insieme alla chemio e radio ha contrastato gli effetti dello stress ossidativo dovuti proprio al trattamento anti-cancro, riuscendo a ridurre gli effetti collaterali e migliorando la qualità di vita delle pazienti durante e dopo il trattamento.

Un altro studio ha dimostrato che la vitamina C endovena ad alto dosaggio dopo i trattamenti anti-tumorali standard ha ridotto i livelli di infiammazione e i livelli di marker tumorali. 

Dalle pubblicazioni scientifiche si rileva che la vitamina c può essere utile nei pazienti con: patologia tumorale infezioni (herpes Zoster, mononucleosi, sepsi severa) allergie

Benefici della vitamina C in ambito oncologico

I pazienti affetti da cancro hanno esperienza comune di una sintomatologia legata alla progressione della malattia e agli effetti collaterali della chemio e radioterapia, che hanno un profondo impatto sulla qualità di vita del paziente. La stanchezza è il sintomo più comune e debilitante riportato dai malati oncologici, molto più del dolore.

Diversi studi recenti hanno mostrato che la vitamina C endovena riesce ad alleviare la fatica, l’insonnia, la perdita di appetito, la nausea ed il dolore, oltre a migliorare aspetti cognitivi, emozionali e sociali. Ulteriori trials clinici hanno mostrato che la vitamina C endovena ad alte dosi è sicura e ben tollerata nei pazienti con tumore sia come terapia a se stante sia in combinazione con farmaci chemioterapici.

Anche se gli effetti anticancro della vitamina C non possono considerarsi conclusivi, i dati esistenti mostrano una sempre più chiara capacità nel migliorare la qualità di vita (la stanchezza, l’insonnia, la perdita di appetito, il dolore , la nausea)

Tale trattamento, nei pazienti affetti da tumore ha mostrato: un aumento della qualità di vita (riduzione della stanchezza, del dolore, della nausea, miglioramento del sonno e dell’appetito) una migliorata tolleranza alla terapia convenzionale (chemio e radioterapia)

Dr. Raggi Francesco Medico Specialista in Igiene e Medicina Preventiva Roma – Perugia – Terni – Latina – Teramo


 


Liberatoria (Disclaimer)

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.


image_pdfsalva articolo in PDFimage_printstampa articolo o scarica contenuti