Gli studi in vitro sono esperimenti scientifici condotti su microrganismi, cellule, porzioni di cellule o tessuti, sia animali che umani.
Le cellule vengono isolate, separate e purificate dal loro ambiente biologico abituale, quindi fatte crescere in mezzi idonei a riprodurre le dinamiche di un determinato organismo.
Inoltre, in molti casi le cellule isolate possono essere coltivate in laboratorio, amplificandole in coltura per generare nuovi stock per ulteriori ricerche.
Perché sono Importanti
Gli studi in vitro su colture cellulari possono fornire molte risposte preliminari agli studiosi.
Ad esempio, permettono di valutare gli effetti di un farmaco, un nutriente o una tossina su particolari linee cellulari sane o malate.
Prendendo il caso delle cellule tumorali, è possibile valutare se la loro esposizione a particolari sostanze ne arresta o favorisce la crescita.
Esistono naturalmente molti tipi di colture cellulari e in genere si sfruttano quelle provenienti dall’organo o dal tessuto bersaglio della molecola che si vuole studiare.
Ad esempio, le cellule Caco-2 permettono di stimare l’assorbimento di composti attraverso il tratto gastrointestinale 1.
Fecondazione in vitro
La fecondazione in vitro viene utilizzata per consentire agli spermatozoi di fecondare le cellule uovo in un piatto di coltura, prima di impiantare l’embrione o gli embrioni risultanti nell’utero della futura madre.
In vitro o in vivo?
Le origini etimologiche di in vivo e in vitro derivano dal latino:
in vitro descrive qualcosa “in vetro”, come una provetta o una capsula di Petri.
Studi ex vivo
In questo tipo di studi, i tessuti viventi non vengono isolati e coltivati dall’uomo, ma prelevati direttamente da un organismo vivente (ad es. follicoli piliferi, espianti di pelle).
L’esperimento viene quindi condotto immediatamente in un ambiente di laboratorio, con una minima alterazione delle condizioni naturali dell’organismo.
A Cosa Servono
La sperimentazione in vitro viene usata come primo passo nella ricerca scientifica, ad esempio per:
valutare la formulazione ottimale di un farmaco o di un prodotto cosmetico o nutraceutico, misurandone le capacità di assorbimento.
Studi preclinici
Superato questo primo banco di prova, la molecola può essere avviata alla sperimentazione in vivo su animali, che naturalmente è più lunga, complessa e costosa.
Queste prime fasi sono il preludio indispensabile per procedere alla sperimentazione sull’uomo (sperimentazione clinica). Per questo motivo, gli studi in vitro e su animali sono anche noti come test preclinici.
Prima che un farmaco sperimentale venga studiato in vivo, è importante che il suo meccanismo d’azione e la sua complessità siano valutati a fondo in studi preclinici, inclusi modelli in vitro.
* Ancor prima della sperimentazione in vitro, varie tecnologie permettono di individuare molecole che hanno le caratteristiche potenziali per produrre l’effetto ricercato.
Ad esempio, i cosiddetti studi in silico sfruttano il computer per simulare l’interazione tra l’organismo umano e la molecola in esame, e ottenere così informazioni sulle reazioni da essa prodotte.
Una volta che gli studi in vitro hanno dato risultati incoraggianti, si prosegue provando il farmaco in vivo sugli animali e poi eventualmente sull’uomo.
Vantaggi e Svantaggi degli studi in vitro
I risultati degli studi in vitro sono estremamente difficili da tradurre in un effetto clinico, dal momento che non vengono condotti in un organismo vivente.
In effetti, i modelli in vitro non riescono a riprodurre la complessità dei sistemi di organi di un organismo complesso.
Ad esempio, potrebbero non tenere conto delle interazioni tra le cellule o degli innumerevoli processi biochimici che si verificano durante il metabolismo della molecola.
Dato che un modello in vivo coinvolge l’ambiente interno di un essere vivente, i risultati degli studi in vivo sono considerati più affidabili o più rilevanti di quelli degli studi in vitro.
In sintesi, sebbene gli studi in vitro siano abbastanza utili per l’indagine preliminare, tendono a essere riduzionisti e semplificativi, mentre la situazione in vivo è spesso complessa e richiede analisi a livello di sistema e interpretazione contestuale.
Per queste ragioni, la maggior parte dei farmaci efficaciin vitro si rivela inefficace in vivo, a causa di problemi associati alla consegna del farmaco ai tessuti colpiti, alla tossicità o ad altri problemi 1.
Qualcosa da sapere sulle Vaccinazioni contro Varicella ed Herpes Zoster
13 Febbraio 2024
In questi giorni stanno arrivando agli italiani lettere dalle ASL (che ricordo sono Aziende non strutture per la cura) che invitano le persone a vaccinarsi contro l’Herpes Zoster e per cercare di essere “più appetibili” ne approfittano per proporre anche il vaccino contro Pneumococco.
C’è qualcosa che dovete sapere sul Vaccino Zovast della casa farmaceutica Merck e questo anche se ne dovessero usare un altra marca.
Merck & Co., uno dei principali attori globali affermati nel mercato farmaceutico, ha affrontato una moltitudine di denunce legali relative a Zostavax (MDL 2848 Request for Consolidation) riguardanti il farmaco che dovrebbe prevenire l’herpes zoster negli anziani. Il consolidamento è stato approvato per il distretto orientale della Pennsylvania.
Sul sito degli avvocati americani che hanno fatto una causa contro Merck si trovano tutti i procedimenti aggiornati dal 2017 fino ad oggi.
Class Action, cioè una azione legale di gruppo, è al 3° appello e pare che non riesca ad avere ancora una fine degna per tutti i danneggiati. Pare che a causa di un cavillo non riescano a dimostrare che la riapparizione dell’HZ è dovuta alla vaccinazione da Zovast.
La speculazione sul valore di liquidazione dei reclami Zostavax basata sul valore di tipi simili di casi e lesioni
Zostavax — Vaccino per l’herpes zoster causa l’herpes zoster
Altri problemi, anche più gravi, associati a Zostavax includono:
Ictus e
Morte
Merck ha dimostrato negligenza non avendo avvertito i consumatori?
negligenza, design difettoso, violazione delle garanzie espresse e implicite, mancata segnalazione, arricchimento ingiusto e falsa dichiarazione che comportano rischio di rischio fisico.
Merck sfugge a quasi 1.200 cause legali per il vaccino contro l’herpes zoster poiché la testimonianza dei querelanti non è all’altezza
Martedì, un giudice federale della Pennsylvania ha respinto esattamente 1.189 casi contro Merck nel gruppo di casi durato quattro anni.
Effetto della vaccinazione antivaricella sull’epidemiologia dell’herpes zoster, il noto “Fuoco di Sant’Antonio”
Dalle ricerche di Marcello Pamio.
“Tante le domande che ci facciamo” (N.d.r.)
Pertanto l’assenza di circolazione del virus selvaggio della varicella nella comunità aumenta i casi di herpes zoster, fenomeno già osservato in diverse parti del mondo [8].
Come gestire questo inconveniente?
Il produttore Merck ce l’ha una soluzione: raccomandare anche un vaccino contro l’herpes zoster.
Riassumendo: più si vaccina, più si è costretti a vaccinare.
Esistono delle pubblicazioni scientifiche che suggeriscono una correlazione tra vaccini esavalenti e morte improvvisa. Cosa ne pensate di queste pubblicazioni?
In questa ricerca si è trovato che bambini nel secondo anno di vita muoiono in modo statisticamente significativo 1 o 2 giorni dopo vaccino esavalente:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15602672
In questa ricerca apparsa sulla prestigiosa rivista scientifica “Vaccine” sono documentati 6 casi di morte improvvisa entro 48 ore da somministrazione di vaccino esavalente; le autopsie hanno rivelato una neuropatologia anormale nel cervello di questi bambini:
Cosa sapete dirmi sulla ricerca del dr Jacob Puliyel apparsa sulla rivista “Indian Journal of Medical Ethics”?
Dr Jacob Puliyel, primario del reparto di pediatria all’ospedale St. Stephen, medico e epidemiologo, ha esaminato la sindrome della morte improvvisa dopo vaccinazione esavalente con “Infarix hexa”.
Ha osservato che l’83% delle morti improvvise del 2012 sono avvenute entro 10 giorni dalla vaccinazione con Infarix Hexa, mentre solo 17% sono avvenute dopo il decimo giorno.
Ha osservato che se fossero coincidenze, le morti avrebbero dovuto raggrupparsi uniformemente attraverso i 20 giorni successivi a vaccinazione e non quasi tutte nei primi 10 giorni.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28918379
Correlazione tra vaccinazioni anti Varicella ed Herpes Zoster (Fuoco di S. Antonio)
Stiamo registrando una particolare recrudescenza, soprattutto tra i bambini, di episodi del cosiddetto Fuoco di S. Antonio, cioè quella patologia, denominata Herpes Zoster, che si manifesta a seguito di slatentizzazione del virus della Varicella (chi manifesta l’Herpes Zoster ha già contratto la Varicella, anche in maniera asintomatica, cioè senza la classica sintomatologia delle pustolette).
dopo il 2017.
Il primo studio che riportiamo è stato pubblicato sul noto portale dedicato PubMed, e di cui riportiamo un estratto:
“Esiste la preoccupazione che una riduzione del numero di casi infantili di varicella potrebbe portare ad un aumento a breve termine dell’herpes zoster nelle persone latentemente infette“.
Un altro studio referato, anch’esso pubblicato sullo stesso portale scientifico PubMed, porta ad analoga conclusione:
“La vaccinazione su larga scala di bambini e anziani (contro la varicella) potrebbe avere un impatto importante sull’incidenza di herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio)”
Persino il nostro Istituto Superiore di Sanità, in questa pubblicazione, perviene ad analoghe perplessità (pag. 9):
Ed ancora (pag. 11):
“La vaccinazione su larga scala di bambini e anziani (contro la varicella) potrebbe avere un impatto importante sull’incidenza di herpes zoster (Fuoco di Sant’Antonio, ndr)”.
Alleghiamo l’intero documento dell’I.S.S. di 113 pagine.
Miglioramento in 3 giorni da Herpes zoster con Vitamina D e Vitamina C ad alte dosi e
Testimonianza di Leonardo Fossi
“
Questo invece è stato il risultato che ho riscontrato alcuni mesi fa su mio suocero, senza utilizzare nessun tipo di farmaco.
Scientia potentia est.
Pubblicato su facebook :
Integratori di nutrienti: tra pubblicità e politiche sanitarie
13 Febbraio 2024
Ci sono tre modi di guardare agli integratori
dal punto di vista della legislazione
dal punto di vista commerciale
dal punto di vista del consumatore per qualità e costi del prodotto
Vediamo di sviluppare la questione in questi tre punti e perché spero di fare chiarezza con questo post.
Parliamo degli integratori
LA LEGGE Impariamo a leggere le etichette degli integratori e a capire come vengono considerati ed elencati gli ingredienti. A livello legislativo gli integratori sono classificati nella sfera alimentare con tutte le regole del caso e cioè secondo questa normativa vigente.
Come si fa la lista ingredienti?
Consiglio di cambiare integratore.
Noi sappiamo per esperienza diretta che le vitamine e la fitoterapia sono efficaci nelle quantità e per la durata delle cure.
Ovvero se ti hanno fatto credere che integrare solo 1 grammo di vitamina C sia curativo, stai assumendo un placebo.
Abram Hoffer diceva che:
Una vitamina può avere l’effetto di un medicinale, ma un medicinale non potrà mai avere l’effetto vitaminico.
Non lasciatevi fuorviare né dalle autorità mediche né dai politici. Scopri quali sono i fatti e prendi le tue decisioni su come vivere una vita felice e come lavorare per un mondo migliore.
Abbiamo qualche dato?
Se un organo statale fosse imparziale aprirebbe la possibilità a studi di ogni tipo e potrebbe confrontarne i risultati, per il bene unico della popolazione che governa. Ma se continua a fare accordi con aziende farmaceutiche non avrà mai la libertà di indicare altre cure, né di studiarne gli effetti positivi e/o eventualmente inutili. chi osa parlarne e renderle pubbliche rischia di essere oscurato dalla censura de web.
Peccato che non mettano lo stesso impegno nel cercare di non nuocere attraverso le numerose dannose ed inutili prescrizioni.
C’è qualcosa di sbagliato quando le agenzie di regolamentazione mentono sul fatto che le vitamine siano pericolose, ma ignorano le statistiche pubblicate che mostrano che la medicina approvata dal governo è il vero pericolo.
Strategie comunicative giuste e sbagliate: gli errori della medicina olistica sopraffatta dal marketing
NUnica Medicina, quella che cura, senza bisogno di creare spartiacque e differenze sociali di trattamento.
Guardate quante nuove farmacie sono state aperte in questi ultimi due anni, è un mercato davvero redditizio.
Settore olistico in competizione, gli errori nella strategia di vendita
Se si vuole comunicare che un prodotto funziona facendo leva sui lati negativi della concorrenza, oltre ad essere un modo sleale, è controproducente per i propri interessi nel lungo periodo. Infatti evito a prescindere i prodotti che fanno pubblicità comparativa. Siamo in tanti a sostenere che i farmaci siano dannosi, ma la farmaceutica lo dichiara nel foglietto che ci sono effetti indesiderati e controindicazioni.
Nel mondo olistico ci sono tantissime cose che si possono fare per ottenere più salute, ma nessuna di queste ha degli effetti collaterali se presi in giuste modalità e quantità e se le pratiche sul corpo sono esguite da persone competenti. Il punto dolente è quando le varie branche olistiche entrano in concorrenza fra loro e come al solito noi pazienti e consumatori finali di un servizio, siamo nel mezzo a subirne gli effetti negativi sia sulla salute che sul portafoglio.
E questi requisiti di qualità devono essere mantenuti nel tempo, non solo durante le promozioni. Ora, se hai un prodotto tuo o un servizio convincimi con una esposizione corretta di quello che fai e che il tuo è un prodotto buono. La gente è in grado di percepire se ami o no quello che fai e quello che proponi. È necessario creare le sinergie giuste fra operatori olistici senza generare conflitti. È sgradevole assistere ai teatrini del tipo: Dico tutto ciò perché in tanti anni che mi occupo di vitamina D e C e gestisco gruppi per la salute, ho visto tanti operatori olistici farsi la guerra e da questi ho subito preso le distanze.
Foglietto illustrativo o “bugiardino”- La mia critica al farmaco
Una delle cose più paradossali che capita leggendo le istruzioni ed indicazioni di un farmaco è quella di scoprire che tra gli effetti collaterali c’è un aggravamento della malattia stessa per cui il farmaco è stato creato e dovrebbe curare. Solo due esempi vi faccio tra i più noti:
antidepressivi specie gli SSrI, ma anche altri tipi, hanno riportato sugli effetti negativi il più grave effetto che è il “pensiero suicida” proprio l’apice della depressione.
direi che è bruttissimo pure l’effetto collaterale dei bifosfonati che dovrebbero aumentare la densità ossea e curare l’osteoporosi e invece potrebbero erodere l’osso mascellare.
Questi effetti negativi si manifestano con cure lunghe e protratte nel tempo, e questi due farmaci citati sopra sono proprio quelli che non vengono quasi mai sospesi e quindi presi per lunghi periodi. Purtroppo la gente si è abituata a ritenere quasi tutto come rischio accettabile.
Questi due non sono gli unici con queste caratteristiche, credete che siano davvero in grado di curare le malattie per le quali sono state progettati? Cioè sono alla fine efficaci ed i rischi sono tutto sommato accettabili? Vari studi a posteriori dopo anni di sperimentazioni indicano che non sono nemmeno tanto efficaci. Ma allora perché la scienza medica non si preoccupa di cercare altre soluzioni e continua a prescrivere cose inutili e dannose?
A proposito di “bugiardino“ Avete idea del perché sia stato soprannominato così? Io ho una mia teoria.
Bugiardino da l’idea che dice falsità, ma in realtà tutto ciò che è scritto sul foglietto illustrativo, spesso lunghissimo e scritto fitto fitto, c’è la verità perché le case farmaceutiche sono obbligate per legge a riportare tutte le avversità note di un farmaco. Per convincere le persone che prendere questi farmaci sarebbe, tutto sommato, un rischio minimo, è stata fatta una operazione di contro informazione calcolata probabilmente nata da qualche farmacista o da qualche medico al momento di convincere un paziente a prendere una medicina.
Screening di massa, la mia critica al concetto di prevenzione ufficiale
Nulla, stanno solo controllando il loro cattivo operato. Non credi?
L’interesse dei mercati dei grandi colossi farmaceutici che da tempo si interessano anche di nutraceutica, mette un pò a tacere l’idea che gli integratori siano solo delle bufale e che siano addirittura pericolosi. Nei tavoli di discussione produttori farmaceutici e di nutraceutica sono in cerca di regolamentare il mercato con nuove leggi e normative. Credo che i piccoli produttori di integratori alimentari avranno da sostenere battaglie molto dure per poter rimanere in gioco.
Come sono uscita dal circolo vizioso della cura che è peggiore del male
13 Febbraio 2024
Questo articolo uscito il 24 Giugno 2021 sulla rivista on line Mad in Italy è stato presentato così dalla drssa Laura Guerra amministratrice della rivista e del gruppo Facebook Mat in Italy., che ringrazio per avermi concesso lo spazio.
Presentiamo la storia di Morena che, in un momento difficile della sua vita legato a problemi di salute, viene sottoposta a trattamento con psicofarmaci.
Avendo sviluppato forti effetti collaterali causati dal loro uso, non trova tuttavia l’aiuto di uno psichiatra per fronteggiarli e sospenderli.
Riteniamo che sia una storia emblematica delle difficoltà che gli utenti incontrano quando vogliono intraprendere il percorso di dismissione.
Sono stata una infermiera per 35 anni, ma poi ho visto e toccato con mano come ci si sente dalla parte dei pazienti perché mi sono ammalata in modo da incappare tra le maglie della sanità che sovrastima le diagnosi, troppo interventista ricorre subito alla chirurgia e alle terapie farmacologiche anche quando una lesione potrebbe avere una cura medica meno aggressiva e con dei percorsi non invasivi.
In quel periodo ebbi diversi eventi stressanti, oltre al cancro, anche due lutti e la perdita del lavoro con mobbing. Io che ero sempre stata una persona molto attiva, indipendente e propositiva, non mi riconoscevo più.
Dopo 4 anni cominciai a meditare che i farmaci antidepressivi non facevano il loro lavoro e anzi pensavo spesso al suicidio, ma non ci provai mai perché essendo anche infermiera sapevo come sarei stata trattata dopo per un tentato suicidio nei reparti psichiatrici, dato che ci avevo lavorato anche per fare la tesi per il diploma di Infermiera professionale (anno 1981).
Quindi mi sforzai di pensare a qualche strategia per arrivare alla Sospensione graduale degli antidepressivi.
Ho chiesto alla psichiatra, ma non collaborò molto e dovetti fare da me perché mi propose di passare da 60 mg di Duloxetina a 30 mg. Provai come disse, ma non era certo un modo vincente di sospendere quell’antidepressivo. Gli effetti collaterali della dismissione erano devastanti, capogiri, vertigini, senso di nausea e ronzii fortissimi che non sono capace di descriverli.
Così cambiai di nuovo strategia e passai al concretissimo “fai-da-te” seppur sconsigliato, credevo che non ci fosse nessuno meglio di me per attuare un progetto del genere, fatto di tanta pazienza e dedizione, ma soprattutto convinta che ce la potessi fare.
Mi informai su come utilizzare la Cannabis Terapeutica e la usai con molto successo per attenuare i sintomi da astinenza da duloxetina, conosciuta come Cymbalta ed Effexor. Sono capsule, quindi impossibile da suddividerle, spezzarle per creare dosi via via più piccole, e questo è molto astuto da parte delle case farmaceutiche, cioè non creare capsule con dosaggi minori per riuscire a scalarli, ed è chiarissimo nelle loro intenzioni che non c’è una fine a questa terapia, dopotutto i malati cronici a vita, creano ottimi profitti. Infatti esistono solo 3 tipi di dosaggi per la Duloxetina – da 60 mg., 30 mg. e 15 mg.
Contro questa decisione non solo il medico ma anche i familiari prossimi. Ma io trovai il modo di confezionare capsule da dosaggi inferiori aprendo le capsule e disfandomi di una parte di contenuto ed ebbi così capsule a cui toglievo un corrrispondente di 5 mg per ogni mese. (se volete farlo anche voi rivolgetevi ad un farmacista che sappia ridurre i dosaggi delle capsule)
Per questo vi dico che il mio modo di procedere era migliore di quello proposto dal medico, il quale mi passava da 60 a 30 mg da un giorno all’altro. Che poi è veramente buffo sentir dire la frase scalare i farmaci “sotto controllo medico” quando per ogni crisi di astinenza il medico non rispondeva. Chi avrei avuto disponibile a suggerirmi un dosaggio diverso? Avrei dovuto averlo con me 24 ore su 24.
È chiaro che ti inducono loro al fai-da-te e quindi bisogna rimboccarsi le maniche e non sperare in aiuti esterni, che se ci fossero stati, non avrei certo rifiutato.
Intanto che procedevo alla sospesione dei farmaci in modo graduale, aiutavo il mio corpo con una serie di disintossicazioni con erbe e lavaggi intestinali e non ultime le integrazioni di vitamine e Magnesio. Provai anche il lavaggio epatico, ma lo ritenni troppo faticoso e stressante. In ogni caso fu efficace per farmi ripulire da tossicità di farmaci ed alimentazione non corretta. Dalle mie ricerche sono arrivata a definire un elenco di integratori a me necessari per stare meglio tra cui la Vitamina D, il Magnesio, la Vitamina C, la Melatonina ed il Tiglio.
Cercai anche di dedicarmi ad attività creative per mio conto a casa intrecciando cannucce di carta per fare cestini e contenitori che poi coloravo.
Oggi sono libera dai farmaci da 7 anni, e non credo di essere depressa, casomai a volte un po’ triste, ma questo è un sentimento normale, non una patologia.
Credo che la depressione così come altri disturbi dell’umore e del comportamento abbiano bisogno di più umanità e meno farmaci, perché gli effetti collaterali sono devastanti e non aiutano mai ad una vera riabilitazione e cura.
Infatti quello che mi aveva convinto a smettere di prenderli è stato l’avere letto piu’ volte il “bugiardino” del Cymbalta che dava come effetto collaterale il pensiero suicida ed è assurdo prenderlo allora, se crea lo stesso disturbo che invece dovrebbe curare.
Inoltre ho letto delle ricerche che il Cymbalta non ricapta la serotonina come dicono. Ma in fondo io non ero una depressa, come tutte le persone che cadono ammalate, avevo solo bisogno di più cure ed amore.
Sono Morena Pantalone autrice di questa testimonianza nonché titolare di questo blog Vitamineral aperto in seguito a questa mia esperienza autogestita nella dismissione dei farmaci e per amor del prossimo riporto qui ogni buona esperienza positiva.
Per questo molte altre persone hanno aderito e si curano con Vitamine, Minerali e Fitoterapia.
Questa non è la mia unica testimonianza sul web e infatti troverete interessante leggere altri miei articoli soprattutto sulla Fibromialgia da cui mi sono liberata grazie anche alla dismissione degli psicofarmaci di cui sopra.
Un’analisi approfondita degli studi clinici rivela una diffusa sottostima di effetti collaterali negativi, inclusi tentativi di suicidio e comportamento aggressivo…
La forza di volontà è pure una fortuna avercela, ma si può anche costruirla piano piano, oppure, a seconda di come ci arrivano gli eventi che ci hanno portato a sentirci sconfitti o messi all’angolo, trovare un modo per agire per non rimanere bloccati.
Dall’invisibilità vogliamo uscire tutti se siamo ignorati.
Per la fibromialgia si sta assistendo paradossalmente ad una sovra-esposizione con rischi gravissimi. Viene spesso sottovalutata e in altri casi sovrastimata. Nel caso in cui viene sottovalutata è perché il medico non si preoccupa di dare sollievo ai pazienti oppure è stata data frettolosamente una diagnosi di fibromialgia, appunto è quasi diventata una moda…
La Fibromialgia peggiora se c’è un basso contenuto di vitamina D
Semplificare la complessità di questa non-malattia è il mio scopo principale, perché una volta tolta l’etichetta a questa condizione sarà più facile fare qualcosa per aiutare il corpo a ritrovare benessere. L’approccio alla cura della fibromialgia, che è applicabile anche ad altre malattie carenziali, lo vedo delinearsi per mia esperienza, su 5 pilastri fondamentali
disintossicarsi (anche agendo su alimentazione)
integrare i nutrimenti carenti per rinforzare muscoli e sistema immunitario
fare esercizio fisico gradito e piacevole
meditazione e rilassamento
evitare situazioni stressanti
Vi parlerò in modo semplice e meno accademico possibile e quindi con parole mie, come una tesi da presentare a chi è digiuno sul tema.
Dalla mia pagina Facebook Popolo Fibro Relax un post 12 settembre 2018
All’apertura della pagina Popolo Fibro nel 2009, scelsi questo acquerello come immagine di profilo perché lo sguardo, al di là delle lacrime di sangue, mi esprimeva una dignità ed una intensità che potevano rendere bene l’idea del dolore che una persona riesce a vincere o da cui può essere sovrastato.
Quando il marketing sfrutta la malattia ed il disagio
Raramente parlo male di qualche sito di integratori se non nel ristretto pubblico privato del mio gruppo di Fibromialgia, ma questo lo dico senza fare nomi e se conoscete già la foto saprete già a quale sito mi riferisco.
Qualcuno di voi magari ha provato il prodotto e nei primi tempi potrebbe avere funzionato anche in un quadro di malattia piuttosto lieve.
La mia critica è verso questo tipo di immagini per il messaggio che mandano ai lettori di solito sono pazienti fibromialgiche in cerca di soluzioni ed informazioni per migliorare il loro stato di salute. e Molti siti sfruttano questo sensazionalismo per attrarre consensi e click o magari vendere qualche cosa.
Da molti anni i giornali ed i media, ma anche i siti che vendono integratori, i politici nella loro campagna elettorale hanno sfruttato la condizione delle malate fibromialgiche rispondendo ai loro appelli assecondando ed alimentando il vittimismo, esasperando la loro situazione di impotenza di fronte ad uno Stato che non le riconosce e non fornisce cure, o se le fornisce sono a pagamento.
Ma a proposito di immagini , vi prego di guardare questa che ho trovato in uno dei siti sponsorizzati che vende un integratore creato per la fibro. Non vi sembra che evochi ed alimenti il senso di frustrazione e vittimismo?
Ma non preoccupatevi, loro hanno la soluzione, quindi comprate il…
Per i produttori che mettono il marchio “fibromialgia” al loro integratore non sembra vero di avere trovato le galline dalle uova d’oro. Perché analizzando questi integratori, anche da profani, si può evincere che contengono delle sostanze a dosaggi veramente bassi.
Anche il placebo è una ottima cura, certo, ma tenere le persone in uno stato di cronicità e dipendenti da una pillola non è certo etico, soprattutto se il contenuto è blando.
I glucocorticoidi, gli inibitori della pompa protonica, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), alcuni farmaci antiepilettici e gli…
Emergenza del covid 19 trattata con criteri liberisti “Curare senza guarire” Enzo Pennetta
Le logiche di mercato spingono per un vaccino evitando le cure definitive.
L’epidemia è un evento che riguarda il virus ma l’emergenza e le sue conseguenze riguardano il sistema nel quale l”epidemia si diffonde. Il liberismo è la vera origine del problema perché nella fase iniziale è stato giustificato il lockdown per via dei pochi posti letto ridotti dalle politiche di tagli alla spesa pubblica. Nella fase successiva si è dato poco spazio alle cure come il plasma iperimmune o l’idrossiclorochina, oltretutto molto economica, che sono state ignorate e spesso contrastate affermando che la vera soluzione sarebbe stato il vaccino.
Questo orientamento è stato preparato da lungo tempo in un percorso che ha visto le case farmaceutiche ridurre gli investimenti in farmaci che guariscono, come ad esempi gli antibiotici, in quanto poco remunerativi, infatti una persona guarita non acquista più farmaci. Si è scelto quindi di investire in farmaci che debbano essere somministrati in modo continuativo come sarà per i vaccini anti covid il cui effetto diminuisce nel tempo e prevedono regolari richiami.
Quello che emerge da questa vicenda è che la sanità, come ogni aspetto vitale per la società, non può essere lasciata in mano alle logiche di mercato, il disastro pandemico non è stato causato dal virus ma dal sistema liberista in cui si è sviluppato.
I nuovi baroni in camice “verde”, la natura in scatola
13 Febbraio 2024
Vi porto un semplice esempio di come si può risolvere uno stato di stress continuo che porta ad insonnia.
In analoga situazione la Medina ufficiale avrebbe agito con Oki e sedativo per dormire. La Naturopatia, anche se con sua buona fede, avrebbe dato diverse proposte tipo Tiglio e camomilla e Ribes Nigrum come antinfiammatorio, che già prendevo, ma niente era stato efficace fino a che non ho integrato il Magnesio. Magnesio cloruro 4€ al kilo Acido Ascorbico 10-12€ al kilo
Le troviamo invece sui siti internet di materie prime che rispondono anche a questa richiesta di mercato.
Come quelli che asseriscono che solo stando al sole di oggi puoi produrre vitamina D. Chi mette in giro queste fandonie soffre di un distacco dalla realtà poiché vive nel 2021 credendo di essere nel 1950, quando dalle colture agricole ed ortofrutticole si ricavano ancora preziosi nutrienti.
La chemioterapia non funziona, quindi danno la colpa all’integrazione di vitamina C
13 Febbraio 2024
Tratto da Orthomolecular medicine
di Andrew W. Saul
(OMNS, 7 ottobre 2008)
Quando il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center annuncia che la vitamina C può interferire con la chemioterapia, i media la strombazzano in lungo e in largo. Ma prima che i malati di cancro buttino via i loro integratori di vitamina C, devono conoscere il resto della storia.
Questa è la quantità di vitamina C in alcuni bicchieri di succo d’arancia. C’è qualcosa di molto sbagliato qui.
In secondo luogo, ricerche precedenti hanno dimostrato che i topi con cancro rispondono bene alla terapia con vitamina C ad alte dosi. Uno studio ha scoperto:
Un altro studio ha concluso che:
È interessante notare che, quando questa ricerca è stata pubblicizzata per la prima volta, i media hanno scartato questi risultati dicendo che gli studi sui topi non erano particolarmente applicabili alle persone. , i loro risultati avrebbero potuto essere molto diversi.
il tasso di sopravvivenza a cinque anni per il cancro trattato con la chemio è rimasto praticamente invariato per decenni. Sfortunatamente, poco più del 2% di tutti i tumori risponde alla chemioterapia. In particolare, una revisione scientifica ha concluso:
Forse questo nuovo studio molto ben pubblicizzato è il risultato di una consapevolezza sempre crescente che la chemioterapia è in gran parte inefficace, e la ricerca è aperta per tale motivo. La vitamina C non dovrebbe essere il capro espiatorio.
La vitamina C, in dosi ben superiori a 100 mg / die, è nota per aiutare a prevenire il cancro. (7)
Quasi 30 anni fa, una revisione ha concluso che
medio di sopravvivenza è più di 4,2 volte maggiore per i soggetti con ascorbato … Questa forma semplice e sicura di terapia ha un valore preciso nel trattamento dei pazienti con cancro avanzato”. (9)
Ulteriori studi clinici lo hanno confermato negli ultimi decenni. (10)
tumori ovarici, pancreatici e del glioblastoma stabiliti nei topi. Concentrazioni farmacologiche simili sono state prontamente raggiunte negli esseri umani trattati con ascorbato per via endovenosa.” (11)
La vitamina C è un concorrente commerciale per la chemio?
Per rispondere a questa domanda, è necessario considerare quello che sembra essere un grave conflitto di interessi a Sloan-Kettering. Bristol-Myers-Squibb produce farmaci chemioterapici. Secondo un deposito DEF 14A SEC del 22 marzo 2006, il presidente del consiglio di Bristol-Myers-Squibb è anche direttore della Coca-Cola Company e presidente onorario del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center.
( http://sec.edgar-online.com/2006/03/22/0001193125-06-060566/Section8.asp ).
Un precedente presidente del consiglio di amministrazione di Bristol-Myers-Squibb era un direttore della New York Times Company. È stato anche vicepresidente del consiglio di sorveglianza e del consiglio di amministrazione del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center e presidente del consiglio di amministrazione dello Sloan-Kettering Institute for Cancer Research.
(http://www.secinfo.com/dsvrt.bC7.htm )
Alcune fonti dicono che ci sono ancora più direttori di Bristol-Myers-Squibb che hanno o hanno ricoperto posizioni nel consiglio del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center. (12)
Se si seguono le raccomandazioni degli autori dello studio Sloan-Kettering di non assumere 2.000 mg, o anche 100 mg, di vitamina C, ci sarà sicuramente un aumento del numero di persone che necessitano di chemioterapia.
(10) Murata A, Morishige F e Yamaguchi H. Prolungamento dei tempi di sopravvivenza dei pazienti con cancro terminale mediante somministrazione di grandi dosi di ascorbato. International Journal of Vitamin and Nutrition Research Suppl., 23, 1982. p. 103-113. E: Null G, Robins H, Tanenbaum, M e Jennings P.
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Gli scienziati dell’USC e dell’IFOM Cancer Institute di Milano hanno scoperto che una dieta che imita il digiuno potrebbe essere più efficace nel trattamento di alcuni tipi di tumore se combinata con la vitamina C.
Negli studi sui topi, i ricercatori hanno scoperto che la combinazione ha ritardato la progressione del tumore in più modelli murini di carcinoma del colon-retto e in alcuni topi, ha causato la regressione della malattia.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications.
“Per la prima volta, abbiamo dimostrato come un intervento completamente atossico possa efficacemente curare un cancro aggressivo”, ha affermato Valter Longo, autore senior dello studio e Direttore dell’USC Longevity Institute presso la USC Leonard Davis School of Gerontology e Professore di scienze biologiche all’USC Dornsife College of Letters, Arts and Sciences. “Abbiamo preso due trattamenti che sono stati ampiamente studiati come interventi per ritardare l’invecchiamento – una dieta che imita il digiuno e la vitamina C– e li abbiamo combinati come un potente trattamento per il cancro”.
I ricercatori hanno affermato che mentre il digiuno rimane un’opzione stimolante per i malati di cancro, un’opzione più sicura e più fattibile è una dieta a basso contenuto calorico a base vegetale che induce le cellule a rispondere come se il corpo stesse digiunando. I loro risultati suggeriscono che un trattamento a bassa tossicità della dieta che imita il digiuno più la vitamina C ha il potenziale per sostituire i trattamenti più tossici.
I risultati di ricerche precedenti sul potenziale di lotta contro il cancro della vitamina C sono stati spesso contrastati. Studi recenti, tuttavia, stanno iniziando a mostrare una certa efficacia, soprattutto in combinazione con la chemioterapia. In questo nuovo studio, il team di ricerca ha voluto scoprire se una dieta che imitasse il digiuno potesse migliorare l’azione di lotta contro il tumore con vitamina C ad alte dosi creando un ambiente che sarebbe insostenibile per le cellule tumorali, ma ancora sicuro per le cellule normali.
“Il nostro primo esperimento in vitro ha mostrato effetti notevoli”, ha affermato Longo. “Se usati da soli, la dieta che imita il digiuno o la sola vitamina C hanno ridotto la crescita delle cellule tumorali e causato un lieve aumento della morte delle cellule tumorali. Ma se usati insieme, hanno avuto un effetto drastico, uccidendo quasi tutte le cellule cancerose“.
Longo e i suoi colleghi hanno rilevato questo forte effetto solo nelle cellule tumorali che presentavano una mutazione che è considerata uno degli obiettivi più impegnativi nel trattamento del cancro. Queste mutazioni del gene KRASsegnalano che il corpo sta resistendo alla maggior parte dei trattamenti antitumorali e riducono il tasso di sopravvivenza di un paziente. Le mutazioni del KRAS si verificano in circa un quarto di tutti i tumori umani e si stima che si verifichino fino alla metà di tutti i tumori del colon-retto.
Lo studio ha anche fornito indizi sul perché precedenti studi sulla vitamina C come potenziale terapia antitumorale avevano mostrato un’efficacia limitata. Di per sé, un trattamento con vitamina C sembra indurre le cellule mutate da KRAS a proteggere le cellule tumorali aumentando i livelli di ferritina, una proteina che lega il ferro.Ma riducendo i livelli di ferritina, gli scienziati sono riusciti ad aumentare la tossicità della vitamina C per le cellule tumorali. In base a questa scoperta, gli scienziati hanno anche scoperto che i pazienti con carcinoma del colon-retto con alti livelli di proteine leganti il ferro hanno minori possibilità di sopravvivenza.
“In questo studio, abbiamo osservato come i cicli dietetici che imitano il digiuno sono in grado di aumentare l’effetto delle dosi farmacologiche di vitamina C contro i tumori mutati dal KRAS”, ha affermato Maira Di Tano, co-autore dello studio presso l’IFOM, FIRC Institute of Molecular Oncologia a Milano. “Ciò si verifica attraverso la regolazione dei livelli di ferro e dei meccanismi molecolari coinvolti nello stress ossidativo. I risultati hanno indicato in particolare un gene che regola i livelli di ferro: eme-ossigenasi-1“.
I precedenti studi del team di ricerca hanno dimostrato che il digiuno e una dieta che imita il digiuno rallentano la progressione del cancro e rendono la chemioterapia più efficace nelle cellule tumorali, proteggendo le cellule normali dagli effetti collaterali associati alla chemioterapia. La combinazione migliora la risposta antitumorale del sistema immunitario nei modelli di tumore al seno e di melanoma.
Gli scienziati ritengono che il cancro alla fine sarà trattato con farmaci a bassa tossicità in un modo simile a come gli antibiotici sono usati per trattare infezioni che uccidono determinati batteri, ma che possono essere sostituiti da altri farmaci se quelli utilizzati non sono efficaci. Per raggiungere questo obiettivo, i ricercatori affermano di dover prima verificare due ipotesi: che i loro interventi di combinazione non tossici funzionano nei topi e che sembrano promettenti per gli studi clinici sull’uomo. In questo nuovo studio, hanno affermato di aver dimostrato entrambi. Almeno cinque studi clinici, incluso uno presso l’USC su pazienti affetti da carcinoma mammario e prostatico, stanno attualmente studiando gli effetti delle diete che imitano il digiuno in combinazione con diversi farmaci antitumorali.
Sono tre i poteri occulti mondiali che esercitano una dittatura sulla salute e sulla medicina:
le banche e le loro emanazioni mascherate, ossia le fondazioni per la ricerca scientifica e culturale.
Sono loro a spartirsi la colossale torta del mercato della salute, grazie ad un sistema di controllo capillare perfettamente organizzato, ma aberrante, che ha creato una funesta distorsione intellettuale: invece di puntare all’acquisizione dei principi che conservano la salute e prevengono la malattia, questi tre poteri consolidati, che agiscono in sincronia, fanno sì che l’attenzione venga spostata sulla malattia stessa (tipico esempio, la psicanalisi freudiana) e sulla pretesa crociata contro di essa: crociata che, in realtà, serve ad alimentarla.
Situazione paradossale:
coloro i quali dovrebbero assicurare la salute sono gli stessi che ricavano enormi profitti dalla diffusione delle malattie.
Sarebbe come se coloro che devono proteggere l’ambiente dagli incendi fossero gli stessi che producono i materiali e le tecniche per il loro spegnimento: forse che avrebbero il benché minimo interesse a prevenirli?
Al contrario, sarebbe comprensibile che essi, nascostamente, incoraggiassero i piromani: solamente finché ci fossero gli incendi, ci sarebbe anche il loro vantaggio.
La classe medica di formazione accademica svolge, in questo sistema aberrante, il ruolo della bassa manovalanza: anch’essa non avrebbe nulla da guadagnare e tutto da perdere da una diversa impostazione delle problematiche relative alla salute. Per questo i suoi membri si sono costituiti in casta chiusa e hanno chiesto e ottenuto l’interventi delle leggi e dei tribunali per mettere al bando ogni possibile forma di concorrenza: il tutto, si capisce, dietro il nobile paravento della difesa dell’ingenuo cittadino, minacciato da praticoni, maghi e ciarlatani.
il maggiore business a livello mondiale, anche perché si autoalimenta continuamente.
le case farmaceutiche, le lobby accademiche e le banche.
Tutto ciò ha avuto un inizio ben preciso ed è possibile fare dei nomi per individuare i responsabili:
eliminarono tutte le forme di medicina alternativa, che solo in anni recenti sono riemerse dalle catacombe, grazie a un movimento di crescente consapevolezza da parte dell’opinione pubblica.
«Nei primi anni del secolo ventesimo le fondazioni Rockefeller e Carnegie cominciarono a concedere forti sovvenzioni filantropiche alle scuole di medicina. Il loro scopo era quello di creare una “rispettabile” classe medica fata di individui maschi d’alto ceto, che basassero la loro filosofia sulla terapia effettuata con mezzi farmacologici. (Guarda caso, a quel’epoca i Rockefeller operavano già nel settore dei medicinali). A quel tempo, esistevano atteggiamenti molto diversi riguardo alla salute: da un lato vi era la classe benestante, che faceva prevalentemente uso di medicinali e dall’altra una larga parte della popolazione che ricorreva a metodi di cura più naturali. Nel 1909 la Fondazione Carnegie incaricò Abraham Flexner di visitare tutte le scuole americane che operavano nel settore della salute, dalle più rinomate alle più modeste. Fu quindi Flexner, UNICO portavoce di un’’unica filosofia, a stabilire quali scuole avrebbero beneficiato dei sussidi filantropici (per potersi quindi rafforzare) e quali no.
Flexner scelse come destinatarie delle generose sovvenzioni solo le scuole più grandi e benestanti, che erano disposte ad attenersi al modello medico di terapia farmacologica preferito dai Carnegie e dai Rockefeller. Per le scuole più piccole e per quelle che adottavano un approccio naturale, il messaggio era chiaro: “Attenetevi al modello medico, oppure chiudete”. Nel giudizio di Flexner queste scuole non erano degne di essere salvate. Il desiderio della libertà di scelta della popolazione non fu nemmeno preso in considerazione.
L’infame Rapporto Flexner del 1910 pose fine, negli Stati Uniti, a un approccio alternativo alla salute. Le scuole alternative chiusero i battenti, incluse sei delle otto scuole di medicina frequentate da gente di colore e tutte le scuole che ammettevano la frequenza da parte delle donne. Gli istituti che si opposero alla chiusura vennero devastati e distrutte da apposite squadre di ostruzionisti. La nuova classe medica, approvata dalle Fondazioni Rockefeller e Carnegie, non desiderava spartire il compito di curare con chiunque portasse avanti filosofie diverse dalla sua e non aveva intenzione di mettere a disposizione di negri, donne o guaritori profani le sue costose strutture educative. (Nel suo rapporto, Flexner lamentava infatti che, in seguito alla pressione popolare, nel secolo precedente qualsiasi “rozzo giovanotto” poteva farsi una preparazione in campo medico.)
Ora le porte si chiudevano a tutti, tranne che ai maschi bianchi appartenenti al ceto medio e alla borghesia. Come risultato della forza posseduta dalle Fondazioni Rockefeller e Carnegie in campo legislativo, vennero approvate severe norme e regolamenti statali e federali che limitavano il riconoscimento ufficiale dell’approccio medico preferito. Questo fu fatto con il preciso intento di precludere la diffusione di filosofie della salute alternative, garantendo così un monopolio in questo delicato settore. Le affermazioni del dottor W. A. Evans, commissario della sanità di Chicago, pubblicate sul “Journal of the American Medical Association” del 16 settembre 1911 chiariscono questo aspetto: “Dal mio punto di vista, i medici farebbe bene a controllare e dirigere ogni grande movimento della salute. Dovrebbero presidiare gli uffici sanitari, le associazioni per la cura della tubercolosi, le opere di assistenza per l’infanzia, le associazioni per la concessione di una casa, e così via. Il futuro della professione medica sta nel tenere le cose sotto controllo, in modo che quando l’opinione pubblica pensa a determinate cose, pensi automaticamente ai medici e non ai sociologi o ai tecnici sanitari (termine da lui usato per indicare gli igienisti naturali, N. d. A.). La classe medica non può permettere che questi posti vengano occupati da persone che non siano medici…» E quel che è accaduto, nei primi anni del XX secolo, negli Stati Uniti d’America, si è poi esteso a tutto il mondo occidentale e di lì, almeno al livello della medicina accademica, praticamente al mondo intero, con l’attiva collaborazione della stampa, dell’editoria, della televisione, della scuola, dell’università e di quasi tutti i “liberi” esponenti del mondo della cultura. Ma non vogliamo fare del cospirazionismo a buon mercato e lasciamo aperta la questione per coloro che avessero il desiderio di approfondirla per proprio conto. Sta di fatto che un modello totalitario di medicina aveva trionfato e che, per decenni, le medicine alternative furono costrette a nascondersi e ad essere praticate in condizioni di semi-clandestinità, con lo spettro del carcere per quanti vi operavano. Riappropriarsi della propria salute, potendo contare su un sistema sanitario pluralista e su un orizzonte culturale inclusivo di tutte le filosofie mediche, e non limitato ad una soltanto, è, dunque, per ogni persona capace di libertà di giudizio, un obiettivo fondamentale, non solo nell’ambito specifico della guarigione dalle malattie, ma, più in generale, in quello dell’assetto democratico della società, che passa necessariamente attraverso una netta separazione fra gli interessi economici privati e le istituzioni mediche preposte alla tutela del bene comune.
Lancet, British Medical Journal, The New Ingland Journal of Medicine, American Journal of Clinical Nutrition, Annals of International Medicine, Archives of Neurology, Journal of College Generals Practitioners, Diabetes Care, Advancers in Pediatrics, Annals of Rheumatic Diseases, Internal Medical News, Journal of Laboratory and Clinical Medicine, Polish Medical Journal, Cancer Chemotherapy Report, Clinical Research, Healt Reporter, Nutrition Research, Clinics in Gastroenterology, Journal of Biological Chemistry, Trans American Clinical Climatological Association, Nutrition Healt Review, PostGraduate Medical Journal, American Journal of Orthodontics and Oral Surgery, Preventative Medicine, Southern California Dental Association Journal, Journal of Bone and Joint Surgery, Laringoscope, Acta Allergol, e tante altre… che confermano i principi e i concetti dell’Igiene Naturale.
Perché queste ricerche scientifiche non sono state ufficializzate?
Francesco Lamendola, laureato in materie Letterarie e in Filosofia, è professore abilitato in Lettere, Filosofia e Storia, Filosofia e Pedagogia, Storia dell’Arte, Psicologia Sociale. Il tema che propone di sviluppare è come le forze che stanno attuando il Great Reset non puntino solo alla nostra sottomissione politica, economica, sanitaria, ma anche e soprattutto alla distruzione del nostro statuto ontologico di persone e di anime create e amate da Dio.
COVID-19 Come posso curarti? Lasciatemi contare i modi
13 Febbraio 2024
Tratto da ortomolecular medicine (OMNS, 18 luglio 2020)
Non ha senso soffrire di consigli errati quando COVID-19 può essere prevenuto o curato in modo affidabile in breve tempo.
Come sarà chiaramente spiegato in questo articolo, nessuno ha bisogno di morire per COVID-19, o anche di soffrire inutilmente (poiché molte vittime del virus sono rimaste abbastanza malate per mesi prima di guarire definitivamente). Molti medici vengono attaccati per aver promosso trattamenti come cure per afflizioni tradizionalmente considerate incurabili. Certamente, è vero che alcuni trattamenti promossi come cure affidabili sono o fraudolenti o di solo beneficio nominale. Tuttavia, non riuscire a far valere la validità di una vera cura per una condizione medica è altrettanto dannoso per la salute di un paziente malato quanto promuove una falsa cura. Molti medici conoscono trattamenti altamente benefici che curano o migliorano notevolmente le condizioni mediche che sono poco influenzate dalle terapie tradizionali.
La ragione per evitare o sopprimere quella terapia diventerà quindi evidente.
Per essere perfettamente chiari: la salute del paziente deve essere sempre la preoccupazione principale ogni volta che si offre assistenza medica.
Esiste un primo emendamento proprio negli Stati Uniti che consente la libertà di parola, inclusa la scrittura di libri e articoli. Questo diritto ha persino protetto autori che forniscono apertamente informazioni su come fabbricare bombe e promuovere il terrorismo. Si può solo sperare che la discussione di trattamenti medici economici ed efficaci continuerà a ricevere la stessa protezione.
Tuttavia, è molto chiaro che questo diritto sta rapidamente scomparendo, alla luce della soppressione aperta della libertà di parola che si sta verificando da tempo, ma soprattutto negli ultimi mesi. Alla luce di ciò, quindi, vengono presentate le informazioni contenute in questo articolo.
Esistono già numerosi modi per prevenire, mitigare e persino curare in modo affidabile COVID-19, anche nei pazienti in fase avanzata che sono già dipendenti dal ventilatore. non etico altri pazienti in studi controllati con placebo quando il trattamento è drammaticamente benefico per la maggior parte dei pazienti e innocuo per tutti. Consentire ai pazienti del gruppo placebo di soffrire molto e persino morire in tali circostanze non può mai essere giustificato. Sfortunatamente, anche quando più studi clinici scientificamente validi vengono effettivamente condotti e riportati su terapie economiche, non tossiche e altamente efficaci, tali terapie raramente vengono utilizzate clinicamente. Sebbene ci siano molti esempi di tali terapie, un esempio particolarmente degno di nota della soppressione della buona medicina è visto con la vitamina C.
In modo conservativo, migliaia di pazienti in terapia intensiva in tutto il mondo, ogni giorno, verrebbe salvata o almeno risparmiata da sostanziali sofferenze con un semplice protocollo che utilizza la vitamina C per via endovenosa e la morbilità e la mortalità di molte diverse infezioni e le esposizioni alle tossine al di fuori del contesto di terapia intensiva sarebbero anche facilmente mitigate e persino risolte con la vitamina C protocolli. I trattamenti descritti di seguito sono classificati come aventi la capacità di prevenire , migliorare e curare COVID-19 e altre sindromi virali.
Vitamina C (previene, migliora, cura)
La vitamina C è stata documentata per curare prontamente tutte le sindromi virali acute in cui è stata adeguatamente dosata. Come ultimo virucida,
la vitamina C è stata documentata per inattivare / distruggere ogni virus contro il quale è stato testato in vitro (nella provetta). Allo stesso modo,
la vitamina C ha costantemente risolto quasi tutte le infezioni virali acute nei pazienti trattati con dosi sufficienti. [1,3]
La vitamina C ha curato la febbre Zika, un altro virus epidemico che ha colpito nel 2016. [4]
Insieme al perossido di idrogeno, la vitamina C per via endovenosa è stata anche documentata per essere altamente efficace contro il dolore debilitante del virus Chikungunya. [5]
Un alto grado di protezione contro le infezioni da molti altri agenti patogeni è anche ottenibile con una varietà di trattamenti con forme orali di vitamina C.
In uno studio clinico in corso su pazienti ricoverati in ospedale COVID-19, una combinazione di vitamina C, metilprednisolone, eparina e tiamina ha già portato a una drastica riduzione del tasso di mortalità ospedaliera. [7]
Vitamina D (previene, migliora)
La vitamina D è stata chiaramente documentata per rafforzare la funzione immunitaria e ridurre il rischio di infezione da qualsiasi agente patogeno, incluso il virus COVID-19. I pazienti con i più alti livelli di vitamina D hanno cicli di infezione più brevi e meno sintomatici. Sebbene la vitamina D non abbia dimostrato di curare i virus come monoterapia, mantenere un adeguato livello di vitamina D è vitale sia per prevenire la contrazione delle malattie infettive sia per recuperare più rapidamente da tali infezioni, con una chiara riduzione del tasso di mortalità. [8] In un recente studio non ancora pubblicato, i ricercatori indonesiani hanno studiato gli effetti della vitamina D sulla mortalità in 780 pazienti ricoverati in ospedale con COVID-19. Hanno scoperto che quasi tutti (98,9%) dei pazienti con COVID-19 con livelli di vitamina D inferiori a 20 ng/ml sono deceduti. Zinco (previene, migliora)
La clorochina, discussa di seguito, è anche uno ionoforo di zinco, forse spiegando i suoi potenti effetti anti-COVID-19.
Cloruro di magnesio (previene, migliora, può curare)
È stato documentato che il magnesio, in particolare il cloruro di magnesio, ha notevoli proprietà anti-patogene ed è stato segnalato per curare le infezioni da poliovirus come monoterapia quando ingerito per via orale. [11] Mentre non è chiaro cosa farebbe un regime aggressivo di questo agente come monoterapia per COVID-19, ci si può aspettare che sia un agente aggiuntivo positivo in qualsiasi protocollo di prevenzione o trattamento COVID-19.
Ozono (migliora, cura)
Sradica prontamente tutti i batteri patogeni, i funghi, i virus e i protozoi. Ha molte vie di somministrazione e può essere utilizzata come monoterapia efficace, sebbene supporti positivamente tutti i protocolli di trattamento in modo aggiuntivo e solitamente sinergico. [12] Perossido di idrogeno (previene, migliora, cura)
Oltre alla nebulizzazione con perossido di idrogeno, è possibile anche nebulizzare un gran numero di altri agenti che hanno proprietà patogene e di guarigione delle cellule della mucosa, tra cui, ma non solo: DMSO, cloruro di magnesio, ascorbato di sodio [vitamina C], nascente iodio, cloruro di sodio, bicarbonato di sodio, cloruro di zinco, glutatione e N-acetil cisteina.
Ossigeno iperbarico (può migliorare, può curare)
Irradiazione del sangue ultravioletto (migliora, può curare) Biossido di cloro (migliora, cura)
Desametasone (migliora)
Budesonide (può prevenire, migliorare, può curare)
Plasma convalescente (migliora, può curare)
Clorochina e idrossiclorochina (previene, migliora, cura)
Radioterapia (migliora, cura)
Raccomandazioni generali
Mentre molti regimi di integratori possono essere utilizzati per la prevenzione di COVID-19, tali regimi dovrebbero includere almeno vitamina C, vitamina D, cloruro di magnesio e zinco. Qualsiasi di molti integratori nutrizionali e antiossidanti di qualità aggiuntivi può essere aggiunto a piacere, in gran parte dipendente dalla spesa e dalle preferenze personali. In ambito ospedaliero, la vitamina C per via endovenosa e il desametasone dovrebbero sempre far parte del regime di trattamento. Le nebulizzazioni con perossido di idrogeno e budesonide possono accelerare sostanzialmente il recupero. Inoltre, i pazienti già in terapia con il ventilatore devono sempre ricevere vitamina C e desametasone insieme a queste nebulizzazioni, oltre a qualsiasi altra cosa ritenuta indicata dal medico curante. Ricapitolando
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La medicina nutrizionale è la medicina ortomolecolare La medicina ortomolecolare utilizza una terapia nutrizionale sicura ed efficace per combattere le malattie. Per ulteriori informazioni: http://www.orthomolecular.org
Poi venne il momento di abbassare i valori delle pressione sanguigna, e gli antipertensivi raggiunsero fatturati miliardari.
E così continuarono per tante altre patologie degli adulti. Ma alla fine il mercato si saturò. Non sapevano più come fare per aumentare i loro fatturati miliardari, ma Henry Gadsden aveva fatto scuola e i suoi discepoli si erano evoluti.
Perché non vendiamo farmaci anche ai bambini sani?
stare lontano dallo zucchero e dal latte etc. ?
SEMPLICE basta terrorizzarli sulla possibilità certa che si possano ammalare, così le persone impaurite e ignare, si faranno del male da sole, nella totale convinzione di essere nel giusto.
Ma alcuni non ci crederanno mai, come pensi di gestire la cosa.
Ah ah gli diremo, che se non si vaccinano tutti, il vaccino non può funzionare.
SEI UN GENIO.
Moriremo tutti ipertesi
La stavo attendendo con trepidazione da molti anni e finalmente l’agognata revisione è arrivata. Dopo ben due settenni le linee guida del JNC7 (settimo rapporto del Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure) per l’ipertensione decise dalle società scientifiche di cardiologia americane sono state ritoccate. Ovviamente in ribasso. La nuova «soglia di normalità» è stata fissata a 120/80 mmHg. Forse non tutti conoscono i valori soglia e pochi masticano i milligrammi di mercurio (mmHg), ma con questi nuovi criteri 1 americano su 2 rientrerà nella categoria degli ipertesi! Ennesimo e memorabile regalo alle lobbies del farmaco durante il recentissimo congresso dell’American Heart Association. La pubblicazione delle nuove linee è avvenuta quasi in contemporanea su Hypertension e Journal of the American College of Cardiology. Rispetto all’ultima edizione del 2003 del JNC scompare la categoria «pre-ipertensione», precedentemente indicata da valori di 120-139 mmHg per la sistolica e 80-89 mmHg e il livello di «normalità» non è più 140/90 ma addirittura 120/80. Non tremano solo i polsi col battito arterioso, ma è tutto il mondo a tremare. Della serie tutti i pre-ipertensivi, cioè quelli col piede sull’ipertensione sono diventati di punto in bianco malati a tutti gli effetti. Malati naturalmente da curare con i farmaci. Hanno già fatto dei conti: con il nuovo «valore di normalità» la schiera degli ipertesi schizzerà in su di un 14%, portando gli interessati solo negli States dal 32% al 46% della popolazione. Su una popolazione di 320 milioni circa 150 milioni sono malati. Le industrie godono.
LA NUOVA CLASSIFICAZIONE
Oggi la pressione è «normale» se risulta inferiore a 120 su 80 mmHg.
ipertensione di Stadio 1: sistolica 130-139 mmHg o diastolica 80-89 mmHg.
ipertensione di Stadio 2: sistolica ≥ 140 mmHg o diastolica ≥ 90 mmHg.
La nuova classificazione è una vera e propria ecatombe che non riguarderà solo l’America ma tutto il mondo, perché i parametri del Comitato JNC7 vengono poi accolti dall’intera comunità scientifica globale e applicati in tutti i paesi, Italia compresa. Quindi anche qui da noi assisteremo ad una epidemia di ipertensione in persone sanissime e senza alcun problema cardiovascolare.
CONFLITTO D’INTERESSI
I «valori di normalità» vengono decisi da gruppi di medici, ricercatori, professori ed esperti, detti panel, che si riuniscono in un simposio o un congresso. Sulle spalle di questi medici grava una responsabilità enorme, e cioè la salute di miliardi di persone, visto che i colleghi di tutto il mondo si baseranno sui parametri decisi da loro. Per cui sarebbe molto importante sapere se coloro che decideranno se siamo «sani» o «malati» abbiano o meno collegamenti con le industrie che producono farmaci. Purtroppo li hanno sempre. Partiamo dal capo del panel:
il dottor Aram V. Chobanian ha ricevuto finanziamenti da Bristol-Myers Squibb, Boehringer Ingelheim, Merck, Pfizer e Pharmacia. Inoltre è stato consulente per Abbott, AstraZeneca, Bristol-Myers Squibb, GlaxoSmithKline, Merck, Pfizer e Pharmacia.
Il dottor Barry L. Carter del Comitato NCJ 7 è stato un consulente di Brystol-Meyer Squibb.
Il dottor William C. Cushman ha ricevuto finanziamenti da Astra-Zeneca, Merck, Pfizer, Aventis, dalla GlaxoSmithKline e Boehringer Ingelheim, e ha fatto da consulente per Bristol-Myers Squibb, Sanofi, GlaxoSmithKline, Novartis, Pfizer, Solvay, Pharmacia, Takeda.
Il dott. Joseph L. Izzo del Comitato Esecutivo è stato relatore di Boehringer-Ingelheim, Merck, Pfizer, Astra-Zeneca, Solvay, Novartis, Forest e Sankyo. Ha ricevuto finanziamenti da Boehringer-Ingelheim, Merck, Astra-Zeneca, Novartis, GlaxoSmithKline, ed è stato consulente per Merck, Astra-Zeneca, Novartis.
Altri due medici del Comitato Esecutivo, i dottori Daniel W. Jones e Barry J. Materson, figurano intrallazzati con le industrie. Il primo ha fatto il consulente per Pfizer, Bristol-Myers Squibb, Merck e Novartis, il secondo per Merck, GlaxoSmithKline, Novartis, Bristol-Myers Squibb, Pfizer, Pharmacia, Boehringer-Ingelheim e Solvay.
Anche la dottoressa Suzanne Oparil, sempre del Comitato Esecutivo, ha ricevuto finanziamenti da Abbott Laboratories, Astra-Zeneca, Aventis, Boehringer-Ingelheim, Bristol-Myers Squibb, Eli Lilly, GlaxoSmithKline, Novartis, Merck, Pfizer, Sanofi, GD Searle, Wyeth-Ayerst, Solvay. E’ stata consulente di Bristol-Myers Squibb, Merck, Pfizer, Sanofi, Novartis e WyethAyerst e tra le altre cose figura anche nel Consiglio di Amministrazione della Texas Biotechnology Corporation.
Il dottor James R. Sowers ha ricevuto finanziamenti da Novartis e Astra-Zeneca,
mentre il medico Jackson T. Wright ha ricevuto onorari come relatore da Aventis, Bayer, Bristol-Myers Squibb, Merck, Norvartis, Pfizer, GlaxoSmithKline e Solvay e finanziamenti direttamente da Aventis, Bayer, Bristol-Myers Squibb, Merck, Norvartis, Pfizer, GlaxoSmithKline e Solvay.
Puntualmente, come sempre accade, una buona parte degli esperti che decidono vita e morte delle persone non risultano scevri da conflitti di interessi economici e finanziari con le industrie che vendono farmaci!
I colleghi in camice bianco questo non lo sanno, e se anche lo sapessero lo ignorerebbero in automatico perché oggi non è permesso mettere in discussione il paradigma della Scienza ufficiale, quella «basata sull’evidenza», cioè quella fagocitata e controllata dalle lobbies. Uno lo fa a proprio rischio e pericolo, perché verrà escluso dal Sistema oppure radiato.
L’altro grosso problema è il popolo-gregge.
Purtroppo la maggior parte delle persone prende per oro colato quello che simili Comitati decidono, anche perché è stato inoculato dentro l’inconscio collettivoche la prevenzione è fare esami diagnostici da mattina a sera (i cui parametri sono decisi da loro e sono sempre in ribasso).
Il risultato di questa diabolica strategia di marketing è che le persone saranno convinte di essere malate, anche quando non lo sono!
Attualmente centinaia di milioni di persone sanissime stanno prendendo farmaci tossici e pericolosi perché convinti dal Sistema (e dagli esami diagnostici che questo mette a disposizione) di essere ammalate.
Una volta lo schiavo aveva la catena al piede o era rinchiuso in una gabbia, ed era consapevole della propria condizione. Oggi le persone respirano e trasudano paura da ogni cellula, immersi tra esami, screening e visite mediche. Moderni schiavi che non sanno di esserlo perché la catena e le sbarre sono nella loro mente.
Anagrammando e contestualizzando il grandissimo Goethe:
il miglior suddito per il Sistema è lo schiavo che pensa di essere libero,
mentre per l’industria farmaceutica il miglior cliente è il sano che pensa di essere ammalato…
Per maggiori informazioni sulla strategia di marketing che crea milioni di malati ogni anno, si rimanda al libro: “La fabbrica dei malati”.
La commercializzazione della malattia è l’arte raffinata di vendere malanni, un modo efficace per spacciare farmaci ed esami che portano a profitti enormi.
Tale commercializzazione richiede una regia ben precisa, degli attori principali, secondari e molte comparse.
Le aziende farmaceutiche (registi e produttori) devono per forza di cose coinvolgere i medici (attori protagonisti) per prescrivere le ricette, devono coinvolgere i ricercatori (attori non protagonisti) che inventano veri e propri nuovi disturbi, i gruppi di pazienti e/o famigliari di malati (comparse) che richiedono a gran voce un supplemento di terapia, e infine i pazienti veri e propri che richiedono tali farmaci perché convinti di essere malati (spettatori incoscienti).
Lo scopo del presente lavoro è di svelare la trama e la sceneggiatura di questo documentario, visto e vissuto ogni anno da centinaia di milioni di persone…
Soltanto se si conosce esattamente come lavora il Sistema si è in grado di difendersi. Le persone prive di una corretta e completa informazione finiranno tutte, chi prima chi dopo, stritolate dalla macchina infernale del marketing farmaceutico, è solo questione di tempo.