Ruolo dei nutrienti per la salute delle orecchie e miglioramento degli Acufeni

Trattamenti alternativi dell’acufene: medicina alternativa

“Poiché la medicina occidentale è rimasta ampiamente infruttuosa nel trattamento dei sintomi dell’Acufene, molti medici e pazienti si sono rivolti a opzioni terapeutiche alternative per ridurre la sofferenza dei pazienti e migliorare la loro qualità di vita.

Sebbene la ricerca nella medicina complementare/integrativa continui ad essere scarsa e inconcludente , gli studi puntano verso gli effetti positivi dell’agopuntura, dei rimedi erboristici, degli integratori alimentari, degli antiossidanti, della melatonina e dell’ipnosi sull’acufene.

Sebbene l’efficacia di questi trattamenti sia incoerente e possa dipendere dalle circostanze specifiche del paziente, gli studi riconoscono che ogni trattamento vale la pena provare alla luce dei potenziali benefici essendo non invasivo e ben tollerato.”

Quindi abbiamo trovato alcuni studi sui seguenti integratori di vitamine, minerali ed amminoacidi:

  • Potassio
  • Magnesio
  • Zinco
  • Vitamina A (beta-carotene)
  • Vitamina B-12
  • Vitamina C
  • Vitamina D
  • Folati
  • Taurina

Consigliamo, per nostra esperienza, di non ricorrere ad integratori multivitaminici, specie se indirizzati proprio al disturbo degli Acufeni poiché non garantiscono i dosaggi di efficacia. Benché sembrino così comodi da assumere, è meglio usare integratori singoli per ciascun nutriente, a garanzia di maggiore efficacia e con migliori speranze di attenuare i disturbi dell’orecchio.

La serie di soluzioni nutraceutiche che andiamo a presentarvi sono già in parte vitamine e minerali che usiamo per mantenimento della salute in generale. Per chi si approccia per la prima volta alle integrazioni può sembrare una novità, ma è essenziale capire che più integratori lavorano meglio assieme. Quindi affidarsi solo ad una vitamina o un minerale per migliorare gli acufeni, non è una buona strategia.

È bene sapere che la carenza di vitamine e minerali colpisce in ogni distretto del corpo e proprio gli organi più piccoli con microcircolazione, sono i primi a risentirne.

Vitamite e integratori: i benefici per le orecchie

Tratto da Amplifon

Minerali per la salute delle orecchie

come la perdita dell’udito legata all’età, le infezioni dell’orecchio e il tinnito (ronzio nelle orecchie). Ecco uno sguardo più da vicino ad alcuni di questi minerali.

MAGNESIO

Il Magnesio previene i danni all’orecchio interno

Magnesio può svolgere un ruolo importante nel proteggere le nostre orecchie dagli effetti dannosi del rumore. I suoni forti stimolano la produzione di molecole di radicali liberi nel nostro orecchio, che danneggiano le delicate cellule ciliate dell’orecchio interno. Poiché queste cellule ciliate sono necessarie per trasmettere il suono dall’orecchio al cervello, questo danno può portare alla perdita dell’udito indotta dal rumore.

POTASSIO

Il Potassio aiuta a convertire il suono

ZINCO

Lo Zinco combatte i batteri e i virus

Nota: Controllate il vostro medico prima di aggiungere un supplemento di Zinco alla vostra routine, soprattutto se prendete antibiotici o diuretici, perché lo Zinco può interagire negativamente con questi tipi di farmaci.

Vitamine per la salute dell’orecchio

FOLATI

Folati per combattere i radicali liberi

tasso più lento di perdita dell’udito.

L’attività dei radicali liberi può ridurre il flusso di sangue all’orecchio interno e danneggiare le delicate cellule sensoriali del nostro orecchio, necessarie per un udito sano. E una volta che queste cellule sono distrutte, non possono ricrescere.

VITAMINA D

La vitamina D mantiene forti le ossa dell’orecchio

VITAMINA A e C

Il Magnesio con le vitamine A e C

aiutare a prevenire i danni all’udito indotti dal rumore.

Il legame tra il tinnito e le vitamine

carenza di vitamina B12 hanno sperimentato un miglioramento significativo dopo aver ricevuto iniezioni intra-muscolari della vitamina. Lo Zinco è un altro nutriente che a volte viene propagandato per migliorare i sintomi dell’acufene, ma gli studi non sono riusciti a dimostrare un legame significativo tra l’integrazione di Zinco e il sollievo dall’acufene.

Amminoacidi ed Acufeni

TAURINA

Parliamo della Taurina.

invertire la perdita dell’udito biologico. I danni alle orecchie si verificano nelle cellule nervose responsabili della conversione del suono in segnali elettrici che il cervello può interpretare. Queste cellule nervose dipendono dalla circolazione del calcio per funzionare bene. Quando questa circolazione di calcio si riduce, la Taurina aiuta a ripristinarla e a mantenerla a livelli ottimali.

  • – https://doi.org/10.1016/j.heares.2010.09.0

Altri studi sull’Acufene


Riuscire a dormire con Acufeni

Utilizzare erbe calmanti e sedative finche non riuscite a gestire l’Acufene o migliorarlo con itegratori e strategie proposte.

Quindi saranno utili: Valeriana, Biancospino, Passiflora, Tiglio ecc…


CHE COS'è L'ACUFENE

Dalla pagina Acufene.it (tutto quello che devi sapere sul fischio all’orecchio)

L’acufene viene scientificamente definito come la percezione di un suono in assenza di stimoli esterni. Circa il 20% della popolazione mondiale lo ha avvertito almeno una volta mentre il 2% ne soffre.  Le cause responsabili della genesi di tale fastidio possono essere molteplici e anche molto sfumate.

Diversi elementi sono chiamati in causa come possibili fattori scatenanti tra cui patologie occlusive dell’orecchio esterno, alcuni trattamenti farmacologici, esposizione a rumori intensi, disturbi dell’articolazione temporomandibolare, processi di invecchiamento delle strutture recettoriali dell’orecchio interno, alimentazione, probabilmente tutti coinvolti con importanze diverse, nella genesi dell’acufene, motivo per cui si parla di “patogenesi multifattoriale”.


VITAMINA B12

Acufene e vitamina B12

Come noto l’acufene è una percezione uditiva la cui esatta origine e natura è sconosciuta: può derivare da una sorgente o da un punto trigger nella coclea, nel tronco cerebrale o in altri centri e punti dove non è però presente alcun generatore acustico rilevabile.

Fra i modelli più accreditati c’è quello formulato dal neurofisiologico Jastreboff che considera l’acufene una percezione sottocorticale e il risultato dalla trasformazione di una debole attività neuronale.

17 persone sono risultate carenti di vitamina B12 (42,5%), considerando quali valori normali 250 pg/ml. Dall’analisi dei risultati è emerso che i pazienti carenti di vitamina B12 trattati con questa hanno registrato miglioramenti statisticamente significativi dei punteggi, sia di quello relativo al tinnito misurato con questionario, sia di quelli relativi alla gravità del disturbo misurato con scana analogica visiva (VAS).

I risultati di questo studio supportano l’ipotesi che la correzione di un’eventuale carenza di vitamina B12 può migliorare l’acufene.


STRATEGIE PER L'ACUFENE

Come Curare l’Acufene in Modo Naturale

Importanza di una Dieta Equilibrata

come curare l'acufene in modo naturale

Una dieta ben bilanciata non solo promuove la salute generale ma può anche influire sulle condizioni dell’acufene. L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nel modulare il nostro stato di salute, e alcuni nutrienti specifici hanno mostrato la capacità di influenzare positivamente i sintomi dell’acufene.


CONSIGLI ALIMENTARI

Cosa non mangiare per gli acufeni?

Nella gestione dell’acufene, la dieta gioca un ruolo cruciale. Alcuni alimenti e sostanze possono, infatti, esacerbare i sintomi, rendendo fondamentale conoscerli e possibilmente evitarli. Tra questi, gli alimenti ricchi di sale sono in cima alla lista. Un’eccessiva assunzione di sale può portare ad un aumento della pressione sanguigna, che a sua volta può aggravare i sintomi dell’acufene. Allo stesso modo, alimenti contenenti alti livelli di zuccheri raffinati possono alterare i livelli di zucchero nel sangue e peggiorare i sintomi.

Altri stimolanti come la caffeina e l’alcol sono noti per influenzare negativamente l’acufene. La caffeina, in particolare, può stimolare l’attività nel cervello in modo che possa aumentare la percezione dei suoni dell’acufene. Analogamente, l’alcol, alterando il flusso sanguigno nell’orecchio interno, può intensificare i sintomi. È quindi consigliabile limitare il consumo di caffeina e alcol per coloro che cercano di gestire l’acufene in modo più efficace.

È inoltre importante considerare gli alimenti che possono innescare reazioni allergiche o sensibilità, poiché queste condizioni possono contribuire alla comparsa o all’aggravamento dell’acufene. Alimenti come i latticini o il glutine, per esempio, possono essere problematici per alcune persone. Monitorare la propria risposta a questi alimenti e regolare la dieta di conseguenza può offrire un certo sollievo dai sintomi dell’acufene.

Cosa bere per acufeni?

bere abbondante acqua durante il giorno può aiutare a ridurre i sintomi dell’acufene, mantenendo il corpo e le vie circolatorie ben idratate. Questo è particolarmente importante dato che anche una lieve disidratazione può peggiorare i sintomi.

Le tisane, in particolare quelle con proprietà rilassanti e anti-infiammatorie come la camomilla o lo zenzero, possono offrire sollievo. Queste bevande non solo promuovono il rilassamento, ma possono anche avere effetti positivi sulla circolazione, potenzialmente benefici per chi soffre di acufene.

Alcuni studi suggeriscono che il tè verde, ricco di antiossidanti, può avere effetti benefici. Gli antiossidanti nel tè verde possono proteggere le cellule dell’orecchio interno e migliorare la circolazione, possibilmente aiutando a ridurre i sintomi dell’acufene. Tuttavia, dato il contenuto di caffeina nel tè verde, il suo consumo dovrebbe essere moderato, specialmente per coloro sensibili agli stimolanti.

I frullati di frutta e verdura possono essere un ottimo modo per integrare la propria dieta con nutrienti essenziali che possono supportare la salute dell’udito e ridurre l’infiammazione, fattori chiave nella gestione dell’acufene. Scegliere ingredienti ricchi di magnesio, potassio e antiossidanti può fornire un contributo positivo alla riduzione dei sintomi.

Il Ruolo del Magnesio nella Dieta

Alimenti ricchi di magnesio, come verdure a foglia verde, noci e semi, sono stati collegati a una riduzione dei sintomi dell’acufene. Il magnesio, un minerale essenziale, svolge un ruolo vitale in numerosi processi corporei, compresa la funzione nervosa e la circolazione sanguigna. Integrare la propria dieta con cibi ricchi di magnesio può non solo contribuire a una salute generale ottimale ma anche offrire un sollievo specifico per chi soffre di acufene.


L’Impatto degli Stimolanti

Evitare stimolanti come caffeina e alcol può anche essere benefico, poiché possono aggravare i sintomi dell’acufene. Queste sostanze possono influire negativamente sulla qualità del sonno e aumentare i livelli di stress, creando un circolo vizioso che può peggiorare la percezione dell’acufene. Ridurre o eliminare questi stimolanti dalla propria dieta può contribuire significativamente a gestire i sintomi dell’acufene, portando a una migliore qualità della vita.

Uso di Integratori e Erbe Naturali

L’approccio alla cura dell’acufene attraverso integratori naturali ed erbe è una via esplorata con interesse crescente. Questo metodo si basa sulla premessa che alcuni supplementi possono influenzare positivamente la circolazione sanguigna e l’equilibrio nutrizionale del corpo, offrendo potenziali benefici per coloro che soffrono di acufene. Tra i più discussi vi sono il Ginkgo biloba e lo Zinco, entrambi noti per le loro proprietà uniche che potrebbero contribuire alla gestione dei sintomi dell’acufene.


GINKGO BILOBA

Ginkgo biloba

Il Ginkgo biloba è celebre per la sua capacità di migliorare la circolazione sanguigna, particolarmente verso il cervello e le estremità del corpo. Questa erba, usata per millenni nella medicina tradizionale cinese, si pensa abbia effetti positivi anche sulla circolazione nell’orecchio interno, luogo chiave nella percezione dell’acufene.

Alcuni studi suggeriscono che il Ginkgo biloba possa ridurre i sintomi in alcuni pazienti, anche se la ricerca è ancora in fase di approfondimento. Importante è consultare il proprio medico prima di iniziare qualsiasi integrazione, per assicurarsi che non ci siano interazioni con altri farmaci in uso.


ZINCO

Zinco

L’importanza dello Zinco nella salute dell’orecchio è ben documentata, con una carenza di questo minerale che può essere correlata a casi di acufene. Lo Zinco svolge un ruolo cruciale in molteplici processi cellulari, compresa la neurotrasmissione, e il suo apporto adeguato può contribuire al benessere dell’udito.

Integratori di Zinco possono quindi essere considerati come parte di un approccio di cura, specialmente per coloro la cui dieta potrebbe non fornire quantità sufficienti di questo nutriente essenziale. Come sempre, è vitale discutere di questa integrazione con un professionista della salute, per assicurarsi che gli integratori di Zinco siano una scelta sicura e appropriata basata sul proprio stato di salute e storia medica.


TERAPIE DEL SUONO

Terapie del Suono e Ambienti Acustici

La terapia del suono rappresenta una frontiera promettente nel trattamento dell’acufene, sfruttando il potere dei suoni esterni per modificare la percezione del disturbo o per mascherarlo completamente. Tale approccio, altamente personalizzabile, spazia dall’uso di apparecchi acustici a generatori di suono bianco, fino a includere app mobili specificamente sviluppate per chi soffre di acufene. Queste tecnologie non solo offrono un sollievo immediato dal ronzio costante ma possono anche, nel tempo, aiutare il cervello a “riconfigurarsi”, riducendo così la percezione dell’acufene.

  • Il ricorso a suoni di fondo, quali il rumore bianco o i suoni rilassanti della natura, emerge come una strategia efficace per mascherare l’acufene. Questo metodo si basa sul principio della distrazione sonora, che può aiutare a ridurre l’impatto del ronzio o del fischio all’interno dell’orecchio, migliorando la concentrazione e favorire il rilassamento. Suoni come il mormorio di un ruscello, il fruscio delle foglie o la pioggia delicata possono creare un ambiente acustico più piacevole, che aiuta a distogliere l’attenzione dai sintomi dell’acufene.
  • L’impiego di apparecchi acustici può rivelarsi particolarmente utile quando l’acufene è accompagnato da perdita dell’udito. Questi dispositivi non solo amplificano i suoni esterni, ma possono essere programmati per generare specifici suoni di mascheramento che aiutano a neutralizzare il suono dell’acufene. In questo modo, gli apparecchi acustici possono facilitare una doppia funzione: migliorare la capacità di udire l’ambiente circostante e contemporaneamente ridurre la percezione dell’acufene, offrendo un significativo sollievo ai pazienti.

Fonte articolo:

CONDROITINA, UNO STUDIO SPERIMENTALE

Supplementazione magnesio e condroitina solsfato: nuovo protocollo farmacologico per l’acufene




Amminoacidi Ramificati (BCAA) Quali sono e a che cosa servono

BCAA (Branched-Chain Amino Acid), o aminoacidi ramificati, sono 3 ed apportano benefici importanti. Scopri quando e come assumerli al meglio in base a quelli che sono i tuoi obiettivi.

Indice

BCAA cosa sono

Gli aminoacidi BCAA o “Branched-Chain Amino Acid” sono aminoacidi a catena ramificata e devono il loro nome alla complessa struttura chimica che li contraddistingue. Sono tre: Valina, Isoleucina e Leucina, e devono essere introdotti attraverso l’alimentazione perché non vengono prodotti dal nostro corpo1.

BCAA a cosa servono

La loro funzione è molteplice: concorrono, insieme a tutti gli altri aminoacidi essenziali EAA, all’accrescimento tissutale ma non solo, infatti, ricoprono un ruolo centrale nell’azione anti-catabolica ed energetica, contrastando in ultimo la formazione di acido lattico. Risultano essere un’importante fonte di energia alternativa, a cui l’organismo attinge in maniera importante solo durante sforzi molto intensi e prolungati.

Aminoacidi ramificati quali sono

I BCAA o aminoacidi ramificati sono 3: LEUCINA, ISOLEUCINA e VALINA. Scopriamoli insieme nel dettaglio.

La Leucina

La leucina ha un ruolo importante per la crescita e la resistenza muscolare, stimola infatti la sintesi proteica (MPS) e sostiene il metabolismo nei momenti di digiuno. (13) I cibi nei quali è contenuto questo aminoacido sono: latte, uova, mais e pollo.

Gli integratori che contengono leucina sono consigliati essenzialmente a due categorie si sportivi:

Possiamo quindi considerare la Leucina come il principale kickstarter della sintesi proteica12.

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Isoleucina

L’isoleucina è un aminoacido essenziale ramificato, è principalmente contenuto in cibi ricchi di proteine come ad esempio: uova, proteine della soia, alga marina, tacchino, pollo, agnello, formaggio e pesce13.

La sua funzione è quella di prevenire il catabolismo delle proteine strutturali e di favorire il recupero dopo uno sforzo prolungato.

Il fabbisogno giornaliero di Isoleucina raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) è di 20 mg/kg di peso corporeo. Ad esempio, il valore raccomandato per un individuo di 80 kg è 1600 mg14.

La Valina

La valina è essenziale nel processo di biosintesi proteica, ma il nostro organismo può utilizzarla anche per produrre energia: da alimenti molto proteici o in caso di mobilizzazione di riserve proteiche endogene.(16).

La valina, come gli altri aminoacidi ramificati, è una componente essenziale per la sintesi proteica di qualsiasi proteina di cui il corpo necessita. Ecco perché è particolarmente adatta nell’impiego sportivo quando uno sforzo fisico consistente può risultare degenerativo per i muscoli.

La Valina ha un rapido assorbimento da parte dell’intestino che la rende quasi immediatamente disponibile. È possibile trovarla in questi alimenti: nella polvere di albume, nelle proteine della soia, nell’alga Spirulina, nei latticini e nei prodotti caseari, soprattutto il Parmigiano.

BCAA 2:1:1: cosa Significa il rapporto

Quando si parla di BCAA è facile imbattersi in espressioni come: 2:1:1, 4:1:1, 8:1:1 e così via, ma cosa significa? È il rapporto in cui si trovano i 3 aminoacidi ramificati: Leucina, Valina ed Isoleucina. In natura si trovano in un rapporto di circa 2:1:1 cioè due parti di Leucina ed una ciascuna per Valina ed Isoleucina.

bcaa in rapporto 2:1:1

Qual è il rapporto migliore?

Negli ultimi anni sono state proposte delle formulazioni nelle quali la Leucina è molto eccedente rispetto agli altri aminoacidi ramificati, questo principalmente è dovuto al suo ruolo come principale kickstarter della sintesi proteica muscolare.

Tuttavia, è bene ricordare che i BCAA hanno bisogno reciprocamente l’uno dell’altro per poter compiere correttamente le loro funzioni.

Uno studio condotto nel 2008 ci è utile per comprendere come sia importante la presenza di tutti e tre gli aminoacidi ramificati. Infatti, a 30 sportivi di sesso maschile, furono fatti assumere pre e post allenamento:

Il risultato fu che il gruppo che assunse i BCAA 2:1:1 ottenne un aumento della sintesi proteica muscolare (MPS) migliore, sia della leucina, che del placebo, sia dopo 2 che dopo 6 ore15.

Effetti dei BCAA dopo e durante l’allenamento

Da uno studio condotto nel 2008 da Negro M et al emerge l’effetto immunoregolatorio degli aminoacidi ramificati ma, soprattutto, si riscontra come il loro utilizzo dopo l’allenamento abbia effetti positivi per il recupero muscolare2.

Tuttavia, i BCAA non sono importanti solo dopo l’allenamento, infatti promuovono prima di tutto l’uptake di glucosio tramite la via PI3K/aPKC, indipendente dalla via mTOR e il suo utilizzo nella cellula3,4,5.

maggior focus e un ritardo nell’insorgenza di affaticamento9,10.

BCAA quando assumerli

Prendendo in considerazione i benefici e gli studi che abbiamo citato finora, è evidente che l’assunzione di BCAA abbia un timing che dipende dai benefici personali che vogliamo ottenere.

BCAA e Fegato

I BCAA possono essere assunti anche in caso di problemi non patologici al fegato. Infatti, i BCAA vengono impiegati anche su soggetti con patologie a carico del fegato. Tuttavia, se sono presenti valori di transaminasi elevati è bene indagarne la causa e trattarla, onde evitare potenziali problemi più seri in futuro.

BCAA prima di allenarsi

L’assunzione nella fase pre allenamento porterebbe con sé questi benefici:

BCAA dopo l’allenamento

L’assunzione di BCAA è interessante anche nell’importante fase post allenamento, per:

Conclusioni

Abbiamo osservato come siano numerosi gli studi scientifici a supporto dell’integrazione di BCAA per sportivi. È bene ricordare che:

Bibliografia

  1. Coombes, McNaughton 2000
  2. Negro M et al. (2008). Branched-chain amino acid supplementation does not enhance athletic performance but aff ects muscle recovery and the immune system, J Sports Med Phys Fitness; 48(3): 347-351
  3. Nishitani S, Matsumura T, Fujitani S, Sonaka I, Miura Y, Yagasaki K. Leucine promotes glucose uptake in skeletal muscles of rats. Biochem Biophys Res Commun. 2002 Dec 20;299(5):693-6. PubMed PMID: 12470633.
  4. Hinault C, Mothe-Satney I, Gautier N, Lawrence JC Jr, Van Obberghen E. Amino acids and leucine allow insulin activation of the PKB/mTOR pathway in normal adipocytes treated with wortmannin and in adipocytes from db/db mice. FASEB J. 2004 Dec;18(15):1894-6. Epub 2004 Oct 12. PubMed PMID: 15479767.
  5. Doi M, Yamaoka I, Nakayama M, Sugahara K, Yoshizawa F. Hypoglycemic effect of isoleucine involves increased muscle glucose uptake and whole body glucoseoxidation and decreased hepatic gluconeogenesis. Am J Physiol Endocrinol Metab. 2007 Jun;292(6):E1683-93. Epub 2007 Feb 13. PubMed PMID: 17299083.
  6. Blomstrand E. A role for branched-chain amino acids in reducing central fatigue. J Nutr. 2006 Feb;136(2):544S-547S. PubMed PMID: 16424144.
  7. Blomstrand E, Møller K, Secher NH, Nybo L. Effect of carbohydrate ingestion on brain exchange of amino acids during sustained exercise in human subjects. Acta Physiol Scand. 2005 Nov;185(3):203-9. PubMed PMID: 16218925.
  8. Ament W, Verkerke GJ. Exercise and fatigue. Sports Med. 2009;39(5):389-422. doi: 10.2165/00007256-200939050-00005. Review. PubMed PMID: 19402743.
  9. Jin G, Kataoka Y, Tanaka M, Mizuma H, Nozaki S, Tahara T, Mizuno K, Yamato M, Watanabe Y. Changes in plasma and tissue amino acid levels in an animal model of complex fatigue. Nutrition. 2009 May;25(5):597-607. doi:10.1016/j.nut.2008.11.021. Epub 2009 Feb 11. PubMed PMID: 19216057.
  10. BLOMSTRAND, E. , HASSMÉN, P. and NEWSHOLME, E. A. (1991), Effect of branched‐chain amino acid supplementation on mental performance. Acta Physiologica Scandinavica, 143: 225-226. doi:10.1111/j.1748-1716.1991.tb09225.x
  11. Matsumoto K et al. (2009). Branched-chain amino acid supplementation attenuates muscle soreness, muscle damage and infl ammation during an intensive training program, J Sports Med Phys Fitness; 49: 424-431
  12. Devries MC, McGlory C, Bolster DR, Kamil A, Rahn M, Harkness L, Baker SK, Phillips SM. Leucine, not total protein, content of a supplement is the primary determinant of muscle protein anabolic responses in healthy older women. J Nutr. 2018;148(7):1088–95.
  13. Foods highest in Isoleucine, in Self Nutrition Data, Condé Nast. «List is in order of highest to lowest of per 200 Calorie serving of the food, not volume or weight.»
  14. FAO/WHO/UNU, PROTEIN AND AMINO ACID REQUIREMENTS IN HUMAN NUTRITION (PDF), WHO Press, 2007., pag. 150.
  15. Paul La Bounty, Bill Campbell,Austin Oetken and Darryn Willoughb (2008). The effects of oral BCAAs and leucine supplementation combined with an acute lower-body resistance exercise on mTOR and 4E-BP1 activation in humans: preliminary findings

Fonte Articolo: Gensan


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Differenze tra prendere Proteine o Aminoacidi

Una delle principali differenze che esistono tra il prendere Proteine o Aminoacidi è che se optiamo per i secondi stiamo perdendo altri componenti molto importanti che solo si trovano nella proteina (Whey Protein): peptidi bioattivi.

Queste frazioni proteiche possiedono una serie di proprietà per il rafforzamento della nostra salute

Offrono una serie di caratteristiche come potenziare il sistema immunitario, agire come agenti antimicrobici o antivirali, migliorare l’assorbimento e il trasporto del ferro, o proprietà antinfiammatorie tra le altre…

Tuttavia, l’assunzione di aminoacidi ha alcuni vantaggi rispetto alle proteine, soprattutto quando si eseguono i Protocolli di Peri-workout (prima, durante e/o post allenamento), dove possiamo favorire la velocità di assorbimento e utilizzo degli aminoacidi, mentre li combiniamo con altri tipi di integratori, come carboidrati, creatina, o integratori Pre-Workout.

In questi momenti esiste un trio di aminoacidi essenziali con un’importante implicazione per favorire il recupero muscolare e influenzare sotto alcuni aspetti le prestazioni sportive: i BCAAs o Aminoacidi a Catena Ramificata, formati da Leucina, Valina e Isoleucina.

Insieme a questi, si può aggiungere la Glutammina, un aminoacido che, sebbene non sia essenziale, in determinate circostanze l’organismo può non essere in grado di sintetizzare correttamente.

Fra queste situazioni si trovano quelle dell’attraversamento di una fase di maggiore allenamento più esigente o stress físico, o essere sotto restrizione calorica

Data l’importanza di entrambi gli aminoacidi, è possibile Comprare BCAAs + Glutammina

Un’altra notevole differenza è la digestione. Alcune persone intolleranti al lattosio probabilmente non possono prendere Whey Protein Concentrate, o non prendono in considerazione l’ipotesi di prendere Whey Protein Isolate, e decidono di optare per includere nel loro piano di integrazione gli aminoacidi.

Allenamento con pesi

Dunque, di fronte a qualsiasi patologia legata al sistema digestivo, e che ostacoli l’assorbimento di importanti elementi, l’opzione degli aminoacidi isolati riveste la maggiore importanza

Combinare Aminoacidi e Proteine

Di fronte a quanto detto precedentemente, una delle conclusioni che si può trarre è che non è necessario escludere l’assunzione di proteina o aminoacidi, l’una dall’altra, ma che possono essere totalmente compatibili.

L’apporto di aminoacidi durante il Peri-workout può risultare abbastanza interessante per migliorare la capacità di recupero e stimolare al massimo la via ipertrofica

L’apporto di proteina in polvere ci può aiutare a completare le richieste giornaliere rispetto a questo nutriente, e inoltre, facilitarci la dieta.
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Amminoacidi e la loro importanza per l’Artrosi e l’Osteoporosi

In presenza di Artrosi ed Osteoporosi è consigliabile un’integrazione alimentare

Dal Portale scientifico degli Amminoacidi

Il Prof. Dr. Klaus Miehlke († 2009) era considerato il maggiore esperto tedesco nell’ambito delle malattie delle ossa. Nella sua pubblicazione del 2002 scrive:

«Nonostante l’incremento delle malattie delle ossa degli ultimi decenni, la ricerca scientifica ha portato poche innovazioni poiché fino ad ora ha riposto la sua attenzione soprattutto nella lotta ai sintomi tipici. La considerazione naturopatica delle malattie articolari come fenomeno parziale di una modificata regolazione di base e della degenerazione della matrice può portare considerevoli vantaggi per i futuri pazienti e per la comunità già nella fase iniziale poiché i provvedimenti dietetici, nel rispetto delle più recenti scoperte della ricerca sulle matrici, possono stabilizzare le funzioni delle articolazioni per un lungo periodo e impedire, nei limiti del possibile, la produzione abnorme di cartilagine/componenti della matrice. Il consiglio medico relativo all’assunzione di integratori alimentari è completamente giustificato sulla base degli studi clinici e preclinici già disponibili e della personale esperienza medica.»(1)

Il Prof. Miehlke sostanzialmente afferma che, in presenza di una malattia della cartilagine, è indispensabile mettere a disposizione dell’organismo umano una quantità sufficiente delle sostanze che stimolano la formazione della cartilagine. Ciò non è possibile semplicemente con un’alimentazione sana. Per questa ragione, gli studiosi raccomandano l’assunzione di integratori alimentari che includono le sostanze in grado di stimolare la formazione di cartilagine.

METIONINA

La Metionina è una sostanza importante per la formazione della cartilagine

L’amminoacido Metionina appartiene alle sostanze che stimolano la formazione di cartilagine. La Metionina è un amminoacido essenziale. Ciò significa che deve essere assunto tramite l’alimentazione perché l’organismo umano non è in grado di produrlo endogenamente.

La Metionina è considerata un importante «donatore di Zolfo» organico

Le cartilagini articolari per potersi formare hanno bisogno soprattutto di una cosa: lo Zolfo. Se lo Zolfo a disposizione dell’organismo è troppo poco, gli individui sani per un lungo periodo non percepiscono alcun influsso negativo.

Diverso è il caso dei malati di artrosi:

una carenza di Zolfo può rendere estremamente più difficile la guarigione del tessuto cartilagineo fin dall’inizio della malattia.

Gli studi effettuati hanno dimostrato che la quantità di Zolfo presente nella cartilagine degli individui sani è circa tre volte superiore rispetto a quella dei pazienti affetti da artrosi. Di conseguenza raccomandano a questi ultimi di stimolare la produzione endogena di Zolfo mediante l’assunzione supplementare di Metionina.

Un ulteriore problema:

molti farmaci si legano ai solfati, i sali dell’acido solforico. Per questo motivo il fabbisogno di Zolfo dei pazienti affetti da artrosi è particolarmente elevato.(2)

Tuttavia, lo «Zolfo» non può essere assunto facilmente sotto forma di integratore alimentare. È molto più adatto l’amminoacido Metionina perché da esso, soprattutto in combinazione con le vitamine B, possono essere creati quasi tutti i legami di Zolfo.

La Metionina è dunque particolarmente importante sotto tre aspetti, infatti:

  1. agisce da antinfiammatorio
  2. è un analgesico e

  3. stimola le cellule cartilaginee a produrre tessuto cartilagineo.


In molti studi si è potuto dimostrare che la Metionina ha questo effetto sui pazienti affetti da artrosi. E tutto ciò senza alcun effetto collaterale. (3)


S-Adenosil Metionina – SAM-e – 400mg – 30 compresse

1 compressa al giorno 400 mg di metionina, a stomaco vuoto.

 


 

SAMe 200 mg Now Foods

Assumere 1 capsula da 2 a 4 volte al giorno, preferibilmente a stomaco vuoto.

 

 


ARGININA

L’Arginina coadiuva la formazione delle ossa

L’osteoporosi è una delle classiche malattie della vecchiaia che colpisce soprattutto le donne. In presenza di questa malattia, definita anche «atrofia delle ossa», la consistenza delle ossa si riduce a causa della rapida distruzione della sostanza ossea. I pazienti sono esposti ad un maggiore rischio di fratture e ciò interessa tutto lo scheletro.

L’amminoacido Arginina è un elemento fondamentale per la formazione delle ossa, per es. perché stimola la produzione di collagene. Il collagene è una proteina, ed è la componente più elementare di diversi tessuti connettivi (come ad es. la cartilagine) e delle ossa. Inoltre, l’Arginina favorisce la crescita degli osteoblasti dai quali si forma la massa ossea. (4)

Uno studio dell’anno 2002 ha dimostrato che una carenza di Arginina può essere la causa della comparsa dell’osteoporosi soprattutto per le donne di una certa età. (5)

Uno studio italiano del 2003 (6) mostra inoltre che l’Arginina in combinazione con altri amminoacidi favorisce lo sviluppo degli osteoblasti e ne stimola anche la divisione. Per questo motivo gli esperti consigliano di includere in ogni terapia dell’osteoporosi anche la somministrazione di amminoacidi. Specialmente l’Arginina agisce da inibitore nei confronti delle cellule che distruggono le ossa.(7)

Integratori

Arginina Prinfit in capsule

da 3 a 5 capsule per 1-3 volte al giorno, a stomaco vuoto

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Arginina in polvere Prinfit

Mescolare 3 grammi di polvere in un bicchiere di acqua o altra bevanda, per 1-3 volte al giorno, a stomaco vuoto. 1 misurino corrisponde a 2 grammi.

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ALTRI NUTRIENTI

Anche le vitamine e i minerali sono importanti

Oltre agli amminoacidi, per le articolazioni sono importanti alcune vitamine e minerali.

La vitamina C ad esempio è coinvolta nella sintesi endogena del cortisolo. Il cortisolo ostacola i processi infiammatori nelle articolazioni tipici dell’artrosi ed inoltre è importante per la rigenerazione della sostanza cartilaginea.(8)
La vitamina C è anche coinvolta nella sintesi del collagene che rende le ossa elastiche e meno inclini a fratture.

La vitamina B6 ed il magnesio sono nutrienti importanti per le articolazioni perché offrono una protezione effettiva dai radicali liberi. I radicali liberi sono composti particolarmente aggressivi che si formano nel corpo in seguito a vari processi metabolici. Essi attaccano la cartilagine articolare e possono dunque accelerarne la distruzione. Questo influsso negativo dei radicali liberi può essere ridotto anche grazie ad altre sostanze in grado di catturare i radicali come la vitamina C, il selenio o lo zinco.

Il minerale calcio è un elemento fondamentale per tutte le ossa. Il latte ed i suoi derivati, come ad esempio il formaggio e lo yogurt, sono un’ottima fonte di calcio.

Raramente l’apporto di calcio è insufficiente, è fondamentale però che il calcio introdotto con l’alimentazione possa essere assimilato in maniera ottimale. Per far sì che ciò avvenga è necessaria la vitamina D. Il pericolo che si verifichi una carenza di quest’ultima è molto più elevato.

La vitamina D è importante per l’assorbimento del calcio

Durante l’estate, per coprire il fabbisogno di vitamina D basta stare 30 minuti al giorno all’aperto. I raggi solari e la luce UV attivano nella pelle la cosiddetta previtamina D3 – un precursore della vitamina D. È però indispensabile che il viso e le braccia siano scoperte e che sulla pelle non venga applicata la protezione solare. Nei mesi invernali invece la forza del sole non è sufficiente per produrre, in combinazione con l’alimentazione, una quantità sufficiente di vitamina D.

Per questo motivo è consigliabile un’integrazione alimentare di vitamina D da assumere sotto forma di compresse o di capsule. In passato è stata ritenuta sufficiente un’integrazione quotidiana di 5-10 µg.

Sui dosaggi di Vitamina D vedi appendice a fine articolo.

Ciò è particolarmente importante per le persone anziane e bisognose di assistenza poiché la loro pelle può produrre la previtamina D3 solo in scarsa quantità.

Inoltre, i reni e il fegato di queste categorie di persone generalmente hanno ancora più difficoltà ad assimilare il calcio. Per questa ragione hanno un fabbisogno di vitamina D particolarmente elevato. Lo ha dimostrato anche uno studio effettuato nel 2006. Per un periodo di 3 anni, ai partecipanti è stata somministrata regolarmente vitamina D3 (colecalciferolo). Il risultato è stato che in queste persone la probabilità di cadere accidentalmente si è ridotta fino al 65%.

Fonte articolo:


Gli Integratori di Vitamina D
  • Alle integrazioni di Minerali aggiungiamo anche il Boro ed il Silicio
  • Fra le integrazioni Vitaminiche leggiamo anche: Vitamina K2, Vitamina B12, Vitamina C

BIBLIOGRAFIA

Fonti

  1. Miehlke, K. & Inderst, R. (2002) Osteoarthrosen – Welche Möglichkeiten bietet die Ernährung zur Gesunderhaltung der Knorpel/Knochenmatrix?, Erfahrungsheilkunde, Volume 12, (pp. 838-844)
  2. Soeken, K.L., Lee, W.L., Bausell, R.B., Agelli, M. & Berman, B.M. (2002) Safety and efficacy of S-adenosylmethionine (SAMe) for osteoarthritis, Journal of Family Practice, Volume 51, (pp. 425-430)
  3. Ursini, F. & Pipicelli, G. (2009) Nutritional Supplementation for Osteoarthritis, Alternative and Complementary Therapies, Volume 15, issue 4, (pp. 173-177)
  4. Williams, J.Z., Abumrad, N. & Barbul, A. (2002) Effect of a Specialized Amino Acid Mixture on Human Collagen Deposition, Annals of Surgery, Volume 236, issue 3, (pp. 369–375)
  5. Ammann, P., Laib, A., Bonjour, J.-P., Meyer, J. M., Rüegsegger, P. & Rizzoli, R. (2002) Dietary essential aminoacid supplements increase the bone strength by influencing bone mass & bone microarchitecture in an isocaloric low-protein diet, Journal of Bone and Mineral Research, Volume 17, issue 7, (pp.1264-1272)
  6. Torricelli, P., Fini, M., Giavaresi, G., Giardino, R. (2003) Human Osteopenic Bone-Derived Osteoblasts: Essential Amino Acids Treatment Effects Artificial Cells, Blood Substitutes and Biotechnology, Volume 31, issue 1, (pp. 35-46)
  7. Visser, J.J. & Hoekman, K. (1994) Arginine supplementation in the prevention and treatment of osteoporosis, Med Hypotheses, Volume 43, (pp. 339-342)
  8. Kodama, M., Kodama, T., Murakami, M. & Kodama, M. (1994) Vitamin C infusion treatment enhances cortisol production of the adrenal via the pituitary ACTHroute, In vivo, Volume 8, (pp. 1079–1085)
  9. Bischoff-Ferrari, H.A., Orav, E.J. & Dawson-Hughes, B. (2006) Effect of Cholecalciferol Plus Calcium on Falling in Ambulatory Older Men and Women -A 3-Year Randomized Controlled Trial Arch, Intern Med., Volume 166, (pp. 424-430)
  10. Lavie, L., Hafetz, A., Luboshitzky, R. & Lavie, P. (2003) Plasma levels of nitric oxide and L-arginine in sleep apnea patients, Journal of Molecular Neuroscience, Volume 21, issue 1, (pp. 57-63)
  11. Merimee, T.J., Lillicrap, D.A. & Rabinowitz, D. (1965) Effect of arginine on serum-levels of human growth-hormone Lancet, Volume 2, issue 7414, (pp. 668-670)Wu, G.A.B., Meininger, C.J., Knabe, D.A., Baze, F.W.A. & Rhoads, J.M. (2000) Arginine nutrition in development, health and disease, Current Opinion in Clinical Nutrition & Metabolic Care, Volume 3, issue 1, (pp. 59-66)
  12. Piatti, P.M., Monti, L.D., Valsecchi, G., Magni, F., Setola, E., Marchesi, F., Galli-Kienle, M., Pozza, G. & Alberti, K.G.M.M. (2001) Long-term oral L-arginine administration improves peripheral and hepatic insulin sensitivity in type 2 diabetic patients, Diabetes Care, Volume 24, issue 5, (pp. 875-880)

APPENDICE VIT. D
COME SI FORMA IL TESSUTO OSSEO

Leggi come avviene il processo di ossificazione

L’ossificazione è il processo biologico attraverso il quale il tessuto osseo si forma e si rinnova nel corpo umano. Questo processo è fondamentale per la crescita, lo sviluppo e il mantenimento delle ossa. In questo articolo, esploreremo il processo di ossificazione, le sue fasi chiave e il suo ruolo cruciale nella salute scheletrica.

Il Processo di Ossificazione

Il processo di ossificazione si suddivide principalmente in due fasi:

1. Ossificazione Intramembranosa

Questa fase coinvolge la formazione diretta dell’osso all’interno del tessuto connettivo membranoso. È comunemente osservata nella formazione delle ossa del cranio e delle clavicole. Le fasi chiave includono la condensazione del tessuto connettivo, la calcificazione e la formazione delle cellule ossee.

2. Ossificazione Endocondrale

Questa fase coinvolge la formazione dell’osso all’interno di un modello di cartilagine preesistente. La maggior parte delle ossa del corpo segue questo processo. Le fasi includono la formazione del modello di cartilagine, l’ingresso delle cellule ossee e la sostituzione della cartilagine con tessuto osseo.

Ruolo delle Cellule Ossee

Le cellule ossee svolgono un ruolo cruciale nell’ossificazione. Le principali tipologie di cellule coinvolte sono:

  • Osteoblasti: Sono responsabili della sintesi e del deposito della matrice ossea.
  • Osteociti: Sono cellule ossee mature che mantengono e regolano la densità ossea.
  • Osteoclasti: Sono cellule che degradano e riassorbono il tessuto osseo quando è necessario.

Regolazione dell’Ossificazione

L’ossificazione è regolata da vari fattori, tra cui:

  • Ormoni: Gli ormoni come il calcitonina, il paratormone (PTH) e l’ormone della crescita giocano un ruolo importante nella regolazione dell’equilibrio tra formazione e riassorbimento osseo.
  • Vitamine e Minerali: La vitamina D e il calcio sono essenziali per la salute ossea e l’ossificazione.
  • Fattori di Crescita: Sono proteine che stimolano la formazione ossea.

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ALTRI ARTICOLI SU OSTEOPOROSI ed apparato Osteoarticolare



CRIOTERAPIA: Terapia del freddo, perché fa bene

Che cos’è la Crioterapia

Sottoporsi a docce fredde o a bagni in acque gelide con finalità salutistiche rientra nella cosiddetta terapia del freddo (o crioterapia).

I rischi sono maggiori nelle persone con malattie cardiache o altre condizioni croniche, che ancor più di altre dovrebbero assicurarsi di consultare il medico prima di sperimentare questi trattamenti.

I potenziali benefici delle docce e dei bagni freddi includono l’aumento della combustione dei grassi, il rinforzo del sistema immunitario, il miglioramento dell’umore, la riduzione del dolore e dell’infiammazione, e persino una maggiore durata della vita.


A CHE COSA SERVE

A che cosa Serve

Per secoli, le temperature fredde sono state utilizzate dall’uomo per scopi terapeutici, sanitari e di recupero sportivo.

2.

3.

Altre forme di crioterapia che non tratteremo in questo articolo comprendono la criolipolisi e la criochirurgia.

  • La criolipolisi è un trattamento di medicina estetica che permette di ridurre il grasso localizzato attraverso l’uso del freddo. Per approfondire, leggi il nostro articolo sulla crioterapia estetica »
  • La criochirurgia o crioablazione è una procedura minimamente invasiva, usata per distruggere un tessuto anormale o malato (ad es. verruche o cellule infette e cancerose nei sistemi di organi, specialmente nel rene e nella prostata) 4, 5, 6.

COME FUNZIONA

Come Funziona

Il corpo di un adulto lavora costantemente per mantenere una temperatura interna che varia da 36,4 a 37,1°C 7.

Pertanto, l’esposizione al freddo intenso innesca tutta una serie di reazioni adattative per mantenere la temperatura corporea all’interno di questo range di normalità.

Nel dettaglio, si innescano due tipi fondamentali di reazioni 8:

  • cambiamenti metabolici: che si traducono in un aumento del tasso metabolico per produrre calore extra attraverso reazioni di disaccoppiamento.

sollevano l’umore e riducono la sensibilità dolorifica.

8.


DIMAGRIRE

Docce Fredde per Dimagrire

Come spiegato nel capitolo precedente, l’esposizione al freddo innesca delle risposte adattative per mantenere costante la temperatura corporea interna.

Alcune di queste reazioni comportano un aumento del tasso metabolico per produrre calore. In pratica, l’organismo brucia più calorie e questo si traduce in un’azione dimagrante 9.

Entrando più nel dettaglio, gli esseri umani possiedono piccoli depositi di tessuto adiposo bruno (BAT). A differenza del più abbondante tessuto adiposo bianco, che è deputato a immagazzinare energia, il grasso bruno brucia grassi per generare calore 10, 11.

L’esposizione al freddo aumenta quindi l’attività del tessuto adiposo bruno, che a sua volta porta a un aumento del dispendio calorico.

  • In uno studio, soggetti esposti allo stress da freddo hanno avuto un aumento dell’80% del loro dispendio energetico totale 12.
  • In un altro studio, i ratti esposti al freddo hanno mangiato il 50% in più rispetto ai ratti di controllo, ma hanno mostrato comunque un peso inferiore 13. Inoltre, hanno vissuto il 10% più a lungo.
  • 14.

L’esposizione a basse temperature porta anche a un aumento dei livelli di adiponectina, una proteina che aumenta la combustione dei grassi 15, 16, 17.


BENEFICI

Benefici per la Salute

Longevità

Uno studio ha scoperto che le mosche vivevano il doppio del tempo quando venivano mantenute a 21°C anziché a 27°C 18.

Allo stesso modo, la ricerca sui vermi ha rilevato che un calo della temperatura di 5°C ne ha esteso del 75% la durata della vita 19.

Analoghi benefici sono stati osservati negli studi sugli insetti, evidenziando una relazione negativa tra temperatura e durata della vita 20, 21, 22.

Anche i pesci sembrano vivere più a lungo a temperature più basse. Ad esempio, uno studio ha dimostrato che un calo della temperatura di 6°C ne ha aumentato la durata media della vita del 75% 23, 24.

Un altro studio ha abbassato la temperatura interna dei topi di 0,3°C (maschi) e 0,34°C (femmine), ottenendo un aumento della durata media della vita rispettivamente del 12 e del 20% 25.

Si ritiene che i benefici del freddo sulla longevità derivino da un processo noto come Ormesi.

L’Ormesi è un fenomeno in cui si ottiene una risposta benefica somministrando una bassa dose di una sostanza che a dosi più elevate stressa e danneggia l’organismo.

Altri ricercatori sostengono che una temperatura più bassa promuova la longevità rallentando i vari processi metabolici. Questo si tradurrebbe in una minore generazione di sottoprodotti tossici del metabolismo ossidativo, come le specie reattive dell’ossigeno (ROS) 11.

Un ulteriore teoria sostiene che l’aumento della longevità dovuto all’esposizione al freddo possa dipendere da una modulazione di determinati geni, come TRPA-1 e DAF-16 26. 


INFIAMMAZIONE E DOLORE

Infiammazione e Dolore

La crioterapia locale associata alla compressione fornisce un importante sollievo dal dolore associato a lesioni muscoloscheletriche 27.

Quando il corpo è esposto a un raffreddamento estremo, i vasi sanguigni si restringono e riducono il flusso sanguigno nelle aree infiammate.

Due revisioni della letteratura sulla crioterapia full body supportano le affermazioni secondo cui il freddo può aiutare a ridurre il dolore, l’infiammazione e migliorare il recupero 28, 29.

L’esposizione a basse temperature aumenta anche l’adiponectina, una proteina che combatte l’infiammazione 30.


EMICRANIA

Emicrania

Una doccia fredda potrebbe essere efficace anche nel ridurre il dolore associato agli attacchi di emicrania 31.

A tal proposito, una revisione sistematica e meta-analisi ha rilevato che gli interventi basati sul freddo possono alleviare il dolore acuto dell’emicrania a breve termine (fino a 30 minuti), ma non a medio termine (1-2 ore dopo) e lungo termine (24 ore dopo) 31a.


GLICEMIA

Glicemia

L’Adiponectina è una proteina prodotta dal tessuto adiposo, che svolge un ruolo importante nella protezione contro l’insulino-resistenza, il diabete, l’aterosclerosi e altre malattie legate all’età.

L’esposizione al freddo sembra aumentare la produzione di adiponectina 16.

Ad esempio, uno studio ha rilevato che i livelli di adiponectina aumentano del 70% dopo l’esposizione al freddo 32, 16, 17.

Probabilmente grazie all’adiponectina, le basse temperature possono migliorare la risposta del corpo all’insulina, consentendo un migliore controllo della glicemia 34.

Negli studi sui ratti, ad esempio, l’esposizione al freddo ha aumentato l’assorbimento del glucosio nei tessuti periferici 33.

Anche nell’uomo ripetute immersioni in acqua fredda durante i mesi invernali hanno aumentato significativamente la sensibilità all’insulina 35, 36, 37.


SPORTIVI

Benefici per gli Sportivi

L’esposizione al freddo ha un effetto positivo sugli enzimi legati al danno muscolare (es. creatina chinasi e lattato deidrogenasi) 38.

Nel corso di diversi studi, è stato riscontrato che docce e bagni freddi possono ridurre la percezione della fatica e il dolore muscolare dopo l’allenamento, migliorando il recupero dallo sforzo 39, 40.

Un piccolo studio ha rilevato che ciclisti sottoposti a sessioni di allenamento intense avevano ridotto il dolore post-allenamento dopo essersi immersi in acqua fredda per 10 minuti 41.

In un altro studio, gli atleti che si sono immersi in acqua fredda (da 12°C a 15°C) hanno riportato meno dolori muscolari rispetto a quelli che non hanno seguito l’idroterapia dopo l’esercizio 42.

Quando si considera l’uso della crioterapia nello sport, è tuttavia importante comprendere la distinzione tra recupero soggettivo e recupero funzionale.

In una revisione del 2014, è stato riscontrato che la crioterapia ha portato a una riduzione del dolore e dell’indolenzimento post-esercizio (sensazioni soggettive), mentre esistono poche prove di un suo beneficio nella riparazione effettiva del tessuto e nel miglioramento della performance (funzionale) 38.

Dello stesso parare è anche una recente meta-analisi di 20 studi pubblicata nel 2023 38.

45.


S.IMMUNITARIO

Sistema Immunitario

In uno studio su 15 giovani attivi, 10 sessioni di crioterapia di tutto il corpo hanno aumentato il numero di globuli bianchi (in particolare linfociti e monociti) 46.

Un altro studio clinico ha esaminato gli effetti di 6 settimane di immersione in acqua fredda (14°C per 1 ora) sul sistema immunitario. Dopo il trattamento, i partecipanti avevano livelli aumentati di IL-6, CD3, CD4, CD8 e linfociti T e B attivati, suggerendo un sistema immunitario più attivo 47.

Per testare la teoria secondo cui le docce fredde rafforzano il sistema immunitario, uno studio clinico randomizzato ha arruolato più di 3.000 partecipanti, suddividendoli in 4 gruppi di prova: un gruppo ha fatto solo docce calde, mentre 3 gruppi hanno fatto docce calde e hanno incluso un getto di acqua fredda per 30, 60 o 90 secondi alla fine della doccia.

Alla conclusione dello studio, i ricercatori hanno scoperto che coloro che includevano getti di acqua fredda dopo la doccia avevano una riduzione del 29% dei giorni di malattia rispetto a coloro che facevano solo docce calde 48. 


DORMIRE BENE

Qualità del Sonno

Le fluttuazioni naturali della temperatura giornaliera sono un importante regolatore dei cicli del sonno 49.

La National Sleep Foundation raccomanda di mantenere la temperatura nella camera da letto tra 15,5 e 19°C.

D’altro canto, una revisione sistematica del 2019 ha rilevato che fare una doccia o un bagno caldo (da 40 a 42°C) per almeno 10 minuti da 1 a 2 ore prima di coricarsi migliorava la qualità del sonno dei partecipanti 50.


SALUTE MENTALE

Umore e Salute Mentale

È noto che l’esposizione al freddo attiva il sistema nervoso simpatico e aumenta i livelli di endorfine e noradrenalina nel sangue e nel cervello. In questo modo, docce fredde regolari possono aumentare i livelli di energia, con effetti simili alla caffeina.

In uno studio clinico, è stato dimostrato che fare una doccia fredda (a 20°C per 2-3 minuti, preceduta da un adattamento graduale di 5 minuti), da 2 a 3 volte a settimana, aiuta ad alleviare i sintomi depressivi. È tuttavia importante notare che nessuno dei partecipanti allo studio era affetto da depressione 51.

Un caso studio ha riportato l’esperienza di una donna che soffriva di ansia e depressione dall’età di 17 anni. A 24 anni, iniziò un programma di prova di nuoto settimanale in acque libere. Nel corso del tempo, i suoi sintomi sono diminuiti in modo così significativo che è stata in grado di interrompere l’assunzione di farmaci per curarli 52.

In uno studio preliminare privo di un gruppo di controllo, 23 adulti affetti da depressione hanno ricevuto sessioni di crioterapia per tutto il corpo mentre continuavano il loro piano terapeutico prescritto. Il trattamento ha ridotto tutti i sintomi della depressione, ad eccezione delle fluttuazioni dell’umore giorno-notte 53.

In un altro studio su 60 pazienti, 120-180 secondi di crioterapia a corpo intero (da -110 a -160°C) in ogni giorno lavorativo per un periodo di 3 settimane, hanno migliorato i sintomi di depressione e ansia, e aumentato la soddisfazione generale della vita 54, 55.


EMICRANIA

Suggerimenti e precauzioni

aumentare gradualmente l’esposizione al freddo.

Si potrebbe iniziare abbassando il riscaldamento e facendo brevi passeggiate all’aperto nei mesi freddi con vestiti un po’ più leggeri del necessario.

Quando si vuole passare alle docce o ai bagni freddi, è bene seguire alcune raccomandazioni:

  • gradualità: evitare di sottoporsi immediatamente all’acqua fredda; piuttosto, iniziare con l’acqua calda per poi abbassarne gradualmente verso il basso la temperatura, procedendo a piccoli scatti;
  • breve durata: per ottenere benefici, la doccia fredda dovrebbe essere di almeno 30 secondi; successivamente, è possibile aumentare il tempo, ma in ogni caso è meglio non superare i 2-3 minuti.

38.

La crioterapia a corpo intero (WBC) prevede l’immersione del corpo in una camera fredda, che emette vapori a temperature estremamente basse, che vanno da -110°C a -160°C, di solito per un intervallo da 2 a 4 minuti 56, 57.

Quando si trovano nella camera criogenica, gli individui vengono spogliati ad eccezione di biancheria intima, calze e guanti per proteggere le estremità 58. Il tempo ottimale per ogni sessione dovrebbe essere di circa 2 minuti, ma l’evidenza è debole 59.

Controindicazioni

L’esposizione al freddo restringe i vasi sanguigni e aumenta la pressione e la frequenza cardiaca. In questo modo, sottoporsi a bagni o docce molto freddi può causare aritmie (battiti cardiaci irregolari), specialmente in pazienti con problemi cardiaci.

Per questo motivo, la crioterapia è da ritenersi generalmente controindicata per chi ha seri problemi cardiaci o polmonari, salvo diverso consiglio medico.

Risulta inoltre controindicata nelle donne in gravidanza e allattamento, nei bambini e in soggetti molto anziani.

fonte:

Magaxine X115

“La Forza nel Freddo”
LIBRO

In questo libro descriviamo un metodo che unisce esercizi di respirazione, addestramento al freddo e dedizione.

Il metodo prende il nome da Wim Hof, perché è lui che ha messo assieme queste tre componenti. Prende il suo nome anche per ragioni pratiche: Hof era già molto famoso per le sue apparizioni in televisione, dove mostrava quello che sa fare con il freddo.

Tutti riusciamo a sollevare la mano destra e a grattarci il naso con il dito indice. Tuttavia, nessuno riesce per esempio a combattere dei batteri iniettati nel braccio. Hof ci riesce. È in grado di influenzare e controllare il suo sistema nervoso autonomo. Ed è questo sistema a governare cose come la temperatura corporea, la frequenza cardiaca, la pressione del sangue e il respiro, oltre a determinare se i vasi sanguigni si dilatano o si contraggono. In altre parole, tutto ciò che succede nel corpo senza che noi ne siamo consapevoli.

Nel 2014 è stato dimostrato che aveva ragione. Uno studio scientifico condotto al Radboud University Medicai Centre su 24 soggetti ha rivelato che chi aveva messo in pratica il metodo Hof riusciva a controllare il sistema nervoso autonomo.

Una scoperta che cambierà il mondo

Se davvero dimostriamo di riuscire a controllare il nostro corpo, le possibilità che si profilano sono infinite. Finora abbiamo citato solo malattie gravi, ma secondo Hof il suo metodo può anche essere usato per curare i normali postumi di una bevuta dopo una serata fuori. Può inoltre trasmettere molta più energia. Anche se siamo perfettamente sani.

Con queste parole Hof si riferisce alla capacità fisica che già abbiamo nel nostro corpo. Dobbiamo semplicemente trovare la chiave per riscoprire questo potenziale. Per farlo, non dobbiamo fare che due cose: esercizi di respirazione e addestramento al freddo.

Tuttavia, per svolgerle in maniera adeguata ci occorre una ferma dedizione. Queste tre componenti (esercizi di respirazione, addestramento al freddo e dedizione) costituiscono ciò che chiamiamo il Wim Hof Method (WHM).

Descriviamo le tre componenti in tre capitoli distinti e ovviamente forniamo gli esercizi che potete svolgere da voi. A casa. E potete cominciare subito, oggi.

Vi diamo inoltre qualche informazione di base sugli esercizi. In che modo capirete che stanno funzionando? E come vi influenzano fisiologicamente?

Per questo motivo vi raccontiamo di persone che già usano il WHM. Alcune di loro hanno storie straordinarie da riferire. Per esempio, Marianne Peper in passato assumeva dodici tipi di farmaci per i suoi reumatismi e non riusciva nemmeno a vestirsi da sola dal dolore. Oggi non prende più farmaci e si sente perfettamente in salute.

Ci auguriamo che storie come questa vi stimolino a cominciare con gli esercizi. La semplice combinazione di esercizi di respirazione e addestramento al freddo può produrre risultati incredibili. Inoltre, se siete scettici e increduli di fronte alle nostre strabilianti storie ne siamo felici. Fintanto che rimanete scettici, sarete anche curiosi e vorrete saperne di più.

Hof ha anche dei nemici che non sono scettici, sono cinici. Lo chiamano ciarlatano. Tuttavia, se lo scetticismo si trasforma in cinismo, non sarete più in grado di vedere cosa funziona e cosa è possibile. Pertanto, leggete questo libro con una sana dose di riserva, ma non permettete a voi stessi di diventare troppo cinici.

Conosciuto come “The Iceman”, Wim Hof detiene 20 record mondiali, tra cui quello della più lunga immersione in una vasca di ghiaccio. Ha scalato montagne innevate vestito solo con un paio di pantaloncini, sviluppando attraverso il potere della mente la capacità di regolare a piacimento la sua temperatura corporea. Il Guinness Record per l’immersione più lunga nel ghiaccio è attualmente di due ore, stabilito da Hof.

 




Il Metodo del Ghiaccio

Il Metodo del Ghiaccio

Come attivare al massimo il tuo potenziale fisico e mentale

 

Wim Hof ha imparato non solo a controllare il proprio corpo in condizioni di freddo estremo, sopportando temperature intorno al punto di congelamento, ma ha anche sviluppato un sistema che permette a chiunque di ottenere strabilianti miglioramenti per la salute, grazie alla combinazione di particolari tecniche di respirazione e di esposizione controllata a temperature di poco inferiori ai valori abituali.

Il metodo Wim Hof è stato testato e confermato dalla facoltà di Medicina dell’Università di Rotterdam.

Wim Hof non si ammala mai e non deve far ricorso ad alcuna medicina per mantenersi in salute. Per dimostrare l’efficacia del suo metodo, è in grado di immergersi in vasche colme di cubetti di ghiaccio, correre a piedi nudi sulla neve o nuotare in acque gelide, senza la minima conseguenza per il suo corpo.

Disciplina e forza di volontà possono sconfiggere le malattie del benessere, dovute a un sistema immunitario indebolito, e sono in grado di condurci ben oltre i limiti che ci siamo autoimposti. Tuttavia, per imparare il metodo Wim Hof e ottenere i primi significativi risultati non è necessario praticare sport estremi o dedicarsi a pericolose avventure. Facili esercizi di respirazione, abbinati a una serie di usi controllati dell’acqua fredda in casa propria, sono i primi passi che permettono di acquisire una salute ottimale e una invidiabile resistenza al freddo.

In questo libro: 

  • Rafforzare il sistema immunitario
  • Sentirsi pieni di energia
  • Ottenere un sensibile dimagrimento
  • Risolvere problemi infiammatori
  • Bilanciare gli ormoni in modo naturale
  • Aumentare il livello di serotonina
  • Tornare a dormire come bambini

Il freddo come terapia: è il metodo Wim Hof. A Gubbio un corso per sperimentarlo




D-dimero Alto, cause, sintomi e consigli

IMPORTANTE:

INDICE ARTICOLO

Che Cos’è il D-dimero

Il D-dimero è un frammento proteico che si forma durante la dissoluzione dei coaguli di sangue, o più semplicemente è l’insieme dei prodotti di degradazione della fibrina. La sua presenza è conseguente all’attivazione della coagulazione con formazione di fibrina e successiva lisi del coagulo di fibrina in frammenti solubili liberati nel circolo sanguigno che nel loro insieme sono definiti D-Dimeri. 1, 2, 3.

Tramite una semplice analisi, è possibile misurare i livelli di D-dimero nel sangue, che normalmente sono molto bassi o non rilevabili.

Pertanto, un D-dimero alto nel sangue indica che il corpo sta formando e scomponendo in maniera anomala ed eccessiva dei coaguli di sangue.

Il test del D-dimero non può essere tuttavia usato a fini diagnostici, poiché non riesce a rilevare né le cause del fenomeno né la sede degli eventuali coaguli anomali. Un livello di D-dimero alto può dipendere dalla significativa formazione e rottura di coaguli di sangue nel corpo.

Quando fare l’esame del D-dimero

La misurazione dei livelli ematici di D-dimero consente al Medico di sospettare un’attivazione inappropriata del sistema coagulativo ed in particolare costituisce un importante supporto alla diagnosi di gravi condizioni quali:

  • embolia polmonare (EP)
  • trombosi venosa profonda (TVP)
  • coagulazione intravascolare disseminata (CID)

Si tratta quindi di un esame che trova applicazione soprattutto nell’ambito dell’emergenza-urgenza, o comunque nel contesto di un ricovero ospedaliero, anche in virtù della breve emivita del metabolita misurato.

Con gli strumenti attualmente utilizzati dai laboratori analisi l’esame presenta un’elevata sensibilità, ma una bassa specificità: ciò significa, in termini semplici, che

  • permette di rilevare con precisione tutte le attivazioni del sistema coagulativo (alta sensibilità)
  • ma che una sua positività non va necessariamente ricondotta ad una patologia di natura trombo-embolica (bassa specificità).

In altre parole l’esame è dotato di un elevato valore predittivo negativo:

  • se positivo non fornisce informazioni specifiche sulla patologia sospettata,
  • mentre se negativo tendenzialmente esclude attivazioni della cascata coagulativa.

COSA FARE

Cosa fare in caso di D-Dimero alto?

In caso di D-Dimero alto è opportuno rivolgersi immediatamente a un medico per approfondire la condizione, in modo da verificare se può essere una situazione gestibile oppure se è necessario un ricovero. Non bisogna infatti sottovalutare affatto la presenza di un trombo nel sangue, poiché le conseguenze potrebbero essere decisamente gravi e addirittura mortali.

Dopo essersi sottoposti a uno screening è opportuno stabilire la cura giusta con il dottore che segue il caso, così da scoprire le cause e cercare di curarle in maniera specifica. Essendo infatti queste molteplici non è possibile individuare una cura univoca ma deve essere calibrata in base alla sintomatologia e al motivo scatenante. Potrebbe infatti trattarsi di una condizione esclusivamente transitoria o invece di un’avvisaglia evidente, che è compito dello specialista cogliere e interpretare nella maniera corretta.

Il suggerimento è quello di non ignorare i sintomi secondari sopracitati, anche se si presentano singolarmente, chiedendo un consulto per escludere tutte le possibili implicazioni del caso, dalle più banali a quelle più gravi.


COAGULAZIONE

Come avviene la Coagulazione

La coagulazione del sangue, normalmente, ha lo scopo di arrestare il sanguinamento in caso di lesione di un vaso sanguigno.

Il tappo emostatico è composto principalmente da una proteina filamentosa, chiamata fibrina, che si intreccia per formare una rete che intrappola aggregati di piastrine. Quando la ferita guarisce, un enzima chiamato plasmina si occupa di scomporre il coagulo in piccoli frammenti e uno di questi frammenti è proprio il D-dimero.

Ruolo Biologico del D-Dimero

Le piastrine nel sangue sono collegate a una subunità D (un frammento di fibrina reticolata). In pratica, quando si formano coaguli di sangue, il gruppo D tra due piastrine (P) forma un legame.

Molte piastrine legate insieme tramite D-Dimeri (insieme ad altri fattori, come la fibrina) formano il coagulo 1.

Durante il processo di guarigione del corpo, i coaguli si rompono attraverso la rottura dei loro legami interni. Pertanto, il D-dimero (D==D) si rompe e si separa dalle piastrine (P):

D–P–D + D–P–D → (formazione del coagulo) D–P–D==D–P–D → (dissoluzione del coagulo) D–P + D==D + D–D


VALORI NORMALI

Valori Normali

Il test si basa principalmente su anticorpi contro il D-dimero e dal momento che i kit commerciali sfruttano anticorpi diversi, esiste una certa variabilità nelle misurazioni ottenute 4, 5.

In altre parole, poiché esistono diversi metodi per testare i livelli di D-dimero nel sangue, non esiste un intervallo “normale” universale.

Gli intervalli di riferimento riportati in tabella sono quindi da considerare indicativi.

Unità di Misura Valori Normali 6
Adulti non
in gravidanza
1° trimestre 2° trimestre 3° trimestre
mg/L o µg/mL 0,05 – 0,95 0.32 – 1.29 0,13 -1,7
µg/L o ng/mL 50 – 950 320 – 1290 130 – 1700
nmol/l 0,3 – 5,2 1.8 – 7.1 0,7 – 9,3

CAUSE E SINTOMI

Cause D-Dimero Alto e Sintomi

Se dalle analisi del sangue emerge un valore di D-dimero elevato, è possibile la presenza di una condizione patologica caratterizzata dalla formazione di coaguli, come:

  • trombosi venosa profonda;
  • embolia polmonare;
  • coagulazione intravascolare disseminata;
  • COVID-19;
  • Vaccino anti Sars Cov 2.

Pertanto, il medico può prescrivere l’esame del D-Dimero in presenza di sintomi suggestivi di queste condizioni.


TROMBOSI

Trombosi venosa profonda

Questa malattia consiste nella presenza di un coagulo nel sistema venoso profondo, solitamente delle braccia o delle gambe. Tale coagulo può bloccare parzialmente o completamente il flusso sanguigno attraverso la vena.

I sintomi della trombosi venosa profonda, se presenti, si sviluppano localmente e possono includere:

  • gonfiore;
  • dolore o fastidio;
  • calore;
  • arrossamento;
  • vene vicino alla superficie della pelle più grandi del normale.

Nei pazienti colpiti da questa forma di trombosi, il d-dimero appare generalmente alto. Nei pazienti a basso rischio o “improbabili”, un valore di d-dimero normale permette quindi di escludere la condizione.

Se invece il d-dimero è superiore alla norma si richiedono ulteriori indagini, come un’ecografia.

Nel sospetto di trombosi venosa profonda, verrà richiesto un ecocolordoppler degli arti inferiori. Se è probabile l’embolia polmonare, invece, verrà eseguita una scintigrafia o una TAC polmonare con mezzo di contrasto.


EMBOLIA

Embolia polmonare

L’embolia polmonare è caratterizzata dalla presenza di un coagulo di sangue nei vasi sanguigni del polmone.

Si parla di embolia perché tale coagulo si forma in un’altra parte del corpo (spesso gamba o braccio) e viene poi trasportato attraverso il flusso sanguigno fino ai polmoni.

La presenza di questo tappo determina una diminuzione del flusso sanguigno a valle del coagulo. Se l’ostruzione è severa, può essere fatale. Pertanto, in presenza di sintomi suggestivi è importante allertare immediatamente i soccorsi.

I sintomi di un’embolia polmonare includono:

  • Improvvisa mancanza di respiro (dispnea) o respiro accelerato;
  • Tosse (a volte con catarro o tracce di sangue);
  • Dolore acuto al petto che si aggrava con la tosse o il movimento;
  • Dolore alla schiena;
  • Sudorazione;
  • Battito cardiaco accelerato (tachicardia);
  • Sensazione di vertigini o svenimento.

Anche in questo caso, un esame del D-dimero negativo può ragionevolmente escludere l’embolia polmonare nei pazienti a basso rischio. Nei pazienti ad alto rischio si preferisce invece effettuare direttamente un test di imaging. (Scintigrafia o una TAC polmonare con mezzo di contrasto.)


CID

Coagulazione intravascolare disseminata (CID)

La coagulazione intravascolare disseminata (CID) provoca la formazione di numerosi coaguli di sangue nel corpo, che possono causare danni agli organi e altre gravi complicanze.

I sintomi della CID includono:

  • Gengive sanguinanti;
  • Nausea e/o vomito;
  • Forte dolore muscolare e dolore addominale;
  • Convulsioni;
  • Oliguria (fare pipì meno del solito).

I livelli di D-dimero appaiono significativamente elevati nei pazienti con coagulazione intravascolare disseminata. Inoltre, la misurazione del D-dimero permette di monitorare nel tempo l’efficacia del trattamento nei pazienti colpiti.


COVID-19

COVID-19

La malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) è una patologia infettiva altamente contagiosa causata dal virus SARS-CoV-2.

Lo spettro clinico della COVID-19 varia da forme asintomatiche o paucisintomatiche (pochi sintomi) a gravi malattie cliniche caratterizzate da insufficienza respiratoria acuta (che richiede ventilazione meccanica), shock settico e insufficienza multiorgano.

Diversi studi hanno dimostrato le proprietà prognostiche del D-dimero in pazienti con malattia COVID-19 7, 8, 9. In particolare, esiste un legame tra alti valori di D-dimero, infiammazione elevata e prognosi infausta 10, 11, 12.

E lo stesso problema si riscontra nelle persone plurivaccinate contro sars Cov2

Inoltre, malattie sottostanti come diabete, cancro e ictus possono innescare un aumento dei livelli di D-dimero nei pazienti con COVID-19 13.


FALSI POSITIVI

Esistono diversi stati fisiologici o condizioni mediche che possono far sì che i pazienti abbiano un D-dimero elevato in assenza di embolia polmonare, trombosi venosa profonda o coagulazione intravascolare disseminata.

Le varie condizioni e situazioni che possono causare livelli di D-dimero superiori al normale includono:

  • Gravidanza;
  • Malattie cardiache;
  • Chirurgia recente;
  • Trauma;
  • Infezione o sepsi;
  • Fumo di sigaretta;
  • Malattie Autoimmuni, come la sindrome da anticorpi antifosfolipidi;
  • Malattie epatiche.

I livelli di D-dimero tendono anche ad aumentare nelle persone anziane e dopo lunghi periodi di immobilità. Inoltre, possono verificarsi risultati falsi positivi se si soffre di artrite reumatoide.

Secondo uno studio su oltre 30.000 statunitensi, Il D-dimero è più alto con l’aumentare dell’età, il sesso femminile, il diabete, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari pre-esistenti e l’elevata proteina C-reattiva (CRP) 14.


MORTALITA'

D-Dimero Alto e Mortalità

Livelli elevati di D-dimero possono essere associati a un aumento dell’infiammazione 9.

A sua volta, l’infiammazione cronica di basso grado svolge un ruolo importante nell’insorgenza e nella gravità di malattie cardiache, cancro, sindrome metabolica, obesità, morbo di Alzheimer e varie altre malattie degenerative 15, 16, 17, 18.

Livelli elevati di D-dimero sono stati associati a:

  • un aumento del rischio di malattia coronarica 23, 24;
  • un rischio più elevato di ictus ischemico 25;
  • aumento della mortalità nei pazienti con insufficienza cardiaca 26 e cardiopatia ischemica 27, 28;
  • un aumento della mortalità totale 29;
  • prognosi sfavorevole nei pazienti con:
    • sindrome coronarica acuta e cronica 30, 31, 32, 33;
    • fibrillazione atriale 34;
    • cancro 22, 35, 36:
    • infezione 21;
    • malattia vascolare periferica 37;
    • dissezione aortica 38;
    • ictus 25, 14.

Il meccanismo esatto secondo il quale il livello di D-dimero può prevedere la mortalità non è comunque chiaro.


COME ABBASSARLO

Come Abbassarlo

In assenza di malattie della coagulazione, i livelli del D-dimero aumentati sono spesso associati a una condizione di salute sfavorevole. Uno stile di vita sano, insieme a moltissimi altri benefici, può anche ristabilire normali livelli di D-dimero.

Dieta

La dieta mediterranea tradizionale è legata a una minore mortalità e un ridotto rischio di gravi malattie croniche 39.

Questi benefici si devono anche al suo ruolo antitrombogeno, in parte ascrivibile al suo alto contenuto di antiossidanti, fibre e acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi 39.

In uno studio su 24.325 uomini e donne molisani di età pari o superiore a 35 anni, una maggiore aderenza alla dieta mediterranea è risultata associata a minori livelli di D-dimero 40.

Un altro studio ha osservato livelli di D-dimero più bassi in Italia e in altri paesi del Mediterraneo, coerenti con il possibile effetto protettivo della dieta mediterranea 41.

Inoltre, una dieta dimagrante con conseguente perdita di peso può ridurre i livelli di D-dimero nelle persone obese 42.

Integratori

Uno studio crossover RCT su 41 fumatori maschi sani ha testato gli effetti dell’assunzione di polvere di aglio microincapsulata, estratto di pomodoro, una miscela di entrambi o il placebo 43.

L’assunzione dell’estratto di pomodoro da solo o in associazione all’aglio ha ridotto i livelli di D-Dimero e diversi indici di coagulabilità del sangue.

In uno studio su 213 individui svedesi con livelli non ottimali di questi nutrienti, l’integrazione per 48 mesi con selenio (200 µg/giorno) e coenzima Q10 (200 mg/giorno) ha prodotto una significativa riduzione dei livelli di D-dimero rispetto al gruppo placebo 44. Inoltre, nei partecipanti con un livello di D-dimero superiore alla mediana al basale, l’integrazione ha comportato una mortalità cardiovascolare significativamente inferiore rispetto ai soggetti trattati con placebo.


Fonte


 

 




NAC, non solo mucolitico

 

RIEPILOGO:

  • NAC NELLA BPCO (Broncopneumopatia Ostruttiva Cronica)
  • ALTRE AZIONI DELLA NAC
    • ANTIDOTO DDI INTOSSICAZIONI DA PARACETAMOLO
    • ANTIVELENO
    • CHELANTE DI METALLI PESANTI E MEZZI DI CONTRASTO
    • COADIUVANTE NELLA DIPENDENZA DA NICOTINA
    • POTENZIAMENTO DEL SISTEMA ANTIOSSIDANTE (GLUTATIONE)
  • AZIONE MUCOLITICA
    • FAVORISCE LA FLUIDIFICAZIONE DEL MUCO E DEL MATERIALE PURULENTO
    • ATTENUA I RISCHI DELLE COMPLICANZE DELLA BPCO
  • AZIONE ANTINFIAMMATORIA
  • AZIONE NEUROPROTETTIVA
    • PARKINSON
    • ALZHEIMER
    • DOLORE NEUROPATICO
    • ICTUS
    • REGOLA LA PERCEZIONE DEL DOLORE
  • AZIONE SULL’INFERTILITA’
  • AZIONE SULLA PELLE
  • AZIONE ANTIBATTERICA SUL BIOFILM INTESTINALE
    • DISBIOSI
    • MALATTIE DELL’INTESTINO
  • AZIONE SUL SISTEMA CARDIOVASCOLARE

Da un post pubblico della dr.ssa M.C. Nocerino

PRINCIPALI AZIONI DELLA N-ACETIL CISTEINA (NAC), NON SOLO MUCOLITICO

L’Acetilcisteina o N-Acetil Cisteina (NAC) è un derivato N-acetilato dell’amminoacido “solforato” cisteina ed è impiegata come mucolitico e coadiuvante nella cura dei pazienti affetti da infiammazioni acute e croniche delle alte e basse vie respiratorie.

La NAC infatti è un mucolitico sulle secrezioni mucose o mucopurulente delle vie respiratorie in quanto essa è in grado di ridurre e scindere i ponti di solfuro (-S-S-) responsabili dell’aggregazione delle proteine e quindi dell’alta viscosità del muco.

L’attività della NAC sull’eventuale componente purulenta delle secrezioni è invece, dovuta alla sua capacità di depolimerizzare gli acidi nucleici. La NAC, modificando positivamente le caratteristiche qualitative e quantitative delle secrezioni delle vie aeree e favorendo il trasporto muco- ciliare, influisce efficacemente sullo stato e sulla evoluzione della broncopneumopatia.
Questo effetto terapeutico clinico è stato supportato da vari studi.

Nelle infezioni delle alte e basse vie respiratorie è stata dimostrata la capacità della NAC, anche in sinergia con gli antibiotici, di inibire la produzione di biofilm da parte di vari ceppi batterici e rinforzare l’azione battericida degli antibiotici.

Altre azioni della NAC

Nel corso degli ultimi decenni la NAC è stata sempre più studiata in vari contesti patologici con il risultato che sono state individuate altre possibili utilità terapeutiche della molecola.

I tossicologi la conoscono come antidoto all’avvelenamento

  • del paracetamolo
  • amanita phalloides,
  • da metalli pesanti,
  • paraquat,
  • acetaldeide,
  • cumarina,
  • interferone

e quindi come salvavita, utilizzata a dosi massicce.

Grazie al suo effetto antiossidante con l’aumento del Glutatione ridotto endocellulare, la NAC presenta effetti protettivi contro

  • la nefrotossicità indotta da mezzi di contrasto,
  • come agente chelante del metil- mercurio
  • in ambito tabaccologico, contro lo stress ossidativo da fumo di tabacco con riduzione delle alterazioni geniche del DNA nel polmone, cuore, reni e aorta.

anti infiammatoria, anti angiogenica ed effetti immunologici.
Relazione della drssa Maria Cristina Nocerino dalla pagina di Pneumologia

Domande e risposte della dottoressa:

Domanda:

Questo farmaco sembra avere una grande importanza per chi soffre di BPCO (e non solo); ma proprio per questo, gentile dott.ssa Maria Cristina Nocerino, può essere usato per lunghi periodi? Anche quando non c’è un discreto espettorato? La ringrazio anticipatamente per la sua cortesia (come sempre!) Buona giornata.

Drssa Nocerino:

Può usarlo tranquillamente in cicli mensili di 15/20 giorni senza problemi e anche per periodi più lunghi, proteggono dal rischio di riacutizzazione della BPCO.

Domanda:

Buonasera, molti anni fa feci un aereosol con fluimucil ed essendo asmatica mi provocò un attacco d’asma molto forte da allora non l’ho più usato. Recentemente mi è stato prescritto da prendere saltuariamente per bronchiettasie ed enfisema, dicendomi che in bustine non dovrei avere problemi. Ma ho molta paura che mi venga un alto attacco. Potrei avere una sua conferma? Grazie molte!

Drssa Nocerino:

Certamente i mucolitici per aerosol sono controindicati negli asmatici. Meno rischiosa è la somministrazione orale perciò può seguire la prescrizione consigliata.


N-ACETIL CISTEINA (NAC) NON SOLO UN MUCOLITICO

NAC rientra, insieme al glutammato e alla glicina, nella sintesi del più potente antiossidante a nostra disposizione: il Glutatione.

Già di per sé, la NAC assume proprietà antiossidanti, ma la capacità dimostrata di incrementare i livelli endogeni di Glutatione fa di questo integratore uno dei più efficienti combattenti del danno ossidativo.

neurodegenerative e tumorali, oltre che alle proprietà antinfluenzali e mucolitiche.
AZIONE MUCOLITICA E NELLA MPCO (MALATTIE POLMONARI CRONICO OSTRUTTIVE)

un mucolitico derivato da un amminoacido naturale “solforato” ad azione fluidificante sulle secrezioni mucose o mucopurulente delle vie respiratorie.
evoluzione e la risoluzione delle broncopneumopatie attenuando il rischio di complicanze da diminuzione di secreto e da insufficiente aerazione del polmone.

antiossidante rappresentato dal tripeptide Glutatione (GSH), uno dei più importanti meccanismi di difesa intracellulare.

effetti immunitari, particolarmente desiderabili in caso di malattie respiratorie sostenute da virus e batteri. Nei confronti di questi ultimi, l’Acetilcisteina è in grado di ridurre significativamente l’adesività alle cellule della mucosa e, promuovendo la sintesi cellulare del Glutatione, è anche in grado di inattivare composti istolesivi quali le polveri e gli inquinanti atmosferici che vengono frequentemente inalati.

proteggere l’apparato respiratorio.

I ricercatori del Kwong Wah Hospital di Hong Kong hanno raccolto 120 pazienti con MPCO in fase stabile, somministrando loro 600 mg di NAC o un placebo 2 volte al giorno per 1 anno.
Nel corso dello studio i soggetti che avevano assunto NAC hanno sperimentato minori episodi di peggioramento (50 contro 96 del placebo), un minor numero di ricadute (0.5 contro 0. e di giorni di ricovero in ospedale (1.8 contro 4.2).
Questi risultati sembrano essere correlati a una riduzione della resistenza delle piccole vie aeree, evidenziata dal cambiamento del flusso espiratorio forzato (25%-75%), che è passato dallo 0.7 allo 0.8 nel gruppo della NAC, ma che è rimasto invariato nel placebo.

AZIONE NEUROPROTETTIVA

La letteratura più recente indica la possibilità della NAC di contrastare malattie degenerative e mentali grazie al suo potenziale neuroprotettivo.
Come antiossidante la NAC è in grado di neutralizzare i radicali liberi prima che possano danneggiare la cellula e aumenta il livello di cisteina/Glutatione nelle cellule.
La sua azione consiste nel ristabilire il potenziale antiossidante nelle cellule, colmando la perdita di GSH causata dall’eccessiva produzione di radicali liberi e spazzando via le specie reattive dell’ossigeno (ROS).

Grazie a queste promettenti qualità, la NAC ha suscitato un crescente interesse per valutare i suoi effetti nelle malattie neurodegenerative. In questo studio l’attenzione si focalizza sui potenziali effetti e applicazioni nel morbo di Parkinson e di Alzheimer, nel dolore neuropatico e nell’ictus.

I suoi effetti sulla neurotrasmissione indicano che la NAC è in grado di modulare alcuni neurotrasmettitori chiave, come il glutammato, che ha funzione eccitatoria, che sono coinvolti nello sviluppo di alcuni disturbi neuropsichiatrici, come la schizofrenia e le dipendenze, in cui le disfunzioni del glutammato hanno un ruolo preponderante.

Approfondendo queste tematiche, il risultato suggerisce che la NAC possa regolare direttamente e indirettamente la neurotrasmissione glutammatergica. Ricordiamo che il glutammato è estremamente importante per il sistema nervoso centrale perché regola la percezione del dolore, il controllo del tono dell’umore, dell’apprendimento, della memoria e della funzione motoria. Questo fa sì che alla NAC possa essere attribuita un’azione curativa, considerando il ruolo cruciale del glutammato nelle malattie neuropsichiatriche e neurodegenerative.

Negli USA sono stati condotti recentemente alcuni studi clinici, qualcuno già completato, altri in tuttora corso, che possono confermare il ruolo coadiuvante della N-acetil L-cisteina in disturbi come il morbo di Parkinson e di Alzheimer (600-6000 mg/die) e il dolore neuropatico (2400 mg/die).

AZIONE SULL’INFERTILITA’

Lo studio clinico condotto da Jannatifar e colleghi ha approfondito gli effetti della supplementazione con NAC sulla qualità spermatica, sull’integrità della cromatina e sui livelli di stress ossidativo negli uomini infertili.

Quanto emerso dallo studio è decisamente promettente: la supplementazione con NAC, dopo 3 mesi, ha significativamente migliorato i parametri spermatici (conta, motilità e normale morfologia) rispetto ai valori definiti prima del trattamento. Il miglioramento ha riguardato anche il profilo ormonale e la capacità antiossidante.

I pazienti hanno quindi tratto beneficio dall’integrazione con NAC, probabilmente a causa dell’effetto positivo della sostanza sulle difese antiossidanti. Sembra quindi che la terapia antiossidante sia un valido aiuto nell’ambito dell’infertilità.

Nella riflessione finale, gli studiosi sottolineano che tale disturbo è spesso associato ad un ridotto consumo di alcuni nutrienti antiossidanti, tra cui emergono, oltre alla NAC, anche le vitamina A, C ed E, la carnitina, i folati, lo zinco e il selenio.

BELLEZZA DELLA PELLE

AZIONE ANTIBATTERICA

https://parafarmaciaovf.it/7099-ovf-nac-regular-60-cps.html

DR Fabrizio Marrone
Farmacista esperto in Nutraceutica





Rosmarino, Salvia e Lavanda nelle patologie neurologiche

 

Centinaia di milioni di persone in tutto il mondo soffrono di disturbi neurologici o li hanno sperimentati in modo intermittente, il che ha ridotto significativamente la loro qualità di vita.

a base di erbe hanno guadagnato una popolarità colossale in tutto il mondo negli ultimi anni a causa della loro disponibilità, prezzi accessibili e pochi effetti collaterali.

Questa recensione riassume i dati sul potenziale neuroprotettivo di erbe aromatiche, Salvia, Lavanda e Rosmarino.

introduzione

Un disturbo neurologico è descritto come qualsiasi condizione che provoca un danno funzionale o strutturale al sistema nervoso. I disturbi neurologici rappresentano la seconda principale causa di morte a livello globale e la prima principale causa di disabilità poiché in genere causano deterioramento cognitivo o disfunzione sensomotoria che portano a una ridotta qualità della vita quotidiana.

Una varietà di farmaci a base di erbe ha attirato l’attenzione dei ricercatori nell’ultimo decennio, grazie alla loro disponibilità, al prezzo più basso e ai rari effetti collaterali (Abdel-Aziz et al., 2016).

La Salvia Rosmarinus è una pianta erbacea sempreverde che appartiene alla famiglia delle Lamiaceae.

antibatteriche, antifungine, antiossidanti e antinfiammatorie (Leporini et al., 2020).

La Lavandula angustifolia è una nota erba aromatica della famiglia delle Lamiaceae.

Questo studio si propone di riassumere i dati sul potenziale neuroprotettivo di Salvia, Lavanda e Rosmarino.

Materiali e metodi

Le parole chiave ricercate per la presente revisione della letteratura erano Salvia (Salvia officinalis), Lavandula (Lavanda, Lavandula angustifolia), Rosmarino (Salvia Rosmarinus, Rosmarinus officinalis), demenza, glioblastoma, neurotossicità, neuroinfiammazione, glioma, morbo di Alzheimer, convulsioni, epilessia, emicrania, neuroblastoma, morbo di Parkinson, neurodegenerativo, stress ossidativo e neuroprotettivo. Abbiamo cercato articoli in inglese in vari database online pubblicati nel dicembre 2021 (tra cui Google Scholar, Web of Science, PubMed, Science Direct, Scopus, Embase e ResearchGate). Pertanto, gli articoli estratti sono stati esaminati.

Rosmarino

Disturbi cognitivi

ROSMARINO NEI DISTURBI COGNITIVI

acqua di Rosmarino sugli esiti cognitivi e cerebrovascolari negli adulti sani.

I dati di questo studio hanno suggerito gli impatti positivi dell’acqua di Rosmarino sul miglioramento dell’attività mentale. È stato osservato che il livello di emoglobina ossidata durante la funzione cognitiva nel gruppo sperimentale era significativamente più alto rispetto agli altri gruppi e i dati totali hanno mostrato un effetto positivo e significativo del succo di Rosmarino.

disturbi cognitivi negli anziani.

Durante questo studio pre e post-test, a 39 adulti è stato somministrato olio di Rosmarino, limone e Lavanda da annusare per una settimana. Sono state valutate la qualità del sonno e le funzioni cognitive. I risultati hanno mostrato che l’aromaterapia ha un effetto positivo sulle funzioni cognitive negli anziani. Inoltre, riduce la sensazione di sonnolenza durante il giorno.

qualità del sonno e può migliorare i disturbi cognitivi controllando la memoria e avendo un effetto calmante sui nervi simpatici (Yildirim e Kitis, 2020).

acido di Rosmarino sul deterioramento cognitivo e sull’ipossia-ischemia, nonché sul rafforzamento della mielina. In questo studio, i topi indotti da ischemia e ipossia hanno ricevuto 20 mg di acido di Rosmarino per via intraperitoneale al giorno per 5 giorni. I risultati hanno mostrato che l’acido di Rosmarino potrebbe migliorare i disturbi del movimento, la cognizione e la memoria spaziale a causa degli effetti dell’ipossia-ischemia. È stato anche scoperto che l’acido di Rosmarino inibisce parzialmente la degradazione della mielina dei neuroni del corpo calloso e può aumentare gli inibitori dell’apoptosi degli oligodendrociti (Li et al., 2020).

l’estratto di Rosmarino può essere una potenziale terapia per migliorare i deficit cognitivi nei pazienti con trauma cranico lieve ripetitivo. I suoi meccanismi potrebbero essere mediati da attività antinfiammatorie e antiossidanti (Song et al., 2016). Numerosi altri studi hanno inoltre dimostrato gli effetti positivi del Rosmarino o dei suoi composti attivi nei disturbi cognitivi (Pengelly et al., 2012; Moss, 2017; Araki et al., 2020).


 

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Lavanda

Demenza

LAVANDA E DEMENZA

olio di Lavanda per inalazione su ratti con demenza indotta da scopolamina. Questo studio e altri due hanno dimostrato che una parte significativa degli effetti dell’olio di Lavanda sulla demenza è esercitata dalle sue proprietà antiossidanti e anti-apoptotiche.

migliora la memoria.

diminuendo la neurotossicità indotta dal glutammato, portando alla morte delle cellule neurali (Kashani et al., 2011). Zali et al. hanno studiato le proteine bersaglio specifiche nell’ippocampo dei ratti siringati con Aβ; lo studio ha dimostrato che l’estratto di Lavanda ha un effetto positivo sulle prestazioni dei ratti AD diminuendo la formazione di Aβ.

Hanno concluso che l’estratto di Lavanda potrebbe essere una sostanza utile come farmaco per l’AD e altri tipi di malattie neurodegenerative esprimendo proteine neuroprotettive nell’ippocampo come bersagli farmacologici (Zali et al., 2015).

modifica le carenze di memoria dell’AD nei modelli animali. Questo studio ha dimostrato che l’estratto di Lavanda elimina efficacemente le placche Aβ dal cervello dei ratti affetti da AD. Ai ratti è stato iniettato Aβ per via intracerebroventricolare. L’estratto ha ridotto il livello di Aβ nel cervello mediante la clearance plasmatica di Aβ.

Si è concluso che l’olio di Lavanda in vitro (H2O2 nelle cellule PC12) e in vivo (topi scopolamina) potrebbe esibire una funzione neuroprotettiva, regolando la funzione dell’acetilcolinesterasi e lo stress ossidativo. I

risultati hanno dimostrato che il trattamento con olio essenziale di Lavanda ha ripristinato la diminuzione della glutatione perossidasi indotta dalla scopolamina e della superossido dismutasi nell’ippocampo e ha ridotto l’alto livello di malondialdeide nei topi curati con scopolamina. Hanno concluso che questa erba aveva effetti mnemonici piuttosto che effetti sensomotori. Quindi, sulla base della correzione dei sistemi colinergici, la diminuzione dello stress ossidativo potrebbe essere efficace nei problemi cognitivi (Xu et al., 2016).

Inoltre, hanno protetto in modo significativo l’espressione repressa del fattore 2 correlato al fattore nucleare eritroide 2 e dell’eme ossigenasi-1. Inoltre, con il trattamento farmacologico è stata ottenuta una ridotta espressione di proteine correlate alla plasticità delle sinapsi, al fattore neurotrofico derivato dal cervello, a p-CaMKII e alla proteina chinasi II calcio-calmodulina-dipendente (CaMKII).

Per riassumere, l’olio essenziale di Lavanda e il linalolo potrebbero proteggere l’espressione della proteina della via del fattore 2/eme ossigenasi-1 correlato al fattore nucleare eritroide 2, all’attività colinergica, allo stress ossidativo e alla plasticità sinaptica.

Pertanto, l’olio essenziale di Lavanda e il linalolo possono essere considerati un possibile agente per il miglioramento della disabilità cognitiva nell’AD (Xu et al., 2017).

 

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Salvia

Deficit cognitivi

SALVIA E DISTURBI COGNITIVI

estratto orale di Salvia. Questi risultati hanno mostrato un miglioramento delle prestazioni della memoria secondaria, una diminuzione dell’affaticamento mentale e un’elevata vigilanza mediante l’inibizione dell’AChE (Kennedy et al., 2011).

Nel 2018, Wightman EL et al. hanno esaminato gli effetti della combinazione di Salvia sulle prestazioni cognitive in 94 individui. Il notevole vantaggio di questa combinazione è stato osservato nell’accuratezza cognitiva e nella memoria di lavoro sia in acuto che in cronico. Probabilmente, un ampio aggiustamento della risposta del CBF è responsabile del significativo aumento delle prestazioni cognitive dopo aver consumato il tè greco di montagna il giorno 1. È più probabile che i benefici del giorno 28 siano correlati alla riduzione dell’ansia di stato, il che implica che il primo meccanismo è più efficace. probabilmente faciliterà gli impatti cognitivi acuti e quest’ultimo meccanismo ha maggiori probabilità di sostenere miglioramenti cognitivi a lungo termine (Wightman et al., 2018).

Sono stati condotti complessivamente altri due studi (su giovani adulti e adolescenti) con una dose singola di 150 e 300 mg di estratto di Salvia, rispettivamente. È stato dimostrato un netto miglioramento in seguito al consumo di estratto di Salvia nella valutazione delle prestazioni cognitive e della memoria a breve termine in giovani adulti sani, che sono simili a studi precedenti sugli anziani (Edwards et al., 2021).

Allo stesso modo, un recente studio randomizzato condotto su casi giovani e sani ha dimostrato che la combinazione di vari estratti fenolici e aromatici come la Salvia potrebbe avere effetti benefici significativi sulla funzione cerebrale (Jackson et al., 2020).

Hanno suggerito una potente modulazione dei trasportatori della serotonina e dei neurorecettori come modalità d’azione, che potrebbe normalizzare le risposte termoregolatorie e possibilmente il deterioramento mentale prima della menopausa. Inoltre, l’utilizzo di foglie fresche di Salvia officinalis ha avuto un’attività maggiore rispetto agli estratti di piante essiccate (Tober e Schoop, 2019).


SALVIA NELLA DEMENZA

Demenza

In conclusione, il trattamento con nanoparticelle di Mg-Salvia officinalis migliora lo stress ossidativo e potenzia il sistema di difesa antiossidante (Elkomy et al., 2021).

intossicati da cloruro di alluminio. Hanno scoperto che la somministrazione di 500 mg/kg di questo estratto non solo migliora i parametri comportamentali ma inverte anche la diminuzione del contenuto di acetilcolinesterasi. Pertanto, sono stati dimostrati gli effetti vantaggiosi della Salvia nell’alleviare il morbo di Alzheimer grazie alla sua attività antiossidante e inibitrice dell’acetilcolinesterasi e alla sua capacità di migliorare le funzioni cognitive e la memoria (Fatima e Tabassum, 2020).

Scholey et al. hanno eseguito uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo per valutare gli effetti di un estratto di Salvia officinalis sulle prestazioni cognitive negli anziani. Un totale di venti partecipanti di età superiore ai 65 anni hanno ricevuto un placebo e quattro dosi di estratto di Salvia officinalis (167, 333, 666 e 1.332 mg). Hanno concluso che la dose da 333 mg era associata a un notevole miglioramento della memoria secondaria. Le altre dosi hanno mostrato lo stesso effetto in misura minore. Inoltre, l’estratto ha inibito l’attività anticolinesterasica, determinando una riduzione del 50% della degradazione del substrato da parte della colinesterasi umana (Scholey et al., 2008). Tuttavia, non tutti gli studi hanno riportato gli effetti benefici della Salvia sulla memoria.

Perry et al. hanno valutato gli effetti di una combinazione di Salvia, Melissa e Rosmarino sul ricordo verbale in partecipanti sani. Un totale di 44 soggetti sani hanno partecipato a questo studio pilota in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo. Nel complesso, non sono state osservate differenze significative tra i gruppi di trattamento e quelli con placebo rispetto al basale per quanto riguarda il ricordo immediato e ritardato delle parole. Tuttavia, l’analisi dei sottogruppi ha evidenziato che i partecipanti di età inferiore a 63 anni hanno mostrato notevoli miglioramenti nel ricordo ritardato delle parole e non sono stati osservati effetti avversi (Perry et al., 2018).


Conclusione

Complessivamente, gli articoli inclusi hanno studiato gli effetti di erbe aromatiche, estratti di Lavanda, Rosmarino e Salvia su disturbi cognitivi, morbo di Alzheimer, demenza, epilessia, convulsioni, glioblastoma, glioma, emicrania, neuroblastoma, morbo di Parkinson e sclerosi multipla.

Le erbe aromatiche si sono rivelate efficaci in diverse malattie neurologiche e questa revisione le suggerisce come potenziali medicine complementari.

morbo di Parkinson e riduce lo stato di agitazione nei pazienti affetti da demenza.

Gli studi su modelli animali hanno dimostrato che l’estratto di Lavanda ha un potenziale effetto sulle prestazioni nella formazione di AD Aβ. Inoltre, l’olio essenziale di Lavanda può influenzare i problemi cognitivi diminuendo lo stress ossidativo basato sui sistemi colinergici. Alcune ricerche hanno dimostrato che la Lavanda agisce come un antagonista del recettore AMPA e impedisce al glutammato di legarsi ad esso e di conseguenza previene la disregolazione del Ca2+ e la disfunzione sinaptica in queste malattie. Questo studio ha dimostrato che l’olio essenziale di Lavandula potrebbe avere un’impressione protettiva contro la distruzione dei neuroni aumentando l’espressione genica di fattori neurotrofici derivati ​​dal cervello in pazienti con recidiva remittente con SM nel sangue periferico.

In generale, le prove supportano questi estratti di erbe aromatiche in varie malattie neurologiche, riducendo il livello di stress ossidativo e i marcatori di infiammazione. In futuro, saranno necessari ulteriori studi clinici per studiare gli effetti dei medicinali erboristici aromatici per la gestione dei disturbi neurologici, e saranno necessari ulteriori studi in vivo e in vitro per identificare meglio i meccanismi d’azione sottostanti di questi medicinali erboristici in diverse malattie.

Fonte

PUBMED


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Menopausa, una fase della vita promossa a malattia
I Rischi della TOS

INDICE

  1. INTRODUZIONE
  2. RISCHI DELLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA (TOS)
  3. LA MENOPAUSA NON è UNA MALATTIA
  4. CHE COSA è LA MENOPAUSA
  5. SINTOMI E COMPLICAZIONI
  6. COSA FARE
  7. PIANTE CURATIVE
  8. TISANE PER LA MENOPAUSA
  9. TRADUZIONE DI UNO STUDIO
  10. FITOESTROGENI
  11. CIMICIFUGA
  12. SALVIA
  13. ANGELICA CINESE
  14. VITAMINE IN MENOPAUSA

Introduzione

La menopausa compare verso il 51° anno con l’interruzione del ciclo mestruale, dovuto al calo di produzione ormonale.
La medicina farmaceutica affronta la menopausa con un trattamento ormonale sostitutivo, utilizzando una combinazione di estrogeni e progesterone.

Ora è ben chiaro che il trattamento estrogenico sostitutivo è associato ad un aumento di sviluppo di carcinoma dell’endometrio. (1)
Per contrastare questa associazione le ditte farmaceutiche e i medici cominciarono a raccomandare l’utilizzo combinato di estrogeni e progesterone.
Questa combinazione sembra aver ridotto il rischio di carcinoma endometriale, ma porta ancora con sé il rischio di sviluppare altre neoplasie. (2)
Il tumore più strettamente associato con il trattamento ormonale sostitutivo è il cancro alla mammella dal momento che gli estrogeni svolgono un ruolo decisivo nello sviluppo della maggior parte dei tumori mammari.


RISCHI NOTI

RISCHI DELLA TOS

La terapia ormonale sostitutiva è associata a un aumentato rischio di sviluppare un cancro alla mammella che va dall’1 al 30%. (3-4-5)
Oltre al rischio di cancro, gli estrogeni e il progesterone aumentano il rischio di sviluppare calcolosi biliare e trombosi e sono assolutamente controindicati nei primi mesi di gravidanza.
Alcuni effetti collaterali di estrogeni e progesterone comprendono: nausea, tensione mammaria, sintomi simili alla sindrome premestruale, depressione, epatopatia, aumento dei fibromi uterini, ritenzione idrica, alterazioni glicemiche, cefalea.»(6)

Vien da chiedersi: è necessario assumerli?
Cosa propone in alternativa il Naturalista per risolvere, ad esempio, le fastidiose vampate di calore?
L’attuale medicina tratta la menopausa come una malattia piuttosto che come un normale processo.

Verso i 50 anni rimangono pochi ovuli, finché non vi sono più follicoli da stimolare e si riduce la produzione di estrogeni e progestinici.
In risposta a questa diminuzione, l’ipofisi aumenta la produzione degli ormoni LH (luteinizzante) e FSH (follicolo-stimolante) anche dopo la menopausa, in gran quantità, anche se non vi sono più follicoli da stimolare!
LHF ed FSH stimolano la produzione da parte delle ovaie e delle surrenali di androgeni, che possono essere convertiti in estrogeni ad opera degli adipociti (cellule di tessuto adiposo) di fianchi e cosce! Questi androgeni trasformati sono gli unici estrogeni circolanti naturali in menopausa, ma il livello è inferiore a quello della donna fertile.
La menopausa, normalmente, si manifesta con questi sintomi:

vampate di calore, sudorazione eccessiva, cefalea, vaginite atrofica (secchezza vaginale), infezioni delle vie urinarie, mani e piedi freddi, diminuita concentrazione, smemoratezza, turbe dell’umore (depressione), insonnia, vertigini, irritabilità, nervosismo, palpitazioni cardiache, iperidrosi.

Bibliografia

  1. Rubin G.L., Peterson H.B., Lee N.C. et.al., Estrogen replacement therapy and the risk of endometrial cancer: Remaining controversies. Am J Obster Gynecol 1990; 162: 148-154
  2. Whitehead M.I., Townsend P.T., Davies-Pryse J. et.al., Effects of estrogens and progestins on the biochemistry and morphology of the postmenopausal endometrium, New Engl J Med 1981; 305: 1599-1685
  3. Tavani A., Braga C., et.al., Hormone replacement treatment and breast cancer risk: an age-specific analysis. Canc Epidem Biomark Prey 1997; 6: 11-14
  4. Bergkvist L., Persson I., Hormone replacement therapy and breast cancer. A review of current knowledge. Drug Sof 1996; 15: 360-370
  5. Steinberg K.K., Thacker S.B., Smith S.J., et.al. A meta-analysis of the effect of estrogen replacement therapy on the risk of breast cancer. JAMA 1991; 265: 1985 1900
  6. J.E. Pizzorno Jr., M.T. Murray, , Red Edizioni Trattato di medicina naturale

NON è UNA MALATTIA

La menopausa è una malattia? 

dr Salvo Catania (Oncologo, Chirurgo generale, Senologo)

La menopausa è un cambiamento naturale e non una malattia da combattere in tutti i casi con i farmaci. Purtroppo ogni giorno nella nostra attività oncologica dobbiamo confrontarci con una sottovalutazione dei rischi reali che i farmaci in uso comportano e soprattutto con i vantaggi, molti dei quali inesistenti, che la pubblicità farmaceutica interessata lascia intendere.

Rischi

Le opinioni sono diverse. Sul rischio del cancro della mammella, l’opinione appoggiata da molta pubblicità di parte, sostiene che il rischio non sarebbe provato, perché a fronte di molti studi che lo provano altri non lo provano o addirittura trovano una protezione. Una visione critica degli studi rivela però che quelli migliori sono quelli che evidenziano un certo rischio, soprattutto per trattamenti prolungati, tanto da potersi stabilire in linea di massima un rischio del 2-3% per anno dopo 5 anni di uso (!!).

Alcuni studi sono recentissimi:

per approfondimenti



MENOPAUSA CHE COS'è

Che cosa è la menopausa

Apoteka Natura

La menopausa non è una patologia, ma una situazione fisiologica, seppure delicata, che caratterizza la vita di ogni donna. Comprende profonde modificazioni a livello fisico, ma anche psicologico. Di conseguenza ogni caso va affrontato a sé, in funzione anche della personalità della donna e del suo contesto sociale, familiare e lavorativo.

Lo stato di menopausa si può confermare quando in una donna si manifesta la scomparsa del ciclo mestruale per almeno 12 mesi consecutivi. Questo avviene in seguito alla diminuzione dell’attività ormonale ovarica per esaurimento del patrimonio follicolare (i follicoli sono le strutture che contengono le cellule uovo). Si assiste così al calo della produzione di ormoni estrogenici.

L’arrivo della menopausa dipende principalmente dall’età della donna: si presenta di solito fra i 46 ed i 55 anni e può essere di origine fisiologica, quindi naturale, o iatrogena, ovvero causata da interventi chirurgici o terapie particolari (come quelle antitumorali). Nel caso in cui si manifesti prima dei 45 anni si può parlare di menopausa precoce. Durante una fase iniziale si può assistere a quello che viene definito climaterio, un periodo antecedente la menopausa, ma che si distingue per una serie di manifestazioni fra cui: alterazioni del ciclo mestruale (in termini di irregolarità, variazioni di flusso o perdite intermestruali) o della fertilità, ma anche da tutti quei sintomi che verranno definiti come “precoci”. Il climaterio ha una durata variabile che può andare da qualche mese a diversi anni.


SINTOMI

I sintomi della menopausa

La menopausa coincide con la fine della capacità riproduttiva, ma si tratta di momento naturale della vita di una donna. È necessario informarsi adeguatamente su quali sono le sue manifestazioni e i sintomi principali per comprendere quale strategia attuare per affrontarla nel migliore dei modi: considerarla non come una problematica, ma come un’occasione di salute.

Alcuni sintomi della menopausa possono essere dei veri e propri disturbi capaci di compromettere la qualità di vita della donna stessa. Si manifestano in maniera estremamente variabile e ne soffrono circa il 70% delle donne.

Sintomi precoci:

  • Vampate di calore: compaiono con sudorazione profusa, sensazione di calore intenso soprattutto nel volto e nella parte alta del corpo, aumento della pressione sanguigna, tachicardia. Si tratta di uno dei disturbi con incidenza maggiore e la loro intensità può creare forte disagio nella persona.
  • Insonnia: dovuta a cause psicologiche o perché le vampate compaiono durante il riposo notturno.
  • Disturbi dell’umore: caratterizzati principalmente da ansia e irritabilità, ma correlati anche al contesto emotivo della donna.
  • Secchezza vaginale: l’assenza dello stimolo estrogenico porta anche ad un’alterazione dei tessuti e delle mucose, con conseguente secchezza. Questa può compromettere la vita sessuale della donna in quanto i rapporti, a causa della scarsa idratazione, risultano spesso dolorosi.
  • Disturbi della sessualità: talvolta legati ad un calo del desiderio sessuale.
  • Assottigliamento ed aumento della secchezza della pelle, Riduzione dell’elasticità della cute.

Complicazioni a lungo termine:

Nel tempo il calo della produzione di estrogeni può determinare la predisposizione ad altre complicanze correlate a modifiche di tipo metabolico, in quanto viene a mancare proprio l’azione protettiva esercitata dagli estrogeni. Si possono ad esempio verificare:

  • Alterazioni dei valori di lipidi e glicemia nel sangue.
  • Aumento di peso e della circonferenza addominale (il tessuto adiposo tende ad accumularsi nella zona dell’addome e nel punto vita).
  • Incremento della pressione arteriosa.
  • Demineralizzazione ossea con incremento del rischio di insorgenza di osteoporosi.

COSA FARE

Come affrontare la menopausa

Strategie comportamentali:

  • Dedicarsi ad attività piacevoli, con la famiglia e gli amici, non isolarsi.
  • Condurre un’alimentazione tesa ad evitare l’aumento di peso.
  • Svolgere regolare attività fisica per almeno 30 minuti al giorno. L’esercizio fisico ha effetti benefici generalizzati: dal tono dell’umore, alla salute cardiovascolare e dell’apparato muscolo-scheletrico.
  • Astenersi dal fumo e limitare il consumo di bevande alcoliche. Fumo ed alcol, oltre ad essere importanti fattori di rischio per malattie cardiovascolari, tumori ed osteoporosi, possono anche anticipare ed amplificare tutti i sintomi correlati alla menopausa.
  • Monitorare regolarmente la pressione arteriosa, il profilo lipidico (colesterolo totale, colesterolo HDL e LDL, trigliceridi) e il valore della glicemia.
  • Sottoporsi ai dovuti controlli specialistici come: visita ginecologica, visita senologica, esame di mineralometria ossea computerizzata (MOC).

Terapia ormonale sostitutiva? No grazie: E ne abbiamo visto i rischi.


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Si consiglia l’assunzione di 4 pastiglie una o due volte al giorno in qualunque momento (da 4 a 8 pastiglie al giorno).

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PIANTE CURATIVE

Alcune Alternative alle terapie ormonali:

  • Fitoestrogeni: sono complessi di sostanze derivanti da piante e che sono in grado di svolgere un’azione simile a quella degli estrogeni, seppure in maniera meno ampia. Fra i più diffusi ricordiamo gli Isoflavoni derivanti dalla soia. La loro assunzione ha dimostrato di: apportare benefici su tutti i sintomi legati alla menopausa, influenzare positivamente il metabolismo osseo e proteggere il sistema cardiovascolare. La ricerca inerente alle attività di queste molecole è in continua evoluzione, ma studi recenti hanno evidenziato che questi effetti benefici non causano aumento di rischio di tumori della mammella.
  • Cimicifuga Racemosa: pianta officinale impiegata per attenuare tutti i disturbi legati al climaterio: vampate, sudorazione profusa, irritabilità ed insonnia. Il suo utilizzo è supportato da studi scientifici sia dal punto di vista dell’efficacia che da quello della sicurezza, tuttavia se ne sconsiglia l’utilizzo in caso di disfunzioni o problematiche epatiche.
  • A sostegno dell’attività degli Isoflavoni o della Cimicifuga possono essere associate piante quali:
  • LAVANDA (AROMATERAPIA)
  • ANGELICA CINESE (DON QUOAI)
  • BIANCOSPINO
  • ENOTERA
  • FIENO GRECO
  • CUMINO NERO
  • AGRIFOGLIO
  • FINOCCHIO
  • MELISSA
  • GINKGO BILOBA
  • ERBA MEDICA
  • IPERICO
  • GINSENG
  • PIMPINELLA
  • LIQUIRIZIA
  • PASSIFLORA
  • TRIFOGLIO ROSSO
  • GLYCINE SOYA

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Sono molte le piante efficaci nel trattamento della sindrome della menopausa acuta con diversi meccanismi e vale la pena provarle. Scegli la tua tisana, oppure il mix di erbe “Donna in forma”.

Leggi lo studio qui sotto con la traduzione.

Una revisione dei farmaci erboristici efficaci nel controllo dei sintomi della menopausa (FONTE)
PMID: 29403626 PMCID: PMC5783135 DOI: 10.19082/5826

Articolo gratuito sul PMC

TRADUZIONE

Astratto

Background:

La sindrome della menopausa acuta, in particolare le vampate di calore, è uno dei problemi ginecologici più comuni durante la menopausa. A causa degli effetti collaterali della terapia ormonale, i farmaci fitoterapici e complementari sono sempre di grande interesse per le persone nel trattamento e nella gestione dei sintomi e delle complicanze della menopausa.

Obiettivo:

Lo scopo di questo studio era di indagare i meccanismi e gli effetti delle piante medicinali impiegate nel trattamento dei sintomi della menopausa.

Metodi:

questo articolo di revisione è stato realizzato esaminando studi di studi clinici tra il periodo 1994 e 2016. Le parole chiave, che includono menopausa, menopausa, vampate di calore, vampate, erbe e fitoestrogeni, sono state utilizzate per cercare medicinali erboristici utilizzati negli studi clinici per il trattamento dei sintomi della menopausa utilizzando database come PubMed, Medline, Scopus, Google Scholar, SID e Magiran.

Risultati:

i risultati dello studio hanno dimostrato che le piante medicinali, tra cui la salvia (Salvia officinalis), la melissa (Melissa officinalis), la valerina officinalis, il cohosh nero (Cimicifuga racemosa), il fieno greco (Trigonella foenum-graecum), il cumino nero ( Nigella sativa), Agrifoglio (Vitex agnus-castus), Finocchio (Foeniculum vulgare), Enotera (Oenothera biennis), Ginkgo biloba, Erba medica (Medicago sativa), Hypericum perforatum, Panax ginseng, Pimpinella anisum, Liquirizia (Glycyrrhiza glabra), Passiflora incarnata, il trifoglio rosso (Trifolium pratense) e la Glycine soja si sono rivelati efficaci nel trattamento della sindrome della menopausa acuta con diversi meccanismi.

Conclusione: le piante medicinali possono svolgere un ruolo fondamentale nel trattamento della sindrome della menopausa acuta; tuttavia, sono necessari ulteriori studi per rafforzare la loro efficacia nel trattamento della sindrome della menopausa acuta.


FITOESTROGENI

LE PIANTE AMICHE DELLA MENOPAUSA

Le piante toniche dell’utero sono quelle che hanno un effetto nutritivo (trofico) sul sistema riproduttivo femminile. La loro azione è dovuta in gran parte al contenuto di vari Fitoestrogeni e alle proprietà di migliorare la circolazione del sangue negli organi femminili.
Le piante contenenti Fitoestrogeni sono state usate da millenni per le stesse situazioni per cui oggi si prescrivono estrogeni. Mentre gli estrogeni, sia sintetici che naturali, comportano dei rischi (tumori) i Fitoestrogeni non hanno effetti collaterali.

«Dati epidemiologici e studi su animali hanno dimostrato che i Fitoestrogeni sono estremamente efficaci nel prevenire il tumore alla mammella, non solo perché competono con i recettori per gli estrogeni, ma anche con altri meccanismo anti-cancro (7-8).
I Fitoestrogeni sono in grado di esercitare effetti estrogenici, ma la loro attività è al massimo pari all’1-2% dell’attività dell’estrogeno (9). Tuttavia, a causa della loro attività, i Fitoestrogeni sono in grado di riequilibrare gli effetti estrogenici.
Se i livelli di estrogeni sono bassi, dal momento che i Fitoestrogeni hanno una qualche attività estrogenica, determinano un aumento dell’effetto estrogenico.

Se i livelli di estrogeni sono alti, dal momento che i Fitoestrogeni legano i recettori degli estrogeni e quindi competono con loro, ci sarà una diminuzione dell’effetto estrogenico (10).
A causa di questo bilanciamento dei Fitoestrogeni sugli effetti dell’estrogeno, è frequente che la medesima pianta sia indicata in condizioni sia di eccesso di estrogeni (per esempio, nella sindrome premestruale) sia di difetto di estrogeni (per esempio, nella menopausa e nelle anomalie mestruali)» (11).

Dr. Martino Giorgini

Bibliografia

  • (7) Adlercreutz H., Mazur W., , Ann, Med 1997; Phyto-oestrogens and Western diseases 29: 95-120
  • (8) Rose D.P., , Nutrition 1992; 8: 47-51 Dietary fiber, phytoestrogen and breast cancer
  • (9) Elghamary M.I., Shihata I.M., , Planta Medica, Biological activity of phytoestrogens 1965; 13: 352-357
  • (10) Tamaya T., et.al.,Inhibition by plant herb extracts of steroid bindings in uterus, liver and serum of the rabbit, Acta Ob Gyn Scand 1986; 65: 839-842
  • (11) J.E. Pizzorno Jr., M.T. Murray, op. cit.

CIMICIFUGA

Cimicifuga

I nativi nordamericani (Indiani) usavano la radice (rizoma) della Cimicifuga (Cimicifuga o Actaea racemosa) nei dolori mestruali (dismenorrea), nel parto e contro il morso dei serpenti (era, infatti, conosciuta col nome di “black snake root”). È stata presente nella Farmacopea statunitense dal 1820 al 1936. I medici naturalistici la usavano nei primi decenni del ‘900 per i disturbi ginecologici, ma anche per i dolori reumatici e muscolari.

Dal 1950 il suo uso è stato ripreso e utilizzato soprattutto come alternativa alla terapia ormonale sostitutiva durante la menopausa. La vasta diffusione che ne è seguita è giustificata dalle prove cliniche, come, ad esempio, sulla sua capacità di regolare gli ormoni femminili (12-13-14-15).

I Fitoestrogeni sono erroneamente considerati da evitare per la loro azione estrogenica, perché si legano ai ricettori degli estrogeni (al posto degli estrogeni), ma la loro attività è inferiore a quella degli estrogeni (mediamente solo 1% dell’attività degli estrogeni), quindi andrebbero considerati in pratica, anche dai medici, come anti-estrogenici! (16)
L’azione della Cimicifuga è simile a quella dell’estriolo, più che dell’estradiolo.

«Mentre l’estradiolo è stato messo in relazione a un aumento del rischio di cancro alla mammella, dell’ovaio e dell’utero (17-18), l’ha un’azione molto più debole e un estriolo più breve tempo di permanenza sui recettori della superficie cellulare rispetto al più potente estradiolo.

I tumori estrogeno-dipendenti non sono stimolati dalla debole azione dell’estriolo. Sul piano fisiologico, l’estriolo esercita i suoi effetti, in primo luogo sulla mucosa vaginale, mentre l’estradiolo li attua principalmente sulla mucosa uterina (19)».

La Cimicifuga ha la stessa azione dell’estriolo, ma «l’effetto della Cimicifuga sui meccanismi regolatori endocrini appare dovuto primariamente a una complessa sinergia di azioni dei suoi costituenti chiave, flavonoidi e derivati triterpenici. I dati indicano che tali composti producono i loro effetti benefici nelle donne in menopausa agendo sull’ipotalamo e sui centri vasomotori….
Molti sintomi della menopausa e, in particolare le vampate di calore, sembrano essere il risultato di un’alterata funzione dell’ipotalamo. L’ipotalamo è responsabile del controllo di molte funzioni tra cui: temperatura corporea, metabolismo di base, sonno, risposta allo stress, libido, umore, rilascio di ormoni dell’ipofisi.
Le endorfine sono un elemento critico per il funzionamento dell’ipotalamo. Si ritiene che molti rimedi naturali esercitino i loro effetti benefici incrementando il rilascio di endorfine».(20)
Diversamente dagli estrogeni, la Cimicifuga non varia la secrezione della prolattina e dell’ormone follicolostimolante (FSH).

La vampate di calore sono causate da una improvvisa secrezione dell’ormone luteinizzante (LH) nel sangue da parte dell’ipofisi. Gli effetti endocrini regolatori della Cimicifuga vengono esercitati anche sull’ipofisi oltre che sui recettori degli estrogeni.

Il Fitocomplesso della Cimicifuga contiene almeno tre diversi componenti:

  • un componente che agisce sull’ipofisi impedendo la secrezione dell’LH
  • un componente che si lega a recettori degli estrogeni
  • un componente che agisce sull’ipofisi impedendo la secrezione dell’LH e si lega anche ai recettori degli estrogeni.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) riconosce l’efficacia della Cimicifuga per trattare i sintomi della menopausa (21).

«Contrariamente all’estradiolo, la Cimicifuga non ha mostrato di stimolare la crescita di cellule tumorali in vitro migliora anche la circolazione sanguigna… Non presenta effetti collaterali, neppure a dosaggi elevati e per periodi di tempo abbastanza lunghi». (22)

«Studi in vivo e in vitro hanno segnalato una probabile attività estrogenica selettiva con effetto agonista a livello del sistema nervoso centrale e del tessuto osseo e antagonista a livello dell’endometrio, della vagina e della mammella, prospettando così per la Cimicifuga un’azione simile a quella esercitata dai modulatori selettivi degli estrogeni.
Le turbe dell’umore, la secchezza vaginale e le manifestazioni concomitanti – prurito, dispareunia (23), infiammazione pelvica – legate alla caduta della concentrazione ematica di estrogeni, sono migliorate dall’azione della pianta. Sembra inoltre che gli estratti della pianta agiscono alleviando i sintomi neurovegetativi della menopausa e determinando un’azione favorevole sulla densità minerale ossea senza stimolare l’endometrio». (24)

La maggior parte delle persone riferisce benefici notevoli entro 4 settimane dall’inizio dell’assunzione di Cimicifuga.
Dopo 6-8 settimane la maggior parte giunge alla completa risoluzione dei sintomi. (24)

«I risultati degli indici standard dei sintomi della menopausa hanno indicato un’evidente efficacia terapeutica dell’estratto di Cimicifuga rispetto a tutti i farmaci».

BIBLIOGRAFIA

  • (12) Harnischfeger G., Stolze H., Proven active substances from natural materials. Black snake root. Notabene Medici 1980; 10: 446-450
  • (13) Jarry H., Harnischfeger G., Studies on the endocrine effects of the contents of Cimicifuga racemosa. I. Influence on the serum concentration of pituitary hormones in ovariectomided rats. Planta Med 1985; 51: 80-83
  • (14) Jarry H., Harnischfeger G., Studies on the endocrine efficacy of the constituents of Cimicifuga racemosa: II. In vitro binding of constituents to estrogen receptors. Planta Med 1985;51:291-296
  • (15) Düker E.M., et.al., Effects of extracts from Cimicifuga racemosa on gonadotropin release in menopausal women and ovariectomized rats, Planta Medica 1991; 57: 420 424
  • (16) Miksicek R.J., , Commonly occurring plant flavonoids have estrogenic activity Molecular Pharmacology 1993; 44: 37-43
  • (17) Tzingounis V.A., Aksu, M.F., Greenblatt R.B., Estriol in the management of the menopause, JAMA 1978; 239: 1638-1641
  • (18) Lemon H.M., Pathophysiologic considerations in the treatment of menopausal patients with oestrogens; the role of oestriol in the prevention of mammary carcinoma. Acta Endocrinol 1980; 233: 17-27
  • (19) J.E. Pizzorno Jr., M.T. Murray, op.cit.
  • (20) Ibidem.
  • (21) WHO, , Volume 2. World Healt monographs on selected medicinal plants Organization, Geneva 2002.
  • (22) Francesco Perugini Billi, Edizioni Junior “Manuale di Fitoterapia
  • 23 Dolore che la donna sente durante il rapporto sessuale
  • 24 Enrica Campanini, , Tecniche Nuove Dizionario di fitoterapia e piante medicinali
  • 25 Stolze H., , Ginecology 1982; 3: 14-16 An alternative to treat menopausal complaints
  • 26 Warneke G., , Med Influencing menopausal Symptoms with a phytitherapeutic agent Welt 1985; 36: 817-874
  • 27 Stoll W., :Phytopharmacon influences atrophic vaginal epithelium double-blind study: Cimicifuga vs estrogenic substances, Therapeuticum 1987; 1: 23-31
  • 28 Bruker A., , Med Welt Essay on the Phytotherapy of Hormonal Disorders in Women1960; 44: 2331-2333
  • 29 Schildge E., Essay on the treatment of premenstrual and menopausal moods swings and depressive states, Rigelh Biol Umsch 1964; 19(2): 18-22
  • 30 Garlich N., , Arztl Prax 1962; 14: Treatment of ovarian disorders in general practice 1742-1743

Dr. Martino Giorgini


SALVIA

SALVIA OFFICINALIS

BENEFICI:

Le foglie di salvia contengono numerose altre sostanze come i tannini, gli oli essenziali, flavoni, acidi fenoli, diterpeni e triterpeni. [1]

Tutte queste molecole contribuiscono ai benefici della pianta: le proprietà della salvia, infatti, spaziano dalla riduzione della sudorazione, al rimedio per il mal di gola, al miglioramento della regolarità del ciclo mestruale, al miglioramento della digestione, fino al miglioramento delle capacità mentali [2]. Vediamo quindi insieme nel dettaglio a cosa serve la salvia.

  • Appetito e digestione
    La salvia può essere considerata un ottimo rimedio digestivo in quanto gli oli essenziali in essa contenuti rilassano la muscolatura dell’apparato gastrointestinale dell’uomo, migliorando di conseguenza la digestione. Inoltre la presenza di sostanze amare contribuisce a stimolare l’appetito.
  • Prestazioni cognitive
    In diverse ricerche è stato studiato l’effetto della salvia sulle capacità cognitive e sull’umore. Tali studi mostrano un risultato benefico della salvia sulle prestazioni cognitive e in particolare sul miglioramento della memoria. Questi benefici della salvia sono evidenti sia in persone sane, sia in persone con deficit cognitivi e ci sono alcuni iniziali risultati promettenti nella malattia di Alzheimer [3][4].
  • Azione antinfiammatoria
    Tra i benefici della salvia troviamo la sua azione antinfiammatoria e antisettica. Per questo motivo tale pianta risulta utile nelle infiammazioni delle vie respiratorie, così come in quelle del tratto gastrointestinale. Inoltre, sotto forma di impacchi, la salvia risulta utile nel caso di ferite.
  • Apparato riproduttivo femminile
    Tra le proprietà curative della salvia una delle più conosciute è il suo effetto sull’apparato riproduttivo femminile in quanto svolge un’azione simil-estrogenica. Per questo motivo la salvia si adatta a tutti i casi di flusso mestruale scarso e di irregolarità mestruali. Inoltre è ampiamente utilizzata nella donna in menopausa soggette a vampate, soprattutto notturne in quanto la salvia sembra avere un effetto diretto sui centri del sudore, riducendo la sudorazione e l’eccessiva salivazione.

Fonte: VIVERE SANO

Bibliografia

Puoi staccare le foglie di Salvia ed anche i fiori in primavera dalla tua pianta in giardino, per prepare una tisana, oppure acquistare dei buoni prodotti erboristici.

Della Salvia si può usare tutta la pianta, il fiore e le foglie in formato di Tisana o di Estratto Analcolico.

Tisana di Salvia

ERBE DI MAURO

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8-10 minuti un cucchiaino di salvia essiccata in una tazza d’acqua calda bollente (circa 250 ml), avendo cura di coprirla con un coperchio o un piattino. Dopo di che filtra e bevi la tisana finché calda. Usala per 1-2 volte al giorno.

Perché sia efficace le foglie di salvia e la tisana non deve mai entrare in contatto con qualcosa di metallico (ferro, rame, alluminio, ecc.).


Estratto di Salvia

Giorgini

La salvia contrasta i disturbi della menopausa e promuove la regolarità del processo di sudorazione. Inoltre, favorisce la funzione digestiva e l’eliminazione dei gas intestinali, coadiuva il benessere di naso e gola, svolge una benefica azione antiossidante e agisce come tonico per contrastare la stanchezza fisica e mentale.

da 10 a 30 ml al giorno). Se desiderato, la dose giornaliera può essere diluita in una bottiglia d’acqua da consumare nell’arco della giornata.
Agitare prima dell’uso. Misurino graduato incluso nella confezione.
Conservare il prodotto fuori dal frigorifero anche dopo l’apertura.

INTEGRATORI MISTI

Menopausa Control PlusMenopausa Control Plus

80 pastiglie

Si consiglia l’assunzione di 4 pastiglie una o due volte al giorno in qualunque momento (da 4 a 8 pastiglie al giorno).

Il prodotto contiene:
Cimicifuga (Cimicifuga racemosa) rizomi E.S., Cardo Mariano (Silybum marianum) frutti E.S. (titolato all’80% in silimarina), (L-)istidina, Glutatione ridotto, SAMe (S-adenosil metionina disolfato tosilato), soia (Glycine max) semi E.S. (titolato al 40% in isoflavoni), GammaOrizanolo, Potassio Ioduro.


ANGELICA CINESE

Angelica cinese DONG QUAI

In Asia, l’Angelica (Angelica sinensis), dong-quai, è considerata il rimedio “femminile”, seconda per fama forse al Ginseng (Panax ginseng), considerato il rimedio “maschile”. Da migliaia di anni in Cina, l’Angelica cinese, è coltivata, a scopo medicinale, per una grande varietà di problemi femminili: dismenorrea, amenorrea, metrorragia, disturbi della menopausa, per garantire una gravidanza sana e un parto regolare.
Inoltre, è impiegata per trattare anemia, ferite, artrite, emicrania (32-33).

A differenza di altre piante, non si sono effettuate ricerche su principi attivi isolati, ma su estratti delle radici. Molte sono state le attività dimostrate: fitoestrogenica, ipotensiva, analgesica, antiallergica, immunomodulante, antimicrobica, ed effetti cardiovascolari e rilassanti la muscolatura liscia.
I fitoestrogeni contenuti nell’Angelica cinese hanno un’attività molto inferiore a quella degli estrogeni animali (0,25%), ma competono attivamente per i siti di legame, risultando nel complesso anti-estrogenici.

riducono l’attività estrogenica, occupando i siti degli estrogeni.
L’Angelica cinese tratta sia i disturbi da carenza di estrogeni sia quelli causati da un loro eccesso!

Cura tutti i disturbi femminili:

  • dismenorrea, amenorrea, metrorragia, mestruazioni irregolari, garantisce la gravidanza sana e un parto regolare, tutti i disturbi della menopausa (specialmente le “caldane”) e il ronzio alle orecchi provocato da insufficienza circolatoria. È un tonico dell’utero e un tonico per le donne che hanno un flusso abbondante.
  • Anche se non è molto nota per questa proprietà, l’Angelica cinese ha una notevole azione ipotensiva (34) dovuta soprattutto all’attività vasodilatatrice coronarica, spasmolitica e di inibizione dell’enzima AMP-ciclico. L’azione è simile a quella dei farmaci che fosfodiesterasi (35) bloccano i canali del calcio.

Altre attività dell’Angelica cinese sul sistema cardiovascolare sono l’effetto inotropo negativo e antiaritmico (36).

Le sostanze che bloccano i canali del calcio rilassano anche la muscolatura liscia. Infatti, da sempre l’Angelica cinese è stata usata per trattare gli spasmi intestinali e i crampi uterini.
L’azione rilassante la muscolatura liscia dei vasi sanguigni spiega anche la sua azione ipotensiva e sulla muscolatura liscia bronchiale contro l’asma.
L’Angelica cinese ha dimostrato azione anti-dolorifica e leggermente tranquillante in studi su animali (37-38-39).

«In uno studio, l’azione analgesica è risultata 1,7 volte superiore a quella dei salicilati (37). La sua attività analgesica, unita a quella rilassante della muscolatura liscia va a sostengo del suo impiego storico in condizioni patologiche quali i crampi uterini, i traumi, le cefalee e l’artrite» (40).
La fitoterapia cinese e giapponese usa l’Angelica per prevenire e trattare le allergie a svariate sostanze (polline, polvere, pelo animale, alimenti…)41-42.
Ha la capacità di inibire le IgE in maniera selettiva. Poiché i livelli di IgE nelle persone con malattie atopiche sono fino a10 volte più alti della norma, l’Angelica cinese può ridurre questi anticorpi in eccesso.
Gli estratti di Angelica cinese contengono anche dei composti cumarinici che hanno mostrato attività immunostimolante sia in persone sane sia in quelle malate di cancro (43- 44).
Si è visto che le cumarine stimolano i macrofagi e aumentano la fagocitosi (45).
Si ritiene che tale attività offra una protezione significativa contro le metastasi e la crescita delle cellule tumorali. In seguito alla somministrazione di cumarina, si dice che i macrofagi sono “attivati” e dunque capaci di entrare nel tumore, dove può avere luogo una distinzione specifica delle cellule tumorali (46-47).
I composti cumarinici dell’Angelica e i polisaccaridi hanno un’attività immunomodulante. Si è dimostrato che possiedono un effetto mitogenetico sui linfociti B, attivano la produzione di interferone, agiscono da antitumorali e promuovono l’attivazione del complemento (sia attraverso la via classica che quella alternativa).

Documenti di libera consultazione su sito

BIBLIOGRAFIA

  • 31 J.E. Pizzorno Jr., M.T. Murray,op.cit.
  • 32 Duke J.A. . Boca Raton, FL: CRC Press. 1985: Handbook of medicinal herbs
  • 33 Duke J.A., Ayensu E.S. . Algonac, MI: Reference Medicinal plants of China Publications. 1985: p 74-77
  • 34 Hikino H. , Econ Med Plant Res 1985; Recent research on Oriental medicinal plants 1: 53-85
  • 36 Hikino H. Recent research on Oriental medicinal plants, Econ Med Plant Res 1985;
  • 37 Yoshiro K. . Bull Oriental The physiological actions of Tang Kuei and Cnidium Healing Arts Inst. USA 1985;10:269–278.
  • 38 Tanaka S., et. al. Anti-nociceptive (antidolorifico) substances from the root of Angelica acutiloba, Arzneim Forsch 1977; 27: 2039-2045
  • 39 Tonak S., et. al. Effects of “toki” (Angelica acutiloba kitawaga) extracts on writhing and capillary permeability in mice (analgesic and anti-inflammatory effects). Yakugaku Zasshi 1071; 91: 1098-1104
  • 40 J.E. Pizzorno jr., M.T. Murray, op. cit.
  • 41 Hikino H. Recent research on Oriental medicinal plants, Econ Med Plant Res 1985; 1: 53-85
  • 42 Sung C. P., Baker A. P., Holden D.A. et al. Effects of Angelica polymorpha on reaginic antibody production. J Natural Products 1071; 45: 398-406
  • 43 Cosley-Smith J.R. . The actions of benzopyrenes on the blood-tissue-lymph system Folia Angiol 1976; 24: 7-22
  • 44 Berkarda B., et al. The effect of coumarin derivatives on the immunological system of men. Agents Action 1983; 13: 50-52 Yoshiro K. The physiological actions of Tang Kuei and Cnidium. Bull Oriental
  • 45 Healing Arts Inst. USA 1985;10:269–278.
  • 46 Ogno N, Matsumoto S.I., Suzuki I. et al. Biochemical characterization of a mitogen obtained from oriental crude drug, tohki (Angelica acutiloba Kitawaga). J Pharm Dyn 193; 6: 903-912
  • 47 Kumazawa Y., Mizunoe K., Otsuka Y. Immunostimulating polysaccharide separated from hot water extracts of Angelica acutiloba Kitowaga (Yamato tohki). Immunology 1982; 47: 75-83;

VITAMINE IN MENOPAUSA

INTEGRATORI AMICI DELLA MENOPAUSA

Alcuni nutrimenti hanno mostrato effetti benefici sulle vampate di calore e la vaginite atrofica, in studi clinici:
Vitamina E, Esperidina insieme alla Vitamina C, Gamma-orizanolo, Ginkgo biloba e Rubus idaeus.

Vitamina E

Alla fine degli anni 40 molti studi clinici dimostrarono che la vitamina E alleviava le vampate di calore (55-56-57), ma tali studi hanno avuto uno scarno seguito.
In uno studio, la vitamina E migliorava non solo i sintomi, ma anche l’aumento di apporto ematico alle pareti vaginali.
Uno studio pubblicato nel 1949 dimostrava che la vitamina E era efficace nel 50% delle donne in menopausa con vaginite atrofica e altre forme di vaginite.

Esperidina e Vitamina C

L’Esperidina (un flavonoide) insieme alla vitamina C può essere utile nel migliorare le vampate di calore.
Come altri flavonoidi, l’esperidina è nota per la capacità di migliorare la permeabilità capillare (chiamata “vitamina P” per questo motivo) e migliorare l’integrità dei vasi sanguigni.
Questa azione si svolge con la vitamina C che è necessaria per la sintesi del collagene (costituente basale delle pareti vasali).

Gamma-orizanolo

Anche il Gamma-orizanolo è utile per trattare le vampate di calore. Agisce direttamente sull’ipofisi per aumentare il rilascio di endorfine da parte dell’ipotalamo. (58-59)
In uno studio recente 300 mg di gamma-orizanolo al giorno hanno mostrato un miglioramento dei sintomi nell’85% delle donne.
Il gamma-orizanolo è una sostanza di origine naturale e sicura. Negli studi clinici e sperimentali non si sono visti effetti collaterali anzi, oltre a migliorare i sintomi della menopausa, abbassa colesterolo e trigliceridi (60).

Ginkgo biloba

L’estratto delle foglie di Ginkgo biloba è indicato in menopausa per la sua azione sulla circolazione: riduce la permeabilità capillare, attiva la circolazione cerebrale e periferica, impedisce la formazione di trombi e l’aggregazione delle piastrine, tonifica le vene, ed è antiallergico e antiossidante (61).

Può essere utile per eliminare i vuoti di memoria, ma anche per le mani e i piedi freddi (62-63-64), aumenta la circolazione cerebrale, l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule cerebrali e la trasmissione del segnale nervoso. La memoria è basata proprio sulla velocità della trasmissione
dell’impulso nervoso.
La maggior parte delle persone ne trae benefici già nelle prime 2-3 settimane.

Gemmoderivati

I giovani getti freschi di Rubus idaeus (Lampone) mostrano un tropismo elettivo nei confronti dell’apparato genitale femminile e dell’asse ipofisi-ovaio. È un riequilibrante dei disturbi ormonali femminili dal menarca alla menopausa.

«Rubus idaeus è il gemmoderivato del blocco reticolo endoteliale. È il rimedio indicato in: menorragie della pre menopausa da iperplasia endometriale, amenorrea secondaria e da menopausa precoce e/o iatrogena, cisti ovarica e micropolicistosi dell’ovaio, fibroma uterino, mastopatia fibrocistica, metriti e/o vaginiti, turbe della libido, frigidità, senescenza femminile…» (65).

Dieta

Si consiglia di aumentare i cibi contenenti fitoestrogeni come soia, finocchi, sedano, prezzemolo, olio di semi di lino, noci e semi.

Documenti di libera consultazione su sito

BIBLIOGRAFIA

  • 55 Christy C.J. Am J Ob Gyn 1945; 50: 84-87 Vitamin E in menopause.
  • 56 McLaren H.C. . Br Med J 1949; ii: 1378-1381 Vitamin E in the menopause
  • 57 Finkler R.S. . J Clin Endocrinol Metab The effect of vitamin E in the menopause 1949; 9: 89-94
  • 58 Murase Y., Iishima H. Clinical studies of oral administration of gamma-orizanol on climateric complaints and its syndrome. Obstet Gynecol Prac 1963; 12: 147-149
  • 59 Iishima H. Effect of gamma-orizanol on serum lipid peroxide levels and climateric disturbances. Asia Oceania J Obstet Gynecol 1984; 10: 317
  • 60 Yoshino G., et al. . Current Effects of gamma-orizanol on hyperlipidemic subjects Ther Res 1989; 45: 543-552.
  • 61 Francesco Perugini Billi, , Edizioni Junior. Manuale di fitoterapia
  • 62 Kleijnen J., Knipschild P., . Lancet 1993; 340: 1136 Drug profiles – Ginkgo biloba 1139
  • 63 Bauer U.Six-month double-blind randomized clinical trial of Ginkgo biloba extract versus placebo in two parallel groups in patients suffering from peripheral arterial insufficiency. Arzneim Forsch 1984; 34: 716-721
  • 64 Rudofsky V.G. The effect of Ginkgo biloba extract in cases of arterial occlusive disease. A randomized placebo controlled, double-blind crossover study. Fortsch Med 1987; 105: 397-400.
  • 65 Fernando Piterà, , Ed De Ferrari Compendio di gemmoterapia clinica

 




Potassio, Il minerale che regola i battiti del cuore

Il Potassio è un minerale essenziale che si trova nel corpo ed è particolarmente importante per la funzione cellulare ed elettrica.

È uno dei principali “elettroliti” (insieme al Sodio e cloruro), il che significa che ha una piccola carica elettrica (potenziale). In molte delle sue funzioni, il Potassio è l’opposto del Sodio, e i due ioni positivi sono equilibrati congiuntamente dallo ione negativo del cloruro.


FUNZIONI del Potassio

Che cos’è il Potassio

Il Potassio è un minerale essenziale per la salute dell’organismo. Risulta infatti coinvolto in attività molto importanti e vitali 1, 2, 3:

  • Il Potassio, insieme al Sodio, regola l’equilibrio idrico e l’equilibrio acido-base nel sangue e nei tessuti. Entra nella cellula più facilmente del Sodio e stimola il breve intercambio Sodio-Potassio attraverso le membrane cellulari.
  • nella sintesi delle proteine a partire dagli aminoacidi nella cellula, per cui compie un ruolo importante nella crescita normale e nella costruzione muscolare.
  • Importante nelle reazioni biochimiche cellulari e nel metabolismo energetico. Interviene anche nel metabolismo dei carboidrati, aiutando nella conversione del glucosio in glicogeno, e nel suo immagazzinamento come fonte di energia futura.
  • nell’attivazione di numerose reazioni enzimatiche.

Il Potassio è talmente importante che le cellule investono costantemente molta energia per incamerarlo espellendo il Sodio.


REGOLAZIONE del Potassio

Regolazione del Potassio

Il nostro corpo utilizza controlli per garantire che i corretti livelli di Potassio supportino il normale funzionamento del sistema muscolare e nervoso.

Quando la concentrazione aumenta, le ghiandole surrenali secernono l’ormone Aldosterone, affinché i reni espellano il Potassio in eccesso. Al contrario, quando vi sono livelli bassi, si verifica una diminuzione di questo ormone, che porta alla conservazione di questo elettrolita.

Le circostanze che interferiscono con l’equilibrio del Potassio possono influenzare gli impulsi elettrici necessari per sostenere il battito cardiaco, causando un ritmo cardiaco anomalo.


EQUILIBRIO Sodio-Potassio

Equilibrio Sodio-Potassio

Una dieta ricca di Sodio ma povera di Potassio influisce sull’aumento della pressione sanguigna. La prescrizione più comune è quella di prescrivere diuretici che possono causare una perdita di Potassio ancora maggiore, aggravando i problemi di fondo.

A questo proposito, è necessario includere un corretto equilibrio degli alimenti ad alto contenuto di Potassio, per evitare questo squilibrio minerale nel nostro organismo.


TROPPO Potassio

Alti livelli di Potassio

Questo disturbo è noto come Iperkaliemia, e la causa principale di eccesso nell’organismo è dovuta ad un aumento dell’apporto, ridistribuzione o diminuzione dell’escrezione renale.

Livelli molto elevati costituiscono un’emergenza medica a causa del rischio di aritmie cardiache.

Un eccesso di Potassio può condurre a:

  • Ipertensione
  • Debolezza muscolare
  • Crampi muscolari e/o paralisi muscolari
  • Aritmia cardiaca

CARENZA di Potassio

Sintomi della carenza di Potassio

La carenza di Potassio si denomina Ipokaliemia, che produce una diminuzione nel plasma, per cui può arrecare i seguenti sintomi:

  • Disfunzione muscolare e nervosa
  • Ritenzione idrica
  • Aritmie cardiache (alterazioni del ritmo, palpitazioni)
  • Debolezza muscolare
  • Confusione
  • Carenza della funzione renale
  • Sete continua
  • Ipotensione o bassa pressione arteriosa
  • Vomito

L’insufficiente apporto di Potassio con la dieta risulta estremamente comune.
Tuttavia, il più delle volte, la carenza di Potassio non è così grave da determinare cali importanti del minerale nel sangue. Nonostante la potassiemia risulti normale o solo leggermente ridotta, la carenza di Potassio nella dieta è associata a condizioni sfavorevoli di salute. Aumenta infatti il rischio di una lunga serie di malattie.

Al contrario, maggiori apporti di Potassio con la dieta sono associati a migliori condizioni di salute eminori rischi di ictus, ipertensione, calcoli renali e possibilmente osteoporosi.

Carenza di Potassio con la Dieta

La scarsa assunzione di Potassio con la dieta di solito non provoca ipopotassiemia, grazie alla capacità dei reni di minimizzare le perdite di Potassio.

Tuttavia, una ridotta assunzione alimentare può contribuire all’ipokaliemia in presenza di cause favorenti, come la malnutrizione o la terapia diuretica.

Sebbene una scarsa assunzione sia una causa rara di carenza, i pazienti con una dieta estremamente povera (alcolisti) e quelli che seguono drastici programmi di riduzione del peso corrono il rischio di sviluppare una grave carenza di Potassio 14, 15, 16, 17.

Cause delle carenze di Potassio

La carenza di Potassio nel sangue (ipopotassiemia) può dipendere da svariate cause, riconducibili a:

  1. Spostamenti transcellulari (aumento dell’assorbimento intracellulare di Potassio).

Tra i numerosi fattori che possono diminuire il Potassio nel sangue ricordiamo:

  • Avvelenamento da bario 10, 11.

L’ipopotassiemia colpisce fino al 21% dei pazienti ospedalizzati, di solito a causa dell’uso di diuretici e altri farmaci, mentre è rara tra le persone sane 12, 13.


FABBISOGNO

Assunzione Effettiva e Consigliata

Secondo un sondaggio nutrizionale, negli Stati Uniti l’assunzione media stimata di Potassio è di 2.600 mg al giorno18.

In età adulta, l’assunzione consigliata di Potassio è intorno ai 3.000 – 3.500 mg al giorno, ma per una protezione ottimale della salute possono essere necessari fino a 4.700 mg di Potassio al giorno19, 20, 21.

L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) suggerisce che l’assunzione giornaliera di potassio debba essere di 3,5 grammi al giorno (ai fini di un controllo della pressione arteriosa e di una prevenzione di incidenti quali apoplessia e ictus) 11.

In precedenza, negli Stati Uniti venivano consigliate dosi giornaliere di 4.700 mg di potassio negli adulti. Questo livello, che risulta nettamente superiore a quello stabilito in altri paesi (come l’Italia), è considerato vantaggioso per la salute12.

In particolare, apporti elevati di potassio (intorno a 4,7g al giorno) potrebbero essere vantaggiosi per:

  • Atleti: uno sforzo fisico lungo e intenso può determinare una perdita significativa di potassio attraverso il sudore 13.
  • Afroamericani: studi hanno scoperto che assumere 4.700 mg di potassio al giorno può eliminare la sensibilità al sodio, una condizione più comune tra le persone di origine afroamericana che predispone all’ipertensione 14.
  • Gruppi ad alto rischio: le persone a rischio di ipertensione, calcoli renali, osteoporosi o ictus possono trarre beneficio dall’assunzione di almeno 4.700 mg di potassio al giorno 15, 16, 17.

Prendendo come riferimento i 4,7 grammi di Potassio al giorno, circa il 98% degli americani non raggiunge i livelli di assunzione ottimali 22. Le cose non vanno meglio in Italia, dove il il 96% degli uomini e il 99% delle donne hanno un’assunzione di Potassio inferiore a 3,9 grammi al giorno 23. Oltre ad essere carenti di Potassio, molte persone assumono eccessive quantità di Sodio.

Come vedremo, l’eccesso di Sodio aggrava ulteriormente gli effetti negativi di una dieta povera di Potassio.

Potassio negli Alimenti

La tipica dieta occidentale moderna è ricca di cibi ultraprocessati e raffinati, ma povera di alimenti naturali e integrali. Per questo motivo, risulta paradossalmente molto ricca di energia ma scarsamente nutriente22. In altri termini, i bambini e gli adulti risultano spesso sovralimentati ma denutriti24.

Sul fronte dei sali minerali, questo stile alimentare risulta sovrabbondante di Sodio e povero di Potassioe Magnesio.

Molti tipi di frutta e verdura, incluse le patate, sono ottime fonti di Potassio, così come alcunilegumi (ad esempio fagioli e soia).

Anche la carne, il pollame, il pesce, il latte, lo yogurt e la frutta secca contengono Potassio.


INTEGRATORI di Potassio

Integratori di Potassio

Quando Servono

L’indicazione principale degli integratori di Potassio è quella di correggere o prevenire una carenza del minerale. Gli integratori di Potassio sono quindi indicati in caso di carenza o aumentato fabbisogno del minerale.

Il medico potrebbe anche prescrivere un’integrazione di Potassio come parte del trattamento complementare di alcune malattie, ad esempio:

  • osteoporosi.

Il medico potrebbe prescrivere un integratore di Potassio anche per alcalinizzare le urine.

L’alcalinizzazione delle urine con citrato di Potassioè utile in particolare:

  • per la gestione delle condizioni associate all’acidosi metabolica cronica (insufficienza renale cronica e acidosi tubulare renale).

In queste condizioni, il citrato di Potassio viene utilizzato come alternativa al citrato di Sodio o al bicarbonato di Sodio, nei casi in cui è meglio limitare l’assunzione di sale 4.


KALIUM IN CHIMICA


Chimica e Biochimica

+. Una volta ossidato, è assai stabile ed è difficile riportarlo allo stato di metallo. In generale, i composti del Potassio hanno eccellente solubilità in acqua, a causa dell’elevata energia di idratazione del K+ e si trovano disciolti in soluzione in forma ionica. Il Potassio, allo stato ionico, è incolore in acqua ed è molto difficile farlo precipitare. È uno degli elemento più comune nel nostro organismo, ottavo o nono in massa (0,2%) , e questo fa si che un adulto di 60 kg contenga all’incirca 120 g di Potassio. Il corpo ha altrettanti quantità di zolfo e cloro, solamente i minerali di calcio e fosforo sono più abbondanti. Insieme al Sodio, il Potassio permette il funzionamento del trasportare di membrana più importante del nostro corpo: la pompa Sodio-Potassio (pompa Na+/K+ATPasica).

pompa Na+/K+), è vasoattivo, aumentando il flusso di sangue nelle arterie, è indispensabile a livello della filtrazione glomerulare, e, in generale, sostiene la funzione delle cellule dell’organismo intero.

  • Fonti dell’articolo:


    Per chi ha patologie consulti il medico prima di assumere Potassio

    POTASSIO E MAGNESIO PRINFIT

    POTASSIO E MAGNESIO

    2 Misurini al giorno sciolti in acqua o altre bevande

    apporto di 600 mg di Potassio+ 300 mg di Magnesio

    Codice sconto: VITAMINERAL  (su tutti i prodotti)





La Citrullina è precursore dell’Arginina

Il nome Citrullina deriva dalla parola latina citrullus, che significa anguria, alimento che rispetto a tutti gli altri contiene quantità insolitamente elevate di questo amminoacido (1,1-4,7 mg/g) (2).

Citrullina

Che Cos’è la Citrullina

La Citrullina è un amminoacido presente nel corpo umano. È stata isolata per la prima volta dall’anguria e può avere numerosi benefici per la salute 1.

Assunta come integratore, può infatti promuovere la salute dei vasi sanguigni e abbassare la pressione arteriosa, specialmente nei pazienti con problemi cardiaci o ipertensione.

Le persone usano la Citrullina anche per aumentare la forza e la resistenza fisica, e migliorare la funzione erettile.

La sua assunzione sembra essere sicura e al momento non sono noti effetti collaterali.

A che cosa serve?

Nell’ambiente della palestra, potresti aver sentito che la Citrullina malato è usata per combattere l’affaticamento e la debolezza muscolare. Quello che potresti non sapere è che, a livello terapeutico, ha un uso per il trattamento della demenza o del disturbo mentale che rende difficile pensare, parlare e persino muoversi. In quei casi, il suo utilizzo ha riportato risultati formidabili.

pre e intra-allenamento per migliorare le capacità fisiche e le prestazioni sportive dell’atleta.

In ambito sanitario, la ricerca è attualmente focalizzata sul trattamento di malattie cardiache, ipertensione, diabete, miglioramento dell’umore e malattia di Alzheimer.


FUNZIONI nell'organismo

Funzioni nell’organismo

è in grado di sintetizzarla in quantità adeguate senza bisogno di assumerla attraverso la dieta.
All’interno del nostro corpo, la Citrullina viene prodotta nel fegato e nell’intestino a partire dall’amminoacido arginina (10%) o dalla glutammina (90%) 3.
ricopre ruoli importanti nel corpo umano. Le due principali vie metaboliche che coinvolgono la Citrullina sono il ciclo dell’urea e il ciclo dell’Ossido Nitrico 4, 5.

Sintesi di Ossido Nitrico

Dopo l’ingestione, la Citrullina viene convertita in arginina a livello renale. L’Arginina viene quindi rilasciata nel flusso sanguigno dai reni, diventando disponibile per le varie cellule dell’organismo 6, 7. Grazie all’intervento di uno specifico enzima (Ossido Nitrico Sintasi) l’Arginina funge da precursore di un gas (l’Ossido Nitrico o NO) importante per la vasodilatazione 8.

La vasodilatazione consiste nell’allargamento delle arterie o delle vene, comportando un aumento del flusso sanguigno al loro interno con una conseguente riduzione della pressione sanguigna 9.

L’Ossido Nitrico svolge quindi un ruolo cruciale nella salute del cuore e dei vasi sanguigni, ed è importante anche per l’erezione del pene e il sistema immunitario10. Pertanto, l’aumento dell’Ossido Nitrico in seguito all’assunzione di Citrullina può essere uno dei processi responsabili dei suoi benefici per la salute e la prestazione fisica.

A tal proposito, è interessante notare che l’assunzione di Citrullina può aumentare i livelli di Arginina nel corpo più dell’assunzione dell’arginina stessa 4. Ciò è dovuto a differenze nel metabolismo dei due amminoacidi, con l’Arginina che viene in parte inattivata a livello intestinale dall’enzima arginasi 11.

Ciclo dell’Urea

La Citrullina è uno dei tre amminoacidi coinvolti nel ciclo dell’urea (gli altri due sono arginina e ornitina). Il ciclo dell’urea si svolge nel fegato con lo scopo di inattivare un composto tossico chiamato ammoniaca (derivante dal metabolismo proteico), trasformandola in Urea. L’Urea così formata viene trasportata attraverso il sangue ai reni ed eliminata con l’urina.

Altre Funzioni

Sebbene la Citrullina non sia utilizzata direttamente per costruire le proteine, è in grado di supportare la sintesi proteica stimolando un’importante via di segnalazione coinvolta nella costruzione muscolare 11, 12. La Citrullina può anche ridurre l’assorbimento da parte del fegato di alcuni aminoacidi e prevenirne la degradazione 5. Attraverso questi doppi effetti sulla sintesi proteica e sulla disgregazione degli aminoacidi, può contribuire al mantenimento o all’aumento della massa muscolare.


Uso come integratore

La Citrullina viene commercializzata e pubblicizzata come integratore alimentare utile nello sport, ma si sta creando anche un interesse in campo medico.


Nello Sport

NELLO SPORT:

  • per soggetti sportivi, soprattutto per:
    • come precursore dell’Ossido Nitrico:
      • in soggetti affaticati, con ridotta vitalità, nei cambi di stagione e in caso di esaurimento psico-fisico da aumentati impegni lavorativi (è ad esempio contenuta nell’integratore Anasten plus).

Ambito Medico

IN AMBITO MEDICO:

La Citrullina può essere somministrata nei pazienti:

  • con problemi di insufficienza cardiaca, per sostenere e migliorare la capacità di esercizio e la frazione di eiezione ventricolare.

(*)
Attenzione
:
l’assunzione di integratori di Citrullina in presenza di condizioni patologiche dovrebbe avvenire soltanto su precisa indicazione medica.


Alimenti Ricchi di Citrullina

13.

13, 14, 15.

Se mangio anguria e mele, non è sufficiente?

No, non è abbastanza perché la quantità di questa sostanza contenuta nei cocomeri e nelle mele è troppo bassa per poter registrare miglioramenti sportivi. Pertanto, si consiglia di combinare la sua assunzione con quella degli integratori di Citrullina Malato.


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Proprietà e Benefici della CITRULLINA

PRESSIONE E CUORE

Pressione e Salute Cardiovascolare

Gli integratori di Citrullina possono ridurre la pressione sanguigna, in particolare nei pazienti con problemi di Ipertensione.

Ad esempio, in tre piccoli studi, ciascuno su 12 adulti sani con pressione sanguigna normale, i ricercatori hanno scoperto che la Citrullina ha aumentato i livelli di Ossido Nitrico e ridotto la pressione sanguigna 16, 17, 18.

Tuttavia, le prove in soggetti sani non sono conclusive, dal momento che altri ricercatori non hanno riscontrato alcun beneficio della Citrullina dopo periodi di integrazione da una a quattro settimane 19, 20.

Negli studi su adulti ipertesi o con disturbi cardiaci, l’integrazione di Citrullina ha invece ridotto la pressione sanguigna, mediamente del 4-15% dopo 8 settimane 21, 22.

Secondo una revisione e meta-analisi di 8 studi RCT (la maggior parte su individui sani), l’integrazione di Citrullina a dosi da 3 a 9 grammi al giorno per periodi da 1 a 7 settimane può ridurre la pressione arteriosa sistolica (in media di 4,1 mmHg) 23.

Inoltre, utilizzando dosi di almeno 6 g al giorno, è possibile ottenere un calo significativo anche della pressione diastolica 23.

Oltre a ridurre la pressione arteriosa, la Citrullina può aumentare la vasodilatazione, ridurre la rigidità arteriosa e aumentare il flusso cardiaco, specialmente nelle persone con malattie del cuore o a rischio di malattie cardiache 24, 19.


Disfunzione erettile

Disfunzione erettile

Infatti, aumentando la disponibilità di Ossido Nitrico favorisce il rilassamento della muscolatura liscia dei corpi cavernosi, consentendo un maggior afflusso di sangue al pene per l’erezione.

  • In uno studio in singolo cieco su 24 uomini di età superiore ai 55 anni affetti da disfunzione erettile, la somministrazione di 1.500 mg di Citrullina al giorno (due dosi da 750 mg) per un mese ha migliorato in maniera soddisfacente le capacità erettive riferite in circa la metà dei pazienti, contro l’8,3% nel gruppo placebo 25.
  • Anche negli studi sui ratti, gli integratori di L-Citrullina hanno migliorato la disfunzione erettile e ridotto la disfunzione causata dalla bassa pressione sanguigna 26, 27.

Tuttavia, sono necessari ulteriori studi.


Ormone della Crescita

Ormone della Crescita

L’integrazione di Citrullina viene spesso pubblicizzata per la presunta capacità di aumentare la secrezione dell’ormone della crescita (GH) 28.

Uno studio su 17 ciclisti ha in effetti rilevato che l’integrazione di Citrullina ha aumentato i livelli dell’ormone della crescita dopo l’esercizio, ma non a riposo 28.

L’aumento post-esercizio del GH e di altri ormoni può essere coinvolto negli adattamenti benefici all’allenamento 29.

Detto questo, un singolo studio non è certo sufficiente per raccomandare l’assunzione di Citrullina al fine di aumentare i livelli di GH.


Prestazioni nello Sport

Prestazioni nello Sport

Come funziona

L’integrazione di Citrullina può aumentare la prestazione atletica potenziando la sintesi di Ossido Nitrico. Questo effetto provoca vasodilatazione endotelio-dipendente, che si ipotizza aumenti il flusso sanguigno ai muscoli in contrazione, migliorando l’apporto di ossigeno e la capacità di respirazione aerobica 30.

Un altro meccanismo coinvolto nell’effetto ergogenico della Citrullina potrebbe riguardare la capacità di ridurre l’accumulo di ammoniaca.

Un maggiore accumulo di ammoniaca è infatti associato all’affaticamento muscolare e all’aumento dell’acido lattico nel sangue, che possono ridurre notevolmente le prestazioni di resistenza 31, 32, 33.

  • Sport di Resistenza

Le prove sui benefici ergogenici della Citrullina sono contrastanti 34, 35.

In uno studio, i ciclisti integrati con Citrullina sono stati in grado di pedalare per il 12% in più prima dell’esaurimento rispetto a quelli che assumevano un placebo 17.

L’assunzione di Citrullina per 7 giorni ha anche migliorato la potenza espressa durante il ciclismo 36.

In un altro studio, un test incrementale su tapis-roulant dopo la somministrazione di 3 grammi di Citrullina in fase acuta o di 9 grammi nell’arco delle precedenti 24 ore (suddivisi in dosi da 3 grammi) ha rilevato una riduzione (-0,8%) del tempo di esaurimento, raccogliendo quindi un risultato negativo rispetto a quanto atteso (in sostanza la somministrazione di Citrullina ha determinato un lieve calo della performance) 37.

Secondo una revisione del 2023 di 9 studi (con un totale di 158 partecipanti), l’integrazione di Citrullina non avrebbe alcun beneficio significativo per le prestazioni di resistenza 38.

  • Sport di Potenza

Alcuni studi hanno dimostrato che la Citrullina Malato può migliorare le prestazioni sportive che richiedono forza e potenza muscolare.

Ad esempio, uno studio su 41 uomini ha valutato gli effetti della Citrullina Malato sulla capacità di eseguire ripetizioni durante esercizi di potenziamento per la parte superiore del corpo.

I partecipanti sono stati in grado di eseguire il 53% in più di ripetizioni dopo aver assunto Citrullina Malato, rispetto a un placebo 39.

Inoltre, il dolore muscolare dei partecipanti nei due giorni successivi all’esercizio era inferiore del 40% quando assumevano Citrullina Malato prima dell’esercizio.

Affaticamento e dolori muscolari post-esercizio

Uno studio su 18 uomini che lamentavano affaticamento senza avere alcuna malattia documentata ha rilevato che la L-Citrullina (6 g/die per 15 giorni) ha ridotto l’affaticamento e aumentato i livelli di energia 40.

Un altro studio su 41 uomini ha confermato che la Citrullina malato può ridurre l’affaticamento. Coloro che hanno ricevuto la Citrullina sono stati in grado di portare a termine più ripetizioni per serie di distensioni su panca e hanno sperimentato meno dolore dopo l’esercizio 39.

Uno studio su 22 uomini ha rilevato che la Citrullina ha aumentato la velocità del ciclismo e ridotto l’affaticamento muscolare rispetto al placebo 36. Sono comunque necessari ulteriori studi clinici su larga scala per confermare questo presunto beneficio.

Difesa immunitaria

Uno studio su 17 ciclisti maschi ha rilevato che l’integrazione di Citrullina prima dell’esercizio può aumentare l’immunità. I neutrofili (un tipo di globuli bianchi) dei ciclisti integrati con L-Citrullina hanno infatti mostrato una migliore capacità di combattere le infezioni 41.


Insufficienza cardiaca

Insufficienza cardiaca

L’integrazione di Citrullina può aiutare le persone con insufficienza cardiaca.

  • Uno studio su 35 pazienti ha rivelato che la L-Citrullina ha migliorato la funzione dei ventricoli cardiaci e la salute dei vasi sanguigni 42.
  • Un altro studio su 30 pazienti con insufficienza cardiaca ha scoperto che la l-Citrullina aumentava il volume di sangue pompato dal ventricolo destro del cuore e abbassava la pressione sanguigna nell’arteria polmonare 21, 43.
  • Uno studio clinico randomizzato su 30 pazienti con insufficienza cardiaca ha dimostrato che la Citrullina può aumentare la capacità di esercizio. Coloro a cui è stata somministrata l-Citrullina sono infatti stati in grado di esercitarsi più a lungo su un tapis roulant 21.

DOSI E MODO D'USO

Dosi e Modo d’Uso

Tipi di Integratori

Esistono due principali forme di Citrullina disponibili negli integratori alimentari:

  1. L-Citrullina: identica all’amminoacido presente in natura e nel nostro organismo.
  2. Citrullina malato: consiste nella combinazione di L-Citrullina e acido malico, che è importante per la produzione di energia 44.

Mentre le due forme di possono produrre alcuni effetti simili, la Citrullina Malato è più comune negli integratori sportivi.

Posologia

Sulla base della ricerca attuale, la dose giornaliera indicativa per l’integrazione di L-Citrullina va da 3 a 6 grammi al giorno.

1,75 grammi di Citrullina Malato forniscono solamente 1 grammo di L-Citrullina.

Come assumere Citrullina Malato?

In riferimento a come assumere la Citrullina malato per ottenere tutti i suoi benefici a livello sportivo, devi considerare due questioni, la dose ed il momento di assunzione:

  1. Dose efficace – Quando si tratta di assumere la Citrullina malato come aiuto ergogenico, o in altre parole, per migliorare le prestazioni sportive, la dose giornaliera consigliata sarebbe compresa tra 5 -10 g al giorno.
    Occhio! La dose varia a seconda dell’individuo. Ogni persona assimila gli integratori alimentari in modo diverso e ognuno deve valutare quale dose è la più efficace per raggiungere i propri obiettivi, in base alla propria esperienza.
  2. In quale momento della giornata è meglio assumerla?
    L’integratore che portiamo tra le mani serve a migliorare le prestazioni sportive, quindi il momento ideale per assumerlo è tra 30-45 minuti prima dell’allenamento, e soprattutto a stomaco vuoto.
    Hai anche la possibilità di dividere l’assunzione in due momenti:
    • uno quando sei appena alzato
    • e un altro prima dell’allenamento.

Vantaggi rispetto all’arginina

L’integrazione di Citrullina sembra avere la capacità di aumentare i livelli plasmatici di arginina in misura maggiore rispetto all’integrazione con l’arginina stessa 5, 28.

Questo perché la Citrullina viene assorbita più facilmente nell’intestino e bypassa il metabolismo di primo passaggio (a differenza dell’arginina) 5, 41.

Dopo essere stata assorbita, la maggior parte della Citrullina viene metabolizzata in arginina dall’arginosuccinato sintasi e dall’arginosuccinato liasi nei tubuli prossimali del rene 46, 7.

CONTROINDICAZIONI

Controindicazioni

L’assunzione di Citrullina in presenza di situazioni particolari o se si sta seguendo una terapia farmacologica è consigliata soltanto sotto controllo del medico che, conoscendo approfonditamente il quadro clinico del paziente, saprà dare i migliori consigli.

Effetti Collaterali

Uno studio ha testato la tollerabilità di dosi crescenti di Arginina (2, 5, 10 e 15 grammi). Anche con le dosi più elevate, i partecipanti non hanno riportato effetti collaterali 47.

Lo studio ha anche sottolineato che dosi superiori a 10 grammi non sono state in grado di aumentare ulteriormente i livelli di arginina nel sangue.

In base ai risultati degli studi e all’esperienza empirica, il possibile effetto collaterale più comune della Citrullina è il mal di stomaco 42, 39. Sono possibili anche disturbi intestinali, cambiamenti nella frequenza urinaria, tosse e ritenzione idrica.