La Medicina Ortomolecolare, il suo fondatore Linus Pauling ed altri medici

Vi riporto con traduzione google la definizione di Medicina Ortomolecolare tratta dal sito originale a cui Vitamineral si ispira. Purtroppo, tutti questi medici studiosi delle vitamine che l’hanno praticata a livello clinico non sono più con noi. Ci restano in letteratura molte di queste informazioni che io definisco un tesoro.

Tra i più noti ricercatori e medici giunti a noi, che stiamo oltre oceano, troviamo:

Linus Pauling, Irwin Stone, Carl Pfeiffer, Humphry Osmond, Max Gerson, Albert Szent-Györgyi, Cornelis Moerman, Frederick Klenner, Abram Hoffer, Ewan Cameron, Robert Cathcart, Andrew W. Saul, Thomas E. Levy, Michael F. Holick.

“La terapia ortomolecolare consiste nella prevenzione e nel trattamento delle malattie variando le concentrazioni nel corpo umano di sostanze normalmente presenti.” — Linus Pauling, 1968

  • Le seguenti modalità terapeutiche rientrano nella definizione di ortomolecolare:
    • vitamine
    • minerali
    • aminoacidi
    • acidi grassi essenziali
    • fibra
    • enzimi
    • anticorpi
    • antigeni
    • erapia cellulare
    • terapia chelante
    • dialisi
    • plasmaferesi
    • idroterapia
    • terapia termale
    • fototerapia
    • elettroterapia (compresa la terapia elettroconvulsivante)
    • terapia del fuoco
    • terapia solare
    • agopuntura
    • massaggio
    • esercizio
    • biofeedback
    • ipnoterapia e altre psicoterapie.

    Ecco un elenco di 15 principi che identificano “lo spirito” della Medicina Ortormolecolare:

    1.) Le ortomolecole vengono prima nella diagnosi e nel trattamento medico. La conoscenza dell’uso sicuro ed efficace di nutrienti, enzimi, ormoni, antigeni, anticorpi e altre molecole presenti in natura è essenziale per garantire uno standard ragionevole di cura nella pratica medica.

    2.) Le ortomolecole hanno un basso rischio di tossicità. I farmaci farmacologici comportano sempre un rischio maggiore e sono quindi di seconda scelta se esiste un trattamento alternativo ortomolecolare.

    5.) La dose giornaliera raccomandata (RDA) del Food and Nutrition Board degli Stati Uniti è destinata a persone normali e sane. Per definizione, i pazienti malati non sono normali o sani e probabilmente non saranno adeguatamente serviti dalla RDA.

    7.) La salute ottimale è una sfida che dura tutta la vita. Le esigenze biochimiche cambiano e le nostre prescrizioni ortomolecolari devono cambiare sulla base di follow-up, test ripetuti e prove terapeutiche per consentire la messa a punto di ciascuna prescrizione e fornire un grado di salute mai raggiunto prima.

    8.) I disturbi legati ai nutrienti sono sempre curabili e le carenze sono solitamente curabili. Ignorare la loro esistenza equivale a negligenza.

    9.) Non lasciare che il disfattismo medico impedisca una sperimentazione terapeutica. I disturbi ereditari e i cosiddetti “localizzabili” spesso rispondono al trattamento ortomolecolare.

    10.) Quando si sa che un trattamento è sicuro e possibilmente efficace, come nel caso di gran parte della terapia ortomolecolare, è obbligatorio un processo terapeutico.

    11.) I resoconti dei pazienti sono generalmente affidabili, il paziente deve ascoltare il suo corpo, il medico deve ascoltare il suo paziente.

    15.) La speranza è terapeutica e le terapie ortomolecolari sono sempre preziose come fonte di speranza. Questo è etico purché non vi siano false dichiarazioni o inganni.

    Dal 2004 al 2019 sono state accettate le seguenti candidature di medici esperti in medicina Ortomolecolare, termine coniato da Linus Pauling per due volte premio Nobel:

    • (2005) Max Gerson , Albert Szent-Györgyi , Cornelis Moerman , Frederick Klenner , Josef Issels , Emanuel Cheraskin , David Horrobin , Hugh Riordan
    • (2006) Bill Wilson, Ruth Flinn Harrell, Arthur Sackler, Max Vogel, Abram Hoffer, Lendon Smith, David Hawkins, Theresa Feist
    • (2007) Henry Turkel M.D., Masatoshi Kaneko Ph.D., Bernard Rimland Ph.D., Fannie H. Kahan, Ewan Cameron M.B. Ch.B., R. Glen Green, M.D.
    • (2008) Joseph Goldberger M.D., Michael Lesser M.D., Richard Kunin M.D., Adelle Davis M.Sc., Carlton Fredericks Ph.D., Robert Cathcart III M.D.
    • (2009) Ilya Metchnikov Ph.D., Hugh MacDonald Sinclair Ch.B., Archie Kalokerinos M.D., Jeffrey Bland Ph.D., Thomas L. Cleave M.R.C.P.
    • (2010) Casimir Funk PhD, Bruce Ames PhD, Harold D. Foster PhD
    • (2011) Erik T. Paterson, Tsuyoshi (Ken) Kitahara, Atsuo Yanagisawa, Gert Schuitemaker
    • (2012) Chris Reading, Jonathan V. Wright, Alan R. Gaby, Steven Carter
    • (2013) Hiroyuki Abe MD, Ronald E. Hunninghake MD, Andrew W. Saul, PhD
    • (2014) John T. A. Ely, Alexander G. Schauss, Patrick Holford
    • (2015) Irwin Kahan, Aileen Burford-Mason PhD, Hyla Cass MD, Leonard John Hoffer MD PhD
    • (2016) Thomas E. Levy MD JD, Michael G. Gonzalez, NMD DSc PhD, Jorge Miranda-Massari, PharmaD
    • (2017) Osamu Mizukami MD PhD, Stephen R. Lawson, James M. Greenblatt MD, Jonathan E. Prousky ND
    • (2018) Toru Mizoguchi MD, Ilyes Baghli MD
    • (2019) Burton Berkson MD, Michael F. Holick PhD MD, Mark A. Levine MD

    Linus Pauling

    American chemist Linus Pauling, winner of the 1954 Nobel Prize for Chemistry and the 1962 Nobel Peace Prize. (Photo by Keystone/Getty Images)

    Due volte Premio Nobel

    LINUS PAULING

    di Giorgio Nebbia
    Fonte: Educazionesostenibile.it
    Le scoperte della struttura a elica e a doppia elica delle proteine e del DNA aprirono le porte agli studi di genetica molecolare che hanno rivoluzionato la biologia. A Pauling fu assegnato il premio Nobel per la chimica nel 1954.
  • PeaceLink)

    Tutti gli articoli di Vitamineral ispirati alla Medicina Molecolare ed ai suoi fondatori

    Guarire il Cancro — Libro

    Terapie complementari a base di vitamine e farmaci naturali – Il ruolo degli antiossidanti – Rinforzare il sistema immunitario – Migliorare la qualità della vita – Centinaia di casi di guarigione. Edizione Economica

    Abram Hoffer, Linus Pauling

     

    “Tutti gli abitanti del pianeta possono vivere una vita più sana e più felice consumando quotidianamente dosi appropriate di vitamina C”.

    Nonostante l’enorme mole di ricerca che è stata fatta e continua a essere fatta, la vitamina C rimane una delle sostanze maggiormente ignorate in termini di applicazioni pratiche.

    Il prof. Levy ci dimostra, invece, che sono pochissime le malattie o condizioni patologiche che non traggano miglioramento dal regolare dosaggio di una dose ottimale di vitamina C: è raro che ci sia una ragione valida per non somministrare immediatamente a qualsiasi paziente grandi dosi di vitamina C prima di procedere con la diagnosi medica.

     

    Liberati dal dottoreAndrew Saul

    Conoscere e utilizzare la medicina naturale significa imparare a star bene e smettere di aver sempre bisogno di ricorrere al medico! Uno stile di vita sano previene e cura la maggior parte delle malattie, mentre una dieta naturale e un utilizzo attento dei supplementi alimentari sono tra le migliori strategie per vivere bene.
    Economiche, pratiche, sicure ed efficaci le terapie naturali aiutano a migliorare in modo autonomo e responsabile lo stato di salute, limitando o eliminando del tutto la necessità di ricorrere alle cure del medico e al cosiddetto mercato della salute, ovvero l’attuale sistema sanitario dominato dal business. Questo volume, un vero e proprio prontuario terapeutico per tutta la famiglia, mostra come trasformarsi da pazienti in preda a mille paure a persone sane, piene di fiducia e autostima, capaci di gestire in maniera indipendente il proprio benessere psicofisico.

     

    eBook –Migliora la Tua Salute con la Niacina (Vitamina B 3)

    Un Trattamento Promettente per la Schizofrenia e la sua elevata rilevanza nel campo dell’Alcolismo

    Bill Wilson

     

    Libri tradotti e scaricabili in formato PDF

    This website is managed by Riordan Clinic
    A Non-profit 501(c)(3) Medical, Research and Educational Organization
    3100 North Hillside Avenue, Wichita, KS 67219 USA
    Phone: 316-682-3100; Fax: 316-682-5054
    © (Riordan Clinic) 2004 – 2017

    Information on Orthomolecular.org is provided for educational purposes only. It is not intended as medical advice.
    Consult your orthomolecular health care professional for individual guidance on specific health problems.




  • Vitamina B6-piridossina

    Da Orthomolecular Org

    La vitamina B6, nota anche come piridossina, fa parte delle vitamine del gruppo B ed è solubile in acqua ed è necessaria per la salute sia mentale che fisica.

    La piridossina è necessaria per bilanciare i cambiamenti ormonali nelle donne, nonché per aiutare il sistema immunitario e la crescita di nuove cellule.

    il tuo umore e il tuo comportamento. La piridossina potrebbe anche essere utile per i bambini con difficoltà di apprendimento, oltre ad aiutare nella prevenzione della forfora, dell’eczema e della psoriasi.

    Aiuta nel bilanciamento di sodio e potassio e promuove la produzione di globuli rossi.

    omocisteina, che è dannosa per il muscolo cardiaco.

    equilibrio ormonale e ai cambi d’acqua nelle donne.

    La vitamina B6 è in realtà tre composti correlati, che si trovano tutti nel cibo:

    piridossina, piridossale e piridossamina.

    • La principale funzione metabolica della vitamina B6 è quella di coenzima. Svolge un ruolo importante nel metabolismo delle proteine, dei carboidrati e dei lipidi. Deve essere presente per la produzione di anticorpi e globuli rossi.

      È necessaria per il corretto assorbimento della vitamina B12 e la produzione di HCl. B6 è necessario per metabolizzare il magnesio e lo zinco.

      I sintomi di carenza di vitamina B6 saranno molto simili a quelli di B2 e B3. La vitamina B6 è necessaria al corpo per produrre la propria vitamina B3.

      Irritabilità, nervosismo e insonnia così come debolezza generale, cambiamenti della pelle come dermatiti e acne così come asma e allergie possono svilupparsi quando la piridossina scarseggia. I sintomi possono includere unghie increspate, lingua infiammata e alterazioni delle ossa, che possono includere osteoporosi e artrite. Possono comparire anche calcoli renali.

      Buone fonti da cui ottenere piridossina sono lievito di birra, uova, pollo, carote, pesce, fegato, reni, piselli, germe di grano, noci,

       

      Da Magazin X115

      La carenza isolata di vitamina B6 è rara.

      In generale, quando si osservano bassi livelli di questa vitamina nel sangue, si registrano anche carenze di altre vitamine del gruppo B, come la vitamina B12 e l’acido folico.

      I fattori di rischio che predispongono alla carenza di vitamina B6 includono:

      • donne in gravidanza, specialmente quelle con preeclampsia o eclampsia.

      Anche le persone che seguono una dieta vegetariana molto ristretta potrebbero aver bisogno di aumentare l’assunzione di vitamina B6 mangiando cibi fortificati o assumendo un integratore.

      Sintomi e Conseguenze

      All’inizio degli anni ’50 sono stati osservati attacchi epilettici nei neonati, a causa di una grave carenza di vitamina B6 indotta da un errore nella produzione di latte artificiale 9.

      Sono stati riportati anche schemi anormali dell’elettroencefalogramma negli adulti carenti di vitamina B6.

      Altri sintomi neurologici osservati nella grave carenza di vitamina B6 comprendono irritabilità, depressione e confusione.

      Ulteriori segni includono infiammazione della lingua (glossite), funzione immunitaria indebolita, piaghe o ulcere della bocca e dermatite con ulcere agli angoli della bocca (cheilosi).

      La carenza di vitamina B6 può anche compromettere la sintesi dell’emoglobina e portare ad anemia microcitica.

      Gli individui con concentrazioni borderline di vitamina B6 o lieve carenza potrebbero non avere segni o sintomi per mesi o addirittura anni.

      Proprietà, Benefici, Integratori

      Prevenzione della Carenza

      L’integrazione con vitamina B6 potrebbe essere consigliata dal medico ai pazienti a maggiore rischio di carenza, come quelli con:

      • insufficienza renale.

      Oltre alle suddette malattie, diversi farmaci possono esaurire la vitamina B6, provocando danni ai nervi e altri sintomi di carenza.

      L’integrazione di vitamina B6 può quindi trattare o prevenire con successo le carenze indotte dai seguenti farmaci.

      • Contraccettivi orali.

      FONTI


      Difficile trovare integratori in commercio di sola Vitamina B 6, ma ne ho qualcuno.

      Nature Plus Vitamina B6

      Piridossina cloridrato 100 mg

      90 compresse

       

      Su Futunatura Vitamina B6 Forte

      60 compresse da 40 mg

      Con P-5-P o piridossal-5-fosfato è anche conosciuto come vitamina attiva B6

       

      Long Life Vitamin B6-Active

      con piridossale-5’-fosfato

      100 cp da 30mg

       

       


      Ricordo di assumere sempre un complesso B assieme ad una singola vitamina del Gruppo B perché tutto il gruppo lavora bene assieme. Il composto deve avere le vitamine B12 e B9 metilate.




    Degenerazione Maculare
    Le vitamine che aiutano l’occhio

    Cos’è la maculopatia

    zona nell’occhio che si trova al centro della retina e la cui funzione è la visione distinta centrale. Viene erroneamente chiamata anche maculopatia retinica, ma in realtà non è la retina ad essere colpita, bensì i tessuti su cui la retina si appoggia, ovvero l’epitelio pigmentato e la coroide, e dai quali dipende il suo funzionamento.

    La tipologia più diffusa è la maculopatia degenerativa che si distingue in due diverse forme:

    • maculopatia essudativa o umida, meno comune ma più aggressiva. Vede la formazione di vasi sanguigni retinici nella zona della macula che creano delle cicatrici sottoretiniche.

    Cause

    Lo sviluppo di una maculopatia presenta alcune cause comuni:

    • fumo.

    fattori di rischio in grado di aumentare le probabilità di sviluppo della patologia sono:

    • obesità,
    • ipertensione e le malattie cardiovascolari in genere,
    • eccessiva esposizione alla luce solare nel corso della propria vita.

    Sintomi

    I sintomi principali, campanelli d’allarme della presenza di una maculopatia, sono:

    • la vista si abbassa, ad esempio durante la lettura;
    • le immagini vengono visualizzate distorte ed alterate;
    • i colori risultano meno nitidi e brillanti;
    • si visualizzano macchie grigie nel campo visivo;
    • vi è una perdita di visione centrale (scotoma) che rende impossibile vedere nel punto in cui si fissa lo sguardo.

    Healthy Thewom

    Gli Integratori per la Degenerazione Maculare aiutano a ridurre la perdita di salute oculare con l’età

    Vitamine per la riduzione della degenerazione maculare

    Conformemente con gli studi realizzati dagli studiosi dell’AREDS 2 per più di 10 anni, le principali vitamine associate alla riduzione della degenerazione maculare legata all’età sono:

    Questi nutrienti possono essere usati per prevenire o far fronte alla degenerazione maculare, che, bisogna ricordare, una volta iniziata non ha cura.

    In generale, i nutrienti che presentano un’attività antiossidante, specialmente quando questa attività capta specie reattive di ossigeno, possono potenzialmente contribuire a rallentare lo sviluppo dell’AMD.


    OMEGA 3

    L’Omega 3 protegge gli occhi e riduce le probabilità di soffrire degenerazione maculare

    La concentrazione di DHA (acido docosaesaenoico), un acido grasso omega 3 a catena lunga, è un ingrediente che si trova nella retina, in una percentuale che può raggiungere il 65%.

    Il DHA è un ingrediente importante della struttura della retina, questo acido grasso aumenta lo sviluppo dei fotorecettori, cellule speciali che sono essenziali per la vista.

    Sono necessari alti livelli di DHA per consentire alla rodopsina, un pigmento situato nelle cellule del bastoncello fotorecettore, di rispondere alla luce e consentirne la vista in condizioni di scarsa illuminazione durante la notte. Le proprietà altamente insature del DHA hanno effetti unici sulle pareti cellulari della retina, consentendo di trasmettere segnali luminosi molto rapidamente.

    La degenerazione maculare è una malattia dell’occhio che non ha cura, in cui i pazienti diventano gradualmente ciechi. Questa patologia è correlata all’infiammazione cronica e allo stress ossidativo.

    Con l’età, la vista di solito peggiora. Ciò è dovuto a cambiamenti nella retina e in altre cellule degli occhi. Le pareti cellulari diventano meno permeabili, le strutture cellulari cambiano, si formano depositi nella retina e si verifica l’ossidazione, che danneggia le cellule fino alla morte. Questi cambiamenti causano una diminuzione della vista nella vecchiaia.

    Nella degenerazione maculare legata all’età, i depositi giallastri (drusen) si accumulano nel centro della retina. Le cellule nell’area della macula non funzionano più correttamente, producendo una visione offuscata o distorta. Con il tempo, la persona che ne soffre può smettere di vedere.

    Le drusen possono convertirsi in forme avanzate di degenerazione maculare legata all’età, potenzialmente pericolose per la vista. Il tipo più comune di degenerazione maculare è la cosiddetta degenerazione maculare secca. Man mano che la patologia progredisce, le macule smettono di funzionare. Quando smettono di funzionare completamente, la visione centrale viene seriamente disturbata o la persona smette di vedere in quella particolare area dell’occhio.

    Studi clinici condotti a questo proposito hanno dimostrato che il consumo di integratori di Omega-3 o di alimenti ricchi nel loro contenuto, possono ritardare il processo di degenerazione maculare e migliorare la vista delle persone affette da questa malattia.
    Lo studio clinico condotto ha dimostrato che i partecipanti che hanno assunto integratori di omega-3 sono riusciti a migliorare la loro vista.

    Un secondo tipo di degenerazione maculare legata all’età è la cosiddetta degenerazione maculare umida o neovascolare, che è la responsabile del 90% di perdita della vista dovuta a questa malattia. Nella degenerazione maculare umida, i vasi sanguigni situati dietro gli occhi diventano molto fragili al punto da potersi rompere o sanguinare.

    La degenerazione maculare senile avanzata può interessare uno o entrambi gli occhi, e sia il tipo umido che il tipo secco possono causare cecità.

     

    Omega 3 e salute della vista
    Immagine ed articolo da HSNStore Blog

    Fonti:

     


    OMEGA 3 PRINFIT

    Omega 3 Prinfit

    Codice sconto: Vitamineral su tutti i prodotti Prinfit

    Spedizione sempre gratis

     

     


    INTEGRATORI PER L'OCCHIO

    Integratori per rinforzare gli occhi

    Oggi sempre più persone lamentano problemi alla vista: occhi gonfi, miopia, presbiopia, astigmatismo. Per prevenirli, ed evitare che si aggravino, è importante rinforzare gli occhi con integratori specifici.

    Ecco i migliori integratori alimentari disponibili online, selezionati da Macrolibrarsi per la loro qualità e la loro naturalezza.

    Integratori di Zinco

    Integratori di Beta Carotene

    Integratori mix utili per la vista


    ESERCIZI UTILI PER MIOPIA

    “Miopia e problemi alla vista”

    Astratto
    Sfondo: dati osservazionali e sperimentali suggeriscono che gli integratori di antiossidanti e/o zinco possono ritardare la progressione della degenerazione maculare legata all’età (AMD) e la perdita della vista.
    Obiettivo: valutare l’effetto di vitamine C ed E ad alto dosaggio, beta carotene e supplementi di zinco sulla progressione dell’AMD e sull’acuità visiva.
    Disegno:The Age-Related Eye Disease Study, uno studio clinico in doppio cieco di 11 centri, ha arruolato i partecipanti a uno studio sull’AMD se presentavano piccole drusen estese, drusen intermedie, grandi drusen, atrofia geografica non centrale o anomalie del pigmento in 1 o entrambi occhi, o AMD avanzata o perdita della vista dovuta a AMD in 1 occhio.
    Almeno 1 occhio aveva un’acuità visiva corretta di 20/32 o migliore. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere compresse orali giornaliere contenenti:
    (1) antiossidanti (vitamina C, 500 mg; vitamina E, 400 UI; e beta carotene, 15 mg);
    (2) zinco, 80 mg, come ossido di zinco e rame, 2 mg, come ossido rameico;
    (3) antiossidanti più zinco;
    o (4) placebo.
    Principali misure di esito:
    (1) Valutazione fotografica della progressione o del trattamento per l’AMD avanzata e (2) perdita almeno moderata dell’acuità visiva rispetto al basale (> o = 15 lettere).
    Le analisi primarie hanno utilizzato la regressione logistica a misure ripetute con un livello di significatività di 0,01, non aggiustato per le covariate. Le misurazioni del livello sierico, le anamnesi e i tassi di mortalità sono stati utilizzati per il monitoraggio della sicurezza.
    Risultati:
    Il follow-up medio dei 3640 partecipanti allo studio arruolati, di età compresa tra 55 e 80 anni, è stato di 6,3 anni, con il 2,4% perso al follow-up.
    Il confronto con il placebo ha dimostrato una riduzione degli odds statisticamente significativa per lo sviluppo di AMD avanzata con antiossidanti più zinco (odds ratio [OR], 0,72; 99% intervallo di confidenza [CI], 0,52-0,98). Gli OR per il solo zinco e per i soli antiossidanti sono 0,75 (99% CI, 0,55-1,03) e 0,80 (99% CI, 0,59-1,09), rispettivamente. I partecipanti con piccole drusen estese, drusen non estese di dimensioni intermedie o anomalie del pigmento avevano solo una probabilità a 5 anni dell’1,3% di progressione verso l’AMD avanzata.
    Le stime di riduzione delle probabilità sono aumentate quando questi 1063 partecipanti sono stati esclusi (antiossidanti più zinco: OR, 0,66; 99% CI, 0,47-0,91; zinco: OR, 0,71; 99% CI, 0,52-0,99; antiossidanti: OR, 0,76; 99% CI , 0,55-1,05).
    Sia lo zinco che gli antiossidanti più lo zinco hanno ridotto significativamente le probabilità di sviluppare AMD avanzata in questo gruppo ad alto rischio. L’unica riduzione statisticamente significativa dei tassi di almeno moderata perdita dell’acuità visiva si è verificata nelle persone assegnate a ricevere antiossidanti più zinco (OR, 0,73; 99% CI, 0,54-0,99). Nessun effetto avverso grave statisticamente significativo è stato associato a nessuna delle formulazioni.
    Conclusioni:
    le persone di età superiore ai 55 anni dovrebbero sottoporsi a esami oculistici dilatati per determinare il rischio di sviluppare AMD avanzata. Quelli con drusen estese di dimensioni intermedie, almeno 1 grande druse, atrofia geografica non centrale in 1 o entrambi gli occhi, o AMD avanzata o perdita della vista dovuta a AMD in 1 occhio e senza controindicazioni come il fumo, dovrebbero prendere in considerazione l’assunzione di un supplemento di antiossidanti più zinco come quello utilizzato in questo studio. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11594942/
    NOTA:

    Stur M, Tittl M, Reitner A, Meisinger V.

    Oral zinc and the second eye in age-related macular degenerationrale senile

    Invest Ophthalmol Vis Sci 1996; 37: 1225-35. [ Estratto di PubMed ]

    Zinco orale e il secondo occhio nella degenerazione maculare legata all’età

    Astratto

    BIBLIOGRAFIA


    Integratori vitaminici e minerali antiossidanti per rallentare la progressione della degenerazione maculare senile

    Astratto
    Contesto:
    è stato proposto che gli antiossidanti possano prevenire il danno cellulare nella retina reagendo con i radicali liberi prodotti nel processo di assorbimento della luce.
    Obiettivi:
    L’obiettivo di questa revisione era valutare gli effetti dell’integrazione di vitamine o minerali antiossidanti, o di entrambi, sulla progressione della degenerazione maculare legata all’età (AMD).
    Strategia di ricerca:
    abbiamo cercato il Cochrane Central Register of Controlled Trials (CENTRAL) in The Cochrane Library (2005, Numero 4); MEDLINE (dal 1966 al gennaio 2006); SIGLE (dal 1980 al marzo 2005); EMBASE (dal 1980 al gennaio 2005); NRR (2005, numero 4); AMED (dal 1985 al gennaio 2006); e PubMed (24 gennaio 2006 che copre gli ultimi 60 giorni), elenchi di riferimento di rapporti identificati e Science Citation Index. Abbiamo contattato ricercatori ed esperti del settore per i dettagli di studi non pubblicati.
    Criteri di selezione:
    sono stati inclusi studi randomizzati che confrontavano l’integrazione di vitamine o minerali antiossidanti (da soli o in combinazione) con un intervento di controllo nelle persone con AMD.
    RACCOLTA E ANALISI DEI DATI:
    L’autore ha estratto i dati e valutato la qualità degli studi. Ove appropriato, i dati sono stati raggruppati utilizzando un modello a effetti casuali a meno che non fossero disponibili tre o meno studi, nel qual caso è stato utilizzato un modello a effetti fissi.
    Principali risultati:
    otto prove sono state incluse in questa revisione. La maggior parte delle persone è stata randomizzata in uno studio (AREDS negli Stati Uniti) che ha riscontrato un effetto benefico dell’integrazione di antiossidanti (beta-carotene, vitamina C e vitamina E) e zinco sulla progressione verso l’AMD avanzata (odds ratio aggiustato 0,68, 99% di confidenza intervallo da 0,49 a 0,93).
    Le persone che assumevano integratori avevano meno probabilità di perdere 15 o più lettere di acuità visiva (odds ratio aggiustato 0,77, intervallo di confidenza 99% da 0,58 a 1,03). Il ricovero per problemi genito-urinari era più comune nelle persone che assumevano zinco e l’ingiallimento della pelle era più comune nelle persone che assumevano antiossidanti. Gli altri studi erano, in generale, piccoli ei risultati erano incoerenti.
    Conclusioni degli autori:
    le prove sull’efficacia dell’integrazione di vitamine e minerali antiossidanti nell’arrestare la progressione dell’AMD provengono principalmente da un ampio studio condotto negli Stati Uniti. La generalizzabilità di questi risultati ad altre popolazioni con diverso stato nutrizionale non è nota. Sono necessari ulteriori studi controllati randomizzati ampi e ben condotti in altre popolazioni.
    https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16625532/


    VITAMINA B12 ED OCCHI

    CARENZA DI B 12 E PROBLEMI DI VISTA

    Una paziente ventinovenne, per esempio, soffriva di emianopsia bitemporale. I risultati della risonanza magnetica e della TAC erano nella norma, cosi come i potenziali evocati visivi (PEV). Alla fine la carenza di B12 fu riconosciuta come causa del suo deficit visivo.

    Con la somministrazione di vitamina B12 alcuni pazienti hanno riportato un miglioramento e un recupero parziale della vista.

    un deficit vitaminico mai individuato.
    Quante altre persone come Mary ci sono al mondo?

    La maggior parte degli integratori alimentari prescritti per curare o prevenire la degenerazione maculare non contiene vitamina B12 di cui invece moli pazienti potrebbero avere bisogno.

    Le vitamine e gli altri nutrienti normalmente contenuti negli integratori consigliati per la protezione della retina sono vitamine A, C ed E, zinco, rame e luteina.


    FONTE ARTICOLO:


     




    Le Vitamine e Minerali: cosa sono e a cosa servono?

    Crediti immagine a MandalaBeauty

    Non prescrivere mai un farmaco finché è possibile dare consigli alimentari.
    (Ibn al-Nagis, medico arabo del XIII secolo)

    In ogni alimento si distinguono macronutrienti e micronutrienti.

    I micronutrienti formano la piccola parte rimanente costituita da vitamine, acidi grassi e amminoacidi essenziali, sali minerali.

    Si tratta di sostanze indispensabili alla vita che vanno assunte con gli alimenti, poiché l’organismo non è in grado di produrle.

    Storia

    eliminazione di scorie e sostanze tossiche, migliorano i meccanismi difensivi del sistema immunitario, partecipano alla trasformazione di zuccheri, grassi e proteine, contribuiscono alla produzione dei neuromediatori.

    (minerali, acidi grassi e amminoacidi essenziali). Essi contribuiscono a completare e potenziare l’attività delle vitamine secondo quello che è stato definito ‘principio dell’orchestra’.

    enzimi (manganese, rame, zinco), fanno parte di ormoni (iodio tiroideo).

    ‘oligoelementi’.

    L’identificazione

    La storia della Medicina della prima metà del Novecento è caratterizzata da una sorta di gara intrapresa dagli scienziati per isolare e sintetizzare la struttura molecolare delle diverse vitamine. Ogni nuova scoperta veniva premiata con il Nobel nella disciplina della Chimica o della Medicina.

    Le interazioni

    Le vitamine e i minerali subiscono l’influenza favorevole o antagonista da parte di diversi fattori (altri micronutrienti, temperatura, luce, pH).

    Il ‘principio dell’orchestra’

    Cosa Sono le Vitamine

    Le vitamine sono piccole molecole organiche, necessarie in modeste quantità per il normale funzionamento e la sopravvivenza dell’organismo.

    Nella maggior parte dei casi, le vitamine devono essere assunte attraverso la dieta , o almeno dovremmo perché non possono essere sintetizzate dall’organismo, ma il cibo è meno nutriente di 50 anni fa.

    sono indispensabili per la vita, e “ammina”, poiché in origine si riteneva fossero delle ammine.

    ammina della vita“.

    Caratteristiche

    Le vitamine sono accumunate dalle seguenti caratteristiche:

    • ma funzionano meglio prese poco e spesso, che in una unica grande megadose.
    • per molte vitamine anche l’eccesso (ipervitaminosi) è pericoloso per la salute.
      (ma non quanto i farmaci, e appena si smette l’integrazione torna tutto a posto)

    Vitamine Sintetizzabili dall’Organismo

    Gli esseri umani sono in grado di sintetizzare in una certa misura solo alcune vitamine.

    Ad esempio, la vitamina D viene prodotta nella pelle esposta alla luce solare, mentre la Niacina può essere sintetizzata dall’amminoacido triptofano.

    Inoltre, la vitamina K e alcune vitamine del gruppo B vengono sintetizzate dai batteri intestinali. Tuttavia, molte di queste vitamine vengono utilizzate localmente nell’intestino, con uno scarso contributo al soddisfacimento delle richieste dell’organismo.

    Quali Sono

    Attualmente si conoscono 13 vitamine:

    • Vitamina A (retinoidi e carotenoidi)
    • Vitamina B1 (tiamina, aneurina, vitamina anti-beri-beri)
    • Vitamina B2 (riboflavina, vitamina G)
    • Vitamina B3 (niacina, acido nicotinico, vitamina PP)
    • Vitamina B5 (acido pantotenico)
    • Vitamina B6 (piridossina)
    • Vitamina B7 (biotina o vitamina H)
    • Vitamina B9 (acido folico, più correttamente folati)
    • Vitamina B12 (cobalamina)
    • Vitamina C (acido ascorbico e ascorbati)
    • Vitamina D (colecalciferolo ed ergocalciferolo)
    • Vitamina E (tocoferoli e tocotrienoli)
    • Vitamina K (vitamina K1 e K2)

    Le “False” Vitamine

    Il lettore più attento avrà notato che nell’elenco mancano alcuni numeri, come la vitamina B4 e la vitamina B8.

    Queste lacune si devono al fatto che delle vitamine inizialmente considerate tali sono poi state “revocate”, in quanto prive dei requisiti necessari per essere considerate delle vere vitamine.

    Per questo motivo vengono talvolta utilizzati impropriamente i termini:

    • vitamina B4 in riferimento alla colina;
    • vitamina B8 in riferimento all’inositolo;
    • vitamina B10 in riferimento all’acido 4-aminobenzoico (PABA);
    • vitamina B11 in riferimento all’acido pteril-epta-glutammico;
    • vitamina B13 in riferimento all’acido orotico;
    • vitamina F in riferimento agli acidi grassi essenziali acido linoleico e acido alfa-linolenico;
    • vitamina P in riferimento ai flavonoidi in generale o ad alcuni specifici, come la quercetina o l’esperidina;
    • vitamina J in riferimento alla colina.

    Vitamine Idrosolubili e Liposolubili

    Le tredici vitamine attualmente conosciute si possono dividere in due categorie, in base alla relativa solubilità in acqua e oli:

    • vitamine idrosolubili: sono solubili in acqua ma non nei grassi;
    • vitamine liposolubili: sono solubili nei grassi (e solventi organici) ma non in acqua.

    La seguente immagine riporta l’elenco completo delle vitamine idrosolubili e di quelle liposolubili.

    L’utilità della suddetta classificazione riguarda principalmente l’assorbimento e il destino metabolico delle vitamine assunte con la dieta.

    La solubilità di una vitamina influenza infatti il modo in cui viene assorbita, trasportata, immagazzinata ed escreta dall’organismo.

    La seguente tabella riassume le più importanti differenze tra vitamine liposolubili e vitamine idrosolubili.

    Vitamine liposolubili

    • Le riserve corporee possono sopperire a periodi più o meno lunghi di privazione alimentare. Di conseguenza, non devono essere necessariamente assunte quotidianamente (a condizione che l’assunzione media nel tempo sia adeguata)
    • Poiché le vitamine liposolubili vengono immagazzinate, possono dare tossicità quando assunte a dosi molto elevate. Ciò è particolarmente preoccupante per le vitamine A e D, che possono essere tossiche se assunte in eccesso.
    • Le vitamine liposolubili si trovano in associazione con grassi e oli negli alimenti. Vengono anche assorbite meglio quanto assunte insieme a una fonte di grassi, per cui in caso di integrazione se ne consiglia l’assunzione ai pasti.
    • Resistono meglio al calore, ma anche alla luce e all’ossidazione

    Vitamine idrosolubili

    • A causa della ridotta permanenza nell’organismo, è necessaria un’assunzione regolare di vitamine idrosolubili con la dieta per evitare carenze
    • Non vengono accumulate nell’organismo in modo apprezzabile (ad eccezione della vitamina B12) e sono facilmente escrete attraverso l’urina
    • Ad eccezione della vitamina B12, che viene fornita solo da alimenti di origine animale, le vitamine idrosolubili sono sintetizzate dalle piante e si trovano sia negli alimenti vegetali che in quelli animali.
    • In generale, le vitamine idrosolubili vengono distrutte più facilmente durante la cottura rispetto alle vitamine liposolubili.

    Funzioni

    A differenza dei macronutrienti (carboidrati, proteine e lipidi), le vitamine non servono come fonte di energia per il corpo e non hanno nemmeno una funzione strutturale (non partecipano direttamente alla costruzione dei tessuti).

    Contribuiscono invece alle reazioni deputate alla produzione di energia e facilitano i processi metabolici e fisiologici in tutto il corpo.

    Le vitamine sono essenziali per il metabolismo cellulare. In particolare, molte vitamine (soprattutto quelle del gruppo B) regolano centinaia di reazioni metaboliche agendo come coenzimi.

    Ogni singola vitamina possiede una moltitudine di funzioni specifiche. Tuttavia, a livello generale possiamo affermare che:

    • le vitamine liposolubili sono invece necessarie per promuovere la crescita, la riproduzione e la salute.
    • Vitamina A: Supporta la crescita cellulare, la funzione immunitaria, lo sviluppo fetale e la vista. Più in generale, è coinvolta nella regolazione della crescita e della specializzazione (differenziazione) di quasi tutte le cellule del corpo umano.
    • Vitamina B2: Costituisce i coenzimi FAD e FMN che svolgono un ruolo importante nella produzione di energia, nel metabolismo di grassi, droghe e tossine, e nella protezione dai radicali liberi.
    • Vitamina B3 – Niacina: Costituisce il coenzima NAD+ e NADP+, che partecipa al metabolismo energetico, al mantenimento dell’integrità del genoma, al controllo dell’espressione genica e alla comunicazione cellulare. Può essere utilizzata per trattare la dislipidemia.
    • Vitamina B5: Costituisce il coenzima A, interviene nel metabolismo dei nutrienti per produrre energia e nella sintesi di grassi, colesterolo, ormoni steroidei, vitamine liposolubili, acetilcolina e melatonina.
    • Vitamina B6: Costituisce il coenzima di numerosi enzimi coinvolti nel metabolismo degli aminoacidi e nella sintesi di niacina, emoglobina e neurotrasmettitori (come serotonina, dopamina e GABA).
    • Vitamina H o B7: Costituisce il coenzima degli enzimi decarbossilasi e trans carbossilasi.
    • Vitamina D: Favorisce l’assorbimento intestinale di calcio e fosforo e influenza la mineralizzazione ossea. È molto importante per il normale funzionamento dei sistemi neuromuscolare e immunitario.
    • Vitamina E: Agisce come antiossidante proteggendo gli acidi grassi polinsaturi delle membrane cellulari dalla distruzione ossidativa.
    • Vitamina K: Necessaria per la sintesi epatica di diversi fattori di coagulazione del sangue. Svolge un ruolo importante anche nella salute delle ossa e del cuore

    Per quanto riguarda Sali Minerali nella Dieta, Funzioni e relative carenze consulta il sito X115


    Le mie raccolte sulle interazioni e sinergie fra vitamine e minerali


     




    Terapia Integrata in Oncologia
    Le vitamine sono fattori di crescita?

    E vedremo anche come risponde il dr Giuseppe Di Bella, ormai conosciuto più a livello internazionale che italiano, ma che noi di Vitamineral riteniamo essere uno dei maggiori esponenti della ricerca che si è invece fermata in altri ambiti più ufficiali.

    Tante le testimonianze di malati ed ex-malati che hanno beneficiato delle cure non convenzionali, da sole o in associazione a chemio e radioterapia. Tante di queste persone sono guarite o hanno migliorato la qualità della vita con l’aiuto di rimedi naturali che non possiamo tacere.

    Crediti immagine a Studio Dentistico Cozzolino

    FONDAZIONE ARTOI è un’organizzazione multidisciplinare no-profit dedicata allo studio, alla divulgazione e all’applicazione di trattamenti oncologici incentrati sul paziente, attraverso l’uso integrato di più azioni terapeutiche. La Fondazione si propone di affiancare il paziente oncologico nel suo intero percorso di cura, combinando terapie oncologiche convenzionali con metodologie provenienti da diverse tradizioni e culture mediche: pratiche mentali e corporee, somministrazioni di prodotti naturali, indicazioni per il miglioramento dello stile di vita.

    LA NOSTRA MISSIONE
    Proteggere la vita in ogni sua espressione, in salute e malattia, attraverso la prevenzione e la cura

    Dal sito ARTOI

    DOMANDE FREQUENTI

    • Che cosa significa terapia integrata nei tumori?
      • l’uso combinato di più presidi terapeutici (farmaci + radioterapia e/o ipertermia)
    • Quali farmaci vengono usati?
      • si possono usare i farmaci antiblastici insieme a sostanze naturali
    • Anche le vitamine?
    • Si dice che le vitamine fanno aumentare il tumore, è vero?
      • i tumori non sono in grado di usare le vitamine per accrescersi, piuttosto usano le calorie e le proteine complesse.
    • I farmaci naturali bloccano o riducono l’attività della chemioterapia?
      • i farmaci naturali aumentano l’effetto della chemioterapia e riducono gli effetti indesiderati della chemioterapia.
    • In quali tipi di tumore è indicata la terapia integrata?
      • in tutti i tipi di neoplasia
    • Ha effetti collaterali?
      • no, nessuno
    • Quali sono le differenze fra terapia classica e terapia integrata?
      • nessuna. Solo che la terapia integrata deve essere continuata anche dopo la fine della chemioterapia
    • Prevenzione e protezione, cosa significano?
      • Prevenzione significa ridurre l’incidenza della neoplasia e delle ricadute. Protezione significa aumentare le difese contro la patologia neoplastica
    • Quali sono in generale i mezzi per prevenire la malattia neoplastica?
      • Fare screening adeguati, vivere in ambienti sani, mangiare sano, attività fisica e ridurre lo stress

    Farmaci naturali

    Da molto tempo è nato un enorme interesse sull’uso di estratti naturali per la prevenzione e cura delle malattie incluso il cancro. Molti componenti della dieta, infatti, contengono “farmaci naturali” ossia molecole (principi attivi) che hanno effetti benefici sulla nostra salute.

    Per farmaci naturali si intendono una serie di medicamenti provenienti dagli alimenti di originale animale o vegetale (fitoterapici) e che aiutano il corpo a mantenersi in salute o a curare malanni e disturbi.

    In ambito medico queste sostanze si sono dimostrate degli ottimi alleati per diversi scopi:

      • contrastare la stanchezza
      • rimettersi in sesto dopo una malattia
      • stimolare il sistema immunitario
      • far passare nausea, cattiva digestione, mal di stomaco, gastrite
      • combattere infezioni
      • riportare negli intervalli di normalità i risultati delle analisi del sangue
      • trattare tosse, mal di gola, raffreddore e influenza
      • ridurre arrossamento della pelle, irritazioni cutanee e dermatiti
      • ritardare i processi di invecchiamento

    Oltre che a scopo terapeutico queste sostanze sono di estrema utilità anche a scopo preventivo.

    In ambito oncologico si sono dimostrati un ottimo ausilio:

      • per ridurre gli effetti collaterali delle terapie antiblastiche
      • per lavorare in sinergia con la chemioterapia e radioterapia contro il tumore

    Le sostanze responsabili di tutti questi effetti sulla salute vengono estratte dalla pianta o animale di origine e si trovano in commercio sotto forma di integratori alimentari che a loro volta hanno diverse formulazioni: capsule, compresse, liquidi o polveri.

    Molto spesso si ritiene che trattandosi di farmaci naturali essi siano completamente esenti da rischio per la salute. Questo non è vero, infatti sono molte le sostanze che se assunte in dosi sbagliate possono dare degli effetti collaterali o addirittura andare ad interferire con farmaci tradizionali (compresi i chemioterapici), aumentandone o riducendone l’effetto farmacologico.

    Nella nostra pratica clinica vengono usati in protocollo i seguenti presidi:

    “La Vitamina B12 non promuove affatto lo sviluppo di tumori ma, al contrario, insieme alle altre vitamine del gruppo B, svolge vitali effetti antitumorali”.

    Dott. Giuseppe Di Bella 19.05,2023

    Metodo Di Bella e Vitaminologia – Video del 20/05/2023 

    Il Dr Di Bella ha parlato anche delle vitamina del Gruppo B molto utili in oncologia e non fattori di crescita come viene diffuso in giro a discredito delle vitamine in generale ma soprattutto delle vitamine del Gruppo B.

    Nutrizione in Oncologia

    L’alimentazione, alla luce delle nuove scoperte scientifiche, gioco un ruolo fondamentale nell’insorgenza del cancro.

    GLI ALIMENTI CHE AUMENTANO IL RISCHIO DI AMMALARSI DI TUMORE

    Un’alimentazione scorretta, oltre a contribuire ad aumentare i processi infiammatori, può influire anche sulla produzione di alcuni fattori di crescita che stimolano la proliferazione cellulare.

    Essendo il cancro una malattia caratterizzata da crescita cellulare incontrollata e da infiammazione cronica, viene da sé che il miglior modo per prevenire e curare tale patologia è tenere bassi i livelli di alcuni fattori di crescita e i livelli di infiammazione.

    Secondo l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e il World Cancer Research Foundation ci sono alcuni alimenti che non sono causa di cancro ma, per le ragioni sopra elencate, potrebbero aumentare il rischio di ammalarsi di tumore. È importante tenere sempre presente che il cancro è una malattia multifattoriale quindi il rischio di ammalarsi dipende anche da tanti altri fattori come ad esempio la predisposizione genetica.

    Ma quali sono gli alimenti più a rischio?

      • Alimenti ad alto indice glicemico come zucchero, farine e alimenti preparati con farine raffinate bianche, dolciumi, alcuni tipi di frutta, patate. Questi sono alimenti che fanno aumentare velocemente la glicemia e la produzione di insulina da parte del pancreas. L’insulina ha lo scopo principale di far entrare il glucosio all’interno e delle cellule per essere utilizzato come fonte energetica, ma quando viene rilasciata in quantità elevate stimola la produzione dell’ormone della crescita GH che a sua volta stimola quella del fattore di crescita IGF-1 coinvolto in alcuni meccanismi di proliferazione cellulare. Chi ha valori elevati di IGF-1 ha un maggior rischio di sviluppare una patologia neoplastica. L’insulina, inoltre, è responsabile della produzione di fattori pro-infiammatori.
      • Carni rosse e conservate. Queste carni sono ricche di ferro eme che in dosi eccessive agisce come agente ossidante facendo aumentare i livelli di radicali liberi. Infine sono carni ricche di acidi grassi saturi e della serie omega-6 ad azione pro-infiammatoria.
      • Nonostante latte e derivati siano un’ottima fonte di calcio e proteine sono anche alimenti che ostacolano il corretto funzionamento dell’insulina e fanno aumentare i livelli di IGF-1.
      • Le poliammine: putrescina, spermina, spermidina e agmatina sono molecole che oltre a stimolare la proliferazione cellulare riducono le difese immunitarie, favoriscono la diffusione metastatica e l’angiogenesi. Fonti alimentari con elevato contenuto in poliammine sono le arance, i pomodori, le melanzane, i peperoni, le banane, i kiwi, i frutti tropicali ed i molluschi bivalvi. Vengono anche prodotte dai batteri intestinali in seguito della putrefazione delle proteine della carne.
      • Soia: contiene fitoestrogeni, ossia sostanze vegetali che a causa della loro struttura chimica mimano l’azione degli ormoni sessuali e stimolando la proliferazione cellulare.
      • Sale e alcool

    Non sono solamente alcuni alimenti ad aumentare il rischio di cancro ma anche gli inquinanti ambientali, i pesticidi utilizzati in agricoltura, gli additivi chimici aggiunti agli alimenti in scatola e gli antibiotici usati negli allevamenti.

      • metalli pesanti sono inquinanti ambientali presenti soprattutto nelle acque potabili e in alcuni tipi di pesce: arsenico, mercurio, cadmio, piombo, diossina sono sostanze dotate di potere genotossico ossia sono in grado di indurre modificazioni all’interno del DNA e provocare la trasformazione neoplastica della cellula.
      • Gli additivi chimici sono sostanze che vengono aggiunte agli alimenti, soprattutto in scatola o in barattolo o in latta, per aumentarne la conservazione, preservarli da contaminazioni microbiche e migliorarne il sapore, l’aspetto e la consistenza. Ad oggi le ricerche scientifiche hanno mostrato che la stragrande maggioranza degli additivi alimentari non sono correlati con lo sviluppo del cancro e non rappresentano un pericolo per la salute umana. Fanno eccezione però i nitriti e i nitrati utilizzati come conservanti soprattutto in carne ed insaccati: di per sé non sono cancerogeni però all’interno del nostro organismo possono andare incontro ad una serie di modificazioni che li convertono in nitrosammine che invece sono sicuramente cancerogene
      • pesticidi sono sostanze chimiche utilizzate in agricoltura per far crescere meglio e più velocemente le piante. Quelli ai quali bisogna fare maggiore attenzione sono glifosato, malathion, diazinon, parathion e tetrachlorvinphos in quanto sono stati inseriti dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nel gruppo delle sostanze probabilmente e possibilmente cancerogene per l’essere umano.
      • Gli antibiotici sono farmaci in grado di uccidere i microrganismi. Il loro utilizzo negli allevamenti intensivi ha diversi scopi: curare gli animali malati e prevenire che gli animali si ammalino. Questo sistema si traduce in un vero e proprio abuso di antibiotici con la conseguenza che tutti questi farmaci in eccesso raggiungono le nostre tavole. L’ingestione di una quantità eccessiva di antibiotici legata all’eccessivo consumo di carne di allevamento rischia di rendere inefficaci i farmaci che utilizziamo per curarci a causa dell’antibiotico-resistenza (sopravvivenza al trattamento farmacologico) che i batteri hanno sviluppato.

    metodo di cottura che usiamo incide sull’insorgenza del cancro. Da evitare sono soprattutto frittura e grigliatura:

      • Durante la frittura in olio avvengono una serie di complesse reazioni chimiche che portano alla formazione di composti dannosi. Il più importante tra questi è l’acrilamide, sostanza riconosciuta dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) come probabile cancerogeno per l’uomo.
      • La grigliatura della carne porta alla formazione di idrocarburi policiclici aromatici (benzopirene e antracene) e nitrosammine che sono composti riconosciuti dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) come cancerogeni per l’uomo.

    Ad incidere non è solo cosa mangiamo ma anche quanto mangiamo. L’eccessivo introito calorico, infatti, aumenta il rischio di sviluppare diverse patologie tra cui quelle oncologiche. La restrizione calorica permette di vivere più a lungo e con meno danni fisici.

    GLI ALIMENTI CHE RIDUCONO IL RISCHIO DI AMMALARSI DI TUMORE

    Gli alimenti, proprio come rappresentano una causa della malattia, allo stesso tempo possono essere un forte aiuto nella prevenzione e cura della stessa.

    Una corretta alimentazione infatti aiuta a vivere meglio e a ridurre il rischio di ammalarsi di tumore.

    Gli alimenti che non dovrebbero mai mancare nelle nostre tavole, in quanto fonte di nutrienti essenziali per la salute, sono:

     

      • Cereali e pseudo-cereali integrali ricchi di fibre e a basso indice glicemico (frumento integrale, riso integrale, farro, orzo, segale, grano khorasan, miglio, amaranto, avena, grano saraceno)
      • Legumi (fagioli, ceci, lenticchie, piselli, fave) ricchi di proteine, vitamine e sali minerali, a basso indice glicemico.
      • Verdure di stagione ricca di vitamine, sali minerali, fibra, fitochimici e a basso indice glicemico
      • Spezie (curcuma, zenzero, pepe, cannella, peperoncino, curry…) ricca di fitochimici
      • Erbe aromatiche (prezzemolo, rosmarino, timo, origano…) ricche di fitochimici
      • Frutta di stagione ricca di vitamine, sali minerali, fibra e fitochimici
      • Tè verde ricco di fitochimici
      • Acqua
      • Frutta secca ricca di omega-3, vitamine e sali minerali
      • Olio extravergine di oliva ricco di acido oleico e vitamine che gli conferiscono proprietà antiossidanti e antinfiammatorie
      • Semi oleosi (chia, sesamo, zucca, lino, canapa…) ricchi di omega-3, sali minerali e vitamine.
      • Pesce non di allevamento (merluzzo, spigola, sogliola, rombo, palombo, pagello, persico, ombrina, sgombro, orata, scorfano…) ricco di proteine ad alto valore biologico, omega-3, sali minerali e vitamine.

    Beta-carotene a dosi normali Non è pericoloso per i fumatori


    Impact of antioxidant supplementation on chemotherapeutic efficacy: a systematic review of the evidence from randomized controlled trials

    TRADUZIONE
    Astratto

    Disegno: sono state effettuate ricerche nei database MEDLINE, Cochrane, CinAhl, AMED, AltHealthWatch ed EMBASE. Nel conteggio finale sono stati inclusi solo studi clinici randomizzati e controllati che hanno riportato sopravvivenza e/o risposta al tumore. Le ricerche bibliografiche sono state eseguite in doppio seguendo un protocollo standardizzato. Non è stata effettuata alcuna meta-analisi a causa dell’eterogeneità dei tipi di tumore e dei protocolli di trattamento utilizzati negli studi che soddisfacevano i criteri di inclusione.

    Risultati: degli 845 articoli considerati, 19 studi soddisfacevano i criteri di inclusione. Gli antiossidanti valutati erano: glutatione (7), melatonina (4), vitamina A (2), una miscela antiossidante (2), vitamina C (1), N-acetilcisteina (1), vitamina E (1) e acido ellagico (1 ). I soggetti della maggior parte degli studi presentavano malattia avanzata o recidivante.

    Conclusione:

    nessuno degli studi ha riportato prove di diminuzioni significative dell’efficacia dell’integrazione antiossidante durante la chemioterapia. Molti studi hanno indicato che l’integrazione di antiossidanti ha comportato un aumento dei tempi di sopravvivenza, un aumento delle risposte tumorali, o entrambi, nonché una minore tossicità rispetto ai controlli; tuttavia, la mancanza di un adeguato potere statistico rappresentava una limitazione costante. Sono necessari studi ampi e ben progettati sulla supplementazione di antiossidanti in concomitanza con la chemioterapia.

    https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17367938/


     




    L’Artrite Reumatoide
    Migliora con Vitamina D, Omega3, Magnesio, NAC ed Alimentazione

    L’artrite di qualsiasi origine è una condizione molto debilitante e tendente a cronicizzare ed avere fasi di riacutizzazione del dolore ed infiammazioni caratteristiche nelle diverse zone articolari.

    Vedremo in questa raccolta di ricerche come risolvere e/o migliorare attraverso l’ausilio di cure non farmacologiche.

    Innanzitutto vedremo come si presenta per definizione l’artrite, le cause, e come si diagnostica. Passeremo poi a trattare una serie di rimedi naturali e vedremo che ogni sito proporrà cure naturali diverse. La loro efficacia è dipendente da vari fattori, quindi si trovano in rete diverse soluzioni ma non definitive.

    Nella medicina ufficiale non vi sono rimedi duraturi contro il dolore se non cortisone ed antidolorifici, ma pare riscontrata anche da questa una forte correlazione fra l’artrite e l’alimentazione come agente infiammatorio. Ed ognuno avrà da proporre una dieta diversa con variabili sulla sensibilità ed efficacia  alla dieta scelta.

    Lo studio sulla relazione della artrite con la carenza della Vitamina D sembra poco preso in considerazione perché è stato fatto su un piccolo numero di soggetti, ma potrebbe comunque essere decisivo ad affrontare meglio il dolore nelle artriti, così come lo fa anche per altri tipi di dolore cronico. Tuttavia la vitamina D è stata riscontrata efficace nelle malattie autoimmuni (come lo è l’artrite reumatoide) attraverso l’uso di alti dosaggi di Vitamina D.

    Oltre all’uso della Vitamina D, Omega 3 e Magnesio, presentiamo infine dei siti medici che affrontano questa patologia con altri rimedi naturali, non invasivi come Curcuma, diversi rimedi fitoterapici e N-Acetilcisteina (NAC).


    Definizione di Artrite

    ArtriteLe articolazioni sono strutture anatomiche che mettono in reciproco contatto due o più ossa e che sono fondamentali per le funzioni di sostegno e mobilità dello scheletro umano.
    Cos’è l’artrite? Un’artrite è una qualsiasi condizione infiammatoria che coinvolge una o più articolazioni. 
    infiammazione a carico di una o più articolazioni.
    Esistono diversi tipi (o forme) di artrite, ognuno con cause e caratteristiche peculiari.
    Le cause che ne inducono la comparsa possono avere natura traumatica, metabolica, infettiva, autoimmune o idiopatica.
    osteoartrite e l’artrite reumatoide.
    Diagnosi

    fattore reumatoide (FR) e gli anticorpi anti peptidi ciclici citrullinati (anti-CCP).  Tali anticorpi non sono specifici ma la loro presenza, in soggetti che hanno un quadro clinico caratteristico, assume un ruolo importante non solo per la fase diagnostica ma anche per quella prognostica. Si è infatti visto che alti livelli di fattore reumatoide ed anticorpi anti-CCP durante le prime fasi della malattia sembrano associarsi ad un maggiore rischio di danno articolare severo. Va segnalato che questi anticorpi possono essere presenti anche in soggetti che hanno altre malattie ma anche in persone sane e che circa il 35% dei pazienti affetti da artrite reumatoide non presenta nel loro sangue questi anticorpi.

    Sintesi, assorbimento e metabolismo della Vitamina D I benefici sul Dolore

    Artrite reumatoide e Vitamina D

    Vivere quotidianamente senza dolore è qualcosa che viene facilmente dato per scontato da coloro che non hanno sperimentato dolore cronico. Oltre ai dolori e ai dolori quotidiani, convivere con il dolore cronico può devastare il proprio stato mentale, poiché nel tempo affrontarlo può causare esaurimento, disperazione e frustrazione.

    disfunzione del sistema immunitario, come l’artrite reumatoide (AR). L’artrite reumatoide è una condizione autoimmune in cui il sistema immunitario del corpo attacca erroneamente le articolazioni, provocando dolore, gonfiore e rigidità in queste aree.

    ruolo della vitamina D nelle condizioni autoimmuni, poiché è stato scoperto che svolge un ruolo nella regolazione del sistema immunitario e dell’infiammazione.

    Tutti gli individui sono stati testati per diversi valori clinici tra cui proteina C-reattiva, un marker di infiammazione, insulina nel sangue, glicemia, HOMA-IR, un marker di insulino-resistenza e livelli di 25(OH)D.

    Questo è ciò che hanno scoperto i ricercatori:

    sistema alimentare che spesso consigliamo ai nostri pazienti, a partire dalla ricca prima colazione, mira specificamente a controllare e orientare la produzione delle adipochine rilasciate dal tessuto adiposo.

    La relazione stratta tra obesità, allergie e artrite sta aiutando a comprendere perché la scelta di una prima colazione di solo pane e marmellata è peggiore di quella di un uovo sodo insieme ai cereali mischiati con qualche seme oleoso.

    prodotti come la Curcuma, con azione sull’infiammazione e sulla regolazione delle adipochine allo stesso tempo.

    Olio di Perilla come regolatore dell’infiammazione attraverso il suo apporto naturale di omega 3 vegetali.

    I benefici della Serrapeptasi scientificamente provati sulle infiammazioni

     


    Migliorare i sintomi dell’artrite reumatoide con la dieta

    da MSD Salute

    La dieta può essere un valido alleato per alleviare i sintomi dei pazienti affetti da artrite reumatoide. Questa è una malattia infiammatoria cronica sistemica che colpisce le articolazioni e le ossa, causando dolori che hanno un impatto negativo sulla qualità della vita.

    Gli approcci più comuni per ridurre le sofferenze dei pazienti includono l’adozione di uno stile di vita vegetariano o gluten free, della dieta elementare e, in alcuni casi, del digiuno. Si fa anche uso di supplementi alla dieta, come gli acidi grassi polinsaturi omega-3. Tuttavia, ancora non esistono delle linee guida specifiche da seguire.

    Al fine di comprendere quali siano gli approcci migliori che diano reali benefici alla vita dei soggetti affetti dalla malattia, i ricercatori dell’Università di Nicosia di Cipro e il King’s College di Londra hanno svolto una revisione sistematica di 70 studi clinici.

    L’articolo, pubblicato su “Nutrition reviews” il 9 marzo 2021, ha dimostrato che alcuni piani alimentari possono effettivamente migliorare i sintomi dell’artrite reumatoide.
    Ad esempio, la somministrazione di omega-3 ad alte dosi riduce l’infiammazione e il rischio di comorbilità.

    La dieta mediterranea, ben bilanciata, non restrittiva con proprietà anti-infiammatorie, antiossidanti e cardioprotettive, ha dimostrato apportare un discreto miglioramento in alcune misure relative alla malattia.

    Il digiuno, invece, sebbene sia utile nel migliorare i sintomi della malattia, non è un comportamento sostenibile e i benefici sono transitori.

    Per quanto riguarda gli studi sulla dieta proteica o dieta elementare, che comprende aminoacidi, grassi, zucchero, vitamine e minerali, i risultati suggeriscono che la risposta è molto individuale.

    La dieta vegetariana/vegana apporta dei vantaggi che potrebbero essere collegati al miglioramento della flora intestinale.

    In linea generale, migliorare i sintomi dell’artrite reumatoide si può: bisogna aumentare l’apporto di cibi anti-infiammatori e diminuire quelli pro-infiammatori. La stesura del piano alimentare dovrebbe essere sempre affidata ad un medico o ad un esperto dell’alimentazione.

    Fonte: Nutr Rev. 2021

    Curcuma

    Curcuma: un potente antinfiammatorio naturale contro i dolori articolari

    A Randomized, Pilot Study to Assess the Efficacy and Safety of Curcumin in Patients with Active Rheumatoid Arthritis

    Astratto

    I pazienti in tutti e tre i gruppi di trattamento hanno mostrato cambiamenti statisticamente significativi nei loro punteggi DAS. È interessante notare che il gruppo curcumina ha mostrato la più alta percentuale di miglioramento nei punteggi DAS e ACR complessivi (ACR 20, 50 e 70) e questi punteggi erano significativamente migliori rispetto ai pazienti nel gruppo diclofenac sodico.

    Ancora più importante, il trattamento con curcumina è risultato sicuro e non correlato ad alcun evento avverso.

    Il nostro studio fornisce la prima prova della sicurezza e della superiorità del trattamento con curcumina nei pazienti con AR attiva e sottolinea la necessità di futuri studi su larga scala per convalidare questi risultati nei pazienti con AR e altre condizioni artritiche. Copyright © 2012 John Wiley & Sons, Ltd.


    Su GreenMe, invece, propongono queste cure naturali:

    Artrite curata con la Fitoterapia

    dal sito Cure naturali

    I rimedi antinfiammatori per l’artrite:

    Tra i rimedi fitoterapici antinfiammatori più utilizzati per le artriti, principalmente di tipo cronico troviamo:

    • salicilato vegetale“, la pianta svolge azione antinfiammatoria, analgesica e antipiretica, perché inibisce la sintesi delle prostaglandine (PGE2), responsabili del dolore e del processo infiammatorio dei tessuti. Viene perciò utilizzata per alleviare gli stati dolorosi causati da artrosi, artrite reumatoide, dolori articolari, mal di denti, mal di schiena e cervicale. Tuttavia a differenza dei farmaci antinfiammatori di sintesi, la spirea non presenta azione ulcerogena (gastrite, ulcera), effetto collaterale di questa categoria di farmaci. La presenza delle mucillagini, infatti, conferisce alla spirea un’azione protettiva per le mucose, in grado di ridurre gli spasmi e i processi erosivi delle pareti gastriche. 
    • azione antiinfiammatoria e quella protettiva delle cartilagini. In generale, i fanghi svolgono un’azione drenante, analgesica e miorilassante, stimolante dei processi metabolici, e della resistenza verso agenti patogeni; aiutano a pulire e a disintossicare la pelle, perchè assorbono le tossine e scorie e ci restituiscono una cute levigata, morbida e purificata.

    MSM (Metilsulfonilmetano) Il minerale dalle molteplici proprietà

    Artrite reumatoide e N-Acetilcisteina (NAC)

    Astratto

    L’artrite reumatoide (AR) è considerata una condizione autoimmune in cui la sovrapproduzione di citochine pro-infiammatorie porta a una cascata infiammatoria. La N-acetilcisteina (NAC) è un potente agente antinfiammatorio e antiossidante. Abbiamo mirato a esplorare l’impatto della NAC orale sulle attività delle citochine e sugli indicatori clinici nei pazienti affetti da AR.

    In questo studio clinico randomizzato in doppio cieco controllato con placebo, 41 pazienti affetti da AR attiva sono stati assegnati al NAC (600 mg, due volte al giorno) o al gruppo placebo, come terapia aggiuntiva al regime di routine, per 8 settimane. Il punteggio dell’attività della malattia con una velocità di eritrosedimentazione (DAS28-ESR) e le concentrazioni sieriche di interleuchina (IL)-1β e IL-17 sono state valutate al basale e alla fine dello studio per tutti i partecipanti ai gruppi di test e di controllo.

    La riduzione del DAS28-ESR è stata considerevolmente maggiore nel gruppo NAC rispetto a quella del gruppo di controllo. Non sono state osservate differenze statisticamente significative nella riduzione delle citochine IL-1β e IL-17 tra il NAC e i gruppi di controllo. Inoltre, i miglioramenti nella valutazione globale del paziente, nel numero di articolazioni dolenti, nel numero di articolazioni gonfie e nei tassi di VES erano a favore del gruppo NAC. I nostri risultati rivelano che la NAC può avere un effetto benefico su tutte le caratteristiche cliniche dell’AR. Tuttavia, variazioni non significative nei livelli di IL-1β e IL-17 suggeriscono un modo alternativo di efficacia NAC senza influenzare le citochine misurate. Tuttavia, questi risultati devono essere confermati da ulteriori indagini.

    ALTRI ARTICOLI SULLA NAC pubblicati su Vitamineral


    N-ACETIL CISTEINA
    IN CAPSULE da 600 mg

    PRINFIT
    PER QUESTO SITO USA IL CODICE SCONTO VITAMINERAL (-10%) su tutti i prodotti – SPEDIZIONI GRATIS


     




    Vitamine liposolubili A, D e K2 in sinergia con Zinco e Magnesio

     

    Articolo tratto dal sito del dr Mercola e  dalla Weston price Foundation

    Punti salienti

    • Le vitamine A, D e K cooperano sinergicamente non solo l’una con l’altra, ma anche con minerali essenziali come il magnesio e lo zinco, con grassi dietetici e con fattori metabolici chiave come il biossido di carbonio e l’ormone tiroideo. Questo livello di complessità ci ricorda che è meglio cooperare con la saggezza della natura ottenendo vitamine attraverso cibi ricchi di sostanze nutritive
    • Le vitamine A, D e K2 interagiscono sinergicamente per supportare la salute immunitaria, fornire una crescita adeguata, sostenere ossa e denti forti e proteggere i tessuti molli dalla calcificazione. Il magnesio è richiesto per la produzione di tutte le proteine, comprese quelle che interagiscono con le vitamine A e D
    • Molte delle proteine ​​coinvolte nel metabolismo della vitamina A e i recettori per entrambe le vitamine A e D funzionano correttamente solo in presenza di zinco.
    • Il grasso alimentare è necessario per l’assorbimento delle vitamine liposolubili.

    Storia della Vitamina K

    La vitamina K2, presente nei grassi animali e negli alimenti fermentati, è presente in quantità molto minori nella maggior parte delle diete rispetto alla vitamina K1, che si trova nelle verdure a foglia verde.

    Poiché i ricercatori nel corso del XX secolo videro che le due forme di vitamina erano intercambiabili, ignorarono la vitamina K2 come se la sua scarsità la rendesse meno rilevante.

    le vitamine K1 e K2 non sono intercambiabili dopotutto:




    Assunzione di vitamina D con o senza pasto – è importante?

    Lo studio è tratto da
    Journal of Bone and Mineral Research

    L’assunzione di vitamina D con il pasto più abbondante migliora l’assorbimento e provoca livelli sierici più elevati di 25-idrossivitamina D.

    Guy B Mulligan, Angelo Licata

    Da Grassrootshealth

    Esistono diversi fattori che possono influenzare la dose-risposta , uno dei quali è la digestione e se gli integratori vengono assunti durante un pasto.

    Assunzione di vitamina D con i pasti

    Numerosi studi hanno confermato che è importante assumere integratori di vitamina D durante i pasti.

    aumento medio del 57% dei livelli sierici di 25 (OH) D rispetto a quando assunto a stomaco vuoto o con un piccolo pasto.

    Ai partecipanti, che avevano preso tutti un integratore di vitamina D, è stato chiesto di continuare con il loro supplemento attuale ma di prenderlo con il loro pasto più grande della giornata, di solito la cena, piuttosto che a stomaco vuoto o con un pasto più piccolo come erano abituati a fare.
    Dopo 2-3 mesi, i loro livelli sierici di vitamina D sono stati misurati e confrontati con il basale.


    GUIDA all’Integrazione e Mantenimento della VITAMINA D

    Vitamina D domande e risposteLa Guida Completa

    https://www.vitamineral.it/integratori-di-vitamina-d-colecalciferolo-come-prodotto-biologico/

    Magnesio: quale scegliere?

    La Vitamina D necessita della vitamina K2, la spazzina delle arterie




    Cambiare il volto della salute con la vitamina D

    La storia di Mark A. Pegram Sopravvissuto alla Carenza di vitamina D

    Non ci sono stati effetti collaterali tranne che per la salute eccellente. A 66 anni, non prendo medicine. La vita è bella quando hai una salute eccellente.

    I suoi problemi di salute iniziati a 28 anni erano frequenti mal di schiena curati con Ibuprofene dal 1979 al 1986 senza miglioramenti e fino a che nel 1992 ebbe il primo cedimento della colonna alla regione lombare.
    Il medico di base si decise finalmente di mandarlo a fare dei Raggi X e quando vide i risultati si scusò con lui per avere creduto che in tutti quegli anni si stesse solo lamentando.
    Il Neurochirurgo fu molto prudente nel suo approccio e gli fece indossare solo un colletto morbido per mesi e fare trazione di notte. Questo ha funzionato abbastanza bene per evitare un intervento chirurgico.

    Dopo un altro cedimento della colonna vertebrale nel 1998 il radiologo che aveva letto la risonanza magnetica gli disse che si trattava della peggiore rottura del disco lombare L4-L5 che aveva visto, ed in cui il paziente poteva ancora camminare.
    Subì quindi un intervento di recissione del midollo spinale ed un secondo qualche anno dopo, mentre il dolore continuava a persistere ed iniziava ad avere la fusione delle vertebre lombari e cervicali.

    Meno sole=Meno vitamina D=Più malattie

    Chi sta raccontando questa storia è uno dei tanti che sopravvivono alla carenza di vitamina D perché cercano disperatamente di uscire da diagnosi che sentenziano una cronicità senza vie di uscita.
    Quando sulla strada di qualche malato cronico si inserisce la vitamina D e se ne scoprono le proprietà, la salute migliora e si buttano i farmaci sempre pieni di effetti collaterali che mai guariscono, anzi ti aggiungono malattie nuove.
    La vitamina D mi ha portato a questa comprensione. Di solito prendo circa sedici compresse e capsule al giorno. Questo include A, B, C, D ed E di vitamine e un multiminerale. Il costo è il prezzo di un caffè al giorno.

    Sito di Mark A. Pegram  
    https://pandemicsurvivor.com/about/

     

     

     

     

     

     

     

     


    https://www.vitamineral.it/integratori-di-vitamina-d-colecalciferolo-come-prodotto-biologico/

    Sintesi, assorbimento e metabolismo della Vitamina D I benefici sul Dolore

    Magnesio: quale scegliere?

    I dosaggi del Magnesio in milligrammi

    https://www.vitamineral.it/vitamina-c-quale-acquistare/

    Vitamina K2: il nutriente mancante per il cuore e le ossa




    Ipertensione, come curarla senza farmaci

    Che cosa è la pressione arteriosa?

     Innanzitutto dobbiamo sapere che cosa è la pressione arteriosa, come si misura e quali sono i valori ottimali definiti normali.

    1. La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue contro la parete delle arterie.
      aorta, e si diffonde a tutte le arterie. Quando il cuore si contrae e il sangue passa nelle arterie, si registra la pressione arteriosa più alta, detta ‘sistolica’ o ‘massima’; tra un battito e l’altro il cuore si riempie di sangue e all’interno delle arterie si registra la pressione arteriosa più bassa, detta ‘diastolica’ o ‘minima’. La misurazione della pressione si registra a livello delle arterie periferiche, utilizzando un manicotto che applica una pressione esterna, usualmente al braccio. Si ottengono due numeri che indicano la pressione arteriosa sistolica e la diastolica, misurate in millimetri di mercurio (es. 120/80 mmHg).
    2. Come misurarla ed in quale momento
      ink di infermieristica
    3. Quali erano i valori normali prima che li ritoccassero?
      Quando i valori di sistolica e/o di diastolica superavano i 140 (per la massima) o i 90 (per la minima), si parlava di ipertensione arteriosa.

    Personalmente resto convinta che nulla è cambiato per quanto riguarda la pressione normale di un essere umano, e che non c’è nulla di veramente nuovo che deve indurci a pensare che bisogna avere una pressione entro 120/80 così come accademicamente scritto sui nuovi scritti di medicina.

    Tabella Valori della pressione arteriosa oggi

    Qui di fianco i “nuovi” valori ritoccati per far crescere il numero di malati di Ipertensione e prescrivere subito la pillolina.

    Leggi dalla stampa dei giornali


    Apportando le opportune modifiche allo stile di vita, con buona probabilità si possono normalizzare i valori della pressione arteriosa.

    Riportare il livello di insulina nel corretto intervallo è di fondamentale importanza per normalizzare i valori della pressione sanguigna.

    La prescrizione di farmaci, è raramente la risposta.

    La pressione alta è in realtà una condizione facilmente curabile ma che può causare seri danni alla salute se viene ignorata. Ci sono nelle farmacie più di 100 farmaci ritenuti “sicuri ed efficaci” per il trattamento della ipertensione.

    Dal momento che la maggior parte dei pazienti che hanno la pressione arteriosa elevata assumono uno o più farmaci per curare la loro condizione, vi è una potenzialmente infinita quantità di farmaci e combinazioni di farmaci disponibili con il semplice movimento di una penna su un ricettario, non per il cambiamento dello stile di vita come sarebbe necessario.

    Questo nonostante il fatto che i cambiamenti dello stile di vita hanno dimostrato di normalizzare i livelli di pressione arteriosa in oltre l’85% dei malati !

    Il collegamento tra lo stress e la pressione alta è provata. Problemi di stress non risolti sono almeno altrettanto significativi per la salute generale, come la cattiva alimentazione e la mancanza di esercizio fisico. 

    Pressione alta: esistono alternative ai farmaci betabloccanti?

    Ecco cosa dice il dr Luca Speciani in un video


    Come normalizzare la pressione sanguigna naturalmente, per sempre

    Il resto di questo approfondimento mostrerà come è possibile normalizzare la pressione sanguigna per il resto della vita, senza farmaci pericolosi.

    Le informazioni che seguono non solo aiuteranno a riportare la pressione sanguigna sotto controllo, ma saranno importanti per ottimizzare la salute generale e la qualità della vita in innumerevoli altri modi:

    • Eliminare due tipi di alimenti che sono dannosi per la maggior parte delle persone, ma soprattutto per chi soffre di pressione alta
    • Bilanciare i grassi omega nella dieta
    • Normalizzare il peso
    • Gestire la propria vita emotiva
    • Adeguata esposizione solare
    • Provare con integratori o altri consigli alternativi per migliorare la pressione sanguigna anche se da soli raramente portano a risultati concreti.

    Eliminare i cereali e gli zuccheri dalla dieta

    Il ruolo che gioca l’insulina nell’ipertensione non è da sottovalutare.

    Il consumo di zuccheri e cereali, incluso qualsiasi tipo di pane, pasta, mais, patate, riso, mantiene i livelli di insulina elevati. Alti livelli di insulina sono molto tossici e possono portare a conseguenze devastanti per la salute.

    Altre considerazioni dietetiche:

    1. Alimentarsi in modo corretto per le proprie esigenze
      Mangiare secondo le proprie esigenze nutrizionali tende a normalizzare la pressione sanguigna nella stragrande maggioranza delle persone.
      Quando si modula la dieta in base alle proprie specifiche esigenze nutrizionali, alle esigenze biochimiche uniche che si basano sulla genetica individuale, i problemi di salute vengono affrontati alla radice e si hanno molte più probabilità di raggiungere una soluzione permanente per riguadagnare la piena salute.
    2. Normalizzare il rapporto di omega 6 e omega 3
      (vedere: https://www.nutrizionenaturale.org/alimentazione/pesce-pescato-o-di-allevamento/)
    3. Eliminare la caffeina
      Il collegamento tra il consumo di caffeina e la pressione alta non è ben conosciuto, ma ci sono ampie prove da sconsigliare chi soffre di ipertensione il caffè e le altre bevande contenenti caffeina.
      La caffeina, abitualmente consumata, può avere un potente effetto sulla fisiologia individuale.
      Se si decide di eliminarla dalla dieta, provare a farlo gradualmente in un periodo di giorni o addirittura settimane per evitare i sintomi da astinenza come il mal di testa.
    4. Normalizzare il peso corporeo
      Il modo migliore per ottimizzare il peso e riacquistare o migliorare la salute è quella di capire la profonda influenza che cibi che si mangiano esercitano sulla fisiologia del proprio corpo
      Due sono le cose da tenere a mente

      1. Il cibo è un carburante
      2. Ognuno è unico in termini di tipo di carburante che il proprio corpo necessita per raggiungere una salute ottimale

    La semplice verità è che qualsiasi tipo di dieta per la diminuzione del peso non funziona per tutti. Ed è il motivo per cui alcune persone ottengono risultati, per esempio, da un regime a basso contenuto di carboidrati e ricco di proteine, mentre altri in tal modo si ammalano.

    • Non esiste una dieta perfetta per tutti.
    • La sfida è quella di comprendere quali sono i cibi più adatti alle proprie necessità.
    • Con una dieta “taglia dolci”, si è inclini a soffrire in ogni momento la privazione, forse anche ad ammalarsi perché la dieta potrebbe essere del tutto sbagliata in base alle esigenze nutrizionali individuali.
    • Consumare il carburante giusto per le esigenze del proprio corpo, può avere un impatto immediato e positivo sul modo di come ci si sente, di come ci si guarda, e sulla propria salute in generale.
    • Il cambiamento per uno stile di vita sano non è una “soluzione rapida”, si badi, ma si noterà un sensibile miglioramento non appena si iniziano a mangiare i cibi appropriati per il proprio metabolismo individuale.

    Imparare a gestire lo stress emotivo

    Non sono gli eventi stressanti che sono nocivi, ma la mancanza di capacità di farvi fronte.  La buona notizia è che esiste la tecnica per trasformare in modo rapido ed efficace le emozioni negative represse e alleviare lo stress.

    Strumenti di psicologia energetica come la Emotional Freedom Technique (EFT) sono a disposizione per un efficace aiuto a ottimizzare la salute emotiva (per approfondire la tecnica: 

    http://www.eft-italia.it/accesso-video-e-documento-gratuito/

    Utilizzare l’esercizio fisico come medicina

    Non è un segreto che una regolare motivata attività fisica rappresenta una medicina molto migliore di qualsiasi altra cosa che una società farmaceutica sia in grado di produrre. Indipendentemente dal motivo principale per cui si inizia un programma di esercizi, gli sforzi saranno premiati in innumerevoli modi.

    Un rigoroso programma di attività fisica completo risulta molto importante per i benefici a lungo termine che produce nelle persone con pressione alta. Quando ci si impegna in un programma di esercizi fisici, è bene consultare un professionista preparato che può fare la differenza nel ridurre i livelli di insulina.

    Come regola generale, gli esercizi di carico come camminare, fare jogging e la corsa sono i migliori. Gli studi indicano che le attività aerobiche come queste sono le più utili per ridurre la pressione sanguigna.

    Ciclismo e nuoto richiedono più tempo per produrre gli stessi risultati ma, se si preferiscono, si possono includere nella personale routine. Nuotare nel mare è altamente preferibile al nuoto in una piscina clorata, considerato che i prodotti chimici utilizzati per la piscina presentano una serie di problemi per la salute.

    Quasi ogni programma deve incorporare una equa misura di sprint anaerobico in quanto questi esercizi hanno dimostrato di essere ancora più efficaci di quelli aerobici nel ridurre il rischio di morte per un attacco cardiaco.

    Assumere una dose giornaliera di sole

    La luce del sole in realtà influenza la pressione arteriosa in diversi modi: 

    I supplementi e le altre alternative

    Anche se alcuni integratori vengono di seguito elencati per completezza, è bene tenere presente che essi non sono in alcun modo o forma mai da considerare come alternativa alle raccomandazioni primarie sopra esposte per trattare le vere cause del problema.

    Utilizzando solo i supplementi senza osservare le indicazioni sullo di stile di vita di cui sopra, è come scegliere un approccio allopatico non molto diverso dall’uso di farmaci.

    Magnesio. La supplementazione di magnesio giornaliera può essere utile per ridurre la pressione sanguigna, soprattutto quando i valori sono attestati sulla fascia alta. Tuttavia, se si evitano gli zuccheri e i cereali, è improbabile che gli integratori di magnesio siano necessari.

    La vitamina C influisce sulla pressione arteriosa e migliora l’endotelio delle pareti vasali

    Estratto di foglie di ulivo. Uno studio recente ha dimostrato che l’integrazione con 1.000 mg di estratto di foglie di ulivo al giorno per otto settimane provoca, nelle persone con ipertensione al limite, un calo significativo sia della pressione arteriosa che del colesterolo LDL (‘cattivo’)

    Se si decide di incorporare le foglie di ulivo come un complemento naturale in una dieta nutrizionalmente sana, per ottenere la massima potenza sinergica, si dovrebbero cercare gli estratti liquidi di foglia fresca.

    Si può anche preparare il tè di foglie di ulivo ponendo un grande cucchiaino di foglie di ulivo secche in una sfera da tè alle erbe o in un sacchetto. Immergerla in circa due litri di acqua bollente e lasciare in infusione da tre a 10 minuti. Il tè quando è pronto deve essere di un colore ambrato medio.

    Vitis Vinifera e BIANCOSPINO

    BLOOD PRESSURE HEALTH INTEGRATORE – 90 capsule

    Blood Pressure Health di Now Foods è un prodotto pensato per aiutare a mantenere la pressione sanguigna all’interno del range salutare.

    Al suo interno combina due sostanze botanicamente note per supportare una sana funzione cardiovascolare:

    Il biancospino (Crataegus monogyna) è noto per le sue proprietà regolatrici dell’apparato cardiovascolare e della pressione arteriosa, antiossidanti, e di rilassamento mentale. [1-2]
    Riferimenti bibliografici

    1. (vedi fonte)
    2. (vedi fonte)
    3. (vedi fonte)

    Un approccio naturale per prevenire la malattia e per curarsi è sempre la scelta migliore. Nel caso di pressione alta, i cambiamenti dello stile di vita con particolare attenzione alla normalizzazione dei livelli di insulina può anche favorire una salute generale ottimale in modo naturale e senza alcun farmaco.

    • Agopuntura elettrica. E’ stato dimostrato come l’agopuntura combinata con stimolazione elettrica abbia provocato livelli inferiori del 50% della pressione sanguigna in animali dal laboratorio. Attualmente è in fase di sperimentazione sull’uomo e potrebbe diventare un trattamento alternativo promettente per il controllo della pressione.
    • L’allattamento al seno. Gli studi hanno dimostrato che i bambini che sono allattati al seno per più di 12 mesi hanno un rischio notevolmente più basso di sviluppare ipertensione. I ricercatori ritengono che gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena (gli stessi che si trovano nel grasso di pesce) presenti nel latte materno forniscono un effetto protettivo per i neonati.
    • Trucchi rapidi. Aumentare il monossido di azoto nel sangue può aprire i vasi sanguigni ristretti e abbassare la pressione sanguigna. I metodi per aumentare questo composto includono fare un bagno caldo, inspirare ed espirare attraverso una narice sola (chiudendo l’altra e la bocca), mangiare melone amaro, che è ricco di aminoacidi e vitamina C.

    I probiotici aiutano a normalizzare la pressione sanguigna

    In media, la loro pressione sanguigna sistolica  era di 3,6 millimetri di mercurio (mm Hg) inferiore e la pressione diastolica era inferiore di 2,4 mm Hg. Il beneficio più significativo si riscontrava fra coloro la cui pressione arteriosa era superiore a 130/85, e che i probiotici che contenevano una varietà di batteri abbassavano la pressione sanguigna in misura maggiore rispetto a quelli che ne contenevano un solo tipo.

    Effetti sulla pressione sanguigna del Kefir

    I risultati presentati alla Experimental Biology Conference del 2018 hanno riportato effetti simili sulla pressione arteriosa utilizzando il kefir. Nello studio i ratti erano divisi in tre gruppi. Il primo gruppo, costituito da ratti ipertesi, ha ricevuto kefir su base regolare per nove settimane. Il secondo gruppo, che era anche iperteso, non ha ricevuto il kefir. Il terzo gruppo di controllo aveva una pressione sanguigna normale e gli era stato data una alimentazione normale.

    Rispetto ai gruppi due e tre, il gruppo di trattamento che ha ricevuto kefir aveva:

    • Pressione sanguigna bassa
    • Struttura intestinale migliore con diminuzione della permeabilità intestinale
    • Minori livelli di infiammazione nel sistema nervoso centrale

    Secondo gli autori:

    Fonti e riferimenti: