Amminoacidi e la loro importanza per il colesterolo

Negli studi effettuati l’Amminoacido Arginina ha ridotto il tasso di colesterolo del 10%

Per scoprire l’influenza dell’Arginina sul sistema cardiocircolatorio, ad un gruppo di 45 persone fra i 67 e gli 82 anni è stato somministrato quotidianamente questo Amminoacido. Dopo un determinato periodo di tempo sono stati verificati i livelli di colesterolo nel sangue. Si è notato che il tasso di colesterolo è diminuito mediamente da  231 mg/dl a 207 mg/dl. Il gruppo di controllo che non ha assunto Arginina non ha mostrato modifiche nei valori del sangue. Il livello del colesterolo HDL (High Density Lipoprotein), il cosiddetto colesterolo «buono» per via del suo effetto protettivo sui vasi sanguigni, è rimasto stabile in tutte le persone.1

Le mandorle e le noci contengono molta Arginina

Gli autori di uno studio pubblicato sull’ American Journal of Clinical Nutrition hanno esaminato l’effetto anticolesterolo delle mandorle. Esse contengono molti acidi grassi insaturi, vitamina E e moltissima Arginina. Nello studio, le mandorle hanno abbassato il livello del colesterolo «cattivo» LDL (Low Density Lipoprotein) del 7 percento.Anche il Bundesforschungsanstalt für Ernährung (Istituto federale di ricerca per la nutrizione) è arrivato ad un risultato simile: scienziati francesi hanno riscontrato un più basso livello di colesterolo nel sangue dei partecipanti al test che avevano ricevuto farina di noci priva di olio oppure olio di noci.

Questo è particolarmente interessante perché il tasso di colesterolo si è ridotto anche grazie a quelle componenti della noce prive o povere di grassi.3 La farina di noci priva di olio è ricca di proteine e queste proteine hanno un contenuto di Arginina particolarmente elevato. L’Amminoacido Arginina mantiene elastiche le pareti dei vasi sanguigni  ed evita la coagulazione delle piastrine e dei globuli bianchi. In questo modo l’Arginina impedisce la formazione di trombosi. 4

Negli studi citati e in altri ulteriori che sono stati effettuati si è potuto osservare che l’Arginina giova notevolmente alla salute complessiva. Inoltre si è potuto dimostrare che la somministrazione supplementare di Arginina ha un effetto molto positivo sul sistema cardiocircolatorio e sul buon funzionamento dei reni.5

Taurina: importante per il muscolo cardiaco

L’Amminoacido Taurina è presente nelle cellule del muscolo cardiaco in concentrazioni decisamente maggiori rispetto ad altri Amminoacidi. Il potassio e il calcio provocano la contrazione della muscolatura cardiaca e regolano il ritmo cardiaco. La Taurina gestisce l’afflusso di potassio e di calcio al muscolo cardiaco e può dunque far cessare le aritmie cardiache. Inoltre la Taurina riduce la pressione sanguigna e diminuisce sensibilmente il colesterolo elevato perché stimola il flusso biliare. Contrasta, inoltre, la coagulazione delle piastrine.6

La Carnitina può abbassare valori elevati di grassi nel sangue

La Carnitina è una sostanza simile alle vitamine ed anch’essa è estremamente importante per il livello di colesterolo. Impedisce infatti la solidificazione del colesterolo dovuta all’età.

Negli studi effettuati la Carnitina ha avuto un effetto positivo sui grassi presenti nel sangue: il tasso di colesterolo si è ridotto in tutte le persone che hanno assunto Carnitina. Il colesterolo che protegge i vasi sanguigni si è mantenuto meglio nelle persone che hanno assunto Carnitina rispetto al gruppo di controllo che ha ricevuto un placebo.7

Il corpo umano produce la Carnitina endogenamente, ma la assume principalmente tramite la carne. Poiché le persone con un elevato livello di grassi nel sangue dovrebbero evitare i prodotti di origine animale, può essere consigliabile l’apporto di Carnitina tramite integratori alimentari.8 

Fonti

  1. Hursen, M., Regan, M.C. & Kirk S.J. (1995) Metabolic effects of arginine in a healthy elderly population, Journal of Parenteral & Enteral Nutrition, Volume 19, (pp. 227-230)
  2. Abbey, M., Noakes, M., Belling, G.B. & Nestel, P.J. (1994) Partial replacement of saturated fatty acids with almonds or walnuts lowers total plasma cholesterol and low-density-lipoprotein cholesterol, American Journal of Clinical Nutrition, Volume 59, (pp. 995-999)
  3. Diehl, J.F. (2001) Nüsse in der Ernährung, Berichte der Bundesforschungsanstalt für Ernährung, R-01-01, Karlsruhe
  4. Palloshi, A., Fragasso, G., Piatti, P., Monti, L.D., Setola, E., Valsecchi, G., Galuccio, E., Chierchia, S.L. & Margonato, A. (2004) Effect of Oral L-arginine on Blood Pressure and Symptoms and Endothelial Function in Patients With Systemic Hypertension, Positive Exercise Tests, and Normal Coronary Arteries, The American Journal of Cardiology, Volume 93, (pp. 933-935)
  5. Chapman, R.A., Suleinan, M.S. & Earm, Y.E. (1993) Taurine and the heart, Cardiovascular Research, Volume 27, issue 3, (pp. 358-363)
  6. Hopkins, J. (1982) Effect of carnitine on serum HDL-cholesterol: report of two cases, Medical Journal, Volume 150, issue 2, (pp. 51-54)
  7. Evangeliou, A. & Vlassopoulos, D. (2003) Carnitine Metabolism and Deficit – When Supplementation is Necessary?, Current Pharmaceutical Biotechnology, Volume 4, issue 3, (pp. 211-219)

Fonte Articolo:




Quanti studi sulle vitamine
Studi in vitro, vantaggi e svantaggi

Gli studi sulle vitamine e su sostanze naturali sono relativamente tanti, ma spesso inconcludenti e superficiali, per tre motivi:

  1. soprattutto sono in vitro.
  2. La messa in produzione di sostanze naturali non brevettabili rende poco, quindi meglio il farmaco.

Gli studi presenti ad oggi sulla National Library of Medicine che riguardano le sostanze naturali vitaminiche sono:

  • Vitamina D: 103.967 studi    (dal 1922 al 2024)
  • Vitamina C:  75.909 studi     (dal 1921 al 2024)
  • Vitamina B12: 36.722 studi  (dal 1945 al 2024)
  • Vit. Gruppo B: 166.486 studi (dal 1921 al 2024)
  • Vitamina K: 31.909 studi     (dal 1936 al 2024)
  • Vitamina K2: 5.229 studi    (dal 1946 al 2024)
  • Vitamina A: 59.804 studi    (dal 1920 al 2024)
  • Vitamina E: 47.813 studi    (dal 1927 al 2024)

Fra le sostanze fitoterapiche è interessante notare le date di inizio studi:

  • Curcuma: 22.969 studi     (dal 1949 al 2024)
  • Aglio : 8.141 studi            (dal 1892 al 2024)
  • Ribes Nigrum: 2.303 studi (dal 1845 al 2024)
  • Melatonina: 32.692 studi (dal 1958 al 2024)
  • Cipolla: 9.135 studi          (dal 1854 al 2024)
  • Metylsulfonilmetano: 136 studi (dal 1986 al 2024)
  • Zenzero: 5.952 studi       (dal 1808 al 2024)
  • Salix Alba (salice): 3.294 studi (dal 1886 al 2024)

Il Magnesio lo studiano dal 1831 ed ha un totale di 121.349 studi fino ad oggi.

Vediamo ora da quanto tempo e quanti studi su alcuni noti farmaci:

  • Antibiotici: 1.070.464 studi    (dal 1942 al 2024)
  • Vaccini: 520.000 studi            (dal 1799 al 2024)
  • Cortisone 24.116 studi            (dal 1949 al 2024)
  • Gastroprotettori: 30.593 studi (dal 1971 al 2024)
  • Aspirina 75.077 studi              (dal 1902 al 2024)

Da Magazine X115 

Che cosa sono gli studi in vitro

Gli studi in vitro sono esperimenti scientifici condotti su microrganismi, cellule, porzioni di cellule o tessuti, sia animali che umani.

Le cellule vengono isolate, separate e purificate dal loro ambiente biologico abituale, quindi fatte crescere in mezzi idonei a riprodurre le dinamiche di un determinato organismo.

Inoltre, in molti casi le cellule isolate possono essere coltivate in laboratorio, amplificandole in coltura per generare nuovi stock per ulteriori ricerche.

Perché sono Importanti

Gli studi in vitro su colture cellulari possono fornire molte risposte preliminari agli studiosi.

Ad esempio, permettono di valutare gli effetti di un farmaco, un nutriente o una tossina su particolari linee cellulari sane o malate.

Prendendo il caso delle cellule tumorali, è possibile valutare se la loro esposizione a particolari sostanze ne arresta o favorisce la crescita.

Esistono naturalmente molti tipi di colture cellulari e in genere si sfruttano quelle provenienti dall’organo o dal tessuto bersaglio della molecola che si vuole studiare.

Ad esempio, le cellule Caco-2 permettono di stimare l’assorbimento di composti attraverso il tratto gastrointestinale 1.

Fecondazione in vitro

La fecondazione in vitro viene utilizzata per consentire agli spermatozoi di fecondare le cellule uovo in un piatto di coltura, prima di impiantare l’embrione o gli embrioni risultanti nell’utero della futura madre.

In vitro o in vivo?

Le origini etimologiche di in vivo e in vitro derivano dal latino:

  • in vitro descrive qualcosa “in vetro”, come una provetta o una capsula di Petri.

Studi ex vivo

In questo tipo di studi, i tessuti viventi non vengono isolati e coltivati dall’uomo, ma prelevati direttamente da un organismo vivente (ad es. follicoli piliferi, espianti di pelle).

L’esperimento viene quindi condotto immediatamente in un ambiente di laboratorio, con una minima alterazione delle condizioni naturali dell’organismo.

A Cosa Servono

La sperimentazione in vitro viene usata come primo passo nella ricerca scientifica, ad esempio per:

  • valutare la formulazione ottimale di un farmaco o di un prodotto cosmetico o nutraceutico, misurandone le capacità di assorbimento.

Studi preclinici

Superato questo primo banco di prova, la molecola può essere avviata alla sperimentazione in vivo su animali, che naturalmente è più lunga, complessa e costosa.

Queste prime fasi sono il preludio indispensabile per procedere alla sperimentazione sull’uomo (sperimentazione clinica). Per questo motivo, gli studi in vitro e su animali sono anche noti come test preclinici.

Prima che un farmaco sperimentale venga studiato in vivo, è importante che il suo meccanismo d’azione e la sua complessità siano valutati a fondo in studi preclinici, inclusi modelli in vitro.

* Ancor prima della sperimentazione in vitro, varie tecnologie permettono di individuare molecole che hanno le caratteristiche potenziali per produrre l’effetto ricercato.

Ad esempio, i cosiddetti studi in silico sfruttano il computer per simulare l’interazione tra l’organismo umano e la molecola in esame, e ottenere così informazioni sulle reazioni da essa prodotte.

Una volta che gli studi in vitro hanno dato risultati incoraggianti, si prosegue provando il farmaco in vivo sugli animali e poi eventualmente sull’uomo.

Nella Piramide delle prove gli studi in vitro sono studi di minore solidità scientifica

Vantaggi e Svantaggi degli studi in vitro

I risultati degli studi in vitro sono estremamente difficili da tradurre in un effetto clinico, dal momento che non vengono condotti in un organismo vivente.

In effetti, i modelli in vitro non riescono a riprodurre la complessità dei sistemi di organi di un organismo complesso.

Ad esempio, potrebbero non tenere conto delle interazioni tra le cellule o degli innumerevoli processi biochimici che si verificano durante il metabolismo della molecola.

Dato che un modello in vivo coinvolge l’ambiente interno di un essere vivente, i risultati degli studi in vivo sono considerati più affidabili o più rilevanti di quelli degli studi in vitro.

In sintesi, sebbene gli studi in vitro siano abbastanza utili per l’indagine preliminare, tendono a essere riduzionisti e semplificativi, mentre la situazione in vivo è spesso complessa e richiede analisi a livello di sistema e interpretazione contestuale.

Per queste ragioni, la maggior parte dei farmaci efficaci in vitro si rivela inefficace in vivo, a causa di problemi associati alla consegna del farmaco ai tessuti colpiti, alla tossicità o ad altri problemi 1.


Istruzioni in 10 punti per non farsi manipolare dalle notizie sulla salute

 

 

 

 

 

 

 

 



 




VITAMINA D: la Grande Guida in 8 punti

 

Parlare della VITAMINA D in poche righe è molto difficile.

Anni di raccolta dati e revisione delle guide per rendere chiaro a cosa serve, come si assume, e perché è così osteggiata dalla classe medica (non tutta)

La presente Guida sulla VITAMINA D comprende i seguenti argomenti:

  1. Argomenti generali sulla VITAMINA D
  2. Esami del sangue
  3. Come integrare la VITAMINA D
  4. Integratori di VITAMINA D
  5. Cofattori della VITAMINA D
  6. Problemi ed obiezioni intorno alla VITAMINA D (prima e dopo)
  7. Malattie e disturbi da carenza di VITAMINA D
  8. ESPOSIZIONE SOLARE e VITAMINA D

Cliccare sulle immagini o sui titoli relativi per accedere alle 8 guide specifiche per argomento.

 

Guida VITAMINA D – Parte 1

Argomenti generali sulla VITAMINA D  Che cosa è, a che cosa serve, è un ormone o una VITAMINA, i sintomi da carenza e le malattie correlate, le controindicazioni ad assumerla, le obiezioni sulla tossicità presunta.

 

Guida VITAMINA D – Parte 2

Le analisi del sangue

Guida VITAMINA D – Parte 3

Come si integra

Guida VITAMINA D – Parte 4

Gli Integratori di VITAMINA D

Guida VITAMINA D – Parte 5

I cofattori

Cofattori della VITAMINA D, altre vitamine e minerali che concorrono ad una efficace integrazione e duraturo mantenimento della VITAMINA D lavorando in sinergia.

Magnesio, VITAMINA K2, Boro, Zinco, VITAMINA A, Vitamine B2, Omega 3.

 

Guida VITAMINA D – Parte 6

Come risolvere i problemi relativi

Come mai non sale la VITAMINA D, errori comuni.

 

Guida VITAMINA D – Parte 7

Malattie e disturbi con carenza di VITAMINA D

Un elenco di disturbi e patologie correlate alla carenza di VITAMINA D: Ristabilire funzionalità integrandola.

 

 

Guida VITAMINA D – Parte 8

ESPOSIZIONE SOLARE e VITAMINA D

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Le vitamine e integratori fanno bene: Vero o falso nell’informazione

 

Non restare impantanato da sciocche affermazioni che più vitamine uccidono o che gli antiossidanti fanno male. È giunto il momento di dare un’occhiata ai record e rivedere ciò che la ricerca medica pubblicata ha effettivamente affermato da otto decenni.
Andrew W. Saul.

Le vitamine ed i minerali fanno bene e funzionano secondo le nostre informazioni ed esperienze, ed è quindi per noi un dato di fatto.

Ma è sempre vero quello che troviamo su internet quando alcuni siti ci allertano sulla tossicità delle sostanze naturali?

Per correttezza vi riporto quanto si legge in proposito sulle vitamine ed analizziamo insieme se sono allarmi giustificati o presunti.

Ipervitaminosi | Troppe Vitamine Fanno Male? Effetti Collaterali

Questo è un articolo Tratto dal sito X115, un sito molto ben fatto e ricchissimo di tante informazioni giuste e fonti bibliografiche, è sempre stato un mio punto di riferimento per leggere ed informarmi, ma sulla tossicità delle vitamine si allinea purtroppo come tanti altri siti ufficiali indicando allert sulle vitamine che confondono le persone, tuttavia sono in regola con le RDA ufficiali che non abbiamo sempre contestato perché al ribasso e non sufficienti a garantire la salute. 

In quell’articolo riportano con tutta onestà la fonte delle loro affermazioni che è il 36esimo Rapporto annuale 2018 del National Poison Data System (NPDS) dell’American Association of Poison Control Centers, il quale riporta quanto segue:

coinvolti in tutte le esposizioni umane erano:

  • analgesici (10,8%),
  • sostanze per la pulizia della casa (7,28%),
  • cosmetici/prodotti per la cura personale (6,53%),
  • sedativi/ipnotici/antipsicotici (5,53%)
  • e antidepressivi (5,22%).

Per i casi con esiti più gravi, le esposizioni a sedativi/ipnotici/antipsicotici sono state la classe che è aumentata più rapidamente, di 1.828 casi/anno (9,21%/anno) negli ultimi 18 anni. Solo negli ultimi 10 anni (per i casi con esiti più gravi) le esposizioni agli antidepressivi sono aumentate più rapidamente, di 1.887 casi/anno (7,02%/anno).

Le prime 5 esposizioni più comuni nei bambini di età pari o inferiore a 5 anni erano:

  • cosmetici/personali, prodotti per la cura (12,1%),
  • sostanze per la pulizia della casa (10,7%),
  • analgesici (9,04%),
  • corpi estranei/giocattoli/varie (6,87%)
  • e preparati topici (4,69%)

Come potete vedere non è citata alcuna vitamina o sostanza naturale fra le principali molecole responsabili di tossicità grave e morte.

I medici oggi stanno scendendo di stima da parte del pubblico e a volte ricorrono a corsi lampo fatti dalle case farmaceutiche per stare alla moda dei tempi e dandosi il tono di quelli che conoscono le vitamine e con la loro autorevolezza, aiutati da quella nostra sottomissione culturale medica o da quello che stiamo vivendo al momento in termini di paura per la nostra salute, ci poniamo con troppa riverenza ed accettiamo tutto quello che ci dice il luminare di turno.

I medici non sono tutti in malafede o dei mascalzoni, ma sono per lo più addestrati alla farmacologia, ed operano per il principio di precauzione, secondo cui se una sostanza non la conoscono, la temono, e ne danno poca o la sconsigliano.

E come possono conoscere le sostanze naturali se le loro esperienze durante il tirocinio sono solo date da uso di farmaci e chirurgia?

Letture inerenti:

LE VOSTRE RICERCHE SU GOOGLE

Se qui su Vitamineral cercate le malattie dalla A alla Zeta sicuramente non le troverete, ma ci sono solo le più comuni.
Quindi potreste optare per la ricerca su google e qui vorrei mettervi in guardia poiché su quel motore di ricerca esistono senza dubbio tutte le informazioni del mondo, meno quelle che hanno già censurato, ed in risposta al vostro quesito avrete in prima battuta i siti più indicizzati, ovvero sponsorizzati che a causa degli interessi avranno raramente informazioni a voi utili e veritiere perché devono indirizzare al farmaco.

Ad esempio, sul diabete troverete migliaia di informazioni tutte indicano che è incurabile, e voi ve ne convincerete, più o meno consciamente.
In prima battuta non troverete mai i siti che indicano le cure alternative al diabete, intendo sempre il Tipo 2.

Per il magnesio ci sono i calcoli e via di seguito per altre molecole naturali a basso costo e non interessanti per la casa farmaceutica, in quanto non brevettabili. (si guadagna bene solo con molecole nuove che hanno il brevetto)

Perché fanno così?
Il problema sta nel fatto che siete stati abituati a vedere un integratore come un farmaco, e se qualcuno vi parla di una molecola naturale siete portati a chiedere le controindicazioni, gli effetti collaterali al pari di un farmaco.
È qui che si sbaglia, purtroppo.

Nessun medico in medicina di base e nessuno specialista prescrive mai il magnesio insieme alla vitamina D.

Riporto dal Manifesto della Sociosofia

I medici tradizionali hanno i loro problemi con i pazienti governati dal principio dell’auto-salute, poiché questi sono autonomi e ragionano con la propria testa. Nel nuovo rapporto tra paziente e medico, i due sono partner nel processo terapeutico. Un nuovo codice etico e deontologico dei medici deve concedere un ruolo di primo piano alle idee e ai concetti del paziente e concedergli ampio spazio nelle consultazioni.

Il medico informa e consiglia il paziente e lo incoraggia a prendersi la responsabilità sulla propria salute.

Il medico diffonde l’insegnamento su come vivere sani e ascolta quello che hanno da dire i pazienti.

Soprattutto, l’arte medica consiste nel fare solo lo stretto necessario per l’autoguarigione del paziente. Difatti, un chirurgo impara in due anni a fare bene un’operazione, ma è dubbio che impari in vent’anni di pratica a riconoscere quando sia meglio non fare l’operazione.

Un medico specialista che lavora in uno dei moderni ospedali istituiti da Sai Baba, ha dichiarato:

«Qui i medici non danno solamente aiuto specialistico, ma ascoltano pazientemente anche tutte le narrazioni relative alle difficoltà di questa povera gente. La sola azione di ascoltare i loro problemi e le loro sofferenze cura il 90% della malattia».

Poiché la necessaria riforma del sistema sanitario richiede che essa sia razionale ed economica, ogni spreco dev’essere evitato. Il fattore più importante per il successo della guarigione è costituito dalla coscienziosità, dalla responsabilità e dall’impegno del medico nei confronti del paziente.

Il nuovo modo di vedere la medicina promette di ottenere finalmente, per la prima volta nella storia, uno stato di salute soddisfacente per tutti. Ma la premessa a questo è che i medici cambino le loro abitudini e inizino veramente a prestare attenzione a quello che dicono i pazienti.

«Purtroppo, l’amore incondizionato è assente nell’attività medica, tanto a livello tecnico quanto professionale, in ogni parte del mondo. Nelle facoltà di medicina di qualunque università non esistono programmi di studio che trattino le relazioni umane nella cura di un essere umano»,

ha detto un medico, discepolo di Sai Baba.

Quando le persone si fidano del proprio medico e capiscono la funzione dei trattamenti, la loro salute migliora.

Anche trattamenti semplici come un massaggio o un cambio di alimentazione possono manifestare risultati strabilianti, che fanno sentire nuovamente bene il paziente.
Gli “scienziati” e gli “esperti” del regime negano ogni validità ad ogni procedura non ortodossa, giustificando ogni successo della medicina alternativa con l’“effetto placebo”.

Ma anche se fosse solo effetto placebo, se ciò che il terapeuta fa suscita fiducia e funziona, si tratta di una cura valida.

Se il placebo risiede nelle capacità del guaritore di attivare le funzioni immunitarie e di ripristino funzionale del corpo del paziente, questo costituisce un fattore non misurabile, standardizzabile o commercializzabile.
(dal Manifesto della Sociosofia)

Una classe di Burocrati e buttafuori

Cosa sono diventati oggi i medici


Ma le circolari ministeriali non mandano mai gli effetti negativi di farmaci e vaccini?
Sono solo burocrati e buttafuori.

IL MARKETING olistico e chi c’è dietro

A seconda di chi vende, se erborista, farmacista o influencer, tenderà ad esaltare i poteri curativi del rimedio erboristico o vitaminico anche se il contenuto dell’integratore è scarso, perché in effetti c’è del vero a dire che le vitamine sono efficaci per la cura e prevenzione delle malattie, ma sarebbe compito dei ricercatori indipendenti esporre le proprietà dei nutrienti, non dei venditori che mirano al fatturato e magari vogliono venderti un integratore di Cardo Mariano che contiene solo il 40% del totale, senza poi considerare il dettaglio della qualità oltre che la quantità.

Nel marketing, un modo per influenzare l’opinione pubblica è quello di creare una reazione emotiva che porti le persone a schierarsi da un lato o dall’altro, quindi sull’onda emotiva acquistare qualcosa perché fa molto bene. Tuttavia con le raccomandazioni che si danno come fosse un farmaco, con elenco di effetti collaterali e la raccomandazione di chiedere al medico, fa pensare al consumatore che chi vende si preoccupi per noi ed è etico, quindi valuterà tutta la questione in modo positivo e fiducioso.
Questo è marketing, ovvero un modo accattivante di convincerti manipolando il tuo cervello, martellandolo di nozioni mediche ed incutendo paure spesso sopravvalutate talvolta minimizzando gli effetti ed i poteri di una sostanza naturale, proprio per il fatto che l’integratore in questione contiene poco principio attivo.
Noi sappiamo per esperienza diretta che le vitamine e la fitoterapia sono efficaci nelle quantità e per la durata delle cure.
Ovvero se ti hanno fatto credere che integrare solo 1 grammo di vitamina C sia curativo, stai assumendo un placebo.

Abram Hoffer diceva che:

  • l’unico effetto collaterale delle vitamine è di non prenderne abbastanza.
  • Una vitamina può avere l’effetto di un medicinale, ma un medicinale non potrà mai avere l’effetto vitaminico.

Linus Pauling scriveva su “Come vivere più a lungo e sentirsi meglio”, p. 274:

  • Non lasciatevi fuorviare né dalle autorità mediche né dai politici. Scopri quali sono i fatti e prendi le tue decisioni su come vivere una vita felice e come lavorare per un mondo migliore.

 

 




Solfato di magnesio – Curiosità ed altri usi

Dal sito Tuto

In questo articolo vediamo una panoramica completa dei molteplici utilizzi del magnesio solfato, chiamato comunemente Sale di Epsom.

IL MAGNESIO SOLFATO è detto comunemente Sale Inglese o Sale Amaro o Sale di Epsom, tale nome deriva dalla località di origine, la città di Epsom in Gran Bretagna.

DOSI UTILIZZO COME SALI DA BAGNO

Ecco alcuni esempi di utilizzo del Magnesio Solfato, una materia prima davvero poliedrica, che ci può aiutare in moltissimi settori di utilizzo.

CURA DEL CORPO

Rimozione Schegge: immergere la zona di pelle colpita in un bagno di sale Epsom per estrarre la scheggia.

Fungus: mettere a bagno i piedi colpiti in acqua calda mescolata con una manciata di sale Epsom tre volte al giorno. Distorsioni e contusioni: aggiungere 2 tazze di sale Epsom per un bagno caldo, per ridurre il dolore e gonfiore delle distorsioni e contusioni.

BELLEZZA

Capelli lucenti: mescolate una tazza di Sali di Epsom con una tazza di succo di limone in 4 litri di acqua ed utilizzatela per l’ultimo risciacquo, i capelli saranno leggeri e luminosi.

Capelli effetto “mare”: mescolare 2 cucchiaini di Sali di Epsom in 250 ml di acqua tiepida, un cucchiaino di gel e qualche goccia di olio essenziale (a vostra scelta). Mettere il tutto in un dosatore con beccuccio spray e applicare dopo lo shampoo sui capelli umidi, prima della piega.

Esfoliante Viso Detergente: per pulire il viso ed esfoliare la pelle, allo stesso tempo, mescolare un mezzo cucchiaino di sale Epsom con la vostra crema viso che usate abitualmente. Massaggiare delicatamente sulla pelle e risciacquare con acqua fredda.

Punti neri: aggiungere un cucchiaino di sale Epsom e 3 gocce di iodio in una mezza tazza di acqua calda. Applicare questa miscela ai punti neri con un batuffolo di cotone.

Pediluvio emolliente: mescolare una mezza tazza di sale Epsom in acqua calda e immergere i piedi per 10 minuti per lenire i piedi doloranti ed ammorbidire la pelle ruvida. Inoltre otterrete anche un effetto deodorante.

Rimozione di spine: immergere la parte colpita in acqua e Sali di Epson e lasciare agire circa 10 minuti, aiuterà a rimuovere facilmente la spina.

Puntura di insetti: il Sale di Epsom sciolto in acqua calda e poi lasciato raffreddare è molto utile ed efficace per alleviare il prurito da puntura di insetto, è anche molto adatto ai bambini perché è un prodotto naturale.

ALTRI USI

Pulire il Bagno: mescolare parti uguali di sale Epsom e detersivo liquido per stoviglie e utilizzare sui sanitari e sulle mattonelle del bagno.

Lavaggio mani: mescolare sale Epsom con olio per bambini per un lavaggio efficace delle mani.

Detergenza lavatrice: riempire la vaschetta della lavatrice con acqua calda, aggiungere il sale Epsom, ed eseguire un Lavaggio a Vuoto per sciogliere il detersivo accumulato (si prega di consultare il manuale di istruzioni della macchina per le istruzioni specifiche).

GIARDINAGGIo

Fra i numerosi impieghi alternativi del sale inglese, certamente spiccano quelli in campo agricolo e nella cura del giardino. Nel dettaglio, in questi ambiti, il sale di Epsom viene utilizzato per incrementare i livelli di magnesio nel terreno, soprattutto nelle piante in vaso e in caso di piante/coltivazioni che necessitano di grandi quantità di questo elemento (come, ad esempio, patate, pomodori, limoni, rose, ecc.).

Fertilizzante

La maggior parte delle piante hanno bisogno di nutrienti come magnesio e zolfo per rimanere in buona salute e il sale Epsom rende i nutrienti primari della maggior parte dei cibi vegetali (azoto, fosforo, potassio) più efficaci. Cospargere di sale Epsom una volta alla settimana per aiutare a nutrire le vostre piante domestiche, fiori e ortaggi.

Mantenete il prato verde

Lumache

Cospargere di sale Epsom costituendo una barriera per le lumache

 




Guida Vitamina D – Parte 8
Esposizione solare

ESPOSIZIONE SOLARE e vitamina D


Quando c’è il sole e vuoi assicurarti la produzione di vitamina D attraverso l’esposizione della pelle ai raggi solari, ecco una tabella che può tornarti molto utile.

Tabella Orari e latitudini per l’esposizione al sole

APP – D Minder

Se invece si abile ad usare le APP dal tuo telefono ecco una soluzione per te che riguarda la vitamina D. la APP si chiama D Minder Pro

Quanto sole prendere per avere tutta la vitamina D che ci serve? Ce lo dice una nuova APP

abbronzatura
crediti immagine di VitaminaD la rivista on line

Pubblicato giovedì 17 settembre 2015 sulla rivista VitaminaD

Scarica l’Appper iOs e Android

Misura il grado di esposizione solare, informa sui rischi per le nostre ossa e dà consigli utili su come mantenerle in salute.

È la nuova App che prende il nome di “Salute delle Ossa” e che è stata sviluppata da un board scientifico composto da qualificati esperti nel settore osteoarticolare.

Questa App si inserisce in un’iniziativa nazionale di informazione, la Settimana della Salute dell’Osso, che ha l’obiettivo di informare e sensibilizzare sulle buone regole da mettere in pratica per mantenere in salute le nostre ossa perché, come ogni altra parte del corpo, anche le ossa si modificano con il tempo e necessitano di cure e attenzioni.

Sviluppata per tablet e smartphone, l’applicazione “Salute delle Ossa” è disponibile sia per sistema operativo iOs sia per Android ed è uno strumento interattivo e multimediale per approfondire le conoscenze sul ruolo della vitamina D, anche attraverso utili informazioni che possono essere approfondite sul sito internet www.salutedelleossa.it 

L’App presenta un breve questionario che mette alla prova quanto conosciamo la vitamina D e il suo ruolo, fornendo in brevi pillole le informazioni essenziali sulla vitamina D e il suo rapporto con ossa e sole.

Il rapporto con il sole, indispensabile per sintetizzare la vitamina D, viene approfondito nel tool “La tua esposizione solare”, dove gli utenti potranno inserire quotidianamente che parti del loro corpo (viso, mani, gambe) sono state esposte ai raggi solari e per quanto tempo. Alla fine della settimana l’App indicherà se l’esposizione solare è stata sufficiente per sintetizzare la vitamina D necessaria al nostro corpo.

Il sole impatta sulla nostra pelle in modo differente fra estate e inverno e al passare delle stagioni l’App modifica il sistema di calcolo per determinare l’esposizione solare necessaria per sintetizzare i giusti livelli di vitamina D.

Sempre nella App, sono presenti anche 5 video informativi in cui gli esperti della “Settimana della salute dell’osso” illustrano brevemente cos’è l’osteoporosi e come prevenirla, quali sono i soggetti a rischio, il legame fra la carenza di vitamina D e l’osteoporosi e infine l’importanza dell’esposizione solare per sintetizzare la vitamina D.

Scarica l’Appper iOs e Android


Parliamo del sole e della possibilità di assorbire vitamina D dalla pelle quando i raggi UVB sono inclinati a 45 gradi.
Questo meccanismo di creazione di vitamina D attraverso la pelle, scoperto da pochi anni grazie al dr Holik, dipende dall’incontro simultaneo di diverse condizioni.
Oltre alla inclinazione dei raggi che c’è solo nelle ore centrali della giornata, la quantità di vitamina D capace di crearsi sarà maggiore se la pelle è chiara.

La pelle si classifica secondo i fototipi ovvero la capacità di assorbire raggi UVB e creare vitamina D in base al colore della pelle.

Generalmente più la pelle è scura e più è difficile creare vitamina D perché passano pochi raggi.

Questo è valido sia per le persone di colore alla nascita, sia per quelli che si abbronzano e di conseguenza diventano scuri.
Quindi le persone dalla pelle chiara sono facilitate a creare vitamina D dalla pelle solo i primi giorni.
Poi con l’abbronzatura ne assorbono di meno.
Un’altra condizione necessaria è quella di avere abbastanza colesterolo perché è da questa molecola che si trasforma in deidrossicolesterolo che poi si crea la vitamina.
E lo dico a quelli che vogliono tenerlo sotto i 200.
Buona giornata invernale
Pensando al sole d’estate 🙂 

Se non c’è il sole… integrate

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Vitamina C come Antiveleno

Ci sono tantissimi di casi trattati dal Dr Klenner, più di 10.000 casi in 30 anni con megadosi di Vitamina C.

Storia di un caso: Morso di Serpente – Frederick Robert Klenner MD

Furono iniettati 4 grammi di acido ascorbico endovena alle 19:35 con una siringa da 20 c.c .. Nei successsivi 25 minuti si esegue il test sulla pelle alla ricerca del veleno.

Vista nel mio studio alle 10:00 del mattino seguente mostrava ancora un piccolo gonfiare alla gamba e aveva mezzo grado di febbre. Le fu data una seconda dose di 4 grammi di acido ascorbico endovena.

Paragoniamo questo caso con uno dei precedenti, un morso di serpente ad una ragazza di 16 anni, colpita da un mocassino di circa la stessa misura, al giudicare dai segni delle zanne, sulla mano mentre tirava le piante del tabacco, fu ricoverata in ospedale per tre settimane.

Le furono date 3 dosi di anti-veleno.

Dal diario del Fred R. Klenner, Dottore in Medicina (M.D.)

Perché si muore coi morsi di insetto e di serpente?

Si stima che ci siano 6500 morti all’anno negli Stati Uniti per il morso del serpente. Molti di più dai morsi di vari insetti volanti, dai ragni, a causa di certe piante e di alcuni bruchi. Queste morti possono essere evitate. Su parecchi fattori stiamo lavorando in queste patologie:

L’acido ascorbico per il soccorso.

È un principio dimostrato che la produzione di istamina e gli altri prodotti finali, provenienti dalle proteine cellulari deaminizzate rilasciate dalle lesioni alle cellule, sono una causa di shock.
Il valore clinico dell’acido ascorbico nel combattere lo shock si spiega se ci rendiamo conto che gli enzimi deaminizzanti, originati dalle cellule danneggiate, sono inibiti dalla vitamina C. È stato dimostrato da Chambers e da Pollock che il danno meccanico a una cellula risulta in cambiamenti del pH che invertono l’attività degli enzimi cellulari da attività costruttiva a distruttiva. I cambiamenti del pH si diffondono alle altre cellule.
Quest’attività distruttiva rilascia l’istamina, una sostanza che dà luogo ad uno shock maggiore.

La presenza di vitamina C inibisce questa transizione enzimatica nella fase distruttiva.

La risposta a queste urgenze è semplice: Grandi quantità di acido ascorbico da 350 mg a 700 mg per Kg di peso corporeo, per via endovenosa.

Ogni stanza di pronto soccorso dovrebbe essere rifornita di fiale di vitamina C a sufficienza perché il fattore tempo non possa mai essere considerato come un ostacolo per salvare una vita e perché in questi casi la rapidità di intervento fa la differenza.
Fiale con 4 grammi, da 20 c.c, fiale con 10 grammi, da 50 c.c. devono essere rese disponibili per il medico.

La storia di un caso con successo dovuto alla rapidità con una iniezione di 12 grammi.

Bruco di Puss. Questo bruco insolito lasciò 44 segni a rilievo sul dorso della sua vittima.
Se non fosse stato per la vitamina C questo individuo sarebbe morto per shock ed asfissia.


Infusioni di Vitamina C in flebo nella realtà odierna in Italia

Ho contattato negli anni alcuni medici che offrissero la loro consulenza per l’utilizzo di Vitamina C endovena, e all’inizio si sono offerti in molti per la prescrizione che occorre, ma l’unico ad offrire un servizio concreto è il Dr Francesco Raggi.

 

VITAMINA C

La vitamina C, conosciuta anche come acido ascorbico, è un nutriente essenziale che tuttavia non può essere sintetizzato dall’organismo umano e deve essere introdotto o dalla dieta o da integratori. È una vitamina idrosolubile necessaria all’organismo per sintetizzare il collagene – in grado di rinforzare le ossa, la cartilagine, i muscoli e i vasi sanguigni – necessaria per il corretto funzionamento del sistema immunitario e per favorire l’assorbimento del ferro.

La vitamina C ha molti benefici ed è nota per la sua capacità di agire come agente antiossidante, in grado quindi di rimuovere i radicali liberi, riducendone il danno provocato a livello del genoma. Inoltre, l’utilizzo della vitamina C è stato adottato anche in ambito oncologico, trovando tra i suoi sostenitori più significativi il premio Nobel Linus Pauling e il suo collega Ewan Cameron.

La Vitamina C per via endovenosa viene utilizzata da molti anni negli Stati Uniti di America, in Germania, in Svizzera e in Austria.

Il dosaggio della vitamina C viene individuato singolarmente in base al peso alla problematica specifica del paziente.

Controversie Scientifiche ed Efficacia della vitamina C

Nonostante l’utilizzo della vitamina C per via endovenosa ad alte dosi sia diffuso in alcune cliniche in America https://riordanclinic.org/what-we-do/high-dose-iv-vitamin-c/ ed Europa (Germania, Austria, svizzera) tale metodica è ancora oggi motivo di divisione nella comunità scientifica.

La vitamina C è stata studiata a lungo ed esistono pubblicazioni scientifiche internazionali che ne attestano l’efficacia e l’utilità in diversi settori della medicina. Tuttavia altre pubblicazioni invece mettono in dubbio la sua utilità.

È importante evidenziare che la vitamina C, non essendo brevettabile, non ha mai trovato il favore dell’industria farmaceutica: infatti, pochi sono stati gli investimenti dato che nessuno poteva vantare interessi su questa sostanza.

Efficacia della vitamina C Uno studio multicentrico tedesco effettuato su pazienti con tumore al seno ha mostrato che il trattamento con vitamina C endovena insieme alla chemio e radio ha contrastato gli effetti dello stress ossidativo dovuti proprio al trattamento anti-cancro, riuscendo a ridurre gli effetti collaterali e migliorando la qualità di vita delle pazienti durante e dopo il trattamento.

Un altro studio ha dimostrato che la vitamina C endovena ad alto dosaggio dopo i trattamenti anti-tumorali standard ha ridotto i livelli di infiammazione e i livelli di marker tumorali. 

Dalle pubblicazioni scientifiche si rileva che la vitamina c può essere utile nei pazienti con: patologia tumorale infezioni (herpes Zoster, mononucleosi, sepsi severa) allergie

Benefici della vitamina C in ambito oncologico

I pazienti affetti da cancro hanno esperienza comune di una sintomatologia legata alla progressione della malattia e agli effetti collaterali della chemio e radioterapia, che hanno un profondo impatto sulla qualità di vita del paziente. La stanchezza è il sintomo più comune e debilitante riportato dai malati oncologici, molto più del dolore.

Diversi studi recenti hanno mostrato che la vitamina C endovena riesce ad alleviare la fatica, l’insonnia, la perdita di appetito, la nausea ed il dolore, oltre a migliorare aspetti cognitivi, emozionali e sociali. Ulteriori trials clinici hanno mostrato che la vitamina C endovena ad alte dosi è sicura e ben tollerata nei pazienti con tumore sia come terapia a se stante sia in combinazione con farmaci chemioterapici.

Anche se gli effetti anticancro della vitamina C non possono considerarsi conclusivi, i dati esistenti mostrano una sempre più chiara capacità nel migliorare la qualità di vita (la stanchezza, l’insonnia, la perdita di appetito, il dolore , la nausea)

Tale trattamento, nei pazienti affetti da tumore ha mostrato: un aumento della qualità di vita (riduzione della stanchezza, del dolore, della nausea, miglioramento del sonno e dell’appetito) una migliorata tolleranza alla terapia convenzionale (chemio e radioterapia)

Per info e appuntamenti telefonare al 3929403760

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    Una cipolla al giorno toglie il medico di torno?

    Tratto da Cornel Chronicle

    I ricercatori di Cornell ritengono che alcune cipolle abbiano davvero eccellenti benefici anticancro:
    scalogno, cipolle gialle occidentali, gialle pungenti e rosse sono più elevate nelle sostanze chimiche anticancro rispetto ad altre varietà testate.

    Professor Rui Hai Liu all’evaporatore rotante, utilizzato per l’estrazione antiossidante. Nel suo laboratorio a Stocking Hall, martedì 28 settembre 2004. (credits to Nicola Kountoupes/University Photography)

    Inoltre, Liu ha scoperto che lo scalogno e le varietà di cipolla gialla occidentale e pungente sono particolarmente efficaci contro le cellule tumorali del fegato, mentre le varietà di giallo pungente e gialla occidentale hanno il maggiore effetto sulle cellule tumorali del colon.

    potenti attività antiossidanti e antiproliferazione e che maggiore è il contenuto fenolico e flavonoide totale di una cipolla, più forte è la sua attività antiossidante e l’effetto protettivo”, afferma Liu.

    http://pubs.acs.org/journals/jafcau/index.html.

    Lo studio sarà inoltre pubblicato nel numero di ottobre del Journal of Agricultural and Food Chemistry.

    Liu ha scoperto che lo scalogno aveva sei volte il contenuto fenolico della varietà di cipolla con il contenuto più basso (Vidalia). Le cipolle gialle occidentali avevano 11 volte più flavonoidi rispetto ai bianchi occidentali, le cipolle con meno flavonoidi.
    Utilizzando cellule tumorali del colon trattate con estratti delle 10 varietà di cipolle e scalogni testati, il gruppo Liu ha scoperto che gli estratti di cipolla gialla pungente e gialla occidentale hanno fornito la più forte protezione anti-proliferazione contro le cellule tumorali del colon. Lo scalogno giallo occidentale
    ed estratti gialli pungenti hanno fornito la più forte protezione anti-proliferazione contro le cellule tumorali del fegato.

    Le cipolle sono anche la seconda coltura orticola più importante al mondo, con un valore al dettaglio annuale negli Stati Uniti di oltre $ 3 miliardi, secondo Liu e i suoi coautori:

    Lo stato di New York è al settimo posto nel volume totale della produzione di cipolle degli Stati Uniti e tre delle quattro varietà con il più alto contenuto fenolico e flavonoide sono coltivate nello stato (giallo pungente, rosso nordico e scalogno).


    Altre vitamine che non si trovano più nella alimentazione vanno integrate.




    La Reazione di Herxheimer:
    Stare peggio, prima di sentirsi meglio

    La JHR è un fenomeno clinico transitorio che si verifica nei pazienti infetti da spirochete sottoposti a trattamento antibiotico. Più specificamente, la reazione si verifica entro 24 ore dalla terapia antibiotica per le infezioni da spirochetali, tra cui sifilide, leptospirosi, malattia di Lyme e febbre ricorrente. Di solito si manifesta con febbre, brividi, rigidità, nausea e vomito, mal di testa, tachicardia, ipotensione, iperventilazione, vampate, mialgia ed esacerbazione delle lesioni cutanee. La JHR è una condizione acuta e autolimitante ed è importante identificarla e distinguerla dalle reazioni allergiche e dalla sepsi, che possono essere pericolose per la vita. (tratto da Pub Med)

    Jarisch Herxheimer” è usato anche in medicina Omeopatica ed in Naturopatia per descrivere dei peggioramenti in seguito alla terapia, ma vedremo essere reazioni più o meno intense a seconda dei casi.

    La Reazione di Herxheimer è una reazione alla detossificazione del corpo di breve durata (da alcuni giorni a poche settimane). Come il corpo si detossifica, è possibile che si abbiano sintomi simili a quelli dell’influenza, compreso mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, dolori al corpo, mal di gola, malessere generale, sudorazione, brividi, nausea, forte stanchezza, macchie rosse della pelle, reazioni allergiche e altri sintomi.

    Queste sono reazioni normali — e addirittura salutari — che indicano che I parassiti, funghi, virus, batteri e altri patogeni sono effettivamente uccisi.

    Il più grande problema della Reazione di Herxheimer è che le persone smettono di assumere l’integratore o il medicamento che sta causando la reazione, interrompendo proprio il trattamento che li sta aiutando a guarire. Sebbene tale sintomatologia non vi faccia sentire particolarmente bene, la Reazione di Herxheimer è in effetti un segno che che il processo di guarigione si sta compiendo.

    Che cos’è la Reazione di Herxheimer?

    La Reazione di Herxheimer è una reazione del sistema immunitario alle tossine (endotossine) che sono rilasciate quando grandi quantità di patogeni vengono uccisi, e il corpo non le riesce ad eliminare con sufficiente velocità.

    Detto più semplicemente, è una reazione che avviene quando il corpo si sta purificando e le tossine rilasciate possono sia aumentare la sintomatologia già esistente, sia crearne una nuova. La cosa importante da capire è che il peggioramento dei sintomi non significa il fallimento del trattamento che si sta facendo, ma è l’esatto contrario.


    Secondo la Dott.ssa Federica Cavallini Specialista in Dermatologia e Venereologia, da sito del Metodo Apollo

    Il termine CRISI DI GUARIGIONE fu individuata e descritta dai dermatologi tedeschi Adolf Jarisch (1861-1942) e Karl Herxheimer (1861-1944).
    Questa reazione si verifica quando grandi quantità di tossine vengono rilasciate nel corpo man mano che i batteri (normalmente del genere Spirochete, come Treponema pallidum, agente patologico della sifilide) muoiono durante una terapia antibiotica.
    Lo stesso può verificarsi in caso di presenza di lieviti del genere Candida quando vengono rilasciate le tossine dei lieviti che stanno morendo.

    Questo termine può essere usato in senso più ampio per indicare un peggioramento della patologia che sto trattando e la comparsa di sintomi aspecifici all’inizio del percorso di un protocollo.
    Anche un cambiamento di dieta e un intervento nutrizionale possono modificare l’equilibrio dell’organismo e indurre una reazione che ricorda quella descritta dai due celebri dermatologi.

    Quando insorge una crisi di guarigione comunemente insorgono le seguenti domande:

    • Quello che sto facendo non funziona?
    • Devo interrompere il protocollo?
    • Dove sto sbagliando?
    • Perché sto peggio di prima?

    La risposta che possiamo darvi in base alla nostra esperienza è la seguente: la crisi di guarigione compare in circa l’80% delle persone che iniziano il nostro protocollo soprattuto nei casi in cui è necessario intraprendere una terapia anticandida o antibatterica.

    Se il paziente conosce la reazione ed è preparato alla gestione del peggioramento solitamente non ci sono problemi e molto spesso questo spiacevole momento diventa il preludio della remissione.

    È importante che ogni aspetto di un possibile peggioramento venga comunicato al professionista della salute di riferimento per gestire al meglio questo delicata fase.


    Reazione di Herxheimer e Argento Colloidale

    Dal sito Argento Colloidale.com

    La Reazione di Herxheimer è una reazione alla detossificazione del corpo di breve durata (da alcuni giorni a poche settimane).

    Quando l’organismo inizia a detossificarsi, è possibile che si abbiano sintomi simili a quelli dell’influenza, compreso mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, dolori al corpo, mal di gola, malessere generale, sudorazione, brividi, nausea, forte stanchezza, e altri sintomi.

    Queste sono reazioni normali — e addirittura salutari — che indicano che  parassiti, funghi, virus, batteri e altri patogeni sono effettivamente uccisi.

    Il più grande problema con la Reazione di Herxheimer e che le persone smettono di assumere l’integratore o il medicamento che sta causando la reazione, interrompendo proprio il trattamento che li sta aiutando a guarire.

    Sebbene tale sintomatologia non vi faccia sentire particolarmente bene, la Reazione di Herxheimer è in effetti un segno che che il processo di guarigione si sta compiendo.

    Che cos’è la Reazione di Herxheimer?

    La Reazione di Herxheimer è una reazione del sistema immunitario alle tossine (endotossine) che sono rilasciate quando grandi quantità di patogeni vengono uccisi, ed il corpo non le riesce ad eliminare con sufficiente velocità.

    Detto più semplicemente, è una reazione che avviene quando l’organismo si sta purificando e le tossine rilasciate possono sia aumentare la sintomatologia già esistente, sia crearne una nuova.

    La cosa importante da capire è che il peggioramento dei sintomi non significa il fallimento del trattamento che si sta facendo, di fatti, di solito è l’esatto contrario.

    I Molti Nomi della Reazione di Herxheimer

    Tecnicamente conosciuta come la Reazione di Jarisch-Herxheimer (Jarisch-Herxheimer Reaction), questa sindrome è chiamata in molti modi, compreso JHR, l’effetto Herxheimer, la risposta di Herxheimer, una Reazione Herx, Herx o Herks.

    La terminologia più comunemente utilizzata è Reazione Herxheimer. Spesso viene anche individuata come “crisi di guarigione”, “reazione di disintossicazione”, o sindrome da morte dei patogeni, (die-off syndrome).

    Storia

    Il fenomeno fu descritto per la prima volta da Adolf Jarisch (1860-1902) che lavorava a Vienna, in Austria ed alcuni anni dopo da Karl Herxheimer (1861-1942), che lavorava a Francoforte, in Germania.

    Entrambi i dottori erano dermatologi e principalmente si occupavano delle lesioni della pelle causate dalla sifilide.

    Si accorsero che in risposta al trattamento medico, molti pazienti sviluppavano non solo febbre, sudorazione, sudorazione notturna, nausea e vomito, ma le loro lesioni cutanee divenivano più grandi e più infiammate, prima di ridursi e guarire.

    Fu interessante notare che coloro che avevano le reazioni più estreme erano anche coloro che guarivano prima e meglio.

    Il paziente poteva stare male per 2-3 giorni, ma poi le lesioni guarivano.

    Un Esempio Medico

    La Reazione di Herxheimer è causata dalle tossine (endotossine) rilasciate dalle pareti cellulari dei batteri che stanno morendo sotto effetto di una cura efficace.

    La Reazione di Herxheimer è ben conosciuta nell’ambiente medico e sicuramente, tale conoscenza non è circoscritta al solo mondo della medicina naturale o integrazione.

    Per esempio, in una relazione di un recente studio (Febbraio 2004) sul trattamento della Sarcoidosi trovarono che, “. . . senza alcuna eccezione, i pazienti in fase di guarigione riportano periodici aggravamenti della loro sintomatologia quale apparente diretta risposta agli antibiotici. In altre parole, questi pazienti asseriscono che i loro trattamenti li fanno sentire molto peggio prima di liberarsi dalla sintomatologia.”

    Il compendio dello studio continua dicendo, “Questo fenomeno è conosciuto come la Reazione di Jarisch-Herxheimer (JHR) e spesso chiamata informalmente Herx. Si pensa che la JHR si manifesti quando i batteri feriti o morti rilasciano endotossine nel sangue e nei tessuti più velocemente di quanto il corpo possa smaltire agevolmente. … Questo provoca una subitanea ed esagerata risposta infiammatoria. … Nei pazienti affetti da Sarcoidosi, la reazione di Herxheimer sembra essere una utile indicazione che l’antibiotico sta raggiungendo il bersaglio”.

    Nella conclusione, l’autore afferma: “Nel mio lavoro con i pazienti affetti da Sarcoidosi, è mia esperienza che i pazienti in via di guarigione comprendono ed accolgono favorevolmente le reazioni di Herxheimer anche quando devono sopportare un temporaneo aumento della sofferenza. La accettano quale il prezzo che devono pagare per poter stare meglio e addirittura sembra che trovino gratificante il fare una esperienza tangibile dell’eliminazione dei batteri.“

    Argento Colloidale e Reazione di Herxheimer

    La Reazione di Herxheimer quale risposta all’Argento Colloidale può avvenire quando il corpo risponde al processo di uccisione dei patogeni (the die-off process) e all’accresciuto carico sul sistema linfatico – in particolare nel caso di patologie sistemiche o croniche e/o gravi infezioni.
    Le reazioni di Herxheimer più comuni per gli utilizzatori del Argento Colloidale sono:

    • Mal di testa.
    • Sintomi quali quelli dell’influenza.
    • Pruriti ed eruzioni cutanee.
    • Rossori.

    Di solito la reazione dura alcuni giorni. In casi più gravi, le reazioni possono durare una settimana o anche più.

    Nella maggior parte dei casi la reazione tende ad essere leggera e appena percepibile, ma ci sono eccezioni, specialmente nel caso di infezioni gravi.

    In alcuni casi, quale la Sclerosi Multipla, Borrellia (Lyme Disease), e altre malattie da spirochete, possono provocare Reazioni di Herx importanti mentre i patogeni causa della malattia vengono uccisi.

    Anche gli utilizzatori dell’Argento Colloidale che lo assumono per le Epatiti possono avere sintomi da eliminazione dei patogeni (die-off symptoms), quali mal di testa.
    Anche coloro che fanno aerosol con l’argento colloidale per curare infezioni polmonari o ai seni parafrontali posso avere un temporaneo peggioramento dei sintomi per alcune ore o un giorno prima di stare meglio.

    La Reazione di Herx, varia molto, e dipende da molti fattori, compreso lo stato di salute generale dell’individuo, la patologia trattata, il grado di tossicità esistente nel corpo, la frequenza e il dosaggio di argento colloidale assunto.

    Anche il metodo di utilizzo ne è un fattore. Ad esempio, applicazioni che permettono a dosi concentrate di Argento colloidale di venire in diretto contatto con la sorgente dell’infezione sono più soggette a provocare una reazione di detossificazione rispetto all’uso orale.

    Sebbene questo articolo si focalizzi sulla reazione di Herxheimer, per favore, tenete presente che non tutti gli utilizzatori dell’Argento Colloidale faranno esperienza della reazione di Herx.Comunque, è importante essere a conoscenza di tale eventualità e capire bene che si tratta di un sintomo di guarigione, in modo che gli utilizzatori dell’Argento Colloidale non si scoraggino se vedono i sintomi temporaneamente peggiorare e/o smettano l’assunzione del prodotto.

    Chiarimento

    L’Argento Colloidale non causa la reazione di Herxheimer. L’Argento colloidale non è una sostanza tossica.

    Le persone in salute difficilmente avranno alcuna reazione all’Argento Colloidale, (anche assunto a forti dosaggi n.d.t.).

    Comunque, se c’è un’infezione nel corpo, si potrebbe avere una reazione di Herxheimer mentre viene eliminata l’infezione stessa. La severità della reazione di Herx è spesso un indicatore della quantità di tossine presenti nel corpo all’inizio della cura ed è un indicatore dell’efficacia del trattamento. In effetti è un segno che il corpo si sta guarendo.

    Durata delle Reazioni

    Esistono diversi dati sulla durata della Reazione di Herxheimer.
    Alcuni dati indicano che normalmente si presenta dalle 4 alle 24 ore dall’inizio del trattamento.
    Altri hanno notato che, spesso, è tra il 3° e il 5° giorno di trattamento che la reazione è più evidente.

    Quello che sembra essere più accurato è che l’insorgere della reazione – e, in verità, se ci sarà effettivamente una reazione – sono strettamente soggettivi.
    Anche la durata della reazione varia molto, da un’ora o poche ore a giorni o addirittura una settimana.

    Che Cosa Fare nel Caso si Abbia Reazione di Herxheimer

    Se la reazione è leggera da poter essere sopportata, si può continuare il trattamento e aiutare il corpo ad eliminare le tossine il più velocemente possibile con i seguenti metodi.
    Se la reazione è troppo forte, diminuire il dosaggio ed eventualmente la frequenza delle assunzioni.

    Qualche volta è necessario interrompere per un giorno circa e poi riprendere a minor dosaggio.
    Il migliore aiuto che si può fornire al corpo nell’eliminare le tossine è bere molta acqua (raccomandati almeno 2 litri al giorno).
    Altri suggerimenti utili comprendono:

    • Esporsi alla luce solare.
    • Minimizzare l’attività fisica nel periodo di disintossicazione.
    • Mantenere in buono stato gli organi di eliminazione/emuntori (intestino, polmoni, pelle, reni, fegato, sistema linfatico).
    • Adottare un ’alimentazione leggera durante il periodo di disintossicazione.
      In questo modo il corpo non sia caricato di ulteriori sostanze chimiche e tossine da eliminare, mentre già sta lavorando duro.

    Aggiungere succo di limone all’acqua, assumere olio di oliva spremuto a freddo quale prima cosa al mattino.

    Fare bagni di mare e/o bagni di vapore e saune.

    Conclusioni

    Il miglior consiglio in relazione all’uso dell’Argento Colloidale e la Reazione di Herxheimer è “seguire il processo”.

    Di solito la reazione scompare nell’arco di ore o pochi giorni e vale i risultati di pulizia e di nuova salute che si ottengono.

    Inoltre, è un sicuro segno che l’Argento Colloidale sta facendo il suo lavoro nell’aiutare a ripristinare l’originario naturale stato di salute!

    Fonte: http://www.silver-colloids.com/Pubs/herxheimer.html





    “L’eccessiva medicalizzazione del disagio dei giovani mina e depotenzia le famiglie” (Studio tradotto)

    “Una volta commentai in un gruppo su ansia in un caso di una bambina di 14 anni medicalizzata dopo essere stata vittima di bullismo. Naturalmente sviluppò sintomi ansiosi o depressivi e non voleva tornare a scuola, dato che non era un ambiente favorevole. Venne trattata con psicofarmaci ed ebbe effetti collaterali problematici (se non ricordo male anche caduta di capelli), senza contare poi eventuali interferenze endocrine che potrebbero perturbare gravemente lo sviluppo sessuale, anche in modo permanente. Feci notare che il problema era ambientale e contingente, nella fattispecie i bulli, non era la ragazza, e che non aveva senso medicalizzare un certo tipo di reazione di difesa a un ambiente estremamente problematico, considerando anche l’ampia gamma di effetti collaterali gravi degli SSRI, e anche la giovane età.
    Nemmeno una risposta, bannato dal gruppo immediatamente. Un senso di disgusto per l’ignoranza in cui si imbattono le persone che chiedono aiuto.
    Per caso ora trovo questo articolo su Nature Mental Health in cui c’è, tra gli altri, un caso che mi ricorda quello, e che denuncia il problema dell’overmedicalizzazione giovanile.

    “L’eccessiva medicalizzazione del disagio dei giovani mina e depotenzia le famiglie

    Pubblicato il: 08 giugno 2023
    Nature Mental Health volume 1, pagine 381-382 (2023)

    I casi di disagio lieve o transitorio nei giovani sono sempre più spesso considerati come problemi che richiedono un intervento medico. In qualità di clinici del CAMHS, riteniamo che questa eccessiva medicalizzazione comprometta il valore del supporto sociale all’interno della famiglia e della comunità e che i tagli ai finanziamenti per i servizi di supporto non medici abbiano solo aggravato il problema.

    In altre parole, sosteniamo che le difficoltà emotive e comportamentali di alcuni giovani vengono ora considerate troppo facilmente come problemi che richiedono (e richiedono solo) un intervento medico, tipicamente sotto forma di valutazione e trattamento individuale da parte di un professionista della salute mentale.

    Scriviamo in qualità di consulente psichiatra CAMHS (E.F.), terapista familiare CAMHS principale (S.R.P.) e psicologo accademico (L.F.).

    Conseguenze dell’eccessiva medicalizzazione

    1° CASO

    Quando gli adulti e i sistemi medicalizzano eccessivamente il disagio, sono meno in grado di adottare un approccio più olistico e sistemico e ciò può risultare in definitiva inutile per il giovane e la sua famiglia.

    2°CASO

    Le campagne pubbliche di sensibilizzazione sulla salute mentale hanno avuto uno sfortunato effetto collaterale:
    anche i casi lievi di ansia e umore basso sono ora considerati problemi che richiedono un intervento professionale.

    Questo cambiamento culturale è stato definito “psichiatrizzazione “ (10) .

    Nella società odierna, sembra che il disagio di un giovane sia valido solo se definito con un linguaggio psichiatrico e trattato come un problema medico. In qualità di clinici (E.F. e S.R.P.), abbiamo entrambi valutato giovani e famiglie delusi, turbati o arrabbiati quando non soddisfano i criteri per un disturbo mentale. Questo è comprensibile, in quanto tali diagnosi offrono un quadro di riferimento per comprendere le proprie difficoltà e spesso sono un requisito per accedere a determinati tipi di supporto (ad esempio, nelle scuole).

    valorizzare e sostenere maggiormente i genitori.

    Oggi il mestiere di crescere i figli è schiacciato, sottovalutato e poco riconosciuto.

    I fondi per i servizi di supporto alla comunità in Inghilterra sono stati tagliati, nonostante il loro significativo impatto positivo (11), e i genitori spesso non hanno una rete estesa (come i nonni) per fornire supporto emotivo e pratico.

    rendendo più difficile per i genitori fidarsi di se stessi e della loro conoscenza del bambino.

    Per questo motivo chiediamo che vengano stanziati maggiori fondi per i servizi di intervento precoce e di supporto non medico nella comunità, dove le famiglie possano accedere a un sostegno pratico, acquisire fiducia e sviluppare relazioni tra pari.

    Responsabilizzare le famiglie e le comunità

    La maggiore consapevolezza dei problemi di salute mentale dei giovani è stata utile in molti modi e ci sono ancora molti giovani che hanno bisogno di un migliore accesso agli interventi medici.
    Tuttavia, è anche fondamentale che gli individui e i sistemi non medicalizzino inutilmente tutti i casi di disagio.
    Affidarsi solo ai servizi di salute mentale sottovaluta i genitori e mina la capacità di aiuto di tutti gli adulti.
    Abbiamo bisogno di maggiori finanziamenti per servizi come gli operatori di supporto alla comunità, i centri per le famiglie, gli assistenti sanitari e gli infermieri scolastici.
    Nella società in generale, oltre alla sensibilizzazione sui problemi di salute mentale, dobbiamo promuovere e valorizzare i genitori e le soluzioni sistemiche e non mediche al disagio dei giovani.

    Fonte:
    Fergusson, E., Reed-Purvis, S. & Foulkes, L. Overmedicalization of young people’s distress is undermining and disempowering families. Nat. Mental Health 1, 381–382 (2023). https://doi.org/10.1038/s44220-023-00071-7

    Riferimenti

    1. NHS 75 Digital. https://go.nature.com/3BJSpy5 (NHS, 2022).
    2. Newlove-Delgado, T. et al. Lancet Psychiatry 8, 353–354 (2021). Article  PubMed  PubMed Central  Google Scholar 
    3. Conrad, P. & Slodden, C. in Handbook of the Sociology of Mental Health (eds Aneshensel, C. S. et al.) 61–73 (2013).
    4. Kiviruusu, O., Strandholm, T., Karlsson, L. & Marttunen, M. J. Affect. Disor. 266, 520–527 (2020).Article  Google Scholar 
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    7. Furedi, F. How Fear Works: Culture of Feature in the Twenty-First Century (Bloomsbury Continuum, 2018).
    8. Timimi, S. & Timimi, Z. J. Philos. Educ. 56, 12–21 (2022).Article  Google Scholar 
    9. Wigelsworth, M. et al. FRIENDS for Life: Evaluation Report and Executive Summary (Univ. Manchester Research, 2018).
    10. Haslam, N., Tse, J. S. Y. & De Deyne, S. Front. Sociol. 6, 806147 (2021).Article  PubMed  PubMed Central  Google Scholar 
    11. Cattan, S., Conti, G., Farquharson, C., Ginja, R. & Pecher, M. https://go.nature.com/44YZ6tn (Institute for Fiscal Studies, 2021);