Vitamina A – Proprietà e Benefici, Come Prenderla…

Cos’è la vitamina A?

In un quadro generale, le vitamine appartengono al campo dei micronutrienti, un insieme eterogeneo di sostanze che il corpo umano richiede in quantità enormemente basse senza le quali il metabolismo cellulare viene privato degli elementi essenziali per svolgere le reazioni chimiche che supportano tutte le funzioni organiche.

Tutte le vitamine hanno due punti in comune: la dipendenza dell’organismo a ricevere il loro contributo esterno a causa della mancanza di vie metaboliche per sintetizzarle e sviluppare una funzione, integrata negli enzimi, di catalizzatore (sinonimo congiunto di impulso e accelerazione) di queste reazioni biochimiche.

Simultaneamente, si segregano in due grandi blocchi, classificandosi in base al criterio della maggiore solubilità in acqua o in grassi; così che sono idrosolubili nel primo caso (come tutte le vitamine del complesso B e la vitamina C) e liposolubili nel secondo, appartenendo a questo la vitamina A.

VITAMINA A NELLA STORIA

I primi indizi della sua esistenza e successiva evoluzione

La vitamina A è nota anche come retinolo, nome che deve la sua origine alla conoscenza che si ebbe alla sua scoperta della sua capacità di generare i pigmenti necessari per il funzionamento della retina e, di conseguenza, della vista.

La scoperta della vitamina A è avvenuta sulla base di esperimenti su animali un poco alla cieca. Questa scoperta è avvenuta nella seconda decade del secolo scorso, quando un gruppo di ricercatori inglesi, guidato da Gowland Hopkins, scoprì che alcune specie animali interrompevano il loro sviluppo se l’unica fonte di grasso nella loro dieta era il lardo di maiale, quando questa fu sostituita dal burro di latte vaccino, senza interferire con gli altri elementi della dieta, gli animali si svilupparono ad un ritmo prevedibile.

Questa scoperta ha portato al primo battesimo di questa sostanza come “fattore del latte”. Un ulteriore lavoro con gli animali ha ampliato le informazioni sulle fonti alimentari che hanno mostrato simili virtù, come il tuorlo d’uovo e l’olio di fegato di merluzzo, raggiungendo la convinzione di condividere un nutriente che venne denominato vitamina A.

A titolo illustrativo e seguendo un criterio cronologico, vediamo la sequenza delle scoperte:

  • McCollum e Davis, nel 1913, del team di Hopkins, sostennero che la normale crescita degli animali da laboratorio richiedeva di integrare la loro dieta con un particolare lipide, che poteva essere ottenuto dal burro o dal tuorlo d’uovo.
  • Nel 1919, le possibili origini di questa vitamina, che poteva essere contenuta, oltre che nelle materie grasse tipiche, anche nelle piante di colore arancione, sono state ampliate.
  • Nel 1930, Moore notò un’importante relazione chimica tra carotene e vitamina A, dimostrando che una volta ingerito, all’interno del corpo subiva un processo di metabolizzazione convertendosi in vitamina A. Questa scoperta ha rappresentato un progresso straordinario nelle possibilità di prevenzione del deficit di questa vitamina sulla salute umana.

Tuttavia, è interessante notare che già ai tempi della civiltà egizia si conosceva il potere terapeutico di alcuni alimenti come il fegato per la prevenzione di alcune malattie, infatti si curava la cecità notturna con una dieta arricchita con queste interiora.

STRUTTURA FISICA E CHIMICA

Quali sono le sue caratteristiche strutturali, fisiche e chimiche

Ai fini della struttura chimica, esistono due varianti della vitamina A: la vitamina A preformata, presente nella carne e nel latte dei mammiferi, nel pollame e nel pesce azzurro, e la provitamina A, associata a frutta, verdura e ortaggi; all’interno di questo gruppo i carotenoidi brillano di luce propria, di cui il beta-carotene è il più numeroso.

La struttura del retinolo è detta terpenica, cioè con un idrocarburo costituito da cinque atomi di carbonio, diversi atomi di idrogeno e un atomo di ossigeno, con un anello betaionone con una ramificazione laterale e cinque doppi legami orientati in configurazione trans. Quest’ultimo ha un enorme significato nelle proprietà fisiche e chimiche delle sostanze; spiegheremo che l’isomerismo cis-trans, detto anche isomerismo geometrico, è il tipo di organizzazione spaziale caratteristico di alcuni idrocarburi, in particolare gli alcheni (singole catene di carbonio e idrogeno con alcuni doppi legami) e i cicloalcani (anelli di carbonio e idrogeno senza doppi legami). In questo caso, i sostituti si trovano sul lato opposto del doppio legame o sui lati opposti all’interno del cicloalcano.

Da questa struttura molecolare deriva che sia la vitamina A che i carotenoidi sono composti non polari e di conseguenza la loro solubilità nei grassi è ottimale. Per questo motivo, la vitamina A può essere immagazzinata nell’organismo in cellule adipose, il cui citoplasma è pieno di grassi, pronto per essere rilasciato quando l’organismo lo richiede per soddisfare le sue esigenze.

Questa capacità di immagazzinamento giustifica la mancanza di necessità di essere consumata quotidianamente, in quanto è sufficiente solo un’assunzione periodica per garantire l’esatto deposito. A questo proposito, va detto che la maggior parte della vitamina A è immagazzinata nel fegato, con alcuni resti che vanno ai polmoni, ai reni e al tessuto adiposo di riserva.

Il retinolo ci viene offerto all’interno della composizione chimica degli alimenti in due modalità: sotto forma di alcool libero ed esteri degli acidi grassi, in particolare l’acido palmitico, oltre alle molecole precursori, i carotenoidi. È interessante notare alcuni dati sul comportamento di questo tipo di sostanza una volta entrata nell’organismo: più di tre quarti degli esteri della retina vengono assorbiti e passano nel sangue, mentre solo circa la metà dei betacaroteni (tuttavia, la quantità di grassi coinvolti nella composizione della dieta condiziona abbastanza questo assorbimento). Già nel processo di digestione, degli enzimi specifici chiamati lipasi idrolizzano quegli esteri e la molecola di retinolo è libera di essere assorbita sotto forma di alcool e incorporata nelle vie metaboliche.

Sebbene il nome specifico della vitamina A corrisponda esclusivamente al retinolo, per gli effetti biologici esistono una serie di sostanze chimicamente derivate come il retinale, il 13-cis retinolo e il deidoretinolo, a cui viene assegnata in misura maggiore o minore la capacità di esercitare le proprie funzioni di coenzima che sviluppa il retinolo. Di queste, le prime due hanno un potere vitaminico equivalente rispettivamente al 90 e al 75% di retinolo, che si riduce al 40 % nel caso della deidroretinolo.

Molto più importanti di questi sono i carotenoidi, e soprattutto il beta-carotene. Anche se il suo valore vitaminico può essere calcolato come un sesto di quello dato al retinolo, la sua presenza nelle verdure è così diffusa, in alcuni di essi in modo abbondante, che viene catalogata come fonte fondamentale di vitamina A. Non a caso, ci sono paesi, come gli Stati Uniti, nella cui dieta le verdure sono scarse, per la cui popolazione un terzo dei contributi di vitamina A viene apportato dai carotenoidi.

Ma va notato che dei 600 carotenoidi identificati, nemmeno un decimo mostra l’effetto biologico della vitamina A nell’organismo. Oltre al beta-carotene, sono importanti anche l’alfa-carotene e la beta-criptoxantina. Ma tra i più comuni, come il licopene (abbondante nei pomodori), la zeaxantina e la luteina, c’è chi non ha questo effetto.

Il retinolo è una sostanza caratterizzata da un’elevata biodisponibilità, anche in alimenti complessi, in qualsiasi forma, alcool ed estere. Grazie alla sua spiccata liposolubilità, viene normalmente disciolto nei grassi anche se a volte va unito alle proteine a struttura intracellulare o a quelle che effettuano il trasporto di sostanze nel sangue.

D’altra parte, i carotenoidi, che si possono trovare come costituenti di alcuni oli vegetali e persino di alcuni alimenti di origine animale (vedi tuorlo d’uovo o latte), sono per lo più disciolti in compartimenti di cellule vegetali specializzate nella conservazione di pigmenti chiamati cromoplasti, dove sono saldamente legati a specifiche proteine. Questa unione, da un lato, li preserva dai fenomeni di ossidazione, che è indubbiamente un vantaggio, ma dall’altro riduce la loro biodisponibilità, essendo necessario per il loro uso organico che le proteine di supporto siano denaturate attraverso il calore, il che è uno svantaggio.

Questa circostanza spiega che una carota cotta superi abbondantemente una cruda in quanto alla sua attitudine come fonte di vitamina A.

Una cosa a cui le molecole di carotenoidi sono abbastanza labili è l’azione della luce solare, poiché una notevole quantità di essa resta inutilizzata quando le foglie verdi e il cibo che li contiene vengono essiccate al sole. Questo è il motivo per cui la carenza di vitamina A è frequente nelle regioni aride, dove è consuetudine essiccare al sole foglie e verdure commestibili per una migliore conservazione e per preservarle dal marciume.

La struttura molecolare delle sostanze con attività di vitamina A ha un alto grado di insaturazione, che le rende molto suscettibili all’ossidazione (che si manifesta come rancidità) durante le fasi di trasformazione e conservazione degli alimenti.

Questa ossidazione potrebbe avvenire in combinazione con quella degli acidi grassi insaturi (componenti delle molecole di grasso) o addirittura indotta dai raggi ultravioletti dello spettro solare.

Un’altra possibile degradazione del retinolo (che è in forma trans) si trasforma, se riscaldato in un ambiente privo di ossigeno, in 13-cis retinolo, il cui potere vitaminico non raggiunge il 75% di quello del precedente. Possono essere utilizzati anche gli isomeri 11-cis e 9-cis, con un effetto vitaminico equivalente a circa il 25%.

MANIFESTAZIONI DI CARENZA

Carenza o Mancanza di vitamina A, cause e conseguenze

Possiamo risalire a civiltà antiche come l’Egitto o la Grecia classica per trovare riferimenti, in scritti che sono stati lasciati in eredità dai loro medici, sugli effetti clinici della carenza di questa vitamina e sul trattamento a base di fegato, per cui possiamo parlare di un’anomalia della nutrizione la cui conoscenza ha le sue radici nella remota antichità, citata anche nell’Antico Testamento della Bibbia.

Tutte queste allusioni, indirette naturalmente perché l’esistenza di questa sostanza era sconosciuta, facevano appello alla cecità notturna e alla xeroftalmia come conseguenze ripetute di una dieta povera di grassi.

Ci sono paesi in cui la manifestazione clinica di questa carenza nei bambini supera il 3%, raggiungendo il subclinico, cioè, senza sintomi, al 30%.

Il primo si traduce in una cifra enormemente rivelatrice:

ogni anno, in tutto il mondo, oltre 100.000 bambini perdono la vista a causa di questa causa, mentre il secondo è difficile da quantificare, ma è noto che la caduta dell’efficacia del sistema immunitario che innesca la casistica delle infezioni, soprattutto diarrea e polmonite.

Una carenza di vitamina A, che fortunatamente è un deficit nutrizionale molto raro nelle società avanzate di oggi, può diventare un vero e proprio stiletto all’interno del corpo, dal momento che ha diverse patologie associate tra cui, per la loro importanza, si evidenziano:

  • Alterazioni oculari: possono adottare la modalità della cosiddetta cecità crepuscolare, cioè una diminuzione dell’acuità visiva al tramonto; fotofobia o ipersensibilità alla luce solare, secchezza del bulbo oculare con mancanza di lacrimazione, xeroftalmia o opacità della cornea che è solitamente associata alla formazione di ulcere (che, con una certa frequenza, è un preludio alla cecità).
  • Perdita di intensità nella risposta immunitaria agli agenti esterni, rendendo il malato vulnerabile alle infezioni batteriche, parassitarie e virali. Ciò è dovuto ad uno dei compiti principali di questa vitamina, per mantenere intatta l’integrità delle membrane mucose e per svolgere un’azione immunitaria a livello locale che rappresenta un’eccezionale barriera primaria a questi agenti. Ma il ruolo di questa vitamina nell’aspetto immunitario non finisce qui, poiché la sua carenza non è estranea alle cellule specializzate nella struttura difensiva del corpo; questa circostanza favorisce un aumento delle cellule precancerose in alcuni epiteli, in particolare quelli della bocca, della gola e dei polmoni.
  • Alterazioni ossee: inibisce la crescita di queste strutture a partire dalle teste terminali della cartilagine, può causare difetti nell’anatomia dello scheletro (come cifosi, lordosi, ecc.) ed è un fattore predisponente per l’artrite e l’artrosi in quanto la rigenerazione ossea rallenta nelle articolazioni.
  • Alterazioni cutanee: una delle conseguenze immediate di una carenza di vitamina A è solitamente l’ipercheratinizzazione, un fenomeno per cui la pelle adotta una consistenza ruvida, secca e squamosa (nota come pelle di rospo), i capelli e le unghie diventano fragili e inconsistenti.
  • Altri sintomi più aspecifici come stanchezza generalizzata, perdita di appetito con conseguente perdita di peso, diminuzione della sensibilità uditiva, gustativa e olfattiva e persino disturbi della funzione riproduttiva.

E per concludere questo paragrafo dedicato alle carenze, un dato curioso:

la sua carenza aumenta i sintomi del morbillo, infatti, quando un bambino è carente di vitamina A, ammalarsi di morbillo può metterlo in un grave pericolo, dato che alcuni sintomi come febbre e diarrea peggiorano.

VITAMINA A NEGLI ALIMENTI

Fonti alimentari di Vitamina A

Non c’è dubbio che il modo migliore per soddisfare il fabbisogno quotidiano di vitamina A (e di tutte le vitamine in generale) è quello di introdurre nella dieta l’intera gamma di frutta, verdura, legumi, cereali integrali e prodotti animali (soprattutto pesci grassi, uova e latticini). La vitamina A si trova nella composizione naturale di molti alimenti e in alcuni alimenti arricchiti sinteticamente, come alcuni tipi di latte e cereali integrali:

  • Fegato, forse la fonte più ricca di questa sostanza, anche se il suo consumo dovrebbe essere limitato dato il suo alto contenuto di colesterolo. Per esempio, con una razione di cento grammi di fegato di maiale o di vitello soddisferemmo abbondantemente i 600-800 microgrammi al giorno di cui l’organismo ha bisogno di questa vitamina. Il fegato di pollo è escluso dalla lista, in quanto il suo contenuto di vitamina A è minimo. Per avere un’idea del loro contenuto:
  • Fegato di maiale: contiene 36 milligrammi per 100 grammi
  • Fegato di vitello: qualcosa in meno, con 20 milligrammi
  • Paté e foie-gras: il suo contenuto differisce in funzione di come e con cosa si preparino, ma oscilla intorno ai 5-8 milligrammi per 100 grammi
  • Olio di fegato di merluzzo
  • Alcuni pesci azzurri, tra i quali risalta il salmone
  • Ortaggi e verdure a foglia verde, arancione e gialle (caratteristica nella quale coincide con la vitamina K), come i broccoli, il cavolo verde, i cavoletti di Bruxelles, la carota, la patata dolce, gli spinaci, la lattuga, la zucca e la zucchina.
  • Alcuni frutti, come il melone, la papaya, l’albicocca, la ciliegia e il mango.
  • Prodotti caseari, naturali e arricchiti, che sono la principale fonte di vitamina A in alcuni paesi del mondo sviluppato come gli Stati Uniti.
  • Cereali integralei arricchiti

Proprietà biologiche e funzioni organiche importanti di questa vitamina

Alla vitamina A si assegnano numerose funzioni nell’organismo, e al loro interno la più nota è forse la più popolare è quella legata al funzionamento degli organi della vista.

Ma, come vedremo più avanti, le enormi virtù di questa sostanza, così indispensabile per gli esseri umani, non si esauriscono qui.

VISTA

Il funzionamento della vista

Esaminiamo il percorso fisiologico seguito da questa sostanza una volta che entra nell’organismo e va a uno dei suoi organi bersaglio, il bulbo oculare.

Il retinolo viene convogliato alla retina, il tessuto sensibile dell’occhio che occupa una posizione nella parte posteriore di questo. Lì subisce un’ossidazione e diventa il composto retinico e si incanala alle cellule fotorecettoriali della retina, le canne, all’interno delle quali si lega all’opsina, una proteina funzionale, con la quale costituisce il pigmento chiamato rodopsina, una molecola complessa la cui presenza nelle canne permette loro di rilevare minime quantità di luce, caratteristica che le rende indispensabili per l’efficacia della visione notturna.

Un fotone di luce assorbita è in grado di innescare una reazione chimica della retina, innescando una cascata di reazioni il cui risultato è un segnale elettrico che viene lanciato al nervo ottico, una delle dodici coppie di nervi cranici la cui missione è quella di mettere questo segnale a disposizione del centro regolatore della visione cerebrale per la sua interpretazione come immagine del cervello. Da questa sequenza di eventi si può concludere che una carenza di retinolo nella retina porta ad un serio impedimento a vedere al buio.

Anche il retinale può essere ossidato in acido retinoico, e questo finisce per legarsi con alcuni recettori che lanciano o inibiscono l’espressione genica. Pertanto, nella forma chimica dell’acido retinoico svolge un ruolo importante nella regolazione dell’espressione dei tratti genetici, attraverso cui si ottiene la specializzazione delle cellule per svolgere compiti fisiologici ben definiti.

Non possiamo saltare la trama dedicata alla vista senza un’allusione alla capacità di questa vitamina di fermare un processo degenerativo che se supera una certa soglia diventa un serio problema per la vista: la degenerazione maculare legata all’età. Porta ad una perdita della vista frontale ed è considerata una delle principali cause di cecità negli anziani. Per evitare che questo processo progredisca rapidamente, si raccomanda che, nelle persone che presentano tracce dell’insorgenza della degenerazione, acquisiscano l’abitudine di ingerire un integratore contenente vitamina A, antiossidanti, zinco e rame.

SISTEMA IMMUNITARIO

Il sistema immunitario

Il corretto funzionamento del sistema immunitario dipende in gran parte dalla quantità di vitamina A disponibile nell’organismo. Sia il retinolo che i prodotti derivanti dalla sua metabolizzazione sono fondamentali per mantenere l’integrità e la salute della pelle e delle membrane mucose che rivestono un’enorme superficie del corpo (vie respiratorie, tratto digestivo, tratto urinario…). Questo tappeto onnipresente si comporta come una prima linea difensiva contro gli agenti esterni che causano infezioni, e per la sua efficacia è determinante la presenza di questa sostanza in quantità adeguate.

Non finisce qui il ruolo della vitamina A nell’integrità delle difese organiche e della prevenzione di malattie.

Lo sviluppo e la differenziazione per ceppo dei globuli bianchi è un altro processo fisiologico da esso protetto, in quanto la popolazione di linfociti, una delle più determinanti nel meccanismo di risposta immunitaria, ne ha bisogno per la sua formazione in quantità e qualità corrette.

SVILUPPO DELL'EMBRIONE E DEL FETO

Lo sviluppo embrionale e del feto

Nella gravidanza, buona parte dello sviluppo degli organi del feto dipende dal trasferimento di vitamina A dalla madre al feto attraverso la placenta, provocando carenze congenite nel neonato nel caso di non fornire l’apporto richiesto, che in situazioni gravi può portare alla morte prematura.

Partecipa in modo decisivo alla formazione di arti, cuore, occhi e orecchie, e altri organi, in modo più marginale, come il tessuto nervoso, la matrice ossea e il sistema immunitario.

FORMAZIONE GLOBULI ROSSI

La formazione dei globuli rossi

La vitamina A è fondamentale per il corretto sviluppo nel midollo osseo delle cellule staminali precursori dei globuli rossi, chiamati emocitoblasti. È importante la sua presenza anche nel rilascio di ferro dai siti di deposito verso il midollo osseo rosso, dove i globuli rossi sono in fase iniziale (una emazie richiede circa due giorni per formarsi), essendo catturati da un componente essenziale, il gruppo eme della molecola di emoglobina, che è la proteina specializzata e insostituibile nel trasporto di ossigeno ai tessuti.

Può essere interessante puntualizzare le interrelazioni metaboliche che questa vitamina mantiene con due dei principali minerali, ferro e zinco.

Da un lato, è noto che una carenza di zinco provoca un danno nel trasporto del retinolo, il rilascio di questo nel fegato e la sua trasformazione ossidativa in retinica. D’altra parte, è noto anche che l’integrazione di vitamina A è efficace nel combattere la carenza di ferro che causa l’anemia sideropenica, migliorando lo stato nutrizionale in relazione a questo minerale, soprattutto nelle donne incinte e nei bambini piccoli.

A riguardo va detto anche che è stata dimostrata una maggiore efficacia della combinazione di vitamina A e ferro nella prevenzione dell’anemia sideropenica rispetto ad una integrazione separata con qualsiasi di questi.


150 pastiglie da 1200 mcg (4.000 UI)

Si possono fare cicli di 60-90 giorni per due volte l’anno al cambio di stagione

 


Contiene Vitamina A palmitato, D-alfa-tocoferolo (vitamina E naturale come antiossidante)

10 gocce al giorno ad un pasto danno 1.200 mcg (4.000 UI)


INTEGRITA' DELL'EPITELIO

L’integrità dell’epitelio

Questo capitolo è stato suddiviso da quello sul sistema immunitario per concentrarsi qui, piuttosto che sulla trama difensiva sufficientemente descritta, sulle possibilità che offre la vitamina A nel fornire una pelle lucida e libera da infezioni di qualsiasi tipo. In sostanza si può dire che il retinolo è essenziale per il rinnovamento

  • degli strati di cellule epiteliali

e la riparazione

  • delle cellule che compongono le mucose, le unghie e i capelli.

Parlando di questa funzione è impossibile non menzionare la vitamina C, indispensabile nella formazione del collagene che funziona come matrice congiuntiva di supporto e rinforza la protezione del corpo e la rapida cicatrizzazione delle ferite.

ANTICANCRO

Azione anticancerogena e anti-invecchiamento

La sua funzione antiossidante si traduce in due manifestazioni concrete:

  • Ritardo nell’invecchiamento cellulare che si vede riflesso in un miglior aspetto globale della persona.
  • Prevenzione di alcuni tipi di cancro per mantenere il DNA al riparo dall’azione mutagea (che provoca cambi nella sua struttura) degli agenti nocivi.

Sono attualmente attive diverse linee di ricerca che stanno cercando di approfondire il grado di causalità realmente esistente tra un elevato consumo di cibo con vitamina A e la riduzione del rischio di contrarre alcuni tipi di cancro, in particolare quello del polmone e della prostata.

SISTEMA NERVOSO

Corretto sviluppo del sistema nervoso

Qui si può parlare di un intervento focalizzato su una regione molto specifica del cervello, l’ippocampo, che regola i processi di apprendimento e informazione e la memoria a breve termine. Per questo motivo, la vitamina A sembra condizionare positivamente la funzione dei neuroni che compongono questa regione, favorendo una maggiore facilità di assimilazione mentale e una memoria molto fine.

TOSSICITA'

Nonostante quanto si dica in giro sul conto della Vitamina A possiamo solo fare la seguente raccomandazione:

L’IMPORTANTE è NON ECCEDERE NELLE DOSI ED ASSUMERE ANCHE LA VITAMINA D E K2.

La vitamina A è dannosa?

A differenza dei nutrienti idrosolubili, che tendono a essere ampiamente espulsi con l’urina, le vitamine liposolubili hanno la possibilità di accumularsi nei tessuti del corpo, con il rischio di produrre effetti nocivi.

In realtà, con il retinolo questo accade di rado, e soltanto in soggetti che utilizzano integratori ad altissime dosi per mesi e mesi. Purtroppo, le informazioni sulla nocività della vitamina A sono state enormemente esagerate, diffondendo una paura ingiustificata nei confronti di questo nutriente vitale.

La ricerca sulla sua nocività mostra che il danno causato dalla vitamina A deriva da un’assunzione troppo alta e prolungata di integratori di retinolo, e non dal cibo.
Negli adulti che ne assumono l’enorme dose di 100.000 UI al giorno, gli effetti negativi si manifestano dopo sei mesi, sebbene alcuni soggetti non mostrino gli effetti dannosi se non dopo aver assunto questa dose eccessiva per molti anni.
In genere, i sintomi sono reversibili se si smette di assumerne questa dose eccessiva.

Purtroppo, l’allarmismo sulla nocività della vitamina A non si è concentrato solo sull’assunzione a livelli eccessivi, ma ha mirato a un apporto di retinolo più ragionevole.
In particolare – così si dice – una dose maggiore di quella consigliata di 3.000 UI per gli uomini e 2.300 UI per le donne (4.300 UI per le donne incinte) è potenzialmente pericolosa.
Semplicemente, non ci sono prove a sostegno di quest’affermazione.

Negli studi a lungo termine sui soggetti che assumono il doppio della dose consigliata di vitamina A non è stato riscontrato alcun effetto negativo.

Ulteriori studi con l’utilizzo di 25.000 UI al giorno per periodi compresi tra i 2 e i 12 anni non hanno mostrato danni al fegato o altri effetti nocivi (un’eccezione alla regola secondo cui “La vitamina A non fa cosi male” riguarda chi abusa di alcol o ha problemi di fegato, poiché il fegato è coinvolto nel metabolismo del retinolo.
Se avete una storia di consumo eccessivo di alcol o di insufficienza epatica, consultate un medico nutrizionista prima di assumere integratori di vitamina A.

Quali sono gli effetti dannosi dell’uso eccessivo a lungo termine di integratori di vitamina A?
Tra i sintomi ci sono:

perdita dell’appetito, pelle secca e pruriginosa, perdita dei capelli, mal di denti, ispessimento osseo e danni al fegato.

Potreste notare con stupore che molti sintomi di un eccesso di vitamina A sono gli stessi di una sua carenza.
Questo perché molti sintomi della nocività della vitamina A, in realtà, sono causati da una carenza indotta dalle vitamine D e K2D e K2, e viceversa.

Per chiarire,
quando assumete una maggiore quantità di una vitamina liposolubile, create una maggiore necessità delle altre. Se mancano queste altre, ne conseguono i sintomi dannosi.

Ricordiamoci che nella stragrande maggioranza la tossicità della Vitamina A o della Vit.D sono state studiate separatamente.

Quando però sono state somministrate INSIEME, la loro tossicità non si è verificata, indipendentemente dalla dose applicata.

Questo è MOLTO IMPORTANTE!

Tanta più Vitamina D consumeremo insieme alla Vitamina A, tanta più vitamina K2 dovremo integrare. Necessariamente.

VITAMINA D PROTEGGE DALLA TOSSICITA'

Vitamina D: l’anello mancante

La maggior parte degli studi che indagano il legame tra vitamina A e osteoporosi considerano l’eccesso di vitamina A in modo isolato, come se l’unico fattore che determina cosa costituisca un eccesso di vitamina A per un dato peso corporeo fosse la quantità di vitamina A stessa. In effetti, la tossicità delle vitamine in generale è spesso determinata dall’uso di grandi dosi di una singola vitamina. Ciò può aiutarci ad attribuire effetti tossici a una particolare vitamina, ma impedisce anche di comprendere quali effetti siano dovuti alla quantità assoluta di quella vitamina e quali effetti siano dovuti a uno squilibrio tra quella vitamina e altre vitamine.

La vitamina D protegge dalla tossicità della vitamina A

La ricerca che esamina l’assunzione di dosi elevate di più di una vitamina contemporaneamente rivela che la tossicità dipende dalle reazioni tra diversi nutrienti. Ad esempio, studi su ratti, tacchini e polli hanno dimostrato che la vitamina A riduce la tossicità e aumenta il fabbisogno alimentare di vitamina D, mentre la vitamina D riduce la tossicità e aumenta il fabbisogno alimentare di vitamina A. 6

Nel 2003, Myhre e altri ricercatori hanno esaminato tutti i 291 casi di ipervitaminosi A negli esseri umani riportati nella letteratura medica tra il 1944 e il 2000. Di questi, il team di Myhre ha identificato 81 segnalazioni che fornivano informazioni sull’integrazione di vitamina D del paziente e ha scoperto che l’integrazione concomitante con vitamina D aumentava radicalmente la dose di vitamina A necessaria per causare tossicità.

Sfortunatamente, i ricercatori hanno menzionato solo se la vitamina D era stata integrata e non hanno discusso la quantità specifica di vitamina D che veniva integrata.

Tuttavia, hanno scoperto che la dose media riportata per la tossicità della vitamina A era di oltre 2.300 UI per chilogrammo (kg) di peso corporeo al giorno più alta quando era stata integrata anche la vitamina D.

Per una persona ipotetica di 75 kg che rappresentava la mediana, l’integrazione di vitamina D avrebbe consentito 175.000 UI aggiuntive al giorno (la quantità in cinque cucchiai di olio di fegato di merluzzo ad alto contenuto di vitamine) prima che fossero probabilmente segnalati sintomi di tossicità! 15

Dal sito Weston Price Foundation


Dosaggio: Quanta Vitamina A bisogna prendere, e come prenderla

Come gestire l’assunzione di vitamina A: l’integrazione

La quantità di vitamina A di cui ogni persona ha bisogno dipende dalla sua età e dalla fase riproduttiva nella quale si trovi. In generale, si può dire che le dosi raccomandate per le persone di età superiore ai 14 anni oscillano in una gamma compresa tra 700 e 900 microgrammi al giorno di un’unità di misura nota come equivalente di retinolo (ER). Per le donne che allattano fino a 1200-1300 ER e per i bambini sotto i 14 anni, il quantitativo diminuisce significativamente.

Il problema è che la conversione delle Unità Internazionali, che è come il contenuto di vitamina A viene espresso sulle etichette dei prodotti, in mcg ER, non è un compito facile. Illustreremo con l’esempio che una dieta varia con 900 mcg ER di vitamina A fornisce tra 3.000 e 36.000 UI di questa a seconda degli alimenti da cui provenga.

Per le persone di età superiore ai 14 anni, la FDA (Food and Drug Administration degli Stati Uniti) ha fissato il parametro denominato valore giornaliero (DV) della vitamina A di 5000 UI, contando su una dieta mista di origine vegetale e animale. I DV non coincidono con le dosi raccomandate, tuttavia, seguire l’obiettivo di raggiungere il 100% di DV al giorno può essere pratico per garantire un sufficiente apporto di vitamina A.

Tuttavia, se si guardano le cifre indicate dalle diverse istituzioni che fanno luce sulla questione, si trovano alcuni disaccordi. Ad esempio, per la Fondazione Spagnola del Cuore, un’entità che può essere considerata una fonte autorevole, le quantità giornaliere raccomandate sono dimezzate.

Jerzy Zieba, autore del Libro Terapie Occultate consiglia Riassumendo:

  • la vitamina A ha un’azione ubiquitaria, come le vitamine D e K2.
  • la vitamina A in dose preventiva, cioè circa 2.000 -10.000 UI, insieme alle vitamine D e K2, non è tossica.
  • Evitare il consumo di beta carotene sintetico.

Upper Intake Level

I limiti superiori giornalieri di assunzione sicura per la vitamina A preformata sono elencati di seguito.

Età Limite superiore U.I.
Nascita a 12 mesi 600 μg 2.000
Bambini 1-3 anni 600 μg 2.000
Bambini 4–8 anni 900 μg 3.000
Bambini 9–13 anni 1.700 μg 5600
Ragazzi 14-18 anni 2.800 μg 9300
Adulti dai 19 anni in su 3.000 μg 10.000

Questi livelli non si applicano alle persone che assumono vitamina A per motivi medici.

ATTENZIONE
Per conoscere la corrispondenza dei dosaggi da Microgrammi (mgc-ug) ad U.I. basta usare questo convertitore

RETINIL ACETATO O RETINIL PALMITATO?

Sebbene il nome specifico della vitamina A corrisponda esclusivamente al retinolo, per gli effetti biologici esistono una serie di sostanze chimicamente derivate come il retinale, il 13-cis retinolo e il deidoretinolo, a cui viene assegnata in misura maggiore o minore la capacità di esercitare le proprie funzioni di coenzima che sviluppa il retinolo. Di queste, le prime due hanno un potere vitaminico equivalente rispettivamente al 90 e al 75% di retinolo, che si riduce al 40 % nel caso della deidroretinolo.

  • RETINIL ACETATO PER USO INTERNO o acetato di retinil (acetato di retinolo, acetato di vitamina A) è una forma naturale di vitamina A che è l’estere acetato del retinolo e si usa per la produzione di integratori per uso orale.
  • RETINIL PALMITATO PER COSMETICI La vitamina A palmitato (INCIRetinyl Palmitate o Retinil Palmitate) è un derivato del retinolo (vitamina A), molto usato nei cosmetici. Inoltre, rappresenta la forma più abbondante di esteri del retinolo nella pelle umana 1.
    Il retinyl palmitate si ottiene dall’esterificazione del retinolo con acido palmitico.
    Si presenta sotto forma di un liquido di colore giallo, liposolubile, che penetra rapidamente attraverso la pelle e le membrane cellulari. L’impiego di retinyl palmitate nei cosmetici è legato alla scarsa stabilità del retinolo (a causa della sensibilità alla luce, alla temperatura ecc.).
    Rispetto al retinolo, il palmitato di retinile è più stabile; tuttavia, per espletare la sua funzione antiaging, dev’essere convertito in retinolo nella cute.
    Questa necessità di conversione si traduce in una minore efficacia antirughe (minore aumento dello spessore epidermico) rispetto al retinolo 2.

Ci sono rischi in Gravidanza?

In questa circostanza, l’integrazione non deve comunque superare le 10.000 UI al giorno 38.

VITAMINA A IN GRAVIDANZA, PRESUNTA TOSSICITA’ (KATE RHéAUME)

La vitamina A provoca malformazioni congenite?

LEGGI LA VERA STORIA

Desta particolare preoccupazione il consiglio, sempre più diffuso alle donne in gravidanza e in allattamento, di limitare l’assunzione di vitamina A a livelli davvero minimi o di evitarla del tutto.

Il fondamento logico di questa raccomandazione errata è che è stato dimostrato come un’alta dose di vitamina A provochi malformazioni congenite; quindi, dovrebbe essere usata la massima accortezza nell’assunzione di retinolo durante la gravidanza.

Le potenziali malformazioni congenite dovute all’assunzione di vitamina A non furono scoperte con un normale apporto alimentare, e nemmeno con l’uso di integratori vitaminici.

La comunità medica notò delle malformazioni congenite associate alla vitamina A negli anni Ottanta, quando alle donne incinte veniva prescritta l’isotretinoina: un princìpio antiacne in vendita sotto vari marchi farmaceutici, tra cui l’Accutane.

L’Isotretinoina – un derivato del retinolo noto anche come acido 13-cis retinoico – si trova naturalmente nel corpo in piccole quantità.

Le dosi massicce della forma sintetica di questo composto utilizzate nella cura dell’acne provocarono una tendenza caratteristica a gravi deformità nei neonati che vi erano esposti nel grembo materno.

Per questo si stabilì che il retinolo poteva provocare malformazioni congenite negli esseri umani.

Ovviamente, quello dello sviluppo fetale è un ambito in cui non vogliamo correre alcun rischio; ma i dati di molti vasti studi mostrano che l’uso di integratori di vitamina A in fase prenatale non aumenta il rischio per nessuna delle malformazioni che sono state associate all’isotretinoina.

Alcune prove poco convincenti sostengono che ci sia un lieve aumento del rischio di malformazioni congenite nei figli di donne che assumono alte dosi di vitamina A (più di 25.000 UI) oltre al contenuto di un integratore multivitaminico prenatale, ma niente di paragonabile a quanto evidenziato con l’uso dell’isotretinoina.

Ciononostante, molte autorità sanitarie (comprese quelle che dovrebbero saperne di più, come la U.S. Food and Drug Administration) hanno “gettato via il bambino con l’acqua sporca”, usando una politica di tolleranza zero nei confronti degli integratori di vitamina A, consigliando alle donne in età riproduttiva di provare a soddisfare il loro fabbisogno di vitamina A affidandosi soltanto ai cibi che contengono beta-carotene: una raccomandazione molto pericolosa, perché è usato per lo più in una forma sintetica.

Le donne in età fertile sono particolarmente vulnerabili alla carenza di vitamina A a causa del maggior fabbisogno di questo nutriente durante la gravidanza e l’allattamento.

La vitamina A è di vitale importanza anche per la crescita del feto.

Una carenza anche leggera di vitamina A può causare nello sviluppo degli organi difetti non visibili alla nascita, ma che provocano conseguenze sulla salute a lungo termine.
Perciò, è poco lungimirante consigliare alle madri incinte di limitare l’assunzione di vitamina A ed evitarne gli integratori, poiché sono documentati più rischi associati all’insufficienza di vitamina A che a un eccesso di assunzione della stessa.

Le donne incinte e i loro figli in fase di sviluppo hanno bisogno di una grande quantità di tutte le vitamine liposolubili.
Le donne gestanti dovrebbero assumere regolarmente i cibi inclusi nella lista degli alimenti ricchi di vitamina A, e bilanciarli con una dieta ricca di vitamine A e K2.
Le donne che programmano una gravidanza o che potrebbero concepire e non mangiano cibi ricchi di vitamina A trarranno benefici dall’assunzione di un complesso multivitaminico prenatale contenente 5000-8000 UI di vitamina A di origine naturale.

Sviluppo del feto

Il retinolo è fondamentale per un sano sviluppo di quasi tutte le parti del feto in crescita: dal sistema nervoso centrale e dagli arti nelle primissime settimane dopo il concepimento, ai polmoni nelle ultime settimane prima della nascita.

Una carenza di vitamina A può avere gravi conseguenze sulla salute del bambino.
Per esempio si ritiene che la sindrome alcolica fetale – un gruppo ben definito di malformazioni congenite – sia causata da una carenza di vitamina A indotta dall’alcol; il fegato della madre è talmente impegnato a disintossicarsi dall’etanolo che non riesce a convertire il retinolo nella forma attiva dell’acido retinoico, e lo sviluppo del feto ne risente.

Anche una lieve carenza di vitamina A durante la gravidanza può avere un impatto sulla salute per tutta la vita.


INTERAZIONI CON ALTRE SOSTANZE

Le possibili interazioni con altre sostanze

Gli anticoncezionali orali esigono precauzione quando si consuma questa vitamina, dato che possono arrivare ad aumentare pericolosamente i suoi livelli.

Va evitata in combinazione con alcuni antibiotici, ma soprattutto con le tetracicline, in quanto questa miscela aumenta il rischio di tossicità. Il motivo è che interagisce con questi farmaci che vengono metabolizzati nel fegato dal sistema enzimatico del citocromo P450.

E attenzione ai possibili conati di emorragia quando è simultanea con l’acido acetilsalicilico o altri anticoagulanti, con farmaci antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene e con il ginkgo biloba (l’estratto delle cui foglie è usato come rimedio naturale per combattere i disturbi circolatori).

Tutte queste informazioni possono servire per evitare malattie e promuovere una salute idonea.

Informazioni sulle raccomandazioni legate a questa vitamina

  • La vitamina A è stabile alle normali temperature di conservazione e relativamente stabile alla luce e al calore, ma distrutta dall’ossidazione
  • Non è consigliabile friggere cibi ricchi di vitamina A, poiché sia i caroteni che il retinolo, essendo liposolubili, rimangono nell’olio
  • È preferibile mangiare verdure fresche, in quanto la loro essiccazione riduce la concentrazione di caroteni
  • La biodisponibilità della vitamina A aumenta in presenza di vitamina E e di altri antiossidanti naturali
  • I vegani, che non consumano latticini o uova, hanno bisogno di beta-carotene per soddisfare il loro fabbisogno di vitamina A. Ciò richiede che essi includano nella loro dieta quotidiana almeno cinque frutti e verdure considerati ricchi in carotenoidi
  • Non devono essere utilizzati contemporaneamente diversi integratori di vitamina A, poiché ciò aumenta il rischio di tossicità
  • E come per qualsiasi altro integratore alimentare, anche per i prodotti che non hanno bisogno di prescrizione medica, è altamente consigliabile informare il medico dell’intenzione di iniziare un’integrazione e, se questo è d’accordo, che specifichi la dose appropriata

da Hsn Store Blog


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Contiene Vitamina A palmitato, D-alfa-tocoferolo (vitamina E naturale come antiossidante)

10 gocce al giorno ad un pasto danno 1.200 mcg (4.000 UI)

 


150 pastiglie da 1200 mcg (4.000 UI)

Si possono fare cicli di 60-90 giorni per due volte l’anno al cambio di stagione

 


Ogni perla contiene 800 mcg (2.660 UI) di vitamina A + 200 UI di vitamina D

Può essere preso anche in modo continuativo o da alternare alla classica Vitamina D e vitamina A

Poiché la Vitamina D è in dose scarsa si può usare Olio di Fegato di m. come integrazione di vit A ed aggiungere un’altra forma di vitamina D per raggiungere i giusti dosaggi.


 


Liberatoria (Disclaimer)

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non è destinato a fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.
Vitamineral non si assume responsabilità per la scelta degli integratori proposti eventualmente nell’articolo.


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