La Nutraceutica in Medicina di Urgenza e Traumatologia

Flebo Multivitaminiche – Credits Immagine a Studio Ozono del Dott. Michele Bonaccorso – Milano
articolo tratto da La Leva di Archimede

Quando il corpo subisce una lesione, che sia dovuta ad un trauma, a shock anafilattico, ad ustioni o ad intervento chirurgico programmato, il suo bisogno di sostanze nutritive aumenta in modo drastico.
L’ipofisi e le ghiandole surrenali secernono grandi quantità di ormoni che causano una perdita di proteine e impediscono la formazione delle nuove proteine necessarie alla guarigione (Questo fenomeno può protrarsi per un mese o più). Quasi subito le ghiandole surrenali si esauriscono per mancanza di acido pantotenico e riboflavina. La quantità di sale e potassio è fortemente ridotta, condizione che può causare una paralisi intestinale e urinaria parziale. I batteri nell’intestino si nutrono di cibo stagnante e inizia la formazione di gas. La vitamina C viene rapidamente esaurita. Può verificarsi una carenza temporanea di alcuni enzimi digestivi e di acido cloridrico.

Le sostanze nutritive possono contribuire alla guarigione.
Una quantità sufficiente di proteine è fondamentale per la guarigione. Le proteine possono essere sintetizzate solo in presenza di un’adeguata quantità di vitamine e minerali. La carenza di una sola sostanza nutritiva può rallentare la guarigione.
  • La vitamina C è vitale per la formazione di nuovi tessuti connettivi.
  • La velocità di guarigione è direttamente proporzionale alla quantità di vitamina C disponibile nel corpo.
  • La vitamina C partecipa anche alla formazione di nuovi vasi sanguigni nella parte lesa e previene le emorragie.
  • Disintossica il corpo dai farmaci e dalle sostanze dannose che possono formarsi.
L’esaurimento delle ghiandole surrenali può essere curato con l’acido pantotenico.
La vitamina B2 e l’acido pantotenico possono dare sollievo a quei pazienti che hanno difficoltà ad urinare. Dopo qualsiasi tipo di lesione, 500 milligrammi di vitamina C ogni due ore per qualche giorno, favoriscono la guarigione e rinforzano le difese del corpo provate dallo stress del dolore, delle radiografie, dell’alimentazione endovenosa e della cateterizzazione.
La vitamina E favorisce il processo di cicatrizzazione e riduce il prurito e il dolore causati dalla contrazione dei tessuti in via di cicatrizzazione. Protegge anche le cellule dalla distruzione diminuendo il loro fabbisogno di ossigeno. La vitamina E favorisce la formazione di nuovi vasi sanguigni nel punto della lesione e previene la formazione di coaguli di sangue. Il processo di coagulazione del sangue è molto complesso e oltre alla vitamina E ha bisogno di altre sostanze nutritive tra cui il calcio e le vitamine C e K.
Una persona ferita in stato di incoscienza trae grande beneficio da una soluzione contenente tutti gli elementi nutritivi somministrata per via endovenosa.
I pazienti in stato di incoscienza alimentati in modo equilibrato hanno pelle e capelli sani e una remissione molto più rapida.
In caso di avvelenamento si raccomandano la vitamina B2, l’acido pantotenico e alte dosi di vitamina C.
Nei giorni successivi, la somministrazione di vitamina E e di proteine aiuteranno il fegato a disintossicarsi dal veleno.
Gli shock non curati immediatamente possono provocare danni permanenti e, talvolta, la morte.
Le persone malnutrite sono particolarmente esposte agli shock. La vitamina C e la maggior parte delle vitamine B, vengono eliminate rapidamente.
Gli esperti che svolgono ricerche sullo shock spiegano che quando le cellule del corpo vengono danneggiate i loro enzimi cambiano chimicamente e, invece di essere costruttivi diventano distruttivi. Secernono l’istamina, un fattore primario nello scatenamento dello shock. Dosi adeguate di vitamina C impediranno questo cambiamento.
La vitamina C favorisce una rapida remissione dallo stato di shock in diversi campi della medicina.

 

  • La somministrazione per via endovenosa di ascorbato di sodio in dosi che possono raggiungere i 120 grammi in un lasso di tempo di 3 ore, satura i tessuti corporei e aiuta la guarigione.
  • Quando lo shock è stato causato da una grave emorragia, la somministrazione di 3000 milligrammi di vitamina C e 300 UI di vitamina E subito dopo, può ridurre il danno causato da un insufficiente passaggio di ossigeno nei tessuti.

La preparazione ad un intervento chirurgico dovrebbe iniziare almeno un mese prima.

Un’adeguata somministrazione di sostanze nutritive prima dell’intervento può evitare l’alimentazione per via endovenosa che segue di solito le operazioni. Al paziente dovrebbero essere somministrate tutte le vitamine e i minerali, gli enzimi digestivi e acidophilus.

Adelle Davis raccomanda di prendere le seguenti dosi la vigilia dell’intervento:

  • 1000 milligrammi di vitamina C,
  • 500 milligrammi di acido pantotenico,
  • 20 milligrammi di vitamina B2 e B6,
  • 1000 UI di vitamina D,
  • 300 UI di vitamina E e
  • 500 milligrammi di calcio.

I dottori hanno scoperto che subito dopo un intervento chirurgico e nelle 24 ore successive c’è una brusca perdita di vitamina C dal corpo.

Essi raccomandano

  • 10 grammi di vitamina C prima dell’operazione,
  • 10 grammi in ogni fleboclisi dopo l’operazione, e
  • 10 grammi per via orale dopo l’interruzione dell’alimentazione per via endovenosa.

Durante il periodo di convalescenza il corpo ha un maggior fabbisogno di tutte le sostanze nutritive. Se non è possibile assumere integratori alimentari a causa di vomito, le vitamine possono essere mischiate a creme e assorbite attraverso la pelle. (Le iniezioni o le applicazioni di vitamina B6 sulla pelle possono attenuare il vomito).

I rimedi omeopatici sono

  • Hypericum per le ferite profonde,
  • Calendula per le ferite da taglio,
  • Ledum palustre per ferite perforanti,
  • Hepar sulphuris calcareum per tutte le lesioni che formano pus.
  • Per gli avvelenamenti del sangue viene usata la polvere da sparo, l’echinacea e staphysagria.
  • Per le ustioni Arnica 200X,
  • o se la persona è spaventata, Aconito 200X.

Gli altri rimedi per le ustioni sono

  • Hypericum,
  • Urtica urens,
  • Causticum,
  • Cantharis e
  • Calendula officinalis.

I rimedi dell’aromaterapia per ustioni e scottature sono il

  • geranio e la lavanda.

Per le ferite, i tagli e le escoriazioni,

  • il legno di cedro,
  • l’eucalipto,
  • l’olibano,
  • il geranio,
  • la lavanda,
  • il limone,
  • il paciuli,
  • la melaleuca e
  • il vetiver.

SOSTANZE NUTRITIVE CHE POSSONO ESSERE EFFICACI NELLA CURA DI INCIDENTI, SHOCK E INTERVENTI CHIRURGICI:

Vitamina C, Vitamina K, Complesso B, Vitamina E, Vitamina B6, Vitamina B2, Acido pantotenico, Proteine, Enzimi digestivi, Acidophilus, Acido folico, Vitamina D, Magnesio, Calcio, Rame, Potassio e Zinco

Disclaimer

Non si intende far utilizzare le nozioni contenute in queste pagine per scopi diagnostici o prescrittivi.
Per qualsiasi trattamento o diagnosi di malattia, rivolgetevi ad un medico competente.

Le informazioni sono tratte da “Almanacco della Nutrizione”
di Gayla J. Kirschmann e John D. Kirshmann
edito da
Alfa Omega Editrice
Via San Damaso,23 – 00165 Roma
Tel. (06) 630398 Fax 632196

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L’Aggiornamento del Marzo 2020 su Medicomunicare – Health Medical News ha portato gli utenti e lettori a conoscenza di uno studio che dava la vitamina C a dosi di 1 solo grammo come utili a ridurre la degenza e migliorare le condizioni del pazienti nelle terapie intensive.

Strano che l’articolo che avevo riportato qui 3 anni fa è oggi, alla data del 4 giugno 2023, sparito dal sito Medicomunicare, come se 1 grammo di vitamina C fosse un dosaggio chissà quanto alto.

In realtà è irrisorio se consideriamo che dr Klenner, Hoffer, I.Stone e Pauling curavano con dosaggi oltre i 50 grammi in vena.

Buone nuove dalla terapia intensiva: con la vitamina C si sta meno in degenza

La vitamina C ha numerosi effetti biochimici nel nostro corpo. Può influenzare il sistema cardiovascolare attraverso il suo coinvolgimento nella sintesi di noradrenalina e dopamina, e il metabolismo energetico attraverso la sua partecipazione alla sintesi di carnitina. Negli studi randomizzati, la vitamina C ha abbassato la pressione sanguigna, diminuito l’incidenza della fibrillazione atriale e diminuita la broncocostrizione. Una precedente meta-analisi di 12 studi controllati ha scoperto che la vitamina C ha ridotto la terapia intensiva in media dell’8%.

I pazienti in terapia intensiva hanno spesso livelli plasmatici di vitamina C molto bassi.

Nelle persone sane, 0,1 grammi al giorno di vitamina C sono generalmente sufficienti (non è vero – N.d.r.) per mantenere un normale livello plasmatico. Tuttavia, dosi molto più elevate, nell’ordine dei grammi al giorno, sono necessarie per i pazienti in condizioni critiche per aumentare i loro livelli plasmatici di vitamina C entro l’intervallo normale. Pertanto, possono essere necessarie dosi elevate di vitamina C per compensare l’aumento del metabolismo nei pazienti in condizioni critiche.

La somministrazione di vitamina C ha ridotto la durata della ventilazione meccanica nei pazienti in terapia intensiva, ma l’effetto dipendeva dalla gravità della malattia. Secondo una nuova meta-analisi pubblicata sul Journal of Intensive Care, in cinque studi controllati di cui 471 pazienti che hanno richiesto ventilazione per oltre 10 ore, la vitamina C ha ridotto in media del 25% i tempi di ventilazione. 

Harri Hemilä dell’Università di Helsinki, in Finlandia, e Elizabeth Chalker dell’Università di Sydney, in Australia, hanno condotto una revisione sistematica della vitamina C per i pazienti in terapia intensiva ventilati meccanicamente. Hanno identificato 9 studi controllati rilevanti e 8 di questi sono stati inclusi nella meta-analisi. In media, la somministrazione di vitamina C riduce il tempo di ventilazione del 14%, ma l’effetto della vitamina C dipende dalla durata della ventilazione. I pazienti che sono più gravemente malati richiedono una ventilazione più lunga di quelli che non sono così malati. Pertanto, i ricercatori hanno ipotizzato che l’effetto della vitamina C potrebbe essere maggiore negli studi con pazienti malati che necessitano di una ventilazione più lunga. La vitamina C non ha avuto alcun effetto quando la ventilazione è durata per 10 ore o meno.

Tuttavia, in 5 studi, tra cui 471 pazienti che hanno richiesto ventilazione per oltre 10 ore, il dosaggio (ridicolo) da 1 a 6 g / die di vitamina C ha ridotto in media il tempo di ventilazione del 25%. I due autori hanno concluso che, data la forte evidenza di beneficio per i pazienti in terapia intensiva più gravemente malati insieme all’evidenza dei livelli molto bassi di vitamina C, i pazienti in terapia intensiva possono trarre beneficio dalla somministrazione di vitamina C.

Ulteriori studi sono necessari per determinare l’ottimale protocollo per la sua amministrazione. Prove future dovrebbero confrontare direttamente diversi livelli di dosaggio.

Ci sono anche altri risultati che sono coerenti con la vitamina C, che ha un effetto maggiore sui pazienti con condizioni mediche più gravi.

Una meta-analisi dell’effetto della vitamina C sulla bronco-costrizione indotta dall’esercizio, ha scoperto che la vitamina C dimezzava il declino della FEV1 causato dall’esercizio. Il costante effetto relativo indica che l’effetto assoluto è stato maggiore per i pazienti che nel test da sforzo hanno avuto la maggiore bronco-costrizione. Infine, uno studio con pazienti con raffreddore comune ha indicato che l’effetto broncodilatatore della vitamina C era più vantaggioso per quelli con la maggiore ipersensibilità bronchiale all’istamina.

Esistono molte prove che indicano che le vitamine C ed E hanno un’interazione in vitro e in vivo e tre studi hanno esaminato l’effetto della combinazione di vitamine C ed E sulla durata della ventilazione meccanica.

Gli effetti riportati dai tre studi sono in gran parte coerenti con il modello di meta-regressione basato sugli otto studi usando solo la vitamina C. Pertanto, il beneficio statisticamente significativo osservato in ciascuno di questi tre studi potrebbe essere spiegato dal lungo tempo di ventilazione nei gruppi di controllo, indicando una maggiore gravità della malattia nei pazienti, piuttosto che dall’aggiunta di vitamina E all’intervento. Per testare il possibile beneficio aggiuntivo della vitamina E, rispetto alla vitamina C si richiederebbero studi fattoriali più complessi.

Per il momento, la sola vitamina C sembra avere una forte riduzione della permanenza in terapia intensiva di un quarto del tempo necessario per un completo recupero.

E qui si presenta l’anello di raccordo del presente articolo con la corrente situazione nazionale sull’epidemia di coronavirus.

Si ricorda, che una costante efficienza delle difese immunitarie è già una barriera naturale contro l’entrata di qualsiasi virus.

Come qualsiasi sistema, esso crolla se sono presenti delle falle che permettono l’accesso di materiale estraneo o dannoso. Popolarmente, la vitamina C è stata sempre associata al buono stato di salute delle difese immunitarie, principio che nessuna autorità medica nega o sminuisce. Per cui, rimanendo al proprio domicilio come imposizione e raccomandazione delle autorità competenti, il tenersi “vigili” mangiando frutta fresca ed assumendo integratori a base di vitamina C non è una pratica da scartare o sminuire. Data l’ampia disponibilità e l’economicità di questo composto, lo si può ritrovare facilmente persino nelle formulazioni di supermercati. Ovviamente, come dichiarato nello studio, la dose minima giornaliera da assumere è quella di 1 grammo, (!!) dose che si può raggiungere molto difficilmente con la sola dieta.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

  • Hemilä H, Chalker E. J Intens Care 2020 Feb 7; 8:15.
  • Fujii T, Luethi N, Young PJ et al. JAMA. 2020 Jan 17.
  • Hemilä H, Chalker E. Nutrients. 2019; 11:708-713.

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