Rosmarino una pianta umile con tante proprietà, modi d’uso e curiosità

 

Il rosmarino è una pianta della  FAMIGLIA delle Lamiaceae, noto in botanica col nome di Rosmarinus officinalis L.

In gergo popolare può avere altri nomi: ramerino, rusmarin, rumosino, zipiri, rosamarina, osmari, gusmarin. 

È un arbusto sempreverde alto fino a 2 metri con fusto legnoso e ramificato.

  • Foglie: consistenti e aghiformi, di colore verde scuro sulla pagina superiore e grigiastre nella pagina inferiore per la presenza di peli. Se toccate emanano un caratteristico profumo aromatico e canforato.
  • Fiori: sono di colore azzurrino o bianco e fioriscono da Aprile a Settembre sulle sommità dei rami.

ETIMOLOGIA DEL NOME/STORIA E TRADIZIONI: il nome deriva probabilmente dalle parole latine “ros” e “marinus” che significa rugiada del mare in relazione al fatto che la pianta cresce spontanea nelle zone mediterranee vicino al mare. Si trova coltivato in orti e giardini.

TEMPO E MODALITA’ DI RACCOLTA O COLTIVAZIONE: le foglie si raccolgono in primavera, prima che la pianta fiorisca, tagliando i rametti non lignificati e mettendoli a seccare in un luogo aerato ed ombreggiato per alcuni giorni. Le gemme si raccolgono ad inizio primavera, quando sono ancora chiuse.

PROPRIETA’ SALUTISTICHE PRINCIPALI

Le principali proprietà benefiche del Rosmarino sono:

  • Favorisce la produzione e il deflusso della bile (azione coleretica e colagoga)
  • Antispastica delle vie biliari
  • Protettrice del fegato
  • Scioglie le tensioni di stomaco ed intestino
  • Contrasta la formazione di gonfiori nella pancia (azione carminativa)
  • Favorisce la fluidificazione e l’eliminazione del catarro in eccesso
  • Antiossidante ed antisettica
  • Tonica generale

FORME IN CUI SI UTILIZZA

Ecco alcuni utilizzi, quando assumerlo e la posologia:

  • Tisana: mettere in una tazza di acqua calda 1 cucchiaio da minestra di foglie secche e lasciare in infusione per 10 minuti circa. Filtrare e bere 2/3 tazze al giorno.
  • Tintura madre (Soluzione Idroalcolica): 50-60 gocce 2 volte al giorno, sciolte in acqua.
  • Gemmoderivato (Soluzione Idrogliceroalcolica): 50-60 gocce 2 volte al giorno, sciolte in acqua.
  • Olio essenziale: 2/3 gocce per suffumigi.
  • Oleoliti: uso esterno (vedi sotto)
  • Idrolizzato: uso esterno (vedi sotto)

IL ROSMARINO È UN RIMEDIO NATURALE PER:

  • Insufficienza epatica
  • Fegato grasso
  • Postumi di epatiti
  • Difficoltà digestive accompagnate da gonfiore, flatulenza, eruttazioni
  • Coadiuvante nel trattamento dell’ipercolesterolemia
  • Affezioni catarrali delle vie respiratorie (olio essenziale)

Per uso interno:

È indicato contro vertigini, anemia, ipotensione, astenia psico-fisica, convalescenza, emicrania, insufficienza biliare, menopausa, sciatalgia. Mentre in campo alimentare, miscelato con altre spezie, per l’aromatizzazione di carni, salumi, condimenti e salse.

Precauzioni e controindicazioni: pur non essendo irritante, è meglio utilizzarlo diluito, e non usarlo in gravidanza e nei soggetti epilettici.

Per uso esterno

È un ottimo antirughe e aiuta a combattere la secchezza della pelle grazie alla presenza di antiossidanti che la rende più elastica. Possiede anche un’azione rinfrescante e antibatterica, infatti in cosmesi viene utilizzato anche nella produzione di dentifrici.

Il rosmarino si può usare in diverse forme:

In foglie essiccate per tisane, in foglie fresche per insaporire ed arricchire pietanze di vario genere, oppure nelle forme di Idrolato ed olio essenziale, oleolito per le cure esterne della pelle e capelli.

 

Tisana al rosmarino: benefici, proprietà e per cosa si usa

l rosmarino è un erba sempreverde molto profumata ed è utilizzato in cucina, visto il suo aroma particolare, per condire molti piatti di carne, pesce, contorni, zuppe, focacce…, ma se assunto in tisana apporta benefici a tutto il corpo. La tisana al rosmarino infatti è un ottimo tonificante, rallenta l’invecchiamento e migliora la circolazione. 

Tisana al rosmarino per contrastare la caduta dei capelli

Assumere la tisana al rosmarino giornalmente previene e riduce la caduta stagionale dei capelli e l’imbiancamento donando lucentezza. Contrasta pure la tendenza alla calvizie.

Dopo aver preparato la tisana al rosmarino, applicare impacchi massaggiando il cuoio capelluto. Stimola la ricrescita, rinforza i capelli sfibrati e secchi, riduce la formazione della forfora e purifica i capelli grassi. 

ISTRUZIONI PER UNA TISANA

Come si prepara la tisana al rosmarino?

Versare un cucchiaino da caffè di rosmarino nell’acqua bollente (250 ml, una tazza circa), coprire e lasciare in infusione per circa 10-15 minuti.
È importante, subito dopo aver versato il rosmarino nell’acqua bollente, coprire con un piattino o un coperchio per evitare l’evaporazione degli olii essenziali. Filtrare e bere l’infuso. La tisana avrà un aroma fresco e leggermente pungente. 

A questa si possono aggiungere camomilla e melissa per potenziare l’azione calmante, zenzero fresco sbucciato e sminuzzato per aumentare le proprietà antinfiammatorie, semi di finocchio per un effetto carminativo.


Rosmarino Tisana

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Lidrolato di rosmarino

stimola la ricrescita dei follicoli piliferi, è quindi particolarmente adatto per chi vuole stimolare la crescita dei capelli.

USO DELL'IDROLATO DI ROSMARINO

Come si usa:

  • come tonico: utilizzato puro sul viso svolge la stessa funzione del tonico aiutando a ristabilire il corretto pH cutaneo dopo la detersione.
  • per rinfrescare e idratare: tienilo in frigo e all’occorrenza vaporizzalo sul viso per una sferzata di energia immediata! 
  • come base per le tue maschere: aggiungi l’idrolato al posto dell’acqua per arricchire le tue maschere viso e capelli fai da te di preziose proprietà! 
  • come ingrediente per cosmetici: incorporato nella fase acquosa è ottimo per creare creme per pelli grasse, lozioni e shampoo rinforzanti, antiforfora, purificanti  protettivi per capelli, deodoranti contro la sudorazione eccessiva. 
  • sui capelli: il pH leggermente acido dell’idrolato aiuta a mantenere i capelli morbidi e lucenti. Puoi utilizzarlo per diluire lo shampoo o in purezza come risciacquo acido: in questo caso basta spruzzarlo direttamente sui capelli umidi come ultimo passaggio prima dell’asciugatura.
  • Come decongestionante per occhi e pelle stanchi: niente di meglio di un impacco su occhi stanchi e affaticati per attenuare occhiaie e borse e ritrovare uno sguardo fresco e una pelle distesa.

Ottenuto per distillazione in corrente di vapore dai rametti e dai fiori della pianta!

Azione rinfrescante e tonificante per pelli grasse e impure

 


Oleolito di Rosmarino

A cosa serve?

Vediamo più nello specifico quali sono i suoi possibili utilizzi:

  • Capelli secchi e fragili, alopecia: un massaggio del cuoio capelluto con poche gocce di oleolito di rosmarino, li idrata, li rinforza e ne stimola la ricrescita.

COME USARE L'OLEOLITO DI ROSMARINO

Consigli d’uso

AVVERTENZE: Tenere fuori dalla portata dei bambini. Conservare in un luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce del sole, o da altre fonti di calore.


Oleolito di Rosmarino prodotto in italia (Marche)

da Erbe di Mauro

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Olio essenziale di Rosmarino

Dalle proprietà purificanti su pelle e capelli, è un ottimo tonificante per il sistema nervoso e per il corpo in generale.

Dermopurificante, stimolante, antiforfora, astringente, anticellulite.


TUTTI GLI USI L'OLIO ESSENZIALE DI ROSMARINO

Le proprietà dell’olio sono numerosissime, può essere utilizzato sia per uso interno che esterno, per la cura del proprio corpo e della mente, per problemi relativi a disturbi cardiovascolari, gastroenterologici, respiratori e muscolari. Di seguito verranno riportati alcuni metodi di utilizzo di questo magnifico olio essenziale per poterne sfruttare al massimo i benefici:

Uso interno

  • Problemi epatici: in caso di fegato affaticato (ad esempio quando c’è un rialzo delle transaminasi sieriche) si consiglia di diluire 1 goccia di olio essenziale di Rosmarino in un cucchiaino di miele disciolto in una tisana calda di Camomilla o Melissa per 2 o 3 volte al giorno. Un altro modo sarebbe quello di massaggiare l’addome, soprattutto concentrandosi sul lato destro, con una miscela composta da 3 cucchiai di olio vegetale insieme a 10 gocce di **Essenza di Limone e altre 10 di O.E. di Rosmarino.
  • Ritenzione idrica: se soffrite di ritenzione idrica vi consigliamo una miscela di oli essenziali che con un effetto sinergico ristabiliscono l’equilibrio omeostatico idrico del vostro corpo: aggiungere 1 goccia di olio essenziale di Rosmarino ad 1 goccia di O.E. di Ginepro e 1 goccia di O.E. di Geranio odoroso in un cucchiaino di miele disciolto in mezzo bicchiere di acqua tiepida o in una tazza di the verde, per 2 o 3 volte al giorno.
  • Emicrania: in caso di mal di testa, specialmente se correlato a mal digestione e/o vertigini, vi consigliamo di diluire 2 gocce di olio essenziale di Rosmarino in un cucchiaino di miele disciolto in mezzo bicchiere di acqua tiepida ed assumerlo dopo i pasti.
  • Infezioni intestinali: le proprietà antimicrobiche dell’olio essenziale di Rosmarino possono essere sfruttate per contrastare le infezioni intestinali accompagnate a dolori addominali e sintomi quali diarrea e nausea. Si consiglia di aggiungere 1 goccia di O.E. di Rosmarino ad 1 goccia di O.E. di Cannella e 1 goccia di O.E. di Tea Tree, in una cucchiaino da caffè di miele diluito in mezzo bicchiere di acqua tiepida per 2 o 3 volte al giorno.
  • Anemia e/o Pressione bassa: tra le proprietà dell’olio essenziale di Rosmarino ci duole ricordare quella sfruttata per contrastare i problemi cardiocircolatori come anemia e bassa pressione. Per questo scopo vi consigliamo di aggiungere 1 goccia di O.E. di Timo ad 1 goccia di O.E. di Rosmarino all’interno di una compressa neutra per O.E.
  • Geranio odoroso + 1 goccia di OE di Rosmarino + 1 goccia di Essenza di Limone, disciolti in un cucchiaino di miele e diluito in mezzo bicchiere di acqua tiepida, da prendere la sera prima di andare a dormire.

Uso esterno

  • Cura per i capelli: diluire l’olio essenziale di Rosmarino al 5-10% in olio di Jojoba o mandorle dolcie frizionare sul cuoio capelluto per una decina di minuti: la lozione ottenuta sarà in grado di stimolare la circolazione dello scalpo e dei bulbi piliferi.
  • Olio per massaggi: per creare un olio per massaggi in maniera facile e veloce, vi consigliamo di aggiungere dalle 6 alle 8 gocce di olio essenziale di Rosmarino a 2 cucchiai di un olio vettore vegetale o non essenziale (un esempio è quello di mandorle dolci o E.V.O.). Le proprietà benefiche dell’olio essenziale di Rosmarino, in particolare quella anti-ristagno idrico, saranno molto utili per eliminare i ristagni linfatici, drenare, contribuire a sciogliere i grassi e ad attenuare i dolori muscolari e articolari: esso infatti è anche in grado di sciogliere i cristalli di acido urico che si depositano nelle giunture.
  • Olio anti-cellulite: per contrastare le zone colpite da cellulite, si consiglia di diluire dalle 5 alle 10 gocce di olio essenziale di Rosmarino in 100 ml di olio di mandorle dolci e frizionare. Applicato sulla pelle risulterà ottimo contro cellulite, ritenzione idrica, cattiva circolazione e grasso localizzato su cosce o glutei.
  • Shampoo anticaduta: versare qualche goccia di olio essenziale di Rosmarino in uno shampoo neutro e procedere con il lavaggio. Risulta molto utile in caso di capelli deboli, fragili, grassi e con forfora, oltre che di alopecia. Al termine, sui capelli umidi, poche gocce frizionate sul cuoio capelluto si riveleranno un toccasana.
  • Diffusione ambientale: aggiungendo 1 goccia di olio essenziale di Rosmarino per ogni mq di ambiente in un bruciatore di oli essenziali, vi consentirà di avere una casa con un odore vivo e rigenerante ed in grado di stimolare il sistema nervoso centrale, in particolare la memoria, oltre che di alleviare lo stress e disturbi della psiche.

Olio essenziale di Rosmarino, 10ml

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Olio essenziale di Rosmarino (Rosmarinus officinalis), 100% puro e naturale prodotto in Italia tra la provincia di Fermo e Macerata, in ambiente sano e naturale, tramite distillazione in corrente di vapore delle foglie di Rosmarino.


Rosmarino come spezia

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DISCLAIMER

Disclaimer

Quanto riportato, è tratto da materiale di libera consultazione sul Web. Vitamineral non è responsabile della diffusione di informazioni che si rivelassero non rispondenti a verità o dell’uso improprio dei prodotti menzionati. Pertanto, la letteratura di cui sopra è da intendersi come spunto per ricerche proprie: non sostituisce la diagnosi del medico, che si consiglia di consultare sempre, prima dell’assunzione di qualunque rimedio, soprattutto in presenza di patologie o disturbi contro i quali si stiano assumendo altri farmaci.



I CONSIGLI DEL DR CLAUDIO SAURO

IL ROSMARINO

Da un post del dr Claudio Sauro

Una delle piante aromatiche più comuni e che si usa comunemente anche in cucina è il Rosmarino. Generalmente non diamo nessuna importanza a questa pianta visto che ci sembra una pianta banale. Recentemente spulciando il vecchio testo dell’Antonelli sulle piante medicinali scopro che il Rosmarino ha un sacco di proprietà. Oltre ad essere un ottimo digestivo è pure un ottimo epatoprotettore. L’Antonelli, in base alle esperienze del Kneip, me lo da pure come anti epilettogeno nelle crisi di grande male.

La sua essenza è talmente ricca di antiossidanti da eguagliare quelli della curcuma. Abbiamo recentemente visto che la maggior produzione di antiossidanti si ha quando sussiste un infiammazione. Se ne deduce pertanto che gli antiossidanti hanno un azione antiflogistica più o meno marcata. Ma abbiamo anche visto che praticamente sempre alla base dei tumori c’è un infiammazione che scollega i recettori G di trasmissione cellulare. Se ne deduce pertanto che anche il Rosmarino ha un azione antitumorale, e credo abbastanza marcata.

Ma come prenderlo per utilizzarne al massimo le proprietà?

Uno dei sistemi è l’infuso delle foglie secche, ma in tal caso la quantità di essenza che si estrae è modesta.

Recentemente ho provato a fare la tintura madre di rosmarino: si taglia il rosmarino fresco con una forbice aghi e ramoscelli, si pressa in un vaso, si copre di alcool puro da liquori a 95° e si lascia riposare per 15 giorni. In tal modo si estrae una quantità enorme di essenze e di resine, tanto che se si mette un cucchiaino di tale tintura in un bicchiere e si aggiunge acqua la soluzione diventa lattescente perché liposolubile.

Il profumo è fortissimo, ottimo dopo i pasti per digerire: Se ne prenda un cucchiaino dopo i pasti diluito in poca acqua, non solo digerirete meglio, ma vedrete un abbassamento del colesterolo simile a quando si assumono statine (senza gli effetti collaterali di queste), non solo ma le HDL (il colesterolo buono) balzerà in alto come con nessun altro farmaco, naturale o di sintesi che sia.

Vitamina E. Si tenga inoltre presente che essendo liposolubile penetra nei grassi ed esercita soprattutto su questi un azione anti-ROS. Quindi agisce in sincronia con la Vitamina E e ne potenzia l’azione. I grassi, come già detto, sono un serbatoio di Radicali Liberi.


ROSMARINO È ANTITUMORALE

“Il rosmarino uccide il 77% delle cellule tumorali dello stomaco in vito.

in vitro

Negli studi sulla popolazione europea, quelli che mangiavano rosmarino fresco almeno una volta alla settimana avevano il 60% in meno di rischio di melanoma e il 34% in meno di rischio di cancro ai polmoni. Ma i benefici per la salute di questa erba non si fermano a combattere il cancro.

Gli studi clinici hanno dimostrato che il rosmarino aiuta a migliorare la funzione renale nei diabetici (quando usato come parte di Canephron N), a proteggere la pelle dai danni UV e anche a migliorare significativamente la memoria negli anziani (dose: 750 mg di erba in polvere ogni giorno).

ROSMARINO E LONGEVITA'

CENTENARI DI ACCIAROLI E ROSMARINO!

da un post di Fabio Poli

nell’alto consumo di rosmarino il fattore chiave della loro longevità!

Il rosmarino agisce su:

  • cervello, cistifellea, vie biliari, fegato, cuore, cuoio-capelluto, pelle, muscolatura liscia, su intestino, stomaco, organi digestivi, emuntori, gustativi, sessuali- riproduttivi (utero,ovaie,testicoli) e sulle vie urinarie, su ossa, cartilagini e articolazioni, su reni,sangue e sistema circolatorio, sul sistema endocrino, su quello immunitario e nervoso autonomo, e centrale.
  • Il rosmarino è un ottimo concentrato di antiossidanti, antibatterici, antivirali, antimicrobici, antifungini, repellenti per gli insetti, è tonico generale, cardiotonico, neurotonico, diuretico, dimagrante, coleretico, afrodisiaco, analgesico, antinfiammatorio, digestivo, eupeptico, antisettico, carminativo, anti-colesterolemico, emmenagogo.

Cosa Cura:

  • Scopriamone le principali sostanze antitumorali.
  • azione antiangiogenetica nelle cellule del pancreas affetto da cancro e svolge azione apoptotica; induce al suicidio le cellule cancerose del cancro alle ovaie, alla mammella, alla prostata e ai polmoni.

    • Il rosmarino contiene Carnasolo, che agisce riattivando la proteina P53, un soppressore tumorale considerato uno dei più importanti fattori per il controllo e lo sviluppo delle malattie e che risulta inattivo nel 50% dei tumori umani.
      Il rosmarino, come altri fitoterapici, quali la cannabis, contiene terpeni ad azione antitumorale.
      Esaminiamone alcuni:


      • Glutatione, il più potente antiossidante endogeno!
      • Tra i terpeni ad azione antitumorale del rosmarino, annoveriamo anche il Cariofillene, impiegato anche nella cura delle malattie autoimmuni.
      • Eudesmolo, antiproliferativo e citotossico!
        Il rosmarino contiene moltissime vitamine:

        • Vitamina A, B1, B2, B3, B5, B6, B9, C, D2+D3 e la K (antitumorali).

        Nel rosmarino vi sono molti aminoacidi tra cui:

        • Dulcis in fundo, il rosmarino, aggiunto durante la cottura della carne ne limita, del 70%, la formazione di poliammine, mediatori endogeni della proliferazione cellulare.
          Tra i minerali presenti nel rosmarino ad azione antitumorale, spicca sicuramente il Selenio, ottimo antiossidante e disintossicante.





Colesterolo, il capro espiatorio delle malattie Cardiovascolari e l’Omocisteina ignorata

Sempre più spesso, all’aumentare degli iscritti nel gruppo Vitamineral, giungono domande del Tipo “come posso abbassare il colesterolo?”

Così si legge sui documenti pubblicati dal dr Giorgini:

100 anni di Guerra al Colesterolo!

Molte malattie cardiovascolari (attacchi di cuore e infarto) sono imputabili all’aterosclerosi, ovvero all’adesione e all’occlusione causata dalle placche formate da colesterolo alle pareti delle arterie, con altri grassi, minerali e rifiuti cellulari. Queste malattie causano circa il 35% delle morti.

Dunque, sembrerebbe importante ridurre il colesterolo entro certi limiti. Assumiamo parte del colesterolo dagli alimenti, ma l’organismo ne produce una quantità ancora maggiore nel fegato e nel tratto gastro-intestinale. Inoltre, il colesterolo viene prodotto da zuccheri, grassi e perfino dalle proteine, tanto è importante: è necessario per la sintesi degli ormoni sessuali, per la produzione della bile e per la composizione delle membrane cellulari.

Il capro espiatorio: acidi grassi insaturi e colesterolo

I medici, tuttavia, hanno individuato nei grassi saturi e soprattutto nel colesterolo il capro espiatorio, il “cattivo” della storia dell’aterosclerosi. Quindi, quando il colesterolo è definito alto niente uova, niente burro e, soprattutto, evitare i grassi animali, questo è l’avvertimento dietetico degli scienziati contro la trombosi.

Così, è stato notevolmente diminuito il consumo di grassi animali ma gli attacchi coronarici e ischemici sono aumentati e aumentano di numero di anno in anno. Invece di concentrarsi solo sul colesterolo come causa dell’aterosclerosi, bisogna guardare altri squilibri biochimici. Infatti, se le pareti dei vasi sanguigni sono elastiche, lisce, e non irruvidite il colesterolo non si attacca.

L’omocisteina irruvidisce i vasi sanguigni

È da oltre un secolo che è stata individuata la sostanza che irruvidisce le pareti interne dei vasi sanguigni: si tratta dell’OMOCISTEINA.

Attività fisica e dieta sana: non salvano nessuno

Il cuore può essere colpito anche se non fumate e non bevete, anche se vi allenate regolarmente e seguite una dieta a basso contenuto di colesterolo, perché ci sono altre cause scatenanti contro cuore e circolazione e tutte sono riconducibili a carenze di nutrimenti:

  • se è scarsa la produzione di enzimi digestivi (gastrici, pancreatici e intestinali) che scompongono gli alimenti nei loro singoli componenti assimilabili;
  • se è scarsa la secrezione di bile (50% della popolazione), necessaria per l’attività degli enzimi pancreatici e intestinali;
  • se l’alimentazione è povera (carente di nutrimenti), a causa dei metodi di coltivazione, allevamento, conservazione e lavorazione industriale.

Difficile sfuggire ad almeno una di queste situazioni, il corpo perciò può trovarsi privato di alcuni nutrimenti.
Quando viene a mancare un nutrimento che serve, ad esempio, ad attivare un enzima, questo lavora molto più lentamente di come dovrebbe o non lavora proprio. Se si tratta dell’enzima che attiva l’acido folico, il quale presiede una delle tre vie di eliminazione (trasformazione) della pericolosa Omocisteina, quella non trasformata passa in circolo nel sangue.

L’OMOCISTEINA CAUSA ARTERIOSCLEROSI E ATEROSCLEROSI

«L’Omocisteina se non viene eliminata, quando passa nel flusso sanguigno, (come si è detto), è pericolosa perché abrasiva. Gratta e raschia le delicate pareti arteriose, facendo indurire le arterie (arteriosclerosi). Inoltre, le aree irruvidite che essa lascia dietro di sé diventano punti di ancoraggio ideali per il colesterolo e i depositi minerali [placche aterosclerotiche]. Col passare del tempo le arterie perdono la loro elasticità, si ostruiscono e l’Omocisteina continua a circolare.»

L’Omocisteina non si può eliminare con un farmaco e non si può inibire la sua produzione senza causare un danno maggiore, l’Omocisteina va TRASFORMATA e per ottenere questo sono indispensabili dei nutrimenti: alcune vitamine, alcuni sali minerali e aminoacidi.

Questa trasformazione è talmente importante che la Natura per realizzarla ha previsto due modi diversi suddivisi in tre vie, come si può vedere nella
Fig. 1.

In breve: la Metionina, un aminoacido essenziale, cede un gruppo metile, (-CH3) e diventa Omocisteina.
L’Omocisteina, come metabolita intermedio, è situata in un crocevia metabolico che influenza, direttamente e indirettamente, l’intero metabolismo metilico e sulfureo che avviene nel nostro organismo.
Questa “donazione” di metile alimenta molte strade metaboliche, come si accennerà nel prosieguo per comprendere l’importanza fondamentale di questo crocevia metabolico.

La Fig. 1 mostra due strade chiamate di RI-METILAZIONE, dove l’omocisteina ridiventa metionina e una strada, detta di TRANS-SULFURAZIONE, dove l’Omocisteina diventa cisteina, taurina, glutatione e gruppi solfato.

Prima strada di ri-metilazione

La PRIMA STRADA DI RI-METILAZIONE avviene per mezzo della vitamina B12 attivata, la metil-cobalamina, che dona il metile (-CH3) all’omocisteina trasformandola in metionina.

Successivamente, la vitamina B12 viene di nuovo attivata dalla forma attiva dell’acido folico, il 5-metil tetraidrofolato che gli dona un metile (-CH3) e diventa tetraidrofolato (THF).

Il tetraidrofolato viene trasformato nell’intermedio 5,10 metilen-tetraidrofolato grazie alla serina e alla vitamina B6 attivata e viene poi rimetilato dalla SAMe che, per mezzo dell’enzima metil-tetraidrofolato reduttasi (MTHFR), trasforma il 5,10 metilen-tetraidrofolato di nuovo in 5-metil tetraidrofolato, necessarie le vitamine B1, B2, B3.

Attenzione: l’enzima (MTHFR) metil-tetraidrofolato reduttasi a causa di due mutazioni genetiche ereditabili (C677T e A1298C), viene prodotto male e ha poca o nessuna attività.
Si tratta di un difetto innato che esclude una delle tre vie di trasformazione dell’omocisteina, la ri-metilazione basata sull’attivazione dell’acido folico.
Si può ovviare a questa mutazione genetica assumendo l’acido folico già attivato (5-metil-tetraidrofolato) o addirittura la vitamina B12 attivata (metil-cobalamina).
La frequenza di questa mutazione genetica è del 3,7% in Europa, cioè una persona su 27.

Le persone con la carenza congenita dell’enzima metiltetraidrofolato reduttasi (MTHFR) presentano bassi livelli della SAMe nel fluido cerebro-spinale e mostrano demielinizzazione nel cervello e una degenerazione del midollo spinale.
Questo disturbo è causato dall’omocisteina che non viene trasformata in quantità sufficiente in metionina, precursore della solfo-adenosil-metionina, cioè della SAMe.

Seconda strada di ri-metilazione

È stato dimostrato che la Betaina (trimetilglicina) è in grado di ripristinare i livelli di SAMe e di prevenire la progressione dei sintomi neurologici in tutte le persone in cui è stata sperimentata.

Questo perché si sta parlando della SECONDA STRADA DI METILAZIONE dell’omocisteina a metionina (Fig. 1).
Questa seconda via è determinante per i mitocondri e dunque per la produzione di energia. Infatti, l’acido folico e i suoi derivati attraversano molto lentamente la membrana dei mitocondri per rimetilare l’omocisteina.

Perciò, nei mitocondri la rigenerazione di Metionina dall’omocisteina (rimetilazione) si basa principalmente sul recupero del gruppo metile dalla Betaina (trimetilglicina), disponibile velocemente. La Betaina, per mezzo dell’enzima betaina-omocisteina metil-transferasi (necessario lo zinco), dona il metile all’omocisteina e si trasforma in dimetilglicina (DMG), da questa viene prodotta la glicina e anche l’aminoacido serina, necessario alla terza strada di trasformazione dell’omocisteina.

Terza strada, la transulfurazione

La trans-sulfurazione è la TERZA STRADA DI TRASFORMAZIONE DELL’OMOCISTEINA (Fig. 1).
L’Omocisteina viene trasformata in Cistationina per mezzo dell’enzima cistationina beta-sintasi e necessita, oltre alla Serina, anche della vitamina B6 attivata, il piridossale-5 fosfato.

La Cistationina, per mezzo dell’enzima cistationina gamma-liasi diventa Cisteina,  necessaria la vitamina B6 attivata. La vitamina B6 (piridossale) viene attivata dalla vitamina B2. La betaina si forma dalla Colina, una vitamina del gruppo B (o vitamina-simile).

Questa strada trasforma l’omocisteina in preziosi nutrimenti: cisteina, taurina, gruppi solfato e glutatione.

Complessivamente, le 3 strade per funzionare richiedono:

  • vitamine:
    • Acido folico (nella forma attiva di 5-metil tetraidrofolato)
    • B1 (tiamina)
    • B2 (riboflavina)
    • B3 (niacina)
    • B6 (nella forma attivata di ) piridossal-5-fosfato
    • B12 (nella forma attivata di ) metilcobalamina
    • C (acido L-ascorbico)
  • aminoacidi:
    • Betaina (trimetilglicina)
    • Serina
    • SAMe (Solfo-adenosil-metionina: forma attivata della metionina)
  • Sali minerali:
    • Magnesio
    • Zinco

Tutti questi nutrimenti sono evidenziati in verde nella Fig. 1.

Finora abbiamo evidenziato quei nutrimenti che trasformano l’Omocisteina in aminoacidi utili (metionina, cisteina, taurina, glutatione) dando la spiegazione e, contemporaneamente, i rimedi a questa sfavorevole condizione comune a più di un terzo della popolazione.

Prendendo il ciclo dell’Omocisteina come esempio, è lecito pensare che altre carenze nutrizionali siano all’origine di altri disturbi, causati da carenze che rallentano o interrompono determinate strade metaboliche.

DANNI CAUSATI DIRETTAMENTE DALL’OMOCISTEINA

Bisogna ora dare uno sguardo veloce ai danni causati dall’Omocisteina, ricordando che piuttosto che continuare a pensare all’aterosclerosi come al risultato del colesterolo, dobbiamo invece constatare che è il risultato di talune carenze nutrizionali.

Molti dei disturbi che si presentano passati i 50 anni sono riconducibili all’azione dell’Omocisteina, il secondo difetto innato più comune del metabolismo degli aminoacidi. Le cause dell’innalzamento dell’Omocisteina nel sangue, come si è visto, possono essere sia genetiche, che nutrizionali.

La sua circolazione continua provoca anche un invecchiamento precoce che colpisce prima dell’età normale dell’invecchiamento. Più precisamente, si tratta di una lenta e progressiva sclerosi di organi e apparati, con un conseguente indurimento e disidratazione dei tessuti.
Tutto parte dalla sclerosi dei vasi sanguigni causata dall’Omocisteina, i quali all’inizio diventano meno elastici e col tempo, alle loro pareti, aderiscono anche placche di colesterolo.

Perciò, lo spazio per il passaggio del sangue diminuisce, le cellule diventano affamate, arriva anche meno ossigeno e non riescono a lavorare come prima. Allora la pressione del sangue aumenta per compensare, in primis, il rifornimento dell’ossigeno a tutte le cellule. Il cuore deve lavorare di più e più duramente, si stressa, si ingrossa e consuma gli antiossidanti disponibili, l’efficienza diminuisce e può arrivare un attacco di cuore o un altro disturbo per mancanza di antiossidanti.

L’Omocisteina facilita anche la produzione di un forte ossidante, il perossido di idrogeno, ovvero l’acqua ossigenata, che apporta un danno al colesterolo “cattivo” o LDL (perossidazione lipidica) che apre la strada all’aterosclerosi e danni alle membrane cellulari.
Negli ultimi anni i livelli alti di Omocisteina sono stati associati a molti disturbi.

Disturbi associati con livelli alti di Omocisteina:

  • aborto spontaneo
  • arteriopatia coronarica
  • arteriosclerosi
  • aterosclerosi
  • artrite reumatoide
  • disturbi cardiovascolari
  • cardiopatie
  • declino cognitivo delle persone anziane,
  • demenza senile
  • depressione
  • diabete non insulino-dipendente
  • difetti del tubo neurale
  • dislipidemia
  • disturbi neuro-psichiatrici, schizofrenia
  • emorragia accidentale
  • fattore di rischio indipendente per le malattie
  • ictus
  • infarto al miocardio
  • insufficienza renale
  • ipertensione
  • morbo di Alzheimer
  • morbo di Parkinson
  • obesità
  • occlusione vascolare periferica o cerebrale o vascolare retinica
  • osteoporosi
  • sclerosi multipla
  • teratogenicità
  • vasculopatia periferica

Livelli alti di Omocisteina accompagnano il diabete e la retinopatia proliferativa.
Livelli elevati di Omocisteina si osservano anche nell’artrite reumatoide, insufficienza renale, e nell’uricemia (acidi urici).

L’Adenosina in eccesso, che avrebbe dovuto reagire con la Metionina per attivarla a solfo adenosilmetionina (SAMe), viene degradata ad acido urico.
Livelli particolarmente elevati di Omocisteina si osservano con elevato consumo di caffè e di caffè unito al fumo.
Anche l’ingestione abituale di alcol è collegata a livelli elevati di Omocisteina.

IL LIVELLO DI OMOCISTEINA

Se non si controlla il livello di Omocisteina nel sangue si può instaurare uno squilibrio biochimico, lento ma inesorabilmente progressivo che può causare centinaia di disturbi e malattie anche croniche e mortali.

Nel Manuale di interpretazione degli esami di laboratorio si legge:

  • «Nota: l’Omocisteina è un aminoacido solforato che si forma in seguito a perdita di un gruppo metilico da parte della metionina. È considerato uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare, infatti, livelli elevati aumentano il rischio di infarto cardiaco, di aterosclerosi e di trombosi venosa.
  • Indicazioni: valutazione del rischio cardiovascolare
  • Campione: sangue e urine.
  • Valori di riferimento: sangue < 12 µmol/l; urine < 32 mg/24h.
  • Dovrebbe essere un’analisi ordinaria da ricercare in ogni caso, invece non viene mai prescritta dal medico di base. Eppure, più del 30% delle morti sono legate a problemi cardio-circolatori probabilmente causati dall’Omocisteina.

    Un effetto collaterale della detossificazione di Fase II è la produzione di radicali liberi: per ciascuna tossina metabolizzata in Fase I si forma un radicale libero.
    L’antiossidante più importante per neutralizzare i radicali liberi generati dalla Fase I è il GLUTATIONE
    Poiché il Glutatione è necessario anche per uno dei processi più importanti di Fase II (coniugazione con glutatione), questo processo, se manca il Glutatione, non può avvenire.

    Ma le tossine trasformate dalla Fase I sono più reattive e se non vengono neutralizzate dalla Fase II possono causare danni molto seri, in particolare la carcinogenesi. Perciò la velocità con cui la Fase I genera intermedi delle tossine deve essere equilibrata dalla velocità con cui la Fase II termina la trasformazione (detossificazione).

    Gli enzimi di Fase I e II per funzionare necessitano dei seguenti nutrimenti:

    • Glutatione e i suoi precursori (componenti), gli aminoacidi:
    • glicina,
    • acido glutammico,
    • cisteina
    • Aminoacidi solforati contenenti zolfo :
      • cisteina/cistina,
      • metionina,
      • taurina,
      • SAMe (Solfo Adenosil-Metionina),
      • NAC (N-Acetil-Cisteina)
    • Aminoacidi
      • glicina,
      • glutammina,
      • arginina,
      • ornitina,
      • taurina
    • Vitamine:
      • B1,
      • B2,
      • B5,
      • B6,
      • C,
      • acido folico,
      • colina
    • Sali minerali:
      • magnesio
    • Oligoelementi:
      • zinco
      • rame,
      • molibdeno,
      • selenio

    CONCLUSIONI

    Tutti i disturbi e le malattie causate dall’Omocisteina, direttamente e indirettamente, sono provocati dalla carenza di alcuni nutrimenti (o della loro attivazione), o da mutazioni genetiche che  si possono superare con gli stessi nutrimenti.

    Articolo tratto dai documenti scaricabili dal sito del Dr. Giorgini dove potrete trovare una ricca Bibliografia.


     




OMEGA 3: gli Acidi Grassi Essenziali

Gli acidi grassi omega 3 fanno parte dei nutrienti più importanti per l’organismo e hanno un effetto molto positivo sulla salute.

Vedremo insieme benefici per l’organismo, conseguenze di una carenza di Omega 3 nell’organismo, dosi consigliate ed effetti collaterali.

Generalità

Che cosa Sono

Cosa sono gli acidi grassi essenziali omega- 3?

Gli acidi grassi omega-3 appartengono al gruppo degli acidi grassi essenziali. Questo significa che il nostro corpo non può produrli da solo, per cui dobbiamo apportarli all’organismo attraverso l’alimentazione, visto che contribuiscono alla prevenzione di diverse malattie.

  • Sono acidi grassi poliinsaturi che dobbiamo includere quotidianamente nella nostra dieta.
  • Sono indispensabili per avere un sistema cardiovascolare sano e conservare il metabolismo in ottimo stato.
  • Hanno molte proprietà benefiche per l’organismo, fra le quali si evidenziano i loro effetti sulla pelle, sul cervello, sul sistema muscoloscheletrico e sul sistema immunitario.
  • Riducono la formazione di sostanze pro-infiammatorie e rafforzano la vista e il cervello.
  • È di vitale importanza assicurarci di ingerire nella nostra alimentazione quantità sufficienti di omega-3, sia a partire da fonti naturali e/o integratori che contengano questi acidi grassi essenziali.

    Tuttavia, le fonti alimentari di omega 3 sono abbastanza limitate. Per questo motivo, le persone che seguono una dieta occidentale standard tendono a non assumere abbastanza omega 3 1.

    Uno studio che ha analizzato le abitudini alimentari di oltre 45.000 americani ha scoperto che l’assunzione di omega-3 era inferiore alle quantità raccomandate in tutti i gruppi di età. Ciò dimostra che l’insufficienza di omega-3 è comune negli Stati Uniti 9.

    I cibi ricchi di omega 3 includono pesce, olio di pesce, alghe e microalghe (es. spirulina, clorella), semi di lino, olio di lino, olio di perilla, olio di noci, olio di ribes nero, olio di kiwi e semi di chia.


QUALI SONO

Quali Sono

I tre principali acidi grassi omega-3 sono chiamati:

  • ALA: acido alfa-linolenico → presente in alcuni semi e oli vegetali;
  • EPA: acido eicosapentaenoico → presente nel pesce;
  • DHA: acido docosaesaenoico → presente nel pesce.

All’interno dell’organismo, l’ALA viene convertito in EPA e DHA 2.

Tuttavia, questa capacità di conversione è limitata. Uno studio ha rilevato che nell’organismo adulto 3:

  • solo il 5% dell’ALA assunto viene convertito in EPA
  • meno dello 0,5% dell’ALA assunto viene convertito in DHA.

In uno studio su 56 partecipanti con malattie croniche, un’integrazione giornaliera di 3 grammi di ALA (da olio di semi di lino) è comunque riuscita ad aumentare i livelli di EPA nel sangue del 60% dopo 12 settimane rispetto al placebo 50.

A Cosa Servono

  • L’ALA viene usato dall’organismo per produrre energia. Risulta pressoché privo di attività biologiche ma l’organismo può convertirlo in EPA e DHA 4.
  • L’EPA è utile soprattutto per la sintesi di molecole di segnalazione chiamate eicosanoidi, che possono ridurre l’infiammazione 5.
  • Il DHA funge da componente strutturale nelle membrane cellulari, in particolare nelle cellule nervose del cervello e degli occhi 6.

PROPRIETA'

Proprietà degli acidi grassi omega 3 sull’organismo

Gli acidi grassi omega 3 agiscono in molti modi, per cui hanno un esteso spettro di attività. Una delle loro proprietà consiste nel proteggere le cellule contro l’invecchiamento prematuro, questo è dovuto al fatto che sono potenti antiossidanti che possono attraversare anche la barriera ematoencefalica.

Perché gli acidi grassi omega-3 hanno un impatto così forte sugli acidi grassi poliinsaturi essenziali, il DHA e l’EPA?

L’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA) sono acidi grassi polinsaturi essenziali che sono presenti in tutte le membrane cellulari. Sono fondamentali per la comunicazione tra le cellule, ad esempio nel sistema nervoso, dove i messaggi devono raggiungere rapidamente tutte le parti del corpo. [3][4]

Gli omega 3 stimolano la produzione di prostaglandine, che sono ormoni che controllano molte funzioni fondamentali del corpo, come la risposta ai processi infiammatori e immunitari.[5]

Praticamente ogni parte del nostro corpo ha bisogno di un apporto adeguato di omega 3 per il suo corretto funzionamento. Ecco perché è così importante includere nella nostra dieta, in modo abituale, gli alimenti che li contengono e che proteggono le nostre membrane cellulari, poiché così le nostre funzioni corporee funzioneranno in modo ottimale.


Patologie come la pelle secca, asma e/o allergie sono comuni anche in bambini durante queste età. Livelli ottimali di EPA in questo momento possono aiutare a ridurre l’infiammazione associata con questi problemi.

CHE COSA FANNO acidi grassi omega-3 SUL NOSTRO organismo?

LEGGI QUI I BENEFICI
  • Riducono tutti i tipi di infiammazione. Pertanto, si consigliano per prevenire e alleviare le allergie l’asma e l’eczema.
  • Riducono i livelli di trigliceridi e aumentano i livelli di colesterolo buono o HDL, che riduce il pericolo di soffrire di infarto.
  • Riducono la probabilità di soffrire patologie cardiovascolari o infarti, meglio di qualsiasi altro farmaco con cui siano stati confrontati.
  • Prevengono contro la comparsa di infarti.[6]
  • Migliorano la salute della cartilagine e delle articolazioni.
  • Favoriscono la salute oculare e permettono di vedere meglio, sia in adulti, come nella crescita del feto dentro l’utero e nello sviluppo oculare dei bambini.
  • Svolgono un ruolo importante nello sviluppo del cervello. Uno studio clinico realizzato su bambini piccoli ha dimostrato che i bambini che prendono omega 3 aumentano la propria capacità mentale e visiva, che rende questi bambini più intelligenti rispetto a quelli che non li prendono.
  • Aiutano a trattare l’Alzheimer.
  • Aumentano il rendimento intellettuale, il quoziente intellettivo e aiutano le persone anziane a conservare la memoria in buono stato.
  • Aiutano le persone che soffrono di sclerosi multipla.
  • Riducono nei bambini i sintomi dell’ADHA (sindrome da deficit di attenzione).[7]
  • Preservano la permeabilità delle pareti cellulari.
  • Favoriscono l’equilibrio ormonale, che contribuisce ad avere un sonno profondo e riparatore e a svegliarsi riposati e con vitalità.
  • Diminuiscono la pressione arteriosa elevata. A differenza di altri medicinali che forzano la pressione sanguigna all’interno di un range normale, gli omega 3 riducono la pressione sanguigna in modo naturale e la mantengono ad un livello salutare. Sebbene ci voglia un po’ di più per regolare la pressione arteriosa, il vantaggio è che non hanno effetti collaterali, come avviene con i medicinali.
  • Prevengono la comparsa di problemi cardiovascolari, il deposito di grassi nelle arterie e la formazioni delle placchette nelle cellule endoteliali (il rivestimento delle arterie consiste in cellule endoteliali).
  • Riducono l’aderenza delle placchette e la probabilità di soffrire ictus causati dai coaguli di sangue nel cervello.
  • Riducono la produzione delle citochine, associate con le reazioni infiammatorie che aumentano le possibilità di soffrire arteriosclerosi.
  • Aumentano l’attività delle prostaglandine prodotte dalle cellule endoteliali e aiutano a rilassare e dilatare le arterie.
  • Aumentano la concentrazione degli eicosanoidi buoni (prostaglandina F2α e trombossano B2) e, allo stesso tempo, riducono i trigliceridi nocivi.[8]
  • Sono degli antiossidanti molto potenti e dei pochi che possono attraversare la barriera ematoencefalica.
  • Migliorano l’umore, aumentano l’ottimismo e riducono lo sviluppo delle malattie mentali.
  • Sono un antidepressivo naturale molto efficace.
  • Equilibrano il livello di testosterone.
  • Aiutano a ridurre la crescita delle cellule cancerogene e sono efficaci per trattare il cancro alla prostata[9], il cancro al seno e il cancro del colon-retto.
  • Sono l’integratore perfetto per prevenire contro l’invecchiamento, visto che migliorano il livello ormonale e la salute delle articolazioni. Inoltre, sono un fantastico complemento sportivo, dato che accelerano il recupero dopo il duro allenamento.
  • Riducono l’infiammazione nei polmoni e servono anche per trattare allergie, asma ed eczema. (studio)
  • Riducono l’obesità e migliorano la capacità delle cellule per rispondere all’insulina e stimolare l’espulsione di leptina. Questo ormone regola l’ingestione degli alimenti, il peso e il metabolismo corporeo, relazionato con la quantità di adipociti (cellule grasse).

CARENZA DI OMEGA 3

Quali patologie si producono per una carenza di acidi grassi Omega 3?

  • Sviluppo di malattie cardiovascolari
  • Depressione e altri disturbi neurologici
  • Maggior probabilità di soffrire di reumatismi e altre patologie infiammatorie
  • Pelle secca e squamosa
  • Alta pressione arteriosa
  • Diminuzione della vista
  • Sistema immunitario debilitato
  • Diminuzione del flusso sanguigno

Perché è importante assumere Omega 3

Aldilà della funzione energetica, il corpo utilizza l’EPA e il DHA per produrre molecole di segnalazione chiamate eicosanoidi.

riducono l’infiammazione 17.

Gli eicosanoidi vengono talvolta chiamatiresolvine“, proprio per questa loro capacità di “risolvere” l’infiammazione 18, 19.

  • Un ridotto consumo di alimenti ricchi di omega 3 – soprattutto se associato a una dieta ricca di zuccheri, grassi trans e cibi trasformati – potrebbe quindi instaurare uno stato di infiammazione cronica 20.
  • Numerosi studi suggeriscono che l’infiammazione cronica di basso livello svolge un ruolo importante nell’insorgenza e nella gravità di malattie cardiache, cancro, sindrome metabolica, obesità, morbo di Alzheimer e varie altre malattie degenerative 21, 22, 23, 20.

Dove sono gli OMEGA3

Quanto Omega-3 Assumere

Di seguito, riportiamo gli apporti di omega-3 consigliati da varie organizzazioni nazionali e internazionali. Poiché la loro lettura e applicazione può risultare complicata, risulta opportuno tradurre queste raccomandazioni in termini pratici:

è possibile soddisfare i fabbisogni di omega-3:

  • includendo nella propria dieta cibi ricchi di acido α-linolenico (ALA), come noci, semi di lino e olio di canola.
  • per i vegetariani esistono anche omega 3 di derivazione algale.
  • In gravidanza, sotto consiglio e controllo medico, può essere suggerita un’integrazione specifica di DHA, a dosi di 200 mg al giorno 7, 8
DOSAGGIO OMEGA 3

L’assunzione giornaliera consigliata di omega 3 è la seguente:

  • Adulti sani normali: Approssimativamente 650 milligrammi di EPA e DHA al giorno
  • Persone con alcune malattie cardiovascolari o con possibilità di soffrirne: 1 grammo al giorno
  • Persone che vogliano ridurre i propri livelli di trigliceridi: 2 grammi al giorno
  • Se desideri ridurre i livelli di colesterolo, è importante prendere una dose maggiore di omega 3, visto che una dose troppo bassa non produrrà l’effetto desiderato.

INTEGRATORI

INTEGRATORI di OMEGA 3:

Confezioni da 50, 100, 250, 500 perle softgel

3 perle contengono 900 mg di Omega (EPA-DHA)

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120 perle

4 perle contengono 2880 mg

 


Altri articoli sugli OMEGA 3

BIBLIOGRAFIA

Fonti bibliografiche:

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    L’Acido Folico e le implicazioni con la Mutazione MTHFR

     

    Gli alimenti con maggior contenuto in vitamina B9 sono il fegato, il lievito di birra (cereali), asparagi, verdure a foglia verde (bietole, broccoli…), legumi (ceci, fagiolini, arachidi…), fegato di vitello, tuorlo d’uovo, germe di grano, alcuni alimenti processati che sono stati arricchiti con la vitamina (cereali per la colazione o biscotti di cereali). L’alimentazione è chiave per includere questa vitamina nel nostro organismo.

    Ruolo biologico

    L’Acido Folico o vitamina B9, è una vitamina idrosolubile del gruppo B. Si trova negli alimenti in varie forme chimiche, note come Folati, mentre il termine Acido Folico andrebbe riservato alla vitamina B9 sintetica, utilizzata negli integratori e negli alimenti fortificati.

    Il nostro corpo ha bisogno dei Folati per produrre DNA e altro materiale genetico. Questa vitamina svolge quindi un ruolo essenziale nella crescita e nella divisione cellulare.

    FUNZIONI

    A che Cosa Serve l’Acido Folico

    La funzione biologica dell’Acido Folico è quella di trasferire unità carboniose tra substrati diversi.

    Grazie a tale caratteristica, la vitamina B9 interviene:

    • nella maturazione dei globuli rossi;
    • nel metabolismo degli acidi nucleici, in particolare nella regolazione dell’espressione genica e nella divisione cellulare;
    • nella detossificazione da Omocisteina (un importante indicatore di rischio per patologie cardiovascolari e neurodegenerative);
    • nel metabolismo di alcuni aminoacidi, come Metionina, Cisteina, Glicina, Serina e Istidina.

    L’attività biologica dei Folati risulta biologicamente potenziata dall’interazione con altre vitamine, come la B6, la B12 e la vitamina C. In numerosi studi di laboratorio, l’Acido Folico ha esibito un’attività antiossidante paragonabile a quella delle vitamine C ed E 1, 2.

    Il nome Acido Folico deriva dalla parola latina “folium”, che significa foglia. In effetti, le verdure a foglia sono tra le migliori fonti alimentari di Folati.


    BENEFICI

    Benefici per la salute dell’Acido Folico

    L’assunzione di Acido Folico è consigliata nei seguenti casi:

    • Prima e durante la gravidanza, per prevenire i difetti nella formazione del tubo neurale
    • In caso di anemia da carenza di Acido Folico
    • Quando si ha carenza di Acido Folico dovuta all’assunzione di medicinali
    • In caso di disturbi nell’assorbimento di Folato nell’intestino (sindrome di mal assorbimento, consumo eccessivo di bevande alcoliche, intestino infiammato)
    • In caso di malattie cardiovascolari, quando vi è il rischio di trombosi, ictus ed infarto
    • In caso di disfunzione cerebrale (perdita di memoria, demenza, depressione ed Alzheimer)
    • Per migliorare il processo di cicatrizzazione delle ferite
    • In caso di rischio di infezioni
    • Per prevenire la degenerazione cellulare

    CARENZA

    Carenza di Folati

    La carenza di Folati è piuttosto comune. In particolare, alcune popolazioni, tra cui gli anziani e le donne in gravidanza, hanno difficoltà ad ottenere l’assunzione dietetica raccomandata di Folati attraverso la dieta 5.

    Cause

    Carenza di Folati avviene per scarso apporto dietetico o per malattia

    La carenza di Folati può avere molteplici cause, tra cui:

    • scarso apporto dietetico
    • malattie o interventi chirurgici che influenzano l’assorbimento dei Folati nel sistema digestivo, tra cui la celiachia, il bypass gastrico e la sindrome dell’intestino corto
    • acloridria o ipocloridria (acido dello stomaco assente o basso)
    • farmaci che influenzano l’assorbimento dei Folati, compresi metotrexato e sulfasalazina
    • alcolismo
    • gravidanza
    • anemia emolitica
    • dialisi.

    Le fonti naturali degli alimenti di Folato sono suscettibili di essere instabili e ossidati (perdendo il loro valore in vitamine), perdendo parte del loro valore nutrizionale, a causa del processo di produzione, cosicché la loro biodisponibilità può variare dal 25 al 50%, a seconda del tipo di alimento.

    La conservazione o la cottura riducono il contenuto di Folato.

    Ovviamente, il comportamento e le abitudini delle persone condizioneranno la disposizione di Folato. Inoltre, anche altri fattori contribuiscono a questo deficit vitaminico, come farmaci, tabacco, alcool, disturbi alimentari, mancanza di fonti alimentari come le verdure o una dieta rigorosa o restrittiva per un lungo periodo.

    Conseguenze

    La vitamina B9 è coinvolta in una serie di processi metabolici vitali e la carenza porta a una serie di risultati negativi sulla salute, tra cui 6:

    • anemia megaloblastica;
    • aumentato rischio di malattie cardiache e alcuni tumori;
    • difetti alla nascita nei figli di madri carenti di Folati.

    I Folati sono necessari per la replicazione e la divisione dei globuli rossi e la loro carenza può portare all’anemia megaloblastica (una condizione caratterizzata da globuli rossi scarsi e di grandi dimensioni) 7.

    L’anemia megaloblastica è reversibile e prevenibile attraverso il trattamento con Acido Folico (100 mcg-5 mg al giorno), compresi i gruppi a rischio come le donne in gravidanza 8, 9.

    Nell’uomo e negli animali carenti di Folati, è stata anche osservata una maggiore suscettibilità alle infezioni 10.

    Analisi del Sangue

    Quando il medico sospetta una carenza di Acido Folico, può prescrivere un esame che misura i livelli di Folati nel sangue. I livelli sierici di Folati sono considerati normali quando ricadono nel range compreso tra 2 e 20 ng/ml (o 4,5 – 45,3 nmol/l).

    Laboratori diversi possono comunque adottare range di normalità più o meno ampi 1. Livelli inferiori a 2 ng/ml indicano una carenza di Acido Folico, ma già valori inferiori a 4 ng/ml richiedono approfondimenti 2.


    DOSAGGI

    Dosi consigliate di Acido Folico

    400mcg (microgrammi). Nel caso delle persone che vogliano ridurre il proprio livello di Omocisteina nel sangue, la dose consigliata è di 0,8- 1 mg (milligrammi al giorno). Abbiamo già visto alcuni alimenti che possono fornire questa vitamina.

    Fabbisogno

    Dato il prezioso ruolo biologico dei Folati nella salvaguardia della funzionalità dell’organismo umano, la dose d’assunzione raccomandata per la popolazione italiana è stata recentemente rivalutata.

    Se negli adulti, sia di sesso maschile che femminile, i 400 mcg giornalieri costituirebbero la quantità ottimale, nelle gestanti l’apporto di Folati alimentari andrebbe aumentato a 600 mcg/die.

    Incremento che in realtà andrebbe esteso anche alla popolazione generalmente a rischio di carenza, come quella dei fumatori, degli anziani o dei grandi obesi. I dosaggi andrebbero ulteriormente adeguati in presenza di particolari polimorfismi genici o in seguito alla contestuale presenza di patologie cardiovascolari e neurologiche.

    Pertanto, la determinazione delle quantità di Acido Folico ottimali, andrebbe valutata caso per caso, considerando attentamente la storia clinica del paziente. Le quantità medie giornaliere raccomandate di Folati equivalenti nella dieta (DFE)° sono elencate nella seguente tabella.

    Età Maschi Femmine
    Nascita fino a 6 mesi * 65 mcg * 65 mcg *
    7-12 mesi * 80 mcg * 80 mcg *
    1-3 anni 150 mcg 150 mcg
    4-8 anni 200 mcg 200 mcg
    9-13 anni 300 mcg 300 mcg
    14-18 anni 400 mcg 400 mcg
    19+ anni 400 mcg 400 mcg
    Gravidanza 600 mcg
    Allattamento 500 mcg

    * AI: livello di assunzione adeguato

    Biodisponibilità e Folati equivalenti

    ° La sigla DFE (Folati equivalenti nella dieta) è stata introdotta perché il corpo assorbe più Acido Folico dagli alimenti fortificati e dagli integratori alimentari rispetto ai Folati naturalmente presenti negli alimenti.

    Rispetto ai Folati che si trovano negli alimenti, è quindi sufficiente meno Acido Folico dagli integratori per coprire le dosi giornaliere raccomandate.

    Si ritiene che l’Acido Folico sintetico abbia un’assorbibilità del 100% se assunto a stomaco vuoto, mentre l’Acido Folico presente negli alimenti fortificati avrebbe solo l’85% di assorbibilità. Per i Folati naturalmente presenti nella dieta si stima un’assorbibilità di circa il 50%.

    A causa di questa variabilità nell’assorbimento, i DFE sono stati sviluppati secondo le seguenti equivalenze 3:

    • 1 μg di Acido Folico assunto come integratore a stomaco vuoto fornisce 2 μg di DFE.

    Quali INTEGRATORI

    Tipi di Integratori

    Nel corpo umano, la forma biologicamente attiva della vitamina B9 è un Folato noto come 5-metiltetraidrofolato (5-MTHF). Nel sistema digestivo, la maggior parte dei Folati alimentari viene convertita in 5-MTHF prima di entrare nel flusso sanguigno 11.

    Tra i supplementi di Folati più utilizzati nell’integrazione vi è l’Acido Folico, nonostante nell’ultimo periodo sia cresciuta esponenzialmente la disponibilità di alimenti fortificati, ossia di alimenti artificialmente arricchiti con Acido Folico.

    A differenza dei Folati alimentari, non tutto l’Acido Folico assunto viene convertito nella forma attiva (5-MTHF) nel sistema digestivo, per cui si richiede l’intervento del fegato 11, 12. Tuttavia, il processo di attivazione epatica è lento e inefficiente in alcune persone.

    In molti casi l’uso di Folati è combinato a quello di altre vitamine del gruppo B. Uno studio suggerisce che l’assunzione di Acido Folico insieme ad altre vitamine del gruppo B, in particolare alla vitamina B6, rende l’attivazione epatica più efficiente 13.

    L’Acido Folico è la forma supplementare più comune di vitamina B9. Altri integratori contengono 5-metiltetraidrofolato (5-MTHF), noto anche come levomefolato, considerato un’alternativa adeguata all’Acido Folico 14, 15, 16, 17.

    Acido Folico e Folato sono la stessa cosa?

    Molte persone, e anche i professionisti della salute, sostengono che il Folato sia essenzialmente lo stesso nutriente. Mentre l’Acido Folico è spesso considerato una forma supplementare di Folato o vitamina, esiste un’importante distinzione tra questi due diversi composti.

    È abbastanza comune usare entrambi i termini, quando vogliamo riferirci alla vitamina B9, ma la verità è che corrispondono a due sostanze distinte

    • Il Folato è il termine utilizzato per chiamare la vitamina B9 (forma biodisponibile) che si trova naturalmente negli alimenti.
    • L’Acido Folico si riferisce al composto sintetico ossidato utilizzato negli integratori alimentari (prenatali…) e nella lavorazione (arricchimento) di alcuni alimenti, tutti utilizzati per migliorare la salute.

    METIL-FOLATO

    • Folato metabolicamente attivo
    • Elevata biodisponibilità
    • Fornisce 1.000 mcg di Folato per porzione

    MODO D’USO: Assumere 1 compressa al giorno durante un pasto.

    l’acido folico ad alte dosi può mascherare la carenza di vitamina B-12. Consultare il medico in caso di gravidanza/allattamento, assunzione di farmaci (in particolare fenobarbital, fenitoina, primidone e metotrexato) o patologie mediche (in particolare qualsiasi condizione che coinvolga malassorbimento di nutrienti).


    Qual’è la Differenza tra Acido Folico e Folato?

    LEGGI QUI

    Il Folato è comunemente chiamato semplicemente “Acido Folico” e nell’uso comune i termini “Folato” e “Acido Folico” sono considerati intercambiabili. Tuttavia, ci sono importanti differenze tra le forme naturali e sintetiche di Folato.

    Folato è un termine generico per questa vitamina solubile in acqua del complesso B, che funziona in reazioni di trasferimento di un solo carbonio ed esiste in diverse forme chimiche

    L’Acido Folico, la forma di Folato utilizzata nella fortificazione degli alimenti e nella maggior parte degli integratori, è una forma sintetica: pteroilmonoglutammato o pteroilmonoglutammico.

    Differenze tra acido folico e folato

    Possiamo trovare come integratori alimentari anche le forme di acido folinico e l-metilfolato (che è direttamente la forma attiva 5-MTHF).

    Eccesso di Acido Folico

    In quelle persone che non elaborano correttamente l’Acido Folico a causa di una mutazione genetica, come abbiamo visto, possono tendere ad accumularlo ed è quindi conosciuto come “Acido Folico non metabolizzato”.

    Una delle precauzioni da considerare è che, tale eccesso, può portare a “mascherare” una possibile carenza di vitamina B12 (può passare più tempo senza che venga diagnosticata).

    Integratori di l-metilfolato

    Il beneficio dell’integrazione per ridurre i problemi del tubo neurale è innegabile e ilruolo vitale del Folato per la salute generale è evidente.

    Tuttavia, i potenziali rischi associati all’Acido Folico sintetico fanno si che altre forme di Folato siano un’opzione prudente, come quelle che presentano la forma direttamente assorbibile dal corpo (l-metilfolato):

    • Forma più biodisponible (supera anche gli alimenti)
    • Evita il problema della mutazione MTHFR e l’inefficienza nella conversione enzimatica
    • Evita il problema di mascherare la carenza di vitamina B12
    • Evitare interazioni con farmaci che possano ridurre l’attività enzimatica

    Le persone con un difetto di MTHFR non devono assumere nessuna fonte di Acido Folico dato che può essere molto tossico. Si prenderebbe in considerazione solamente la forma L-MTHF, che è la forma metilata che l’organismo va ad utilizzare.

    Effetti collaterali dell’l-metilfolato

    Tuttavia, il consumo della forma naturale di Folato può portare anche a qualche alterazione dell’umore e di altre condizioni come: irritabilità, insonnia, dolori muscolari e articolari, ansia, palpitazioni, nausea, mal di testa, emicrania…

    Uno dei modi di mitigare questi sintomi è ingerire contemporaneamente all’integratore di Folato, una fonte di niacina.


    Mutazione MTHFR

    Cos’è la mutazione del gene MTHFR?

    Come abbiamo visto in precedenza, lMTHFR si riferisce ad un enzima che permette di ottenere la forma attiva della vitamina B9 (aggiunge un gruppo metilico). Converte anche l’Omocisteina in metionina, contribuendo al corretto metabolismo e alla creazione di glutatione.

    La mutazione genetica fa sì che questo enzima perda parte della sua attività, influenzando i processi fisiologici associati, inibisce la capacità dell’organismo di metilare (eliminare le tossine) e converte l’Acido Folico degli alimenti che mangiamo nel metabolita di cui abbiamo bisogno, L-5-Metilten-tetraidrofolato

    Le persone con un gene MTHFR difettoso hanno una capacità alterata di produrre l’enzima MTHFR, per cui avranno difficoltà nell’elaborazione dell’Acido Folico, con conseguente accumulo nell’organismo e quindi rischio di tossicità. Si includono anche altre sostanze come i metalli pesanti.


    Casi con alto Fabbisogno

    L’integrazione di Folati porta Benefici nelle seguenti condizioni:

    • Omocisteina alta
    • Ipertensione
    • Gravidanza
    • Depressione e Schizofrenia
    • Infertilità
    • Vitiligine

    Omocisteina

    Un livello troppo alto di Omocisteina nel sangue è chiamato iperomocisteinemia. L’iperomocisteinemia è collegata a vari problemi di salute, con un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, aterosclerosi, demenza, malattia di Alzheimer, depressione e aumento della mortalità per qualsiasi causa 18, 19, 20.

    Il trattamento con Acido Folico, da solo o in combinazione con vitamina B12 e vitamina B6, si è dimostrato efficace nel ridurre i livelli di Omocisteina. Meno certi risultano i benefici nella riduzione del rischio di malattie cardiache 21, 22, 23.

    Una revisione che ha incluso 30 studi e oltre 80.000 persone ha dimostrato che l’integrazione con Acido Folico ha portato a una riduzione del 4% nel rischio complessivo di malattie cardiache e a una riduzione del 10% nel rischio di ictus 24. 

    Ipertensione

    Secondo una meta-analisi di 12 studi clinici, l’integrazione di Acido Folico ad alte dosi (min. 5 mg/die per 6 settimane) può abbassare leggermente la pressione arteriosa sistolica (il valore più alto) e migliorare la funzione dei vasi sanguigni 25. 

    Gravidanza

    (Meglio nella forma naturale: Metil Folato)

    I Folati svolgono un ruolo essenziale nello sviluppo del feto durante la gravidanza. Questa vitamina è infatti coinvolta nella divisione cellulare e nella crescita dei tessuti, che nella fase intrauterina sono particolarmente attive.

    Anche il cervello e la colonna vertebrale del bambino (tubo neurale) hanno bisogno di Acido Folico per svilupparsi correttamente. Per questo motivo, l’assunzione di Acido Folico sia prima che durante la gravidanza aiuta a prevenire le irregolarità del tubo neurale, come l’anencefalia e la spina bifida.

    Poiché le fasi di sviluppo fetale più sensibili alla presenza dell’Acido Folico sono quelle iniziali, in genere si incoraggiano le donne in grado di rimanere incinta (in età fertile e impegnate in attività sessuali che potrebbero portare a una gravidanza) ad assumere un integratore di Acido Folico.

    Infatti, molte gravidanze possono essere non pianificate e identificate in una fase troppo tardiva per beneficiare a pieno dell’effetto protettivo dell’Acido Folico contro i difetti del tubo neurale 6.

    L’Acido Folico svolge un ruolo critico nella crescita cellulare durante la fase embrionale dello sviluppo fetale 26. Bassi livelli di Folati nelle donne in gravidanza sono collegati ad anomalie fetali, come difetti del tubo neurale (spina bifida e anencefalia) 27.

    Per questo motivo, in genere alle donne che stanno pianificando una gravidanza o che possono rimanere incinte si raccomanda l’integrazione quotidiana con 400-800 mcg di FOLATI a partire da almeno 1 mese prima del concepimento fino ai primi 2-3 mesi di gravidanza.

    Gli integratori di FOLATI possono anche aiutare a prevenire le complicanze legate alla gravidanza, inclusa la preeclampsia 28.

    Depressione e Schizofrenia

    Le persone con depressione hanno dimostrato di avere livelli ematici di Folati inferiori rispetto alle persone senza depressione 29.

    Una revisione sistematica ha dimostrato che, quando usato insieme ai farmaci antidepressivi, il trattamento con integratori a base di Folati, tra cui Acido Folico e metilfolato, è associato a una riduzione significativamente maggiore dei sintomi depressivi (rispetto al solo trattamento con farmaci antidepressivi) 30.

    Una revisione di 7 studi ha scoperto che il trattamento con integratori a base di Folati insieme a farmaci antipsicotici ha comportato una riduzione dei sintomi negativi nelle persone con schizofrenia (rispetto all’uso dei soli farmaci antipsicotici) 31.

    L’aumento dei livelli di Folati in 22 persone con disturbi alimentari ha portato a significativi miglioramenti dei sintomi depressivi 32. 

    Fertilità

    In uno studio su 211 partecipanti, gli uomini con problemi di fertilità hanno registrato un aumento del 74% del numero di spermatozoi dopo il trattamento combinato con Acido Folico e zinco 33. Nelle cavie è stato riscontrato che una carenza a breve termine di Folati può ridurre drasticamente le prestazioni riproduttive 34.

    Una maggiore assunzione di Folati supplementari (oltre 800 mcg al giorno) è stata associata a tassi più elevati di nascite vive in donne sottoposte a tecniche di riproduzione assistita. Un livello adeguato di Folati è inoltre essenziale per la qualità, l’impianto e la maturazione delle cellule uovo 35.

    Vitiligine

    In due studi condotti su 115 pazienti con vitiligine, l’integrazione a lungo termine con vitamine B9 e B12 ha migliorato significativamente la pigmentazione cutanea. Gli autori hanno sottolineato l’importanza dell’esposizione al sole 36, 37.


    DOSAGGI

    Dosi

    Nella maggior parte degli studi, le dosi di FOLATI utilizzate raramente superano i 500 mcg giornalieri.

    Tuttavia, esistono protocolli di supplementazione, previsti soprattutto in alcune categorie di pazienti a rischio, come i cardiopatici, con dosaggi superiori al grammo. In questi casi, è necessaria la prescrizione e la supervisione medica.

    Come accennato, la RDA per l’Acido Folico è di 400 mcg di DFE al giorno per gli adulti, 600 mcg di DFE per le donne in gravidanza e 500 mcg di DFE per le donne che allattano.

    Alcune persone nascono con mutazioni genetiche che riducono la capacità di conversione dell’Acido Folico nella forma attiva 5-MTHF.

    Per queste persone, l’integrazione con 5-metil-THF potrebbe essere più vantaggiosa rispetto a quella con Acido Folico.

    Gli integratori di Acido Folico possono essere acquistati senza prescrizione medica e sono generalmente considerati sicuri se assunti in dosi normali 46. I dosaggi quotidiani di solito vanno da 400 a 800 mcg.

    Limite superiore di sicurezza

    Il Tolerable Upper Intake Level (UL) rappresentsa il più alto livello di assunzione giornaliera cronica di un nutriente che probabilmente non comporta alcun rischio di effetti negativi sulla salute di quasi tutti (97,5%) gli individui della popolazione generale.

    Il Livello di Assunzione Superiore Tollerabile per FOLATI è riportato nella seguente tabella.

    Fascia di età UL (μg/giorno)
    Bambini 1-3 anni 300
    Bambini 4-8 anni 400
    Bambini 9-13 anni 600
    Adolescenti 14-18 anni 800
    Adulti dai 19 anni in su 1.000

    EFFETTI COLLATERALI

    Effetti Collaterali

    L’uso di Acido Folico si è rivelato generalmente sicuro a dosaggi non superiori al milligrammo giornaliero. Disturbi gastrointestinali, immunologici e neurologici potrebbero realizzarsi in seguito all’assunzione di Acido Folico a dosaggi superiori al milligrammo giornaliero.

    Poiché l’Acido Folico è solubile in acqua, viene facilmente rimosso dal corpo attraverso l’escrezione urinaria, rendendo il rischio di tossicità relativamente basso. In quantità adeguate, gli integratori di Acido Folico sono sicuri e ben tollerati 48.

    Alte dosi di Acido Folico possono avere un effetto mascherante sulla diagnosi di anemia causata da carenza di vitamina B12. Per questo motivo, alcuni esperti suggeriscono di integrare entrambe le vitamine 47.

    Sarebbe inoltre opportuno considerare che l’uso di certi farmaci, tra i quali gli antinfiammatori non steroidei (FANS), può interferire con il normale metabolismo dei Folati.


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    Lode al Cloruro di Magnesio: raccolta di testimonianze del suo utilizzo

    Post indirizzato esclusivamente agli appassionati fruitori del magnesio cloruro.
    Quante cose ci fate con il Magnesio cloruro? Io tante.
    Stamattina mi sentivo un po’ sottotono ed ho deciso di fare un esperimento: ho preso una tazza di magnesio cloruro e l’ho cosparsa sul tutto il corpo dopo la doccia.
    Ho massaggiato sul corpo ancora bagnato creando effetto scrubbing e continuato a massaggiare qualche minuto per farlo assorbire e poi risciacquato.
    Qualche bruciore su piccole ferite che avevo, e si sentiva molto calore, ma che dopo il risciacquo è sparito lasciando una bellissima sensazione di benessere.
    Iniziavo così il mio lancio a testimoniare le proprietà del Cloruro di Magnesio il 23 ottobre 2023 e tutt’oggi è un post molto frequentato che va via via arricchendosi. Vedremo i mille ed uno usi del Cloruro di Magnesio (Magnesio Cloruro) che hanno espresso spontaneamente circa 300 dei 12.000 iscritti nel gruppo Vitamineral.

    Ecco le testimonianze:

    Rachele Carusiello

    Oltre a prenderlo x bocca dopo cena ( la mia dose sui 4 gr) con olio assoluto più polvere di cloruro dopo aver massaggiato con olio il ginocchio metto polvere e fascio il ginocchio con domopak tenendo tutta la notte, al mattino il ginocchio va molto meglio.
    Quando ho raffreddore, diluisco un po’ di polvere con acqua bollita, quando è tiepida faccio docce nasali, così riesco a respirare bene e il raffreddore passa prima. Per il dolore alla testa massaggio le tempie con “olio assoluto” e dopo poco il dolore sparisce. Grazie


    Dalila Mezzera

    Io lo uso ogni sera come tonico… lo diluisco con un po’ d’acqua e vitamina C in polvere.


    Angelica Ferrari

    Paola Ferrero

    Anna Maria Vicino

    Fernanda Salvadori

    Per il momento lo assumo ogni sera sciolto in acqua calda, sarò l’unica a trovarlo gradevole. Il prossimo esperimento vorrei farlo come impacco-scrub per i capelli.


    Mira Nadia Di Michele

    Io ho usato l’olio di cloruro di magnesio (io lo faccio con una tazzina di caffè piena e un cucchiaio di acqua) lo uso per massaggiare quando ho dolori muscolari. L’ho utilizzato massaggiando la pelle nei periodi quando non tolleravo il cloruro di magnesio per bocca cosi per farlo assorbire intradermico.

    Elda Starace
    Per fare il cloruro assoluto non aggiungere acqua. Metti la polvere in un piattino e lascialo lì. Tempo 2/3 giorni la polvere diventa olio ed è molto più efficace anche contro doloretti vari.

    Mira Nadia Di Michele
    Si certo, conosco questa altra opzione che io utilizzo per altre situazioni, quello per metterlo sulla pelle per massaggi preferisco un po’ più diluito. Scorre meglio.


    Betty Matta

    Buongiorno, l’ho usato per tutta l’estate sulla pelle (con acido ascorbico) diluito in acqua in uno spruzzino. Lo applicavo ogni venti minuti. Il risultato è stato eccellente, niente scottature, niente eritemi. Assumo quattro grammi al giorno in un litro di acqua che bevo via via durante la giornata.


    Carmen Tognotti

    Olio nella Neii Lota per sciacqui nasali.


    Tiziana Matteagi

    Qualche mese fa mi sono fatta un bagno a 40 gradi, con i fiocchi di cloruro di magnesio, ho dolori sia articolari per artrite che vertebrali a causa di ernie. Wow, che meraviglia fai fatica a stenderti e ti alzi con più scioltezza. Consiglio di provarlo.


    Loredana Martino

    Io lo prendo sciolto in un bicchiere di acqua temperatura ambiente la sera,per crampi stanchezza….e la mattina vado in bagno senza sforzi!!!


    Cesy Rella

    sciolto nell’acqua dell’idropulsore, a cicli di 15 gg ogni 2/3 mesi.


    Laura Spinetto

    torcicollo? lo Farò per mio marito.

    2 gr…sotto la lingua ogni quanto? Subito e se riesci massaggia olio di CdM…aspetta almeno 1 oretta, se diminuisce ma non passa del tutto ripeti sublinguale 1gr. A me è bastato una volta sola.

    Collirio diluito al 3% in acqua che prima hai fatto bollire, quando si è raffreddata fai la diluizione ed è da tenere in una boccetta di vetro marrone da 30cc con contagocce. AVVERTENZA APPENA MESSO BRUCIA, non spaventarti poi passa…se proprio non resisti diluisci di più sempre con acqua precedentemente bollita.
    Messo anche mattina e sera due gocce fa miracoli. il CdM brucia e si deve usare l’acqua precedentemente bollita. NO fisiologica. Queste sono le indicazioni che ormai da anni eseguo e non cambio.

    Per l’uso di Magnesio Cloruro come collirio faccio una diluizione al 3%.

    Lavaggi nasali esattamente uguale ma usi una siringa o recuperi lo spruzzino che si usa con l’acqua di Sirmione che si adatta benissimo.

    Dentifricio metti un po’ di CdM polvere in una tazzina e con lo spazzolino umido lo poggi e passi direttamente sui denti e gengive la polvere che si scioglie spazzolando il sapore è amaro ma se non lo patisci, alla fine prendi un sorso d’acqua ed a bocca chiusa fai girare bene in bocca il CdM alla fine sputi e semmai sciacqui una volta x togliere il sapore amaro.
    Altrimenti anche mixato con olio di cocco che è anch’esso eccezionale x le abluzioni in bocca ma anche x lavare i denti.


    Paola Terribile

    Raoul Consoli

    Come fare il “magnesio assoluto”:

    Basta esporre la polvere di magnesio cloruro all’aria in un recipiente grande in base a quanto olio di magnesio volete produrre, il magnesio prende l’umidità dall’aria quel tanto da farlo diventare oleoso. Oppure per fare prima aggiungete pochissima acqua sino a quando vedete la soluzione di una densità oleosa.


    Sissa De Bellis

    Grazie! Non sapevo. Per ora uso il magnesio cloruro solo disciolto in acqua per la stipsi all’occasione ma soprattutto per i forti dolori mestruali. Anzi, in merito vi devo proprio ringraziare… 30 anni passati ad avvelenarmi con gli antinfiammatori, poi leggo un post su questo gruppo e mi si apre un mondo. 3 grammi di cloruro al giorno qualche giorno prima e durante il periodo mestruale e mi è cambiata la vita.

    Davvero, GRAZIE. Benedico questo gruppo ogni mese.


    Paola QBarron

    Io faccio l’olio di cloruro per i dolori e anche per farlo assimilare per via trasdermica , metto un bel po di cloruro in polvere in una ciotola aperta, lo lascio lì all’aria dopo qualche giorno si sarà liquefatto, lo metto in uno spruzzino e basta, lo spruzzo dove ho dolore, una spalla, un ginocchio, lo posso passare anche se non ho niente e voglio solo assimilare il magnesio così senza quel brutto sapore, non è la stessa cosa certo, ma va bene lo stesso:

    L’olio di cloruro si fa semplicemente lasciando la polvere in una ciotola scoperta, basta si scioglie da sola con l’umidità dell’aria, ci metti eventualmente una retina per proteggerla da eventuali moscerini, poi lo travasi in un flacone con un dosatore o spruzzino e lo passi sulla parte dolente, massaggi umidità pochino e sembra proprio olio, lo puoi passare sulla pelle anche semplicemente per assorbire il magnesio se non lo vuoi bere, comunque per i dolori è veramente ottimo!


    Vanda Cotta

    Io l’ho sciolto con acqua e messo in uno spruzzino, quando ho tempo, prima dello shampoo lo applico a mo’ di maschera capelli, lo lascio agire anche qualche ora poi procedo al lavaggio normale, i capelli sono morbidi e setosi come non mai, poi ho preparato diverse boccette di olio che regalo anche, per le ferite i ustioni trovo che sia rapidissimo a cicatrizzare, come olio massaggio l’ho provato ma appiccica troppi per me.

    Faccio il collirio , lavaggi nasali quando ho raffreddore o gargarismi per mal di gola.
    L’ ho usato come disinfettante per il mio cane dopo essergli scoppiata una ciste sulla schiena, tempo 1 giorni era già cicatrizzata… inoltre, lo assumo quotidianamente da quasi 5 anni, mi riequilibra il sistema nervoso, mi toglie dolori,mi favorisce il sonno… Santo cloruro!


    Vita Mina due

    Quando stai poco bene o hai un qualche problema che sembra irrisolvibile, non pensare ad Oki o Tachipirina
    Attivati subito a fare qualcosa con il magnesio.
    Anche a livello ginecologico se qualche donna ha esperienze con il cloruro, secondo me avrebbe qualche applicazione valida.
    È un rimedio universale per piccole cose per tamponare una necessità urgente e prima di correre dal medico.
    Se non funziona col magnesio si va dal medico.
    Ci sono diversi rimedi casalinghi con poca spesa ed alla portata di tutti da utilizzare se si conoscono.
    Uno è il magnesio cloruro.
    Poi la vitamina C come acido ascorbico, la soluzione di Lugol, l’ipoclorito di sodio, il bicarbonato…
    Aggiunte voi…
    Cosa tenete in casa?


    Rita Donato


    Alessandra Salamon

    Io preparo la bottiglia e bevo uno shottino ogni sera. Uso anche l’olio.


    ludovicaparis-S

    Lo faccio già quando faccio la doccia lo spalmo dappertutto…per i capelli non lo sapevo ed evitavo di farcelo andare…


    Maria Gottardo

    Ottimo nelle vesciche ai piedi, si sanano subito. Spruzzo più volte. Guariscono super velocemente una cicatrizzazione rapidissima e toglie il dolore.


    Maria Dea

    Io l’ho usato in formula olio di magnesio per la ricrescita dei capelli che il covid mi ha fatto perdere a mazzi, ora ho la criniera più bella di prima.


    Maria Giusto

    Lo uso anche sui lividi… aiuta ad accelerare la scomparsa


    Marina Sartori

    Oggi ho preparato l’olio di cloruro di magnesio per mia figlia che aveva il torcicollo. Il dolore è diminuito.


    Vita Mina due

    Ho scoperto anche da alcuni iscritti qui che lasciare un po’ di polvere all’aria su una ciotola per un paio di giorni si forma l’olio di magnesio senza fare nulla. Perché il magnesio assorbe l’umidità dell’aria e diventa liquido.
    A me piace anche di più perché è più concentrato.

    Lucia Tebaldini – questo è il magnesio assoluto.
    Mentre l’olio di magnesio è metà acqua e metà ca di magnesio

    Sara Maria Persenda
    Concordo con tanti commenti letti. Ogni volta che mi succede qualcosa (oltre ad alzare le dosi di vit C e D) provo subito con il magnesio. In un barattolo della bormioli ho sempre della polvere di magnesio in “fusione”, uno spruzzino di vetro riempito con l’olio puro, uno al 10% e un contagocce al 5%. Dolori, scottature, zanzare, pediluvi, collirio, dentifricio, capelli… lo uso come il prezzemolo. Inoltre lo assumo via bocca tutte le sere e, tra i vari benefici… addio stitichezza!!
    Sono stra contenta di averlo conosciuto e sono aperta ad ogni suo nuovo utilizzo!

    Vita Mina due
    Oggi ho rifatto abluzioni con il magnesio, perché ieri ho avuto un blocco di schiena, diciamo per uno sforzo, è stato colpo della strega, da anni che non capitava… periodo di stress… vabbè stavolta l’ho tenuto 15 minuti su tutto il corpo, prima di lavare e comunque mi sono immersa anche nella vasca caldissima.
    Ho fatto una pappetta di magnesio cloruro, una tazza di polvere e qualche goccia di acqua, giusto per renderlo cremoso, e l’ho spalmato ovunque, insistendo sulle lombari.
    Incredibile il sollievo immediato.
    Ovviamente oggi ho preso tutto raddoppiato, intendo integrazioni per bocca, ed ho aggiunto anche ribes nigrum e tiglio.
    Sto già molto meglio. Ma venerdì Osteopata.

    Laura Spinetto

    Vita Mina due io subito con sublinguale 2 gr. CdM avverto già giovamento. Per i bagni caldi ottimo anche i sali di Epson.


    Betty Betty
    Io l’ho uso ma mi crea problemi con lo stomaco.
    Esterno lo uso per i dolori e ogni tanto lo uso per fare il bagno.
    Seguirò il tuo consiglio
    Ecco gengive in fiamme risciacquo con magnesio di cloruro anche se brucia, ma almeno evito antibiotico

    Antonio Palma
    Usando suolette rigorosamente di cuoio massiccio saldamente fissate all’interno della scarpa, uso costantemente un pizzico di magnesio cloruro così che il piede si scaldi quando proprio il freddo è tanto. Meglio senza calzini ma anche con, il benessere si riceve lo stesso. In più ogni eventuale umidità viene assorbita.

    Sabrina Wolf
    Buongiorno, ho iniziato da un paio di mesi ad integrare magnesio a tolleranza intestinale, circa 700mg al giorno.
    I mal di testa di cui soffrivo erano già diminuiti di frequenza grazie a vitamina D e B12. Erano così ricorrenti che tenevo un calendario con giorno ed intensità (1-2 fastidio, 3-4-dolore pulsante, 5-dolore fortissimo con nausea). Parliamo di circa 10 mal di testa ogni mese, di cui 1-2 forti. Ero dipendente dal paracetamolo.
    Ieri avevo un mal di testa 3, se mi abbassavo iniziava a pulsare, ma sembrava diverso dal solito, tanto che ero indecisa se prendere o no la tachipirina. Alla fine, la sera ho preso una dose aggiuntiva di magnesio e mi sono messa a letto. Sentivo i muscoli della cervicale che erano contratti ma si stavano lentamente rilassando. In poche decine di minuti il mal di testa 3 è scomparso. Non prendo più una tachipirina da mesi ormai.
    I medici quando siamo stanchi ci dicono sempre di prendere “un po’ di magnesio”.. Per un sacco di tempo ho preso la solita bustina Magnesio e Potassio che vendono in farmacia… Ma non mi portava alcun beneficio, tanto che pensavo fosse inutile. Mi sbagliavo. Bisognava solo integrarlo nel modo giusto!
    W IL MAGNESIO

    Cinzia Di Benedetto

    Paola Cavalieri

    Soffro di gonartrosi, non ho più dolori, le articolazioni sono ritornate efficienti da quando uso olio di magnesio massaggiato tutte le sere prima di dormire, oltre a compresse di cloruro di magnesio della Esi nella quantità di 900 mg al giorno diviso per i tre pasti giornalieri.
    Ringrazio di cuore Morena!


    Valentina Commisso

    Io ho preso cloruro di magnesio Santiveri in compresse. Ottimo mi ha aiutato molto per astenia e dolori schiena causa piccole ernie. Adesso sto provando il gluconato, ma credo tornerò al mio cloruro. Ho notato soprattutto che, sebbene non stia facendo uso di vitamina C, il cloruro aiuta molto nei momenti di influenza.


    Monia Cameroni

    Premetto che assumo cloruro di magnesio marca Galeno da circa 4 anni. Prima di assumerlo, un bel giorno mi si blocca la spalla sx, faccio accertamenti e viene fuori che ho una calcificazione. Faccio Onde d’urto e il medico mi dice che entro un anno si sarebbe riformata e avrei avuto problemi anche alla dx.

    In effetti, circa 12 mesi dopo, inizio ad avvertire dolori alla spalla dx, sentivo che stava di nuovo formandosi la calcificazione. Nello stesso periodo ho iniziato l’assunzione del cloruro di magnesio. Un mese dopo, dolore sparito mai più avuto problemi.


    Fiorella Ronci

    Io, come tutti, faccio l’olio da usare come defaticante (cammino molto), lo applico sulla pelle dove ho piccoli indolenzimenti, anche come idratante qualche volta dopo la doccia, ma in questo caso solo se diluito con acqua perché altrimenti mi secca la pelle.


    Maria Teresa

    Da qualche settimana sto prendendo il cloruro di magnesio della prinfit ( come consigliato da voi ! )…. E noto una miriade di buoni effetti che oserei dire che è magico! Ho riacquistato una forza ed energica mentre prima al mattina non riuscivo a muovere le braccia….ora è tutto passato! Ve lo consiglio davvero.


    Altre testimonianze verranno aggiunte




    Metilazione DNA: come si può aumentare

    Crediti a Centro Terapie Naturali dr Fassina

    Che Cos’è la Metilazione del DNA

    La metilazione del DNA è un processo epigenetico che consiste nell’aggiunta di un gruppo chimico (metile) in punti specifici del DNA. Tale aggiunta permette di modificare l’attività di un tratto di DNA senza cambiarne la sequenza.

    Infatti, la presenza di molti gruppi metile (-CH3) sul promotore di un gene ne silenzia la trascrizione impedendo il legame con i fattori di trascrizione. Pertanto, la metilazione del DNA può disattivare la sintesi proteica indotta da uno specifico gene.

    fattori di crescita) che servono per svolgere e regolare specifiche funzioni biologiche. Silenziandolo tramite metilazione, queste proteine non vengono più sintetizzate.

    Un esempio per capire

    Poiché la metilazione del DNA inibisce l’espressione di alcuni geni, è fondamentale che i processi di metilazione avvengano in maniera equilibrata. Se tale equilibrio si spezza e la metilazione diventa eccessiva o insufficiente, si possono avere ripercussioni sullo stato di salute.

    BRCA1 (responsabile della riparazione del DNA). Una maggiore metilazione del gene BRCA1 può aumentare il rischio di cancro, poiché BRCA1 è protettivo contro alcuni tumori.

    D’altro canto, sebbene il genoma del cancro sia spesso caratterizzato da ipermetilazione di geni specifici, spesso si può osservare anche un’ipometilazione globale del DNA delle cellule tumorali 1. Si ritiene che la riduzione del livello complessivo di metilazione provochi instabilità cromosomica e aumento degli eventi di mutazione.

    I cambiamenti nella metilazione del DNA sono associati anche ad altri esiti negativi sulla salute come malattie cardiache e autoimmuni (ad esempio, la sclerosi multipla e il lupus) 1.




    Aglio Nero invecchiato: tanta salute a prova di bacio

    Credit immagine: Erbe di Mauro

    Che cos’è l’aglio nero, invecchiato o fermentato?

    L’aglio nero invecchiato, noto anche come aglio stagionato o aglio fermentato, è apparso per la prima volta in Giappone negli anni 2000 ed è molto apprezzato dagli asiatici.

    Contrariamente a quanto potrebbe suggerire il nome, l’aglio nero non è una varietà particolare di aglio: si tratta di un aglio bianco invecchiato (Allium sativum) o, più precisamente, di un aglio bianco fermentato. La fermentazione è un processo di trasformazione naturale utilizzato fin dalla notte dei tempi.

    Un certo mistero circonda la scoperta e la produzione dell’aglio nero: sembra che sia stato creato per la prima volta in Giappone, utilizzando l’acqua di mare.

    Il processo di fermentazione (più precisamente, una reazione di Maillard) avviene utilizzando solo bulbi d’aglio freschi posti in uno spazio chiuso con un’umidità superiore al 70% e una temperatura compresa tra i 60°C e gli 80°C per almeno 45 giorni.
    È durante la fermentazione e a causa dell’ossidazione he la polpa dell’aglio assume un colore nero ebano, mentre la buccia esterna diventa marrone e il suo sapore pungente lascia il posto a una dolcezza che ricorda la salsa di soia o l’aceto balsamico, con un leggero retrogusto di liquirizia, molto apprezzata nella cucina orientale.

    In termini di benefici per la salute, la fermentazione decuplica i benefici dell’aglio fresco: dal punto di vista nutrizionale l’aglio nero concentra vitamine e vari composti antiossidanti.

    Questo accade perché il processo di invecchiamento che trasforma l’aglio bianco in aglio nero comporta una diminuzione del composto allicina (responsabile dell’odore unico dell’aglio) e un aumento di altri composti, come la S-allil-cisteina (SAC) solubile in acqua.

    La SAC è un potente antiossidante, facilmente assorbibile e meno tossico di altri composti comunemente presenti nell’aglio. Molti dei benefici dell’aglio nero si basano sulla SAC, che diventa del resto il componente più abbondante dopo il processo di invecchiamento.

    L’aglio bianco e l’aglio nero hanno quindi la stessa forma ma si distinguono per il colore e la consistenza: l‘interno dell’aglio nero è di colore nero intenso, la sua buccia è di colore marrone scuro e la sua consistenza complessiva è molto più morbida di quella dell’aglio bianco e ricorda quella di una prugna o di un’albicocca secca.

    Come l’aglio bianco, l’aglio nero può essere utilizzato in cucina, ma la sua complessità aromatica, che combina dolcezza e acidità, non è gradita a tutti e deve essere attentamente bilanciata.

    Da sinistra: Sezione visibile di Aglio a 3, 10, 20, 30 giorni.

    È meglio l’Aglio Nero o Bianco?

    Ci sono notevoli differenze tra l’aglio bianco e l’aglio nero che menzioneremo. Il contenuto inferiore di allicina significa che non emana quel forte odore.

    L’allicina nell’aglio nero viene convertita in composti antiossidanti come la S-allilcisteina, alcaloidi bioattivi e composti flavonoidi.

    Cioè, non solo ci liberiamo di quell’odore forte (che è attraente per alcune persone), ma convertiamo l’allicina in altre sostanze utili.

    Le proprietà fisico-chimiche dell’aglio nero, ottenute nella sua lavorazione, lo rendono dotato di una bioattività superiore rispetto all’aglio bianco.

    L’aglio nero contiene oggettivamente un numero maggiore di composti funzionali come il SAC rispetto all’aglio bianco.

    Ma attenzione, questo dipende direttamente dalle condizioni termiche nella lavorazione dell’aglio bianco (temperatura e umidità controllate).

    Quali sono i benefici dell’aglio nero per la salute?

    L’aglio fresco contiene diverse vitamine, come la vitamina A, le vitamine del gruppo B e la vitamina C. Possiede anche riconosciute proprietà antisettiche e l’inulina, una fibra prebiotica che favorisce la salute dell’apparato digerente.

    L’aglio nero invecchiato presenta la stessa ricchezza nutrizionale, ma amplificata e con effetti benefici più duraturi.
    Contiene una serie di principi attivi, tra cui:

    • fenoli,
    • flavonoidi,
    • piruvato,
    • S-allil-cisteina (SAC),
    • 5-idrossimetilfurfurale (5-HMF).

    Una delle principali proprietà dell’aglio nero è l’alta concentrazione di antiossidanti naturali che aiutano a proteggere dall’invecchiamento cellulare e a combattere i radicali liberi. In questo senso i suoi benefici sono simili a quelli dell’aglio comune, anche se numerosi studi hanno dimostrato che la quantità di antiossidanti è molto più elevata nell’aglio nero, rendendolo un alimento salutare o un integratore alimentare a tutti gli effetti.

    L’aglio invecchiato infatti contribuisce a:

    • ridurre il colesterolo cattivo e i trigliceridi nel sangue e aumentare il colesterolo buono;
    • combattere batteri, virus e funghi patogeni;
    • sostenere il sistema immunitario;
    • combattere lo stress ossidativo causato dai radicali liberi grazie al suo elevato contenuto di antiossidanti;
    • “fluidificare” il sangue;
    • abbassare la pressione sanguigna.

    L’aglio nero invecchiato è molto utile come integratore per mantenere una buona salute cardiovascolare e non dà alito cattivo, in quanto non contiene più allicina.

    È un potente antiossidante che può aiutare a proteggere l’organismo dai radicali liberi e a ridurre la pressione sanguigna.

    Gli integratori di aglio nero stimolano il sistema immunitario a combattere più efficacemente le infezioni batteriche e virali, favorendo al contempo una migliore circolazione sanguigna grazie ai bassi livelli di colesterolo cattivo.
    Aiutano inoltre ad alleviare i sintomi associati ai dolori articolari e favoriscono una migliore qualità del sonno, altamente benefica per il sistema nervoso centrale e il cervello.

    Infine, l’estratto di aglio nero contribuisce a migliorare la digestione e ad aumentare l’efficienza metabolica.

    L’integrazione con estratto di aglio nero è decisamente benefica per la nostra salute generale.

    Come dovrebbe essere consumato l’Aglio Nero?

    Puoi consumarlo direttamente, spalmato su pane tostato o come condimento in diverse ricette. Se hai abilità culinarie puoi preparare un aioli all’aglio nero o un risotto all’aglio scuro.

    A che ora assumerlo?

    Puoi prenderlo in qualsiasi momento della giornata: colazione, pranzo o cena.

    È meglio prenderlo a stomaco vuoto?

    L’aglio nero è preferibilmente consumato con il cibo, per migliorarne l’assorbimento e la biodisponibilità.

    Per quanto tempo assumerlo?

    Non è necessario un numero minimo di settimane per raccogliere i benefici dell’aglio nero. Neanche un massimo.

    Controindicazioni dell’Aglio Nero

    Finora nella letteratura scientifica non è stata descritta alcuna controindicazione o problema derivante dal consumo di aglio (bianco o nero).

    Tuttavia, in alcune persone, l’aglio causa o peggiora il reflusso gastroesofageo. La conclusione logica è che se soffri di questo problema, sii più cauto con le quantità di aglio che consumi.

    Riduzione del colesterolo LDL

    L’aglio nero contiene grandi quantità di SAC (S-allil-cisteina), un composto organosolforico derivato dall’aminoacido cisteina, che agisce nell’organismo come le statine, i principi attivi dei farmaci prescritti per mantenere normali i livelli di colesterolo nel sangue.

    La SAC stimola la sintesi del colesterolo buono (HDL) e inibisce la produzione di quello cattivo (LDL) e la sua azione sui lipidi va oltre: l’aglio invecchiato contribuisce anche a ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue.

    Gli studi confermano i suoi effetti benefici nella regolazione del colesterolo cattivo, ed ecco i principali condotti finora.

    1. In uno studio, a sessanta volontari è stato somministrato aglio nero o un placebo due volte al giorno per 12 settimane. I ricercatori hanno riscontrato che nel gruppo che ha assunto aglio nero i livelli di lipoproteine ad alta densità (il colesterolo “buono”) sono aumentati in modo significativo e hanno ipotizzato che l’aglio nero possa avere effetti benefici sul sistema cardiovascolare.
    2. In un altro esperimento, l’aglio nero è stato somministrato contemporaneamente a una dieta ad alto contenuto di grassi, per verificare se avesse un qualche impatto sui livelli di colesterolo nel sangue. I risultati hanno rispecchiato ampiamente quelli dello studio precedente: i livelli di colesterolo buono sono aumentati, mentre quelli di colesterolo cattivo sono diminuiti. Anche i livelli di colesterolo totale sono diminuiti nei soggetti a cui è stato somministrato l’estratto di aglio.
    3. Un’ultima prova proviene dalla Corea, dove gli scienziati hanno cercato di valutare i potenziali benefici dell’aglio nero sui ratti obesi. Hanno scoperto che l’aglio nero riduceva i livelli di trigliceridi e di colesterolo totale rispetto al gruppo di controllo.

    Benefici riconosciuti per la salute cardiovascolare

    Oltre all’effetto di riduzione dei lipidi e all’azione benefica nella lotta contro l’arteriosclerosi, l’aglio nero possiede interessanti virtù per la salute cardiaca e vascolare in generale.

    Ha un’azione anticoagulante che aiuta a fluidificare il sangue ed è utile per chi soffre di ipertensione, in quanto contribuisce ad abbassare la pressione sanguigna.

    Eccezionali proprietà antiossidanti

    L’aglio bianco è noto per il suo elevato contenuto di antiossidanti ma, grazie all’invecchiamento accelerato in un’atmosfera confinata, l’aglio nero presenta una concentrazione ancora maggiore di antiossidanti, in particolare polifenoli, flavonoidi e selenio.

    Ma a cosa servono esattamente gli antiossidanti? Gli antiossidanti sono sostanze in grado di combattere i radicali liberi responsabili dello stress ossidativo. Questo fenomeno causa l’invecchiamento precoce delle nostre cellule, in particolare della pelle e del cervello. Inoltre, favorisce la formazione di placche aterosclerotiche nelle vene e nelle arterie attraverso l’ossidazione del colesterolo.

    Integrare antiossidanti protegge il sistema cardiovascolare e il sistema nervoso.

    L’aglio nero rafforza il sistema immunitario

    Stimolando la produzione di globuli bianchi, l’aglio nero rafforza il sistema immunitario.

    Il suo effetto immunostimolante è stato oggetto di uno studio: a soggetti sani è stata somministrata una o l’altra delle due sostanze prima di sottoporli a un’analisi del sangue. Gli esperti hanno poi valutato gli effetti dell’estratto di aglio sui globuli bianchi. Hanno scoperto che l’estratto di aglio nero “mostrava attività immunostimolanti più forti rispetto all’aglio crudo”.

    Particolarmente utile come integratore durante i mesi invernali, ha proprietà antibatteriche, antivirali e antimicotiche che aiutano a prevenire e accelerare la guarigione di infezioni batteriche, virus e funghi.

    Attività antinfiammatoria e altre proprietà dell’aglio nero

    Il piruvato e il 5-idrossimetilfurfurale sono due antinfiammatori naturali presenti nell’aglio nero. Sono in grado di inibire i mediatori dell’infiammazione e possono quindi contribuire a combattere alcuni processi infiammatori di origine patologica.

    Ma l’aglio nero non ha ancora svelato tutti i suoi segreti, come dimostrano i diversi studi scientifici condotti su questo alicamenrto. Negli ultimi anni, i gruppi di ricerca hanno dimostrato che l’aglio invecchiato potrebbe avere :

    • un’azione lipidica, con evidenza di un miglioramento del profilo lipidico.

    Referenze

    1. Per alicamenti si intende uno specifico genere di alimenti particolarmente indicati per il loro alto contenuto nutritivo e la loro azione benefica. Sono alimenti puri, completamente privi di sostanze nocive (come metalli pesanti, aflatossine, pesticidi, microbi), di manipolazioni genetiche e, inoltre, contengono un bassissimo indice glicemico. L”etimologia di “alicamento” deriva dalla crasi tra “alimento” e “medicamento”, per l’influsso benefico che hanno sulla nostra salute.
    2. Tanvir Ahmed , Chin-Kun Wang – Black Garlic and Its Bioactive Compounds on Human Health Diseases: A Review – Molecules – 2021 Aug ; 26(16): 5028.
    3. A.W. Ha, Tian Ying, Woo Kyoung Kim – The effects of black garlic (Allium sativium) extracts on lipid metabolism in rats fed a high fat diet Nutr Res Pract – 2015 Feb; 9(1): 30–36.
    4. Technological Centre of Nutrition and Health, Spain – Effect of a Black Garlic Extract on Cholesterol LDL Levels – February 28, 2022
    5. Dan Brennan – Health Benefits of Black Garlic – WebMD Editorial Contributors – August 22, 2020
    6. Leyla Bayan, Peir Hossain Koulivand and Ali Gorji – Garlic: a review of potential therapeutic effects – Avicenna J Phytomed. 2014 Jan-Feb; 4(1): 1–14.
    7. J. Hyeon Ryu, D. Kang, Physicochemical Properties, Biological Activity, Health Benefits, and General Limitations of Aged Black Garlic: A Review, Molecules, June 2017, 22(6): 919.
    8. Y.M. Jung, et al., Fermented garlic protects diabetic, obese mice when fed a high-fat diet by antioxidant effects, Nutr Res, 2011, 31: 387–396.
    9. Kimura, S., Tung, Y. C., Pan, M. H., Su, N. W., Lai, Y. J., & Cheng, K. C. (2017). Black garlic: A critical review of its production, bioactivity, and application. In Journal of Food and Drug Analysis.
    10. Wang, X., et al., (2012). Aged black garlic extract induces inhibition of gastric cancer cell growth in vitro and in vivo. Molecular Medicine Reports.
    11. Zhang, X., et al., (2016). Effects of temperature on the quality of black garlic. Journal of the Science of Food and Agriculture.

    FONTE: NATURLAB e HSN StoreBlog


    Aglio Nero Italiano, fermentato, 100-500g

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    Prodotto: Nero di Voghiera in bulbi

  • Origine Italia, Voghiera (FE)
  • Materia prima utilizzata: “Aglio di Voghiera D.O.P.” ortaggio a bulbo della specie Allium sativum L. tipico riconosciuto come prodotto DOP
  • Mantenere in luogo fresco e asciutto
  • Peso totale: 100g e 500g
  • Consigli d’uso

    Basta pelare lo spicchio (la pelle viene via con grande facilità) e sminuzzarlo o anche solo schiacciarlo con la lama del coltello usata di piatto: infatti, con la fermentazione avrà perso ogni fibrosità diventando morbidissimo, quasi cremoso.

    Avvertenze

    Cosa ostacola il decollo di una Medicina Ortomolecolare per tutti

    Considerazioni sulla non obiettività degli studi

    Ci sono studi che sostengono la Medicina Ortomolecolare e studi che la sminuiscono dandola per inutile, se non addirittura rischiosa negli alti dosaggi di nutrienti.

    L’esempio della Vitamina C e del Raffreddore

    • Per chi pratica la medicina ortomolecolare funziona nel raffreddore perché si assumono 2-3 grammi di vitamina C alle prime avvisaglie e prendendola ogni ora fino alla comparsa dell’indice di tolleranza (borbottio di pancia), che vuol dire saturazione di vitamina C, e la sintomatologia si riduce fino a risoluzione in poche ore.
    • per gli accademici ortodossi, non funziona usare la vitamina C per il raffreddore, perché ne danno solo 200 mg.

    La vitamina C ha numerosi potenziali benefici per la salute, tra cui uno dei più noti è il supporto alla normale funzione immunitaria. Lo stesso Pauling studiò fortemente l’utilità di megadosi di vitamina C nella prevenzione e nel trattamento del raffreddore.

    Tutti gli studi che seguono dopo la scoperta della Vitamina C e gli studi di Linus Pauling, Klenner, Hoffer, Irwin Stone (ed altri…) sono stati fatti usando dosi insufficienti di vitamina C e senza ripetere i dosaggi ogni 4 ore.

    Ecco le considerazioni con gli studi che ostacolano il decollo di una Medicina Ortomolecolare per tutti

    • Nonostante i benefici rilevati da Pauling e da alcuni suoi predecessori, due importanti meta-analisi degli anni ’70 spensero l’interesse nei confronti di questa pratica, considerata pressoché inutile 23, 24.
    • Successive analisi segnalarono degli errori diretti o indiretti in tali studi, ma questo non fu sufficiente a invertire lo scetticismo generatosi verso questa pratica di medicina ortomolecolare 25.
    • Attualmente, secondo una recente revisione Cochrane, l’integrazione con almeno 200 mg di vitamina C al giorno non riduce il rischio di raffreddore negli adulti sani 25.
    • Tuttavia, dimezza il rischio di raffreddore (-51%) nelle persone esposte a un intenso stress fisico (ad esempio corridori di maratona, sciatori o soldati in condizioni subartiche).

    Gli errori e i limiti della Ricerca “Scientifica”

    I sostenitori della medicina ortomolecolare fanno tuttavia notare che negli studi sperimentali i benefici dell’integrazione di un determinato nutriente possono essere facilmente oscurati (volontariamente o involontariamente) agendo su numerosi elementi, come:

    • Protocolli non adeguati: ad esempio:
      • Negli studi osservazionali, inoltre, vi è un rischio di errore ancor più elevato. Ad esempio, nelle ricerche retrospettive è improbabile che una persona sia in grado di ricordare con precisione quanto cibo ha consumato durante l’ultima settimana, mese o anno.

        Magazine X115

    Definizione di Medicina Ortomolecolare

    La medicina ortomolecolare è una forma di medicina non convenzionale, o meglio conosciuta come “medicina alternativa” che ha l’obiettivo di mantenere o migliorare la salute umana attraverso l’integrazione nutrizionale.

    In particolare, soprattutto agli esordi, la medicina ortomolecolare si basava prevalentemente sull’impiego di vitamine e minerali a dosaggi molte volte superiori all’assunzione alimentare raccomandata. Per questo motivo, è stata anche indicata come terapia megavitaminica.

    Secondo i sostenitori della medicina ortomolecolare, molti disturbi e malattie deriverebbero da squilibri biochimici dovuti a uno stato nutrizionale non ottimale.

    Tali squilibri potrebbero quindi essere corretti mediante l’uso personalizzato di integratori alimentari come vitamine, minerali, amminoacidi, oligoelementi, probiotici, fibre dietetiche e acidi grassi.

    Originariamente definita nell’ambito del trattamento e della prevenzione delle malattie psichiatriche (es. niacina/niacinamide per la schizofrenia), la medicina ortomolecolare non è una terapia standard, ma viene personalizzata in base alle esigenze individuali.

    Funziona?

    Tuttavia, quando si parla di generalizzare l’uso degli integratori alimentari all’intera popolazione con finalità preventive, nel complesso mancano solide prove mediche per supportare i presunti benefici della medicina ortomolecolare.

    Quindi, se a livello generale la medicina ortomolecolare appare poco o per niente efficace, a livello individuale, in specifici casi di patologie, polimorfismi genetici o esigenze nutrizionali, può avere un potere curativo vicino, pari o addirittura superiore ai farmaci di sintesi, con in più il vantaggio di avere meno effetti collaterali.

    Fa bene o fa male?

    Le vitamine e integratori fanno bene: Vero o falso nell’informazione

    Storia

    Nobel Linus Pauling, nel suo articolo seminale, Orthomolecular Psychiatry, pubblicato sulla rivista Science il 19 aprile 1968. molecola giusta.

    niacinamide, vitamina C, tiamina e riboflavina.

    Obiettivi

    Il processo di invecchiamento è tipicamente accelerato dall’esposizione ai radicali liberi, dall’infiammazione frequente o cronica e dall’esposizione a sostanze tossiche (come metalli pesanti o idrocarburi industriali e agricoli). Invertire questo processo o rallentarlo è uno degli obiettivi della terapia ortomolecolare, insieme al trattamento dei problemi di salute.

    L’approccio ortomolecolare ha informato lo sviluppo di diversi trattamenti, compreso l’uso di vitamina C per via endovenosa per il cancro e la sepsi, vitamina B6 per l’autismo, zinco per i disturbi alimentari, omega-3 per l’ADHD e molti altri.

    Più che un modello di trattamento per la malattia, la medicina ortomolecolare si occupa essenzialmente di raggiungere e mantenere una salute e un benessere ottimali 1.

    Esempi

    Secondo i fautori della medicina ortomolecolare, con una conoscenza di base degli integratori, è possibile evitare i farmaci nel trattamento e nella prevenzione di molti problemi di salute.Inoltre, gli integratori dovrebbero far parte di un programma sanitario completo, che includa dieta, esercizio fisico e gestione dello stress.

    Programma di trattamento ortomolecolare dell’IPERTENSIONE 2

    Integratore Mattina Sera
    Multivitaminico ad alto dosaggio ½ della dose giornaliera ½ della dose giornaliera
    Vitamina C 1.000-2.000 mg 1.000-2.000 mg
    Vitamina E 400 UI (possibilmente altri 400 UI)
    Coenzima Q10 100-200 mg
    Magnesio 200-300 mg 200-300 mg
    Aglio, deodorato 500-1000 mg 500-1000 mg
    Olio di pesce 600-1200 mg di Omega 3 600-1200 mg di Omega 3

    Prove di efficacia

    Secondo un’analisi di 29 studi sull’uomo, l’assunzione di un integratore di vitamina C (dose media 500mg) riduce la pressione sanguigna nei soggetti ipertesi di 3:

    L’assunzione di integratori di magnesio può consentire riduzioni della pressione sanguigna fino a 12 mmHg 4, 5.

    Una meta-analisi di 34 studi controllati randomizzati su un totale di 2.028 partecipanti ha scoperto che il magnesio supplementare, alla dose mediana di 368 mg/giorno (intervallo: 238-960 mg/giorno) per una durata media di 3 mesi (intervallo: 3 settimane-6 mesi), ha ridotto significativamente la pressione sistolica di 2,00 mm Hg e la pressione diastolica di 1,78 mm Hg 6.

    In uno studio, 600-1.500 mg di estratto di aglio invecchiato si sono dimostrati efficaci quanto il farmaco atenololo nel ridurre la pressione arteriosa in un periodo di 24 settimane 7.

    Il trattamento con coenzima Q10 può aiutare a ripristinare livelli ottimali di produzione di energia, ridurre il danno ossidativo e migliorare la funzione cardiaca 8.

    Gli omega-3 possono ridurre i livelli di pressione sanguigna nelle persone con pressione alta 9, 10. Inoltre, possono mitigare il rischio cardiovascolare con un’azione antiaggregante piastrinica, antinfiammatoria e ipolipidemizzante 11, 12, 13, 14, 15.

    Gestione dei LIVELLI LIPIDICI ELEVATI con integratori 2

    Integratore Mattina Sera
    Multivitaminico ad alto dosaggio ½ della dose giornaliera ½ della dose giornaliera
    Vitamina C 1000-2000 mg 1000-2000 mg
    Policosanoli 10 mg 10 mg
    Cromo 200 mcg 200 mcg
    L-Carnitina 500-1.000 mg 500-1.000 mg
    Riso rosso fermentato 500-1.000 mg 500-1.000 mg

    Prove di efficacia

    Secondo una meta-analisi di 13 studi, l’assunzione di almeno 500 mg di vitamina C al giorno (da integratori) riduce significativamente il colesterolo LDL (cattivo) di circa 7,9 mg/dl e i trigliceridi di 20,1 mg/dl 16.

    Un’analisi di 9 studi su un totale di 293.172 partecipanti ha rilevato che, dopo 10 anni, le persone che assumevano almeno 700 mg di vitamina C al giorno avevano un rischio di malattie cardiache del 25% inferiore rispetto a quelle che non assumevano un integratore di vitamina C 17.

    Il riso rosso fermentato abbassa il colesterolo cattivo (LDL) ei trigliceridi, mentre aumenta il colesterolo buono (HDL) nel sangue 18, 19, 20.

    In più studi su un totale di quasi 8.000 partecipanti, le persone che integravano con riso rosso fermentato hanno ridotto il colesterolo LDL e totale, senza danni alla funzionalità epatica o renale 21.

    Una meta-analisi del 2013 di 17 studi su un totale di 1.625 partecipanti con insufficienza cardiaca ha rilevato che la L-carnitina orale (da 1,5 a 6 g al giorno) ha migliorato significativamente diverse misure della capacità funzionale cardiaca 22.


    Futuri Sviluppi?

    La scoperta delle numerosissime varianti genetiche, dovute ad esempio a polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) nella popolazione, ha aperto le porte alla nutrigenomica. Questa scienza emergente sta alla base dell’evoluzione della nutrizione personalizzata che ha caratterizzato la medicina ortomolecolare.

    In futuro, molto probabilmente, le raccomandazioni personalizzate diverranno sempre più specifiche e personalizzante, basandosi sul genoma e sulla biometria individuali 26.

    Riferimenti


    References

    1. Pauling L. Vitamin C and the Common Cold. New York: W.H. Freeman & Co., 1970. []
    2. Lemley KV. Thomas Addis and the Dietary Treatment of Kidney Disease. Journal of Orthomolecular Medicine. 1992:7(3):133-145. []
    3. Lemley KV, Pauling L. Thomas Addis: July 17, 1881-June 4, 1949. Biogr Mem Natl Acad Sci. 1994;63:3-46. [PubMed] []
    4. Thomas Addis: The Man Who Saved Pauling.” PaulingBlog. 11 March 2010, available at: https://paulingblog.wordpress.com/2010/03/11/thomas-addis-the-man-who-saved-pauling/




    La prostata preoccupa? Leggi i rimedi in natura

    la Prostata

    CONSIDERAZIONI GENERALI E DIAGNOSTICHE

    Autore: Dott. Martino Giorgini

    forma di una castagna.

    Se la ghiandola cresce troppo, può cominciare a creare problemi.

  • flusso debole, minzione a scatti: il flusso non è molto forte, si interrompe e riavvia da solo, una condizione nota come “intermittenza”.
  • gocciolamento post-minzionale: il flusso continua leggermente in modo involontario.
  • frequenza: necessità di urinare spesso, anche poco dopo la minzione, soprattutto di notte, conosciuto come “nicturia”.
  • assenza di sollievo: spesso la vescica non si svuota del tutto durante la minzione impedendo il sollievo completo.
  • urgenza: la necessità di urinare è forte, soprattutto di notte.
  • gonfiore della vescica, spesso evidente quando provoca gonfiore addominale.
  • sensazione di bruciore durante la minzione: un possibile segno di infezione, spesso derivante da ostruzione uretrale causata dalla ipertrofia prostatica benigna.
  • Il 50-60% degli uomini tra i 40 e i 59 anni (5-10% nei trenta anni, 90% oltre gli ottanta) è affetto da ipertrofia prostatica benigna.

    «Lesioni iperplastiche prostatiche microscopiche, istologicamente caratteristiche, iniziano a formarsi nei 30 anni di vita a livello della regione periuretrale e di transizione.
    Con l’avanzare dell’età e la presenza di androgeni, l’iperplasia prostatica benigna da microscopica diventa macroscopica (prostata di dimensioni aumentate alla palpazione). Tuttavia la sintomatologia si presenta solo nel 50% di uomini, mentre l’altro 50% sviluppa i sintomi senza segni evidenti [di ingrossamento]… non ci si può affidare, quindi, alla sola palpazione manuale per effettuare diagnosi di iperplasia prostatica.

    Poiché i sintomi di iperplasia prostatica benigna e di carcinoma prostatico possono essere assai simili, si utilizza il dosaggio di PSA (Prostatic Specific Antigen) per differenziare le due patologie.

    Tuttavia l’uso di PSA come test di screening non è sufficientemente affidabile (sebbene indichi la presenza di carcinoma prostatico nel 90% dei casi). Bisogna tenere presente che lievi alterazioni possono essere causate dall’iperplasia prostatica benigna e talora si può avere carcinoma in assenza di alterazioni di PSA. Inoltre, esistono situazioni come la prostatite, la ritenzione urinaria, l’eiaculazione, l’esercizio fisico, in cui si può avere un aumento di PSA».


    I NUTRIMENTI PER LA PROSTATA E QUELLI DA EVITARE

    La dieta sembra avere un ruolo importante nella funzionalità prostatica.

    Sembra particolarmente necessario aumentare l’introito di:

    • Zinco,
    • Potassio,
    • Acidi grassi essenziali (soprattutto omega-3) 
    • Vitamina E
    • e tenere il livello di colesterolo al di sotto dei 200 mg/dl.

    La dieta della persona con iperplasia prostatica benigna dovrebbe essere quanto più possibile priva di pesticidi e di altri contaminanti, dal momento che molti di questi composti (come diossina, bifenili polialogenati, esaclorobenzene, dibenzofurani) aumentano l’attività dell’enzima 5-alfa-reduttasi.

    • L’enzima 5-α-reduttasi converte il testosterone in diidro testosterone in maniera irreversibile.
    • Il diidrotestosterone stimola in modo eccessivo la moltiplicazione cellulare causando l’ingrossamento della prostata.
    • Gli estrogeni inibiscono l’eliminazione del diidrotestosterone.
    • Gli estrogeni rallentano anche l’assorbimento intestinale dello zinco, che inibisce la 5-α-reduttasi.
    • L’incremento maggiore di testosterone nella prostata è il risultato anche di un altro ormone, la prolattina, secreto dall’ipofisi.

    Inoltre, la prolattina aumenta l’attività della 5-α-reduttasi, che converte il testosterone in diidrotestosterone.

    • Un aumento del consumo di alcol è associato in maniera chiara a iperplasia prostatica benigna. Lo stress, il vino il saké, la birra e gli altri alcolici aumentano i livelli di prolattina .
    • Alcuni studi dimostrano che la Vitamina B6 e lo Zinco possono ridurre i livelli di prolattina. La carenza di uno o dell’altro di questi due nutrimenti può perciò causare ingrossamento della prostata.
    • Un altro enzima, l’aromatasi, aumenta la produzione locale di 17-beta-estradiolo, un estrogeno che inibisce l’eliminazione del diidrotestosterone dalla prostata.
    • Il cadmio, un metallo pesante molto comune negli alimenti, e perfino nel caffè e nel fumo di tabacco, antagonista dello zinco, aumenta l’attività della 5-α reduttasi.

    Riassumendo, il livello di diidrotestosterone nelle cellule della prostata aumenta per tre ragioni:

    • un maggiore aumento di testosterone,
    • un maggiore aumento dell’attività della 5-α-reduttasi,
    • una diminuita eliminazione del diidrotestosterone.

    ZINCO

    Zinco

    Un adeguato introito e assorbimento di Zinco è di fondamentale importanza nel trattamento dell’iperplasia prostatica benigna. Si è dimostrato che l’integrazione con Zinco riduce il volume della prostata e riduce la sintomatologia nella maggior parte degli studi condotti .
    L’assorbimento intestinale di Zinco è ridotto dagli estrogeni, ma aumentato dagli androgeni. Dal momento che i livelli di estrogeni aumentano in uomini con iperplasia prostatica benigna, l’assorbimento di Zinco è ridotto.
    Sebbene i livelli di Zinco e 5-α-reduttasi non si correlano significativamente a livello del tessuto iperplastico, tuttavia si è dimostrato che lo Zinco inibisce l’attività della 5-α reduttasi, l’enzima che converte il testosterone in diidrotestosterone in maniera irreversibile .
    Lo Zinco inibisce anche il legame degli androgeni ai recettori specifici, sia citoplastici che nucleari.

    Inoltre, è stato dimostrato che lo Zinco riduce la secrezione di prolattina , la quale aumenta l’assunzione di testosterone nella prostata.
    Quindi lo Zinco determina una riduzione del livello di diidrotestosterone prostatico.

    POTASSIO

    Potassio

    Il Potassio è un minerale essenziale nell’alimentazione con un ampio spettro di ruoli biochimici e fisiologici:

    • mantenimento del tono intracellulare.

    La causa maggiore di deficienza di potassio è la sua scarsa assunzione con gli alimenti e la perdita eccessiva (con lassativi, esercizio fisico e diuretici) attraverso il tratto alimentare (feci), la pelle (sudore) e i reni (urina).

    Inoltre, il livello di potassio dovrebbe essere superiore al sodio, ma spesso accade il contrario, in quanto il sodio, assunto principalmente come sale (sodio cloruro), viene aggiunto a formaggi, affettati e a svariati alimenti per insaporirli. Così, il sodio finisce col superare i livelli di potassio e creare tanti pericolosi squilibri cellulari.

    I segni e i sintomi di una deficienza di potassio (ipopotassiemia) includono la debolezza, l’astemia, la svogliatezza, le aritmie cardiache e… l’ingrossamento della prostata!

    Poiché il Potassio è uno ione (K+) prevalentemente intracellulare, la determinazione analitica sul siero del sangue non ne riflette l’effettivo deposito nell’organismo.
    Un potassio sierico basso significa una carenza intracellulare in fase avanzata. Inoltre, una carenza intracellulare può verificarsi anche con un potassio sierico normale o elevato.

    Alcuni ricercatori hanno dimostrato che solo il potassio eritrocitario rispecchia il contenuto di potassio delle cellule e di tutti i tessuti. Nonostante i globuli rossi siano privi di nucleo, la pompa sodio-potassio della membrana è integra, mantenendo il corretto riflusso e deflusso di questi ioni.


    OMEGA 3

    Omega-3

    L’integrazione di Acidi grassi essenziali omega-3 ha determinato un miglioramento significativo in molte persone con iperplasia prostatica benigna.
    Bisogna tener presente che gli oli di semi sono particolarmente ricchi, per il 75% circa, di acidi grassi omega-6 e per il 15% circa di acido oleico (omega-9) e non contengono acidi grassi omega-3 tranne quelli di soja e di ravizzone che ne contengono l’8% circa, l’olio di semi di ribes nero 13% e l’olio di semi di lino 58%.
    Solo l’olio di pesce contiene unicamente acidi grassi omega-3.

    L’eccesso di omega-6 è pericoloso se non è bilanciato dalla contemporanea assunzione di omega-3 nella produzione delle prostaglandine pro-infiammatorie. Nell’alimentazione “normale” il rapporto omega-6/omega-3 è di circa 20:1, mentre dovrebbe essere di 4:1 per una sintesi ottimale delle prostaglandine “buone”!

    Bisogna assumere sempre molta Vitamina E insieme agli acidi grassi insaturi, per proteggerli dalle pericolose ossidazioni.


    SONO SINTOMATICI

    Glicina, Alanina, Acido glutamico

    Gli aminoacidi Glicina, Alanina e Acido Glutamico, si sono dimostrati, in alcuni studi, in grado di ridurre molti dei sintomi di iperplasia prostatica. Probabilmente agiscono come neuro-trasmettitori inibitori che riducono la sensazione di pienezza a livello vescicale… quindi solamente sintomatici.


    COLESTEROLO SOTTO CONTROLLO

    Colesterolo

    Nel caso di ingrossamento della prostata si dovrebbero evitare farmaci, ormoni ed assumere cibi a base di soia con regolarità. La dieta dovrebbe essere ipoglicidica e con basse quantità di grassi animali ricchi di colesterolo.

    «I metaboliti del colesterolo sono citotossici e carcinogeni e si è dimostrato che si accumulano nella prostata iperplasica o affetta da carcinoma. Gli epossicolesteroli determinano la degenerazione delle cellule epiteliali, portando a un’aumentata rigenerazione caratteristica dell’iperplasia prostatica benigna. Si è visto che i farmaci ipolipemizzanti hanno un effetto favorevole sull’iperplasia prostatica benigna, prevenendo l’accumulo di colesterolo a livello delle cellule prostatiche e limitando la formazione conseguente di epossicolesteroli».

    Bisognerebbe fare uno sforzo per ridurre i livelli di colesterolo.

    Il 90% delle persone soffre di una carente produzione di bile e, poiché la bile è composta dagli acidi biliari del colesterolo legati agli aminoacidi Glicina e Taurina, sarebbe doppiamente utile assumere delle piante che aumentino la produzione e la secrezione della bile:

    Le piante più efficaci sono:

    • le foglie di Boldo (Pneumus boldus),
    • le foglie di Carciofo (Cynara scolimus),
    • l’erba con fiori di Fumaria (Fumaria officinalis),
    • i semi di Cardo mariano (Sylibum marianum),
    • le radici e le foglie di Tarassaco (Taraxacum officinalis)
    • e la corteccia di Crespino (Berberis vulgaris).

    LE PIANTE AMICHE DELLA PROSTATA

    Ogni pianta ha un meccanismo di azione diverso. Ognuno deve trovare quella giusta per sé. Così, ad esempio, la Serenoa può andar bene ai più, ma altri risolvono i problemi prostatici con Ortica, Epilobio o Uva ursina, anche alternandole o assumendole insieme.

    SERENOA

    Serenoa o Saw palmetto

    Si è dimostrato che l’effetto dell’estratto dei frutti (semi) di Serenoa o Saw palmetto (Serenoa repens o Sabal serrulata) migliora significativamente i segni e i sintomi dell’iperplasia prostatica benigna in numerosi studi clinici.
    Agisce:

    • inibendo il legame tra diidrotestosterone e i suoi recettori (citoplasmatico e nucleare)
    • inibendo la 5-α-reduttasi
    • interferendo con i recettori prostatici degli estrogeni.

    Si può asserire che il 90% degli uomini affetti da iperplasia prostatica benigna presenta un buon miglioramento già dopo 4-6 settimane di terapia, in tutti i sintomi dell’iperplasia prostatica, specialmente la nicturia.
    I nativi americani e più tardi i medici Eclettici e Naturopati, usavano Serenoa repens per curare i disturbi dell’apparato uro-genitale e come tonico nutrizionale per sostenere il corpo.

    NEI MASCHI veniva usata per aumentare la funzionalità dei testicoli e alleviare le irritazioni delle mucose, in particolare quelle dell’apparato urogenitale e della prostata.

    NELLE DONNE la Serenoa repens è stata usata per i disturbi delle ghiandole mammarie e, inoltre, con uso prolungato per aumentare il volume del seno. Combatte anche l’eccesso di androgeni, gli irsutismi e l’ovaio policistico.
    Molti erboristi hanno considerato questa pianta anche un afrodisiaco.
    L’estratto ha anche dimostrato di possedere effetti anti edematosi e immuno-stimolanti.


    Prosvis

    Prosvis

    Integratore di Saw Palmeto per la funzionalità della prostata


    «Si pensa che l’iperplasia prostatica benigna sia causata da un accumulo di testosterone nella prostata. Una volta all’interno della prostata, il testosterone è convertito nel più potente ormone diidrotestosterone. Questo composto stimola in modo eccessivo la moltiplicazione cellulare causando l’ingrossamento della prostata.
    Si riteneva che la principale azione terapeutica dell’estratto liposolubile di Serenoa repens fosse unicamente il risultato dell’inibizione della conversione del testosterone in diidrotestosterone all’interno della prostata e dell’inibizione 21-22 del suo legame e trasporto intracellulare .

    Ricerche successive hanno suggerito ulteriori meccanismi d’azione  21 inclusi effetti anti-estrogenici ed effetti sito-leganti dei 23 recettori.

    La Serenoa sembra inibire l’attività degli estrogeni nella prostata… si pensa che almeno parte dell’efficacia dell’estratto di Serenoa sia dovuta alla sua azione anti-estrogenica».


    ORTICA

    Ortica

    «Gli estratti di Ortica (Urtica dioica) si sono mostrati efficaci nel trattamento dell’iperplasia prostatica benigna… sembrano impedire il legame del diidrotestosterone ai suoi 25 recettori nucleari e citoplasmatici» .

    La radice di Ortica (Urtica dioica) trova impiego terapeutico negli stati infiammatori delle vie urinarie e nell’ipertrofia 26-27 prostatica benigna .
    La radice agisce favorevolmente nell’iperplasia prostatica, contribuendo a ridurre il volume della ghiandola. La concomitante azione anti-edemigena svolge un ruolo importante nella riduzione dell’ostruzione cervico prostatica, contribuendo a migliorare il quadro funzionale e i problemi della minzione.

    • OMS ed ESCOP (European Scientific Cooperative on Phytotherapy) riconoscono l’uso della radice di Ortica nell’alleviare le difficoltà della minzione (frequenza eccessiva e nicturia).
    • Bruneton riporta che l’estratto di radice di Ortica non inibisce la 5-α-reduttasi, ma riduce la proliferazione di cellule prostatiche in coltura.
    • Estratti di radice di Ortica possono essere associati per il trattamento dell’ipertrofia prostatica a Saw palmetto (Serenoa repens o Sabal serrullata), al gemmo-derivato Sequoia gigantea o altre piante.

    SEQUOIA

    Sequoia

    I giovani getti freschi di Sequoia (Sequoia gigantea) hanno proprietà: anti-senescenza maschile, anti-sclerosi d’organo, energetica, anti-depressiva, anabolizzante, stimolante generale, particolarmente utile all’anziano.
    Sono indicati per: rallentare il processo di invecchiamento, ipertrofia prostatica, prostatite, adenoma prostatico, sindrome depressiva nell’anziano, osteoporosi senile, senescenza maschile, arteriosclerosi (cervello senescente).

    «Sequoia possiede senza dubbio un’azione eutrofica [nutritiva] a livello della sfera sessuale maschile sotto la sua influenza si assiste a un aumento dei 17 chetosteroidi urinari) e dell’attività cerebrale:

    è consigliabile pertanto prescrivere questo gemmoderivato pressoché sistematicamente dopo la sessantina
    (20 giorni al mese per più mesi).

    Possiede un’attività eutrofica generale e apporta una sensazione di benessere… la sindrome depressiva ne gioverà alquanto.
    Segnalata anche attività anti-infiammatoria che può indirettamente concorrere al miglioramento dell’astenia sessuale dell’anziano.
    È un efficace rimedio delle prostatiti non tanto acute quanto croniche. Per quanto riguarda l’adenoma, ne rallenterà lo sviluppo e in particolare i fenomeni infiammatori conseguenti all’ipertrofia prostatica, agendo favorevolmente a livello dei disturbi funzionali caratteristici di tale patologia riequilibra anche la spermatogenesi» .


    GINSENG

    Ginseng

    innalza i livelli di Zinco, il quale si è dimostrato efficace nel ridurre le dimensioni di una prostata ingrossata» .


    LAPACHO

    Lapacho

    «Lapacho o Tabebuia o Pau d’Arco o Ipe Roxo (Tecoma curialis o Tabebuia avellanedae)… la scorza interna della corteccia è usata per scopi medicinali da secoli ed è un rimedio per un ampio spettro di disturbi: prostatite, cancro alla prostata, enuresi, cistite, sifilide… Ci sono molti resoconti di remissione di forme differenti di cancro grazie all’uso di questa specie vegetale… produce una progressiva inibizione della respirazione delle cellule tumorali . Il suo uso è estremamente popolare nel trattamento (interno e topico) della candidosi intestinale e vaginale … attivo contro alcuni ceppi virali»


    ISOFLAVONOIDI DI SOIA

    Isoflavonoidi di Soia

    «Un aumento del consumo di Soia e di cibi a base di Soia [fagioli di soia, estratti, tofu, miso] è associato a una riduzione del rischio di carcinoma prostatico. Molto di questo effetto è legato all’azione degli isoflavoni genisteina e daidzeina (detti fitoestrogeni della soia), i quali oltre ad agire sui recettori degli estrogeni, inibiscono la 5-α reduttasi»
    «Numerosi studi epidemiologici sull’uomo, sugli animali e in vitro, hanno dimostrato che gli isoflavonoidi di soia sono efficaci agenti chemio preventivi per alcuni tipi di cancro.

    I meccanismi implicati comprendono:

    • inoltre, è stata prospettata l’interazione con molti altri enzimi…
    • aumento dell’attività dei recettori LDL.

    È stato scoperto che gli isoflavoni fitoestrogenici possiedono importanti proprietà anticancro.

    Messina et al. dimostrano che la soia ha un effetto protettivo contro la carcinogenesi sperimentale. Studi in vitro hanno rivelato che la genisteina è un potentissimo inibitore della neovascolarizzazione o angiogenesi, uno dei meccanismi studiati per inibire la proliferazione delle cellule cancerogene.
    Le prove epidemiologiche mettono in rilievo i benefici dei costituenti della soia nella prevenzione del cancro del retto, dello stomaco, del seno, del colon, dei polmoni e della prostata. I giapponesi che seguono una dieta povera di grassi e ricca di soia presentano bassi tassi di mortalità per il cancro alla prostata.
    La Commissione del National Institute of Health (NIH) che studia l’azione chemiopreventiva dei prodotti della soia ha raccomandato:

    I futuri studi nutrizionali sui semi di soia dovrebbero usare prodotti di soia [integrali] invece di composti isolati, perché i semi di soia sembrano contenere diversi potenti anticancerogeni.”

    Se i livelli di testosterone sono bassi o minimi, o se gli estrogeni sono elevati, una dieta ricca di legumi, soprattutto soia, risulta efficace. La soia è, poi, come si è detto, una buona fonte di isoflavoni, conosciuti col nome di fitoestrogeni, per la lieve attività estrogenica.
    Va chiarito che gli isoflavoni di soia hanno solo il 2% dell’attività dell’estradiolo, il principale estrogeno dell’uomo. Gli isoflavoni si legano ai recettori degli estrogeni, perciò la loro azione estrogenica è in realtà un effetto anti-estrogenico, prevenendo il legame tra estrogeni e recettori!

    Inoltre, i fitoestrogeni riducono gli effetti degli estrogeni sul corpo stimolando la sintesi di SHBG [la globulina legante ormoni sessuali] per legare gli estrogeni.
    La soia, così come i legumi, le noci, le sementi, sono buone fonti di fitosteroli, che aiutano nella sintesi degli steroidi umani quali il testosterone» .

    UVA URSINA

    Uva ursina

    «Le foglie di Uva ursina (Arctostaphylos uva ursi) sono un antisettico urinario assai attivo da utilizzare ogni qualvolta vi sia un’infiammazione o un’infezione a livello delle vie urinarie.

    È in grado di determinare anche un’azione calmante lo stimolo continuo della minzione e il dolore.
    Indicate in caso di

    • cistite acuta e cronica,
    • cistiti da catetere,
    • colibacillosi,
    • ipertrofia prostatica con componente infiammatoria e infettiva.

    Non è sempre necessario intervenire con un antibiotico».

    GRAMIGNA

    Gramigna

    «In quanto lieve, ma efficace diuretico ed emolliente, la Gramigna (Agropyrum repens) viene usata comunemente per le infezioni del tratto urinario come cistite e uretrite.
    Protegge i tubuli uriniferi dall’infezione e dagli irritanti… Sia un’ipertrofia prostatica, sia una prostatite trarranno beneficio dalla Gramigna» .

    ECHINACEA

    Echinacea

    «Echinacea [Echinacea angustifolia, purpurea e pallida] trova indicazione anche come adiuvante nelle infezioni urinarie croniche. Queste indicazioni sono riconosciute dall’OMS e dall’ESCOP. Interessante risulta l’utilizzo, in virtù delle proprietà antiflogistiche, come coadiuvante nella terapia di prostatiti e uretriti» .

    UNCARIA

    Uncaria

    «L’Uncaria o “unghia di gatto” (Uncaria tomentosa) possiede diverse sostanze chimiche che spiegano gran parte delle azioni e degli usi della pianta. Il primo e più studiato ha evidenziato proprietà stimolanti del sistema immunitario e proprietà antileucemiche .
    Un altro gruppo di sostanze (glicosidi dell’acido quinovico) ha riportato proprietà antinfiammatorie , antivirali e antiossidanti.

    L’unghia di gatto possiede altresì proprietà anticancro e riparatrici delle cellule. Alcune tecniche di estrazione possono estrarre solo un particolare tipo di sostanza chimica, ignorando l’efficienza e la sinergia della pianta [fitocomplesso]…» .

    EQUISETO

    Equiseto

    COLEUS

    Coleus

    La grande varietà degli usi di Coleus forskohlii è attribuita all’attività della forskolina. Ci sono molte malattie nelle quali la riduzione del livello intracellulare di AMP ciclico è ritenuta un fattore nella genesi del processo patologico. Ebbene, l’azione della forskolina è quella di aumentare l’AMP ciclico. L’AMP ciclico attiva molti enzimi in svariate funzioni.

    Normalmente l’AMP ciclico viene prodotto quando un ormone attivatore, come ad esempio l’adrenalina, si lega al recettore della membrana cellulare, il quale stimola l’enzima adenilato ciclasi che fa crescere l’AMP ciclico.
    La forskolina, invece, aggira questo meccanismo e attiva direttamente l’adenilato ciclasi.

    Inoltre, la forskolina ha altre attività indipendenti dalla capacità di attivare l’adenilato ciclasi. Coleus viene citato per la validità del suo impiego nella stranguria , che spesso si accompagna ai sintomi, soprattutto notturni, dell’ingrossamento prostatico.
    Di questa pianta perenne, di cui si usa il rizoma, vale la pena almeno elencare alcune delle numerose altre indicazioni relative a:

    • malattie respiratorie,
    • coliche addominali,
    • psoriasi,
    • eczema,
    • dermatite atopica,
    • insonnia,
    • convulsioni,
    • malattie cardiovascolari,
    • ipertensione arteriosa,
    • insufficienza cardiaca,
    • angina,
    • asma,
    • glaucoma,
    • diete dimagranti (stimola la lipolisi),
    • aumento dell’insulina,
    • incremento della funzione tiroidea (indicata nell’ipotiroidismo),
    • malassorbimento,
    • disturbi digestivi,
    • allergie (azione antistaminica),
    • depressione psichica,
    • stimolo del sistema immunitario,
    • metastasi tumorali

    PYGEUM

    Pygeum

    L’estratto della corteccia di Pygeum africanum è efficace nel ridurre i sintomi clinici di iperplasia prostatica benigna, soprattutto nei casi meno avanzati.
    «Le azioni farmacologiche dell’estratto standardizzato in beta-sistosteroli di Pygeum ne convalidano l’uso per le malattie della prostata e in particolare l’ingrossamento della prostata… Bisogna sottolineare che il miglioramento riguarda soprattutto i sintomi, non la riduzione delle dimensioni della prostata o del contenuto di urina residua nella vescica.

    Tuttavia, il Pygeum può essere efficace nel migliorare la fertilità nei casi di una ridotta secrezione prostatica e migliora la composizione del liquido seminale.  L’estratto di Pygeum è anche in grado di migliorare la capacità di raggiungere l’erezione nei pazienti affetti da iperplasia prostatica benigna o prostatite o altri disturbi sessuali» .

    Il Pygeum africanum è un albero sempreverde originario dell’Africa, ma diffuso anche altrove, che può crescere fino a 40 m d’altezza. La parte utilizzata ai fini medicamentosi è la corteccia dei rami, eppure è stato purtroppo incluso nella lista delle piante protette (CITES) cioè a rischio di estinzione!
    È quindi praticamente impossibile reperirne la corteccia o altre parti della pianta.

    L’estratto secco che si trova disponibile in commercio è titolato in beta-sitosterolo, inevitabilmente di sintesi chimica.


    ALTRI NUTRIMENTI BENEFICI PER LA PROSTATA

    SAPONINE

    Saponine

    «Le saponine [di cui è ricco il Ginseng] sono un altro importante ingrediente che può contribuire alle differenze nei tassi di incidenza del tumore prostatico tra i paesi con diete diverse.
    Una ricerca presso l’Università di Toronto sta dimostrando che i tassi del tumore prostatico e di altri tumori sono inferiori laddove la gente consuma alimenti più ricchi di saponine.
    Le saponine imitano i precursori e gli ormoni steroidei. Le saponine potrebbero costituire un integratore alimentare nel futuro. Nel frattempo, le si può assumere facendo attenzione a consumare molta Erba medica [Medicago sativa] e anche Avena [Avena comosus] ricche di saponine» .

    Altre piante medicinali sono ricche in saponine. La Suma (Pfaffia paniculata), ad esempio, è una di queste e in sud America è conosciuta come para todo, “per tutto”!


    BETACAROTENE

    Beta-carotene

    molto beta-carotene» .

    «Gli effetti principali del beta-carotene sembrano essere lo stimolo della funzione del Timo e l’aumento dell’azione stimolante dell’interferone sul sistema immunitario. L’interferone è un potente stimolante immunitario, che svolge un ruolo chiave contro le infezioni virali.»

    I carotenoidi esercitano un’attività antiossidante maggiore del potere antiossidante della vitamina A.
    «L’attività antiossidante dei caroteni è ritenuta il fattore responsabile dell’effetto protettivo contro il cancro. Poiché l’invecchiamento è associato ai danni da radicali liberi, è stata proposta l’ipotesi che i caroteni proteggano anche contro la senescenza. Sembra che il contenuto tissutale dei carotenoidi sia il maggior determinante della massima durata di vita potenziale delle specie di mammiferi».


    VITAMINA B6

    Vitamina B6

    dell’ossalato di calcio). Poiché l’iperplasia prostatica benigna conduce spesso alla ritenzione urinaria, vi è una maggiore probabilità che si formino delle calcificazioni.

    Assumere un buon integratore di Vitamina B6 o di Vitamine del gruppo B è una saggia assicurazione contro questa condizione.
    Indirettamente aiuta la prostata anche tramite il coinvolgimento della Vitamina B6 nella sintesi e gestione ormonale e promuove l’assorbimento del minerale importante per la prostata, lo Zinco.
    Inoltre, gli estrogeni agiscono negativamente sull’azione della Vitamina B6 e quindi possono causarne una carenza.


    VITAMINA C

    Vitamina C

    La ritenzione urinaria è un risultato comune della iperplasia prostatica benigna che può portare a infezioni della vescica e dell’uretra.


    VITAMINA D

    Vitamina D

    La Vitamina D (colecalciferolo) potrebbe aiutare nella cura dei tumori alla prostata meno aggressivi, evitando ai pazienti l’intervento chirurgico o terapie a base di radiazioni. A dimostrarlo sono alcuni Ricercatori della Medical University of South Carolina.


    SEMI DI ZUCCA

    Semi di Zucca

    Oltre ad essere una fonte eccellente di Zinco, i semi di zucca sono ricchi di Acidi grassi essenziali. Uno studio condotto da una fondazione di ricerca internazionale di Milwaukee ha dimostrato che l’integrazione dei soli Acidi grassi essenziali per diverse settimane ha ridotto o eliminato del tutto i sintomi dell’ingrossamento prostatico» .

    Gli acidi grassi insaturi vanno accompagnati sempre a forti dosi di Vitamina E, per proteggerli dalle pericolose ossidazioni.


    BIOFLAVONOIDI

    Bioflavonoidi

    I Bioflavonoidi agiscono come potenti anti-ossidanti… Vengono indicati anche per la loro capacità di modificare le reazioni dell’organismo, nei confronti di allergeni, virus, agenti cancerogeni, ecc.
    È stato dimostrato che molti degli effetti terapeutici delle piante dipendono dal loro contenuto in Bioflavonoidi, identificati e classificati in oltre 5000…
    Inoltre, i Bioflavonoidi agiscono come potenti antiossidanti, fornendo quindi una notevole protezione contro i danni provocati dall’ossidazione e dai radicali liberi, che causano invecchiamento.
    Per fare un esempio,

    «il consumo di Tè verde è stato posto in relazione con una diminuzione di rischio di cancro. Gli effetti antiproliferativi sembrano dipendere dal suo contenuto in polifenoli [bioflavonoidi]» .

    «I ricercatori hanno osservato che alte concentrazioni permanenti di bioflavonoidi nel sangue possono spiegare la bassa incidenza del tumore clinico…» .


    SELENIO

    Selenio

    Il Selenio è un oligoelemento la cui funzione più nota è quella antiossidante, ma «esistono prove sempre più numerose della funzione protettiva del selenio contro alcune forme di cancro e numerosi tumori… «Bassi livelli di selenio sono collegati a un maggiore rischio di cancro e altre patologie associate al danno da radicali liberi, inclusi l’invecchiamento precoce e la formazione di cataratta».

    Il Selenio è un componente dell’enzima glutatione perossidasi, che preserva l’integrità delle membrane cellulari e subcellulari (azione antiossidante), oltre a essere il principale nutrimento coinvolto nella Fase II di detossificazione della “coniugazione con glutatione” degli xenobiotici (azione disintossicante).

    La carenza di Selenio:

    • lo sviluppo e l’espressione dei globuli bianchi
    • deprime le funzioni immunitarie,

    Mentre una sua integrazione rafforza o rispristina le difese immunitarie e la resistenza alle infezioni e la funzione del Timo.


    POLLINE

    Polline

    Il polline dei fiori, raccolto dalle api, oltre a essere un alimento quasi completo, esplica un’azione positiva nell’ipertrofia prostatica benigna. L’azione potrebbe essere dovuta alla ricchezza e alla varietà dei nutrimenti contenuti o per la presenza di flavonoidi, in particolare rutina.


    BIBLIOGRAFIA

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    Prostata: Cure Naturali e Alimentazione

    Prostata: Cure Naturali e Alimentazione

    Dr Paolo Giordo

    La prostata e le sue malattie sono un argomento molto importante ma anche complesso e difficile da approfondire autonomamente.

    Ecco perché questo libro è utile: ci aiuta a capire come mai a un certo punto la prostata incomincia a non funzionare più come dovrebbe.

    Ashwagandha nell’Ipotiroidismo

    Alcuni studi rivelano come l’Ashwagandha, una pianta adattogena molto utilizzata nella Medicina Ayurvedica, può venirci in aiuto per il trattamento di alcuni disturbi della tiroide, potenziando l’attività della ghiandola tiroidea.

    ricerche a cura di Erbe di Mauro

    Ashwagandha (nome botanico Withania somnifera ) nota anche come ginseng indiano, è un rimedio che fa parte dell’antico dispensario di erbe medicinali della medicina Ayurveda, nonché della medicina tradizionale africana.

    La medicine tradizionali come l’Ayurveda utilizzano la radice di questa pianta per trattare una vasta gamma di condizioni di salute e la ricerca moderna sta trovando prove a sostegno di alcuni di questi usi. Uno di questi è il suo impiego per stimolare l’attività della tiroide.

    Nell’Ayurveda l’ashwagandha è tenuta in alta considerazione come rimedio adattogeno, il che significa che può aiutare l’organismo ad affrontare e sopportare meglio vari tipi di stress, sia che si tratti di stress cronico da lavoro, o stress fisico da un allenamento estenuante, o dovuto a un repentino cambio di clima.

    Ci sono inoltre studi che ne dimostrano l’efficacia dell’ashwagrandha per combattere l’invecchiamento cellulare, per rafforzare la muscolatura, per prevenire e fronteggiare disturbi di tipo neurologici e per alleviare i sintomi dell’artrite reumatoide (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7).

    Oggi però ci interessa soffermarci su ciò che l’ashwagandha può fare per sostenere la funzionalità della tiroide e in quali disturbi potrebbe venirci in aiuto.

    I vari disturbi della tiroide

    La tiroide è un organo a forma di farfalla situato alla base del collo. Svolge un ruolo chiave nel metabolismo , nella salute delle ossa, nella crescita e nello sviluppo.

    I tre principali ormoni importanti per la salute della tiroide sono:

    • ormone tireostimolante (TSH)
    • triiodotironina (T3)
    • tiroxina (T4)

    Il TSH è controllato dalla ghiandola pituitaria, una piccola ghiandola delle dimensioni di una nocciolina situata vicino alla base del cervello. Quando i livelli di T3 e T4 sono troppo bassi, il TSH viene rilasciato per stimolare la produzione di T3 e T4.

    Uno squilibrio di questi ormoni è considerato il primo segnale che è presente un disturbo della tiroide..

    Le principali disfunzioni della tiroide sono: ipotiroidismo e ipertiroidismo.

    L’ipotiroidismo si verifica quando la tiroide non produce abbastanza ormone tiroideo.

    Può essere un disturbo associato alla dieta, alla carenza di iodio, all’uso di alcuni farmaci, o alla presenza di un infiammazione alla tiroide, come la tiroidite di Hashimoto, una malattia autoimmune in cui i nostri stessi anticorpi attaccano la ghiandola tiroidea.

    I sintomi più comuni dell’ipotiroidismo includono aumento di peso, affaticamento, costipazione, gozzo e pelle secca.

    Al contrario, l’ipertiroidismo è caratterizzato dalla sovrapproduzione di ormone tiroideo.

    Le persone con questa condizione di solito hanno difficoltà a respirare, battito cardiaco irregolare, affaticamento, perdita di capelli e perdita di peso involontaria.

    Nei paesi occidentali, l’1-2% e lo 0,2-1,3% della popolazione soffre rispettivamente di ipotiroidismo o ipertiroidismo.

    Entrambe le condizioni sono generalmente trattate con farmaci sintetici. Tuttavia, non sono da escludere alcune alternative naturali, come l’ashwagandha.

    L’ashwagandha può migliorare la salute della tiroide?

    Dagli studi svolti finora e che presenteremo tra poco, che bisogna dirlo sono ancora incompleti, l’ashwagandha mostra delle buone potenzialità come alternativa naturale per stimolare l’attività della tiroide. Ciò significa che può essere da supporto per chi soffre di ipotiroidismo.

    Come vedremo è invece da escludere il suo utilizzo in persone affette dalla condizione clinica opposta, ovvero ipertiroidismo.

    L’ashwagandha può aiutare a trattare l’ipotiroidismo?

    Dai risultati degli studi che seguono, l’ashwagandha sembra promettere molto bene, quanto meno come rimedio alternativo, o complementare, per il trattamento dell’ipotiroidismo.

    Uno studio di 8 settimane condotto su 50 persone affette da ipotiroidismo, ha rilevato che l’assunzione giornaliera di 600 mg di estratto di radice di ashwagandha ha portato a miglioramenti significativi dei livelli tiroidei, rispetto all’assunzione di un placebo.

    Quelli nel gruppo ashwagandha hanno mostrato aumenti significativi dei livelli di triiodotironina (T3) e tiroxina (T4) rispettivamente del 41,5% e del 19,6%. Inoltre, i livelli di ormone tireostimolante (TSH) sono diminuiti del 17,5%.

    Secondo gli studiosi il responsabile di questo miglioramento, è il ruolo adattogeno svolto dalla pianta, capace di ridurre i livelli di cortisolo (ovvero l’ormone dello stress).

    Infatti lo stress cronico fa impennare i livelli di cortisolo e ciò provoca un abbassamento dei livelli di ormone T3 e T4. L’ashwagandha sembra stimolare il sistema endocrino, aumentando i livelli di ormone tiroideo e riducendo il cortisolo.

    Un ulteriore studio sembra confermare l’attività stimolante dell’ashwagandha sulla tiroide. Il test in questione è stato condotto su topi da laboratorio, che sono stati indotti chimicamente a ipotiroidismo tramite propiltiouracile.

    Dopo 1 mese di trattamento con estratto di ashwgrandha gli studiosi hanno notato un netto miglioramento della funzione tiroidea, un aumento degli ormoni tiroidei T3 e T4 e una riduzione dello stress ossidativo.

    Un successivo studio condotto su persone con disturbo bipolare, ha evidenziato che gli integratori di ashwagandha somministrati ai partecipanti, sono stati in grado di aumentare i loro livelli di ormoni tiroidei T3 e T4.

    Naturalmente sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio gli effetti a lungo termine dell’ashwagandha sull’ipotiroidismo, ma questi studi preliminari fanno già ben sperare

    E per quanto riguarda l’ipertiroidismo?

    Nessuno studio sull’uomo ha esaminato gli effetti di estratti di ashwagandha su persone affette da ipertiroidismo.

    Detto questo, per quello che sappiamo fin’ora si pensa che l’ashwagandha può stimolare eccessivamente la tiroide e aumentare quindi i sintomi legati all’ipertiroidismo aumentando i livelli di T3 e T4, portando potenzialmente a una grave forma di ipertiroidismo chiamata tireotossicosi (condizione che si verifica quando l’organismo ha livelli estremamente alti di ormoni tiroidei circolanti, ma bassi livelli di TSH).

    Pertanto, in caso di ipertiroidismo è sconsigliata l’assunzione di ashwagandha, o quanto meno è preferibile prima parlarne con il proprio medico curante.

    Controindicazioni ed effetti collaterali

    In linea generae l’ashwagandha è considerato un rimedio sicuro (8, 9).

    Tuttavia è sconsigliato alle donne in allattamento e in gravidanza, inoltre, dato che stimola l’attività della tiroide è controindicato a persone affette da ipertiroidismo.

    Interazioni farmacologiche

    L’ashwagandha, può interagire con diversi farmaci, per cui se stai assumendo dei farmaci è preferibile chiedere prima un consulto da parte del proprio medico curante.

    I farmaci con cui può interagire sono:

    • farmaci per il diabete;
    • farmaci per la pressione;
    • farmaci per disturbi psicoattivi;
    • farmaci per la tiroide;
    • farmaci immunosoppressivi.

    Pertanto, in questi casi, è meglio consultare il proprio medico prima di utilizzare l’Ashwagandha.

    Come usare l’Ashwagandha

    L’shwagandha viene solitamente assunto sotto forma di polvere.

    Si può assumere la polvere di ashwagandha aggiungendola ad acqua, tè o tisane tiepide, latte vegetale, succhi, estratti, o frullati. Alcune persone lo mescolano nelle zuppe, o lo aggiungono allo yogurt, o al kefir. Inoltre, puoi preparare il tè di ashwagandha.

    Dove comprare l’ashwagandha

    Sul sito dell’azienda italiana Erbe di Mauro puoi acquistare purissima polvere di radice di ashwagandha, certificata da coltivazione biologica.

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    • Origine: India

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    Risultati nel trattamento dell’ipotiroidismo con la fitoterapia: una revisione sistematica di studi randomizzati e controllati

    Cosa significa Ashwagandha?

    Ricerca di Vegavero

    Contro lo stress

    Nella medicina ayurvedica l’Ashwagandha è classificata come adattogeno. Il termine deriva dal latino adaptare e dal greco γένης e significa letteralmente “che genera adattamento”. Le sostanza adattogene sono infatti dei composti vegetali che aiutano il corpo ad affrontare meglio lo stress fisico e mentale.

    Per supportare le funzioni cognitive

    Per il sistema immunitario

    Per l’equilibrio ormonale

    Altri campi di applicazione

    Una cosa è chiara: ci sono già diversi approcci per potenziali applicazioni terapeutiche della medicina tradizionale indiana.

    Fonti:

    1. Lopresti et al., An investigation into the stress-relieving and pharmacological actions of an ashwagandha (Withania somnifera) extract: A randomized, double-blind, placebo-controlled study. Medicine (Baltimore). (2019)
    2. Choudhardy et al., Efficacy and safety of Ashwagandha (Withania somnifera (L.) Dunal) root extract in improving memory and cognitive functions. J Diet Suppl. (2017)
    3. Kuboyama et al., Effects of Ashwagandha (roots of Withania somnifera) on neurodegenerative diseases. Biol Pharm Bull. (2014)
    4. Mikolai et al., In vivo effects of Ashwagandha (Withania somnifera) extract on the activation of lymphocytes. J Altern Complement Med. (2009)
    5. Sengupta et al., Role of Withania somnifera (Ashwagandha) in the management of male infertility. Reprod Biomed Online. (2018)
    6. Sharma et al., Efficacy and safety of Ashwagandha root extract in subclinical hypothyroid patients: A double-blind, randomized placebo-controlled trial. J Altern Complement Med. (2018)
    7. Mishra et al., Scientific basis for the therapeutic use of Withania somnifera (Ashwagandha): a review. Altern Med Rev. (2000)

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