Osteoporosi. Il calcio non è l’unico minerale costituente delle ossa

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Spesso si prende uno o due integratori e si pensa che magari riescano da soli a fare il lavoro, ma non è così semplice ripristinare il tessuto osseo perduto se ci sono delle condizioni che continuano a consumarlo. Ad esempio se si continua a fare una vita sedentaria o prendere farmaci, fumare, o prendere vitamina D senza tutti i cofattori.

Il presente articolo mostra i principali nutrienti e strategie per il sostegno della struttura ossea, ma non si fa carico della personale diagnosi, cura e monitoraggio delle ossa. Pertanto, ogni integrazione qui consigliata potrebbe senza dubbio essere la base di discussione con il vostro medico.

L’osteoporosi non è soltanto perdita di calcio. Nelle ossa troviamo almeno 12 minerali:




Gli Effetti della Vitamina D sul Paratormone

 

Riporto una serie di articoli e video per capire l’importanza di effettuare l’esame del Paratormone quando integriamo Vitamina D insieme a calcemia (calcio nel sangue) ed eventuale calciuria (calcio nelle urine).

Anche per questo esame, come per quello della vitamina D, troverete il medico riluttante a prescriverlo poiché sottoposto a rigidi protocolli onde arginare le richieste eccessive di esami e contenere la spesa pubblica. Il Paratormone può essere richiesto dal medico se c’è sospetto di tumore benigno delle paratiroidi o per carenza di calcio nel sangue.

Con la carenza di Vitamina D si ha di solito un aumento del Paratormone che essendo attore fondamentale nella regolazione del metabolismo del calcio all’interno del nostro organismo, cerca di mettere piu calcio in circolo.

Integrando vitamina D a dosaggi giusti giornalmente (e non una volta al mese) i livelli di Paratormone e calcio dovrebbero tornare nella norma, ma questo va controllato ogni due-tre mesi anche per stabilire il dosaggio di mantenimento della vitamina D.

A volte servono parecchi mesi di integrazione di vitamina D affinché i livelli di Paratormone si stabiliscano più vicino al range minimo.

Per fare scendere il Paratormone bisogna continuare ad assumere vitamina D se i valori del calcio sono nei range. Un buon modo è anche assumere più magnesio ed anche il Boro aiuta molto a far scendere il Paratormone.

Se il calcio è più alto del normale chiedere al medico altri esami (calciuria e fosforo per escludere problemi alle paratiroidi) e comunque il magnesio è un antagonista del calcio quindi conviene assumerne di più, anche per attivare la vit D. Se troppo complicato rivolgetevi ad un medico di fiducia. Oppure continuate a leggere l’articolo seguendo il video del dr. Martelli qui sotto per saperne di più.

dott. Francesco Martelli

Meccanismi di regolazione della calcemia
(dal sito Bonehealth)

Il livello ematico del calcio viene rialzato attraverso 3 meccanismi diversi, agenti su altrettanti sistemi:

  • l’induzione del riassorbimento del calcio a livello del tubulo renale
  • la mobilizzazione delle riserve ossee per aumentata attività osteoclastica
  • l’attivazione dell’enzima 1-alfa-idrossilasi, responsabile della conversione del 25-idrossicolecalciferolo a calcitriolo, forma attiva della vitamina D, che a sua volta facilita l’assorbimento intestinale del calcio. Tali processi vengono stimolati dal PTH, direttamente (i primi due) o indirettamente (l’ultimo).

PARATORMONE (PTH) : che cosa è (dal sito Analisi del sangue.net)

Il paratormone (PTH) è un ormone che viene sintetizzato dalle paratiroidi, quattro ghiandole endocrine situate nel collo, dietro la tiroide. Questo ormone, insieme alla calcitonina, svolge un ruolo fondamentale nel rimodellamento osseo.

Più nello specifico, il paratormone:

  • stimola l’attivazione della vitamina D a livello renale, cosa che a sua volta migliora l’assorbimento intestinale del calcio introdotto con la dieta.

In condizioni normali le paratiroidi secernono il paratormone nel sangue quando la calcemia è bassa, mentre quando la calcemia inizia ad aumentare il PTH tende normalmente a diminuire.

In genere la valutazione dei livelli di paratormone nel sangue viene eseguita per confermare il sospetto di iperparatiroidismo oppure in presenza di anomalie importanti della calcemia.

Paratormone e calcio: interpretazione dei valori

I valori del paratormone vanno sempre interpretati in associazione alla concentrazione di calcio presente nel sangue. Quindi:

  • se i livelli di paratormone sono normali e quelli di calcio sono bassi o alti, il problema potrebbe non avere niente a che fare con le ghiandole paratiroidi.

Infine se entrambi i valori di paratormone e calcio sono troppo alti o troppo bassi, sarà il medico a decidere se fare ulteriori accertamenti per stabilire la causa del problema.

PARATORMONE BASSO : le possibili cause

Più nello specifico, bassi livelli di paratormone potrebbero indicare:

  • una malattia autoimmune.

PARATORMONE ALTO : le possibili cause

Di solito alti livelli di paratormone possono essere causati da diversi fattori, quali ad esempio:

  • la gravidanza.

 

Intervista alla Dott.ssa Maria Rosaria Ambrosio, Università di Ferrara.

Trattamento dell’ipoparatiroidismo: paratormone – PTH (Tratto da Bonhealth)

Il razionale del trattamento dell’ipoparatiroidismo consiste nella somministrazione di molecole analoghe dell’intero ormone (hPTH 1-84) o della porzione N-terminale biologicamente attiva del paratormone (PTH). Questo secondo peptide sintetico, ricombinante, denominato teriparatide, riprende i frammenti aminoacidici 1-34 (hPTH 1-34). Le due molecole, entrambe somministrabili per via sottocutanea, hanno la capacità di prolungare il legame al recettore e presentano emivita superiore. La ricerca attuale si sta concentrando sul perfezionamento del delivery dei farmaci.

La stessa terapia sostitutiva del PTH, che per definizione può essere somministrata in maniera intermittente e non continua (ormone endogeno), ha mostrato un effetto anabolizzante sul tessuto osseo.

Trattamento osteoporosi: il ruolo del PTH

Il teriparatide trova indicazione nel trattamento dell’osteoporosi: somministrato per via sottocutanea nella posologia di 20 μg / die, è in grado di abbassare il rischio fratturativo del 65% a livello vertebrale e del 53% a livello non vertebrale. La dose terapeutica si è dimostrata ugualmente protettiva, in questo senso, rispetto a quella duplice ma, nel contempo, più sicura rispetto al rischio di un’ipercalcemia come reazione avversa. La prospettiva futura è quella di validare una somministrazione a cadenza settimanale: al momento sono arrivate indicazioni incoraggianti dalla sperimentazione dei dosaggi di 30 e 60 μg, dunque equivalenti a minidosaggi quotidiani da 4.3 and 8.6 μg.

Letteratura di approfondimento sul PTH

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29049872

In questo studio si ipotizza l’effetto benefico di un farmaco simile al paratormone sulla cura dell’osteoporosi e dell’Ipoparatiroidismo.
Direi che la vitamina D è meglio. (N.d.a.)

Dosaggio e consegna ottimali dell’ormone paratiroideo e dei suoi analoghi per l’osteoporosi e l’ipoparatiroidismo – traduzione della farmacologia
Donovan Tay, Serge Cremers, John P Bilezikian

PMID: 29049872 PMCID: PMC5777439 DOI: 10.1111/bcp.13455

Articolo PMC gratuito

Astratto

Quando somministrato in modo intermittente, il PTH aumenta la massa ossea, ma quando è presente continuamente e in eccesso (ad es. PHPT), ne consegue la perdita ossea.

© 2017 Società farmacologica britannica


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Informazioni sul, Boro importantissimo cofattore di Vitamina D

L’IMPORTANZA DEL BORO

dal sito del Dr Paolo Giordo

Dr Paolo Giordo

Il boro è un elemento sottovalutato e per i più sconosciuto nell’economia del metabolismo del calcio e dell’equilibrio ormonale. Esso è presente in piccole quantità in tutte le piante e negli alimenti e negli alimenti non trattati in quanto i fertilizzanti ed i pesticidi chimici ne impediscono l’assorbimento dal suolo.

Inoltre l’assorbimento del boro si riduce ulteriormente scartando l’acqua di cottura dalle verdure ed è inibito dall’acido fitico contenuto nei prodotti da forno e cereali integrali. Da tutto questo si desume che abbiamo a disposizione solo minime tracce di boro da utilizzare per le nostre funzioni fisiologiche.

Ma qual è l’utilità del boro ?

Esso, oltre ad avere buone proprietà antisettiche, antimicotiche ed antivirali, è essenziale per garantire l’integrità e la funzionalità delle membrane cellulari e per la trasmissione dei segnali tra le varie cellule.

Il boro si può trovare in tutto l’organismo ma la maggiore concentrazione è situata nelle paratiroidi, nelle ossa e nello smalto dentale. Da questo si può desumere la sua importanza per una sana funzionalità delle ossa e delle articolazioni in quanto regola l’assorbimento e il metabolismo del calcio, magnesio e fosforo attraverso una regolazione delle paratiroidi.

La carenza di boro causa un’iperattività delle paratiroidi con eccesso del loro ormone specifico, il paratormone, il quale aumenta il calcio nel sangue prelevandolo dalle ossa e dai denti. Inoltre il boro influisce sulla regolazione di tutti gli ormoni steroidei compresa la vitamina D (che, come sappiamo è un ormone) e gli ormoni sessuali riequilibrando i bassi livelli di testosterone negli uomini in andropausa e degli estrogeni nelle donne in menopausa.

Inoltre esso ricopre un ruolo specifico nel convertire la 25-oh-vitamina D nella sua forma attiva e possiede un effetto antiosteoporotico.

Si è potuto notare che, grazie all’integrazione di boro, le fratture ossee guariscono nella metà del tempo occorrente sia negli esseri umani che negli animali.

Un’osservazione interessante è che nei pazienti con artrite reumatoide, dopo somministrazione di adeguate dosi di boro, si è osservata una frequente reazione di Herxheimer cioè un aggravamento dei sintomi dovuto a rilascio di tossine conseguente alla morte di candida e micoplasmi e questo grazie all’effetto fungicida del boro.

Supplementazioni di boro, oltre che aiutare il metabolismo osseo, pertanto, regolano efficacemente gli ormoni sessuali, in special modo il testosterone maschile influendo sulla riduzione dell’antigene prostatico specifico (PSA). Analoghi risultati positivi si hanno nella candidosi vaginale per la quale è possibile anche un’irrigazione serale con acido borico.

Infine il rapporto calcio/magnesio viene modulato positivamente. L’eccesso di calcio, specie a livello intracellulare danneggia la produzione energetica. Se abbiamo una carenza di boro, nella cellula tende ad entrare troppo calcio ed il magnesio non riesce ad espellerlo adeguatamente. Per questo motivo, nell’invecchiamento e nelle patologie degenerative c’è sempre un aumentato fabbisogno di boro e di magnesio e meno bisogno di calcio.

Infatti il boro esplica effetti più completi in presenza di adeguate quantità di magnesio anche se quest’ultimo va regolato individualmente a causa dei suoi frequenti effetti lassativi.

Nonostante molti medici insistano a consigliare una maggiore assunzione di calcio per l’osteoporosi, è vero il contrario, in quanto troppo calcio non utilizzato, può aumentare la contrattura muscolare provocando crampi e spasmi che vengono invece migliorati dalla contemporanea assunzione di boro e magnesio.La dose raccomandata varia da persona a persona ma generalmente oscilla tra 3 e 10 mg quotidiani senza alcun effetto indesiderato a questi dosaggi.


Altre informazioni aggiuntive sul Boro

dal sito Albanesi

Ruolo biologico

Nel corpo umano è presente nella milza, nelle ossa e nella tiroide.

Alimenti ricchi di boro

Il boro come integratore

Effetti dimostrati

All’interno dell’organismo umano influenza il metabolismo di calcio e di magnesio.


BORO, BORACE E ACIDO BORICO

Tratto dal sito UnaLeiBIO

Quando c’è l’artrite, il liquido sinoviale che effettua la lubrificazione delle articolazioni è carente di boro, con il boro le fratture delle ossa guariscono prima.

Il borace è economico e si trova nei reparti d’igiene dei supermercati, per tutelare farmaci costosi è meno efficaci, è considerato tossico dall’Europa, ma è venduto come farmaco in Svizzera, però gli integratori di boro si comprano in internet. Il calcio elevato favorisce la contrazione dei muscoli, boro e magnesio li fanno rilasciare, il processo di eliminazione del calcio produce dolori e crampi, calcio e fluoruri smaltiti possono scatenare anche temporanei dolori renali.

Il sale da cucina è più tossico del borace, la cura di boro-magnesio rischia di
Dove acquistarlo ed in che forma

Integratore a base di Boro ottenuto da lieviti saccaromiceti

  • Now Foods, confezioni da 250 cps da 3 mg.

Reperibile su EBay e KGC Shop

 

 

 

Altri integratori con Boro li trovate su Macrolibrarsi


Riferimenti

 

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Vitamina D e Magnesio: scopri perché sono indispensabili insieme


Altre informazioni sul Boro

Il boro è un minerale alimentare che si dice che aumenti il testosterone se integrato a dosi più alte rispetto al cibo, ma la ricerca è carente. Potrebbe essere un sottoprodotto dei suoi effetti antinfiammatori.

Quindi è giusto pensare che un Paratormone che fa fatica a scendere o un calcio che si è alzato troppo, trovino la risposta in una carenza di Boro.
da 3 a 10 mg al giorno è un dosaggio utile.
https://examine.com/supplements/boron/research

Bibliografia Dal sito Examine


 

 




Vitamina D – Qual è il giusto valore ematico?

Vit D 25 (OH). (Approfondisci qui)

Secondo i maggiori studiosi della vitamina D i valori inferiori a 30 ng sono indice di rischio per malattie di vario genere dovute alla carenza di vitamina D, questo per tutte le età e condizioni. Mentre gli enti statali della sanità hanno definito che 20 ng sia un valore accettabile per restare al riparo da malattie osteoarticolari.

Ogni laboratorio di Analisi emato-chimiche ha una tabella differente di riferimento per i valori della Vitamina D25(OH), ma secondo le informazioni dei maggiori esperti in campo la tabella più rappresentativa è la seguente:

 

La comunità scientifica è divisa anche su questo argomento ed ogni governo adotta criteri differeti.

50 ng/ml di vitamina D sono troppo alti, giusti o insufficienti?




Vitamina D e sistema immunitario

RUOLI DELLA VITAMINA D NELLA REGOLAZIONE DELLA RISPOSTA IMMUNITARIA

Università degli Studi, Padova

La vitamina D è un pro-ormone liposolubile costituito da due forme principali: il colecalciferolo (vitamina D3), derivante dal colesterolo e sintetizzato negli organismi
attivando o inattivando il DNA nucleare in vari tipi cellulari. 1,25(OH)2D3 si lega ad un recettore nucleare specifico (vitamin D receptor, VDR) che eterodimerizza con il recettore per retinoidi RXR.

Questo complesso, dopo aver reclutato una serie di coattivatori e corepressori si lega ad una regione del DNA responsiva alla vitamina D (VDRE) adiacente al gene da attivare innescando il processo di trascrizione del DNA. 1,25(OH)2D3 controlla il metabolismo del calcio, indispensabile per sviluppo, formazione, accrescimento e stabilità dello scheletro e delle ossa. Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che il sistema vitamina D potenzia la risposta immunitaria di tipo innato, ad esempio stimolando la produzione di catelicidina, un peptide con azione antimicrobica, e modula attraverso diversi meccanismi la risposta immune acquisita.

1,25(OH)2D3, prodotto da macrofagi, cellule dendritiche, linfociti T e B, contribuisce fisiologicamente, attraverso il VDR espresso in questi tipi cellulari, alla regolazione della risposta immunitaria.

di tumori.

sopprimere la risposta immunitaria. Inoltre, le cellule T possono essere inibite direttamente
da 1,25(OH)2D3.

La modulazione della risposta immunitaria mediata da 1,25(OH)2D3riduce il rischio di varie malattie autoimmuni, quali artrite reumatoide, diabete di tipo 1 e sclerosi multipla, e la efficacia di analoghi della vitamina D in queste patologie è documentata dalla inibizione della psoriasi, una malattia autoimmune della pelle in cui questi agenti sono il farmaco per uso topico più utilizzato.


SICURI DI SAPERE TUTTO SUL RAPPORTO TRA LA VITAMINA D E LE MALATTIE AUTOIMMUNI?

Rafael Battistella·Venerdì 22 dicembre 2017·

I bambini, frequentemente cagionevoli di malattia, andrebbero sottoposti a un controllo del livello della 25-OH-D e del paratormone.

  • a livello renale, tramite la 1a-idrossilasi e la 24-idrossilasi, la 25-OH-D è convertita in 1.25OHD (calcitriolo, forma attiva) oppure in 24.25OHD (forma non attiva).
  • Ovviamente, il paratormone, inibito dalle dosi sempre maggiori di vitamina D, non deve scendere sotto il valore minimo del normale ma rimanere appena sopra, in modo da espletare il massimo effetto immuno-modulatore, senza esporre il soggetto ad alcun pericolo.

    Se, infatti, il PTH scendesse sotto la soglia del valore minimo del normale, verrebbe meno il livello di sicurezza: la vitamina D diverrebbe nociva, andando a creare deplezione di un gran quantitativo di calcio dalle ossa per riversarlo nel flusso ematico, con inevitabile danno a carico dei reni. Quindi il PTH fermo sul valore minimo del range di normalità ci dà una duplice certezza:

    • la non tossicità della mega-dose di vitamina D che si sta assumendo. Inversamente, un valore del paratormone attestato verso la soglia massima del range di normalità evidenzierebbe una carenza significativa di D, la quale condurrebbe alla sottrazione di calcio dal tessuto osseo (piuttosto che dal cibo che passa nel livello enterico, per deficit di D) per garantire la concentrazione del calcio nel circolo sanguigno.

    Una volta calibrata la dose ottimale di vitamina D, variabile da soggetto a soggetto, occorre verificare con controlli periodici a lungo termine che i valori siano ancora nella norma, escludendo così il rischio di intossicazione vitaminica con la eventuale riduzione della quantità giornaliera.

    Secondo i dati forniti dal dott. Cicero Coimbra, il 95% dei soggetti affetti da S.M. e curati con megadosi di D preservano la patologia in perpetua remissione mentre solamente il 5%, pur avendo un miglioramento, non ottengono la remissione totale.

    Il blocco delle patologie autoimmuni si deve a due determinanti elementi:

    • il forte incremento dei linfociti T, modulatori del S.I..

      Si può addirittura supporre che la vitamina D eserciti una benevola influenza sulla flora enterica, riducendo i microrganismi patogeni. Diversamente, una carenza di questa vitamina potrebbe modificare il prezioso equilibrio della flora intestinale, in virtù del fatto che ogni cellula reagisce naturalmente alla efficacia della D.

      Nella patologia del Lupus Eritematoso Sistemico è necessario bloccare la malattia, prima che i reni vengano “assaliti” dal S.I. stesso con grave danno a loro carico.
      Tuttavia, nel caso in cui le lesioni del livello renale siano già esistenti sarà allora conveniente, cominciare con supplementi di vitamina D inferiori, in modo da verificare che le dosi assunte non abbiano deleterie ripercussioni sul soggetto da risanare: occorre, infatti, esser certi che i reni siano in grado di eliminare il calcio in esubero nel flusso ematico.

      Note:

      Il range di variazione del Paratormone può cambiare a seconda del laboratorio di analisi:

      • 12-65 pg/ml (in questo caso deve stare tra 12 e 20).

      Mai stare sotto il range del valore minimo di normalità, altrimenti la vitamina D diviene tossica.

      I parametri per la D sostengono quanto segue:

      • La soglia di tossicità di 100 ng/ml, secondo i principali competenti di risonanza mondiale, non è corretta e consigliano valori di vitamina D molto più alti e addirittura in situazioni specifiche di patologie autoimmuni, promuovono i valori della 25-OH-D tranquillamente oltre i 160 ng/ml, senza alcuna tossicità per il paziente.


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