Ennesimo ritocco della nota Aifa 96
Vitamina D sotto attacco

Vitamina D, Aifa riduce i margini di rimborsabilità dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale

Non era bastato il ribasso della Vitamina D del 2019, ne hanno dovuto fare un altro

Febbraio 2023

È di pochi giorni fà la notizia che:
AIFA ritocca la nota 96 portando a 15 ng/ml il valore utile per ricevere una prescrizione del noto farmaco/integratore Dibase o simili.
Noi dai gruppi vitamineral e Vitamina D continuiamo a diffondere le giuste informazioni utili alla salute.
Pub Med, si trovano 99.631 studi sulla Vitamina D.
Chissà perché?
Forse è una sostanza che rende poco perché non brevettabile e crea pochi introiti alle case farmaceutiche?
Troppa gente sana non rende, si sa.

Naturalmente la scusa per lo stato è che la spesa sia insostenibile.

Nota Aifa 96 ritoccata e suoi risvolti

Ritoccando i valori di vitamina D in ribasso, si modificano i dati statistici della carenza di vit D.
Quindi se le persone verranno considerante in carenza solo con parametro inferiore a 15ng vuole dire (per loro) che tutti gli altri sono a posto?

Una specie di vigile attesa.


PATOLOGIE dovute a CARENZA di Vitamina D
Il colesterolo fa veramente male?

Il mercato della malattia e i falsi ipertesi

Patologie dovute a CARENZA di Vitamina D Possono essere curate integrandola

Vitamina D non è così tossica come si pensava una volta

Ipertensione, come curarla senza farmaci

 





Sale Iodato: il nuovo veleno legalizzato

Crediti Immagine a Saint Louis Hospital

Sale iodato: il nuovo veleno legalizzato.

Gli effetti collaterali che ci nascondono. Ci raccomandiamo di utilizzare sale iodato ogni giorno, soprattutto per prevenire disturbi legati alla mancanza di iodio, ma esso provoca effetti collaterali. Ecco quali:

L’uso del sale è molto radicato nella nostra società. Usato nella nostra cucina, questo condimento è composto principalmente da cloro e sodio, ma ce ne sono di diverse tipologie in commercio e possono essere presenti anche altre sostanze.

Il sale marino integrale non raffinato possiede, oltre agli elementi propri di questo condimento, fino a 70 minerali che sono essenziali per la salute del nostro organismo, quali:

  • calcio,
  • zolfo,
  • magnesio,
  • potassio,
  • ferro
  • e oligoelementi (stronzio, iodio, fluoro, manganese, argento, boro…).

Alla fine del processo, il sale diviene bianco e il cloro e il sodio contenuti al suo interno si aggirano intorno al 99%!

La concentrazione dello iodio chimico che viene aggiunto in Italia va da 25 µg. a 45 µg. per grammo di sale, ma nell’etichetta non ne viene specificata né la quantità né la provenienza.

ll Ministero della Salute, da alcuni anni, suggerisce l’uso di sale iodato, proprio il tipo di sale che oltre a essere stato raffinato con il processo suddetto e privato dello iodio naturale, è addizionato con iodio chimico proveniente da aziende che lo riciclano dai rifiuti speciali come inchiostri, mezzi di contrasto per radiografie e altre sostanze.

La cosa allarmante è che l’uso obbligatorio di sale iodato è divenuta una legge. Di seguito un articolo dell’Ansa che spiega le motivazioni di questa legge. A voi le dovute considerazioni.

La legge che dal 2005 incentiva la vendita di sale iodato nella grande distribuzione verrà rafforzata nelle prossime settimane da un disegno di legge delega che tra le altre cose introduce delle sanzioni per chi non rispetta le prescrizioni. Lo hanno affermato gli esperti della Associazione Italiana Tiroide (Ait) durante il loro congresso che si chiude oggi a Roma.



Alcune persone hanno dichiarato che in seguito aver ingerito del sale iodato hanno riscontrato tachicardia, spossatezza, insonnia. Immaginate cosa potrebbe succedere se venisse aggiunto sempre a quello che mangiamo…


Tratto da Terapie Occultate

Il sale iodato contiene iodio, ma solo sotto la forma di ioduro di potassio. E il nostro organismo DEVE avere anche iodio in forma elementare, non legata, così come lo è nella soluzione di Lugol.

Come assumere lo iodio

È senz’altro possibile assumere un po’ di iodio attraverso alcuni alimenti.

Peccato che:

  1. Gli alimenti più ricchi in assoluto sono le alghe, e sfido chiunque a riuscire a mangiarne in quantità adeguata e in modo costante, senza contare il rischio di contaminazione della maggior parte delle stesse.
  2. La biodisponibilità dello iodio contenuto nel sale iodato è meno del 10%, e l’effettivo assorbimento è ancora inferiore, se consideriamo che il cloruro (NaCl) compete con lo Ioduro per gli stessi recettori.
  3. Sempre nel sale iodato, la quantità di iodio aggiunta in fase di produzione non rimane la stessa a vita, poiché lo Iodio evapora in tempi brevi (in gergo tecnico, ciò che avviene a contatto con l’aria è la reazione di sublimazione). E sappiamo tutti quanto dura una confezione di sale in dispensa.
  4. Molti alimenti di uso comune sono ricchi di bromuri, cloruri e altre sostanze che possono ridurre l’assorbimento e/o la biodisponibilità dello Iodio nell’organismo.

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Sintomi e segni della Carenza di vitamina D
Scoprilo con un esame del sangue

La carenza di Vitamina D, definita da bassi livelli ematici di 25(OH)D (25-idrossi-vitamina D), è diffusa in tutto il mondo a prescindere da età, sesso, nazione, latitudine o tipo di alimentazione. Gli esperti parlano di un’epidemia silenziosa.

In Italia si stima una carenza di vitamina D che riguarda circa l’80% della popolazione, la quasi totalità stando ai dati forniti dalla Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro (Siomms).

È una carenza che se trascurata a lungo può presentare delle conseguenze mediche e psicologiche gravi, che possono compromettere la salute e la qualità della vita. È una carenza troppo spesso sottovalutata sino a quando non si presenta un problema legato all’apparato scheletrico.

Alcuni sintomi vaghi possono essere ritenuti dei campanelli d’allarme.

  • L’eccesso di peso,
  • una debolezza immotivata a qualunque età,
  • stanchezza diffusa associata spesso a dolori ossei e/o muscolari,
  • con tendenza alla depressione,
  • alla tristezza,
  • agli sbalzi di umore,
  • una forte tendenza a malattie infettive ricorrenti,
  • celiachia o sensibilità al glutine
  • ecc.

La causa della carenza di vitamina D così diffusa è da ricercare nello stile di vita contemporaneo.

Sempre chiusi in casa, in ufficio, in auto o nei mezzi pubblici, si passa poco tempo all’aperto, non ci si espone abbastanza al Sole e quando lo si fa, lo si fa nel modo sbagliato.

Il Sole stimola la sintesi cutanea di vitamina D grazie all’azione dei raggi UVB. Tuttavia, la posizione geografica, l’inquinamento, l’abbigliamento e l’utilizzo eccessivo di creme solari (vedi dopo) possono interferire riducendo o bloccando la sintesi di vitamina D.

Altre cause che concorrono all’incidenza della carenza di vitamina D, sono:

  • RESISTENZA GENETICA: a sintetizzare la vitamina D, al suo utilizzo biologico, alla sua conversione nella forma attiva (insufficienza renale/epatica) o a problemi genetici dei recettori VDR.
  • ASSUNZIONE DI FARMACI, che interferiscono con il metabolismo della vitamina D (es. anticonvulsivanti, gastroprotettori, statine, glucocorticoidi ecc.).
  • STRESS: elevati livelli di cortisolo tipici dei soggetti “stressati” riducono i livelli di vitamina D (entrambi sintetizzati a partire del colesterolo).
  • SOVRAPPESO/OBESITÀ: l’eccesso di tessuto adiposo sequestra la vitamina riducendone la biodisponibilità. Il fabbisogno di vit D è 2 a 3 volte più alto per i soggetti obesi e 1,5 volte maggiore per i soggetti sovrappeso rispetto ai soggetti con peso normale.
  • ALCOL, FUMO DI SIGARETTA e SOSTANZE STUPEFACENTI: alterano il metabolismo della vitamina D.
  • ETÀ AVANZATA: a partire dai 50 anni, diminuisce la capacità del corpo di sintetizzare la vitamina D. Negli anziani, spesso denutriti e poco esposti al sole, a causa dell’invecchiamento, la cute perde gran parte della sua efficienza produttiva.
  • PELLE SCURA: le persone con la pelle più scura hanno bisogno di passare più tempo al sole per produrre vitamina D rispetto a quelle con pelle più chiara. Questo perché la pelle più scura ha più melanina, un composto che può inibire la produzione di vitamina D. Le persone con la pelle chiara, quando si espongono al sole d’estate la produzione di Vitamina D è ingente e pari a 10.000 UI in 20-30 minuti con il 90% del corpo esposto (ovvero in costume). Così come accade nei soggetti con pelle scura, man mano che ci si abbronza, e la percentuale di melanina nella pelle aumenta,  la produzione cala drasticamente per produrre la stessa quantità di vitamina D gli ci vuole 6 volte di più (quindi 2-3 ore). Questo è infatti un meccanismo intelligente dell’evoluzione per avere sotto controllo una produzione ottimale di vitamina D.

Lista Integratori vitamina D Guida all’acquisto


Altre note e precisazioni sull’esame del sangue 25(OH)D

Oltre a questi segni e disturbi che potrebbero essere confusi con altre patologie e/o stati di carenze nutrizionali anche per altre vitamine e minerali, per avere conferme o smentite e per verificare se si è carenti di vitamina D basta fare un dosaggio di vitamina D (25-idrossivitamina D o 25-OH D) attraverso un prelievo ematico.

Nota AIFA 96 sui limiti delle prescrizioni di esami e Dibase che riguardano la vitamina D e successivi chiarimenti dell’Aifa per i medici di base.

esame della vit D 25(OH) ha un basso costo (circa 15-20€)a seconda anche dei vari distretti regionali e spesso conviene farlo privatamente piuttosto che litigare con il medico di base, anzi a volte risulterebbe un costo inferiore a farlo in privato piuttosto che regime pubblico.

nanogrammi per millitro (ng/ml).

In caso si voglia convertire da ng a nmol usare questa tabella di conversione.

Sebbene i range di riferimento variano in base al laboratorio analisi, i dati riportati nella tabella qui sotto possono essere considerati di riferimento:

Questa tabella è valida per qualsiasi età

Le persone con patologia autoimmune e degenerativa dovrebbero raggiungere un valore di 80ng/ml (almeno) e mantenerlo.


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Analisi consigliate per Vitamina D ed altri indicatori di salute


https://www.vitamineral.it/integratori-di-vitamina-d-colecalciferolo-come-prodotto-biologico/

Magnesio: quale scegliere?

La Vitamina D necessita della vitamina K2, la spazzina delle arterie


 




Vitamina D – Qual è il giusto valore ematico?

Vit D 25 (OH). (Approfondisci qui)

Secondo i maggiori studiosi della vitamina D i valori inferiori a 30 ng sono indice di rischio per malattie di vario genere dovute alla carenza di vitamina D, questo per tutte le età e condizioni. Mentre gli enti statali della sanità hanno definito che 20 ng sia un valore accettabile per restare al riparo da malattie osteoarticolari.

Ogni laboratorio di Analisi emato-chimiche ha una tabella differente di riferimento per i valori della Vitamina D25(OH), ma secondo le informazioni dei maggiori esperti in campo la tabella più rappresentativa è la seguente:

 

La comunità scientifica è divisa anche su questo argomento ed ogni governo adotta criteri differeti.

50 ng/ml di vitamina D sono troppo alti, giusti o insufficienti?




Consenso informato per vaccinoCovid 19
Siete stati davvero informati?

 

Ma leggiamo questo studio

Divulgazione del consenso informato ai soggetti dello studio sul vaccino a rischio di peggioramento della malattia clinica dei vaccini COVID-19

Timothy Cardozo 1, Ronald Veazey 2 Affiliazioni espandere PMID: 33113270
PMCID: PMC7645850
DOI: 10.1111 / ijcp.13795
Astratto

Obiettivi dello studio:

Metodi utilizzati per condurre lo studio:

Risultati dello studio:

Questo rischio è sufficientemente oscurato nei protocolli di sperimentazione clinica e nei moduli di consenso per le sperimentazioni in corso sul vaccino COVID-19 che è probabile che si verifichi una inadeguata comprensione da parte del paziente di questo rischio.

Conclusioni tratte dallo studio e implicazioni cliniche:

il rischio specifico e significativo COVID-19 di ADE avrebbe dovuto essere e dovrebbe essere divulgato in modo prominente e indipendente ai soggetti di ricerca attualmente in sperimentazione sui vaccini, nonché a quelli reclutati per gli studi e ai futuri pazienti dopo approvazione del vaccino, al fine di soddisfare lo standard di etica medica di comprensione del paziente per il consenso informato.
Fonte

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33113270/

 

 

 

 




Vitamina D, giro di vite sulle prescrizioni

https://www.informasalus.it/it/articoli/vitamina-d-giro-vite-prescrizioni.php
Interessante ed equilibrata analisi di Gioia Locati sulla recente normativa che ha tagliato fondi sulla Vitamina D riducendo i valori di riferimento da 30 a 20ng/ml.

Lo temevamo, lo hanno fatto…

Fonte: Il Giornale.it ed uscito anche su Informasalus

Stop alla prescrizione generalizzata del dosaggio della vitamina D. E stop anche alle ricette rosse per la vitamina-farmaco a chi non ha precise malattie. Lo stabilisce Aifa in una nota recente. Cliccate qui.

  • Nel testo sono precisati anche i nuovi limiti al di sotto dei quali occorre assumere vitamina D.
  • Fino al 30 ottobre 2019 la carenza era al di sotto dei 30 mg/ml. Dal 31 ottobre 2019 è diventata sotto i 20 mg/ml. Come mai?
  • Il sito ISS spiega che si è carenti quando il livello nel sangue scende al di sotto di 30mg/ml. E vari nutrizionisti citano lo stesso numero come limite. Cliccate qui.

Abbiamo appreso, andando dal medico, che tutti noi conviviamo con una carenza di vitamina D.
Ci è sempre stato spiegato che l’alimentazione non basta a integrare questa importante vitamina prodotta dal colesterolo e capace di fortificare il sistema immunitario. E che alzare il livello sopra i 30mg provoca una cascata di benefici: previene l’osteoporosi, aumenta la protezione dalle infezioni, la varietà dei batteri intestinali, tiene lontani da malattie autoimmuni, tumori e depressioni.

Aifa, interpellata sulla decisione di abbassare il limite, ci ha mostrato le conclusioni di alcuni studi in cui si osserva che il dosaggio della vitamina usato finora non ha migliorato la mineralizzazione ossea e la performance muscolare di alcuni pazienti. Ecco la risposta:

“Un importante elemento a sfavore della raccomandazione a trattare persone con valori di 25(OH)D compresi tra 20 e 30 ng/mL deriva dai risultati degli ultimi grandi trials, nei quali la somministrazione di vitamina D in persone con valori di base tra 20 e 30 ng/mL risulta inefficace nel miglioramento dei test di performance neuromuscolare e mineralizzazione ossea (Hansen KE et al. 2015, Aspray TJ et al. 2019)”.

Oltre la contraddizione.

Al punto 3 della nota Aifa precisa che la carenza di vitamina D è asintomatica (quindi non ci accorgiamo se abbiamo una grave carenza se non facciamo l’esame del sangue). Però al punto 5 Aifa dice che il dosaggio non è per tutti. L’esame che ne attesti la quantità “deve essere eseguito solo in presenza di specifiche condizioni di rischio”.

Interpellata a riguardo, Aifa corregge il punto 3:

“Come risulta dai documenti informativi citati, la carenza di vitamina D non è sempre asintomatica. Le carenze gravi determinano rachitismo nei bambini e osteomalacia negli adulti e condizioni di ipovitaminosi possono portare anche a riduzione della forza muscolare e dolori diffusi. A oggi gli studi condotti da Organismi competenti indipendenti, volti a valutare l’opportunità di uno screening in questo ambito non suggeriscono un reale vantaggio derivante dall’estensione di questo intervento alla popolazione generale (LeFevre ML et al 2015, LeBlanc EL et al 2015).”

Benefici ad ampio spettro.

A ben guardare la mole di studi dedicata alla vitamina D si capisce però che i benefici studiati non riguardano solo lo scheletro. L’azione ad ampio spettro della vitamina D è ribadita in questo articolo (in calce le fonti):

“La vitamina D si comporta come un ormone agendo direttamente sui geni”.
Qui potete ascoltare le spiegazioni di Maurizio Cutolo, professore e direttore della Clinica Reumatologica all’Ospedale San Martino.
E qui quelle di Sandro Giannini, professore e direttore del Centro Osteoporosi dell’Università di Padova.

Vitamina D e tumori.

Il punto 10 della nota Aifa liquida in due righe un argomento ampiamente discusso. Aifa dice chiaramente che la vitamina D non serve a prevenire i tumori. Senza scomodare il professor Di Bella – che già a partire dagli anni Sessanta prescriveva vitamina D ai malati di cancro – o il figlio, Giuseppe Di Bella – che continua a raccomandarla – perché di entrambi si dice che “non siano riconosciuti dalla Comunità scientifica”, le oncologie ospedaliere, perlomeno a Milano, prescrivono sia i dosaggi sia la vitamina in caso di carenza valutata al di sotto di 30mg/ml.

Comunità scientifica divisa.

Svariati lavori mostrano i benefici della vitamina D sui malati di tumore. Qui trovate una metanalisi su 17mila pazienti (si parla di prognosi migliore e di minori recidive). Qui la testimonianza di Toni Ibrahim, Responsabile del Centro di Osteoncologia dell’Istituto Scientifico dei Tumori di Meldola (Forlì-Cesena) che spiega come la vitamina D funzioni da interruttore per le cellule cancerose mammarie. E che il livello ottimale della vitamina dovrebbe superare i 40mg/ml.
Qui il parere di Airc, associazione italiana ricerca sul cancro.

“In laboratorio si osserva che la vitamina riduce la formazione di vasi sanguigni nelle cellule tumorali e che favorisce la morte delle cellule cancerose”.

Qui la posizione dell’oncologo Antonio Russo, membro dell’Aiom, Associazione italiana di oncologia medica.

“Alcuni studi mostrano benefici di alte dosi di vitamina D nei tumori di colon, mammella e prostata. Altri lavori indicano invece che l’eccesso di assunzione inibisce le proprietà della vitamina”.

Il sovradosaggio.

Aifa parla anche dei rischi da sovradosaggio. E, nel punto 11, giustifica la prescrizione medica della vitamina-farmaco perché “il medico deve essere a conoscenza dell’assunzione di tali farmaci in considerazione degli eventi avversi”. Ma in commercio esistono numerosiintegratori di vitamina D, acquistabili nelle erboristerie, nei supermercati e nelle stesse farmacie. Come mai di questi integratori ad acquisto libero il Ministero della Salute non si preoccupa degli eventi avversi? Non è chiaro perciò perché l’evento avverso sia paventato solo ora e solo per la specialità ottenibile con ricetta. Forse la ragione di tutto è risparmiare?

“Una confezione di vitamina di marca, per due mesi, costa 5,42 euro. Su questa cifra, 2 euro di ticket sono a carico del paziente; il generico costa un euro e cinquanta – ci spiega un medico di base milanese – Stiamo parlando di pochi euro. Piuttosto ci chiediamo perché non si prendano in considerazione i vantaggi in termini di non malattia. Questa vitamina si è rivelata un supporto fondamentale nella prevenzione di malattie importanti”.

Il sole che fa bene

Al punto 7 Aifa ricorda che per produrre una buona quantità di vitamina D è bene esporsi ai raggi solari UVB. Che però sono attivi nell’arco centrale della giornata, dalle 11 del mattino alle 4 del pomeriggio, proprio nelle ore in cui ci viene anche detto di “stare alla larga dal sole” e in ogni caso di usare creme solari. Perché il nostro corpo sviluppi vitamina D basterebbero 20 minuti al dì di esposizione al sole nella fascia oraria centrale, senza usare alcuna protezione, nè filtri solari nè indumenti.

Conclusioni.

Se la decisione di Aifa prevarrà,
il resto della Comunità scientifica dovrà cambiare opinione o,
come spesso accade, si terrà la propria.
L’importante è che non si prescrivano dosaggi di vitamina D “inutili”
e soprattutto che il costo della vitamina sia a carico nostro…

Fonti:


Lista Integratori vitamina D Guida all’acquisto

Magnesio: quale scegliere?

La Vitamina D necessita della vitamina K2, la spazzina delle arterie




Il mercato della malattia e i falsi ipertesi

da un post di Roberto Bernardoni La sintesi

  • Poi venne il momento di abbassare i valori delle pressione sanguigna, e gli antipertensivi raggiunsero fatturati miliardari.
  • E così continuarono per tante altre patologie degli adulti.
    Ma alla fine il mercato si saturò.
    Non sapevano più come fare per aumentare i loro fatturati miliardari, ma Henry Gadsden aveva fatto scuola e i suoi discepoli si erano evoluti.

    • Perché non vendiamo farmaci anche ai bambini sani?
      • stare lontano dallo zucchero e dal latte etc. ?
    • SEMPLICE basta terrorizzarli sulla possibilità certa che si possano ammalare, così le persone impaurite e ignare, si faranno del male da sole, nella totale convinzione di essere nel giusto.
      • Ma alcuni non ci crederanno mai, come pensi di gestire la cosa.
    • Ah ah gli diremo, che se non si vaccinano tutti, il vaccino non può funzionare.
      • SEI UN GENIO.

    Moriremo tutti ipertesi

    La stavo attendendo con trepidazione da molti anni e finalmente l’agognata revisione è arrivata.
    Dopo ben due settenni le linee guida del JNC7 (settimo rapporto del Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure) per l’ipertensione decise dalle società scientifiche di cardiologia americane sono state ritoccate. Ovviamente in ribasso.
    La nuova «soglia di normalità» è stata fissata a 120/80 mmHg.
    Forse non tutti conoscono i valori soglia e pochi masticano i milligrammi di mercurio (mmHg), ma con questi nuovi criteri 1 americano su 2 rientrerà nella categoria degli ipertesi! Ennesimo e memorabile regalo alle lobbies del farmaco durante il recentissimo congresso dell’American Heart Association.
    La pubblicazione delle nuove linee è avvenuta quasi in contemporanea su Hypertension e Journal of the American College of Cardiology.
    Rispetto all’ultima edizione del 2003 del JNC scompare la categoria «pre-ipertensione», precedentemente indicata da valori di 120-139 mmHg per la sistolica e 80-89 mmHg e il livello di «normalità» non è più 140/90 ma addirittura 120/80.
    Non tremano solo i polsi col battito arterioso, ma è tutto il mondo a tremare. Della serie tutti i pre-ipertensivi, cioè quelli col piede sull’ipertensione sono diventati di punto in bianco malati a tutti gli effetti.
    Malati naturalmente da curare con i farmaci.
    Hanno già fatto dei conti: con il nuovo «valore di normalità» la schiera degli ipertesi schizzerà in su di un 14%, portando gli interessati solo negli States dal 32% al 46% della popolazione.
    Su una popolazione di 320 milioni circa 150 milioni sono malati. Le industrie godono.

    LA NUOVA CLASSIFICAZIONE

    Oggi la pressione è «normale» se risulta inferiore a 120 su 80 mmHg.

    • ipertensione di Stadio 1: sistolica 130-139 mmHg o diastolica 80-89 mmHg.
    • ipertensione di Stadio 2: sistolica ≥ 140 mmHg o diastolica ≥ 90 mmHg.

    La nuova classificazione è una vera e propria ecatombe che non riguarderà solo l’America ma tutto il mondo, perché i parametri del Comitato JNC7 vengono poi accolti dall’intera comunità scientifica globale e applicati in tutti i paesi, Italia compresa.
    Quindi anche qui da noi assisteremo ad una epidemia di ipertensione in persone sanissime e senza alcun problema cardiovascolare.

    CONFLITTO D’INTERESSI

    I «valori di normalità» vengono decisi da gruppi di medici, ricercatori, professori ed esperti, detti panel, che si riuniscono in un simposio o un congresso.
    Sulle spalle di questi medici grava una responsabilità enorme, e cioè la salute di miliardi di persone, visto che i colleghi di tutto il mondo si baseranno sui parametri decisi da loro.
    Per cui sarebbe molto importante sapere se coloro che decideranno se siamo «sani» o «malati» abbiano o meno collegamenti con le industrie che producono farmaci. Purtroppo li hanno sempre.
    Partiamo dal capo del panel:

    • il dottor Aram V. Chobanian ha ricevuto finanziamenti da Bristol-Myers Squibb, Boehringer Ingelheim, Merck, Pfizer e Pharmacia. Inoltre è stato consulente per Abbott, AstraZeneca, Bristol-Myers Squibb, GlaxoSmithKline, Merck, Pfizer e Pharmacia.
    • Il dottor Barry L. Carter del Comitato NCJ 7 è stato un consulente di Brystol-Meyer Squibb.
    • Il dottor William C. Cushman ha ricevuto finanziamenti da Astra-Zeneca, Merck, Pfizer, Aventis, dalla GlaxoSmithKline e Boehringer Ingelheim, e ha fatto da consulente per Bristol-Myers Squibb, Sanofi, GlaxoSmithKline, Novartis, Pfizer, Solvay, Pharmacia, Takeda.
    • Il dott. Joseph L. Izzo del Comitato Esecutivo è stato relatore di Boehringer-Ingelheim, Merck, Pfizer, Astra-Zeneca, Solvay, Novartis, Forest e Sankyo. Ha ricevuto finanziamenti da Boehringer-Ingelheim, Merck, Astra-Zeneca, Novartis, GlaxoSmithKline, ed è stato consulente per Merck, Astra-Zeneca, Novartis.
    • Altri due medici del Comitato Esecutivo, i dottori Daniel W. Jones e Barry J. Materson, figurano intrallazzati con le industrie. Il primo ha fatto il consulente per Pfizer, Bristol-Myers Squibb, Merck e Novartis, il secondo per Merck, GlaxoSmithKline, Novartis, Bristol-Myers Squibb, Pfizer, Pharmacia, Boehringer-Ingelheim e Solvay.
    • Anche la dottoressa Suzanne Oparil, sempre del Comitato Esecutivo, ha ricevuto finanziamenti da Abbott Laboratories, Astra-Zeneca, Aventis, Boehringer-Ingelheim, Bristol-Myers Squibb, Eli Lilly, GlaxoSmithKline, Novartis, Merck, Pfizer, Sanofi, GD Searle, Wyeth-Ayerst, Solvay. E’ stata consulente di Bristol-Myers Squibb, Merck, Pfizer, Sanofi, Novartis e WyethAyerst e tra le altre cose figura anche nel Consiglio di Amministrazione della Texas Biotechnology Corporation.
    • Il dottor James R. Sowers ha ricevuto finanziamenti da Novartis e Astra-Zeneca,
    • mentre il medico Jackson T. Wright ha ricevuto onorari come relatore da Aventis, Bayer, Bristol-Myers Squibb, Merck, Norvartis, Pfizer, GlaxoSmithKline e Solvay e finanziamenti direttamente da Aventis, Bayer, Bristol-Myers Squibb, Merck, Norvartis, Pfizer, GlaxoSmithKline e Solvay.

    Puntualmente, come sempre accade, una buona parte degli esperti che decidono vita e morte delle persone non risultano scevri da conflitti di interessi economici e finanziari con le industrie che vendono farmaci!

    I colleghi in camice bianco questo non lo sanno, e se anche lo sapessero lo ignorerebbero in automatico perché oggi non è permesso mettere in discussione il paradigma della Scienza ufficiale, quella «basata sull’evidenza», cioè quella fagocitata e controllata dalle lobbies.
    Uno lo fa a proprio rischio e pericolo, perché verrà escluso dal Sistema oppure radiato.

    L’altro grosso problema è il popolo-gregge.

    Purtroppo la maggior parte delle persone prende per oro colato quello che simili Comitati decidono, anche perché è stato inoculato dentro l’inconscio collettivo che la prevenzione è fare esami diagnostici da mattina a sera (i cui parametri sono decisi da loro e sono sempre in ribasso).

    Il risultato di questa diabolica strategia di marketing è che le persone saranno convinte di essere malate, anche quando non lo sono!

    Attualmente centinaia di milioni di persone sanissime stanno prendendo farmaci tossici e pericolosi perché convinti dal Sistema (e dagli esami diagnostici che questo mette a disposizione) di essere ammalate.

    Una volta lo schiavo aveva la catena al piede o era rinchiuso in una gabbia, ed era consapevole della propria condizione. Oggi le persone respirano e trasudano paura da ogni cellula, immersi tra esami, screening e visite mediche.
    Moderni schiavi che non sanno di esserlo perché la catena e le sbarre sono nella loro mente.

    Anagrammando e contestualizzando il grandissimo Goethe:

    • il miglior suddito per il Sistema è lo schiavo che pensa di essere libero,
    • mentre per l’industria farmaceutica il miglior cliente è il sano che pensa di essere ammalato…

    Per maggiori informazioni sulla strategia di marketing che crea milioni di malati ogni anno, si rimanda al libro: “La fabbrica dei malati”.


    Business, manipolazione e corruzione dietro al mercato delle industrie farmaceutiche

    La commercializzazione della malattia è l’arte raffinata di vendere malanni, un modo efficace per spacciare farmaci ed esami che portano a profitti enormi.

    Tale commercializzazione richiede una regia ben precisa, degli attori principali, secondari e molte comparse.

    Le aziende farmaceutiche (registi e produttori) devono per forza di cose coinvolgere i medici (attori protagonisti) per prescrivere le ricette, devono coinvolgere i ricercatori (attori non protagonisti) che inventano veri e propri nuovi disturbi, i gruppi di pazienti e/o famigliari di malati (comparse) che richiedono a gran voce un supplemento di terapia, e infine i pazienti veri e propri che richiedono tali farmaci perché convinti di essere malati (spettatori incoscienti).

    Lo scopo del presente lavoro è di svelare la trama e la sceneggiatura di questo documentario, visto e vissuto ogni anno da centinaia di milioni di persone…

    Soltanto se si conosce esattamente come lavora il Sistema si è in grado di difendersi. Le persone prive di una corretta e completa informazione finiranno tutte, chi prima chi dopo, stritolate dalla macchina infernale del marketing farmaceutico, è solo questione di tempo.

    Ivan Illich

    Allen Frances, medico psichiatra.





La differenza fra Dibase, Didrogyl e Rocaltrol

Ci sono tre forme di vitamina D che possiamo trovare in diverse fasi nel corpo e le molecole prendono diversi nomi.
Queste 3 molecole le troviamo anche in commercio e vengono prescritte dal medico nelle dosi e forme secondo necessità individuale del paziente

    1. Colecalciferolo,
    2. Calcifediolo,
    3. Calcitriolo

Il DIBASE è COLECALCIFEROLO (vitamina D3), cioè la forma INATTIVA che per essere utilizzata dal corpo per le varie funzioni, deve essere attivata attraverso due trasformazioni, la prima a livello del fegato e la seconda a livello dei reni.

Quando nell’organismo entra la vitamina D come Colecalciferolo, che è biologicamente inattiva, per essere attivata sono necessari due processi chimici di idrossilazione che avvengono il primo, nel fegato, senza regolazione (generando la 25-OH-vitamina D o calcifediolo) ed il secondo nel rene, strettamente regolato, (generando la forma attiva di vitamina D chiamata 1,25-OH-vitamina D o calcitriolo).

Il sole, in determinati giorni e fasce orarie, stimola la produzione della forma inattiva (D3) che poi deve essere attivata nel fegato e nei reni.
In mancanza di sole si assume la D3 come integratore o secondo prescrizione medica.

Infatti la stessa molecola è disponobile sul mercato in forma di gocce, capsule e compresse come integratore e non serve ricetta medica.

Serve invece la ricetta medica per il Dibase, il Didrogyl e il Rocaltrol e simili generici.

  • Dibase e altri generici simili, se prescritti su ricetta rossa potrebbero essere mutuabili, a seconda dei casi previsti dalla Sanità. (Nota Aifa 96)
  • Didrogyl è la prima forma attiva delle vitamina D già passata nella prima fase di attivazione ad opera del fegato.
    deve essere preso su prescrizione e controllo medico e di solito viene precritto in caso di insufficenza epatica.
  • Rocaltrol, è la forma attivata della vitamina D una seconda volta ma ad opera dei reni, indicata in caso di Insufficienza renale.

Didrogyl, Rocaltrol e Dibase sono tutti prodotti diversi tra loro.

  • Chi invece integra il Calcitriolo lo fa attraverso il Rocatrol cioè la forma finale attiva.

Il Didrogyl solitamente viene prescritto quando ci sono delle sofferenze epatiche, per evitare la prima trasformazione (quella nel fegato), proprio per evitare ulteriori lavori di carico a danno di questo organo, o in caso di malassorbimento o per una più semplice migliore assimilazione.

Per quanto concerne le quantità nei dosaggi

Foglietti illustrativi