Ci siamo dimenticati il metodo scientifico e il principio di cautela…

Dr Guido Paoli

A me dispiace che non ci siano discussioni scientifiche serie (cioè con contraddittorio) sulla questione “vaccini”. O meglio, chi è favorevole lo è “a priori”, ragionando per posizioni ideologiche (“guardate le terapie intensive!”, “la gente muore!”), cercando fonti bibliografiche che parlino a favore.

È, per esempio, irritante vedere esultare per i risultati inglesi dopo pochissimi giorni dalla chiusura vaccinale (senza considerare gli effetti a medio e lungo termine) e facendo finta di non sapere che in Inghilterra hanno drasticamente ridotto i test PCR e che la “variante inglese” è stata presumibilmente dovuta alla campagna vaccinale stessa (come quella sudafricana, brasiliana, indiana).

È altrettanto irritante vedere “addetti ai lavori” che, ostentando sicurezza nei propri studi e nelle proprie competenze, senza sentire alcuna necessità di mettersi in discussione e di dare conto della propria sicurezza, se non attraverso frasi buone (se va bene) per tentare di superare un esame. Chi è contrario lo è, a volte, sulla base di posizioni identiche, basate su luoghi comuni, e cercando fonti a proprio favore. Ovviamente una fonte, se è seria e se il lavoro è fatto bene, va sempre considerata in quanto tale, e non da posizioni ideologiche.
Ma tante altre volte, il contrario non è propriamente contrario, è una persona che si documenta e ha dubbi, ragionevoli, fondati, scientifici, a cui le risposte ideologiche irritano e confermano nei propri dubbi e sulla non ragionevolezza di questa campagna vaccinale.

A me sembra, fra le tante cose, che in un anno sia stato spazzato via il paradigma biochimico legato alla nostra conoscenza dei virus:

  • l’asintomatico a bassa carica che infetta,
  • una vaccinazione durante l’epidemia,
  • i vaccini che non proteggono dall’infezione,
  • vaccini sperimentali fatti su scala planetaria senza alcun principio di cautela,
  • il guarito con anticorpi che può infettarsi a contatto con un contagioso,
  • il vaccinato che non ha anticorpi e che quindi si può infettare e contagiare (ma, come diversi hanno detto, può accadere…),

tanto per citarne alcuni.

Non sappiamo ancora niente, ufficialmente, sull’origine del virus, ed il motivo è solo e soltanto di opportunità politica (nel senso peggiore del termine) e di collusione e conflitti di interessi.

È stata attivata una campagna vaccinale urgente giustificata dall’assenza di cure, pur sapendo che tale affermazione è palesemente falsa. I mezzi di informazione si sono adeguati con servilismo spudorato, creando una paura smodata nelle persone (inclusi gli “addetti ai lavori”).

L’immunità di gregge è una chimera peggio del virus stesso e tutto viene presentato alle persone senza alcun contraddittorio, come se chi parla si arrogasse il diritto di farlo a nome della “comunità scientifica”, la quella da oltre un anno è umiliata da tanta arroganza.
Questa sarebbe scienza?
Noi ragioniamo per modelli interpretativi e sulla base de nostro livello di conoscenza. Ma abbiamo l’arroganza di credere che questo sia il più alto ottenibile e che niente lo possa scalfire, che il paradigma sia intoccabile e che sia solo e soltanto la chimica a guidare tutto. E ci siamo dimenticati il metodo scientifico e il principio di cautela…
Ovviamente esprimo un parere personale.


Guido Paoli

Vive e lavora a Firenze.
Fisico, specializzato in Fisiopatologia e terapia del dolore, ha collaborato con il dottor Gianfrancesco Valsé Pantellini.
Dal 2000 lavora presso la Fondazione Pantellini, dove è responsabile scientifico e vicepresidente.

 

 

 

 

 

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di Guido Paoli


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