La Vitamina D e le sinergie con altre vitamine e minerali

SINERGIE della Vitamina D con altri integratori:

Magnesio, Vitamina K2, Vitamina A, Boro, Omega 3, Vitamina B2, Zinco

SINERGIA è il rapporto tra elementi o forze operanti al conseguimento di uno stesso fine.
  • in farmacologia, sinergismo di più molecole atte ad uno scopo comune. Quindi sinonimo di Sinergia è COLLABORAZIONE.
  • L’integrazione con una singola vitamina rischia di metterla fuori equilibrio con i suoi partner sinergici, ovvero le integrazioni di un singolo nutriente per un lungo periodo tende a creare carenza di altri elementi suoi cofattori.

I benefici degli apporti nutrizionali delle vitamine liposolubili D, A e 2 con Magnesio e Zinco

Punti salienti

  • Le vitamine A, D e K cooperano sinergicamente non solo l’una con l’altra, ma anche con minerali essenziali come il magnesio e lo zinco, con grassi dietetici e con fattori metabolici chiave come il biossido di carbonio e l’ormone tiroideo. Questo livello di complessità ci ricorda che è meglio cooperare con la saggezza della natura ottenendo vitamine attraverso cibi ricchi di sostanze nutritive
  • Le vitamine A, D e K2 interagiscono sinergicamente per supportare la salute immunitaria, fornire una crescita adeguata, sostenere ossa e denti forti e proteggere i tessuti molli dalla calcificazione.
  • Il magnesio è richiesto per la produzione di tutte le proteine, comprese quelle che interagiscono con le vitamine A e D
  • Molte delle proteine ​​coinvolte nel metabolismo della vitamina A e i recettori per entrambe le vitamine A e D funzionano correttamente solo in presenza di zinco.
  • Il grasso alimentare è necessario per l’assorbimento delle vitamine liposolubili.

Di Christopher Masterjohn – Storia della Vitamina K

  • La vit. D, il Magnesio e la Vit.K2 come lavorano insieme?
  • questo articolo lunghino, ma comprensibile anche ai non addetti, si avranno tutte le risposte su come incrementare calcio nelle ossa. Si, il tema è l’Osteoporosi, ma serve leggerlo se volete capire attraverso il “Paradosso del Calcio” in che modo lavorano Vitamina D3, K2 e Magnesio.
  • Video interessante sulla glicemia, scoprirete che la vit. D3 e la vit. K2 hanno un ruolo molto importante anche in questo campo.

Magnesio e Vitamina D

Il motivo essenziale per cui indichiamo di assumere Magnesio quando si integra la vitamina D è che

VITAMINA K2-MK7 (MENAKIONE)

Raccolta articoli e link sulla Vitaina K2

La Vitamina D necessita della vitamina K2, la spazzina delle arterie

L’importanza di assumere Vitamina K2La Sinergia fra vitamina D3 e K2

Uso corretto del calcio: vitamina K2 come promotore della salute ossea e cardiovascolare


Vitamina A

Effetti delle vitamine sul sistema immunitario: le vitamine A e D sono protagoniste


L’importanza del Boro

Il boro migliora l’assorbimento del magnesio e può aiutare i no-responder alla vitamina D – agosto 2015

  • può aiutare a migliorare gli effetti avversi degli agenti chemioterapici tradizionali.
  • In nessuno dei numerosi studi condotti fino ad oggi, tuttavia, gli effetti benefici del boro si manifestano con assunzioni inferiori a 3 mg/die. Non sono stati stabiliti fabbisogni medi stimati (EAR) o quantità di riferimento dietetiche (DRI) per il boro solo un livello di assunzione superiore (UL) di 20 mg/die per individui di età = 18 anni.
    sta consumando una dieta priva di frutta e verdura ed è a rischio o potrebbe sviluppare:

    • cancro a Seno, prostata, o polmoni.

    Questo ed altro in 22 articoli sul Boro che troverete sul più grande database VitaminD Wiki.

    Informazioni sul, Boro importantissimo cofattore di Vitamina D


    Omega 3

    3 e serotonina: qual è la relazione?

    VITAMINA B2

    È nuovissima la nozione che la vitamina B2 può agire da antiinfiammatorio indiretto, condizionando il metabolismo della vitamina D.

    Era già da tempo noto che la carenza di riboflavina negli animali, faceva abbassare anche i livelli plasmatici della 25-idrossi-D, ma non se ne conosceva la ragione. Nell’uomo, l’integrazione nella dieta di vitamina B2 innalza le concentrazioni di vitamina D, che ha un effetto antiinfiammatorio anche sul tessuto nervoso.

    In questo modo, si potrebbe ipotizzare che coloro che soffrono di emicrania potrebbero in realtà avere una carenza di vitamina B2 o di vitamina D nel sangue. Sono ipotesi da vagliare, ma resta di fatto che due disturbi invalidanti come il Parkinson e l’emicrania possono ausiliare di una sostanza del tutto naturale. E che va a correggere un disturbo patogenetico di fondo, cosa che non tutti i farmaci sono in grado di fare.

    La riboflavina (Vit B2) protegge dalla neurotossicità innalzando le concentrazioni di vitamina D

    L’importanza dell’attività fisica

    • Esercizio Fisico per fortificare le ossa ed evitare l’Osteoporosi
    • PATOLOGIE DOVUTE A CARENZA DI VIT. D

      Siti Utili

      • Sul sito Vitamina D Council il dr . John Cannel dal 2003 risponde alle domande dei pazienti e dei colleghi su molti casi di malattie e supplementazione di Vitamina D. Potete leggerli qui (ma necessita traduzione)
      • Sul sito Vitamin D Wiki troverete qualsiasi argomento riguardante la vitamina D. E’ un grande contenitore di dati solo sulla vit D, tutti gli argomenti e le malattie sono corredate di riferimenti scientifici a studi. (attivare il traduttore)
      • GrassrootsHealth GrassrootsHealth è un’organizzazione di ricerca sulla sanità pubblica senza fini di lucro dedicata a trasferire i messaggi di salute pubblica relativi alla vitamina D dalla ricerca alla pratica. Ha un panel di 48 ricercatori senior di vitamina D provenienti da tutto il mondo che contribuiscono alle sue operazioni. GrassrootsHealth sta attualmente conducendo la sperimentazione sul campo d’azione D * per risolvere l’epidemia di carenza di vitamina D in tutto il mondo. Sotto l’ombrello d’azione D *, ci sono anche programmi mirati per la prevenzione del cancro al seno e un programma “Proteggi i nostri bambini ADESSO!” Per fermare la carenza di vitamina D da dove inizia, in utero.

       




    Vitamina K2 e D3: assunzione separata, perché?

    La vitamina K è un nome comune che comprende sia la K1 (fillochinone) e K2 (menachinoni) ed appartiene alla classe delle vitamine liposolubili, chiamate così perché si sciolgono nei grassi.

    Dopo l’assorbimento la Vitamina K entra a far parte dei Chilomicroni ed è trasportata al Fegato (dopo interazione con l’Apolipoproteina E), dove viene poi trasferita alle VLDL ed alle LDL che la trasportano ai Tessuti (l’MK4 viene trasportato anche dalle HDL). Kohlmeier M et al, hanno dimostrato che le concentrazioni di MK-4 viene trasportato da HDL e LDL mentre MK-7 viene trasportato in tutto il corpo da VLDL. Viene accumulata nel fegato e viene rilasciata a piccole dosi in caso di necessità.

    ASSUMI VITAMINA K2 E VITAMINA D3 SEPARATAMENTE ?

    Prendi il tuo integratore vitamina K2 con la tua cena che include grassi alimentari o prima di coricarsi, da 6 a 12 ore dopo aver preso la vitamina D3.

    In conclusione possiamo dire che dopo l’assorbimento la Vitamina K2( MK7) entra a far parte dei Chilomicroni ed è trasportata al Fegato (dopo interazione con l’Apolipoproteina E), dove viene poi trasferita alle VLDL ed alle LDL che la trasportano ai Tessuti (l’MK4 viene trasportato anche dalle HDL).

    Quindi visto che ci troviamo di fronte come da schema a recettori lipoproteici comuni anche alla Vitamina D3 per una questione di saturazione e perdita di principio attivo il consiglio è assumerle con 6 ore di distanza l’una dall’altra. Considerando che la Vitamina K2 , è una vitamina liposolubile l’assorbimento della Vitamina K dipende dalla corretta funzione pancreatica e dalla presenza dei sali biliari e di grassi, ma il corpo ne immagazzina scarse quantità e senza un’assunzione dietetica regolare le sue riserve vengono rapidamente esaurite.

    Dr Fabrizio Marrone
    Farmacista esperto in Nutraceutica

    Bibliografia

    Per quanto riguarda il dosaggio clinicamente utile, alcuni studi hanno dimostrato che sono sufficienti solo 45 microgrammi al giorno. Il Dott. Goodman ne raccomanda 180 microgrammi al giorno, assicurandosi che la K2 sia sotto forma di MK-7. Se si mangia natto, tutto ciò di cui si ha bisogno è circa un cucchiaino da tè.

    Detto questo, la vitamina K2 non è tossica, quindi NON c’è problema di sovradosaggio. Tieni presente che la vitamina K2 non ti farà necessariamente “sentire meglio” di per sé. Il suo funzionamento interno è tale che non è probabile che tu senta la differenza dal punto di vista fisico.

    La continuità può quindi essere un problema, in quanto le persone sono più propense a prendere qualcosa che ha un effetto evidente. Questo potrebbe non accadere con la vitamina K2, ma non significa certo che non stia facendo nulla! Ultima notazione, ma non meno importante:

    ricordati di prendere sempre il tuo integratore di vitamina K insieme a del grasso, dato che è liposolubile e non sarà assorbita senza di esso.

    In questo articolo trovi i dosaggi per la Vitamina K2

    L’importanza di assumere Vitamina K2La Sinergia fra vitamina D3 e K2


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    https://www.vitamineral.it/integratori-di-vitamina-d-colecalciferolo-come-prodotto-biologico/

    Magnesio: quale scegliere?


     




    L’integrazione di Magnesio SECONDO COIMBRA
    Per l’attivazione della vitamina D

    Secondo il dott. Cícero Coimbra:

    I Larn per quanto riguarda il magnesio, come per tutti gli altri nutrienti, si riferiscono sempre ad un fabbisogno dedicato alle persone sane, che non prendono farmaci e nemmeno hanno troppo stress.

    Sappiamo per certo, da ampia letteratura medico-scientifica, che durante le condizioni di stress e malattia, il fabbisogno di vitamine e minerali aumenta proporzionalmente e cambia da individuo a individuo anche secondo il tipo di alimentazione e condizioni.

    Ecco questa è una delle tante tabelle di riferimento per il Fabbisogno di Magnesio, ma sono dosaggi riferiti a persone sane.
    Per le persone che prendono farmaci, o assumono Vitamina D questi dosaggi possono essere superati.


     

     

    Uno dei minerali più importanti di cui si ha una perdita considerevole nel processo di raffinazione è il magnesio.

    Recenti indagini  indicano che la maggioranza delle persone non arriva ad assumere nemmeno un terzo del magnesio necessario al buon funzionamento del nostro organismo, non superando quotidianamente i 200 mg.

    Altro importante fattore che contribuisce alla carenza di questo importante minerale è lo stress, in quanto fa consumare al nostro organismo grandi quantità di magnesio.

    Magnesio e Vitamina D ricoprono importanti ruoli per la nostra salute: coinvolti in moltissimi processi biochimici.

    Il Magnesio


    Se hai deciso di integrare vitamina D e Magnesio guarda queste proposte.

    oppure consulta la mia lista per la vitamina D e la lista per integratori di Magnesio.

     

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    Si consiglia di sciogliere 1 cucchiaino da caffè in acqua calda/tiepida 1-2 volte al giorno.

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    un’altra buona proposta per la vitamina D ma senza codice sconto

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    Vitamina D e Magnesio: scopri perché sono indispensabili insieme

     

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    Per chi non vuole rinunciare ad una buona integrazione di magnesio, oltre alla via transdermica (massaggio di olio di magnesio SULLA PELLE), può usare il magnesio chelato.

    COME FUNZIONA IL Magnesio CHELATO

    Assumi 2 capsule al giorno per avere 375 mg di magnesio (dose minima).

    Magnesio puro legato all’aminoacido che offre la più alta bioattività dei minerali nell’organismo umano. L’aggiunta di vitamina B6 nella sua forma bioattiva P-5-P (fosfato piridossale) massimizza la capacità di assunzione di magnesio e ne favorisce l’assorbimento.

    La forma chelata dei minerali migliora significativamente l’assorbimento.
    I minerali consumati in questa forma sono molto più naturali per il corpo e vengono assorbiti meglio rispetto alle forme organiche e inorganiche comunemente vendute. Il corpo può godere di molti più benefici dalla forma chelata dei minerali.


    Magnesio – complesso – 50 caps

    Magnesio Bisglicinato

    Prendere 2 capsule come dose minima giornaliera

    • Con semi di zucca fonte naturale di zinco
    • Completo, puro, senza additivi ed eccipienti
    • Anche per vegani e vegetariani

     




    Perché la Vitamina D va presa tutti i giorni e non a megadosi settimanali o mensili?

    Così come il sole sorge tutti i giorni, la vitamina D va integrata tutti i giorni, e non in mega dosi settimanali o mensili.

    Questo è il motivo per cui alcuni studi scientifici hanno avuto risultati inconcludenti o negativi per quanto riguarda la vitamina D: hanno utilizzato dosi basse o mensili/trimestrali. Dopo qualche giorno la vitamina D si era azzerata, pur elevando il livello nel sangue, ma non risultando più disponibile nei tessuti.
    Lo vediamo nei due grafici qui di seguito:


     

    La supplementazione di vitamina D deve essere fatta tutti i giorni o in modo intermittente?

    Intervista alla Dr.ssa Patrizia D’Amelio, Dipartimento di Scienze Mediche Università di Torino e al Prof. Francesco Bertoldo, Responsabile Struttura Funzionale Malattie del Metabolismo Scheletrico e Minerale, Università degli Studi di Verona


    Perfino nel foglietto illustrativo del famoso Dibase la sommministrazione è giornaliera e guardate che il dosaggio è 10mila UI. al giorno

     

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    Vitamina D e Magnesio: scopri perché sono indispensabili insieme


    Traduzione di alcuni studi interessanti sull’uso di alti e bassi dosaggi giornalieri, mensili ed annuali di Vitamina D in diverse fascie di popolaione.

    Vitamin D: Daily vs. Monthly Use in Children and Elderly—What Is Going On?

    Luca Dalle Carbonare, Maria Teresa Valenti, Francesco del Forno, Elena Caneva, and Angelo Pietrobelli

    Vitamina D: uso giornaliero vs. mensile nei bambini e negli anziani: cosa sta succedendo?

    Astratto
    La carenza di vitamina D è molto diffusa tra bambini e adulti in tutto il mondo. Esiste un accordo sul fatto che la carenza di vitamina D debba essere corretta. Tuttavia, le definizioni di carenza vitaminica e terapia sostitutiva efficace della vitamina D sono incoerenti in letteratura. Non solo il regime di dosaggio è ancora in discussione, ma anche l’ora e il periodo di somministrazione (ovvero dose giornaliera o mensile). Nei soggetti pediatrici così come negli anziani, sono stati proposti regimi posologici con alte dosi di vitamina D a intervalli meno frequenti per contribuire ad aumentare la compliance al trattamento: questi si sono diffusi nella pratica clinica, nonostante la crescente evidenza che tali terapie non sono solo inefficaci ma potenzialmente dannose, in particolare nei soggetti anziani. Inoltre, negli anziani, alte dosi di vitamina D sembrano aumentare il rischio di declino funzionale e sono associate a un rischio più elevato di cadute e fratture. Raggiungere una buona aderenza ai regimi profilattici raccomandati è sicuramente uno degli ostacoli attualmente da affrontare vista l’ampia fascia di popolazione suscettibile al trattamento e la lunghissima durata della profilassi. L’assunzione giornaliera per periodi prolungati è infatti una delle frequenti cause di abbandono terapeutico, mentre dosi mensili di vitamina D possono migliorare in modo efficace e sicuro la compliance del paziente alla terapia. Lo scopo del nostro articolo è una rassegna quasi letteraria sui regimi posologici nei bambini e negli anziani. Queste due popolazioni hanno mostrato un effetto benefico particolarmente significativo sul metabolismo osseo e potrebbero esserci risultati diversi con diversi regimi di dosaggio.

    Conclusioni
    In sintesi, l’approccio migliore per correggere una carenza di vitamina D è ancora dibattuto e potrebbe essere specifico per diverse fasce di età. Per dare linee guida chiare e pratiche, potrebbe essere il momento di istituire un panel di esperti per identificare il miglior dosaggio di vitamina D alle diverse età. Molte altre variabili potrebbero essere incluse nell’analisi per ottenere il dosaggio desiderato.
    Tuttavia, dopo una revisione critica e un’analisi di tutte le prove, potremmo suggerire, come fattori chiave, di considerare l’analisi della massa ossea nei bambini e il ruolo del peso o del BMI negli anziani per definire “il quadro della vitamina D”. È inoltre fondamentale garantire una corretta acquisizione della massa ossea che notoriamente raggiunge il suo apice nell’adolescenza, processo in cui la vitamina D è strettamente coinvolta.
    Infine, possiamo suggerire la somministrazione di una dose di carico basata sul peso corporeo e sui valori basali di 25OHD per normalizzare i livelli di vitamina D, mentre è urgente definire il regime ottimale di integrazione di vitamina D per il mantenimento di livelli normali, avendo un quadro chiaro del quotidiano vs somministrazione mensile e dosaggio basso o alto.


    High-Dose Vitamin D SupplementationToo Much of a Good Thing?

    Susan S. Harris, DSc

    Integrazione ad alte dosi di vitamina D, Il troppo di una cosa buona?

    Molti studi randomizzati controllati indicano che la vitamina D ridurrà le cadute e le fratture. Pertanto, l’ipotesi nello studio di Sanders et al nel numero di JAMA, che una singola dose orale annuale di 500.000 UI di colecalciferolo (vitamina D3) sarebbe efficace nel ridurre le cadute e le fratture nelle donne anziane con 1 o più fattori di rischio perché cadere era ragionevole.
    Tuttavia, non solo questo regime non è stato efficace nel ridurre il rischio, ma ha anche aumentato il rischio di cadute e fratture, con l’aumento maggiore che si è verificato durante i primi 3 mesi dopo la somministrazione. Un aumento delle fratture, ma non delle cadute, è stato riportato in un altro studio in cui ogni anno venivano somministrate dosi elevate di ergocalciferolo per via intramuscolare a uomini e donne di età pari o superiore a 75 anni.


    Vitamin D: Bolus Is Bogus—A Narrative Review –

    Richard B. Mazess, Heike A. Bischoff‐Ferrari, and Bess Dawson‐Hughes

    Vitamina D: il bolo è fasullo: una revisione narrativa

    Riepilogo

    In questa recensione abbiamo riassunto e discusso le crescenti prove che un’elevata dose di vitamina D in bolo può avere un beneficio minimo, o addirittura essere controproducente, mentre una dose giornaliera da piccola a moderata in individui a rischio di carenza è benefica. Ciò si applicava agli esiti del rachitismo, alla salute muscoloscheletrica (cadute e fratture), nonché alle infezioni respiratorie e alla mortalità per cancro, e possibilmente alla somministrazione settimanale di calcifediolo per quanto riguarda COVID-19. Tuttavia, come discusso sopra nella sezione su cadute e fratture, i benefici della somministrazione giornaliera sono stati assenti in diversi studi tra adulti con pieno apporto di vitamina D e quelli non a rischio per gli esiti di interesse (cioè cadute e fratture (73, 74), e sebbene ciò necessiti di ulteriori studi, non possiamo escludere che anche dosi giornaliere più elevate possano innescare fattori compensativi.(24)

    L’aumento dell’uso del dosaggio in bolo in un numero crescente di studi può essere in parte motivato dalla convenienza e dai presunti benefici sull’aderenza rispetto al dosaggio giornaliero.(100) Inoltre, l’uso frequente del dosaggio in bolo per gli studi sulla vitamina D può essere dovuto a un’errata interpretazione del suo aumento a breve termine dei livelli di 25(OH)D, mentre i fattori compensativi a lungo termine innescati da tali dosi che disattivano il suo processo di attivazione ormonale strettamente regolato sono stati trascurati.(3) L’evidente aumento compensativo della 24-idrossilasi porta alla sottoregolazione di 1,25(OH)2D e inibisce l’immunomodulazione per settimane o addirittura mesi. (3) In altre parole, sebbene un bolo abbondante produca un rapido aumento dei livelli di 25(OH)D, costo della downregulation dell’attivazione cellulare e dei fattori di immunità. (101) Al contrario, una dose da piccola a moderata di D3 giornaliera ha effetti intracellulari superiori e necessita di un dosaggio frequente a causa della sua emivita di 20 ore. (3, 11, 24) Se un rapido aumento di 25(OH)D, la somministrazione di una dose iniziale bassa di calcifediolo può essere un’alternativa.(50, 51) E una volta che il livello di 25(OH)D è alto, il calcifediolo non sarebbe più necessario.

    È stato difficile isolare l’influenza del dosaggio in bolo nelle meta-analisi perché molti autori hanno unito questi studi con quelli che utilizzano il dosaggio giornaliero. Inoltre, il basso costo e l’elevata sicurezza di D3 ha portato a studi nel vasto pubblico, non solo in persone carenti o a rischio clinico, quindi i criteri abituali delle sperimentazioni cliniche potrebbero non essere appropriati. Pertanto, le agenzie di sanità pubblica sono chiamate a fare una valutazione completa del rapporto rischio-beneficio del ruolo potenziale di una dose giornaliera da piccola a moderata di vitamina D nell’attuale pandemia di COVID, in particolare per coloro con carenza nota (anziani e gruppi etnici di pelle scura ).(8, 9) In particolare, anche un decennio fa divenne evidente che il dosaggio in bolo era “una cosa troppo buona”,(102) mentre la correzione delle carenze esistenti con il dosaggio giornaliero di vitamina D è un metodo sicuro e a basso costo nella strategia di sanità pubblica per migliorare una serie di disturbi affetti.


    The same annual dose of 292000 IU of vitamin D (cholecalciferol) on either daily or four monthly basis for elderly women: 1-year comparative study of the effects on serum 25(OH)D concentrations and renal function

    Tuula PekkarinenVille-Valtteri VälimäkiStiina AarumUrsula TurpeinenEsa HämäläinenEliisa LöyttyniemiMatti J Välimäki
    La stessa dose annuale di 292000 UI di vitamina D (colecalciferolo) su base giornaliera o quadrimestrale per le donne anziane: studio comparativo di 1 anno degli effetti sulle concentrazioni sieriche di 25(OH)D e sulla funzione renale

    Astratto

    Obiettivo: il dosaggio giornaliero di integratori di vitamina D può essere difficile tra le persone anziane. La somministrazione poco frequente di “megadosi” controllate dal personale sanitario può risolvere il problema dell’aderenza. Abbiamo confrontato l’efficacia e la sicurezza di due dosaggi orali (800 UI al giorno o 97333 UI quattro mesi) di vitamina D(3) risultando nella dose annuale uguale di 292000 UI.

    Design: confronto di gruppi paralleli randomizzato, in doppio cieco, double-dummy. Pazienti Quaranta donne di età compresa tra 69,3 e 78,8 anni.

    Interventi: Vitamina D(3) 400 UI due volte al giorno (gruppo D) o olio di vitamina D(3) 97333 UI ogni 4 mesi (gruppo 4 M) per 1 anno. Tutti hanno ricevuto 1 g di calcio al giorno.

    Misurazioni: 25-idrossivitamina D(3) [25(OH)D(3)] sierica in relazione ai livelli target di 50-75 nmol/l, PTH, propeptide aminoterminale del procollagene di tipo I (PINP), calcio sierico e urinario , funzione renale.

    Risultati: una quantità di 25OHD(3) è aumentata maggiormente nel gruppo D rispetto al gruppo 4 M (P < 0,0001). Tutti i partecipanti nel gruppo D e il 67% nel gruppo 4 M avevano 25(OH)D(3) superiore a 50 nmol/l a 12 mesi; il livello target di 75 nmol/l è stato raggiunto rispettivamente dal 47% e dal 28%. Il PTH non ha mostrato alcuna perturbazione stagionale in entrambi i gruppi. Il PINP è diminuito e il calcio urinario è aumentato in modo simile nei gruppi di studio nel tempo (P <0,0001). La funzione renale non è peggiorata in nessuno dei due gruppi.

    Conclusioni: In termini di concentrazioni sieriche di 25(OH)D(3), 800 UI al giorno erano più efficaci di 97333 UI ogni 4 mesi. Tuttavia, per aumentare l’adesione, vale ancora la pena sviluppare quest’ultima. Entrambi i trattamenti hanno aumentato l’escrezione urinaria di calcio, ma non hanno peggiorato la funzionalità renale.


    Annual high-dose oral vitamin D and falls and fractures in older women: a randomized controlled trial

    Kerrie M Sanders Amanda L StuartElizabeth J WilliamsonJulie A SimpsonMark A KotowiczDoris YoungGeoffrey C Nicholson

    Vitamina D orale ad alte dosi annuali e cadute e fratture nelle donne anziane: uno studio controllato randomizzato

    Astratto

    Contesto: il miglioramento dello stato di vitamina D può essere un importante fattore di rischio modificabile per ridurre cadute e fratture; tuttavia, l’aderenza all’integrazione quotidiana è tipicamente scarsa.

    Obiettivo: determinare se una singola dose annuale di 500.000 UI di colecalciferolo somministrata per via orale a donne anziane in autunno o in inverno possa migliorare l’aderenza e ridurre il rischio di cadute e fratture.

    Disegno, impostazione e partecipanti: uno studio in doppio cieco, controllato con placebo su 2256 donne residenti in comunità, di età pari o superiore a 70 anni, considerate ad alto rischio di frattura è stato reclutato da giugno 2003 a giugno 2005 e sono state assegnate in modo casuale a ricevere colecalciferolo o placebo ogni autunno-inverno per 3-5 anni. Lo studio si è concluso nel 2008.

    Intervento: 500.000 UI di colecalciferolo o placebo.

    Principali misure di esito: le cadute e le fratture sono state accertate utilizzando calendari mensili; i dettagli sono stati confermati da un’intervista telefonica. Le fratture sono state confermate radiologicamente. In un sottostudio, 137 partecipanti selezionati in modo casuale sono stati sottoposti a prelievo di sangue seriale per i livelli di 25-idrossicolecalciferolo e ormone paratiroideo.

    Risultati: le donne nel gruppo colecalciferolo (vitamina D) hanno avuto 171 fratture contro 135 nel gruppo placebo; 837 donne nel gruppo vitamina D sono diminuite di 2892 volte (tasso, 83,4 per 100 persone-anno) mentre 769 donne nel gruppo placebo sono diminuite di 2512 volte (tasso, 72,7 per 100 persone-anno; rapporto del tasso di incidenza [RR], 1,15; 95 % intervallo di confidenza [CI], 1,02-1,30; P = 0,03). L’incidenza RR per frattura nel gruppo vitamina D era 1,26 (95% CI, 1,00-1,59; P = 0,047) rispetto al gruppo placebo (tassi per 100 anni-persona, 4,9 vitamina D vs 3,9 placebo). Un modello temporale è stato osservato in un’analisi post hoc delle cadute. L’incidenza RR di caduta nel gruppo vitamina D rispetto al gruppo placebo è stata di 1,31 nei primi 3 mesi dopo la somministrazione e di 1,13 durante i successivi 9 mesi (test di omogeneità; P = 0,02). Nel sottostudio, il 25-idrossicolecalciferolo sierico mediano al basale era di 49 nmol/L. Meno del 3% dei partecipanti al sottostudio aveva livelli di 25-idrossicolecalciferolo inferiori a 25 nmol/L. Nel gruppo vitamina D, i livelli di 25-idrossicolecalciferolo sono aumentati a 1 mese dopo la somministrazione a circa 120 nmol/L, erano circa 90 nmol/L a 3 mesi e sono rimasti più alti rispetto al gruppo placebo 12 mesi dopo la somministrazione.

    Conclusione: Tra le donne anziane residenti in comunità, la somministrazione orale annuale di colecalciferolo ad alte dosi ha comportato un aumento del rischio di cadute e fratture.


    Administration of annual oral high-dose vitamin D to community-dwelling older women in autumn and winter months increases risk of falls and fractures

    La somministrazione orale annuale di vitamina D ad alte dosi alle donne anziane residenti in comunità nei mesi autunnali e invernali aumenta il rischio di cadute e fratture

    Contesto

    A latitudini superiori a 35°N, dove l’insufficienza di vitamina D è comune, la luce solare invernale non contiene raggi ultravioletti B sufficienti per la produzione endogena di vitamina D, che richiede un’integrazione. Livelli insufficienti di vitamina D aumentano il rischio di cadute e fratture.1 Gli studi controllati randomizzati che hanno valutato l’efficacia dell’integrazione di vitamina D per prevenire cadute e fratture sono stati inequivocabili, complicati da dosi diverse, regimi di dosaggio, metodi di somministrazione, tipi di vitamina D e popolazioni.
    Metodi

    Sanders e colleghi hanno confrontato i tassi di cadute e fratture in 2256 donne residenti in comunità residenti nel Victoria meridionale, in Australia (38°S di latitudine), assegnate in modo casuale a ricevere una dose orale annuale di 500.000 UI di vitamina D3 o un placebo identico ogni caduta o inverno. Le donne ad alto rischio di frattura sono state inserite in questo studio monocentrico, in doppio cieco e sono state seguite per 3-5 anni. Le donne sono state escluse se non erano in grado di fornire il consenso o le informazioni relative a cadute o fratture, risiedevano in una struttura di assistenza di alto livello, avevano livelli elevati di calcio sierico (corretto per l’albumina > 2,65 mmol/l) o creatinina (> 150 µmol/l) o stavano attualmente assumendo ≥400 UI di vitamina D al giorno, calcitriolo o terapia antifrattura. L’assegnazione del trattamento è stata effettuata da uno statistico indipendente.

    I questionari di riferimento dettagliavano l’età dei partecipanti, l’assunzione di calcio…

    Il resto dell’articolo è a pagamento


     




    Dottor Cicero Coimbra su Vitamina D e Autismo


    Autismo e il protocollo di Coimbra


    Abbiamo usato vitamina D ad alte dosi in alcuni bambini e in un ragazzo di 17 anni (della città di Rio de Janeiro) negli ultimi 2-3 anni, e tutti hanno raggiunto un comportamento normale o quasi normale come risultato di quella terapia.

    RIFERIMENTI :

    • https://scholar.google.com.br/scholar?hl=pt-BR&q=autism%20autoimmune&lr&oq=aut
    • Autism spectrum disorder and low vitamin D at birth: a sibling control study
    • I 7 segni della vitamina D bassa
      Patologie legate strettamente alla carenza di Vitamina D

      7 segnali di una possibile carenza di vitamina D

      analisi del sangue. Tuttavia, ci sono alcuni segnali e sintomi da tenere sotto controllo.

      Se soffri di qualcuno di questi, dovresti fare le analisi per testare i tuoi livelli di vitamina D, insieme ad altri indici correlati come Calcio e Paratormone.

      1. Hai la pelle più scura — Le persone scure di pelle hanno un maggiore rischio di soffrire di carenza di vitamina D. Se hai la pelle scura, potresti avere bisogno di fino a 10 volte in più di esposizione al sole per produrre la stessa quantità di vitamina D di una persona con la pelle chiara!
      2. e gli anziani tendono a trascorrere più tempo al chiuso.
      3. Ti fanno male le ossa — Secondo il Dott. Holick, molte persone che consultano il medico per dolori e malori, soprattutto in combinazione con la fatica, ricevono diagnosi sbagliate di fibromialgia o di sindrome di fatica cronica.
        “Molti di questi sintomi sono classici segni di osteomalacia da carenza di vitamina D, che è diversa dalla normale carenza di vitamina D che causa osteoporosi negli adulti,” dice. “Quello che sta succedendo è che la carenza di vitamina D causa un difetto nel mettere il calcio nella matrice di collagene dello scheletro. Di conseguenza, hai un dolore muscolare sordo e doloroso”.
      4. Hai problemi di intestino — Ricorda, la vitamina D è una vitamina liposolubile, il che significa che se soffri di una condizione gastrointestinale che influisce sulla tua capacità di assorbire i grassi, potresti avere un minore assorbimento di vitamine liposolubili come la vitamina D. Ciò include le condizioni intestinali come il morbo di Crohn, la sensibilità al glutine non celiaca e celiaca e le malattie infiammatorie intestinali.

      Dr. Mercola e Patologie in relazione alla carenza di Vitamina D

      La ricerca mostra che livelli più alti di vitamina D possono aiutare a prevenire e/o trattare:

      • Malattie autoimmuni
      • Malattie neurodegenerative, compresa la sclerosi multipla
      • Malattie gastrointestinali e tumori correlati
      • Malattie reumatiche infiammatorie
      • LUPUS
        Secondo i ricercatori Cairo, 28 maggior parte dei pazienti con lupus eritematoso sistemico hanno un certo livello di carenza di vitamina D, determinato come un livello di 10 ng/ml o meno, o il fallimento di questo nutriente, da 10-30 ng/ml
      • DEPRESSIONE
        Complicazioni durante la Gravidanza

        È fondamentale ottimizzare i livelli di vitamina D durante la gravidanza, non solo per la propria salute, ma anche per la salute a breve e lungo termine del bambino.
        Gli studi rivelano che è necessario avere un livello di vitamina D superiore a 40 ng/ml per proteggere il bambino da gravi complicazioni, come parto prematuro e
        CANCRO
        Gli studi indicano che per ridurre il rischio di cancro, è necessario un intervallo di dosaggio compreso tra 1 100 e 4.000 UI al giorno, oltre a una concentrazione di 25-idrossivitamina D nel siero da 60 a 80 ng/mL.
        Uno studio condotto nel 2011, condotto da esperti di vitamina D, Dr Cedric Garland e Heaney, ha scoperto che la dose supplementare, che ha garantito che il 97,5% della popolazione dello studio raggiungesse un livello di vitamina D Almeno 40 ng/mL erano 9.600 IU / giorno.
        Ha anche concluso che è improbabile che il consumo di 40.000 UI al giorno determini tossicità da vitamina D.
        La vitamina D aiuta anche a migliorare i risultati di salute dei pazienti oncologici. Uno studio condotto nel 2009 ha mostrato che la sopravvivenza del cancro era del 77% più alta nelle donne che hanno ricevuto supplementi di Calcio e Vitamina D, rispetto a quelli che hanno ricevuto un placebo.
        Il Cancro al Seno e il Cancro alla Prostata, sono solo due esempi in cui bassi livelli di vitamina D ti rendono anche più vulnerabile alle forme più aggressive della malattia. Recenti ricerche hanno anche rilevato che bassi livelli di vitamina D sono associati a Neuropatia Periferica più grave nei pazienti oncologici
      • CADUTE, FRATTURE, SALUTE DENTALE
        OBESITÀ
        DIABETE

        Una meta-analisi su 42 studi randomizzati controllati hanno rilevato che il consumo di vitamina D riduceva significativamente la mortalità per tutte le cause se assunto per un minimo di tre anni.

      Identificato un legame tra carenza di vitamina D e patologie autoimmuni e tumori

      Vitamina D e minore mortalità per COVID-19: le evidenze e il suo uso per prevenzione e cura


      Di quanta vitamina D hai bisogno per una salute ottimale?

      tra i 50 e i 70 ng/ml.

      dal sito del dr Mercola

      GUIDA all’Integrazione e Mantenimento della VITAMINA D


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    Tiene anche lontani gli insetti. Non macchia la pelle ma i vestiti chiari, che si però lavandoli in lavatrice vanno via facilmente.

    Crediti Immagini Ancona Today

    Avvertenze

    Se avete problemi di pelle particolari usate pure le vostre creme, ma sempre dopo i primi 15-20 minuti di esposizione solare senza, giusto per produrre la vitamina D. Le ricerche del dr Holick, il primo che ha scoperto il meccanismo di produzione della Vitamina sulla pelle, indicano che possiamo produrre da 10.000 UI fino a 25.000 Ui di Vitamina D grazie al 7deossi-colesterolo, esponendoci 20 minuti.

    Orari di esposizione e latitudini

     

     

     

     

    Approfondimenti:


    Ustioni e scottature

    Testimonianza personale

    Come fare l’impacco di AA sulle ustioni di 1°

    La pelle che si era bruciata cadrà da sola nei giorni successivi lavandosi con acqua e sapone lasciando sotto una zona perfettamente cicatrizzata.

    Approfondimenti:


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    Il Dr Cicero Coimbra sui Calcoli Renali e sulla Dose Fisiologica di 10mila UI di vitamina D

    CALCOLI RENALI

    Testo esplicativo del Dott. Coimbra per quanto riguarda la questione dei calcoli renali

    “Queste sono domande che si ripetono all’infinito, richiedendo sempre le stesse risposte. Dato un grande e cumulativo numero di pazienti che usano la vitamina D, se non esiste una comunicazione adeguata tra i pazienti, con l’andare del tempo, noi passeremo sempre più tempo a rispondere alle stesse domande e meno tempo a visitare nuovi pazienti. Tutte le volte che vengono fatte affermazioni come queste (nonostante le lunghe visite e fornitura di un foglietto esplicativo con 37 punti), siamo obbligati a fornire spiegazioni per evitare il panico e la diffusione di disinformazione, che porta a un congestionamento ancora maggiore della linea telefonica dello studio medico, creando maggiori difficoltà nel nostro lavoro. Ogni piccola affermazione senza senso porta alla scrittura di un lungo testo esplicativo.

    1. Dieci mila unità di vitamina D (10.000 UI di D3) vengono prodotte per pochi (10-20) minuti di esposizione solare. Come si può immaginare che una esposizione così breve possa essere considerata nei libri di medicina come causa di formazione dei calcoli?
    2. Abbiamo avuto molti casi di persone già portatrici di calcoli formatisi anni prima, con crescita progressiva, mantenuti immobili nella pelvi renale (ossia, a livello locale di “uscita” dell’urina dei reni) che hanno avuto i calcoli mobilizzati per l’aumento di flusso dell’urina, come risultato dell’idratazione abbondante e conseguente aumento del volume formato di urina. Come risultato, il calcolo che si trovava fermo a livello della pelvi renale, senza provocare dolore (per il grande volume della pelvi che può ospitare vari calcoli voluminosi) viene mobilizzato seguendo il flusso urinario per la uretra, dove calcoli maggiori di 6 mm in genere semplicemente non passano (necessitando litotripsia a ultrasuoni) e calcoli di 3-6 mm possono provocare coliche intense durante il passaggio. In altre parole un calcolo pre-esistente di 10 mm fermo da mesi o anni nella pelvi renale viene mobilizzato dalla abbondante idratazione portando alla situazione descritta.
    3. Non ha nessun senso la seguente affermazione: “L’urologo mi ha detto che il problema non è l’eccesso di calcio nell’organismo, ma bensì la mancanza. Ha detto anche che le persone erroneamente fanno una dieta restrittiva di calcio per paura dei calcoli renali. Ed è lì che risiede il problema della calcificazione, che in assenza di calcio, l’organismo lo rimuove dal sangue e dalle ossa.”

    In realtà, la priorità massima dell’organismo è di preservare la concentrazione di calcio nel sangue entro una variazione normale: non può esserci né eccesso né mancanza di calcio nel sangue per evitare, per esempio l’insorgenza di aritmie cardiache.

    Se il calcio viene eccessivamente mobilitato dall’osso o eccessivamente ritirato dagli alimenti (latticini) presenti nell’intestino, si verifica la tendenza all’aumento della concentrazione di calcio nel sangue.

    Quindi non vi è una “mancanza di calcio”: soltanto si evita l’eccesso (quello che succederebbe di fronte a una dieta normale associata ad alte dosi di vitamina D).

    dr. Cicero Coimbra, Neurologo.


     

     

     

     

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    Sintesi, assorbimento e metabolismo della Vitamina D
    I benefici sul Dolore

     

    PDF da VitaminDWiki. Quanto segue è stato estratto dal PDF

    Sommario

    • Introduzione
    • 2. Vitamin D
    • Sintesi, assorbimento e metabolismo della vitamina D
    • 3. Dolore
    • 4. interfacce di dolore e vitamina D
      • 4.1 Dolore associato alla demineralizzazione ossea correlata alla vitamina D
        4.2 Dolore associato a carenza di vitamina D e debolezza muscolare

        • 4.3.1 La vitamina D come steroide neuroattivo
          4.3.2 Vitamina D e neurotrofine
          4.3.3 Vitamina D e prostaglandine
          4.3.4 Effetti della vitamina D sulle vie infiammatorie
          4.3.5 Vitamina D e ossido nitrico sintasi
          4.3.6 Vitamina D e cellule T helper
          4.3.7 Recettore della vitamina D (VDR) e 1a-idrossilasi
    • 5. Vitamina D associata a comorbilità dolorose (sonno e depressione)
      • 8. Conclusione
      • Riferimenti

      Introduzione

      2. Vitamin D

      Sintesi, assorbimento e metabolismo della vitamina D

      Da 10.000 a 20.000 UI di vitamina D possono essere prodotte in 30 minuti di esposizione di tutto il corpo alla luce solare. Questa vitamina D prodotta endogenamente entra nel sangue e si lega alla proteina legante la vitamina D (DBP), facilitando il trasporto al fegato [1,5]. La vitamina D può essere ottenuta anche da un numero limitato di fonti alimentari. La vitamina D2 (ergocalciferolo) è prodotta da alcuni tipi di piante e animali quando l’ergosterolo viene alterato dall’irradiazione ultravioletta. Tuttavia, pochi alimenti hanno livelli sostanziali di vitamina D2 presenti in natura per renderlo una fonte significativa di vitamina D negli esseri umani.

      ulteriormente metabolizzata nei reni e possibilmente in un’ampia varietà di tessuti extra-renali dall’enzima 25-idrossivitamina D-1 a-idrossilasi (CYP27B1) nella sua forma attiva, vale a dire 1,25-diidrossi – vitamina D [1,25 (OH) 2 D3].

      3. Dolore

      Esistono due ampie categorie di dolore, vale a dire il dolore nocicettivo acuto che funge da segnale di avvertimento precoce e il dolore patologico persistente, che è essenzialmente un falso allarme in corso [16,17].
      I neuroni del secondo ordine trasmettono le informazioni attraverso tratti specifici che raggiungono il talamo dove si verifica la sensazione di dolore.
      I neuroni del terzo ordine che collegano il talamo alla corteccia somatosensoriale vengono attivati, determinando la percezione del dolore [16,20].

      “dolore che persiste oltre il normale tempo di guarigione dei tessuti”. Questo è considerato (in assenza di altri criteri) 3 mesi [21]. Tuttavia, alcuni disturbi del dolore cronico sono caratterizzati da brevi episodi acuti ricorrenti ed esacerbazioni come la nevralgia del trigemino e l’artrite reumatoide.

      Il passaggio dal dolore acuto a quello cronico non è ben compreso e sembra multifattoriale [29]. Il dolore nocicettivo di solito (ma non sempre) si riduce con la guarigione.
      Mentre il dolore persistente è spesso dovuto a evidenti danni ai nervi (ad esempio lesioni o cancro), ci sono molti casi in cui nessuna patologia fisica può essere verificata oggettivamente, come nella sindrome fibromialgica e nel mal di testa.

      fibromialgia, intestino irritabile, lombalgia e cefalea cronica quotidiana [30]. Le lesioni infiammatorie e nervose sono coinvolte nell’eziologia di molte sindromi dolorose croniche come l’artrosi, la neuropatia diabetica o la nevralgia post-erpetica, ma solo una piccola percentuale di coloro che sono soggetti a tali lesioni sviluppa effettivamente dolore cronico e il grado di gravità del dolore può variare in modo significativo tra i pazienti [31].

      4. interfacce di dolore e vitamina D

      La carenza di vitamina D è stata associata a mal di testa, dolore addominale, al ginocchio e alla schiena, dolore muscoloscheletrico persistente, dolore toracico costo-condritico, sindrome della schiena fallita e fibromialgia [6,45,53,54,55,56,57,58,59 ].

      Tabella 1 – Interfacce della carenza di vitamina D e tipi di dolore persistente:

      • Mal di testa
      • Dolore al cancro
      • Dolore e debolezza muscoloscheletrici persistenti
        (rachitismo, osteomalacia, osteopenia, fibrosi cistica, dolore alla schiena, dolore al ginocchio, dolore toracico costo-condritico)
      • Fibromialgia
      • Dolore addominale
      • Dolore associato a ischemia (anemia falciforme, malattia coronarica)
      • Dolore infiammatorio (artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico)
      • Dolore neuropatico (neuropatia diabetica, neuropatia post-erpetica, sclerosi multipla)

      4.1 Dolore associato alla demineralizzazione ossea correlata alla vitamina D.

      In assenza di mineralizzazione ossea a causa della carenza di vitamina D, le ossa in crescita sotto carico (braccia e gambe) di neonati e bambini si piegano. Nei neonati, il rachitismo può provocare una chiusura ritardata delle fontanelle e deformità della gabbia toracica [3]. La sottile evidenza di rachitismo nei bambini include dolore alle gambe, età ritardata per stare in piedi e camminare e crescita ritardata.

      4.2 Dolore associato a carenza di vitamina D e debolezza muscolare


      Tabella 2 – Meccanismi d’azione della vitamina D sui processi dolorosi

        • La vitamina D regola la sintesi delle neurotrofine che influenzano lo sviluppo, il mantenimento e la sopravvivenza dei neuroni
        • La vitamina D sopprime il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-a) e il fattore stimolante le colonie dei macrofagi (M-CSF) negli astrociti e nella microglia e inibisce le vie del dolore
        • 4.3.1 La vitamina D come steroide neuroattivo

          4.3.2 Vitamina D e neurotrofine

          La vitamina D in aumento regola la sintesi di neurotrofine come il fattore di crescita neurale (NGF), la neurotrofina 3 (NT3) e il fattore neurotrofico derivato dalla linea cellulare (GDNF), mentre la neurotrofina 4 (NT4) è sotto regolata (Tabella 2) [89 , 90,91,92]. Attraverso questo sistema,


          4.3.3 Vitamina D e prostaglandine

          4.3.4 Effetti della vitamina D sulle vie infiammatorie

          4.3.5 Vitamina D e ossido nitrico sintasi

          4.3.6 Vitamina D e cellule T helper

          4.3.7 Recettore della vitamina D (VDR) e 1a-idrossilasi

          5. Vitamina D associata a comorbilità dolorose (sonno e depressione)

          Sembra esserci una considerevole sovrapposizione negli effetti del sonno, del dolore, della depressione e della vitamina D sul sistema immunitario. La vitamina D potrebbe essere collegata alla depressione, al sonno e al dolore cronico mediando gli effetti delle cellule immunitarie come astrociti e macrofagi (Tabella 3) [90,92]. La vitamina D influenza direttamente le risposte delle cellule T inibendo la produzione di IL-2, interleuchina-17 (IL-17) e interleuchina-21 (IL-21) e stimolando la produzione di interleuchina-4 (IL-4) [116].

          [118]. Una quantità di sonno insufficiente può facilitare o esacerbare il dolore attraverso l’aumento dell’interleuchina-6 (IL-6) [122]. Nei disturbi in cui i disturbi del sonno sono comuni, una quantità di sonno insufficiente stessa può stabilire e mantenere la sua concomitanza con il dolore e con l’aumento dell’infiammazione [122]. La carenza di vitamina D potrebbe contribuire a una scarsa qualità del sonno o ai sintomi di una ridotta veglia inducendo un aumento relativo del TNFa circolante e del fattore nucleare kappa-potenziatore della catena leggera delle cellule B attivate (NFkB), entrambi i quali possono provocare una sensazione soggettiva di sonnolenza [123].

          I pazienti con sintomi depressivi e con disturbi del dolore mostrano livelli di citochine aumentati. Questi includono IL-6, proteina C-reattiva (CRP), IL-1 be TNF-a [124]. La depressione maggiore può essere accompagnata da attivazione immunitaria sistemica o da una risposta infiammatoria con coinvolgimento di cellule fagocitiche (monociti, neutrofili), attivazione di cellule T, aumento della secrezione di prostaglandine e aumento della produzione di IL-1p e IL-6 da parte delle cellule mononucleate del sangue periferico 125 ]. Le citochine svolgono anche un ruolo centrale nella generazione e trasmissione del dolore con livelli aumentati di TNF-a e IL-1, IL-2 e IL-6 e livelli ridotti di IL-4 e IL-10 [126,127]. È stato dimostrato che le citochine modulano il metabolismo centrale della serotonina e della dopamina [128].
          serotonina, noradrenalina, sostanza P e dopamina. I livelli di serotonina sono tipicamente bassi nei pazienti depressi [130,131]. La serotonina può avere effetti pronocicettivi o antinocicettivi, a seconda del sottotipo di recettore e della posizione nel sistema nervoso centrale. La serotonina può essere pronocicettiva nella periferia, mentre gli effetti antinocicettivi primari della serotonina si pensa si verifichino attraverso i recettori situati centralmente nelle vie discendenti antinocicettive [132].

          acetilcolina e può potenziare o inibire gli effetti del glutammato ed è stato collegato alla stimolazione del rilascio di adenosina e monoamina, svolgendo così un ruolo nell’omeostasi del sonno [117,119]. IL-1 e TNF interagiscono anche con il sistema serotoninergico per migliorare il sonno non REM [133]. IL-1 riduce la velocità di attivazione dei neuroni serotoninergici attivi nella veglia potenziando gli effetti inibitori dell’acido gamma aminobutirrico (GABA) [134]. L’IL-1 nell’area preottica (POA) dell’ipotalamo e l’adiacente proencefalo basale magnocellulare (BF) sembra essere controllata dai corticosteroidi rilasciati nel sangue dalla corteccia surrenale. I livelli di corticosteroidi dipendono dall’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene che è stimolato dall’attivazione della via della serotonina [117]. Come accennato in precedenza, IL-1 e TNF hanno un’azione diretta sensibilizzando i nocicettori, aumentando le correnti eccitatorie e riducendo le vie del dolore inibitorio [135].


          I pazienti depressi hanno mostrato livelli ridotti di noradrenalina nel liquido cerebrospinale [146]. La noradrenalina ha principalmente un effetto antinocicettivo sugli adrenorecettori alfa-2 nelle vie discendenti del dolore centralmente riducendo la sensibilità dei neuroni del corno dorsale agli stimoli nocivi [147]. Tuttavia, come la serotonina, la noradrenalina può anche avere un minore effetto pronocicettivo alla periferia nel dolore mediato dal simpatico [148].

          La sostanza P ha dimostrato di essere un importante neurotrasmettitore nel dolore e nella depressione [149]. Livelli elevati della sostanza P nel liquido cerebrospinale (CSF) sono stati riscontrati in pazienti con depressione [124]. La sostanza P contribuisce alla sensibilizzazione centrale nel dolore persistente [149,150]. Poiché è stato scoperto che la sostanza P è presente nei sistemi serotoninergici, noradrenergici e dopaminergici centrali, i ricercatori ritengono che possa essere un importante modulatore della depressione e del dolore [124].

          Tabella 3 – Potenziali interfacce di vitamina D, dolore, sonno e depressione

            • Co-localizzazione anatomica e interazione funzionale dei sistemi serotoninergici, noradrenergici e dopaminergici centrali.
            • Inibizione o potenziamento di altri neurotrasmettitori come la sostanza P, acetilcolina, glutammato, adenosina, GABA e monoammina.
            • Mediazione di cellule immunitarie come astrociti, macrofagi e cellule fagocitiche (monociti, neutrofili).
            • (Modulazione del sistema immunitario di mediatori pro-infiammatori come citochine e chemochine, in particolare IL-1beta e TNF-a, e inclusi NFkB, IL-2, IL-6 e CRP.
            • Modulazione del sistema immunitario delle risposte delle cellule T inibendo la produzione di IL-2, IL-17 e IL-21 e stimolando la produzione di IL-4 e IL-10.

          8. Conclusione

          Dichiarazione sul conflitto di interessi e finanziamento
          La vitamina D riduce il dolore ai piedi dovuto a osteoartrite del ginocchio

          (**) Dolore cronico, la supplementazione di vitamina D aiuta


          https://www.vitamineral.it/integratori-di-vitamina-d-colecalciferolo-come-prodotto-biologico/

           

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    Supplementazione di vitamina D: effetto antinfiammatorio dopo sforzo muscolare

    Sono diversi gli studi che sottolineano la correlazione tra vitamina D ed esercizio fisico, considerata la sua azione, indipendentemente dall’età dei soggetti, su trofismo e forza muscolare.
    La vitamina D migliora la sintesi proteica delle cellule muscolari attivando i recettori intracellulari, promuove la capacità fisica, la forza muscolare, la massa e la resistenza mantenendo il giusto livello di Atp e sembra in grado di ridurre il dolore muscolare a insorgenza ritardata (Doms).

    Uno studio pubblicato di recente sul Journal of the international society of sport nutrition ha valutato il possibile ruolo della supplementazione con vitamina D in atleti giovani dopo un esercizio fisico di natura eccentrica.

    Sessanta volontari maschi (20-24 anni) che hanno preso allo studio sono stati divisi in due gruppi: uno con livelli plasmatici di 25(OH)D non ottimali (S), l’altro con livelli ottimali (O).
    A loro volta sono stati suddivisi casualmente in gruppi con supplementazione di vitamina D (sperimentale: SE e OE) e controlli (SC e OC).
    Prima della supplementazione (Test I) e dopo 3 mesi (Test II), i partecipanti sono stati sottoposti a due round di test da sforzo eccentrico su un tapis roulant declinato (la velocità di corsa corrispondeva al 60% VO2 peak determinato in ciascun soggetto nel test di esercizio incrementale).
    Sono stati prelevati campioni di sangue utilizzati per la determinazione di 25(OH)D, Il-1β, livelli di mioglobina (Mb) e CPK, LDH in 3 tempi: prima del test, 1 h e 24 h dopo la sua conclusione.

    I gruppi SE e OE sono stati integrati con vitamina D a dosi personalizzate calcolate individualmente tenendo conto della massa corporea del partecipante e della concentrazione basale di 25(OH)D. I gruppi SC e OC hanno ricevuto il placebo sotto forma di pillole contenenti amido microcristallino, che somigliava per forma e colore alla vitamina D assunta dai gruppi SE e OE.

    In tutti i gruppi, dopo 3 mesi, sono state indicate concentrazioni più elevate di 25(OH)D. I gruppi SE e SC, che partivano da livelli non ottimali di vitamina D, hanno mostrato concentrazioni basali più elevate di Il-1β e significativamente maggiori dopo un’ora rispetto ai gruppi con un livello ottimale di 25(OH)D (OE e OC).
    Conclusioni

      • La carenza di vitamina D è comune in larghe fette della popolazione mondiale. Tra le sue svariate azioni a livello metabolico, immunitario e cardiovascolare, la Vitamina D è un importante modulatore della forza e del trofismo muscolare.
      • Un esercizio muscolare di tipo eccentrico, ad alta intensità, provoca danni muscolari che, se da un lato stimolano la rigenerazione muscolare, dall’altro possono limitare la capacità di svolgere un’adeguata attività fisica.
      • In soggetti carenti di Vitamina D, un’integrazione personalizzata che raggiunga buoni livelli di 25OHD3, con un limite minimo stimato sui 50 ng/ml, può contribuire alla riduzione dei processi infiammatori e dei livelli dei marker di infiammazione muscolare, in particolare delle interleuchine che si liberano dopo un esercizio fisico, soprattutto di natura eccentrica.

    Fabrizio Angelini, Alessandro Bonuccelli – SINSeB (Società Italiana di Nutrizione dello Sport e del Benessere)

    Link allo studio

    The effect of vitamin D supplementation on the muscle damage after eccentric exercise in young men: a randomized, control trial


    La vitamina D promuove la rigenerazione del muscolo scheletrico e la salute mitocondriale

    Studio tradotto con google

    Qui esamineremo il contributo della vitamina D alla rigenerazione del muscolo scheletrico dopo una lesione.

    Leggi e traduci con google il seguito dello studio Vitamin D Promotes Skeletal Muscle Regeneration and Mitochondrial Health


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