Ruolo dei nutrienti per la salute delle orecchie e miglioramento degli Acufeni

Trattamenti alternativi dell’acufene: medicina alternativa

“Poiché la medicina occidentale è rimasta ampiamente infruttuosa nel trattamento dei sintomi dell’Acufene, molti medici e pazienti si sono rivolti a opzioni terapeutiche alternative per ridurre la sofferenza dei pazienti e migliorare la loro qualità di vita.

Sebbene la ricerca nella medicina complementare/integrativa continui ad essere scarsa e inconcludente , gli studi puntano verso gli effetti positivi dell’agopuntura, dei rimedi erboristici, degli integratori alimentari, degli antiossidanti, della melatonina e dell’ipnosi sull’acufene.

Sebbene l’efficacia di questi trattamenti sia incoerente e possa dipendere dalle circostanze specifiche del paziente, gli studi riconoscono che ogni trattamento vale la pena provare alla luce dei potenziali benefici essendo non invasivo e ben tollerato.”

Quindi abbiamo trovato alcuni studi sui seguenti integratori di vitamine, minerali ed amminoacidi:

  • Potassio
  • Magnesio
  • Zinco
  • Vitamina A (beta-carotene)
  • Vitamina B-12
  • Vitamina C
  • Vitamina D
  • Folati
  • Taurina

Consigliamo, per nostra esperienza, di non ricorrere ad integratori multivitaminici, specie se indirizzati proprio al disturbo degli Acufeni poiché non garantiscono i dosaggi di efficacia. Benché sembrino così comodi da assumere, è meglio usare integratori singoli per ciascun nutriente, a garanzia di maggiore efficacia e con migliori speranze di attenuare i disturbi dell’orecchio.

La serie di soluzioni nutraceutiche che andiamo a presentarvi sono già in parte vitamine e minerali che usiamo per mantenimento della salute in generale. Per chi si approccia per la prima volta alle integrazioni può sembrare una novità, ma è essenziale capire che più integratori lavorano meglio assieme. Quindi affidarsi solo ad una vitamina o un minerale per migliorare gli acufeni, non è una buona strategia.

È bene sapere che la carenza di vitamine e minerali colpisce in ogni distretto del corpo e proprio gli organi più piccoli con microcircolazione, sono i primi a risentirne.

Vitamite e integratori: i benefici per le orecchie

Tratto da Amplifon

Minerali per la salute delle orecchie

come la perdita dell’udito legata all’età, le infezioni dell’orecchio e il tinnito (ronzio nelle orecchie). Ecco uno sguardo più da vicino ad alcuni di questi minerali.

MAGNESIO

Il Magnesio previene i danni all’orecchio interno

Magnesio può svolgere un ruolo importante nel proteggere le nostre orecchie dagli effetti dannosi del rumore. I suoni forti stimolano la produzione di molecole di radicali liberi nel nostro orecchio, che danneggiano le delicate cellule ciliate dell’orecchio interno. Poiché queste cellule ciliate sono necessarie per trasmettere il suono dall’orecchio al cervello, questo danno può portare alla perdita dell’udito indotta dal rumore.

POTASSIO

Il Potassio aiuta a convertire il suono

ZINCO

Lo Zinco combatte i batteri e i virus

Nota: Controllate il vostro medico prima di aggiungere un supplemento di Zinco alla vostra routine, soprattutto se prendete antibiotici o diuretici, perché lo Zinco può interagire negativamente con questi tipi di farmaci.

Vitamine per la salute dell’orecchio

FOLATI

Folati per combattere i radicali liberi

tasso più lento di perdita dell’udito.

L’attività dei radicali liberi può ridurre il flusso di sangue all’orecchio interno e danneggiare le delicate cellule sensoriali del nostro orecchio, necessarie per un udito sano. E una volta che queste cellule sono distrutte, non possono ricrescere.

VITAMINA D

La vitamina D mantiene forti le ossa dell’orecchio

VITAMINA A e C

Il Magnesio con le vitamine A e C

aiutare a prevenire i danni all’udito indotti dal rumore.

Il legame tra il tinnito e le vitamine

carenza di vitamina B12 hanno sperimentato un miglioramento significativo dopo aver ricevuto iniezioni intra-muscolari della vitamina. Lo Zinco è un altro nutriente che a volte viene propagandato per migliorare i sintomi dell’acufene, ma gli studi non sono riusciti a dimostrare un legame significativo tra l’integrazione di Zinco e il sollievo dall’acufene.

Amminoacidi ed Acufeni

TAURINA

Parliamo della Taurina.

invertire la perdita dell’udito biologico. I danni alle orecchie si verificano nelle cellule nervose responsabili della conversione del suono in segnali elettrici che il cervello può interpretare. Queste cellule nervose dipendono dalla circolazione del calcio per funzionare bene. Quando questa circolazione di calcio si riduce, la Taurina aiuta a ripristinarla e a mantenerla a livelli ottimali.

  • – https://doi.org/10.1016/j.heares.2010.09.0

Altri studi sull’Acufene


Riuscire a dormire con Acufeni

Utilizzare erbe calmanti e sedative finche non riuscite a gestire l’Acufene o migliorarlo con itegratori e strategie proposte.

Quindi saranno utili: Valeriana, Biancospino, Passiflora, Tiglio ecc…


CHE COS'è L'ACUFENE

Dalla pagina Acufene.it (tutto quello che devi sapere sul fischio all’orecchio)

L’acufene viene scientificamente definito come la percezione di un suono in assenza di stimoli esterni. Circa il 20% della popolazione mondiale lo ha avvertito almeno una volta mentre il 2% ne soffre.  Le cause responsabili della genesi di tale fastidio possono essere molteplici e anche molto sfumate.

Diversi elementi sono chiamati in causa come possibili fattori scatenanti tra cui patologie occlusive dell’orecchio esterno, alcuni trattamenti farmacologici, esposizione a rumori intensi, disturbi dell’articolazione temporomandibolare, processi di invecchiamento delle strutture recettoriali dell’orecchio interno, alimentazione, probabilmente tutti coinvolti con importanze diverse, nella genesi dell’acufene, motivo per cui si parla di “patogenesi multifattoriale”.


VITAMINA B12

Acufene e vitamina B12

Come noto l’acufene è una percezione uditiva la cui esatta origine e natura è sconosciuta: può derivare da una sorgente o da un punto trigger nella coclea, nel tronco cerebrale o in altri centri e punti dove non è però presente alcun generatore acustico rilevabile.

Fra i modelli più accreditati c’è quello formulato dal neurofisiologico Jastreboff che considera l’acufene una percezione sottocorticale e il risultato dalla trasformazione di una debole attività neuronale.

17 persone sono risultate carenti di vitamina B12 (42,5%), considerando quali valori normali 250 pg/ml. Dall’analisi dei risultati è emerso che i pazienti carenti di vitamina B12 trattati con questa hanno registrato miglioramenti statisticamente significativi dei punteggi, sia di quello relativo al tinnito misurato con questionario, sia di quelli relativi alla gravità del disturbo misurato con scana analogica visiva (VAS).

I risultati di questo studio supportano l’ipotesi che la correzione di un’eventuale carenza di vitamina B12 può migliorare l’acufene.


STRATEGIE PER L'ACUFENE

Come Curare l’Acufene in Modo Naturale

Importanza di una Dieta Equilibrata

come curare l'acufene in modo naturale

Una dieta ben bilanciata non solo promuove la salute generale ma può anche influire sulle condizioni dell’acufene. L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nel modulare il nostro stato di salute, e alcuni nutrienti specifici hanno mostrato la capacità di influenzare positivamente i sintomi dell’acufene.


CONSIGLI ALIMENTARI

Cosa non mangiare per gli acufeni?

Nella gestione dell’acufene, la dieta gioca un ruolo cruciale. Alcuni alimenti e sostanze possono, infatti, esacerbare i sintomi, rendendo fondamentale conoscerli e possibilmente evitarli. Tra questi, gli alimenti ricchi di sale sono in cima alla lista. Un’eccessiva assunzione di sale può portare ad un aumento della pressione sanguigna, che a sua volta può aggravare i sintomi dell’acufene. Allo stesso modo, alimenti contenenti alti livelli di zuccheri raffinati possono alterare i livelli di zucchero nel sangue e peggiorare i sintomi.

Altri stimolanti come la caffeina e l’alcol sono noti per influenzare negativamente l’acufene. La caffeina, in particolare, può stimolare l’attività nel cervello in modo che possa aumentare la percezione dei suoni dell’acufene. Analogamente, l’alcol, alterando il flusso sanguigno nell’orecchio interno, può intensificare i sintomi. È quindi consigliabile limitare il consumo di caffeina e alcol per coloro che cercano di gestire l’acufene in modo più efficace.

È inoltre importante considerare gli alimenti che possono innescare reazioni allergiche o sensibilità, poiché queste condizioni possono contribuire alla comparsa o all’aggravamento dell’acufene. Alimenti come i latticini o il glutine, per esempio, possono essere problematici per alcune persone. Monitorare la propria risposta a questi alimenti e regolare la dieta di conseguenza può offrire un certo sollievo dai sintomi dell’acufene.

Cosa bere per acufeni?

bere abbondante acqua durante il giorno può aiutare a ridurre i sintomi dell’acufene, mantenendo il corpo e le vie circolatorie ben idratate. Questo è particolarmente importante dato che anche una lieve disidratazione può peggiorare i sintomi.

Le tisane, in particolare quelle con proprietà rilassanti e anti-infiammatorie come la camomilla o lo zenzero, possono offrire sollievo. Queste bevande non solo promuovono il rilassamento, ma possono anche avere effetti positivi sulla circolazione, potenzialmente benefici per chi soffre di acufene.

Alcuni studi suggeriscono che il tè verde, ricco di antiossidanti, può avere effetti benefici. Gli antiossidanti nel tè verde possono proteggere le cellule dell’orecchio interno e migliorare la circolazione, possibilmente aiutando a ridurre i sintomi dell’acufene. Tuttavia, dato il contenuto di caffeina nel tè verde, il suo consumo dovrebbe essere moderato, specialmente per coloro sensibili agli stimolanti.

I frullati di frutta e verdura possono essere un ottimo modo per integrare la propria dieta con nutrienti essenziali che possono supportare la salute dell’udito e ridurre l’infiammazione, fattori chiave nella gestione dell’acufene. Scegliere ingredienti ricchi di magnesio, potassio e antiossidanti può fornire un contributo positivo alla riduzione dei sintomi.

Il Ruolo del Magnesio nella Dieta

Alimenti ricchi di magnesio, come verdure a foglia verde, noci e semi, sono stati collegati a una riduzione dei sintomi dell’acufene. Il magnesio, un minerale essenziale, svolge un ruolo vitale in numerosi processi corporei, compresa la funzione nervosa e la circolazione sanguigna. Integrare la propria dieta con cibi ricchi di magnesio può non solo contribuire a una salute generale ottimale ma anche offrire un sollievo specifico per chi soffre di acufene.


L’Impatto degli Stimolanti

Evitare stimolanti come caffeina e alcol può anche essere benefico, poiché possono aggravare i sintomi dell’acufene. Queste sostanze possono influire negativamente sulla qualità del sonno e aumentare i livelli di stress, creando un circolo vizioso che può peggiorare la percezione dell’acufene. Ridurre o eliminare questi stimolanti dalla propria dieta può contribuire significativamente a gestire i sintomi dell’acufene, portando a una migliore qualità della vita.

Uso di Integratori e Erbe Naturali

L’approccio alla cura dell’acufene attraverso integratori naturali ed erbe è una via esplorata con interesse crescente. Questo metodo si basa sulla premessa che alcuni supplementi possono influenzare positivamente la circolazione sanguigna e l’equilibrio nutrizionale del corpo, offrendo potenziali benefici per coloro che soffrono di acufene. Tra i più discussi vi sono il Ginkgo biloba e lo Zinco, entrambi noti per le loro proprietà uniche che potrebbero contribuire alla gestione dei sintomi dell’acufene.


GINKGO BILOBA

Ginkgo biloba

Il Ginkgo biloba è celebre per la sua capacità di migliorare la circolazione sanguigna, particolarmente verso il cervello e le estremità del corpo. Questa erba, usata per millenni nella medicina tradizionale cinese, si pensa abbia effetti positivi anche sulla circolazione nell’orecchio interno, luogo chiave nella percezione dell’acufene.

Alcuni studi suggeriscono che il Ginkgo biloba possa ridurre i sintomi in alcuni pazienti, anche se la ricerca è ancora in fase di approfondimento. Importante è consultare il proprio medico prima di iniziare qualsiasi integrazione, per assicurarsi che non ci siano interazioni con altri farmaci in uso.


ZINCO

Zinco

L’importanza dello Zinco nella salute dell’orecchio è ben documentata, con una carenza di questo minerale che può essere correlata a casi di acufene. Lo Zinco svolge un ruolo cruciale in molteplici processi cellulari, compresa la neurotrasmissione, e il suo apporto adeguato può contribuire al benessere dell’udito.

Integratori di Zinco possono quindi essere considerati come parte di un approccio di cura, specialmente per coloro la cui dieta potrebbe non fornire quantità sufficienti di questo nutriente essenziale. Come sempre, è vitale discutere di questa integrazione con un professionista della salute, per assicurarsi che gli integratori di Zinco siano una scelta sicura e appropriata basata sul proprio stato di salute e storia medica.


TERAPIE DEL SUONO

Terapie del Suono e Ambienti Acustici

La terapia del suono rappresenta una frontiera promettente nel trattamento dell’acufene, sfruttando il potere dei suoni esterni per modificare la percezione del disturbo o per mascherarlo completamente. Tale approccio, altamente personalizzabile, spazia dall’uso di apparecchi acustici a generatori di suono bianco, fino a includere app mobili specificamente sviluppate per chi soffre di acufene. Queste tecnologie non solo offrono un sollievo immediato dal ronzio costante ma possono anche, nel tempo, aiutare il cervello a “riconfigurarsi”, riducendo così la percezione dell’acufene.

  • Il ricorso a suoni di fondo, quali il rumore bianco o i suoni rilassanti della natura, emerge come una strategia efficace per mascherare l’acufene. Questo metodo si basa sul principio della distrazione sonora, che può aiutare a ridurre l’impatto del ronzio o del fischio all’interno dell’orecchio, migliorando la concentrazione e favorire il rilassamento. Suoni come il mormorio di un ruscello, il fruscio delle foglie o la pioggia delicata possono creare un ambiente acustico più piacevole, che aiuta a distogliere l’attenzione dai sintomi dell’acufene.
  • L’impiego di apparecchi acustici può rivelarsi particolarmente utile quando l’acufene è accompagnato da perdita dell’udito. Questi dispositivi non solo amplificano i suoni esterni, ma possono essere programmati per generare specifici suoni di mascheramento che aiutano a neutralizzare il suono dell’acufene. In questo modo, gli apparecchi acustici possono facilitare una doppia funzione: migliorare la capacità di udire l’ambiente circostante e contemporaneamente ridurre la percezione dell’acufene, offrendo un significativo sollievo ai pazienti.

Fonte articolo:

CONDROITINA, UNO STUDIO SPERIMENTALE

Supplementazione magnesio e condroitina solsfato: nuovo protocollo farmacologico per l’acufene




Potassio, Il minerale che regola i battiti del cuore

Il Potassio è un minerale essenziale che si trova nel corpo ed è particolarmente importante per la funzione cellulare ed elettrica.

È uno dei principali “elettroliti” (insieme al Sodio e cloruro), il che significa che ha una piccola carica elettrica (potenziale). In molte delle sue funzioni, il Potassio è l’opposto del Sodio, e i due ioni positivi sono equilibrati congiuntamente dallo ione negativo del cloruro.


FUNZIONI del Potassio

Che cos’è il Potassio

Il Potassio è un minerale essenziale per la salute dell’organismo. Risulta infatti coinvolto in attività molto importanti e vitali 1, 2, 3:

  • Il Potassio, insieme al Sodio, regola l’equilibrio idrico e l’equilibrio acido-base nel sangue e nei tessuti. Entra nella cellula più facilmente del Sodio e stimola il breve intercambio Sodio-Potassio attraverso le membrane cellulari.
  • nella sintesi delle proteine a partire dagli aminoacidi nella cellula, per cui compie un ruolo importante nella crescita normale e nella costruzione muscolare.
  • Importante nelle reazioni biochimiche cellulari e nel metabolismo energetico. Interviene anche nel metabolismo dei carboidrati, aiutando nella conversione del glucosio in glicogeno, e nel suo immagazzinamento come fonte di energia futura.
  • nell’attivazione di numerose reazioni enzimatiche.

Il Potassio è talmente importante che le cellule investono costantemente molta energia per incamerarlo espellendo il Sodio.


REGOLAZIONE del Potassio

Regolazione del Potassio

Il nostro corpo utilizza controlli per garantire che i corretti livelli di Potassio supportino il normale funzionamento del sistema muscolare e nervoso.

Quando la concentrazione aumenta, le ghiandole surrenali secernono l’ormone Aldosterone, affinché i reni espellano il Potassio in eccesso. Al contrario, quando vi sono livelli bassi, si verifica una diminuzione di questo ormone, che porta alla conservazione di questo elettrolita.

Le circostanze che interferiscono con l’equilibrio del Potassio possono influenzare gli impulsi elettrici necessari per sostenere il battito cardiaco, causando un ritmo cardiaco anomalo.


EQUILIBRIO Sodio-Potassio

Equilibrio Sodio-Potassio

Una dieta ricca di Sodio ma povera di Potassio influisce sull’aumento della pressione sanguigna. La prescrizione più comune è quella di prescrivere diuretici che possono causare una perdita di Potassio ancora maggiore, aggravando i problemi di fondo.

A questo proposito, è necessario includere un corretto equilibrio degli alimenti ad alto contenuto di Potassio, per evitare questo squilibrio minerale nel nostro organismo.


TROPPO Potassio

Alti livelli di Potassio

Questo disturbo è noto come Iperkaliemia, e la causa principale di eccesso nell’organismo è dovuta ad un aumento dell’apporto, ridistribuzione o diminuzione dell’escrezione renale.

Livelli molto elevati costituiscono un’emergenza medica a causa del rischio di aritmie cardiache.

Un eccesso di Potassio può condurre a:

  • Ipertensione
  • Debolezza muscolare
  • Crampi muscolari e/o paralisi muscolari
  • Aritmia cardiaca

CARENZA di Potassio

Sintomi della carenza di Potassio

La carenza di Potassio si denomina Ipokaliemia, che produce una diminuzione nel plasma, per cui può arrecare i seguenti sintomi:

  • Disfunzione muscolare e nervosa
  • Ritenzione idrica
  • Aritmie cardiache (alterazioni del ritmo, palpitazioni)
  • Debolezza muscolare
  • Confusione
  • Carenza della funzione renale
  • Sete continua
  • Ipotensione o bassa pressione arteriosa
  • Vomito

L’insufficiente apporto di Potassio con la dieta risulta estremamente comune.
Tuttavia, il più delle volte, la carenza di Potassio non è così grave da determinare cali importanti del minerale nel sangue. Nonostante la potassiemia risulti normale o solo leggermente ridotta, la carenza di Potassio nella dieta è associata a condizioni sfavorevoli di salute. Aumenta infatti il rischio di una lunga serie di malattie.

Al contrario, maggiori apporti di Potassio con la dieta sono associati a migliori condizioni di salute eminori rischi di ictus, ipertensione, calcoli renali e possibilmente osteoporosi.

Carenza di Potassio con la Dieta

La scarsa assunzione di Potassio con la dieta di solito non provoca ipopotassiemia, grazie alla capacità dei reni di minimizzare le perdite di Potassio.

Tuttavia, una ridotta assunzione alimentare può contribuire all’ipokaliemia in presenza di cause favorenti, come la malnutrizione o la terapia diuretica.

Sebbene una scarsa assunzione sia una causa rara di carenza, i pazienti con una dieta estremamente povera (alcolisti) e quelli che seguono drastici programmi di riduzione del peso corrono il rischio di sviluppare una grave carenza di Potassio 14, 15, 16, 17.

Cause delle carenze di Potassio

La carenza di Potassio nel sangue (ipopotassiemia) può dipendere da svariate cause, riconducibili a:

  1. Spostamenti transcellulari (aumento dell’assorbimento intracellulare di Potassio).

Tra i numerosi fattori che possono diminuire il Potassio nel sangue ricordiamo:

  • Avvelenamento da bario 10, 11.

L’ipopotassiemia colpisce fino al 21% dei pazienti ospedalizzati, di solito a causa dell’uso di diuretici e altri farmaci, mentre è rara tra le persone sane 12, 13.


FABBISOGNO

Assunzione Effettiva e Consigliata

Secondo un sondaggio nutrizionale, negli Stati Uniti l’assunzione media stimata di Potassio è di 2.600 mg al giorno18.

In età adulta, l’assunzione consigliata di Potassio è intorno ai 3.000 – 3.500 mg al giorno, ma per una protezione ottimale della salute possono essere necessari fino a 4.700 mg di Potassio al giorno19, 20, 21.

L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) suggerisce che l’assunzione giornaliera di potassio debba essere di 3,5 grammi al giorno (ai fini di un controllo della pressione arteriosa e di una prevenzione di incidenti quali apoplessia e ictus) 11.

In precedenza, negli Stati Uniti venivano consigliate dosi giornaliere di 4.700 mg di potassio negli adulti. Questo livello, che risulta nettamente superiore a quello stabilito in altri paesi (come l’Italia), è considerato vantaggioso per la salute12.

In particolare, apporti elevati di potassio (intorno a 4,7g al giorno) potrebbero essere vantaggiosi per:

  • Atleti: uno sforzo fisico lungo e intenso può determinare una perdita significativa di potassio attraverso il sudore 13.
  • Afroamericani: studi hanno scoperto che assumere 4.700 mg di potassio al giorno può eliminare la sensibilità al sodio, una condizione più comune tra le persone di origine afroamericana che predispone all’ipertensione 14.
  • Gruppi ad alto rischio: le persone a rischio di ipertensione, calcoli renali, osteoporosi o ictus possono trarre beneficio dall’assunzione di almeno 4.700 mg di potassio al giorno 15, 16, 17.

Prendendo come riferimento i 4,7 grammi di Potassio al giorno, circa il 98% degli americani non raggiunge i livelli di assunzione ottimali 22. Le cose non vanno meglio in Italia, dove il il 96% degli uomini e il 99% delle donne hanno un’assunzione di Potassio inferiore a 3,9 grammi al giorno 23. Oltre ad essere carenti di Potassio, molte persone assumono eccessive quantità di Sodio.

Come vedremo, l’eccesso di Sodio aggrava ulteriormente gli effetti negativi di una dieta povera di Potassio.

Potassio negli Alimenti

La tipica dieta occidentale moderna è ricca di cibi ultraprocessati e raffinati, ma povera di alimenti naturali e integrali. Per questo motivo, risulta paradossalmente molto ricca di energia ma scarsamente nutriente22. In altri termini, i bambini e gli adulti risultano spesso sovralimentati ma denutriti24.

Sul fronte dei sali minerali, questo stile alimentare risulta sovrabbondante di Sodio e povero di Potassioe Magnesio.

Molti tipi di frutta e verdura, incluse le patate, sono ottime fonti di Potassio, così come alcunilegumi (ad esempio fagioli e soia).

Anche la carne, il pollame, il pesce, il latte, lo yogurt e la frutta secca contengono Potassio.


INTEGRATORI di Potassio

Integratori di Potassio

Quando Servono

L’indicazione principale degli integratori di Potassio è quella di correggere o prevenire una carenza del minerale. Gli integratori di Potassio sono quindi indicati in caso di carenza o aumentato fabbisogno del minerale.

Il medico potrebbe anche prescrivere un’integrazione di Potassio come parte del trattamento complementare di alcune malattie, ad esempio:

  • osteoporosi.

Il medico potrebbe prescrivere un integratore di Potassio anche per alcalinizzare le urine.

L’alcalinizzazione delle urine con citrato di Potassioè utile in particolare:

  • per la gestione delle condizioni associate all’acidosi metabolica cronica (insufficienza renale cronica e acidosi tubulare renale).

In queste condizioni, il citrato di Potassio viene utilizzato come alternativa al citrato di Sodio o al bicarbonato di Sodio, nei casi in cui è meglio limitare l’assunzione di sale 4.


KALIUM IN CHIMICA


Chimica e Biochimica

+. Una volta ossidato, è assai stabile ed è difficile riportarlo allo stato di metallo. In generale, i composti del Potassio hanno eccellente solubilità in acqua, a causa dell’elevata energia di idratazione del K+ e si trovano disciolti in soluzione in forma ionica. Il Potassio, allo stato ionico, è incolore in acqua ed è molto difficile farlo precipitare. È uno degli elemento più comune nel nostro organismo, ottavo o nono in massa (0,2%) , e questo fa si che un adulto di 60 kg contenga all’incirca 120 g di Potassio. Il corpo ha altrettanti quantità di zolfo e cloro, solamente i minerali di calcio e fosforo sono più abbondanti. Insieme al Sodio, il Potassio permette il funzionamento del trasportare di membrana più importante del nostro corpo: la pompa Sodio-Potassio (pompa Na+/K+ATPasica).

pompa Na+/K+), è vasoattivo, aumentando il flusso di sangue nelle arterie, è indispensabile a livello della filtrazione glomerulare, e, in generale, sostiene la funzione delle cellule dell’organismo intero.

  • Fonti dell’articolo:


    Per chi ha patologie consulti il medico prima di assumere Potassio

    POTASSIO E MAGNESIO PRINFIT

    POTASSIO E MAGNESIO

    2 Misurini al giorno sciolti in acqua o altre bevande

    apporto di 600 mg di Potassio+ 300 mg di Magnesio

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Colesterolo, il capro espiatorio delle malattie Cardiovascolari e l’Omocisteina ignorata

Sempre più spesso, all’aumentare degli iscritti nel gruppo Vitamineral, giungono domande del Tipo “come posso abbassare il colesterolo?”

Così si legge sui documenti pubblicati dal dr Giorgini:

100 anni di Guerra al Colesterolo!

Molte malattie cardiovascolari (attacchi di cuore e infarto) sono imputabili all’aterosclerosi, ovvero all’adesione e all’occlusione causata dalle placche formate da colesterolo alle pareti delle arterie, con altri grassi, minerali e rifiuti cellulari. Queste malattie causano circa il 35% delle morti.

Dunque, sembrerebbe importante ridurre il colesterolo entro certi limiti. Assumiamo parte del colesterolo dagli alimenti, ma l’organismo ne produce una quantità ancora maggiore nel fegato e nel tratto gastro-intestinale. Inoltre, il colesterolo viene prodotto da zuccheri, grassi e perfino dalle proteine, tanto è importante: è necessario per la sintesi degli ormoni sessuali, per la produzione della bile e per la composizione delle membrane cellulari.

Il capro espiatorio: acidi grassi insaturi e colesterolo

I medici, tuttavia, hanno individuato nei grassi saturi e soprattutto nel colesterolo il capro espiatorio, il “cattivo” della storia dell’aterosclerosi. Quindi, quando il colesterolo è definito alto niente uova, niente burro e, soprattutto, evitare i grassi animali, questo è l’avvertimento dietetico degli scienziati contro la trombosi.

Così, è stato notevolmente diminuito il consumo di grassi animali ma gli attacchi coronarici e ischemici sono aumentati e aumentano di numero di anno in anno. Invece di concentrarsi solo sul colesterolo come causa dell’aterosclerosi, bisogna guardare altri squilibri biochimici. Infatti, se le pareti dei vasi sanguigni sono elastiche, lisce, e non irruvidite il colesterolo non si attacca.

L’omocisteina irruvidisce i vasi sanguigni

È da oltre un secolo che è stata individuata la sostanza che irruvidisce le pareti interne dei vasi sanguigni: si tratta dell’OMOCISTEINA.

Attività fisica e dieta sana: non salvano nessuno

Il cuore può essere colpito anche se non fumate e non bevete, anche se vi allenate regolarmente e seguite una dieta a basso contenuto di colesterolo, perché ci sono altre cause scatenanti contro cuore e circolazione e tutte sono riconducibili a carenze di nutrimenti:

  • se è scarsa la produzione di enzimi digestivi (gastrici, pancreatici e intestinali) che scompongono gli alimenti nei loro singoli componenti assimilabili;
  • se è scarsa la secrezione di bile (50% della popolazione), necessaria per l’attività degli enzimi pancreatici e intestinali;
  • se l’alimentazione è povera (carente di nutrimenti), a causa dei metodi di coltivazione, allevamento, conservazione e lavorazione industriale.

Difficile sfuggire ad almeno una di queste situazioni, il corpo perciò può trovarsi privato di alcuni nutrimenti.
Quando viene a mancare un nutrimento che serve, ad esempio, ad attivare un enzima, questo lavora molto più lentamente di come dovrebbe o non lavora proprio. Se si tratta dell’enzima che attiva l’acido folico, il quale presiede una delle tre vie di eliminazione (trasformazione) della pericolosa Omocisteina, quella non trasformata passa in circolo nel sangue.

L’OMOCISTEINA CAUSA ARTERIOSCLEROSI E ATEROSCLEROSI

«L’Omocisteina se non viene eliminata, quando passa nel flusso sanguigno, (come si è detto), è pericolosa perché abrasiva. Gratta e raschia le delicate pareti arteriose, facendo indurire le arterie (arteriosclerosi). Inoltre, le aree irruvidite che essa lascia dietro di sé diventano punti di ancoraggio ideali per il colesterolo e i depositi minerali [placche aterosclerotiche]. Col passare del tempo le arterie perdono la loro elasticità, si ostruiscono e l’Omocisteina continua a circolare.»

L’Omocisteina non si può eliminare con un farmaco e non si può inibire la sua produzione senza causare un danno maggiore, l’Omocisteina va TRASFORMATA e per ottenere questo sono indispensabili dei nutrimenti: alcune vitamine, alcuni sali minerali e aminoacidi.

Questa trasformazione è talmente importante che la Natura per realizzarla ha previsto due modi diversi suddivisi in tre vie, come si può vedere nella
Fig. 1.

In breve: la Metionina, un aminoacido essenziale, cede un gruppo metile, (-CH3) e diventa Omocisteina.
L’Omocisteina, come metabolita intermedio, è situata in un crocevia metabolico che influenza, direttamente e indirettamente, l’intero metabolismo metilico e sulfureo che avviene nel nostro organismo.
Questa “donazione” di metile alimenta molte strade metaboliche, come si accennerà nel prosieguo per comprendere l’importanza fondamentale di questo crocevia metabolico.

La Fig. 1 mostra due strade chiamate di RI-METILAZIONE, dove l’omocisteina ridiventa metionina e una strada, detta di TRANS-SULFURAZIONE, dove l’Omocisteina diventa cisteina, taurina, glutatione e gruppi solfato.

Prima strada di ri-metilazione

La PRIMA STRADA DI RI-METILAZIONE avviene per mezzo della vitamina B12 attivata, la metil-cobalamina, che dona il metile (-CH3) all’omocisteina trasformandola in metionina.

Successivamente, la vitamina B12 viene di nuovo attivata dalla forma attiva dell’acido folico, il 5-metil tetraidrofolato che gli dona un metile (-CH3) e diventa tetraidrofolato (THF).

Il tetraidrofolato viene trasformato nell’intermedio 5,10 metilen-tetraidrofolato grazie alla serina e alla vitamina B6 attivata e viene poi rimetilato dalla SAMe che, per mezzo dell’enzima metil-tetraidrofolato reduttasi (MTHFR), trasforma il 5,10 metilen-tetraidrofolato di nuovo in 5-metil tetraidrofolato, necessarie le vitamine B1, B2, B3.

Attenzione: l’enzima (MTHFR) metil-tetraidrofolato reduttasi a causa di due mutazioni genetiche ereditabili (C677T e A1298C), viene prodotto male e ha poca o nessuna attività.
Si tratta di un difetto innato che esclude una delle tre vie di trasformazione dell’omocisteina, la ri-metilazione basata sull’attivazione dell’acido folico.
Si può ovviare a questa mutazione genetica assumendo l’acido folico già attivato (5-metil-tetraidrofolato) o addirittura la vitamina B12 attivata (metil-cobalamina).
La frequenza di questa mutazione genetica è del 3,7% in Europa, cioè una persona su 27.

Le persone con la carenza congenita dell’enzima metiltetraidrofolato reduttasi (MTHFR) presentano bassi livelli della SAMe nel fluido cerebro-spinale e mostrano demielinizzazione nel cervello e una degenerazione del midollo spinale.
Questo disturbo è causato dall’omocisteina che non viene trasformata in quantità sufficiente in metionina, precursore della solfo-adenosil-metionina, cioè della SAMe.

Seconda strada di ri-metilazione

È stato dimostrato che la Betaina (trimetilglicina) è in grado di ripristinare i livelli di SAMe e di prevenire la progressione dei sintomi neurologici in tutte le persone in cui è stata sperimentata.

Questo perché si sta parlando della SECONDA STRADA DI METILAZIONE dell’omocisteina a metionina (Fig. 1).
Questa seconda via è determinante per i mitocondri e dunque per la produzione di energia. Infatti, l’acido folico e i suoi derivati attraversano molto lentamente la membrana dei mitocondri per rimetilare l’omocisteina.

Perciò, nei mitocondri la rigenerazione di Metionina dall’omocisteina (rimetilazione) si basa principalmente sul recupero del gruppo metile dalla Betaina (trimetilglicina), disponibile velocemente. La Betaina, per mezzo dell’enzima betaina-omocisteina metil-transferasi (necessario lo zinco), dona il metile all’omocisteina e si trasforma in dimetilglicina (DMG), da questa viene prodotta la glicina e anche l’aminoacido serina, necessario alla terza strada di trasformazione dell’omocisteina.

Terza strada, la transulfurazione

La trans-sulfurazione è la TERZA STRADA DI TRASFORMAZIONE DELL’OMOCISTEINA (Fig. 1).
L’Omocisteina viene trasformata in Cistationina per mezzo dell’enzima cistationina beta-sintasi e necessita, oltre alla Serina, anche della vitamina B6 attivata, il piridossale-5 fosfato.

La Cistationina, per mezzo dell’enzima cistationina gamma-liasi diventa Cisteina,  necessaria la vitamina B6 attivata. La vitamina B6 (piridossale) viene attivata dalla vitamina B2. La betaina si forma dalla Colina, una vitamina del gruppo B (o vitamina-simile).

Questa strada trasforma l’omocisteina in preziosi nutrimenti: cisteina, taurina, gruppi solfato e glutatione.

Complessivamente, le 3 strade per funzionare richiedono:

  • vitamine:
    • Acido folico (nella forma attiva di 5-metil tetraidrofolato)
    • B1 (tiamina)
    • B2 (riboflavina)
    • B3 (niacina)
    • B6 (nella forma attivata di ) piridossal-5-fosfato
    • B12 (nella forma attivata di ) metilcobalamina
    • C (acido L-ascorbico)
  • aminoacidi:
    • Betaina (trimetilglicina)
    • Serina
    • SAMe (Solfo-adenosil-metionina: forma attivata della metionina)
  • Sali minerali:
    • Magnesio
    • Zinco

Tutti questi nutrimenti sono evidenziati in verde nella Fig. 1.

Finora abbiamo evidenziato quei nutrimenti che trasformano l’Omocisteina in aminoacidi utili (metionina, cisteina, taurina, glutatione) dando la spiegazione e, contemporaneamente, i rimedi a questa sfavorevole condizione comune a più di un terzo della popolazione.

Prendendo il ciclo dell’Omocisteina come esempio, è lecito pensare che altre carenze nutrizionali siano all’origine di altri disturbi, causati da carenze che rallentano o interrompono determinate strade metaboliche.

DANNI CAUSATI DIRETTAMENTE DALL’OMOCISTEINA

Bisogna ora dare uno sguardo veloce ai danni causati dall’Omocisteina, ricordando che piuttosto che continuare a pensare all’aterosclerosi come al risultato del colesterolo, dobbiamo invece constatare che è il risultato di talune carenze nutrizionali.

Molti dei disturbi che si presentano passati i 50 anni sono riconducibili all’azione dell’Omocisteina, il secondo difetto innato più comune del metabolismo degli aminoacidi. Le cause dell’innalzamento dell’Omocisteina nel sangue, come si è visto, possono essere sia genetiche, che nutrizionali.

La sua circolazione continua provoca anche un invecchiamento precoce che colpisce prima dell’età normale dell’invecchiamento. Più precisamente, si tratta di una lenta e progressiva sclerosi di organi e apparati, con un conseguente indurimento e disidratazione dei tessuti.
Tutto parte dalla sclerosi dei vasi sanguigni causata dall’Omocisteina, i quali all’inizio diventano meno elastici e col tempo, alle loro pareti, aderiscono anche placche di colesterolo.

Perciò, lo spazio per il passaggio del sangue diminuisce, le cellule diventano affamate, arriva anche meno ossigeno e non riescono a lavorare come prima. Allora la pressione del sangue aumenta per compensare, in primis, il rifornimento dell’ossigeno a tutte le cellule. Il cuore deve lavorare di più e più duramente, si stressa, si ingrossa e consuma gli antiossidanti disponibili, l’efficienza diminuisce e può arrivare un attacco di cuore o un altro disturbo per mancanza di antiossidanti.

L’Omocisteina facilita anche la produzione di un forte ossidante, il perossido di idrogeno, ovvero l’acqua ossigenata, che apporta un danno al colesterolo “cattivo” o LDL (perossidazione lipidica) che apre la strada all’aterosclerosi e danni alle membrane cellulari.
Negli ultimi anni i livelli alti di Omocisteina sono stati associati a molti disturbi.

Disturbi associati con livelli alti di Omocisteina:

  • aborto spontaneo
  • arteriopatia coronarica
  • arteriosclerosi
  • aterosclerosi
  • artrite reumatoide
  • disturbi cardiovascolari
  • cardiopatie
  • declino cognitivo delle persone anziane,
  • demenza senile
  • depressione
  • diabete non insulino-dipendente
  • difetti del tubo neurale
  • dislipidemia
  • disturbi neuro-psichiatrici, schizofrenia
  • emorragia accidentale
  • fattore di rischio indipendente per le malattie
  • ictus
  • infarto al miocardio
  • insufficienza renale
  • ipertensione
  • morbo di Alzheimer
  • morbo di Parkinson
  • obesità
  • occlusione vascolare periferica o cerebrale o vascolare retinica
  • osteoporosi
  • sclerosi multipla
  • teratogenicità
  • vasculopatia periferica

Livelli alti di Omocisteina accompagnano il diabete e la retinopatia proliferativa.
Livelli elevati di Omocisteina si osservano anche nell’artrite reumatoide, insufficienza renale, e nell’uricemia (acidi urici).

L’Adenosina in eccesso, che avrebbe dovuto reagire con la Metionina per attivarla a solfo adenosilmetionina (SAMe), viene degradata ad acido urico.
Livelli particolarmente elevati di Omocisteina si osservano con elevato consumo di caffè e di caffè unito al fumo.
Anche l’ingestione abituale di alcol è collegata a livelli elevati di Omocisteina.

IL LIVELLO DI OMOCISTEINA

Se non si controlla il livello di Omocisteina nel sangue si può instaurare uno squilibrio biochimico, lento ma inesorabilmente progressivo che può causare centinaia di disturbi e malattie anche croniche e mortali.

Nel Manuale di interpretazione degli esami di laboratorio si legge:

  • «Nota: l’Omocisteina è un aminoacido solforato che si forma in seguito a perdita di un gruppo metilico da parte della metionina. È considerato uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare, infatti, livelli elevati aumentano il rischio di infarto cardiaco, di aterosclerosi e di trombosi venosa.
  • Indicazioni: valutazione del rischio cardiovascolare
  • Campione: sangue e urine.
  • Valori di riferimento: sangue < 12 µmol/l; urine < 32 mg/24h.
  • Dovrebbe essere un’analisi ordinaria da ricercare in ogni caso, invece non viene mai prescritta dal medico di base. Eppure, più del 30% delle morti sono legate a problemi cardio-circolatori probabilmente causati dall’Omocisteina.

    Un effetto collaterale della detossificazione di Fase II è la produzione di radicali liberi: per ciascuna tossina metabolizzata in Fase I si forma un radicale libero.
    L’antiossidante più importante per neutralizzare i radicali liberi generati dalla Fase I è il GLUTATIONE
    Poiché il Glutatione è necessario anche per uno dei processi più importanti di Fase II (coniugazione con glutatione), questo processo, se manca il Glutatione, non può avvenire.

    Ma le tossine trasformate dalla Fase I sono più reattive e se non vengono neutralizzate dalla Fase II possono causare danni molto seri, in particolare la carcinogenesi. Perciò la velocità con cui la Fase I genera intermedi delle tossine deve essere equilibrata dalla velocità con cui la Fase II termina la trasformazione (detossificazione).

    Gli enzimi di Fase I e II per funzionare necessitano dei seguenti nutrimenti:

    • Glutatione e i suoi precursori (componenti), gli aminoacidi:
    • glicina,
    • acido glutammico,
    • cisteina
    • Aminoacidi solforati contenenti zolfo :
      • cisteina/cistina,
      • metionina,
      • taurina,
      • SAMe (Solfo Adenosil-Metionina),
      • NAC (N-Acetil-Cisteina)
    • Aminoacidi
      • glicina,
      • glutammina,
      • arginina,
      • ornitina,
      • taurina
    • Vitamine:
      • B1,
      • B2,
      • B5,
      • B6,
      • C,
      • acido folico,
      • colina
    • Sali minerali:
      • magnesio
    • Oligoelementi:
      • zinco
      • rame,
      • molibdeno,
      • selenio

    CONCLUSIONI

    Tutti i disturbi e le malattie causate dall’Omocisteina, direttamente e indirettamente, sono provocati dalla carenza di alcuni nutrimenti (o della loro attivazione), o da mutazioni genetiche che  si possono superare con gli stessi nutrimenti.

    Articolo tratto dai documenti scaricabili dal sito del Dr. Giorgini dove potrete trovare una ricca Bibliografia.


     




Magnesio Citrato (MagFit)

Dal sito X115

Cos’è e a Cosa Serve il Magnesio Citrato

Il magnesio citrato è un sale costituito dall’unione di un atomo di magnesio carbonato e una molecola di acido citrico.

Viene usato come correttore di acidità in numerosi farmaci, integratori e prodotti alimentari (E345).

Inoltre, può essere usato come integratore di magnesio e come rimedio lassativo contro la stipsi occasionale.

MagFit, come il Supremo, è Magnesio Citrato

Alcuni integratori di magnesio – come il prodotto Magnesio Supremo® – contengono acido citrico miscelato con magnesio carbonato, il primo ad essere prodotto in Italia con marchio.

Di recente nasce MagFit prodotto da Prinfit come magnesio citrato effervescente e dal sapore gradevole. (Codice sconto: Vitamineral)

Prima di bere, è importante attendere che la polvere di Magnesio si sia completamente sciolta in acqua. Quando la soluzione diventa trasparente è il segnale che i due ingredienti (acido citrico e magnesio carbonato) hanno in gran parte reagito tra loro.

Vantaggi

Alcune ricerche suggeriscono che il magnesio citrato e gli altri sali organici di magnesio presentano una buona biodisponibilità.

Questo significa che risultano più facilmente assorbibili nel tratto digestivo rispetto ad altre forme inorganiche, come l’ossido di magnesio e il solfato di magnesio 2.

Per lo stesso motivo, a parità di dose assunta, il magnesio citrato tende a dare meno effetti gastrointestinali e a produrre un effetto lassativo più delicato.

Il magnesio citrato potrebbe essere la scelta migliore per chi cerca un integratore di magnesio per promuovere la salute delle ossa e prevenire i calcoli renali.

Uno studio controllato randomizzato su 20 donne in postmenopausa con osteoporosi ha suggerito che l’integrazione con citrato di magnesio (1.830 mg al giorno per un mese) potrebbe ridurre il rapido tasso di perdita ossea che caratterizza l’osteoporosi 3.

Sappiamo da tempo che l’acido citrico previene la precipitazione e l’aggregazione del calcio nell’urina 2. In effetti, la somministrazione di magnesio citrato e potassio citrato ha ridotto il rischio di calcoli renali nei pazienti allettati 4.

Sappiamo anche che il citrato di potassio riduce l’escrezione di calcio nelle urine in misura superiore rispetto ad altri sali di potassio, potendo quindi ridurre il rischio di osteoporosi e calcoli renali 5, 6.

Uso come Lassativo

Una volta ingerito, agisce attirando acqua nel lume intestinale, attraverso un fenomeno chiamato osmosi. Quando c’è più acqua nell’intestino, le feci diventano morbide o addirittura acquose e la peristalsi è accelerata.

Il magnesio citrato può quindi essere usato per trattare la stitichezza occasionale o, nelle quantità prescritte dal medico, per liberare e pulire l’intestino crasso prima di un esame dell’intestino (come una colonscopia).

Nella maggior parte dei casi, l’uso occasionale del citrato di magnesio per trattare la stitichezza è sicuro per il paziente.

Tuttavia, l’utilizzo a lungo termine del citrato di magnesio alle alte dosi necessarie per produrre un effetto lassativo può causare problemi legati all’eccesso di magnesio.

Benefici del Magnesio

La carenza di magnesio è associata a condizioni sfavorevoli di salute, aumentando il rischio di una lunga serie di malattie.

46, 47, 48, 49.

Al contrario, maggiori apporti di magnesio con la dieta sono associati a migliori condizioni di salute e minori rischi di ictus, ipertensione, calcoli renali e possibilmente osteoporosi.

Magnesio e Osteoporosi

Il magnesio è un componente critico del nostro scheletro. Basti pensare che il 50-60% del magnesio corporeo totale si trova nelle ossa.

In numerosi studi osservazionali (ma non in tutti), un minore apporto di magnesio è stato associato a una densità minerale ossea inferiore e a un aumentato rischio di osteoporosi e fratture 8, 9, 10.

L’integrazione di magnesio è potenzialmente benefica nelle donne con osteoporosi, ma solo pochi studi clinici hanno affrontato l’effetto della supplementazione in queste circostanze 3.

In un piccolo gruppo di donne in postmenopausa con osteoporosi (età media 57,6 ± 10,6 anni), l’integrazione di 750 mg/die di magnesio idrossido per 6 mesi, seguita da 250 mg/die per altri 18 mesi, ha comportato un aumento della densità minerale ossea al polso dopo un anno, senza ulteriore aumento dopo 2 anni di integrazione 11.

In un altro studio molto piccolo su donne in postmenopausa che assumevano estrogeni e un multivitaminico, l’integrazione aggiuntiva con 400 mg/die di magnesio e 600 mg/die di calcio ha aumentato la densità minerale ossea al tallone rispetto alla sola terapia sostitutiva con estrogeni 12.

Le prove non sono ancora sufficienti per affermare che il magnesio citrato sia efficace nella prevenzione dell’osteoporosi, a meno che non sia necessario colmare specifiche carenze 13.

Salute del Cuore

Diversi studi collegano bassi livelli di magnesio a un rischio più elevato di malattie cardiache 14, 15.

D’altronde, un maggiore apporto di alimenti ricchi di magnesio (come cereali integrali, frutta a guscio e verdure), sembra ridurre il rischio di mortalità cardiovascolare del 28% 16.

Un’analisi di 40 studi su oltre un milione di partecipanti ha scoperto che l’assunzione di 100 mg in più di magnesio al giorno riduceva il rischio di ictus e insufficienza cardiaca (rispettivamente del 7% e del 22%) 17.

Non è chiaro, tuttavia, se gli integratori di magnesio possano avere lo stesso effetto 18, 19.

Pressione sanguigna

L’assunzione di integratori di magnesio consentirebbe riduzioni della pressione sanguigna fino a 12 mmHg, soprattutto nei pazienti ipertesi 20, 21, 22.

Una meta-analisi di 34 studi controllati randomizzati su un totale di 2.028 partecipanti ha scoperto che l’integrazione di magnesio – alla dose mediana di 368 mg/giorno per una durata media di 3 mesi – ha ridotto significativamente la pressione sistolica di 2,00 mmHg e la pressione diastolica di 1,78 mmHg 23.

Il magnesio sembra anche aumentare l’efficacia di tutte le classi di farmaci che riducono la pressione sanguigna 21, 24.

Azione Antinfiammatoria

Gli integratori di magnesio citrato e cloruro di magnesio hanno ridotto la proteina C reattiva e altri marker di infiammazione negli anziani, nelle persone in sovrappeso e in pazienti con pre-diabete 26, 27, 28.

Diabete

Il magnesio gioca un ruolo importante nel regolare il metabolismo del glucosio e la funzionalità dell’insulina.

È stato ripetutamente dimostrato che bassi livelli di magnesio nel sangue aumentano il rischio di insulino-resistenza, intolleranza al glucosio e iperinsulinemia 29, 30.

D’altronde, uno studio che ha seguito più di 4.000 persone per 20 anni ha scoperto che i soggetti con il più alto apporto di magnesio avevano il 47% in meno di probabilità di sviluppare il diabete 27.

Pertanto, l’aumento del consumo di alimenti ricchi di magnesio come cereali integrali, fagioli, noci e verdure a foglia verde, può ridurre il rischio di diabete 28.

I benefici maggiori potrebbero osservarsi nei soggetti che non assumono abbastanza magnesio con la dieta 29, 30.

I benefici dell’integrazione di magnesio sui profili metabolici nei pazienti diabetici sono stati riscontrati nella maggior parte degli studi clinici, ma devono ancora essere accertati da ampi studi clinici randomizzati 25.

Allo stesso modo, sono necessari studi prospettici più ampi per supportare il ruolo potenziale dell’integrazione alimentare di magnesio nel ridurre il rischio di diabete 25.

Sindrome Premestruale

La sindrome premestruale è uno dei disturbi più comuni tra le donne in età fertile. I suoi sintomi includono ritenzione idrica, crampi addominali, stanchezza e irritabilità.

In diversi studi clinici, gli integratori di magnesio hanno ridotto la ritenzione idrica, il cattivo umore, l’emicrania e altri sintomi nelle donne con sindrome premestruale 31, 32, 33.

Il magnesio ha avuto effetti positivi anche quando assunto insieme alla vitamina B6 34.

Magnesio ed Emicrania

Le persone che soffrono di emicrania sembrano presentare carenze di magnesio più frequentemente rispetto al resto della popolazione 35.

Una dose elevata (600 mg/die) di magnesio elementare (da trimagnesio dicitrato) per via orale per 12 settimane ha ridotto del 41,6% la frequenza del mal di testa e ne ha anche ridotto la gravità, diminuendo l’uso di farmaci e la durata degli attacchi acuti 36.

In effetti, alcuni studi incoraggianti suggeriscono che il magnesio può prevenire e persino aiutare a curare l’emicrania 37, 38. Inoltre, la sua associazione al trattamento di routine potrebbe migliorarne l’efficacia 39.

Anche i cibi ricchi di magnesio possono aiutare a ridurre i sintomi dell’emicrania 36.

Crampi Muscolari

Le carenze nutrizionali o le aumentate perdite di nutrienti come magnesio, potassio, calcio, sodio, vitamina D e alcune vitamine del gruppo B possono aumentare la suscettibilità ai crampi muscolari 40, 41, 42.

In uno studio, i partecipanti che hanno assunto 300 mg/die di magnesio elementare (sottoforma di magnesio citrato) per 6 settimane hanno riportato meno crampi muscolari, rispetto al gruppo placebo 43.

Un altro studio ha indagato l’efficacia degli integratori di magnesio sui crampi alle gambe durante la gravidanza.

Le donne che hanno assunto 300 mg di magnesio elementare (sottoforma di magnesio bisglicinato) al giorno hanno avuto crampi alle gambe meno frequenti e meno intensi, rispetto alle donne che hanno assunto un placebo 44.

Dosi e Modo d’uso

Quando impiegato a fini lassativi, il magnesio citrato viene usato a dosi elevate (10-15 grammi in dose singola), con l’accortezza di assumerlo insieme a generose quantità d’acqua.

Spesso si utilizzano preparazioni liquide predosate in bottigliette.

Quando usato come integratore alimentare, la dose standard per l’integrazione di magnesio varia da 200 a 600 mg di magnesio elementare al giorno.

Considerando che il magnesio citrato contiene 120-160mg di magnesio elementare per ogni grammo, ne occorrono:

  • 1,25-1,66 grammi per ottenere 200 mg di magnesio elementare;
  • 3,75-5 grammi per ottenere 600 mg di magnesio elementare.

Per dosaggi superiori a 2g/die, è opportuno suddividere la dose giornaliera in più assunzioni quotidiane, specialmente quando insorgono disturbi gastrointestinali.

Il dosaggio per gli integratori di magnesio varia da persona a persona.

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Dosaggio minimo 1-2 misurini al giorno.
Si consiglia di sciogliere 1 cucchiaino da caffè in acqua calda/tiepida 1-2 volte al giorno.

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Avvertenze

Sebbene la tossicità del magnesio sia rara, l’assunzione di alcuni integratori di magnesio a dosi elevate può causare diarrea, nausea e crampi addominali.

Gli integratori di magnesio possono anche interagire con alcuni farmaci, inclusi antibiotici e diuretici.

Controindicazioni

In caso di compromissione della funzione renale, è opportuno consultare il medico, in quanto può essere necessario ridurre la posologia ed effettuare controlli della funzione renale e della magnesemia.

L’integrazione di magnesio è da considerarsi generalmente controindicata nei casi di:

  • Ipersensibilità (allergia) al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti del prodotto.
  • Grave insufficienza renale.
  • Soggetti in terapia digitalica.

Effetti Collaterali

Alcuni degli effetti negativi che le persone sperimentano con il citrato di magnesio includono fastidio addominale, nausea, gas e crampi alla pancia.

Al di sotto di questa soglia, che equivale a circa 2,5 grammi di magnesio citrato, è improbabile che si verifichino effetti collaterali digestivi 45.

Sebbene rara, può verificarsi una tossicità da magnesio nei soggetti che assumono dosi estreme di questo integratore o soffrono di una grave malattia renale.

I segni di tossicità includono nausea, vomito, battito cardiaco irregolare, diarrea, debolezza muscolare, respirazione irregolare, letargia e ritenzione urinaria.

Le reazioni allergiche non sono comuni.


Se vuoi puoi scegliere altre forme di Magnesio

Leggi su Vitamineral altri articoli sul magnesio, puoi scegliere fra questi:


 




Perché assumere Boro e quanto?
Studi e ricerche

 

Per gli appassionati di ricerche ecco un articolo completo di studi interessanti sul Boro.

Per i profani, invece volevo riferire che trovo il Boro un ottimo cofattore della vitamina D, nel senso che l’aiuta ad alzarne il valore nel sangue, aiuta il magnesio nella gestione del Calcio ed anche del Paratormone.
Quindi è giusto pensare che un Paratormone che fa fatica a scendere o un calcio che si è alzato troppo, trovino la risposta in una carenza di Boro.
da 3 a 10 mg al giorno è un dosaggio utile.

Riferimenti

Dove acquistarlo ed in che forma

Integratore a base di Boro ottenuto da lieviti saccaromiceti


  • Now Foods, confezioni da 250 cps da 3 mg.

Reperibile su EBay e KGC Shop

 

 

 

Altri integratori con Boro li trovate su Macrolibrarsi


Traduzione dagli studi sul Boro

Il boro è un minerale traccia con effetti biologici, anche se la sua essenzialità è dibattuta.
Si ritiene aumenti il ​​testosterone se integrato a dosi più elevate rispetto al cibo, ma mancano ricerche. Potrebbe essere un sottoprodotto dei suoi effetti antinfiammatori.
Quali sono i benefici del boro?

Sembra essere in grado di ridurre i livelli di marcatori infiammatori e può ridurre l’artrite reumatoide , l’osteoartrite e i crampi mestruali , anche se sono necessarie molte più ricerche prima di poter essere sicuri di questi benefici. Potrebbe anche avere un piccolo effetto positivo sul colesterolo LDL , ma questo non è certo.

Quali sono gli effetti collaterali e gli svantaggi del boro?

Sembra essere generalmente sicuro, anche se manca la ricerca sull’uomo sui suoi effetti avversi, quindi potrebbero essere giustificate dosi più piccole.

Informazioni sul dosaggio

La dose attiva più bassa di integrazione di Boro sembra essere 3 mg, che è efficace nel supportare i parametri ormonali nelle donne in postmenopausa. Gli studi sull’osteoartrosi hanno utilizzato 6 mg di boro mentre gli studi sui giovani che indagavano sui cambiamenti ormonali hanno utilizzato 10 mg.

La dose ottimale non è attualmente nota, ma le dosi sopra indicate sembrano essere attive per gli obiettivi sopra menzionati.


1 .Fonti e struttura

Il boro è un minerale alimentare che, sebbene venga assunto quotidianamente, non è stato accettato come vitamina o minerale essenziale. Al momento non è previsto un requisito minimo noto.

1 . 1Fonti

Le fonti più importanti di boro nella dieta sono frutta, verdura, tuberi e acqua potabile. [1] Viene utilizzato anche in alcuni prodotti industriali ed è plausibile la possibilità che i livelli sierici di boro aumentino in conseguenza di ciò, soprattutto se entra in contatto con ferite. [2] Buone fonti di boro sono: [1]

  • Avocado (circa 1,11 mg/0,102 mmol per avocado) [3]
  • Cipolle in scaglie, disidratate (6.573+/-3.228mcg/g)
  • Cannella macinata (10,37+/-0,661 mcg/g)
  • Prezzemolo (26.878+/-1.778mcg/g)
  • Succo di mela (1.881+/-0.082mcg/g) e salsa (2.828+/-0.12mcg/g)
  • Ciliegie (1.482+/-0.243mcg/g)
  • Pesche (1.872+/-0.112mcg/g)
  • Brodo di manzo (1.264+/-0.609mcg/g)
  • Gelato (0,192+/-0,03 mcg/g)
  • Farina (0,275+/-0,139)
  • Cornflakes fortificati (0,314+/-0,079 mcg/g)
  • Pane bianco arricchito (0,202+/-0,07 mcg/g)
  • Gambo di broccoli (0,889+/-0,039 mcg/g)

I prodotti con un valore trascurabile (meno di 0,015 mcg/g) sono: [1]

  • Manzo e Pollo
  • Formaggi e latticini escluso il gelato
  • Amido di mais
  • Riso
  • Spaghetti
  • Gelatina, budini o zucchero

1 . 2 Significato biologico

[4]

2 .Farmacologia

2 . 1 Assorbimento

[5] poiché l’84% di una dose radiomarcata è stata trovata nelle urine dopo una dose orale di 10 mg in persone altrimenti sane. [6]

Si ritiene che il trasporto passivo possa svolgere un ruolo poiché il boro è il più piccolo metalloide conosciuto [7] (questo è stato notato nelle piante [8] ), sebbene anche le piante abbiano mostrato trasportatori che accettano selettivamente il boro. [9] [10] Per quanto riguarda i mammiferi, un trasportatore del borato accoppiato al sodio (NaBCl o SLC4A11) è stato identificato nel ratto, [11] nei suini [12] e nel tessuto intestinale umano [13] ed è sensibile al boro alimentare. [12]

2 . 2 Siero

[14] fluttuando da 0,008-0,016 mg/l nel placebo, con un picco fino a 0,058 mg/l dopo 1 ora e un picco di 0,136 mg/l dopo 4 ore. [14]
Questo studio non è riuscito a notare differenze nelle concentrazioni di boro urinario per 2 giorni di raccolta. Uno studio che misurava gli effetti del boro nel siero ha osservato che l’integrazione standard di boro a 10 mg era in grado di influenzare biomarcatori selezionati secondo la stessa sequenza temporale (con picco di efficacia a 4 ore e alcuni a 1 ora). [15]

2 . 3 – Eliminazione

È stato notato che a livelli di assunzione alimentari il boro viene perso in minima parte nelle feci (2%), mentre altre vie di perdita sono urinarie e, in una certa misura, attraverso il sudore e il respiro. [5] [16]

[17] L’escrezione estremamente rapida del boro attraverso le urine è stata notata in altre parti dell’uomo. [18]

3 . Neurologia e cervello

3 . 1 – Carenza

di magnesio . [19] Questo stato di carenza è associato a deterioramento cognitivo se abbinato a un’assunzione adeguata di 3 mg o più [20] che può essere associato al coinvolgimento del boro nella stabilizzazione della membrana neuronale. [21] [22]

Può svolgere un ruolo nel preservare la funzione neuronale, ma attualmente non esistono prove di intervento a sostegno dell’integrazione

4 . Interazioni con le prestazioni

Non pervenute

5 .Metabolismo del glucosio

[14]

6 . Massa ossea e scheletrica

6 . 1 – Osteoartrite

[23] che è stato seguito da uno studio pilota su 20 pazienti con osteoartrite confermata che ha mostrato una risposta del 50% (metà dei pazienti che hanno riportato benefici) con 55 mg di sodio tetraborato decaidrato. (6 mg di boro elementare) suggerendo alcuni possibili benefici per l’osteoartrosi. [24] Ciò può essere correlato all’osservazione che il liquido osseo e sinoviale delle persone artritiche è inferiore a quello dei controlli sani. [23]

6 . 2 – Interventi

magnesio . [25] Sembrava esserci una riduzione della minzione di fosforo e un leggero aumento del calcio urinario solo nelle atlete. [25]

[26] la riduzione del calcio urinario è stata notata in donne con un basso apporto di magnesio nella dieta in un altro studio e questo non è stato notato insieme all’integrazione di magnesio (non carente). [17]

7 . Infiammazione e immunologia

7 . 1 – Citochine

6 giorni di integrazione di 10 mg di boro sono in grado di ridurre i livelli di TNF-a nel siero del 19,1%, di proteina C-reattiva ad alta sensibilità del 45% e di IL-6 del 43,9% in maschi altrimenti sani. [15]

8 . Interazioni con gli ormoni

8 . 1 – Testosterone

Meccanicamente, le concentrazioni di boro in vitro negli omogenati testicolari non sono associate ai tassi di conversione dell’androstenedione in testosterone. [27]

[15]
Dopo 7 giorni di integrazione, l’aumento del testosterone libero (28,3%) ha raggiunto un valore significativo, ma la diminuzione dell’SHBG non lo è stata. [15]
Un altro studio che ha utilizzato 4 settimane di integrazione di boro da 10 mg ha rilevato una tendenza verso un aumento del testosterone (11,4%) ma non è riuscito a raggiungere la significatività statistica. [6]

[28]

tempo o dalla dose poiché studi prolungati con la stessa dose o con una dose inferiore non riescono a replicare l’aumento del testosterone libero osservato in uno studio

3 mg può preservare una diminuzione del testosterone indotta dalla dieta. [26] L’aumento sembrava essere di maggiore entità quando il magnesio nella dieta era basso, suggerendo che il boro potrebbe agire su meccanismi simili.

lo zinco

[29] Questi risultati suggeriscono che l’accumulo di boro nei testicoli contribuisce ad un aumento del testosterone, e il tempo o la dose possono essere fattori che contribuiscono e sono stati replicati con 25 mg/kg nell’arco di 6 settimane (tossicità), mentre 2-12,5 mg/kg sono stati associati a miglioramenti del testosterone. [27]

8 . 2 – Estrogeni

[15] Al contrario, un altro studio ha rilevato che per 4 settimane con 10 mg di boro si sono riscontrati aumenti di estradiolo sierico da 51,9 pmol/mL a 73,9 pmol/L in 18 uomini apparentemente sani. [6]

Due studi su maschi ed estrogeni, con risultati dicotomici alla stessa dose nella stessa popolazione

Nelle donne in postmenopausa che seguono una dieta carente di boro, l’integrazione di boro a 3 mg al giorno è in grado di preservare i livelli di estrogeni che diminuiscono durante la carenza di boro. [26]

8 . 3 – Ormone luteinizzante

10 mg di boro al giorno per una settimana non influenzano in modo significativo l’LH nei maschi adulti [15] e anche dosi variabili nei ratti che raggiungono dosi tossiche non riescono a influenzare l’LH. [29]

8 . 4 Ormone che stimola i follicoli

[29]

8 . 5 – Cortisolo

Una settimana di integrazione di boro da 10 mg in maschi altrimenti sani non riesce a influenzare il cortisolo. [15]

9 . Interazioni con i sistemi di organi

9 . 1 – Testicoli

[29]

9 . 2 – Prostata

[30] Ciò è in contrasto con uno studio precedente che aveva riscontrato un RR di 0,63 che indicava quasi la metà del rischio con una dieta ad alto contenuto di boro. [31]

9 . 3 – Vescica e tratto urinario

[32] 10 mg di boro al giorno sono stati somministrati a persone con urolitiasi confermata (calcoli renali) e i pazienti tendevano a riferire una riduzione del dolore dopo 2-3 giorni di trattamento e diversi pazienti hanno notato la scomparsa di calcoli renali entro poche settimane di trattamento; il tempo necessario per eliminare i calcoli renali era molto variabile. [32]

10 . Interazioni nutriente-nutriente

10 . 1 – Vitamina D

La supplementazione di boro interagisce con il metabolismo della vitamina D. [33] Ciò è esemplificato da una dieta carente di boro (marginalmente in magnesio e rame) che riduce i livelli di vitamina D a 44,9 nM di 25-idrossivitamina D dopo 63 giorni, ma aumenta di nuovo a 62,4 nM dopo 49 giorni di rifornimento con 3 mg di boro [ 34 ] e un intervento che utilizzava 6 mg di fruttoborato (forma di boro immagazzinata nel frutto) che rilevava un aumento del 20% della 25-idrossivitamina D in individui carenti di vitamina D e si diceva che non fosse dovuto a fluttuazioni stagionali. [33]

[33] Questa ipotesi non è stata verificata.

Sembra elevare i livelli di un intermedio tra la vitamina D3 e la vitamina D3 ormonalmente attiva, attraverso meccanismi sconosciuti

11 . Sicurezza e tossicologia

11 . 1 – Generale

Il limite superiore tollerabile (TUL) del boro è stato fissato a 20 mg al giorno per le persone di età superiore ai 18 anni. [35] Questo è leggermente superiore al limite superiore avverso non osservabile (NOAEL) di 17,5 mg basato su studi sui ratti. [36]

[38] e quando i livelli sierici sono stati confermati a 499,2 ppb e concentrati nel liquido seminale non si sono verificati danni avversi sui parametri seminali [39] né sono stati accertati. osservato in una coorte con una media di 14,45 mg al giorno, con un intervallo di assunzione superiore a 30 mg. [36]

[29] Questi effetti sono stati replicati nei ratti esposti a 1173 mg per 90 giorni. [40]

Il danno testicolare derivante da livelli eccessivi di boro sembra essere almeno tre volte superiore rispetto alle dosi supplementari standard e probabilmente non costituisce un problema con un’adeguata integrazione

Tossicità acuta del boro

È stato riportato (nessun caso di studio citato) che dosi orali di 5-6 g di boro (5.000-6.000 mg) nei neonati o 15-20 g negli adulti (15.000-20.000 mg) causano morte acuta negli esseri umani. [29]

Il boro, essendo utilizzato nei pesticidi, ha alcune informazioni tossicologiche negli animali che sono fortemente sovraesposti al boro.

Riferimenti
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  9. Makuki Tanaka NIP6;1 è un canale dell’acido borico per il trasporto preferenziale del boro ai tessuti dei germogli in crescita nell’Arabidopsis(Ottobre 2008)
  10. Dordas C1, Chrispeels MJ, Brown PH Permeabilità e trasporto mediato dai canali dell’acido borico attraverso vescicole di membrana isolate dalle radici di zucca Plant Physiol. (2000 novembre)
  11. Park M1, Li Q, Shcheynikov N, Zeng W, Muallem S NaBC1 è un trasportatore di borato elettrogenico accoppiato a Na+ onnipresente essenziale per l’omeostasi del boro cellulare e la crescita e proliferazione cellulare Mol Cell. (novembre 2004)
  12. Liao SF1, Monegue JS, Lindemann MD, Cromwell GL, Matthews JC L’integrazione alimentare di boro altera in modo differenziale l’espressione dell’mRNA del trasportatore del borato (NaBCl) nel digiuno e nel rene di suini in crescita Biol Trace Elem Res. (2011 novembre)
  13. Damkier HH1, Nielsen S, Praetorius J Espressione molecolare di trasportatori anionici Na+-dipendenti derivati ​​da SLC4 in tessuti umani selezionati Am J Physiol Regul Integr Comp Physiol. (Novembre 2007)
  14. Wallace JM, Hannon-Fletcher MP, Robson PJ, Gilmore WS, Hubbard SA, Strain JJ Boron supplementation andactivated factor VII in healthy men Eur J Clin Nutr. (2002 novembre)
  15. Naghii MR, Mofid M, Asgari AR, Hedayati M, Daneshpour MS Effetti comparativi dell’integrazione giornaliera e settimanale di boro sugli ormoni steroidei plasmatici e sulle citochine proinfiammatorie J Trace Elem Med Biol. (Gennaio 2011)
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  17. Hunt CD, Herbel JL, Nielsen FH Risposte metaboliche delle donne in postmenopausa all’integrazione di boro e alluminio nella dieta durante l’assunzione abituale e bassa di magnesio: assorbimento e ritenzione di boro, calcio e magnesio e concentrazioni di minerali nel sangue Am J Clin Nutr. (marzo 1997)
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  20. Penland JG Boro dietetico, funzione cerebrale e prestazioni cognitive Environ Health Perspect. (1994 novembre )
  21. La saga del boro negli alimenti: da conservante alimentare bandito a nutriente benefico per l’uomo(1991)
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  40. Weir RJ Jr, Fisher RS ​​Studi tossicologici su borace e acido borico Toxicol Appl Pharmacol. (1972 novembre )




Depurazione profonda con Il Lavaggio Epatico secondo Andreas Moritz

Pubblicato dal dr Stefano Limontini sul sito Medicina Cellulare

Depurare il fegato e la colecisti dalla presenza di calcoli epatici costituisce uno dei più importanti e potenti approcci che potete mettere in atto per migliorare il vostro stato di salute.

La pulizia epatica richiede 6 giorni di preparazione, seguiti da 16-20 ore di lavaggio effettivo.

Per procedere alla rimozione dei calcoli biliari è necessario procurarsi quanto elencato di seguito:

  • succo di mela 6 confezioni da 1 litro
  • sale inglese* 4 cucchiai da tavola disciolti in 3 bicchieri d’acqua da 240 ml circa l’uno (per un totale di 720 ml)**
  • olio extravergine di oliva spremuto a freddo 1/2 bicchiere (ca. 120 ml)
  • succo di pompelmo (meglio quello rosa) o spremuta fresca di limone e arancia*** Abbastanza da riempire 3/4 di bicchiere di succo (180 ml)
  • 2 brocche da 1/2 litro circa, di cui una munita di coperchio
  • *Procuratevi i Sali di Epsom o sale inglese (magnesio solfato eptaidrato) per USO orale. Alcune etichette lo descrivono come lassativo naturale. Se non lo trovate, usate il citrato di magnesio.
  • ** Ho optato per il “bicchiere” invece della tazza come unità di misura allo scopo di evitare confusione sul significato che il termine “tazza” prende nei diversi continenti.
  • ***Se non tollerate il succo di pompelmo o se questo tende a darvi nausea, potete utilizzare quantità equivalenti di succo di arancia e limone appena spremuti. L’effetto è lo stesso.

PREPARAZIONE

Bevete un litro di succo di mela confezionato (oppure vedi le altre opzioni descritte più avanti) al giorno per un periodo di sei giorni (è possibile berne in quantità maggiori se la cosa non infastidisce). L’acido malico presente nel succo di mela ammorbidisce i calcoli e ne semplifica il passaggio attraverso i dotti biliari. Il succo di mela ha un forte effetto depurativo: alcuni soggetti particolarmente sensibili potrebbero accusare gonfiore e, a volte, diarrea nei primissimi giorni. La maggior maggior parte dei casi di diarrea, in realtà, rappresentano bile stagnante rilasciata dal fegato e dalla cistifellea (contraddistinta da un colore marrone giallognolo). Gli effetti di fermentazione del succo aiutano ad allargare i dotti biliari: se questo risulta in qualche modo fastidioso, è possibile diluire il succo di mela con acqua o usare le altre opzioni descritte più avanti. Sorseggiate il succo di mela lentamente durante il giorno, tra i pasti (evitate di berlo durante o appena prima dei pasti, per due ore dopo gli stessi e la sera), oltre alla quantità di acqua normalmente consumata (da sei a otto bicchieri).

Attenzione: utilizzate preferibilmente succo di mela biologico, sebbene qualsiasi buona marca di succo di mela in commercio, concentrato di mela o sidro siano adeguati per gli scopi del lavaggio epatico.

Può essere utile sciacquarsi la bocca con bicarbonato di sodio e/o lavarsi i denti più volte al giorno per evitare che l’acido li danneggi. (Nel caso siate intolleranti o allergici al succo di mela, vedi le altre opzioni al paragrafo “difficoltà con il lavaggio” al temine di questo capitolo).

Raccomandazioni dietetiche

Durante l’intera settimana di preparazione e lavaggio evitate di consumare cibi o bevande freddi o gelati in quanto raffreddano il fegato e, di conseguenza, riducono l’efficacia del lavaggio stesso. Tutti i cibi e le bevande dovrebbero essere caldi o almeno a temperatura ambiente.

Il momento migliore per il lavaggio

La parte principale e finale del lavaggio epatico viene eseguita al meglio durante il fine settimana, quando non siete sotto pressione e avete tempo per riposarvi.

Sebbene il lavaggio sia efficace in qualsiasi momento del mese, il periodo dovrebbe preferibilmente coincidere con un giorno compreso tra la luna piena e la luna nuova.

Il periodo di preparazione di sei giorni può iniziare cinque o sei giorni prima della luna piena.
Il giorno di luna nuova è il più indicato per la pulizia e la guarigione.

Se assumete farmaci

Mentre vi sottoponete a un lavaggio epatico, evitate di assumere farmaci, vitamine o integratori che non siano assolutamente necessari. È importante non sovraccaricare il fegato con lavoro extra che possa interferire con il tentativo di depurazione.

Assicuratevi di svuotare il colon prima e dopo un lavaggio epatico

Avere movimenti intestinali regolari non è necessariamente una indicazione del fatto che il vostro intestino non sia ostruito.

Inoltre, se sospettate o vi hanno diagnosticato una contaminazione intestinale da parte di parassiti e/o batteri e/o funghi (candida), vi consiglio di fare prima del lavaggio epatico, un trattamento vermifugo e ricondizionante dell’intestino, come indicato in questo sito: cliccando qui.

La pulizia del colon, eseguita qualche giorno prima o, meglio ancora, nel sesto giorno di preparazione, contribuisce a evitare o ridurre al minimo qualsiasi forma di malessere o nausea che possa insorgere durante l’effettivo lavaggio epatico: impedisce il reflusso della miscela di oli o di prodotti di scarto dal tratto intestinale allo stomaco e assiste il corpo nella rapida eliminazione dei calcoli biliari.

L’irrigazione del colon (idrocolonterapia) è il metodo più veloce e semplice per preparare il colon a un lavaggio epatico. L’irrigazione con la tavola da colema è il secondo metodo preferito (vedi i dettagli in “Mantenete pulito il colon”, Capitolo 5).

Cosa dovete fare il sesto giorno di assunzione del succo di mela

  • Se sentite fame al mattino, fate una colazione leggera con cereali caldi: la farina di avena è la scelta migliore.
  • Evitate gli zuccheri o altri dolci, spezie, latte, burro, olio, yogurt, formaggio, prosciutto, uova, noci, paste e cereali crudi, ecc.
    Frutta e succhi di frutta sono l’ideale.
  • A pranzo mangiate verdura cotta o al vapore con riso bianco (preferibilmente riso Basmati) e insaporitelo con poco sale marino o salgemma non raffinati.
  • Ripeto: non consumate cibi proteici, burro o olio, o potreste sentirvi male durante il lavaggio.
  • Non mangiate o bevete nulla (eccetto l’acqua) dopo le 13.30, altrimenti avrete difficoltà a espellere i calcoli!

Seguite l’esatto programma descritto di seguito.

IL VERO E PROPRIO LAVAGGIO

La sera

  • Ore 18:00
    Aggiungete quattro cucchiai di Sali di Epsom (solfato di magnesio) a tre bicchieri da 240 ml l’uno di acqua filtrata (per un totale di 720 ml) in una brocca: in questa avrete così quattro porzioni da 180 ml (3/4 di bicchiere).

    • Quindi bevete la prima porzione (3/4 di bicchiere): potete bere qualche sorso di acqua subito dopo per eliminare l’amaro in bocca oppure aggiungere un po’ di succo di limone per migliorare il sapore.
    • Uno dei compiti principali dei Sali di Epsom è quello di dilatare (allargare) i dotti biliari rendendo più semplice il passaggio dei calcoli. (Se siete allergici ai Sali di Epsom o non I riuscite a ingerirli, potete usare le stesse dosi di citrato di magnesio).
    • Togliete dal frigorifero gli agrumi che userete successivamente, di modo che possano scaldarsi a temperatura ambiente.
  • Ore 20:00
  • Ore 21:00
    • Se non avete avvertito alcun movimento intestinale fino a ora e non avete completato lo svuotamento del colon durante le ventiquattro ore trascorse, fate un clistere di acqua che darà il via a una serie di movimenti intestinali.
  • Ore 21:45
    • Lavate bene i pompelmi (o i limoni e le arance). Spremeteli con le mani e rimuovete la polpa. Avrete bisogno di 3/4 di bicchiere di succo: versate il succo e 1/2 bicchiere di olio di oliva nella brocca da mezzo litro circa, chiudetela bene e scuotetela forte per una ventina di volte o fino a quando la soluzione non sarà ben diluita.
      L’ideale sarebbe bere questa miscela alle 22:00, ma se avvertite ancora la necessità di andare in bagno, potete ritardare questa fase di altri 10 minuti.
  • Ore 22:00
    • Posizionatevi al fianco del letto (non sedetevi) e bevete il preparato, se possibile, tutto di un fiato.
      Alcune persone preferiscono berlo utilizzando una grande cannuccia di plastica. Pare che il metodo più efficace consista nel berlo tappandosi il naso.
    • Se necessario, assumete un po’ di miele tra un sorso e l’altro per aiutarvi a ingerire la miscela. La maggior parte delle persone, tuttavia, non ha problemi a berlo tutto d’un fiato: comunque non impiegateci più di 5 minuti (solo le persone anziane o deboli potranno impiegarci di più).
    • SDRAIATEVI IMMEDIATAMENTE
      Questa azione è fondamentale per aiutare il rilascio dei calcoli biliari!
      Spegnete la luce e rimanete distesi sulla schiena con uno o due cuscini sotto la testa affinché questa sia leggermente rialzata rispetto all’addome.
      Se questa posizione vi risulta scomoda, giratevi sul fianco destro con le ginocchia piegate verso la testa.
    • Rimanete sdraiati perfettamente immobili per almeno 20 minuti e cercate di non parlare! Concentrate l’attenzione sul vostro fegato. Alcune persone trovano beneficio nell’applicare un impacco di olio di ricino sul fegato.
      Probabilmente sentirete i calcoli passare lungo i dotti biliari come delle biglie.
    • Non avvertirete alcun dolore poiché il magnesio presente nel sale inglese tiene ben aperte e rilassate le valvole dei dotti biliari e la bile espulsa insieme ai calcoli mantiene i dotti biliari ben lubrificati (la situazione è ben diversa in caso di un attacco alla colecisti senza l’intervento del magnesio e della bile).
      Quindi, se potete, dormite.
    • Se in qualsiasi momento della notte avvertite l’assoluta necessità di defecare, fatelo.Controllate se vi sono già dei piccoli calcoli biliari (di color verde pisello o marrone chiaro) che galleggiano nel water.
      Potreste avvertire un senso di nausea durante la notte e nelle prime ore della mattina: questo è dovuto soprattutto a una forte e improvvisa espulsione di numerosi calcoli biliari e tossine dal fegato e dalla colecisti che spingono di nuovo la miscela di olio nello stomaco.La nausea passerà col trascorrere della mattinata.

Il mattino dopo

  • Ore 6:00 – 6:30
    • Appena svegli, ma non prima delle 6.00, bevete la terza porzione di Sali di Epsom (se avete molta sete bevete un bicchiere di acqua tiepida prima di assumere il sale).
    • Ore 8:00 – 8:30
    • Ore 10:00 – 10:30
      • Continuate a consumare pasti leggeri durante i giorni seguenti e ricordate: il vostro fegato e la vostra cistifellea hanno subito un importante intervento chirurgico senza effetti collaterali dannosi e senza costi.

        N.B.:

        bevete acqua ogni volta che avete sete, ma non subito dopo aver bevuto i Sali di Epsom e nelle prime due ore successive all’assunzione della miscela oleosa.

        I RISULTATI CHE VI POTETE ASPETTARE

        Durante le ore della mattina (e forse del pomeriggio) successive al lavaggio avvertirete numerosi movimenti intestinali liquidi che inizialmente consisteranno di calcoli biliari mescolati a residui di cibo e poi solo di calcoli misti ad acqua.

        La maggior parte dei calcoli è di colore verde pisello e galleggia nel water in quanto contiene componenti biliari.

        I calcoli presentano diverse tonalità di verde e possono essere di colore vivace o lucidi come pietre preziose. Solo la bile secreta dal fegato può conferire questo colore verde.

        Si possono contare a dozzine e, a volte, perfino a centinaia (di dimensioni e colori diversi) che vengono espulsi in una volta sola.

        Fate attenzione anche ai calcoli di color marrone chiaro e bianco, perché alcuni tra quelli più grandi possono depositarsi sul fondo del water insieme alle feci: si tratta di calcoli biliari calcificati che sono stati rilasciati dalla cistifellea e contengono sostanze tossiche più pesanti con solo piccole quantità di colesterolo.

        Tutti i calcoli di colore verde e giallastro sono soffici come stucco grazie  all’azione del succo di mele.

        Potreste anche rilevare uno strato di scarto color marrone chiaro o bianco oppure di “schiuma” nel water: la schiuma è costituita da milioni di piccolissimi cristalli di colesterolo molto appuntiti e di color bianco che possono facilmente danneggiare i dotti biliari e la cui espulsione è ugualmente importante.

        Cercate di fare una stima approssimativa di quanti calcoli avete eliminato. Per curare in modo permanente borsiti, dolori di schiena, allergie e altri problemi di salute, e quindi prevenire l’insorgere di ulteriori malattie, è necessario rimuovere tutti i calcoli.

        Questa operazione potrebbe richiedere almeno da otto a dodici lavaggi da eseguirsi a intervalli di tre settimane oppure mensilmente (non eseguite il lavaggio con una frequenza superiore a quella indicata!).

        L’intervallo di tre settimane fra un lavaggio e l’altro può includere i sei giorni di preparazione, ma l’ideale sarebbe ricominciare dopo che sono trascorse le tre settimane.

        Se non riuscite a eseguire i lavaggi con questa cadenza, potete lasciar passare un po’ più di tempo tra una operazione di pulizia e l’altra.

        E importante ricordare che una volta iniziato il lavaggio del fegato, dovrete proseguire fino a quando per due lavaggi consecutivi non verranno più espulsi calcoli.

        Lasciare il fegato semi-depurato per un lungo periodo di tempo (tre o più mesi), infatti, può causare malesseri maggiori di quanti si avrebbero se il fegato non fosse mai stato sottoposto a depurazione.

        Il fegato, nel suo complesso, inizierà a funzionare più efficacemente subito dopo il primo lavaggio e potrete notare immediatamente improvvisi miglioramenti, a volte addirittura nel giro di poche ore.

        I dolori diminuiranno, l’energia aumenterà e la lucidità mentale migliorerà notevolmente.

        Tuttavia, nell’arco di qualche giorno i calcoli posizionati nella parte posteriore del fegato si sposteranno “in avanti” verso i due maggiori dotti biliari che si dipartono dal fegato, e ciò potrebbe dare l’impressione di accusare alcuni dei sintomi di malessere provati in precedenza. Potreste infatti sentirvi delusi perché la ripresa sembra di breve durata, ma tutto questo indica semplicemente che sono rimasti dei calcoli pronti per essere rimossi con il prossimo ciclo di lavaggio.

        Nondimeno, le risposte di depurazione e autoriparazione del fegato aumenteranno notevolmente aggiungendo sempre maggiore efficacia a questo importantissimo organo del corpo.

        Finché ci saranno ancora calcoli in movimento all’interno dei dotti biliari più piccoli verso quelli più grandi, essi si potranno combinare dando origine a calcoli di dimensioni ancora maggiori per riprodurre i sintomi già precedentemente accusati, tra cui mal di schiena, mal di testa, mal di orecchie, problemi digestivi, gonfiore, irritabilità, rabbia, ecc., sebbene in forma più leggera rispetto a prima.

        si raccomanda di ripetere il lavaggio epatico ogni sei o otto mesi: ogni procedura darà nuovi stimoli al fegato ed eliminerà le tossine o i nuovi calcoli accumulati nel frattempo.

        Attenzione

        Non sottoponetevi mai a un lavaggio epatico se soffrite di una patologia in fase acuta, anche se si tratta di un semplice raffreddore.

        Tuttavia, se soffrite di malattie croniche, depurare il vostro fegato può essere la cosa migliore che possiate fare per voi stessi.

        Importante! Leggere attentamente

        Il lavaggio epatico è un metodo incomparabile e assolutamente efficace per recuperare il proprio stato di salute: se seguirete le istruzioni alla lettera, non correrete alcun rischio.
        Per favore, prendete le istruzioni molto seriamente: alcune persone che hanno eseguito il lavaggio epatico eseguendo la procedura suggerita da amici o trovata su Internet hanno avuto delle complicazioni inutili perché non avevano una conoscenza completa della procedura stessa e di come funziona, mentre ritenevano che la sola espulsione dei calcoli dal fegato e dalla cistifellea fosse sufficiente.

        irrigazione del colon, da eseguirsi preferibilmente il secondo o terzo giorno dopo il lavaggio epatico.

        Se i calcoli epatici rimangono  nel colon, possono causare irritazione, infezione, mal di testa e malessere addominale, problemi tiroidei, ecc.. e alla fine, diventare addirittura una fonte di tossiemia nell’organismo.

        Se non sono disponibili preparati per il colon nel luogo dove risiedete, potete fare un clistere di caffè (secondo Max Gerson) seguito da uno di acqua, oppure due clisteri di acqua consecutivi: tuttavia, questo non garantisce la rimozione di tutti i calcoli rimasti.

        Non esiste un vero sostituto all’irrigazione del colon, eseguire un clistere usando la tavola da colema, tuttavia, costituisce il modo migliore per avvicinarsi molto a una procedura di irrigazione del colon professionale.

        Se decidete di optare per una soluzione di compromesso che non sia una vera irrigazione del colon, mescolate un cucchiaino di Sali di Epsom con un bicchiere di acqua tiepida e bevetelo appena alzati il giorno in cui deciderete di sottoporvi allo svuotamento del colon.
        NB:
        Per acquistare una tavola da colema e ricevere una dimostrazione video di come utilizzarla, fare riferimento al capitolo “Elenco dei fornitori” in fondo al libro del Lavaggio Epatico.

        Vedi anche Jensen, Bemard, Intestino libero, Macro Edizioni, Cesena, 2002.

        oppure scegli il libro dello stesso autore Disintossicati e Recupera la Salute in 11 Giorni — Libro

        Importanza del lavaggio di colon e reni

        Sebbene il lavaggio epatico sia, di per sé, in grado di produrre risultati davvero impressionanti, l’ideale sarebbe effettuarlo successivamente a un lavaggio del colon e dei reni.

        Lo svuotamento del colon (vedere anche la sezione “Preparazione”) garantisce che i calcoli biliari espulsi vengano facilmente rimossi dall’intestino crasso, mentre il lavaggio renale assicura che le tossine provenienti dal fegato durante il lavaggio epatico non pesino su questi organi escretori vitali.

        Tuttavia, se non avete mai avuto problemi renali, calcoli renali, infezioni alla vescica, ecc., potete procedere con la sequenza lavaggio del colon/lavaggio epatico/lavaggio del colon. Assicuratevi, comunque, di sottoporvi anche a un lavaggio renale in un momento successivo, trascorso qualche tempo dopo i primi 2-4 lavaggi epatici e di nuovo, dopo che il vostro fegato sarà stato completamente depurato (vedere anche “Il lavaggio renale” nel Capitolo 5). Altrimenti potete bere una tazza di tè per i reni (vedi la ricetta nella sezione “Il lavaggio renale”) per due o tre giorni successivi a ogni lavaggio epatico.

        Seguite le stesse istruzioni indicate per il lavaggio renale principale. Il lavaggio renale e quello epatico possono essere praticati contemporaneamente, ma assicuratevi di non bere il tè renale il giorno in cui praticate il lavaggio del fegato.

        I soggetti il cui colon è gravemente congestionato o che presentano un’anamnesi di costipazione, dovrebbero considerare l’idea di effettuare almeno due o tre lavaggi del colon prima di sottoporsi al primo lavaggio epatico.

        Inoltre, se sospettate o vi hanno diagnosticato una contaminazione intestinale da parte di parassiti e/o batteri e/o funghi (candida), vi consiglio di fare prima del lavaggio epatico, un trattamento vermifugo e ricondizionante dell’intestino, come indicato in questo sito: cliccando qui e scaricando, gratuitamente, la guida per un intestino sano.

        Ricordate, quindi, che è molto importante svuotare il colon entro tre giorni dal completamento di ogni lavaggio epatico, perché la rimozione di calcoli biliari dal fegato e dalla colecisti può lasciare alcuni residui di calcoli e tossine nel colon, che vanno eliminati completamente per giovare al vostro stato di salute.

        Quando bere acqua durante il lavaggio

        Ancora una volta, ricordatevi che potete bere acqua in qualsiasi momento del lavaggio epatico, tranne immediatamente prima e dopo l’assunzione dei Sali di Epsom (lasciate passare circa 20 minuti). Evitate di bere acqua anche dalle 21,30 alle 2 del mattino (nel caso in cui vi alzaste). In tutti gli altri casi potete bere ogni volta che avete sete.

        AVETE DIFFICOLTA CON IL LAVAGGIO?

        Intolleranza al succo di mela

        Se per qualche motivo non tollerate il succo di mela (o le mele), potete sostituirlo con le erbe Gold Coin Grass (erba lisimachia) e Bupleurum (bupleuro) in tintura, vendute con il nome Gold Coin Grass (GCG), 250 ml al prezzo di 16,00 dollari e disponibili da Prime Health Products (vedi l’elenco dei fornitori in fondo al libro).

        L’acido malico presente nel succo di mela è particolarmente efficace per dissolvere parte della bile stagnante e rendere i calcoli più morbidi (vedi qui di seguito i dettagli relativi all’acido malico).

        Anche le erbe sopra menzionate si sono rivelate efficaci per ammorbidire i calcoli e possono quindi essere utilizzate nella fase preparatoria del lavaggio epatico, anche se potrebbe essere necessario un periodo di tempo leggermente più lungo rispetto a quanto richiesto in caso di utilizzo del succo di mela.

        Il dosaggio esatto per la tintura è 1 cucchiaio da tavola pieno (circa 15 ml) una volta al giorno da assumere a stomaco vuoto circa 30 minuti prima di fare colazione.

        Questo regime dovrebbe essere mantenuto per otto o nove giorni prima di effettuare il lavaggio epatico.

        Intolleranza ai Sali di Epsom

        Se siete allergici o intolleranti ai Sali di Epsom, potete usare il citrato di magnesio (anche se non è efficace come il sale inglese), che potete trovare facilmente in farmacia.

        Intolleranza all’olio di oliva

        Se siete allergici o intolleranti all’olio di oliva, potete usare l’olio puro di macadamia, l’olio di semi di uva spremuto a pressione o a freddo, l’olio di semi di girasole o altri oli spremuti a pressione. Non usate l’olio di canola, l’olio di soia o altri oli estratti con procedimenti analoghi (per ulteriori informazioni sugli oli e i grassi sani e nocivi vedi il libro dell’autore Timeless Secrets of Health and Rejuvenation). Tenete presente che l’olio extravergine di oliva sembra ancora il più efficace per il lavaggio epatico.

        Disturbi alla colecisti o la colecisti è stata asportata

        Se soffrite di disturbi alla colecisti o se questa è già stata asportata, potrebbe essere necessario assumere succo di mirtillo palustre o erba lisimachia per 2-3 settimane (circa 1 bottiglia) prima del lavaggio epatico.

        Per ulteriori dettagli fare riferimento alla sezione precedente.

        Come raccomandazione generale, potreste prendere in considerazione la possibilità di prendere un integratore biliare. La maggior parte di questi prodotti è a base di bile di bue. Se vi è stata asportata la cistifellea, potreste non riuscire più ad avere la quantità di bile necessaria alla corretta digestione dei cibi. In presenza di sintomi di diarrea riducete il dosaggio o interrompete l’assunzione.

        Consultatevi con il vostro naturopata per scegliere il prodotto più indicato.

        Soggetti che non dovrebbero utilizzare il succo di mela

        Esistono persone che potrebbero incontrare difficoltà bevendo il succo di mela nelle quantità richieste per il lavaggio epatico, ma non ne sono consapevoli: tra queste annoveriamo coloro che soffrono di diabete, ipoglicemia, infezioni da lievito (Candida), cancro e ulcere allo stomaco.

        In tali casi il succo di mela può essere sostituito con acido malico in polvere. Cercate di evitare di assumerlo in capsule, soprattutto se queste contengono altri ingredienti. L’ideale è sciogliere bene l’acido malico prima di ingerirlo.

        Il periodo di preparazione è identico a quello indicato per l’assunzione del succo di mela. Eccetto per il fatto che il litro di succo di mela al giorno viene sostituito da 1/2 o 1 cucchiaino di acido malico disciolto in 4-6 bicchieri da 33 ml di acqua tiepida, da bere in piccole quantità durante il giorno.

        L’acido malico in polvere per uso alimentare (non mescolato al magnesio o ad altri ingredienti) costa pochissimo e può essere acquistato in Internet o nei negozi di alimentazione naturale.

        Tutte le aziende vinicole lo usano per produrre il vino (vedi la sezione “Informazioni sui prodotti” in fondo al libro).

        Un’alternativa è l’erba lisimachia (gold coin grass). Seguite le istruzioni già riportate per quanti sono intolleranti al succo di mela: potete provare l’acido malico o il succo di mirtillo palustre durante un lavaggio e l’erba lisimachia in quello successivo, e vedere quale di questi funziona meglio.

        Una quarta alternativa è rappresentata dall’aceto di mele: miscelatene 1 o 2 cucchiai in un bicchiere di acqua e bevetene quattro porzioni al giorno per sei giorni.

        Mal di testa o nausea nei giorni successivi al lavaggio epatico

        Alcune tossine rilasciate da questi calcoli possono allora penetrare nel sistema circolatorio e provocare malessere.

        In questo caso, una volta concluso il lavaggio epatico, può essere utile bere circa mezzo bicchiere di succo di mela per sette giorni consecutivi o finché i disturbi non passano.

        Il succo di mela andrebbe bevuto almeno mezz’ora prima di colazione.

        Potrebbe anche essere necessaria una ulteriore pulizia del colon per eliminare i calcoli “ritardatari”.

        Come già accennato, anche il metodo di pulizia dei tessuti (acqua ionizzata) contribuisce alla rimozione delle tossine in circolo.

        Mettete un pezzetto di zenzero fresco nei thermos: bevendo quest’acqua bloccherete rapidamente la nausea.

        Malessere durante il lavaggio

        Se avete seguito scrupolosamente tutte le istruzioni fornite nelle pagine precedenti ma continuate a sentirvi male mentre praticate il lavaggio epatico, non allarmatevi pensando che qualcosa sia andato storto.

        Pur essendo una eventualità rara, è possibile vomitare o provare nausea durante la notte: questo succede quando la cistifellea espelle la bile e i calcoli biliari con una forza tale da far riaffiorare l’olio nello stomaco.

        Quando l’olio mescolato alla bile ritorna nello stomaco, è probabile provare una sensazione di nausea. In questo caso dovreste riuscire a sentire l’espulsione dei calcoli: non sarà un dolore acuto, ma solo una contrazione lieve.

        Nel corso di uno dei dodici lavaggi epatici a cui mi sono sottoposto ho passato una gran brutta notte ma, nonostante abbia vomitato la maggior parte della miscela oleosa, il lavaggio o è andato bene come tutti gli altri.

        Quando ho vomitato, l’olio aveva già compiuto il suo lavoro, cioè aveva stimolato il rilascio dei calcoli biliari.

        Se vi dovesse capitare, ricordatevi che è solo una notte di disagio, mentre per riprendersi da un intervento chirurgico convenzionale ci vogliono diverse settimane o mesi, e non è detto che negli anni a venire non si debbano provare un dolore e una sofferenza maggiori.

        II lavaggio epatico non ha dato i risultati previsti

        In alcuni casi, sebbene rari, il lavaggio epatico non dà i risultati previsti. I due motivi principali e i rimedi per tali difficoltà sono elencati di seguito.

        1. È probabile che una grave congestione nei dotti biliari epatici (dovuta alla struttura estremamente densa dei calcoli) abbia impedito al succo di mela di penetrare completamente durante il primo tentativo di lavaggio.

          Per alcuni soggetti possono essere necessari due o tre lavaggi epatici prima che i calcoli comincino a fuoriuscire.
          Anche l’olio enterico di menta piperita sotto forma di capsule è molto utile per sciogliere i calcoli biliari calcificati o ridurne le dimensioni, ma può essere difficile trovarlo puro. Spesso, infatti, è combinato con altri ingredienti e la sua efficacia può risultarne ridotta.
          Un altro metodo efficace per aiutare fegato e cistifellea durante il lavaggio e favorire il rilascio di una maggiore quantità di calcoli consiste nell’intingere un panno nell’aceto di mele caldo e applicarlo sulla zona di fegato/cistifellea durante i 20-30 minuti in cui si sta sdraiati.
          Alcune persone hanno trovato beneficio nell’uso di olio di ricino.

          Le erbe genziana cinese e bupleuro aiutano a dissolvere parte della congestione e possono preparare il fegato a un lavaggio più efficace.
          Queste erbe sono preparate sotto forma di tintura, comunemente nota come “amaro cinese” e prodotta da Prime Health Products (vedi l’elenco dei fornitori alla fine del libro).
          Il dosaggio esatto per questa tintura è da 1 cucchiaino (circa 5 ml) una volta al giorno da assumere a stomaco vuoto circa trenta minuti prima di fare colazione.
          Questo regime dovrebbe essere seguito per tre settimane prima di bere il succo di mela (o prima di utilizzare le altre alternative presentate nel paragrafo precedente).Qualsiasi reazione sgradevole legata al lavaggio scompare, solitamente, dopo tre o sei giorni e può essere ridotta al minimo seguendo il metodo di lavaggio dei tessuti che utilizza acqua calda ionizzata e tenendo il colon pulito mediante capsule di Oxyflush, Oxypowder, Colosan, o eseguendo un colema o un clistere (vedi Capitolo 5).

          Un altro metodo consiste nel bere ogni giorno per una settimana tre cucchiai di succo di limone non diluito e non zuccherato da 15 a 30 minuti prima di colazione. Il succo di limone stimola la cistifellea e la prepara a un lavaggio ancora più efficace.

        2. In molti soggetti, per esempio, il lavaggio epatico non funziona a meno che l’intestino crasso non venga prima svuotato, perché l’accumulo di prodotti di scarto e di gas impedisce alla miscela di olio di spostarsi facilmente all’interno del tratto gastro-intestinale.Nelle persone con una forte costipazione la cistifellea potrebbe aprirsi appena durante il lavaggio.
          Il momento migliore per procedere a una irrigazione del colon o per un metodo alternativo è il giorno in cui viene eseguito effettivamente il lavaggio epatico.

        Tratto dal libro “Guarire il fegato con il lavaggio epatico” di Andreas Moritz – Edizioni Macro

        Si stima che il 20% della popolazione mondiale sviluppi un certo numero di calcoli biliari nella cistifellea nell’arco della propria vitae che gran parte di queste persone scelga di fare l’asportazione chirurgica di questo importante organo.

        Leggete questo libro e capirete che la risposta è: Assolutamente sì!

        Come faccio a sapere se ho i calcoli?

        Un vecchio detto recita: «L’esperienza val più della scienza», di conseguenza l’unico modo per scoprire da soli se soffrite di calcoli biliari è sottoporvi a un lavaggio epatico: vi accorgerete che rimuovendo tutti i calcoli i sintomi della malattia andranno scomparendo e il vostro stato di salute tornerà normale.

        Il lavaggio del fegato e della cistifellea, tuttavia, non è una panacea per tutti i mali: ci sono altre cause di cattiva salute, come un’alimentazione inadeguata, abitudini irregolari legate al sonno, insufficiente esposizione alla luce del sole per ottenere la vitamina D e così via.

        Benché la maggior parte di queste cause conducano alla formazione di calcoli biliari nel fegato, occorre prendersene cura anche separatamente, altrimenti il lavaggio epatico agisce soltanto come rimedio provvisorio e non migliora significativamente la salute (vedi da pag 111).

        “Preparatevi a stare bene. Questo è molto più di un semplice libro: è un potente strumento di autoguarigione.”

        Ecco rivelata la causa di una patologia molto frequente ma poco riconosciuta: la presenza di calcoli che congestionano i dotti biliari nel fegato.

        Il fegato è l’organo responsabile della distribuzione e del mantenimento costante di “carburante” a tutto l’organismo. Agisce come una vera e propria stazione di depurazione che neutralizza gli effetti nocivi di tutto quello che ogni giorno ingeriamo.

        I calcoli biliari, formando delle ostruzioni al suo interno, possono ridurre in maniera considerevole il funzionamento del fegato ed è per questo che la loro presenza impedisce un buono stato di salute e vitalità, oltre che essere una delle maggiori cause di malattia.

        Oltre a illustrare le procedure pratiche per la pulizia di fegato, cistifellea, reni e intestino, Moritz spiega nei minimi dettagli l’origine di tutte le patologie più comuni e come prevenirle o farle regredire naturalmente.


         




Sale di Epsom: i benefici e come usarlo

I SALI DI EPSOM, O SALI INGLESI, sono tradizionalmente utilizzati per depurare il corpo, per via sia interna sia esterna

I sali di Epsom sono un rimedio naturale che può essere utilizzato per uso interno e per uso esterno, in molte situazioni. Grazie al loro spiccato effetto depurativo, diventano un toccasana per gli organi emuntori e per la pelle.

Cosa è il sale di Epsom

Su Macrolibrarsi

La sua caratteristica è quella di avere un sapore amaro e salato, mentre i cristalli possono avere un colore che varia dal bianco, al rosa, al verde a seconda dei metalli che contiene.

Diversi sono i benefici che si possono attribuire a questi sali, che sono utili per alleviare diversi disturbi di salute, fra i quali:

  • spasmi e dolori muscolari causati da carenza di magnesio,
  • rallentare il battito cardiaco accelerato,
  • emicrania,
  • calcoli al fegato,
  • accumulo di tossine,
  • stitichezza e transito intestinale rallentato,
  • dolori e gonfiori degli arti inferiori,
  • cellulite,
  • stress.

Inoltre, il sale di Epsom può dare sollievo alla pelle in caso di:

  • prurito anche causato da punture di insetti,
  • scottature,
  • irritazioni e infiammazioni.

Alcuni studi dimostrano anche che l’epsomite può essere utile in caso di infarto, malattie cardiache e diabete.

Come usare il sale di Epsom

Il sale può essere usato sia per uso interno che esterno. Ecco i modi più comuni e utili per poterlo impiegare.

Per uso esterno

Il sale di Epsom può essere usato per dei pediluvi, non solo rilassanti, ma anche per:

  • togliere dolore e cattivo odore: un pediluvio con questi sali la sera permette di alleviare i gonfiori e il dolore, soprattutto causati da cattiva circolazione e ristagno dei liquidi in eccesso. Aiuta anche a eliminare i cattivi odori e ad ammorbidire la pelle soprattutto nelle parti più secche e ruvide.

Bagno

  • 3 – Uso quotidiano di bellezza

    Il solfato di magnesio usato come cosmetico per il viso? Sì, e può essere usato per:

    • eliminare i punti neri: unite una manciata di sale di Epsom a un albume di uovo, sbattete bene e applicate sulla zona T del viso (mento, naso, fronte). Lasciate in posa per circa 15 minuti poi sciacquate con acqua tiepida.

    4 – Capelli

    Non ci crederete, ma il sale di Epsom può essere un ottimo aiuto per la cura e la bellezza della nostra chioma. Può essere usato per:

    • riequilibrare il sebo in eccesso: se avete i capelli grassi, potete provare a riportarli a un maggiore equilibrio con il solfato di magnesio, mescolandolo direttamente nello shampoo, e spalmandolo sui capelli. Aggiungete dell’aceto di mele, e lasciate in posa per 10 minuti prima di risciacquare.

    Per uso interno

    L’uso maggiore che viene fatto del sale di Epsom è legato alla pulizia del fegato attraverso il lavaggio epatico.
    In questo articolo trovate maggiori informazioni su come farlo.

    Può essere utile anche per eliminare i calcoli dal fegato (se però sono di grosse dimensioni, rischia di causare coliche) e come lassativo in caso di stitichezza.

    Poiché l’uso del sale di Epsom assunto internamente può avere complicazioni anche severe, è sconsigliato il fai da te: rivolgetevi a un operatore competente che possa seguirvi e darvi dosaggi e tempi di assunzione del sale di Epsom per trattare queste problematiche.

    Controindicazioni

    Per uso interno è sconsigliato in coloro che sono affetti da patologie renali.

     

    Sale di Epsom Biofilia

    Confezione da 500 gr in polvere

     

    AVVERTENZE

    I benefici del Magnesio Solfato (o Sale di Epsom) sono reputabili alla presenza sia del magnesio che dello zolfo in forma di solfato. Chiunque sappia di avere una intolleranza allo zolfo deve tenerne conto (Mutazione Suox)

    A causa del sapore amaro, non gradevole per tutti, esistono anche le compresse di Sali di Epsom (Magnesio solfato)
    Tenere conto che prendere i sali di Epsom costituisce anche una integrazione di magnesio a tutti gli effetti.

    Per sapere quanto magnesio elementare si integra tramite i sali di Epsom consultare le etichette e gli ingredienti riportati sulla confezione del prodotto che volete usare.

    Sali di Epsom in compresse di ECOSALUTE

    Leggi i dosaggi utili sulla confezione (max 7 cp)

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    Depurazione profonda con Il Lavaggio Epatico secondo Andreas Moritz


     




  • Magnesio Cloruro a confronto con altri tipi di magnesio

    Che cosa è il Magnesio Cloruro

    Dire Magnesio Cloruro o Cloruro di Magnesio è la stessa cosa.

    È amaro ma si può diluire e mescolare con succo di limone o altra bevanda.

    Il cloruro di magnesio (MgCl2 · 6H20) è un integratore formato dagli elementi Magnesio (Mg) e Cloro (Cl), in rapporto 1 a 2, in forma esaidrata (6 molecole di acqua per ogni molecola di MgCl2).
    Ne deriva che ogni grammo di magnesio cloruro apporta circa 120 milligrammi di Magnesio elementare. 

    Le dosi per i più esperti vanno dai 3 grammi ai 5-6 grammi al giorno senza avere problemi intestinali, per chi invece ha un intestino sensibilizzato da altri fattori, consiglio di iniziare gradualmente con pochi grammi a salire o cambiare tipo di magnesio. (il Bisglicinato, per esempio)

    tipi di magnesio

    Il cloruro di magnesio (MgCl2) è un composto chimico inorganico, costituito da un atomo di magnesio e due atomi di cloro.

    Sottoforma di magnesio cloruro esaidrato [MgCl2(H2O)6], viene usato come integratore di magnesio nei casi di carenza o aumentato fabbisogno.

    Il cloruro di magnesio è economico e vanta una buona biodisponibilità.

    Ciò significa che viene ben assorbito nel tratto digestivo, rendendolo un ottimo integratore multiuso.

    A causa del suo effetto lassativo naturale, il magnesio cloruro può anche essere usato occasionalmente a dosi più elevate per trattare la stitichezza.

    A Cosa Serve

    Funzioni del Magnesio

    Il magnesio è un minerale essenziale per molte funzioni corporee.

    Rappresenta un cofattore per oltre 600 reazioni enzimatiche: esempio, è necessario per la contrazione muscolare, la trasmissione nervosa e il normale funzionamento del sistema immunitario 1.

    Un adeguato apporto di magnesio promuove la salute generale dell’organismo e aiuta a prevenire e trattare svariati disturbi, tra cui ipertensione, malattie cardiache, diabete, sindrome metabolica, iperlipidemia, asma, sindrome premestruale, depressione, emicrania, crampi e debolezza muscolare 2.

    Usi del Cloruro di Magnesio

    Uso Del Magnesio come Integratore

    L’utilizzo primario del cloruro di magnesio in campo medico e salutistico è quello di integrare l’apporto alimentare di magnesio. In questo modo aiuta a:

    • compensare condizioni di aumentato fabbisogno.

    Prove emergenti confermano che quasi due terzi della popolazione nel mondo occidentale non raggiunge l’assunzione giornaliera raccomandata di magnesio 2. (che va dai 300 a1 400 mg)
    Alcune ricerche stimano che tra il 56% e il 68% degli americani non assume una quantità sufficiente di magnesio per coprire le dosi di assunzione raccomandate 3, 4.

    La carenza di magnesio è comune tra le persone che seguono una tipica dieta occidentale, ricca di cibi trasformati e spesso povera di alimenti come verdure a foglia verde, legumi e cereali integrali 6, 7.

    Uso del magnesio per integrare la carenza

    Per l’assunzione orale:

    Preparare il magnesio liquido in una bottiglia di vetro e mescolare 33g (5 cucchiai) con 1 litro di acqua. Conservare chiusa in luogo buio. Bere da 50 a 100ml di soluzione al giorno. È modo pratico per non preparare la soluzione di magnesio tutti i giorni, e questa dose può essere ulteriormente diluita in una bevanda a piacere. Con questo accorgimento è possibile quindi dividere in più volte la dose gionaliera permettendo una maggiore assimilazione del magnesio. Se preso in dosi maggiori può invece creare un effetto lassativo. Regolarsi di conseguenza.

    Uso come Lassativo

    Il cloruro di magnesio può anche essere usato ad alte dosi come lassativo. In questo caso, la quota non assorbita a livello intestinale richiama acqua per effetto osmotico, ammorbidendo le feci e facilitando la peristalsi.

    usati come antiacidi, in grado di ridurre efficacemente l’acidità nello stomaco 5.

    Altri usi del Magnesio Cloruro

    Bagno: aggiungere nella vasca da bagno 125g di cloruro di magnesio nell’acqua calda e immergersi per 20 minuti.

    Per l’olio di magnesio: mescolare 230ml di acqua distillata/demineralizzata con 345g di cloruro di magnesio fino a che non si dissolve. Conservare in una bottiglia ed erogare da 10 a 15 spruzzi su muscoli al giorno.

    Conservazione del Magnesio Cloruro

    Confronto con altri Integratori di Magnesio

    Soprattutto a fini promozionali, viene posta molta attenzione al tipo di sale di magnesio utilizzato per l’integrazione.

    I diversi sali di magnesio si possono dividere in due grandi gruppi:

    • “organici”, cioè legati a un composto organico (es. magnesio aspartato, magnesio lattato, magnesio citrato, magnesio bisglicinato, magnesio orotato, magnesio malato, ascorbato di magnesio ecc.)
    • “inorganici” legati a composti quali ossidi, idrossidi, solfati, cloruri e carbonati.

    A livello generale, si ritiene che i sali di magnesio organici siano leggermente più disponibili, anche se i pochi studi sull’uomo hanno portato a risultati contrastanti.

    Alcune indagini che hanno indagato l’escrezione urinaria di magnesio nell’uomo non hanno rilevato differenze significative tra i vari sali di magnesio, incluso il confronto dei sali organici con quelli inorganici 9.

    Altri studi hanno osservato una biodisponibilità leggermente migliore dei sali organici di magnesio in condizioni standardizzate 10, 11, 12, 13, 14, 15.

    Occorre comunque sottolineare che il cloruro di magnesio sembra avere una biodisponibilità comparabile ai sali organici 16, 17 18, 19, 20, 21 e comunque superiore a tutti gli altri sali di magnesio inorganici 20 (come il magnesio solfato e il magnesio ossido e idrossido).

    https://magazine.x115.it/x115/cloruro-di-magnesio/


    Traduzione di uno studio

    In questo studio vedremo come non sia importante il tipo di magnesio, ma le dosi ed il tipo di somministrazione, piccole dosi ripetute durante la giornata, piuttosto che una singola volta.

    Assorbimento intestinale e fattori che influenzano la biodisponibilità del magnesio-Un aggiornamento

    Le informazioni sulla biodisponibilità del minerale essenziale Mg2+ sono scarse.

    Obiettivo/metodo:

    Risultati:

    Mg2+ viene assorbito attraverso una via paracellulare passiva e una transcellulare attiva che coinvolge le proteine canale TRPM6/7. La biodisponibilità di Mg2+ varia entro un ampio intervallo, a seconda della dose, della matrice alimentare e dei fattori potenzianti e inibitori.

    I fattori dietetici che compromettono l’assorbimento di Mg2+ includono:

    • alte dosi di altri minerali,
    • fibre parzialmente fermentabili (ad esempio emicellulosa),
    • fibre non fermentabili (ad esempio cellulosa, lignina),
    • fitati e ossalati,

    Aumentano l’assorbimento di Mg2+

    • proteine,
    • trigliceridi a catena media e bassi
    • i carboidrati non digeribili (ad esempio amido resistente, oligosaccaridi, inulina, mannitolo e lattulosio).

    La dose di Mg2+ è un fattore importante che controlla la quantità di Mg2+ assorbito.

    In linea di principio, l’assorbimento relativo di Mg2+ è maggiore quando il minerale viene ingerito in dosi multiple e basse durante il giorno rispetto a un’unica  grande assunzione di Mg2+.

    La tipologia del sale Mg2+ appare meno rilevante di quanto spesso si pensi. Alcuni studi hanno dimostrato una biodisponibilità leggermente superiore dei sali organici Mg2+ rispetto ai composti inorganici in condizioni standardizzate, mentre altri studi no.

    Conclusione:

    A causa della mancanza di test standardizzati per valutare lo stato del Mg2+ e l’assorbimento intestinale, non è chiaro quale forma di legame del Mg2+ produca la massima biodisponibilità. La dose di assunzione di Mg2+ combinata con lo stato di Mg2+ endogeno è più importante. Poiché il Mg2+ non può essere immagazzinato ma solo trattenuto per il fabbisogno attuale, un maggiore assorbimento è solitamente seguito da una maggiore escrezione del minerale.


  • Suggerimenti per gli integratori di MAGNESIO
  • I dosaggi del Magnesio in milligrammi
  • Opere selezionate del dottor Mildred Seelig, noto ricercatore e revisore del magnesio
  • Qualora l’intestino fosse molto irritato tanto da rendere difficile l’integrazione del magnesio si può procedere con l’applicazione di olio di magnesio sulla pelle poiché viene assorbito per via transcutanea.

    Ricordo che l’intestino sensibile va curato e che la reazione eccessiva al magnesio (qualsiasi sia il tipo) non è dovuta ad una azione irritante del magnesio, ma al dosaggio troppo alto usato che da il segnale all’intestino di avere reggiunto la saturazione. Per questo si consiglia di curare l’intestino tramite una dieta priva di cibo infiammante e prendere il magnesio a piccole dosi ripetute.

    Glutammina– Muscoli e benessere intestinale

    Se vuoi iniziare da subito a sperimentare i benefici del Magnesio Cloruro potrebbe interessarti anche questo suggerimento

    Magnesio Cloruro Prinfit  – in polvere da 1 kilo – Dosaggio minimo 3 grammi di polvere al giorno in acqua con aggiunta di limone perché è amaro, oppure aggiunto alla soluzione di Ascorbato di sodio, o ad un succo.

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    Il Cloruro di Magnesio nella Prevenzione e Cura delle Malattie Infettive e Degenerative — Libro

    Raul Vergini

    Un aiuto naturale per contrastare le malattie infettive e degenerative: il Cloruro di Magnesio.

    profitto. Il “giro di denaro” sviluppato attorno a medicinali, apparecchi, vaccini, “ricerche” e “associazioni per la ricerca… (di soldi)” è impressionante.

    l’impiego del Cloruro di Magnesio.


    Consigli utili

    Se il magnesio Cloruro vi risultata troppo amaro aggiungevi un succo di metà limone o altri succhi. Lo trovo anche molto buono con il latte di mandorla, che anzi, secondo me ne esalta il sapore.

    Se vi crea subito il fenomeno di sensibilità intestinale, e da diarrea, non vuol dire che avete raggiunto la saturazione cellulare di magnesio, ma probabilmente avete una irritazione di base all’intestino, e che vi consiglio di indagare e scoprire quale cibo irrita, intanto se volete lo stesso assumere Magnesio cloruro, il mio consiglio è di suddividere la porzione in più dosi giornaliere. Leggi I dosaggi del Magnesio in milligrammi e troverai altri consigli utili.

    Fra tutti i tipi di magnesio che ho provato sono ritornata al Magnesio Cloruro perché è molto efficace ed è il più economico, un aspetto da non sottovalutare perché di magnesio abbiamo bisogno in modo costante adesso e per tutta la vita, finché un giorno (forse) non rivedremo di nuovo le nostre colture ritornare sane e ricche di nutrienti.

    leggi anche questo articolo-raccolta dal blog Vitamineral È proprio necessario integrare vitamine e minerali alla nostra alimentazione?


     




    L’azione antibiotica del Magnesio Cloruro
    Considerazioni del Dr. Claudio Sauro

    Dal post del dr Sauro sul Magnesio Cloruro:

    Perché usare il Magnesio Cloruro

    • anti aterosclerotico;
    • riduce pure l’omocisteina che ultimamente viene considerata ancora più importante del colesterolo per la genesi dell’aterosclerosi;
    • Predice eventi neurologici. È un sedativo ed un antiepilettico dei più efficaci, questo forse anche perché regola quasi tutte le catene enzimatiche cellulari

    • Riduce l’intenso stress psico-fisico e la sindrome da stanchezza cronica;
    • Interviene nel metabolismo degli ormoni tiroidei. Regolarizzandoli, perché regolarizza alcune catene enzimatiche che producono gli ormoni tiroidei

    La cosa peggiore che potevano fare nei reparti di Cardiologia e Malattie Cardiovascolari è stata la riduzione del Sale da Cucina.
    In questo modo si creano degli squilibri elettrolitici gravissimi che causano infiammazione e non fanno altro che aggravare le malattie cardiovascolari. Bisogna salare normalmente, un eccesso di sale da cucina aumenta in modo minimale la pressione sanguigna (ma possibile che i nostri Cardiologi non leggano gli studi che sono stati fatti?) Dr. Claudio Sauro

    Aggiungo che per saporire i cibi in modo equilibrato bisogna usare un sale Marino integrale che contenga tutti i sali minerali in equilibrio fra loro.

    ad esempio questo:

    Sale Integrale Trapani

    nella versione sale grosso e sale fino

     

     

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    Istruzioni per la preparazione di Magnesio Cloruro Liquido

    Per praticità, e per non sentire troppo il sapore amaro del magnesio cloruro, che a qualcuno non piace, consiglio di diluire 30-50 grammi di polvere di M.Cloruro in 1 litro di acqua e consumarne una-due tazzine circa durante la giornata (circa 100 ml), così facendo avrete una soluzione già pronta che potrete diluire ulteriormente in qualsiasi bevanda preferite.

    È importante distribuire il magnesio durante la giornata perché se lo prendete in una unica somministrazione è più facile avere un effetto lassativo.

    Se proprio non accettate la polvere di Magnesio Cloruro usatelo in capsule Magnesio Cloruro Dr. Pock

    Il Magnesio cloruro può essere usato anche sulla pelle per dolori e massaggi o per varie problematiche cutanee e viene assorbito attraverso la pelle, Leggi come preparare l’Olio di magnesio a casa.

    È quindi indicata il massaggio sulla pelle con olio di magnesio in tutti quei casi di ipersensibilità intestinale. Tuttavia c’è una testimonianza interessante che riguarda l’assunzione di Magnesio Cloruro in una persona con intestino irritabile.

     

     

     

     

     

     


    CLORO E VITA (Dr. Claudio sauro)

    Tutte le forme di vita terrestri hanno avuto origine negli oceani e quasi tutti gli organismi viventi hanno bisogno di sale per sopravvivere.
    Oltre 2.400 composti naturali a base di cloro permettono agli organismi viventi, da quelli più semplici come alghe, funghi e batteri, a quelli più complessi come piante e mammiferi, di espletare le loro funzioni vitali e di compiere processi di trasformazione. Ad oggi si sa che funghi e piante terrestri producono oltre 300 diversi composti clorurati, che vanno dal cloro al metano rilasciato dai funghi che decompongono il legno ai complessi clorurati di poliacetilene formati dalle piante della famiglia Aster.

    Il cloro è considerato, assieme a ferro e zinco, uno dei sette micronutrienti indispensabili per le piante terrestri e acquatiche e svolge un’importante funzione nei meccanismi di fotosintesi clorofilliana e di osmosi (movimento di acqua o soluti nelle cellule), la bilancia ionica necessaria alle piante per captare gli elementi minerali. Sintomi di mancanza di cloro includono avvizzimento, radici tozze, clorosi (ingiallimento) e tendenza al color bronzo. In alcune piante possono diminuire gli odori.

    Nel corpo umano il cloro occupa il decimo posto per quantità tra i 15 elementi che ne costituiscono il 99,5% della massa.

    Cloruro di sodio e, in misura minore, cloruro di potassio, sono sali minerali nutrienti.

    Il 70% del cloro si trova nel liquido extracellulare, sotto forma di ione cloruro (Cl-) il rimanente si ritrova a livello del tessuto osseo e dei denti, nel tessuto connettivo e nel liquido intracellulare.

    Lo ione cloruro svolge un ruolo importante

    • nella regolazione della pressione arteriosa,
    • È MOLTO RECENTE POI LA SCOPERTA CHE I GLOBULI BIANCHI POSSONO SVOLGERE LA LORO IMPORTANTE FUNZIONE FISIOLOGICA DI DIFESA ANCHE GRAZIE ALLA PRESENZA DI CLORO (CL2) E ALTRI COMPOSTI DEL CLORO ALTAMENTE REATTIVI.

      In alcuni studi effettuati sugli animali, la carenza di cloro ha dimostrato un ritardo nella crescita. Se il cloro non viene incluso nel latte in polvere per i bambini, si possono manifestare alcalosi metabolica, ipovolemia (diminuzione del volume di sangue circolante) e perdita di potassio nelle urine. Possono presentarsi anche difetti psicomotori e perdita della memoria. Tutti questi sintomi spariscono se il cloro viene reincluso nella dieta.

      Questo ci dice anche l’importanza di salare in modo giusto gli alimenti.

      Nota:

      Non serve integrare solo il cloro, casomai fosse una vostra domanda, serve solo condire gli alimenti nel modo giusto e cioè con un sale Marino Integrale ed usare il Cloruro di Magnesio come integrazione costante a vita.


      AZIONE ANTIBIOTICA DEL CLORURO MAGNESIO

      Del Dr. Claudio Sauro

      Volevo ricordare un episodio che ho già riferito e mi pare particolarmente importante:

      E’ incredibile come il caso del Dott. Neveu sia caduto completamente nel dimenticatoio. Riporto il testo per intero:

      Il dott. Neveu, nel 1932, utilizzò in un caso di difterite una soluzione di cloruro di magnesio nel tentativo di ridurre il rischio di reazione allergica al siero antidifterico che avrebbe poi somministrato, poiché Delbet aveva dimostrato che la soluzione poteva ridurre la risposta allergica. Quando il giorno dopo arrivarono dal laboratorio le risposte delle analisi che confermavano la difterite, e quindi prima di aver somministrato il siero, Neveu si accorse con grande stupore che la bimba era già perfettamente guarita. Dopo questo caso ne trattò altri 5 nei mesi successivi, e tutti guarirono perfettamente.
      Negli anni seguenti tratta oltre 60 casi, tutti guariti senza dover mai utilizzare il siero antidifterico. Allora pubblica su una rivista medica un paio di articoli sul trattamento della difterite ed alcuni colleghi lo provano e ne confermano gli ottimi risultati.
      Nel 1943 Neveu si accorge che oltre alla difterite il cloruro di magnesio era in grado di guarire anche l’altro grande flagello di quegli anni, la poliomielite. Allora cerca di ottenere una ufficializzazione del metodo, presentandolo all’Accademia di Medicina e si rivolge a Delbet che ne era membro.
      Ma l’Accademia rifiuta a Delbet il permesso di effettuare la comunicazione a nome di Neveu in quanto questi non è membro dell’Accademia (cosa che in altre occasioni era stata fatta senza problemi).
      Allora Delbet decide di presentarla a suo nome ma anche qui con mille scuse gli viene negato il permesso di parlare.
      Dopo lunghe e accese discussioni gli viene concessa la parola ma la sua relazione non verrà mai pubblicata sul bollettino dell’Accademia. Alle proteste di Delbet viene risposto ufficialmente che Facendo conoscere un nuovo trattamento contro la difterite verrebbero impedite le vaccinazioni, mentre l’interesse comune è di generalizzare le vaccinazioni stesse”.

      Che dire, il Dott.Neveu ha trattato 66 casi di difterite con il cloruro di magnesio a dosi presumibilmente indicati dal Medicamenta (1-2 gr/die per i bambini), tutti guariti.

      perfino nella poliomielite facendo a meno del vaccino.
      Cosa che ovviamente gli è stata negata.
      Questo fa presuppore che il Cloruro di Magnesio abbia una potente azione antibiotica, non dimentichiamoci che il C. Diphtherie, finora è guarito solo con la penicillina ad alte dosi e con la tetraciclina, non solo, ma crea facilmente resistenze (ed è per quello che si fa il vaccino).

      Se il Cloruro di Magnesio agisce così bene sul C. Diphtherie è presumibile che agisca anche su altri batteri soprattutto Gram Positivi, è cioè staffilococchi e streptococchi, pneumococchi ecc.
      Probabilmente il batterio non riesce a dare resistenze, perchè a differenza della penicillina e della tetrociclina (che sono molecole complesse) è una molecola estremamente semplice, composta solo da Cloro e da Magnesio.

      Ma io mi sono chiesto, è il magnesio che ha questa azione antibiotica, o il cloro che si libera nella scissione della molecola (che avviene sempre nei liquidi organici) o è il sale in toto che ha una potente azione antibiotica?

      I sali semplici di magnesio, come il carbonato, il pidolato ed il citrato non hanno azione antibiotica, ed i sali semplici di cloro non hanno azione antibiotica, pertanto deve essere il Cloruro di Magnesio in toto che ha un azione antibiotica con meccanismo tuttora sconosciuto.

      Io potrei avanzare un ipotesi, e cioè che il Cloruro di Magnesio si scinde in Cloro e Magnesio soprattutto nei siti infiammati, ed è li che il Cloro si concentra esercitando una potente azione antibiotica. Non vedo altra spiegazione. Se a qualcuno viene in mente un altra idea , che la dica.
      faringiti e nelle tonsilliti
      , a differenza dei soliti antibiotici che fanno sempre meno, poi faccio una statistica e vi saprò dire.

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      Olio di magnesio sulla Pelle

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      Assorbire Magnesio attraverso la pelle




    La Vitamina D e le sinergie con altre vitamine e minerali

    SINERGIE della Vitamina D con altri integratori:

    Magnesio, Vitamina K2, Vitamina A, Boro, Omega 3, Vitamina B2, Zinco

    SINERGIA è il rapporto tra elementi o forze operanti al conseguimento di uno stesso fine.
    • in farmacologia, sinergismo di più molecole atte ad uno scopo comune. Quindi sinonimo di Sinergia è COLLABORAZIONE.
    • L’integrazione con una singola vitamina rischia di metterla fuori equilibrio con i suoi partner sinergici, ovvero le integrazioni di un singolo nutriente per un lungo periodo tende a creare carenza di altri elementi suoi cofattori.

    I benefici degli apporti nutrizionali delle vitamine liposolubili D, A e 2 con Magnesio e Zinco

    Punti salienti

    • Le vitamine A, D e K cooperano sinergicamente non solo l’una con l’altra, ma anche con minerali essenziali come il magnesio e lo zinco, con grassi dietetici e con fattori metabolici chiave come il biossido di carbonio e l’ormone tiroideo. Questo livello di complessità ci ricorda che è meglio cooperare con la saggezza della natura ottenendo vitamine attraverso cibi ricchi di sostanze nutritive
    • Le vitamine A, D e K2 interagiscono sinergicamente per supportare la salute immunitaria, fornire una crescita adeguata, sostenere ossa e denti forti e proteggere i tessuti molli dalla calcificazione.
    • Il magnesio è richiesto per la produzione di tutte le proteine, comprese quelle che interagiscono con le vitamine A e D
    • Molte delle proteine ​​coinvolte nel metabolismo della vitamina A e i recettori per entrambe le vitamine A e D funzionano correttamente solo in presenza di zinco.
    • Il grasso alimentare è necessario per l’assorbimento delle vitamine liposolubili.

    Di Christopher Masterjohn – Storia della Vitamina K

    • La vit. D, il Magnesio e la Vit.K2 come lavorano insieme?
    • questo articolo lunghino, ma comprensibile anche ai non addetti, si avranno tutte le risposte su come incrementare calcio nelle ossa. Si, il tema è l’Osteoporosi, ma serve leggerlo se volete capire attraverso il “Paradosso del Calcio” in che modo lavorano Vitamina D3, K2 e Magnesio.
    • Video interessante sulla glicemia, scoprirete che la vit. D3 e la vit. K2 hanno un ruolo molto importante anche in questo campo.

    Magnesio e Vitamina D

    Il motivo essenziale per cui indichiamo di assumere Magnesio quando si integra la vitamina D è che

    VITAMINA K2-MK7 (MENAKIONE)

    Raccolta articoli e link sulla Vitaina K2

    La Vitamina D necessita della vitamina K2, la spazzina delle arterie

    L’importanza di assumere Vitamina K2La Sinergia fra vitamina D3 e K2

    Uso corretto del calcio: vitamina K2 come promotore della salute ossea e cardiovascolare


    Vitamina A

    Effetti delle vitamine sul sistema immunitario: le vitamine A e D sono protagoniste


    L’importanza del Boro

    Il boro migliora l’assorbimento del magnesio e può aiutare i no-responder alla vitamina D – agosto 2015

  • può aiutare a migliorare gli effetti avversi degli agenti chemioterapici tradizionali.
  • In nessuno dei numerosi studi condotti fino ad oggi, tuttavia, gli effetti benefici del boro si manifestano con assunzioni inferiori a 3 mg/die. Non sono stati stabiliti fabbisogni medi stimati (EAR) o quantità di riferimento dietetiche (DRI) per il boro solo un livello di assunzione superiore (UL) di 20 mg/die per individui di età = 18 anni.
    sta consumando una dieta priva di frutta e verdura ed è a rischio o potrebbe sviluppare:

    • cancro a Seno, prostata, o polmoni.

    Questo ed altro in 22 articoli sul Boro che troverete sul più grande database VitaminD Wiki.

    Informazioni sul, Boro importantissimo cofattore di Vitamina D


    Omega 3

    3 e serotonina: qual è la relazione?

    VITAMINA B2

    È nuovissima la nozione che la vitamina B2 può agire da antiinfiammatorio indiretto, condizionando il metabolismo della vitamina D.

    Era già da tempo noto che la carenza di riboflavina negli animali, faceva abbassare anche i livelli plasmatici della 25-idrossi-D, ma non se ne conosceva la ragione. Nell’uomo, l’integrazione nella dieta di vitamina B2 innalza le concentrazioni di vitamina D, che ha un effetto antiinfiammatorio anche sul tessuto nervoso.

    In questo modo, si potrebbe ipotizzare che coloro che soffrono di emicrania potrebbero in realtà avere una carenza di vitamina B2 o di vitamina D nel sangue. Sono ipotesi da vagliare, ma resta di fatto che due disturbi invalidanti come il Parkinson e l’emicrania possono ausiliare di una sostanza del tutto naturale. E che va a correggere un disturbo patogenetico di fondo, cosa che non tutti i farmaci sono in grado di fare.

    La riboflavina (Vit B2) protegge dalla neurotossicità innalzando le concentrazioni di vitamina D

    L’importanza dell’attività fisica

    • Esercizio Fisico per fortificare le ossa ed evitare l’Osteoporosi
    • PATOLOGIE DOVUTE A CARENZA DI VIT. D

      Siti Utili

      • Sul sito Vitamina D Council il dr . John Cannel dal 2003 risponde alle domande dei pazienti e dei colleghi su molti casi di malattie e supplementazione di Vitamina D. Potete leggerli qui (ma necessita traduzione)
      • Sul sito Vitamin D Wiki troverete qualsiasi argomento riguardante la vitamina D. E’ un grande contenitore di dati solo sulla vit D, tutti gli argomenti e le malattie sono corredate di riferimenti scientifici a studi. (attivare il traduttore)
      • GrassrootsHealth GrassrootsHealth è un’organizzazione di ricerca sulla sanità pubblica senza fini di lucro dedicata a trasferire i messaggi di salute pubblica relativi alla vitamina D dalla ricerca alla pratica. Ha un panel di 48 ricercatori senior di vitamina D provenienti da tutto il mondo che contribuiscono alle sue operazioni. GrassrootsHealth sta attualmente conducendo la sperimentazione sul campo d’azione D * per risolvere l’epidemia di carenza di vitamina D in tutto il mondo. Sotto l’ombrello d’azione D *, ci sono anche programmi mirati per la prevenzione del cancro al seno e un programma “Proteggi i nostri bambini ADESSO!” Per fermare la carenza di vitamina D da dove inizia, in utero.