L’Acido Butirrico nutre le cellulle del colon ed è adatto agli intolleranti al latte

 

L’acido butirrico
È utile specialmente in queste patologie:

  • Malattie Infiammatorie intestinali
  • Cancro al Colon
  • Sindrome dell’intestino irritabile
  • Glicemia e insulina
  • Diverticolosi del Colon
  • Sovrappeso e Obesità

Che Cos’è l’Acido Butirrico

L’acido butirrico è un acido grasso a corta catena, talvolta indicato come acido butanoico. Si trova in piccole quantità in alcuni alimenti (soprattutto latticini) e nel corpo umano viene prodotto nell’intestino crasso dai batteri residenti.

Nonostante il cattivo odore, rancido e pungente, l’acido butirrico è un prezioso alleato della salute umana. Rappresenta infatti un’importante fonte di energia per i colonociti (le cellule del colon) e tende a migliorare il sistema immunitario e la salute generale dell’intestino.

Le ricerche suggeriscono che l’acido butirrico e gli altri acidi grassi a corta catena potrebbero anche ridurre il rischio di malattie intestinali, diabete di tipo 2, obesità, malattie cardiache e altre condizioni 1.

Alimenti Ricchi di Acido Butirrico

Negli alimenti, l’acido butirrico è solitamente presente in forma esterificata, in genere sotto forma di trigliceridi. Il burro, ad esempio, ne contiene il 2-3%. L’acido butirrico è presente anche nel Ghee ed in altri prodotti lattiero-caseari in minori quantità, così come gli oli vegetali.

Quando l’alimento invecchia o è mal conservato, i gliceridi vengono idrolizzati con liberazione di acidi grassi liberi ed è proprio la liberazione di acidi grassi a corta catena (quali l’acido propionico e l’acido butirrico) a conferire all’alimento irrancidito un odore e un sapore molto sgradevoli.

L’acido butirrico viene anche prodotto nell’intestino quando i “batteri buoni” (probiotici) metabolizzano la fibra alimentare. Facendo un paragone, la quantità di acido butirrico prodotta nell’intestino è di gran lunga superiore a quella introdotta con la dieta.

Pertanto, il consumo di alimenti ricchi di fibre, come frutta, verdura e legumi, è collegato a un aumento degli acidi grassi a corta catena nell’intestino 2.

Integratori

Butirrato

L’acido butirrico è disponibile come integratore sottoforma di butirrato di sodio o di calcio. La moderna tecnologia di microincapsulazione consente al principio attivo di raggiungere l’intestino tenue e crasso, dove si dissocia facilmente in sodio (o calcio) e acido butirrico.

Per espletare al meglio le sue funzioni, è preferibile che l’acido butirrico si trovi nella forma legata al sodio (butirrato di sodio), grazie all’elevata lipofilicità e capacità di scambio cellulare.

Prebiotici

Alcuni tipi di fibre sono più efficaci di altri nell’aumentare la produzione di acidi grassi a catena corta nel colon 3, 4.

Quali sono gli alimenti più indicati da cui ricavare gli acidi grassi a corta catena?

Gli alimenti naturalmente ricchi di acidi grassi a corta catena sono quelli ricchi in fibra come la frutta, la verdura e i legumi. Ovviamente anche i prodotti a base di grassi come il burro, ma ancor meglio il Ghee, sono un ottimo modo di introdurre questi nutrienti. Ad ogni modo ecco gli alimenti che contribuiscono di più alla loro sintesi:

  • Inulina: ne contengono quantità importanti carciofi, aglio, topinambur, porri, cipolle, frumento, segale e asparagi.
  • Fruttooligosaccaridi (FOS): i FOS si trovano in vari frutti e verdure, tra cui banane, cipolle, aglio e asparagi.
  • Amido resistente: è contenuto in alimenti come cereali, orzo, riso, fagioli, banane verdi, legumi e patate; aumenta notevolmente quando questi alimenti vengono cotti e poi raffreddati.
  • Pectina: buone fonti di pectina includono mele, albicocche, carote e arance.
  • Arabinoxilani: si trovano nei chicchi dei cereali; ad esempio, è la fibra più comune nella crusca di frumento.
  • Gomma di guar: la gomma di guar può essere estratta dai fagioli di guar (Cyamopsis tetragonoloba), che sono legumi.
  • Tutti i tipi di aceto non pastorizzato;
  • Cibi e bevande fermentati: tutti i latto-fermentati e i cibi fermentati (crauti, kimchi, kefir, sottaceti, panna acida, yogurt, ketchup, maionese, senape;
  • Grassi: i grassi vengono convertiti in acidi grassi a corta catena nell’intestino tenue. Il migliore veicolo per gli SFCA è il Ghee, naturalmente ricco di acidi grassi a catena corta, immediatamente disponibili.

A Cosa Serve

La fermentazione delle fibre prebiotiche nel colon produce acidi grassi saturi a corta catena (SCFA), in particolare acido butirrico, acido acetico e acido propionico. Questi acidi grassi rappresentano il principale substrato energetico per le cellule che costituiscono la mucosa del colon, di cui contribuiscono a mantenere l’integrità funzionale. I principali benefici per la salute dell’acido butirrico e degli altri SCFA dipendono proprio dalla capacità di fornire energia alle cellule del colon.

L’acido butirrico fornisce alle cellule del colon circa il 70% del loro totale fabbisogno energetico 5.

Perché la Salute della Mucosa Intestinale è Importante

La mucosa intestine presenta numerosissime estroflessioni a forma di dita, note come villi intestinali, importantissime per aumentare la superficie assorbente dell’organo.

Le cellule che compongono i villi intestinali sono a loro volta dotate di estroflessioni digitiformi chiamate microvilli; inoltre, è importante segnalare la stretta coesione tra queste cellule. Nella mucosa intestinale, le cellule dell’epitelio (strato più esterno) risultano strettamente unite le une alle altre da tight junctions e desmosomi.

Queste “giunzioni serrate” hanno lo scopo di sigillare lo spazio intercellulare, in modo da impedire la penetrazione di sostanze indesiderate e la fuoriuscita di quelle utili che sono appena state assorbite.

In una mucosa intestinale sofferente, possono crearsi delle brecce (aumento della permeabilità) e attraverso queste aperture possono penetrare nell’organismo proteine dal forte potenziale antigenico, tossine e patogeni. Una mucosa intestinale efficace e sana rappresenta quindi un presupposto fondamentale per la buona salute non solo dell’intestino, ma dell’intero organismo.

In effetti, numerose ricerche scientifiche hanno chiamato in causa le alterazioni della mucosa intestinale e della flora batterica locale per spiegare l’origine di svariate patologie intestinali ed extraintestinali.

Tra queste malattie rientrano sindrome del colon irritabile, malattie infiammatorie intestinali, allergie alimentari, intolleranze specifiche, asma, malattie autoimmuni, obesità, sindrome metabolica, atopia e allergie di varia natura.

Benefici, Studi, Proprietà

Il butirrato esercita effetti potenziali su una varietà di funzioni della mucosa del colon, come l’inibizione dell’infiammazione e della carcinogenesi, rinforzando la barriera intestinale e riducendo lo stress ossidativo.

Inoltre, il butirrato può promuovere la sazietà.

Malattie Infiammatorie intestinali

A causa delle sue proprietà anti-infiammatorie, il butirrato è potenzialmente utile per trattare la colite ulcerosa e la malattia di Crohn, che sono i due principali tipi di malattia infiammatoria intestinale.

Studi sui topi hanno dimostrato che gli integratori di butirrato riducono l’infiammazione intestinale e che gli integratori di acetato hanno benefici simili.

Inoltre, livelli più bassi di acidi grassi a catena corta sono stati collegati a un peggioramento della colite ulcerosa 6, 7.

Anche gli studi sull’uomo suggeriscono che gli acidi grassi a catena corta, specialmente il butirrato, possono migliorare i sintomi della colite ulcerosa e del morbo di Crohn 8, 9, 10, 11.

  • Uno studio condotto su 22 pazienti ha rilevato che il consumo di 60 grammi di crusca d’avena (corrispondente a 20 g di fibre alimentari), ogni giorno per 3 mesi ha aumentato la concentrazione di butirrato fecale del 36% e ha migliorato i sintomi della colite ulcerosa 8.
  • In un altro piccolo studio, i ricercatori hanno dato a 13 pazienti con malattia di Chron 4 grammi di acido butirrico al giorno per 8 settimane. Alla fine del, 9 dei 13 partecipanti avevano migliorato i sintomi della malattia 9.
  • Nei pazienti con colite ulcerosa, un clistere di acidi grassi a catena corta, due volte al giorno per 6 settimane, ha contribuito a ridurre i sintomi del 13% 12.
  • In uno studio su 13 persone con morbo di Crohn, i pazienti che hanno assunto integratori di butirrato e mesalazina sono migliorati nel 69% dei casi, mentre il 54% (sette partecipanti) ha ottenuto una remissione completa 11. Nel gruppo “sola mesalazina” le percentuali di miglioramento e remissione completa sono state entrambe del 50%.

Cancro al Colon

Gli acidi grassi a catena corta possono svolgere un ruolo chiave nella prevenzione e nel trattamento di alcuni tumori, principalmente il cancro del colon 13, 14, 15.

D’altronde, diversi studi osservazionali suggeriscono un legame tra diete ricche di fibre e un ridotto rischio di cancro al colon. Gli esperti suggeriscono che la produzione di acidi grassi a catena corta potrebbe essere parzialmente responsabile di questo effetto protettivo 16, 17.

La maggior parte della ricerca sulla capacità dell’acido butirrico di prevenire o curare il cancro al colon è stata condotta su animali o cellule isolate.

In uno studio, i ricercatori hanno scoperto che il butirrato di sodio ha bloccato la crescita delle cellule tumorali del colon-retto. Lo stesso studio ha anche scoperto che il butirrato ha aumentato il tasso di morte cellulare 18.

In uno studio, i topi con una dieta ricca di fibre, il cui intestino conteneva batteri produttori di butirrato, hanno ottenuto il 75% in meno di tumori rispetto ai topi che non avevano i batteri 19.

È interessante notare che la sola dieta ricca di fibre – in assenza di batteri che producono butirrato – non ha effetti protettivi contro il cancro del colon 19.

I topi con una dieta ricca di fibre che avevano batteri produttori di butirrato nelle loro viscere hanno infatti avuto il 75% in meno di tumori del colon rispetto ai topi alimentati con la stessa dieta ma privi di batteri.

Sindrome dell’intestino irritabile

Alcune ricerche suggeriscono che l’assunzione di integratori di acido butirrico può essere utile nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile (IBS).

In uno studio RCT, 66 adulti con sindrome dell’intestino irritabile hanno ricevuto una dose giornaliera di 300 mg di butirrato di sodio o un placebo. Dopo 4 settimane, i partecipanti hanno riportato un dolore addominale significativamente inferiore rispetto al placebo 30.

In un altro studio, 50 pazienti con IBS sono stati divisi in due sottogruppi – IBS con costipazione (IBS-C) e IBS con diarrea (IBS-D) – e trattati con acido butirrico alla dose di 1 grammo al giorno. Alla fine dello studio, il trattamento ha comportato una riduzione o normalizzazione dei sintomi nel 71% dei pazienti con IBS-D e nel 16% dei pazienti con IBS-C 31.

Un altro studio ha valutato l’effetto del butirrato di sodio su pazienti con sindrome dell’intestino irritabile durante un follow-up di 6 settimane 32.

I pazienti sono stati divisi in due gruppi: il gruppo di controllo (29 pazienti) è stato assegnato al trattamento standard, mentre il gruppo di studio ha ricevuto butirrato di sodio (300 mg al giorno) in aggiunta al trattamento standard. Dopo 6 settimane, è stato osservato un miglioramento statisticamente significativo nel gruppo di studio per i sintomi del colon irritabile (come gravità del disagio e del dolore, dei disturbi dell’alvo, gravità della flatulenza e altri sintomi gastrointestinali e associati). Inoltre, è stato ottenuto un miglioramento significativo nella valutazione soggettiva della qualità della vita in tutti i pazienti trattati con butirrato di sodio.

Glicemia e insulina

Le persone con diabete di tipo 2 hanno spesso basse concentrazioni di batteri che producono acido butirrico nell’intestino 33.

Studi sugli animali hanno dimostrato che l’aumento dell’assunzione di fibre alimentari può migliorare la sensibilità all’insulina e ridurre il rischio di obesità 34.

Anche numerosi studi sull’uomo hanno riportato associazioni tra assunzione di fibre fermentabili e miglioramento del controllo della glicemia e della sensibilità all’insulina 35, 36.

Negli studi sugli animali, gli integratori di acetato e propionato hanno migliorato i livelli glicemici nei topi diabetici e nei ratti normali 37, 38, 39.

Uno studio clinico ha scoperto che gli integratori di propionato hanno ridotto la glicemia, ma in un altro studio gli integratori di acidi grassi a catena corta non hanno influenzato in modo significativo il controllo della glicemia nelle persone sane 40, 41.

Uno studio di revisione ha comunque rilevato che il butirrato ha aiutato a controllare la glicemia sia negli animali che negli esseri umani con diabete di tipo 2 11.

Diverticolosi del Colon

In uno studio clinico prospettico randomizzato, 73 pazienti con diverticolosi sono stati assegnati al gruppo di controllo e a quello di studio.

Il gruppo di studio ha ricevuto butirrato di sodio alla dose di 300 mg/die (2×150 mg), con un esame di follow-up dopo 12 mesi.

I pazienti nel gruppo di studio hanno dichiarato una diminuzione della frequenza dei sintomi clinici della diverticolosi e una riduzione significativa della sensazione di disagio e dolore addominale rispetto al gruppo placebo 42.

Sovrappeso e Obesità

Studi su animali e in provetta indicano che gli acidi grassi a catena corta possono aiutare a prevenire e curare l’obesità.

Ad esempio, dopo un trattamento di 5 settimane con butirrato, i topi obesi hanno perso il 10,2% del loro peso corporeo iniziale, mentre il grasso corporeo si è ridotto del 10% 43.

Nei ratti diabetici, gli integratori di acetato hanno ridotto l’accumulo di lipidi nel tessuto adiposo, protetto il fegato dall’accumulo di grasso e migliorato la tolleranza al glucosio 44.

In uno studio condotto su 118 persone in sovrappeso, gli integratori di fibre che producono butirrato hanno portato a una riduzione del peso corporeo e del BMI 51.

In una ricerca su 12 uomini, gli acidi grassi a corta catena somministrati direttamente nel colon hanno aumentato la quantità di grasso bruciato e l’energia spesa 52.

Sono comunque necessari ulteriori studi sull’uomo.


Dosi e Modo d’Uso

Al momento, non ci sono linee guida sulla quantità di acido butirrico da usare come integratore. Le attuali dosi standard di acido butirrico vanno da 150 a 300 mg al giorno 53. Si consideri a tal proposito che nell’intestino umano vengono prodotti quotidianamente da 1 a 10 grammi di butirrato 53.

Risultati clinici molto buoni con alte dosi di butirrato (2.000 mg/die) sono stati ottenuti in pazienti con malattia di Crohn da lieve a moderata 9. Anche a dosi elevate (fino a 4 grammi al giorno) non sono state osservate reazioni avverse o effetti collaterali ed è stata sottolineata una buona tolleranza al butirrato orale.

Effetti Collaterali e Controindicazioni

L’acido butirrico è considerato sicuro e benefico nelle quantità normalmente prodotte da una flora intestinale sana. Anche l’impiego di butirrato come integratore è generalmente ben tollerato e privo di reazioni avverse clinicamente rilevanti.

Non sono noti fenomeni di ipersensibilità o interazione con altri medicinali. In caso di sintomatologia avversa consultare il medico.

Fonte Magazine X115

Una ottima fonte di Acido Butirrico è il Burro Ghee conosciuto anche come burro chiarificato, ma hanno una differenza nella preparazione, anche se entrambi hanno la caratteristica di avere eliminato la caseina ed il lattosio, quindi indicato per gli intolleranti ai latticini.

Tuttavia il Ghee ha moolte più proprietà di un semplice “burro chiarificato”.

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Gli acidi grassi a corta catena (SCFA) sono prodotti dalla flora batterica dell’intestino.

Essi sono la principale fonte di nutrimento per tutte le cellule che lo costituiscono.

Essi possono contribuire a ridurre il rischio di disturbi infiammatori importanti come il diabete di tipo 2, l’obesità, le malattie cardiache e molte altre patologie.

Cosa sono gli acidi grassi a corta catena?

Sono molecole caratterizzate da meno di 6 atomi di carbonio (C). Vengono prodotti attraverso la fermentazione della microflora batterica partendo dai macronutrienti e donano forza e resistenza a tutto il tessuto che riveste l’intestino. Sono così importanti e fondamentali per l’organismo che, anche se prodotti in eccesso, sono una delle riserve energetiche sulle quali esso può contare (10% circa del fabbisogno calorico giornaliero). Gli SCFA sono disinfiammanti e sono coinvolti anche nella metabolizzazione di importanti nutrienti come i carboidrati e i grassi. Il 95% degli acidi grassi a corta catena sono rappresentati da:

  • Acido Acetico (2 atomi di carbonio);
  • Acido Propionico (3 atomi di carbonio);
  • Acido Butirrico (4 atomi di carbonio);
  • Acido Valerico (5 atomi di carbonio).

Il Propionico è coinvolto principalmente nella produzione di glucosio nel fegato, mentre l’Acetico e il Butirrico sono incorporati negli altri acidi grassi e nel colesterolo. Il quantitativo di acidi grassi a disposizione dipende da molti fattori, tra cui il numero dei microorganismi presenti nell’intestino (microbiota intestinale), la qualità cibo e il tempo che quest’ultimo impiega per viaggiare lungo il digerente.

Acidi grassi a corta catena e i disturbi della digestione

Gli SCFA possono contribuire a migliorare alcuni disturbi legati al processo digestivo dei nutrienti.

Ad esempio il butirrato, come detto sopra, ha un effetto antinfiammatorio sull’intestino, rendendo più efficaci tutte le azioni volte a demolire e a trasformare il cibo.

I batteri intestinali convertono l’amido e la pectina in acidi grassi a corta catena: è dimostrato, infatti, che assumerli riduce, ad esempio, la diarrea nei bambini.

Anche la celiachia, la colite ulcerosa, il morbo di Crohn e la Sindrome dell’Intestino Permeabile, principali patologie intestinali croniche di natura infiammatoria (MICI – in inglese IBD Inflammatory Bowel Disease), vengono trattate, con ottimi risultati, attraverso l’impiego dell’acido butirrico.

Studi su animali hanno dimostrato che sia il butirrato che l’acetato riducono l’infiammazione dell’intestino.

Per contro, bassi livelli di acidi grassi a corta catena vengono relazionati con il peggioramento di coliti ulcerose e celiachia.

Anche sull’uomo, studi recenti, hanno dimostrato e confermato che gli SCFA, in particolar modo il butirrato, possono migliorare i sintomi della colite ulcerosa, della celiachia e del morbo di Crohn.

In particolare si è scoperto che gli alimenti ricchi di butirrato, unitamente a integrazione di particolari probiotici, portano a miglioramenti clinici e remissione nel 53% dei pazienti affetti dal morbo di Crohn.

Per i pazienti con colite ulcerosa e celiachia, un enteroclisma di acidi grassi a corta catena, due volte al giorno per 6 settimane, aiuta a ridurre i sintomi del 13%.

Acidi grassi a corta catena e cancro al Colon

Gli acidi grassi a corta catena hanno un ruolo chiave nella prevenzione e nel trattamento di alcuni tipi di cancro, principalmente in quello del Colon.

Studi di laboratorio dimostrano che proprio il butirrato aiuta le cellule del colon a rimanere sane, impedendo la crescita delle cellule tumorali e incoraggiando la distruzione delle cellule cancerogene.

Numerose osservazioni scientifiche trovano una connessione diretta tra alimentazione e ridotto rischio di cancro al Colon.

Molti esperti presuppongono che la produzione di acidi grassi a corta catena possa essere, in buona misura, responsabile di tale fenomeno.

Processo riscontrato e verificato anche sugli animali.

I topi con una dieta ricca in fibre un intestino colonizzato da batteri che producevano butirrato, ad esempiohanno avuto il 75% in meno di tumori rispetto ai topi che non ne avevano.

Tali ricerche hanno dato modo di giungere ad un’importante e fondamentale conclusione:

  • la sola dieta ricca di fibre (senza i batteri che le trasformano) non ha effetti protettivi contro il cancro al Colon.
  • Allo stesso modo una dieta povera in fibre (anche in presenza di batteri che favoriscono la produzione di acidi grassi) è anch’essa inefficace.
  • In altre parole è la “sinergia” tra alimentazione ricca di fibre e corretta qualità di batteri intestinali a rendere l’organismo molto più forte e sano.

Fonte Veroghì Blog


Liberatoria (Disclaimer)

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.


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