Le Vitamine e Minerali: cosa sono e a cosa servono?

Crediti immagine a MandalaBeauty

Non prescrivere mai un farmaco finché è possibile dare consigli alimentari.
(Ibn al-Nagis, medico arabo del XIII secolo)

In ogni alimento si distinguono macronutrienti e micronutrienti.

I micronutrienti formano la piccola parte rimanente costituita da vitamine, acidi grassi e amminoacidi essenziali, sali minerali.

Si tratta di sostanze indispensabili alla vita che vanno assunte con gli alimenti, poiché l’organismo non è in grado di produrle.

Storia

eliminazione di scorie e sostanze tossiche, migliorano i meccanismi difensivi del sistema immunitario, partecipano alla trasformazione di zuccheri, grassi e proteine, contribuiscono alla produzione dei neuromediatori.

(minerali, acidi grassi e amminoacidi essenziali). Essi contribuiscono a completare e potenziare l’attività delle vitamine secondo quello che è stato definito ‘principio dell’orchestra’.

enzimi (manganese, rame, zinco), fanno parte di ormoni (iodio tiroideo).

‘oligoelementi’.

L’identificazione

La storia della Medicina della prima metà del Novecento è caratterizzata da una sorta di gara intrapresa dagli scienziati per isolare e sintetizzare la struttura molecolare delle diverse vitamine. Ogni nuova scoperta veniva premiata con il Nobel nella disciplina della Chimica o della Medicina.

Le interazioni

Le vitamine e i minerali subiscono l’influenza favorevole o antagonista da parte di diversi fattori (altri micronutrienti, temperatura, luce, pH).

Il ‘principio dell’orchestra’

Cosa Sono le Vitamine

Le vitamine sono piccole molecole organiche, necessarie in modeste quantità per il normale funzionamento e la sopravvivenza dell’organismo.

Nella maggior parte dei casi, le vitamine devono essere assunte attraverso la dieta , o almeno dovremmo perché non possono essere sintetizzate dall’organismo, ma il cibo è meno nutriente di 50 anni fa.

sono indispensabili per la vita, e “ammina”, poiché in origine si riteneva fossero delle ammine.

ammina della vita“.

Caratteristiche

Le vitamine sono accumunate dalle seguenti caratteristiche:

  • ma funzionano meglio prese poco e spesso, che in una unica grande megadose.
  • per molte vitamine anche l’eccesso (ipervitaminosi) è pericoloso per la salute.
    (ma non quanto i farmaci, e appena si smette l’integrazione torna tutto a posto)

Vitamine Sintetizzabili dall’Organismo

Gli esseri umani sono in grado di sintetizzare in una certa misura solo alcune vitamine.

Ad esempio, la vitamina D viene prodotta nella pelle esposta alla luce solare, mentre la Niacina può essere sintetizzata dall’amminoacido triptofano.

Inoltre, la vitamina K e alcune vitamine del gruppo B vengono sintetizzate dai batteri intestinali. Tuttavia, molte di queste vitamine vengono utilizzate localmente nell’intestino, con uno scarso contributo al soddisfacimento delle richieste dell’organismo.

Quali Sono

Attualmente si conoscono 13 vitamine:

  • Vitamina A (retinoidi e carotenoidi)
  • Vitamina B1 (tiamina, aneurina, vitamina anti-beri-beri)
  • Vitamina B2 (riboflavina, vitamina G)
  • Vitamina B3 (niacina, acido nicotinico, vitamina PP)
  • Vitamina B5 (acido pantotenico)
  • Vitamina B6 (piridossina)
  • Vitamina B7 (biotina o vitamina H)
  • Vitamina B9 (acido folico, più correttamente folati)
  • Vitamina B12 (cobalamina)
  • Vitamina C (acido ascorbico e ascorbati)
  • Vitamina D (colecalciferolo ed ergocalciferolo)
  • Vitamina E (tocoferoli e tocotrienoli)
  • Vitamina K (vitamina K1 e K2)

Le “False” Vitamine

Il lettore più attento avrà notato che nell’elenco mancano alcuni numeri, come la vitamina B4 e la vitamina B8.

Queste lacune si devono al fatto che delle vitamine inizialmente considerate tali sono poi state “revocate”, in quanto prive dei requisiti necessari per essere considerate delle vere vitamine.

Per questo motivo vengono talvolta utilizzati impropriamente i termini:

  • vitamina B4 in riferimento alla colina;
  • vitamina B8 in riferimento all’inositolo;
  • vitamina B10 in riferimento all’acido 4-aminobenzoico (PABA);
  • vitamina B11 in riferimento all’acido pteril-epta-glutammico;
  • vitamina B13 in riferimento all’acido orotico;
  • vitamina F in riferimento agli acidi grassi essenziali acido linoleico e acido alfa-linolenico;
  • vitamina P in riferimento ai flavonoidi in generale o ad alcuni specifici, come la quercetina o l’esperidina;
  • vitamina J in riferimento alla colina.

Vitamine Idrosolubili e Liposolubili

Le tredici vitamine attualmente conosciute si possono dividere in due categorie, in base alla relativa solubilità in acqua e oli:

  • vitamine idrosolubili: sono solubili in acqua ma non nei grassi;
  • vitamine liposolubili: sono solubili nei grassi (e solventi organici) ma non in acqua.

La seguente immagine riporta l’elenco completo delle vitamine idrosolubili e di quelle liposolubili.

L’utilità della suddetta classificazione riguarda principalmente l’assorbimento e il destino metabolico delle vitamine assunte con la dieta.

La solubilità di una vitamina influenza infatti il modo in cui viene assorbita, trasportata, immagazzinata ed escreta dall’organismo.

La seguente tabella riassume le più importanti differenze tra vitamine liposolubili e vitamine idrosolubili.

Vitamine liposolubili

  • Le riserve corporee possono sopperire a periodi più o meno lunghi di privazione alimentare. Di conseguenza, non devono essere necessariamente assunte quotidianamente (a condizione che l’assunzione media nel tempo sia adeguata)
  • Poiché le vitamine liposolubili vengono immagazzinate, possono dare tossicità quando assunte a dosi molto elevate. Ciò è particolarmente preoccupante per le vitamine A e D, che possono essere tossiche se assunte in eccesso.
  • Le vitamine liposolubili si trovano in associazione con grassi e oli negli alimenti. Vengono anche assorbite meglio quanto assunte insieme a una fonte di grassi, per cui in caso di integrazione se ne consiglia l’assunzione ai pasti.
  • Resistono meglio al calore, ma anche alla luce e all’ossidazione

Vitamine idrosolubili

  • A causa della ridotta permanenza nell’organismo, è necessaria un’assunzione regolare di vitamine idrosolubili con la dieta per evitare carenze
  • Non vengono accumulate nell’organismo in modo apprezzabile (ad eccezione della vitamina B12) e sono facilmente escrete attraverso l’urina
  • Ad eccezione della vitamina B12, che viene fornita solo da alimenti di origine animale, le vitamine idrosolubili sono sintetizzate dalle piante e si trovano sia negli alimenti vegetali che in quelli animali.
  • In generale, le vitamine idrosolubili vengono distrutte più facilmente durante la cottura rispetto alle vitamine liposolubili.

Funzioni

A differenza dei macronutrienti (carboidrati, proteine e lipidi), le vitamine non servono come fonte di energia per il corpo e non hanno nemmeno una funzione strutturale (non partecipano direttamente alla costruzione dei tessuti).

Contribuiscono invece alle reazioni deputate alla produzione di energia e facilitano i processi metabolici e fisiologici in tutto il corpo.

Le vitamine sono essenziali per il metabolismo cellulare. In particolare, molte vitamine (soprattutto quelle del gruppo B) regolano centinaia di reazioni metaboliche agendo come coenzimi.

Ogni singola vitamina possiede una moltitudine di funzioni specifiche. Tuttavia, a livello generale possiamo affermare che:

  • le vitamine liposolubili sono invece necessarie per promuovere la crescita, la riproduzione e la salute.
  • Vitamina A: Supporta la crescita cellulare, la funzione immunitaria, lo sviluppo fetale e la vista. Più in generale, è coinvolta nella regolazione della crescita e della specializzazione (differenziazione) di quasi tutte le cellule del corpo umano.
  • Vitamina B2: Costituisce i coenzimi FAD e FMN che svolgono un ruolo importante nella produzione di energia, nel metabolismo di grassi, droghe e tossine, e nella protezione dai radicali liberi.
  • Vitamina B3 – Niacina: Costituisce il coenzima NAD+ e NADP+, che partecipa al metabolismo energetico, al mantenimento dell’integrità del genoma, al controllo dell’espressione genica e alla comunicazione cellulare. Può essere utilizzata per trattare la dislipidemia.
  • Vitamina B5: Costituisce il coenzima A, interviene nel metabolismo dei nutrienti per produrre energia e nella sintesi di grassi, colesterolo, ormoni steroidei, vitamine liposolubili, acetilcolina e melatonina.
  • Vitamina B6: Costituisce il coenzima di numerosi enzimi coinvolti nel metabolismo degli aminoacidi e nella sintesi di niacina, emoglobina e neurotrasmettitori (come serotonina, dopamina e GABA).
  • Vitamina H o B7: Costituisce il coenzima degli enzimi decarbossilasi e trans carbossilasi.
  • Vitamina D: Favorisce l’assorbimento intestinale di calcio e fosforo e influenza la mineralizzazione ossea. È molto importante per il normale funzionamento dei sistemi neuromuscolare e immunitario.
  • Vitamina E: Agisce come antiossidante proteggendo gli acidi grassi polinsaturi delle membrane cellulari dalla distruzione ossidativa.
  • Vitamina K: Necessaria per la sintesi epatica di diversi fattori di coagulazione del sangue. Svolge un ruolo importante anche nella salute delle ossa e del cuore

Per quanto riguarda Sali Minerali nella Dieta, Funzioni e relative carenze consulta il sito X115


Le mie raccolte sulle interazioni e sinergie fra vitamine e minerali


 




Vitamine liposolubili A, D e K2 in sinergia con Zinco e Magnesio

 

Articolo tratto dal sito del dr Mercola e  dalla Weston price Foundation

Punti salienti

  • Le vitamine A, D e K cooperano sinergicamente non solo l’una con l’altra, ma anche con minerali essenziali come il magnesio e lo zinco, con grassi dietetici e con fattori metabolici chiave come il biossido di carbonio e l’ormone tiroideo. Questo livello di complessità ci ricorda che è meglio cooperare con la saggezza della natura ottenendo vitamine attraverso cibi ricchi di sostanze nutritive
  • Le vitamine A, D e K2 interagiscono sinergicamente per supportare la salute immunitaria, fornire una crescita adeguata, sostenere ossa e denti forti e proteggere i tessuti molli dalla calcificazione. Il magnesio è richiesto per la produzione di tutte le proteine, comprese quelle che interagiscono con le vitamine A e D
  • Molte delle proteine ​​coinvolte nel metabolismo della vitamina A e i recettori per entrambe le vitamine A e D funzionano correttamente solo in presenza di zinco.
  • Il grasso alimentare è necessario per l’assorbimento delle vitamine liposolubili.

Storia della Vitamina K

La vitamina K2, presente nei grassi animali e negli alimenti fermentati, è presente in quantità molto minori nella maggior parte delle diete rispetto alla vitamina K1, che si trova nelle verdure a foglia verde.

Poiché i ricercatori nel corso del XX secolo videro che le due forme di vitamina erano intercambiabili, ignorarono la vitamina K2 come se la sua scarsità la rendesse meno rilevante.

le vitamine K1 e K2 non sono intercambiabili dopotutto:




Perché la vitamina k2-mk7 è la più efficace delle tre forme di vitamina K ?


Le tre forme di vitamina K più applicabili per la salute umana sono:

  1. Vitamina K1
    Vitamina K2 (MK-4)
    La MK-4 si trova nella carne, uova e latticini. (91) E la forma più studiata di vitamina K per preservare la salute delle ossa ed è rapidamente assorbita e metabolizzata rapidamente dall organismo.
  2. Vitamina K2 (MK-7)
    Questo è fondamentale quando la protezione contro la calcificazione da matrice Gla-proteina che si inattiva rapidamente in assenza della vitamina K2.La vitamina K2-MK7 rimane molto a lungo (anche per giorni) nel sangue rispetto alla K1. Quindi è evidente che per un giusto apporto di vitamina K2 bisogna assumere carne ed uova e assumere giornalmente anche un supplemento di MK-7.

Da allora questi animali sono allevati ordinatamente in imponenti edifici commerciali chiusi, incrementando cosi la produzione e il fatturato.
Quando gli animali sono stati lasciati confinati in spazi bui, senza movimento, nutriti da miscele di cereali, è finita per sempre la possibilità di fornire preziosa vitamina K2 a questa carne e quindi conseguentemente a noi.


Quale vitamina K2-mk7 acquistare


Consigli di assunzione vitamina K2

Pertanto, la vitamina K2 dovrebbe essere sempre se si assume vitamina D3. Queste due vitamine lavorano insieme sinergicamente e fanno sì che il calcio ingerito attraverso il cibo venga immagazzinato nelle ossa e non nelle arterie.

Tuttavia si consiglia di assumerle in due momenti diversi poiché al momento di essere assorbite condividono lo stesso recettore.
Il recettore è la porta di entrata, solo dolo averla oltrepassata lavoreranno in sinergia, ma se assunte allo stesso pasto potrebbero ostacolarsi reciprocamente. Leggi di più in questo articolo Perché le vitamina D e K2 vanno assunte in due pasti diversi

Il dosaggio di queste due vitamine è indipendente l’uno dall’altro. Ciò significa che, indipendentemente dalla quantità di vitamina D3 assunta, la dose ottimale per beneficiare del pieno effetto della vitamina K2 rimane sempre la stessa ed è compresa tra 100 e 200 mcg al giorno.

La Vitamina K2 essendo liposolubile va assunta con un pasto generalmente condito di grassi (olio ev di oliva, ecc)

DOSAGGI di vitamina K2:

  • 🌀45 microgrammi di K2 al giorno se:
    • ➰Stai assumendo anticoagulanti
    • ➰Sei una persona sana, hai meno di 50 anni, non assumi vitamina D e vuoi essere prudente
    • ➰bambini dai 7 anni e fino ai 12-13 anni
  • ✅100 microgrammi di K2 al giorno se:
    • ➰Sei sano, hai meno di 50 anni ed assumi vitamina D aggiuntiva
    • ➰Assumi oltre 2.500 Unità Internazionali di vitamina D al giorno
  • ✅200 microgrammi di K2 al giorno se:
    • ➰Hai in famiglia casi di osteoporosi o malattie cardiovascolari
    • ➰Mostri i primi segni di osteoporosi o malattie cardiovascolari
    • ➰Assumi più di 5.000 Unità Internazionali di vitamina D al giorno

Per chi fa anticoagulanti viene consigliato il dosaggio più basso di 40-50 mcg.

Non sempre è facile trovare tale dosaggio, pertanto:

  • se avete la dose di una capsula da 100 mcg., assumerla a giorni alterni
  • se avete la compressa da 100 mcg può essere divisa in due e presa giornalmente
  • se avete la dose in capsula da 200 mcg. assumetela solo una volta alla settimana

 

VITAMINA K2 SYGNUM

Questa forma di vit K2 in gocce è piu’ facilmente gestibile per creare dosaggi bassi adatti a chi fa anticoagulanti o per bambini

1 goccia=20mcg
2 gocce=40mcg

 

Vitamina K2 Nutriva in compresse da 105 mcg

Le compresse di solito possono essere divise in due e quindi prendere metà dose

 

 

Vitamina K2 200 mcg Prinfit in capsule

K2-MK7 (Menaquinone)

1 capsula al giorno con un pasto (lontano dalla vitamina D3)

1 capsula la settimana se assumete Anticoagulanti e solo se il medico è d’accordo

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Sulla Vitamina K2 leggi questi articoli

Di solito si dice che la Vitamina K2 interferisce con gli anticoagulanti, ma come vi suona se vi dicessi che sono gli anticoagulanti antagonisti della vitamina K2 (coumadin, warfarin ecc) ad interferire creando carenza di K2 e conseguenti calcificazioni?


 

 




Unità Internazionali
La percezione falsata nella grandezza dei numeri

Il peso delle vitamine e minerali si calcola su una scala che va dal grammo al milligrammo e poi al microgrammo.
Abbreviazioni:

  • Grammo: gr
  • Milligrammo: mg
  • Microgrammo: mcg

Discorso a parte è la “bella trovata” delle Unità Internazionali (U.I.) per le vitamina Liposolubili.
Tuttavia è importante essere precisi nell’indicare queste unità di misura che si tratti di milligrammi, grammi o Unità, quando si parla con qualcuno per indicare il dosaggio, altrimenti si possono creare equivoci notevoli.

Nella storia, la vitamina D si misurava in microgrammi poi, per comodità di qualcuno, o giusto per creare piu’ confusione tra i consumatori e gli operatori sanitari, hanno iniziato a misurarla in Unità internazionali (UI).
Infatti 250 mcg di vitamina D oggi corrispondono a 10.000 UI. (Uhhh!!)

Al di là della reale utilità nel cambio di unità di misura (da mcg a UI), vorrei farvi osservare che ciò influisce sulla percezione delle quantità da assumere, contribuendo ad aumentare la diffidenza, lo scetticismo e la paura di una Vitamina che, dopo anni ed anni di disinformazione e mistificazione, si era presa la nomina di sostanza che “intossica il fegato”. Nonostante se ne parli anche troppo ultimamente, tanto da averla definita “vitamina alla moda”, si fa fatica a ripulirle l’immagine e darle il giusto valore e proprietà.

Quando un medico vuol spaventarti sulla assunzione di vit D ha facile presa se non sei informato e ti dice:
“Ma sei matto a prendere 10.000 UI di vit D al giorno?” che è effettivamente più impressionante che dire 250 microgrammi.
10.000 è una cifra più alta del 250 ma corrisponde allo stesso quantitativo.
È come dire 1 kilo di pere e 2000 mg di pere, sono dello stesso peso detto in modo diverso, ma corrispondente, però DUEMILA evoca inconsciamente un quantitativo enorme.
Tutto ciò ci induce a pensare che è meglio prendere poca Vitamina D o affidarsi al poco sole che c’è nei due mesi all’anno, o che basti amngiare “bene”.

La stessa percezione di paura per la grandezza dei numeri con tanti zeri, si dovrebbe avere anche quando il medico, quello dei protocolli e linee guida ministeriali, prescrive 300.000 UI (TRECENTOMILA) in una sola somministrazione, mensile o annuale che sia.

Leggiamo su Wipedia la storia della Unita Internazionali (U.I.)

Cosa sono le Unità Internazionali e perché le usiamo?

  • con IU in inglese: International Unit
  • in svedese: Internationell Enhet.

Viene adoperata per quantificare vitamine, ormoni, alcuni farmaci, vaccini, emoderivati e sostanze simili biologicamente attive.

Molti agenti biologici esistono in diverse forme o preparazioni (per es. la vitamina A, nella forma di retinolo oppure di β-carotene).

stabilisce arbitrariamente il numero di UI in essa contenute, e specifica una procedura biologica per confrontare altre preparazioni dello stesso agente con quella di riferimento.

Quindi si possono mettere a confronto ma senza essere equiparabili, se non si possono equiparare perché lo hanno fatto? N.d.r.


Masse equivalenti per 1 UI

  • Insulina: 1 UI è equivalente a 0,0347 mg di insulina umana (28,8 UI/mg).

  • La vitamina K2 è un’altro spauracchio per il medico, o non la conosce o la teme perché la K richiama l’idea di coagulazione e tutte le conseguenze più gravi che evoca.( trombi, infarti, emorragie, ecc)
    Quindi se all’esame di ematologia era andata così così, i concetti della coagulazione restano piuttosto confusi e li trasmette pure sbagliati ai pazienti. Nasce da qui l’idea che sento dire spesso sulla vit K2 che faccia venire i trombi e non è vero, anzi è il contrario.
    Però per quanto riguarda il peso della K2 vorrei sottolineare che ne bastano 100-200 Microgrammi, che è una porzione ancora più piccola del milligrammo o del grammo.


    Non parliamo poi del Magnesio. È completamente ignorato dalla maggior parte dei medici, e non sanno nemmeno che per valutarne la carenza non si fa l’esame del magnesio sierico ma il Magnesio Eritrocitario.
    Il magnesio come integratore si misura sia in grammi che in milligrammi: chi sa dirmi il perché?
    —-
    E le RDA?
    Cosa sono?
    Dosi Giornaliere Raccomandate?
    E il LARN?
    Quanti acronimi, quanta confusione che hanno creato.

    Ve ne parlerò in un altro articolo.

    L’indice delle RDA è un dato approssimativo

    Quantità di nutrienti ottimali suggerite (SONA) o Dose giornaliera consigliata (RDA)?


     

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    Disclaimer Integratori di vitamine

    Le diverse marche proposte secondo un giudizio del tutto personale rappresentano quelle che sono maggiormente usate in questo gruppo.
    Ogni persona è responsabile della scelta e degli acquisti di integratori, pertanto ci solleviamo da qualsiasi tipo di responsabilità per averle indicate.
    La lista serve a dare una forma di orientamento nella ricerca degli integratori.
    La scelta è influenzata da fattori di diverso tipo, sia pratici che economici, ma anche di qualità, cosa di cui nessuno di noi qui può farsi garante.
    Ogni marca di azienda è responsabile di quello che produce e vende.





    Vitamina K2 e D3: assunzione separata, perché?

    La vitamina K è un nome comune che comprende sia la K1 (fillochinone) e K2 (menachinoni) ed appartiene alla classe delle vitamine liposolubili, chiamate così perché si sciolgono nei grassi.

    Dopo l’assorbimento la Vitamina K entra a far parte dei Chilomicroni ed è trasportata al Fegato (dopo interazione con l’Apolipoproteina E), dove viene poi trasferita alle VLDL ed alle LDL che la trasportano ai Tessuti (l’MK4 viene trasportato anche dalle HDL). Kohlmeier M et al, hanno dimostrato che le concentrazioni di MK-4 viene trasportato da HDL e LDL mentre MK-7 viene trasportato in tutto il corpo da VLDL. Viene accumulata nel fegato e viene rilasciata a piccole dosi in caso di necessità.

    ASSUMI VITAMINA K2 E VITAMINA D3 SEPARATAMENTE ?

    Prendi il tuo integratore vitamina K2 con la tua cena che include grassi alimentari o prima di coricarsi, da 6 a 12 ore dopo aver preso la vitamina D3.

    In conclusione possiamo dire che dopo l’assorbimento la Vitamina K2( MK7) entra a far parte dei Chilomicroni ed è trasportata al Fegato (dopo interazione con l’Apolipoproteina E), dove viene poi trasferita alle VLDL ed alle LDL che la trasportano ai Tessuti (l’MK4 viene trasportato anche dalle HDL).

    Quindi visto che ci troviamo di fronte come da schema a recettori lipoproteici comuni anche alla Vitamina D3 per una questione di saturazione e perdita di principio attivo il consiglio è assumerle con 6 ore di distanza l’una dall’altra. Considerando che la Vitamina K2 , è una vitamina liposolubile l’assorbimento della Vitamina K dipende dalla corretta funzione pancreatica e dalla presenza dei sali biliari e di grassi, ma il corpo ne immagazzina scarse quantità e senza un’assunzione dietetica regolare le sue riserve vengono rapidamente esaurite.

    Dr Fabrizio Marrone
    Farmacista esperto in Nutraceutica

    Bibliografia

    Per quanto riguarda il dosaggio clinicamente utile, alcuni studi hanno dimostrato che sono sufficienti solo 45 microgrammi al giorno. Il Dott. Goodman ne raccomanda 180 microgrammi al giorno, assicurandosi che la K2 sia sotto forma di MK-7. Se si mangia natto, tutto ciò di cui si ha bisogno è circa un cucchiaino da tè.

    Detto questo, la vitamina K2 non è tossica, quindi NON c’è problema di sovradosaggio. Tieni presente che la vitamina K2 non ti farà necessariamente “sentire meglio” di per sé. Il suo funzionamento interno è tale che non è probabile che tu senta la differenza dal punto di vista fisico.

    La continuità può quindi essere un problema, in quanto le persone sono più propense a prendere qualcosa che ha un effetto evidente. Questo potrebbe non accadere con la vitamina K2, ma non significa certo che non stia facendo nulla! Ultima notazione, ma non meno importante:

    ricordati di prendere sempre il tuo integratore di vitamina K insieme a del grasso, dato che è liposolubile e non sarà assorbita senza di esso.

    In questo articolo trovi i dosaggi per la Vitamina K2

    L’importanza di assumere Vitamina K2La Sinergia fra vitamina D3 e K2


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    Magnesio: quale scegliere?


     




    Perché la Vitamina D va presa tutti i giorni e non a megadosi settimanali o mensili?

    Così come il sole sorge tutti i giorni, la vitamina D va integrata tutti i giorni, e non in mega dosi settimanali o mensili.

    Questo è il motivo per cui alcuni studi scientifici hanno avuto risultati inconcludenti o negativi per quanto riguarda la vitamina D: hanno utilizzato dosi basse o mensili/trimestrali. Dopo qualche giorno la vitamina D si era azzerata, pur elevando il livello nel sangue, ma non risultando più disponibile nei tessuti.
    Lo vediamo nei due grafici qui di seguito:


     

    La supplementazione di vitamina D deve essere fatta tutti i giorni o in modo intermittente?

    Intervista alla Dr.ssa Patrizia D’Amelio, Dipartimento di Scienze Mediche Università di Torino e al Prof. Francesco Bertoldo, Responsabile Struttura Funzionale Malattie del Metabolismo Scheletrico e Minerale, Università degli Studi di Verona


    Perfino nel foglietto illustrativo del famoso Dibase la sommministrazione è giornaliera e guardate che il dosaggio è 10mila UI. al giorno

     

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    Vitamina D3 e olio MCT estratto da olio di cocco

    Vitamina D e Magnesio: scopri perché sono indispensabili insieme


    Traduzione di alcuni studi interessanti sull’uso di alti e bassi dosaggi giornalieri, mensili ed annuali di Vitamina D in diverse fascie di popolaione.

    Vitamin D: Daily vs. Monthly Use in Children and Elderly—What Is Going On?

    Luca Dalle Carbonare, Maria Teresa Valenti, Francesco del Forno, Elena Caneva, and Angelo Pietrobelli

    Vitamina D: uso giornaliero vs. mensile nei bambini e negli anziani: cosa sta succedendo?

    Astratto
    La carenza di vitamina D è molto diffusa tra bambini e adulti in tutto il mondo. Esiste un accordo sul fatto che la carenza di vitamina D debba essere corretta. Tuttavia, le definizioni di carenza vitaminica e terapia sostitutiva efficace della vitamina D sono incoerenti in letteratura. Non solo il regime di dosaggio è ancora in discussione, ma anche l’ora e il periodo di somministrazione (ovvero dose giornaliera o mensile). Nei soggetti pediatrici così come negli anziani, sono stati proposti regimi posologici con alte dosi di vitamina D a intervalli meno frequenti per contribuire ad aumentare la compliance al trattamento: questi si sono diffusi nella pratica clinica, nonostante la crescente evidenza che tali terapie non sono solo inefficaci ma potenzialmente dannose, in particolare nei soggetti anziani. Inoltre, negli anziani, alte dosi di vitamina D sembrano aumentare il rischio di declino funzionale e sono associate a un rischio più elevato di cadute e fratture. Raggiungere una buona aderenza ai regimi profilattici raccomandati è sicuramente uno degli ostacoli attualmente da affrontare vista l’ampia fascia di popolazione suscettibile al trattamento e la lunghissima durata della profilassi. L’assunzione giornaliera per periodi prolungati è infatti una delle frequenti cause di abbandono terapeutico, mentre dosi mensili di vitamina D possono migliorare in modo efficace e sicuro la compliance del paziente alla terapia. Lo scopo del nostro articolo è una rassegna quasi letteraria sui regimi posologici nei bambini e negli anziani. Queste due popolazioni hanno mostrato un effetto benefico particolarmente significativo sul metabolismo osseo e potrebbero esserci risultati diversi con diversi regimi di dosaggio.

    Conclusioni
    In sintesi, l’approccio migliore per correggere una carenza di vitamina D è ancora dibattuto e potrebbe essere specifico per diverse fasce di età. Per dare linee guida chiare e pratiche, potrebbe essere il momento di istituire un panel di esperti per identificare il miglior dosaggio di vitamina D alle diverse età. Molte altre variabili potrebbero essere incluse nell’analisi per ottenere il dosaggio desiderato.
    Tuttavia, dopo una revisione critica e un’analisi di tutte le prove, potremmo suggerire, come fattori chiave, di considerare l’analisi della massa ossea nei bambini e il ruolo del peso o del BMI negli anziani per definire “il quadro della vitamina D”. È inoltre fondamentale garantire una corretta acquisizione della massa ossea che notoriamente raggiunge il suo apice nell’adolescenza, processo in cui la vitamina D è strettamente coinvolta.
    Infine, possiamo suggerire la somministrazione di una dose di carico basata sul peso corporeo e sui valori basali di 25OHD per normalizzare i livelli di vitamina D, mentre è urgente definire il regime ottimale di integrazione di vitamina D per il mantenimento di livelli normali, avendo un quadro chiaro del quotidiano vs somministrazione mensile e dosaggio basso o alto.


    High-Dose Vitamin D SupplementationToo Much of a Good Thing?

    Susan S. Harris, DSc

    Integrazione ad alte dosi di vitamina D, Il troppo di una cosa buona?

    Molti studi randomizzati controllati indicano che la vitamina D ridurrà le cadute e le fratture. Pertanto, l’ipotesi nello studio di Sanders et al nel numero di JAMA, che una singola dose orale annuale di 500.000 UI di colecalciferolo (vitamina D3) sarebbe efficace nel ridurre le cadute e le fratture nelle donne anziane con 1 o più fattori di rischio perché cadere era ragionevole.
    Tuttavia, non solo questo regime non è stato efficace nel ridurre il rischio, ma ha anche aumentato il rischio di cadute e fratture, con l’aumento maggiore che si è verificato durante i primi 3 mesi dopo la somministrazione. Un aumento delle fratture, ma non delle cadute, è stato riportato in un altro studio in cui ogni anno venivano somministrate dosi elevate di ergocalciferolo per via intramuscolare a uomini e donne di età pari o superiore a 75 anni.


    Vitamin D: Bolus Is Bogus—A Narrative Review –

    Richard B. Mazess, Heike A. Bischoff‐Ferrari, and Bess Dawson‐Hughes

    Vitamina D: il bolo è fasullo: una revisione narrativa

    Riepilogo

    In questa recensione abbiamo riassunto e discusso le crescenti prove che un’elevata dose di vitamina D in bolo può avere un beneficio minimo, o addirittura essere controproducente, mentre una dose giornaliera da piccola a moderata in individui a rischio di carenza è benefica. Ciò si applicava agli esiti del rachitismo, alla salute muscoloscheletrica (cadute e fratture), nonché alle infezioni respiratorie e alla mortalità per cancro, e possibilmente alla somministrazione settimanale di calcifediolo per quanto riguarda COVID-19. Tuttavia, come discusso sopra nella sezione su cadute e fratture, i benefici della somministrazione giornaliera sono stati assenti in diversi studi tra adulti con pieno apporto di vitamina D e quelli non a rischio per gli esiti di interesse (cioè cadute e fratture (73, 74), e sebbene ciò necessiti di ulteriori studi, non possiamo escludere che anche dosi giornaliere più elevate possano innescare fattori compensativi.(24)

    L’aumento dell’uso del dosaggio in bolo in un numero crescente di studi può essere in parte motivato dalla convenienza e dai presunti benefici sull’aderenza rispetto al dosaggio giornaliero.(100) Inoltre, l’uso frequente del dosaggio in bolo per gli studi sulla vitamina D può essere dovuto a un’errata interpretazione del suo aumento a breve termine dei livelli di 25(OH)D, mentre i fattori compensativi a lungo termine innescati da tali dosi che disattivano il suo processo di attivazione ormonale strettamente regolato sono stati trascurati.(3) L’evidente aumento compensativo della 24-idrossilasi porta alla sottoregolazione di 1,25(OH)2D e inibisce l’immunomodulazione per settimane o addirittura mesi. (3) In altre parole, sebbene un bolo abbondante produca un rapido aumento dei livelli di 25(OH)D, costo della downregulation dell’attivazione cellulare e dei fattori di immunità. (101) Al contrario, una dose da piccola a moderata di D3 giornaliera ha effetti intracellulari superiori e necessita di un dosaggio frequente a causa della sua emivita di 20 ore. (3, 11, 24) Se un rapido aumento di 25(OH)D, la somministrazione di una dose iniziale bassa di calcifediolo può essere un’alternativa.(50, 51) E una volta che il livello di 25(OH)D è alto, il calcifediolo non sarebbe più necessario.

    È stato difficile isolare l’influenza del dosaggio in bolo nelle meta-analisi perché molti autori hanno unito questi studi con quelli che utilizzano il dosaggio giornaliero. Inoltre, il basso costo e l’elevata sicurezza di D3 ha portato a studi nel vasto pubblico, non solo in persone carenti o a rischio clinico, quindi i criteri abituali delle sperimentazioni cliniche potrebbero non essere appropriati. Pertanto, le agenzie di sanità pubblica sono chiamate a fare una valutazione completa del rapporto rischio-beneficio del ruolo potenziale di una dose giornaliera da piccola a moderata di vitamina D nell’attuale pandemia di COVID, in particolare per coloro con carenza nota (anziani e gruppi etnici di pelle scura ).(8, 9) In particolare, anche un decennio fa divenne evidente che il dosaggio in bolo era “una cosa troppo buona”,(102) mentre la correzione delle carenze esistenti con il dosaggio giornaliero di vitamina D è un metodo sicuro e a basso costo nella strategia di sanità pubblica per migliorare una serie di disturbi affetti.


    The same annual dose of 292000 IU of vitamin D (cholecalciferol) on either daily or four monthly basis for elderly women: 1-year comparative study of the effects on serum 25(OH)D concentrations and renal function

    Tuula PekkarinenVille-Valtteri VälimäkiStiina AarumUrsula TurpeinenEsa HämäläinenEliisa LöyttyniemiMatti J Välimäki
    La stessa dose annuale di 292000 UI di vitamina D (colecalciferolo) su base giornaliera o quadrimestrale per le donne anziane: studio comparativo di 1 anno degli effetti sulle concentrazioni sieriche di 25(OH)D e sulla funzione renale

    Astratto

    Obiettivo: il dosaggio giornaliero di integratori di vitamina D può essere difficile tra le persone anziane. La somministrazione poco frequente di “megadosi” controllate dal personale sanitario può risolvere il problema dell’aderenza. Abbiamo confrontato l’efficacia e la sicurezza di due dosaggi orali (800 UI al giorno o 97333 UI quattro mesi) di vitamina D(3) risultando nella dose annuale uguale di 292000 UI.

    Design: confronto di gruppi paralleli randomizzato, in doppio cieco, double-dummy. Pazienti Quaranta donne di età compresa tra 69,3 e 78,8 anni.

    Interventi: Vitamina D(3) 400 UI due volte al giorno (gruppo D) o olio di vitamina D(3) 97333 UI ogni 4 mesi (gruppo 4 M) per 1 anno. Tutti hanno ricevuto 1 g di calcio al giorno.

    Misurazioni: 25-idrossivitamina D(3) [25(OH)D(3)] sierica in relazione ai livelli target di 50-75 nmol/l, PTH, propeptide aminoterminale del procollagene di tipo I (PINP), calcio sierico e urinario , funzione renale.

    Risultati: una quantità di 25OHD(3) è aumentata maggiormente nel gruppo D rispetto al gruppo 4 M (P < 0,0001). Tutti i partecipanti nel gruppo D e il 67% nel gruppo 4 M avevano 25(OH)D(3) superiore a 50 nmol/l a 12 mesi; il livello target di 75 nmol/l è stato raggiunto rispettivamente dal 47% e dal 28%. Il PTH non ha mostrato alcuna perturbazione stagionale in entrambi i gruppi. Il PINP è diminuito e il calcio urinario è aumentato in modo simile nei gruppi di studio nel tempo (P <0,0001). La funzione renale non è peggiorata in nessuno dei due gruppi.

    Conclusioni: In termini di concentrazioni sieriche di 25(OH)D(3), 800 UI al giorno erano più efficaci di 97333 UI ogni 4 mesi. Tuttavia, per aumentare l’adesione, vale ancora la pena sviluppare quest’ultima. Entrambi i trattamenti hanno aumentato l’escrezione urinaria di calcio, ma non hanno peggiorato la funzionalità renale.


    Annual high-dose oral vitamin D and falls and fractures in older women: a randomized controlled trial

    Kerrie M Sanders Amanda L StuartElizabeth J WilliamsonJulie A SimpsonMark A KotowiczDoris YoungGeoffrey C Nicholson

    Vitamina D orale ad alte dosi annuali e cadute e fratture nelle donne anziane: uno studio controllato randomizzato

    Astratto

    Contesto: il miglioramento dello stato di vitamina D può essere un importante fattore di rischio modificabile per ridurre cadute e fratture; tuttavia, l’aderenza all’integrazione quotidiana è tipicamente scarsa.

    Obiettivo: determinare se una singola dose annuale di 500.000 UI di colecalciferolo somministrata per via orale a donne anziane in autunno o in inverno possa migliorare l’aderenza e ridurre il rischio di cadute e fratture.

    Disegno, impostazione e partecipanti: uno studio in doppio cieco, controllato con placebo su 2256 donne residenti in comunità, di età pari o superiore a 70 anni, considerate ad alto rischio di frattura è stato reclutato da giugno 2003 a giugno 2005 e sono state assegnate in modo casuale a ricevere colecalciferolo o placebo ogni autunno-inverno per 3-5 anni. Lo studio si è concluso nel 2008.

    Intervento: 500.000 UI di colecalciferolo o placebo.

    Principali misure di esito: le cadute e le fratture sono state accertate utilizzando calendari mensili; i dettagli sono stati confermati da un’intervista telefonica. Le fratture sono state confermate radiologicamente. In un sottostudio, 137 partecipanti selezionati in modo casuale sono stati sottoposti a prelievo di sangue seriale per i livelli di 25-idrossicolecalciferolo e ormone paratiroideo.

    Risultati: le donne nel gruppo colecalciferolo (vitamina D) hanno avuto 171 fratture contro 135 nel gruppo placebo; 837 donne nel gruppo vitamina D sono diminuite di 2892 volte (tasso, 83,4 per 100 persone-anno) mentre 769 donne nel gruppo placebo sono diminuite di 2512 volte (tasso, 72,7 per 100 persone-anno; rapporto del tasso di incidenza [RR], 1,15; 95 % intervallo di confidenza [CI], 1,02-1,30; P = 0,03). L’incidenza RR per frattura nel gruppo vitamina D era 1,26 (95% CI, 1,00-1,59; P = 0,047) rispetto al gruppo placebo (tassi per 100 anni-persona, 4,9 vitamina D vs 3,9 placebo). Un modello temporale è stato osservato in un’analisi post hoc delle cadute. L’incidenza RR di caduta nel gruppo vitamina D rispetto al gruppo placebo è stata di 1,31 nei primi 3 mesi dopo la somministrazione e di 1,13 durante i successivi 9 mesi (test di omogeneità; P = 0,02). Nel sottostudio, il 25-idrossicolecalciferolo sierico mediano al basale era di 49 nmol/L. Meno del 3% dei partecipanti al sottostudio aveva livelli di 25-idrossicolecalciferolo inferiori a 25 nmol/L. Nel gruppo vitamina D, i livelli di 25-idrossicolecalciferolo sono aumentati a 1 mese dopo la somministrazione a circa 120 nmol/L, erano circa 90 nmol/L a 3 mesi e sono rimasti più alti rispetto al gruppo placebo 12 mesi dopo la somministrazione.

    Conclusione: Tra le donne anziane residenti in comunità, la somministrazione orale annuale di colecalciferolo ad alte dosi ha comportato un aumento del rischio di cadute e fratture.


    Administration of annual oral high-dose vitamin D to community-dwelling older women in autumn and winter months increases risk of falls and fractures

    La somministrazione orale annuale di vitamina D ad alte dosi alle donne anziane residenti in comunità nei mesi autunnali e invernali aumenta il rischio di cadute e fratture

    Contesto

    A latitudini superiori a 35°N, dove l’insufficienza di vitamina D è comune, la luce solare invernale non contiene raggi ultravioletti B sufficienti per la produzione endogena di vitamina D, che richiede un’integrazione. Livelli insufficienti di vitamina D aumentano il rischio di cadute e fratture.1 Gli studi controllati randomizzati che hanno valutato l’efficacia dell’integrazione di vitamina D per prevenire cadute e fratture sono stati inequivocabili, complicati da dosi diverse, regimi di dosaggio, metodi di somministrazione, tipi di vitamina D e popolazioni.
    Metodi

    Sanders e colleghi hanno confrontato i tassi di cadute e fratture in 2256 donne residenti in comunità residenti nel Victoria meridionale, in Australia (38°S di latitudine), assegnate in modo casuale a ricevere una dose orale annuale di 500.000 UI di vitamina D3 o un placebo identico ogni caduta o inverno. Le donne ad alto rischio di frattura sono state inserite in questo studio monocentrico, in doppio cieco e sono state seguite per 3-5 anni. Le donne sono state escluse se non erano in grado di fornire il consenso o le informazioni relative a cadute o fratture, risiedevano in una struttura di assistenza di alto livello, avevano livelli elevati di calcio sierico (corretto per l’albumina > 2,65 mmol/l) o creatinina (> 150 µmol/l) o stavano attualmente assumendo ≥400 UI di vitamina D al giorno, calcitriolo o terapia antifrattura. L’assegnazione del trattamento è stata effettuata da uno statistico indipendente.

    I questionari di riferimento dettagliavano l’età dei partecipanti, l’assunzione di calcio…

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    Vitamina D
    Ognuno risponde in modo diverso allo stesso dosaggio

    Una delle cose più importanti da capire con la vitamina D è la variabilità individuale nella risposta alla stessa dose.

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    In tal caso, è importante capire in che modo determinati fattori possono influenzare il modo in cui il livello di vitamina D di un individuo risponde alla quantità di integrazione di vitamina D (chiamata dose-risposta).

    I seguenti fattori influenzano la variabilità della vitamina D dose-risposta per ogni individuo:

    • Assunzione di co-nutrienti.
      Una mancanza di co-nutrienti chiave della vitamina D può impedire che i livelli di vitamina D aumentino o inibirne l’uso corretto. Esempi di importanti co-nutrienti includono magnesio, vitamina K2, calcio e altri.
    • Digestione.
      Alcune condizioni digestive come la malattia dell’intestino irritabile, il morbo di Crohn, la permeabilità intestinale o la celiachia possono limitare l’assorbimento della vitamina D nell’intestino. Quelli con malattie del fegato (ad es. Fegato grasso) o del pancreas, a cui è stata asportata la cistifellea o che hanno subito un intervento di chirurgia bariatrica bypassando l’intestino tenue hanno maggiori probabilità di avere problemi ad assorbire o metabolizzare la vitamina D.Per questi individui, un dosaggio aumentato o altri metaboliti della vitamina D possono essere necessari (consultare il proprio medico se questo è il caso).
      Peso corporeo/BMI.
      La vitamina D, in quanto vitamina liposolubile, ha una maggiore affinità per i tessuti adiposi del corpo. Pertanto, quelli con un BMI più elevato dovranno probabilmente assumere una dose maggiore di integratore di vitamina D per raggiungere il loro livello target.
    • Genetica.
      Una nuova ricerca sta dimostrando che alcune varianti genetiche possono portare a una diminuzione della conversione della vitamina D all’interno del corpo.
    • Farmaci e condizioni.
      Una malattia o un infortunio recente può comportare un livello inferiore di vitamina D. I disturbi digestivi, come menzionato sopra, possono diminuire l’assorbimento della vitamina D.Inoltre, alcuni farmaci tra cui statine, prednisone e farmaci dimagranti possono bloccare la vitamina D.
    • Età.
      Con l’aumentare dell’età si ottiene una ridotta capacità di produrre vitamina D nella pelle in risposta all’esposizione ai raggi UVB e una riduzione della capacità del rene di convertire la vitamina D nella sua forma attiva.

    Quali fattori aggiuntivi influenzano i livelli di vitamina D?

    • Colore della pelle. La quantità di melanina nella pelle influenza la produzione di vitamina D. Qualcuno con più melanina (pelle più scura) potrebbe aver bisogno di 30 minuti al sole per ottenere la stessa produzione di vitamina D che qualcuno con meno melanina (pelle più chiara) otterrà in 10 minuti. Mentre alcune persone possono raggiungere livelli molto elevati (~ 60 ng / ml o 150 nmol / L) di vitamina D attraverso la sola esposizione solare regolare, altri non possono raggiungere questi livelli senza vitamina D.

    Che dire della vitamina D dal cibo?

    Come fai a sapere quale dose è buona per TE?

    Articolo tratto da Grassrootshealth



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    Vitamina D e Magnesio: scopri perché sono indispensabili insieme

     

     

     


     




    Morbo di Crohn e carenza di Vitamina D

    La vitamina D è importantissima per la nostra salute.

    Oggi, grazie a nuovi studi, sappiamo che la vitamina del sole può giovare a chi è affetto dal Morbo di Crohn.


    Redazione Web Macro

    Il Morbo di Crohn, chiamato anche malattia di Crohn, è una malattia autoimmune.

    Si tratta di una patologia recidivante-remittente cronica dell’intestino, come la colite ulcerosa, ma a differenza di questa, può colpire qualsiasi altra area dell’apparato digerente, ovvero dalla bocca all’ano.

    Tra i fattori ambientali, gli studi dicono che il fumo di sigaretta aumenta la probabilità di sviluppare la malattia. Una diagnosi della malattia e un consulto con un medico specialista sono quindi le prime cose da fare. 

    John A. McDougall nel libro Guarisci il tuo Apparato Digerente che i pazienti affetti dalla malattia di Crohn traggono benefici evitando i prodotti di origine animale.

     

    Morbo di Crohn e carenza di Vitamina D

    I sintomi del Morbo di Crohn variano, ma possono includere diarrea (frequente o no, con o senza sanguinamento), sanguinamento rettale, dolore addominale cronico persistente e ricorrente, fatica, dolori e stati di malessere che possono condizionare in negativo la qualità della vita.

    carenza di Vitamina D è comune nei pazienti con la malattie di Crohn, e che questa Vitamina del Sole può apportare benefici in chiave di prevenzione e di miglioramento dei sintomi del Morbo di Crohn. Vediamo bene cos’è questa vitamina del sole, e per quale motivo è chiamata così.

    Vitamina D e malattia di Crohn 

    La Vitamina D è in realtà un ormone, un ormone importantissimo per la nostra salute.

    La Vitamina D è così chiamata perché si compone di 5 diverse vitamine: la vitamina D1, D2, D3, D4 e D5.

    La Vitamina D: il Sole

    esposizione al sole. Infatti per beneficiare di questa vitamina dovremmo esporci a una radiazione solare corta e molto calda, ovvero quella ultravioletta B, quando cioè il sole si trova allo Zenit, sopra di noi.

    Ovviamente non dobbiamo scottarci né prendere il sole alla leggera! Il segreto per ottenere i benefici del sole senza danni e rischi risiede nella giusta dose.

    Si tratta di guarire con il sole!

    L’importanza della Vitamina D

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    I Poteri Curativi della Vitamina D
    Soram Khalsa

    Vitamin D Revolution – Come prevenire e curare: osteoporosi, diabete, rachitismo, sclerosi multipla, influenza, cancro, dolore cronico, asma, deterioramento cognitivo senile, fibromialgia… e molto altro
    Le informazioni contenute in questo libro sono essenziali per chi vuole prendere decisioni positive in materia di salute e sopperire alle carenze di vitamina D dovute principalmente allo stile di vita moderno e alla mancanza di esposizione al sole.

    È cominciata diversi anni fa in laboratori di ricerca nascosti.
    ha iniziato ad approdare su tutti i giornali,le riviste e i siti web del mondo.
    E io vi dico che non passerà molto tempo prima che tutti sulla terra divengano consapevoli
    Questa rivoluzione è il risultato di nuove ricerche sulla potenza della vitamina D: consente di migliorare la nostra salute e favorisce la longevità. 


     




    Dottor Cicero Coimbra su Vitamina D e Autismo


    Autismo e il protocollo di Coimbra


    Abbiamo usato vitamina D ad alte dosi in alcuni bambini e in un ragazzo di 17 anni (della città di Rio de Janeiro) negli ultimi 2-3 anni, e tutti hanno raggiunto un comportamento normale o quasi normale come risultato di quella terapia.

    RIFERIMENTI :

    • https://scholar.google.com.br/scholar?hl=pt-BR&q=autism%20autoimmune&lr&oq=aut
    • Autism spectrum disorder and low vitamin D at birth: a sibling control study
    • I 7 segni della vitamina D bassa
      Patologie legate strettamente alla carenza di Vitamina D

      7 segnali di una possibile carenza di vitamina D

      analisi del sangue. Tuttavia, ci sono alcuni segnali e sintomi da tenere sotto controllo.

      Se soffri di qualcuno di questi, dovresti fare le analisi per testare i tuoi livelli di vitamina D, insieme ad altri indici correlati come Calcio e Paratormone.

      1. Hai la pelle più scura — Le persone scure di pelle hanno un maggiore rischio di soffrire di carenza di vitamina D. Se hai la pelle scura, potresti avere bisogno di fino a 10 volte in più di esposizione al sole per produrre la stessa quantità di vitamina D di una persona con la pelle chiara!
      2. e gli anziani tendono a trascorrere più tempo al chiuso.
      3. Ti fanno male le ossa — Secondo il Dott. Holick, molte persone che consultano il medico per dolori e malori, soprattutto in combinazione con la fatica, ricevono diagnosi sbagliate di fibromialgia o di sindrome di fatica cronica.
        “Molti di questi sintomi sono classici segni di osteomalacia da carenza di vitamina D, che è diversa dalla normale carenza di vitamina D che causa osteoporosi negli adulti,” dice. “Quello che sta succedendo è che la carenza di vitamina D causa un difetto nel mettere il calcio nella matrice di collagene dello scheletro. Di conseguenza, hai un dolore muscolare sordo e doloroso”.
      4. Hai problemi di intestino — Ricorda, la vitamina D è una vitamina liposolubile, il che significa che se soffri di una condizione gastrointestinale che influisce sulla tua capacità di assorbire i grassi, potresti avere un minore assorbimento di vitamine liposolubili come la vitamina D. Ciò include le condizioni intestinali come il morbo di Crohn, la sensibilità al glutine non celiaca e celiaca e le malattie infiammatorie intestinali.

      Dr. Mercola e Patologie in relazione alla carenza di Vitamina D

      La ricerca mostra che livelli più alti di vitamina D possono aiutare a prevenire e/o trattare:

      • Malattie autoimmuni
      • Malattie neurodegenerative, compresa la sclerosi multipla
      • Malattie gastrointestinali e tumori correlati
      • Malattie reumatiche infiammatorie
      • LUPUS
        Secondo i ricercatori Cairo, 28 maggior parte dei pazienti con lupus eritematoso sistemico hanno un certo livello di carenza di vitamina D, determinato come un livello di 10 ng/ml o meno, o il fallimento di questo nutriente, da 10-30 ng/ml
      • DEPRESSIONE
        Complicazioni durante la Gravidanza

        È fondamentale ottimizzare i livelli di vitamina D durante la gravidanza, non solo per la propria salute, ma anche per la salute a breve e lungo termine del bambino.
        Gli studi rivelano che è necessario avere un livello di vitamina D superiore a 40 ng/ml per proteggere il bambino da gravi complicazioni, come parto prematuro e
        CANCRO
        Gli studi indicano che per ridurre il rischio di cancro, è necessario un intervallo di dosaggio compreso tra 1 100 e 4.000 UI al giorno, oltre a una concentrazione di 25-idrossivitamina D nel siero da 60 a 80 ng/mL.
        Uno studio condotto nel 2011, condotto da esperti di vitamina D, Dr Cedric Garland e Heaney, ha scoperto che la dose supplementare, che ha garantito che il 97,5% della popolazione dello studio raggiungesse un livello di vitamina D Almeno 40 ng/mL erano 9.600 IU / giorno.
        Ha anche concluso che è improbabile che il consumo di 40.000 UI al giorno determini tossicità da vitamina D.
        La vitamina D aiuta anche a migliorare i risultati di salute dei pazienti oncologici. Uno studio condotto nel 2009 ha mostrato che la sopravvivenza del cancro era del 77% più alta nelle donne che hanno ricevuto supplementi di Calcio e Vitamina D, rispetto a quelli che hanno ricevuto un placebo.
        Il Cancro al Seno e il Cancro alla Prostata, sono solo due esempi in cui bassi livelli di vitamina D ti rendono anche più vulnerabile alle forme più aggressive della malattia. Recenti ricerche hanno anche rilevato che bassi livelli di vitamina D sono associati a Neuropatia Periferica più grave nei pazienti oncologici
      • CADUTE, FRATTURE, SALUTE DENTALE
        OBESITÀ
        DIABETE

        Una meta-analisi su 42 studi randomizzati controllati hanno rilevato che il consumo di vitamina D riduceva significativamente la mortalità per tutte le cause se assunto per un minimo di tre anni.

      Identificato un legame tra carenza di vitamina D e patologie autoimmuni e tumori

      Vitamina D e minore mortalità per COVID-19: le evidenze e il suo uso per prevenzione e cura


      Di quanta vitamina D hai bisogno per una salute ottimale?

      tra i 50 e i 70 ng/ml.

      dal sito del dr Mercola

      GUIDA all’Integrazione e Mantenimento della VITAMINA D


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