Effetto Placebo ed effetto Nocebo – di cosa si tratta?

 

Quando le persone si fidano del proprio medico e capiscono la funzione dei trattamenti, la loro salute migliora.
Anche trattamenti semplici come un massaggio o un cambio di alimentazione possono manifestare risultati strabilianti, che fanno sentire nuovamente bene il paziente.
Gli “scienziati” e gli “esperti” del regime negano ogni validità ad ogni procedura non ortodossa, giustificando ogni successo della medicina alternativa con l’“effetto placebo”.
Ma anche se fosse solo effetto placebo, se ciò che il terapeuta fa suscita fiducia e funziona, si tratta di una cura valida.
Se il placebo risiede nelle capacità del guaritore di attivare le funzioni immunitarie e di ripristino funzionale del corpo del paziente, questo costituisce un fattore non misurabile, standardizzabile o commercializzabile.
(dal Manifesto della Sociosofia)

Segue una raccolta di articoli, post di amici e studi sull’effetto Placebo e Nocebo da cui sono affascinata.

L’argomento è inserito nell’attualità di quello che stiamo vivendo dall’inizio dello scoppio della simil influenza pandemica intorno a Marzo 2020.

A dicembre 2020 siamo ancora chiusi in casa terrorizzati, assoggettati dalle disposizioni non proprio legali dei Dpcm del consiglio dei Ministri e la paura sta salendo sempre di piu’ soprattutto a causa della chiusura di molte attività commerciali, per la perdita dei servizi essenziali ai cittadini e il tutto pompato ad arte dalle notizie media, tv e social che incutono terrore e panico ad una popolazione sempre piu’ vessata dallo stato.

Ma a fronte di tutto ciò, la cosa positiva è che molte piu’ persone si stanno rendendo consapevoli di questo inganno globale, laddove è piu’ evidente che l’emergenza è dovuta piu’ alla insufficienza delle strutture di assistenza, che al virus stesso.

Resistere alle continue sollecitazioni negative è un obbligo morale verso noi stessi e chi ci sta vicino.

Riuscire a non ammalarsi e non avere incidenti domestici è una continua lotta per essere sempre piu’ presenti a se stessi, concentrati e meditativi per evitare ogni ricorso a cure mediche ospedaliere, laddove per essere soccorso devi aspettare, perdendo minuti preziosi in anticamera nell’attesa del responso di un tampone i cui risultati sono stati definiti inattendibili per il Covid persino dallo scienziato che lo ha creato.

Morena Pantalone


Le cose a cui credi possono farti ammalare – il sensazionalismo mediatico

di

Articolo su 5LB Magazine – La rivista delle 5 Leggi Biologiche

 

Questa notizia del 2013 fu una di quelle che diede benzina alla creazione di questo sito:

Effetto nocebo: le brutte notizie fanno male alla salute

Uno studio tedesco afferma che le notizie shock possono far ammalare così come succede quando si legge il bugiardino dei farmaci e si provano i sintomi segnalati come effetti collaterali. 
Fonte
Approfondimento su ScienceDaily 

Lo studio originale pubblicato sul Journal of Psychosomatic Research

L’effetto nocebo fu inizialmente identificato negli studi clinici, quando alcune persone manifestavano effetti collaterali e sintomi in seguito all’assunzione di un placebo, cioè di una sostanza senza alcun principio attivo reale, ma che la persona era indotta a credere di averne.

Gli studi effettuati sull’effetto nocebo – del tipo “vediamo quanto ti nuoce qualcosa” – sono ancora più rari di quelli sull’effetto placebo, per evidenti motivi etici: quando se ne trovano sono allora molto interessanti.
Effetto nocebo radiazioni cellulareIn questo semplice esperimento si è voluto far emergere il ruolo della percezione nei disturbi noti come “ipersensibilità elettromagnetica” o “elettrosensibilità”.
Chi è “sensibile ai campi elettromagnetici” accusa sintomi come mal di testa, nausea, vertigini, formicolii.
In queste condizioni alcuni smettono di lavorare, si isolano socialmente e, a volte, stravolgono la propria vita trasferendosi in luoghi lontani dalle fonti elettromagnetiche.
Ad un gruppo di circa 70 persone è stato fatto vedere un documentario televisivo della BBC, sui rischi per la salute associati all’esposizione ai campi elettromagnetici.
Ad un altro gruppo di circa 70 persone è stato mostrato un documentario sulla sicurezza dei dati in internet e nei telefoni cellulari.
In seguito a tutti i partecipanti è stato detto che l’ambiente in cui si trovavano era saturo di radiazioni di segnali WIFI (esposti per 15 minuti).
Ma non era vero.
Nonostante nessuno fosse esposto a particolari campi elettromagnetici, il documentario sulla salute ha aumentato la sensibilità: il 54% dei soggetti ha sperimentato agitazione e ansia, perdita di concentrazione o formicolii alle dita, braccia e gambe.
2 partecipanti hanno abbandonato lo studio prematuramente perchè i loro sintomi erano così forti che non volevano più subire la finta irradiazione.
Risultava evidente che i soggetti più sensibili fossero quelli che avevano già precedentemente forti preoccupazioni sull’argomento.

L’EFFETTO NOCEBO HA EFFETTI EPIDEMICI

La ricerca ha messo in risalto l’effetto significativo che il sensazionalismo mediatico, spesso senza fondamento scientifico, può avere concretamente sulla salute di un’ampia parte di popolazione.
È infatti frequente che i media riportino notizie allarmanti sui rischi dell’esposizione ai campi elettromagnetici, che siano quelli dei dispositivi elettronici (telefonini, computer), o che siano quelli dei sistemi di trasporto dell’energia elettrica (i tralicci).

Ma è chiaro che qualsiasi argomento venga vissuto come una minaccia per la salute, può imprimere un effetto nocebo significativo.
Non c’è “malattia” che non possa essere indotta in questo modo.Ce lo dice anche Fabrizio Benedetti, tra i più importanti studiosi di effetto placebo, che abbiamo ospitato ad un convegno di Salute Attiva Onlus.
“Le aspettative negative si possono trasmettere attraverso la popolazione, questa è la base dei fenomeni di massa.” “E gli infettati socialmente soffriranno realmente i sintomi”. 
Trovi la fonte di questa citazione nel video-podcast di questo articolo.I media sono allora coscienti del carico di responsabilità?
E la questione diventa molto importante per qualsiasi autorità abbia un potere di suggestione, sia nel campo della salute che di ogni altro settore della comunicazione.

La vendita delle informazioni, è più che certo, influenza quotidianamente le abitudini delle persone, i loro comportamenti e la loro salute.
Citando questo altro articolo sui “pericoli degli eccessi nella vendita della scienza”gli scienziati dovrebbero avere più cura nel riportare i loro risultati, i giornali dovrebbero smettere di fare sensazionalismo [e invece basarsi sulle evidenze], e alle persone dovrebbe essere insegnato il pensiero critico, specialmente in un periodo in cui tutti abbiamo un improvviso e libero accesso a strumenti che producono e forniscono informazioni illimitate.

NEL MODELLO DELLE 5 LEGGI BIOLOGICHE

Nel mondo delle 5 Leggi Biologiche un tale fenomeno percettivo che si traduce in sintomi fisici appare scontato. 

Tuttavia non parliamo in termini di “suggestione”, o di un “condizionamento mentale” che grazie al “potere della mente” si rifletterebbe nel corpo.
Una tale visione tra l’altro fatica a spiegare come la suggestione si traduca in uno specifico sintomo.Parliamo invece di una ordinaria e sensata reazione biologica ad un pericolo, in seguito ad una percezione biologica soggettiva (che in passato sia stata già corroborata da un fatto concreto, così da generare un binario).
Il motivo per cui una popolazione di individui può manifestare uno stesso identico sintomo, nonostante la percezione psichica sia individuale, l’ho spiegato in questo altro articolo sulle epidemie e i tumori contagiosi.
Se adesso, consapevoli dei meccanismi percettivi nelle reazioni biologiche dell’organismo, pensiamo ai più famosi casi mediatici che coinvolgono vaste aree urbane nei pressi di complessi industriali, o anche ai clamorosi casi sulle fabbriche di amianto, o pensiamo ai cosiddetti “condomìni dei tumori” che vivono a breve distanza dai tralicci dell’alta tensione, ma anche al panico costruito intorno a certe influenze… possiamo immaginare quale peso possa avere sulla popolazione, in questi contesti, l’effetto nocebo veicolato nella comunicazione e nelle credenze.
E comprendiamo che queste “malattie collettive” possano essere pienamente generate sul piano psichico, e allo stesso tempo che, finché il fenomeno sarà ignorato, non avremo alcun mezzo per affrontarle.Ora può valere la pena che tu approfondisca l’argomento effetto placebo e nocebo, che abbiamo affrontato molto in 5LB Magazine.
Se invece vuoi capire di più sulle 5 Leggi Biologiche, comincia da qui.

 

EFFETTO NOCEBO

Da un post pubblico di Flavio Lenori

È scientificamente provato che la paura di essere malati o contagiati deprime il sistema immunitario e predispone all’aggravamento di una qualunque patologia.

È il contrario preciso dell’effetto placebo, grazie al quale si guarisce credendo benefico un trattamento in realtà senza alcuna efficacia clinica.

Le credenze sviluppate condizionano talmente il subconscio umano da risultare decisive sulla salute o sulla malattia di chiunque.

Il terrorismo politico e mediatico scatenato intorno al pericolo del virus è un strumento molto potente di effetto nocebo, che sta causando depressione emotiva, psicologica ed immunitaria.

Paura, isolamento, segregazione in luoghi chiusi, sedentarietà forzata, crisi economica, incertezze per il futuro, ipossia per l’uso di mascherine, sfogo nel cibo spazzatura e sensi di assoluta impotenza distruggono ulteriormente le potenziali capacità di difesa dei singoli individui e delle comunità.

Tutto ciò che si poteva fare per metterci in ginocchio questo scriteriato governo e tutto il sistema di informazione lo stanno facendo.


Attento a come parli! L’Effetto Nocebo

Il Nocebo Effect: un recente articolo su Psychosomatic Medicine mostra quando informare il paziente può nuocere gravemente alla salute.

ID Articolo: 17693 – Pubblicato il: 11 ottobre 2012

Attento a Come Parli! Il Nocebo Effect. - Immagine: © T. L. Furrer - Fotolia.comInformare il paziente può nuocere gravemente alla salute.

LEGGI GLI ARTICOLI SU: EFFETTO PLACEBO

Ultimo di una serie di suggestivi contributi sull’argomento, arriva nel panorama scientifico un interessante articolo pubblicato su JAMA (Colloca, 2012), che ci spiega meglio il ruolo delle parole nella comunicazione clinico-paziente e i suoi effetti sulle nostre percezioni.

Sembrerebbe che aspettative negative sulla malattia, derivanti dalle spiegazioni di un clinico (medico, psicologo, infermiere,..) rispetto a sintomi, effetti collaterali, progressione del disturbo e così via, possano contribuire significativamente alla comparsa o al peggioramento dei sintomi stessi: il fenomeno è noto come Nocebo.

LEGGI L’EFFETTO PLACEBO E NOCEBO SULLA PSICOPEDIA DI STATE OF MIND 

Per Nocebo si intende dunque la comparsa di un sintomo indotto dalle aspettative negative del paziente stesso e/o da suggerimenti negativi (involontari) dati dallo staff medico, in assenza di un quadro clinico di oggettivo peggioramento o di altro tipo di trattamento. Un placebo al contrario, insomma, che può avere effetti negativi sulla qualità della vita dei pazienti, sull’aderenza alla malattia e sull’efficacia del trattamento ricevuto.

LEGGI GLI ARTICOLI SU LINGUAGGIO & COMUNICAZIONE

Pillole o Parole?

Articolo consigliato: Pillole o Parole?

I meccanismi psicologici sottostanti sembrano essere l’apprendimento tramite condizionamento pavloviano e l’ansia anticipatoria generata dalle aspettative negative, proprie o indotte dalla comunicazione del clinico. In uno studio sperimentale di qualche anno fa (Pfingsten, 2001), 50 pazienti affetti da dolore cronico sono stati divisi casualmente in due sottogruppi prima di un test di flessione della gamba: uno gruppo è stato informato che il test avrebbe prodotto un lieve incremento del dolore, l’altro ha ricevuto informazioni neutre sulla procedura.

Risultati:

il gruppo che ha ricevuto informazioni negative ha riportato un significativo aumento dell’intensità del dolore e una performance ridotta nella capacità di flessione della gamba. La potenza del nocebo, ha inoltre riscontro nel funzionamento cerebrale: i circuiti neurali coinvolti infatti riguardano il metabolismo della dopamina e degli oppioidi endogeni, entrambi coinvolti nella percezione del dolore, e centrali dunque sia nel nocebo che nel gemello più noto, il placebo. A conferma di questo dato le neuroscienze ci dicono che il cervello si attiva nello stesso identico modo sia durante la percezione di un dolore fisico intenso, sia quando questo dolore è solo rappresentato nella mente (Colloca, 2012): insomma chiudere il dito nella portiera della macchina o immaginare la scena, attivano le stesse aree cerebrali e l’esito, nel tempo, potrebbe essere la percezione del dolore in assenza dell’esperienza sensoriale vera e propria!

In condizioni di minaccia o di paura, come succede quando si ha una qualche malattia, le informazioni negative vengono assorbite in modo più rapido e preciso rispetto a quelle positive, quindi un’eccessiva quantità di informazioni solo negative può peggiorare significativamente lo stato d’ansia del paziente e far aumentare dunque anche i sintomi. Il dolore cronico è una delle condizioni cliniche in cui il nocebo si manifesta in modo più evidente e costituisce spesso il meccanismo di base responsabile della cronicizzazione del dolore stesso.

Come superare dunque il dilemma etico legato all’indiscutibile diritto del paziente ad essere informato? Ecco alcuni suggerimenti negativi molto frequenti e da evitare nella comunicazione clinico-paziente (Hauser, 2012):

Con il paziente, evitare: 

  • Frasi che causano incertezza: “Il trattamento potrebbe funzionare”, “Proviamo questo farmaco!”
  • Espressioni gergali: “Durante l’esame (tomografia) il suo cervello sarà tagliato in piccole fettine e poi analizzato successivamente!”
  • Frasi ambigue: “Tra poco la faremo addormentare e non sentirà più nulla”
  • Enfatizzare aspetti negativi: “Deve assolutamente evitare di sollevare oggetti pesanti, se non vuole finire paralizzato!”
  • Focalizzare l’attenzione: “Alzi la mano se sente dolore!”, “Ha nausea?”
  • Negazione del sintomo: “Non deve preoccuparsi, sanguinerà solo un po’”

Una ricetta per tutti?..Dare il giusto peso alle parole!

LEGGI L’EFFETTO PLACEBO E NOCEBO SULLA PSICOPEDIA DI STATE OF MIND

LEGGI GLI ARTICOLI SU: EFFETTO PLACEBO

LEGGI GLI ARTICOLI SU LINGUAGGIO & COMUNICAZIONE
Per saperne di più:
https://www.stateofmind.it/2012/10/nocebo-effect/


uno studio molto lungo ma affascinate sul PLACEBO (tradotto in parte)

Perché la ricerca sul placebo conta: rivitalizzare l’arte della medicina

L’obiettivo di tradurre la ricerca sul placebo in una migliore cura del paziente, attraverso “sfruttare l’effetto placebo”, è stato ripetutamente articolato ( Benson e Friedman 1996 ). Tuttavia, questo rimane, per così dire, un attraente piano aziendale che non ha prodotto profitti sostanziali. Suggeriamo che è fruttuoso dal punto di vista teorico concepire l’effetto placebo, nel contesto della guarigione interpersonale, come uno strumento centrale dell ‘”arte della medicina”. Per fare un uso ottimale di questo strumento al servizio della cura del paziente, tuttavia, richiede di abbattere la dicotomia tradizionale tra arte e scienza e medicina. La ricerca di placebo ha il potenziale per colmare il divario tra la scienza e l’arte della medicina.

Per realizzare questo potenziale, dovrebbe essere orientato a fornire informazioni scientifiche e guida sperimentale per migliorare l’arte della medicina.
Tradizionalmente, la medicina clinica era, nella migliore delle ipotesi, un’arte di guarigione, con basi scientifiche minime. Qualunque autentico successo terapeutico ottenuto dai medici era probabilmente dovuto agli effetti placebo o alla guarigione naturale, piuttosto che ai benefici prodotti dai principi attivi degli agenti terapeutici (Shapiro e Shapiro 1997).

Mentre la scienza ha trasformato la pratica clinica, prima rispetto alla tecnologia diagnostica e poi con un potente trattamento farmacologico, i commentatori hanno osservato una disgiunzione tra “l’arte” e la scienza della medicina (Armstrong 1977 ; Reiser 1978).

Sono state sollevate preoccupazioni per il fatto che l’arte della guarigione, basata sul giudizio clinico intuitivo e sulla relazione medico-paziente, fosse eclissata dalla scienza e dalla tecnologia della medicina.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2814126/


Condivido pienamente questo post pubblico (Anonimo)

Finalmente iniziano ad uscire le verità e ci sono voluti centinaia di morti per arrivare a questo, assurdo direi 😡

EFFETTO NOCEBO

Stasera il TG1, dopo aver incolpato la Covid-19 per settimane, candidamente ammette che l’anomalo aumento di morti nella bergamasca NON è correlato al coronavirus, perché più della metà dei decessi è risultata negativa al tampone.
Il servizio prima evidenzia Comuni con oltre 7 volte il numero di defunti rispetto all’anno scorso (150 contro 21) e poi precisa, con sorpresa di tutti, la negatività di molti morti al test.
Lascio avanzare ipotesi a chi ha già notato le recenti campagne di vaccinazione anti-influenzale e contro la meningite in quella zona, per limitarmi a sottolineare che ormai la sfilata di mezzi militari che ha portato via le salme da Bergamo, nell’immaginario collettivo è indelebilmente associata alla Covid-19.
Neppure la stessa fonte di informazione “ufficiale” può correggere il tiro dopo aver sparato e rimane responsabile delle conseguenze della sua azione.
L’effetto nocebo è il danno che provoca, ad esempio, quel medico che dice al suo paziente che gli rimangono pochi mesi di Vita. È la fiducia che quest’ultimo ripone nel suo dottore a rendere la profezia autoavverante.
Ecco, credo che moltissimi anziani oggi stiamo morendo per il solo effetto nocebo scatenato dai media e non è certo sufficiente un servizio al TG1 della sera per rimediare al danno fatto e salvarli.
Il sensazionalismo giornalistico ha un costo troppo alto in una situazione di criticità come quella che stiamo vivendo e non dovrebbe essere permesso. Nemmeno quando si ritiene di strumentalizzarlo per una buona causa.


Non sottovalutiamo il placebo – incontro con il massimo esperto, in Salute Attiva Onlus

Articolo tratto da 5LB Magazine di

Su 5LB Magazine ci capita spesso di trattare di effetto placebo, perchè è tra i pochi (forse l’unico) fenomeno psichico oggi riconosciuto e considerato negli studi clinici, in una relazione comprovata tra psiche e reazioni organiche.

Poichè le 5 Leggi Biologiche spiegano le precise corrispondenze tra i due mondi, gli studi su ciò che psicofisicamente place e ciò che psicofisicamente nuoce sono per noi estremamente interessanti.
Tra le tante, riporto un paio di nostre revisioni di notizie sul placebo – che funziona anche se lo assumi sapendo che non c’è dentro niente!
Oggi i meccanismi dell’ effetto placebo sono largamente trascurati.
Mi piace richiamare le parole di Bonaldi, presidente di Slow Medicine:
Un rigido atteggiamento scientifico, apparentemente ineccepibile, impedisce di ricorrere all’effetto placebo, un potente strumento di cura, in grado di risvegliare le straordinarie capacità di difesa e di guarigione presenti in ciascuno di noi (vis sanatrix naturae). 
Purtroppo, anche questo effetto, pur ben dimostrabile e oggetto di ricerca, risulta ancora poco conosciuto e come tutto ciò che non si conosce e non si può spiegare, ha assunto un valore negativo. 
Quel valore negativo a cui siamo tristemente abituati da chi vuole denigrare l’omeopatia con ostentato disprezzo: “È solo un placebo”.
Il fatto è che tutti i farmaci del mondo, allo stato dell’arte della ricerca, sono studiati in relazione al placebo, facendolo così assurgere a farmaco di riferimento per eccellenza e, in un certo senso, il più testato in assoluto.
Tant’è che non è affatto raro incappare in risultati di ricerche in cui il placebo abbia mostrato un effetto curativo migliore rispetto al farmaco studiato (e fingiamo di non sapere che la maggioranza di questi sconvenienti risultati vengono occultati dall’industria) oppure, al contrario, in cui il placebo abbia mostrato effetti collaterali più gravi rispetto al farmaco.
In entrambi i casi il problema è che le aziende si preoccupano del farmaco che producono, ma non del placebo: allora il motivo per cui una persona possa guarire assumendo il nulla, oppure come sia possibile che possa “ammalarsi” a causa di nulla (come queste 100 persone con effetti collaterali da placebo) sono informazioni trascurate e non indagate, benché a volte sconvolgenti nel loro significato.
Insomma, abbiamo un’idea abbastanza chiara di quanto ancora ci manca per comprendere il funzionamento del nostro organismo e quanto sia essenziale includere nella clinica lo studio della psiche.
Associazione Salute Attiva Onlusha così organizzato un evento straordinario per approfondire l’argomento, e 5LB Magazine consiglia caldamente ai medici, agli operatori della salute e a tutti gli interessati di partecipare.
Si tratta di un incontro con Fabrizio Benedetti, uno dei massimi esperti mondiali sull’effetto placebo.
Famosi i suoi libri:
– L’effetto placebo. Breve viaggio tra mente e corpo, Carocci, seconda edizione 2018
Il cervello del paziente, Giovanni Fioriti Editore, 2016
La speranza è un farmaco, Mondadori, 2018
L’ingresso è gratuito.
19 gennaio 2019, Cagliari.
Evento facebook5LB Magazine sarà presente e nelle giornate adiacenti organizzerà incontri con i lettori.
Vi aggiorneremo prossimamente.

 


Liberatoria (Disclaimer)

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.


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