Ruolo dei nutrienti per la salute delle orecchie e miglioramento degli Acufeni

Trattamenti alternativi dell’acufene: medicina alternativa

“Poiché la medicina occidentale è rimasta ampiamente infruttuosa nel trattamento dei sintomi dell’Acufene, molti medici e pazienti si sono rivolti a opzioni terapeutiche alternative per ridurre la sofferenza dei pazienti e migliorare la loro qualità di vita.

Sebbene la ricerca nella medicina complementare/integrativa continui ad essere scarsa e inconcludente , gli studi puntano verso gli effetti positivi dell’agopuntura, dei rimedi erboristici, degli integratori alimentari, degli antiossidanti, della melatonina e dell’ipnosi sull’acufene.

Sebbene l’efficacia di questi trattamenti sia incoerente e possa dipendere dalle circostanze specifiche del paziente, gli studi riconoscono che ogni trattamento vale la pena provare alla luce dei potenziali benefici essendo non invasivo e ben tollerato.”

Quindi abbiamo trovato alcuni studi sui seguenti integratori di vitamine, minerali ed amminoacidi:

  • Potassio
  • Magnesio
  • Zinco
  • Vitamina A (beta-carotene)
  • Vitamina B-12
  • Vitamina C
  • Vitamina D
  • Folati
  • Taurina

Consigliamo, per nostra esperienza, di non ricorrere ad integratori multivitaminici, specie se indirizzati proprio al disturbo degli Acufeni poiché non garantiscono i dosaggi di efficacia. Benché sembrino così comodi da assumere, è meglio usare integratori singoli per ciascun nutriente, a garanzia di maggiore efficacia e con migliori speranze di attenuare i disturbi dell’orecchio.

La serie di soluzioni nutraceutiche che andiamo a presentarvi sono già in parte vitamine e minerali che usiamo per mantenimento della salute in generale. Per chi si approccia per la prima volta alle integrazioni può sembrare una novità, ma è essenziale capire che più integratori lavorano meglio assieme. Quindi affidarsi solo ad una vitamina o un minerale per migliorare gli acufeni, non è una buona strategia.

È bene sapere che la carenza di vitamine e minerali colpisce in ogni distretto del corpo e proprio gli organi più piccoli con microcircolazione, sono i primi a risentirne.

Vitamite e integratori: i benefici per le orecchie

Tratto da Amplifon

Minerali per la salute delle orecchie

come la perdita dell’udito legata all’età, le infezioni dell’orecchio e il tinnito (ronzio nelle orecchie). Ecco uno sguardo più da vicino ad alcuni di questi minerali.

MAGNESIO

Il Magnesio previene i danni all’orecchio interno

Magnesio può svolgere un ruolo importante nel proteggere le nostre orecchie dagli effetti dannosi del rumore. I suoni forti stimolano la produzione di molecole di radicali liberi nel nostro orecchio, che danneggiano le delicate cellule ciliate dell’orecchio interno. Poiché queste cellule ciliate sono necessarie per trasmettere il suono dall’orecchio al cervello, questo danno può portare alla perdita dell’udito indotta dal rumore.

POTASSIO

Il Potassio aiuta a convertire il suono

ZINCO

Lo Zinco combatte i batteri e i virus

Nota: Controllate il vostro medico prima di aggiungere un supplemento di Zinco alla vostra routine, soprattutto se prendete antibiotici o diuretici, perché lo Zinco può interagire negativamente con questi tipi di farmaci.

Vitamine per la salute dell’orecchio

FOLATI

Folati per combattere i radicali liberi

tasso più lento di perdita dell’udito.

L’attività dei radicali liberi può ridurre il flusso di sangue all’orecchio interno e danneggiare le delicate cellule sensoriali del nostro orecchio, necessarie per un udito sano. E una volta che queste cellule sono distrutte, non possono ricrescere.

VITAMINA D

La vitamina D mantiene forti le ossa dell’orecchio

VITAMINA A e C

Il Magnesio con le vitamine A e C

aiutare a prevenire i danni all’udito indotti dal rumore.

Il legame tra il tinnito e le vitamine

carenza di vitamina B12 hanno sperimentato un miglioramento significativo dopo aver ricevuto iniezioni intra-muscolari della vitamina. Lo Zinco è un altro nutriente che a volte viene propagandato per migliorare i sintomi dell’acufene, ma gli studi non sono riusciti a dimostrare un legame significativo tra l’integrazione di Zinco e il sollievo dall’acufene.

Amminoacidi ed Acufeni

TAURINA

Parliamo della Taurina.

invertire la perdita dell’udito biologico. I danni alle orecchie si verificano nelle cellule nervose responsabili della conversione del suono in segnali elettrici che il cervello può interpretare. Queste cellule nervose dipendono dalla circolazione del calcio per funzionare bene. Quando questa circolazione di calcio si riduce, la Taurina aiuta a ripristinarla e a mantenerla a livelli ottimali.

  • – https://doi.org/10.1016/j.heares.2010.09.0

Altri studi sull’Acufene


Riuscire a dormire con Acufeni

Utilizzare erbe calmanti e sedative finche non riuscite a gestire l’Acufene o migliorarlo con itegratori e strategie proposte.

Quindi saranno utili: Valeriana, Biancospino, Passiflora, Tiglio ecc…


CHE COS'è L'ACUFENE

Dalla pagina Acufene.it (tutto quello che devi sapere sul fischio all’orecchio)

L’acufene viene scientificamente definito come la percezione di un suono in assenza di stimoli esterni. Circa il 20% della popolazione mondiale lo ha avvertito almeno una volta mentre il 2% ne soffre.  Le cause responsabili della genesi di tale fastidio possono essere molteplici e anche molto sfumate.

Diversi elementi sono chiamati in causa come possibili fattori scatenanti tra cui patologie occlusive dell’orecchio esterno, alcuni trattamenti farmacologici, esposizione a rumori intensi, disturbi dell’articolazione temporomandibolare, processi di invecchiamento delle strutture recettoriali dell’orecchio interno, alimentazione, probabilmente tutti coinvolti con importanze diverse, nella genesi dell’acufene, motivo per cui si parla di “patogenesi multifattoriale”.


VITAMINA B12

Acufene e vitamina B12

Come noto l’acufene è una percezione uditiva la cui esatta origine e natura è sconosciuta: può derivare da una sorgente o da un punto trigger nella coclea, nel tronco cerebrale o in altri centri e punti dove non è però presente alcun generatore acustico rilevabile.

Fra i modelli più accreditati c’è quello formulato dal neurofisiologico Jastreboff che considera l’acufene una percezione sottocorticale e il risultato dalla trasformazione di una debole attività neuronale.

17 persone sono risultate carenti di vitamina B12 (42,5%), considerando quali valori normali 250 pg/ml. Dall’analisi dei risultati è emerso che i pazienti carenti di vitamina B12 trattati con questa hanno registrato miglioramenti statisticamente significativi dei punteggi, sia di quello relativo al tinnito misurato con questionario, sia di quelli relativi alla gravità del disturbo misurato con scana analogica visiva (VAS).

I risultati di questo studio supportano l’ipotesi che la correzione di un’eventuale carenza di vitamina B12 può migliorare l’acufene.


STRATEGIE PER L'ACUFENE

Come Curare l’Acufene in Modo Naturale

Importanza di una Dieta Equilibrata

come curare l'acufene in modo naturale

Una dieta ben bilanciata non solo promuove la salute generale ma può anche influire sulle condizioni dell’acufene. L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nel modulare il nostro stato di salute, e alcuni nutrienti specifici hanno mostrato la capacità di influenzare positivamente i sintomi dell’acufene.


CONSIGLI ALIMENTARI

Cosa non mangiare per gli acufeni?

Nella gestione dell’acufene, la dieta gioca un ruolo cruciale. Alcuni alimenti e sostanze possono, infatti, esacerbare i sintomi, rendendo fondamentale conoscerli e possibilmente evitarli. Tra questi, gli alimenti ricchi di sale sono in cima alla lista. Un’eccessiva assunzione di sale può portare ad un aumento della pressione sanguigna, che a sua volta può aggravare i sintomi dell’acufene. Allo stesso modo, alimenti contenenti alti livelli di zuccheri raffinati possono alterare i livelli di zucchero nel sangue e peggiorare i sintomi.

Altri stimolanti come la caffeina e l’alcol sono noti per influenzare negativamente l’acufene. La caffeina, in particolare, può stimolare l’attività nel cervello in modo che possa aumentare la percezione dei suoni dell’acufene. Analogamente, l’alcol, alterando il flusso sanguigno nell’orecchio interno, può intensificare i sintomi. È quindi consigliabile limitare il consumo di caffeina e alcol per coloro che cercano di gestire l’acufene in modo più efficace.

È inoltre importante considerare gli alimenti che possono innescare reazioni allergiche o sensibilità, poiché queste condizioni possono contribuire alla comparsa o all’aggravamento dell’acufene. Alimenti come i latticini o il glutine, per esempio, possono essere problematici per alcune persone. Monitorare la propria risposta a questi alimenti e regolare la dieta di conseguenza può offrire un certo sollievo dai sintomi dell’acufene.

Cosa bere per acufeni?

bere abbondante acqua durante il giorno può aiutare a ridurre i sintomi dell’acufene, mantenendo il corpo e le vie circolatorie ben idratate. Questo è particolarmente importante dato che anche una lieve disidratazione può peggiorare i sintomi.

Le tisane, in particolare quelle con proprietà rilassanti e anti-infiammatorie come la camomilla o lo zenzero, possono offrire sollievo. Queste bevande non solo promuovono il rilassamento, ma possono anche avere effetti positivi sulla circolazione, potenzialmente benefici per chi soffre di acufene.

Alcuni studi suggeriscono che il tè verde, ricco di antiossidanti, può avere effetti benefici. Gli antiossidanti nel tè verde possono proteggere le cellule dell’orecchio interno e migliorare la circolazione, possibilmente aiutando a ridurre i sintomi dell’acufene. Tuttavia, dato il contenuto di caffeina nel tè verde, il suo consumo dovrebbe essere moderato, specialmente per coloro sensibili agli stimolanti.

I frullati di frutta e verdura possono essere un ottimo modo per integrare la propria dieta con nutrienti essenziali che possono supportare la salute dell’udito e ridurre l’infiammazione, fattori chiave nella gestione dell’acufene. Scegliere ingredienti ricchi di magnesio, potassio e antiossidanti può fornire un contributo positivo alla riduzione dei sintomi.

Il Ruolo del Magnesio nella Dieta

Alimenti ricchi di magnesio, come verdure a foglia verde, noci e semi, sono stati collegati a una riduzione dei sintomi dell’acufene. Il magnesio, un minerale essenziale, svolge un ruolo vitale in numerosi processi corporei, compresa la funzione nervosa e la circolazione sanguigna. Integrare la propria dieta con cibi ricchi di magnesio può non solo contribuire a una salute generale ottimale ma anche offrire un sollievo specifico per chi soffre di acufene.


L’Impatto degli Stimolanti

Evitare stimolanti come caffeina e alcol può anche essere benefico, poiché possono aggravare i sintomi dell’acufene. Queste sostanze possono influire negativamente sulla qualità del sonno e aumentare i livelli di stress, creando un circolo vizioso che può peggiorare la percezione dell’acufene. Ridurre o eliminare questi stimolanti dalla propria dieta può contribuire significativamente a gestire i sintomi dell’acufene, portando a una migliore qualità della vita.

Uso di Integratori e Erbe Naturali

L’approccio alla cura dell’acufene attraverso integratori naturali ed erbe è una via esplorata con interesse crescente. Questo metodo si basa sulla premessa che alcuni supplementi possono influenzare positivamente la circolazione sanguigna e l’equilibrio nutrizionale del corpo, offrendo potenziali benefici per coloro che soffrono di acufene. Tra i più discussi vi sono il Ginkgo biloba e lo Zinco, entrambi noti per le loro proprietà uniche che potrebbero contribuire alla gestione dei sintomi dell’acufene.


GINKGO BILOBA

Ginkgo biloba

Il Ginkgo biloba è celebre per la sua capacità di migliorare la circolazione sanguigna, particolarmente verso il cervello e le estremità del corpo. Questa erba, usata per millenni nella medicina tradizionale cinese, si pensa abbia effetti positivi anche sulla circolazione nell’orecchio interno, luogo chiave nella percezione dell’acufene.

Alcuni studi suggeriscono che il Ginkgo biloba possa ridurre i sintomi in alcuni pazienti, anche se la ricerca è ancora in fase di approfondimento. Importante è consultare il proprio medico prima di iniziare qualsiasi integrazione, per assicurarsi che non ci siano interazioni con altri farmaci in uso.


ZINCO

Zinco

L’importanza dello Zinco nella salute dell’orecchio è ben documentata, con una carenza di questo minerale che può essere correlata a casi di acufene. Lo Zinco svolge un ruolo cruciale in molteplici processi cellulari, compresa la neurotrasmissione, e il suo apporto adeguato può contribuire al benessere dell’udito.

Integratori di Zinco possono quindi essere considerati come parte di un approccio di cura, specialmente per coloro la cui dieta potrebbe non fornire quantità sufficienti di questo nutriente essenziale. Come sempre, è vitale discutere di questa integrazione con un professionista della salute, per assicurarsi che gli integratori di Zinco siano una scelta sicura e appropriata basata sul proprio stato di salute e storia medica.


TERAPIE DEL SUONO

Terapie del Suono e Ambienti Acustici

La terapia del suono rappresenta una frontiera promettente nel trattamento dell’acufene, sfruttando il potere dei suoni esterni per modificare la percezione del disturbo o per mascherarlo completamente. Tale approccio, altamente personalizzabile, spazia dall’uso di apparecchi acustici a generatori di suono bianco, fino a includere app mobili specificamente sviluppate per chi soffre di acufene. Queste tecnologie non solo offrono un sollievo immediato dal ronzio costante ma possono anche, nel tempo, aiutare il cervello a “riconfigurarsi”, riducendo così la percezione dell’acufene.

  • Il ricorso a suoni di fondo, quali il rumore bianco o i suoni rilassanti della natura, emerge come una strategia efficace per mascherare l’acufene. Questo metodo si basa sul principio della distrazione sonora, che può aiutare a ridurre l’impatto del ronzio o del fischio all’interno dell’orecchio, migliorando la concentrazione e favorire il rilassamento. Suoni come il mormorio di un ruscello, il fruscio delle foglie o la pioggia delicata possono creare un ambiente acustico più piacevole, che aiuta a distogliere l’attenzione dai sintomi dell’acufene.
  • L’impiego di apparecchi acustici può rivelarsi particolarmente utile quando l’acufene è accompagnato da perdita dell’udito. Questi dispositivi non solo amplificano i suoni esterni, ma possono essere programmati per generare specifici suoni di mascheramento che aiutano a neutralizzare il suono dell’acufene. In questo modo, gli apparecchi acustici possono facilitare una doppia funzione: migliorare la capacità di udire l’ambiente circostante e contemporaneamente ridurre la percezione dell’acufene, offrendo un significativo sollievo ai pazienti.

Fonte articolo:

CONDROITINA, UNO STUDIO SPERIMENTALE

Supplementazione magnesio e condroitina solsfato: nuovo protocollo farmacologico per l’acufene




Metilazione DNA: come si può aumentare

Crediti a Centro Terapie Naturali dr Fassina

Che Cos’è la Metilazione del DNA

La metilazione del DNA è un processo epigenetico che consiste nell’aggiunta di un gruppo chimico (metile) in punti specifici del DNA. Tale aggiunta permette di modificare l’attività di un tratto di DNA senza cambiarne la sequenza.

Infatti, la presenza di molti gruppi metile (-CH3) sul promotore di un gene ne silenzia la trascrizione impedendo il legame con i fattori di trascrizione. Pertanto, la metilazione del DNA può disattivare la sintesi proteica indotta da uno specifico gene.

fattori di crescita) che servono per svolgere e regolare specifiche funzioni biologiche. Silenziandolo tramite metilazione, queste proteine non vengono più sintetizzate.

Un esempio per capire

Poiché la metilazione del DNA inibisce l’espressione di alcuni geni, è fondamentale che i processi di metilazione avvengano in maniera equilibrata. Se tale equilibrio si spezza e la metilazione diventa eccessiva o insufficiente, si possono avere ripercussioni sullo stato di salute.

BRCA1 (responsabile della riparazione del DNA). Una maggiore metilazione del gene BRCA1 può aumentare il rischio di cancro, poiché BRCA1 è protettivo contro alcuni tumori.

D’altro canto, sebbene il genoma del cancro sia spesso caratterizzato da ipermetilazione di geni specifici, spesso si può osservare anche un’ipometilazione globale del DNA delle cellule tumorali 1. Si ritiene che la riduzione del livello complessivo di metilazione provochi instabilità cromosomica e aumento degli eventi di mutazione.

I cambiamenti nella metilazione del DNA sono associati anche ad altri esiti negativi sulla salute come malattie cardiache e autoimmuni (ad esempio, la sclerosi multipla e il lupus) 1.




Le vitamine utili per la memoria e la concentrazione

Generalità

Un buono stato nutrizionale è importante per il mantenimento della normale funzione cognitiva.

Il cervello umano richiede infatti un apporto costante di nutrienti, necessari per il metabolismo energetico dei neuroni, la sintesi e l’azione dei neurotrasmettitori e la propagazione degli impulsi nervosi.

Tra i nutrienti essenziali per il cervello rientrano anche diverse vitamine, che agiscono principalmente come cofattori nella produzione di energia dal glucosio.

Di conseguenza, le carenze di questi micronutrienti, soprattutto delle vitamine del gruppo B, hanno effetti negativi sulla cognizione.

Questo è il motivo per cui esiste un diffuso interesse dei consumatori nei confronti degli integratori di vitamine per la memoria e la concentrazione.

Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire se l’integrazione vitaminica possa migliorare le funzioni cognitive legate alla memoria e alla concentrazione.

Vitamine e Cervello

Le vitamine del gruppo B – tra cui tiamina, riboflavina, niacina e acido pantotenico – insieme ai composti acido lipoico e coenzima Q10, partecipano a varie reazioni che metabolizzano il glucosio in ATP, anidride carbonica e acqua.

A questi nutrienti, si aggiungono alcuni minerali, come magnesio, ferro e manganese, necessari per il completo metabolismo del glucosio con produzione di energia.

La biotina è inoltre necessaria per un enzima chiave nella via gluconeogenica, mentre vitamina E e C proteggono il cervello dallo stress ossidativo.

Oltre a vari amminoacidi, diverse vitamine del gruppo B, tra cui tiamina, riboflavina, niacina, vitamina B6, folati e vitamina B12, sono necessarie come cofattori per la sintesi di neurotrasmettitori. Anche la vitamina C è necessaria per la sintesi di noradrenalina.

Infine, alcuni micronutrienti possono influenzare la velocità di propagazione degli impulsi nervosi. In particolare, un adeguato apporto di folati e vitamina B12 è importante per l’integrità della guaina mielinica, mentre la tiamina è necessaria per il mantenimento del potenziale di membrana del nervo e per una corretta conduttanza nervosa.

Vitamine per la Concentrazione

Gli studi clinici sull’effetto dell’integrazione di vitamine sulle prestazioni cognitive sono generalmente limitati e i loro risultati sono inconcludenti, perché discordanti (a volte positivi, altre negativi).

Inoltre, per valutare gli effetti dell’integrazione, gli studi eseguiti hanno utilizzato diverse decine di compiti cognitivi differenti, rendendo così difficile il confronto e l’interpretazione complessiva dei risultati 1.

È invece ben stabilito che le carenze di micronutrienti, in particolare le carenze di vitamine del gruppo B, hanno effetti negativi sulla cognizione. Seguire una buona dieta sana ed equilibrata è quindi importante per una salute ottimale e il normale funzionamento del sistema nervoso.

Multivitaminici

Uno studio in doppio cieco controllato con placebo della durata di un anno è stato condotto su 127 giovani adulti sani (di età compresa tra 17 e 27 anni), trattati con 9 vitamine a dosaggi pari a 10 volte la raccomandazione quotidiana 2.

Rispetto alle misurazioni di base, l’integrazione vitaminica ha prodotto miglioramenti su due test dell’attenzione nelle donne ma non negli uomini. Tuttavia, le differenze con il placebo non erano statisticamente significative.

Uno studio randomizzato di 12 settimane, in doppio cieco, controllato con placebo su 81 bambini (8-14 anni) residenti nel Regno Unito ha rilevato che l’uso quotidiano di un integratore multivitaminico/minerale, contenente la maggior parte delle vitamine, nonché ferro, rame, zinco, calcio e magnesio, è stato associato a un aumento della precisione su un compito di attenzione (test di Arrows Flankers) 3.

L’assunzione di integratori multivitaminici/minerali sembra associata anche a cambiamenti favorevoli dello stato d’animo o al benessere psicologico. Questo può tradursi anche in maggiori energie mentali e in un conseguente miglioramento della concentrazione.

Studi sui Benefici dei Multivitaminici per l’Umore

Uno studio randomizzato, in doppio cieco contro placebo, su 129 giovani adulti sani ha scoperto che l’assunzione per un anno di un integratore contenente 9 vitamine (vitamina A, tiamina, riboflavina, niacina, vitamina B6, acido folico, vitamina B12, vitamina C e vitamina E, a dosaggi 10 volte superiori a quelli delle RDA) ha migliorato l’autovalutazione dell’umore 4.

Similmente, un altro studio su 80 uomini sani, di età compresa tra 18 e 42 anni, ha rilevato che l’uso di un integratore multivitaminico/minerale per 28 giorni ha portato a riduzioni delle misure soggettive di ansia e stress percepito 5.

Un altro studio su 215 uomini, di età compresa tra 35 e 55 anni, ha esaminato gli effetti delle vitamine del gruppo B (da 3 a 13 volte l’RDA, ad eccezione dell’acido folico che è stato incluso a una dose equivalente alla RDA), vitamina C (500 mg/giorno) e i minerali zinco (10 mg/giorno), calcio (100 mg/giorno) e magnesio (100 mg/giorno) sull’umore e sullo stress percepito 6.

Rispetto al placebo, gli uomini che hanno assunto l’integratore multivitaminico-minerale per 33 giorni hanno ottenuto miglioramenti nei punteggi di vigore-attività, beneficiando anche di una riduzione dello stress e della stanchezza mentale prima e dopo una serie di compiti cognitivamente impegnativi.

Infine, in uno studio di 30 giorni su 300 adulti (di età compresa tra 18 e 65 anni), l’integrazione con vitamine del gruppo B (a dosi da circa 3 a 13 volte la RDA, escluso l’acido folico assunto al 100% della RDA), vitamina C (1.000 mg/ giorno), calcio (100 mg/giorno) e magnesio (100 mg/giorno) ha prodotto miglioramenti significativi in vari punteggi di stress psicologico rispetto al placebo 7.

Carenza di Vitamine del Gruppo B e Integrazione negli Anziani

Gli studi dimostrano che livelli bassi o carenti di alcune vitamine del gruppo B possono portare a sintomi di nebbia cerebrale, con problemi di memoria, difficoltà di concentrazione e stress.

Ad esempio, uno studio su 39.000 persone ha scoperto che bassi livelli di vitamina B12 erano associati a una minore attenzione e memoria 8. Anche le carenze di altre vitamine del gruppo B, tra cui vitamina B6 e folati, possono produrre difficoltà di concentrazione e memoria 9, 10.

Nelle persone con bassi livelli di vitamine del gruppo B, come accade più spesso negli anziani, gli integratori possono quindi aiutare a ridurre questi sintomi.

In uno studio su 202 persone con deterioramento cognitivo e livelli di vitamina B12 bassi o carenti, l’integrazione di vitamina B12 ha portato a un miglioramento della cognizione nell’84% dei partecipanti, e della memoria e attenzione nel 78% dei partecipanti 11.

Un altro studio ha trovato che la vitamina B6 (20 mg/die di piridossina cloridrato) assunta per tre mesi ha prodotto un miglioramento della memoria, in particolare della memoria a lungo termine, in 38 uomini anziani sani (70-79 anni) rispetto al gruppo placebo 12.

Inoltre, uno studio controllato con placebo su 211 donne adulte sane di età diverse ha trovato che l’integrazione di vitamine del gruppo B (750 mg/die di acido folico, 75 mg/die di vitamina B6, e 15 μg/die di vitamina B12) ha solo leggermente migliorato alcune funzioni mnemoniche 13.

Tuttavia, non mancano studi dai risultati negativi.

Ad esempio, uno studio in doppio cieco, controllato con placebo randomizzato su 162 anziani (≥ 70 anni) con lieve carenza di vitamina B12 ha trovato che l’integrazione di vitamina B12 per 24 settimane, da sola o in combinazione con l’acido folico, non ha migliorato le prestazioni di a memoria 14.

Uno studio di un anno controllato con placebo in adulti di età pari o superiore a 65 anni ha rilevato che l’integrazione giornaliera con un multivitaminico/minerale non ha giovato alle prestazioni cognitive 15.

Vitamina B12

La vitamina B12 è una vitamina idrosolubile necessaria per la formazione dei globuli rossi, la funzione neurologica e la sintesi del DNA.

La carenza di vitamina B12 è stata collegata a disturbi psichiatrici, inclusi disturbi della memoria, irritabilità, depressione e demenza 120.

Ricerche recenti hanno dimostrato un legame tra le concentrazioni plasmatiche di vitamina B12 e la funzione cognitiva, oltre a un potenziale nel ridurre il tasso di atrofia cerebrale 121, 122.

Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, la carenza di vitamina B12 interessa circa il 6% della popolazione e fino a circa il 20% degli adulti di età superiore ai 60 anni 123.

Poiché la vitamina B12 si trova solo negli alimenti di origine animale, una dieta vegana seguita per lunghi periodi può causare una carenza di vitamina B12. Gli studi indicano che fino all’80-90% dei vegetariani e dei vegani può esserne carente 124, 125.

Vitamina D

La vitamina D è nota per la sua importanza nel normale sviluppo e funzionamento del cervello 47. Di conseguenza, la carenza di vitamina D può compromettere le capacità cognitive.

In effetti, alcuni studi sugli anziani hanno collegato livelli inferiori di 25-idrossivitamina D con scarse prestazioni cognitive 16, 17, 18, 19. Viceversa, livelli più elevati di 25-idrossivitamina D sono stati associati a misure migliori nelle prestazioni cognitive 20, 21.

La carenza di vitamina D è inoltre associata a un aumentato rischio di sintomi depressivi. Pertanto, gli integratori di vitamina D possono aiutare ad aumentare i livelli di vitamina D e con essi migliorare anche i sintomi depressivi 22, 23 ,24, 25, 26.

Altri studi mostrano che l’integrazione di vitamina D può migliorare la salute mentale generale, inclusi umore, pensieri negativi e sintomi di ansia e depressione 27, 28.

Ad esempio, uno studio su 42 donne in postmenopausa carenti di vitamina D ha scoperto che coloro che hanno integrato con 2.000 UI di vitamina D al giorno per 1 anno hanno ottenuto risultati migliori nei test di apprendimento e memoria rispetto a coloro che hanno assunto dosi di 600 UI o 4.000 UI al giorno 29.

Ciò suggerisce che l’integrazione con vitamina D può sostenere memoria e concentrazione. Sono tuttavia necessarie ulteriori ricerche, in particolare da studi randomizzati controllati, per determinare se l’integrazione di vitamina D possa avere effetti positivi sulla cognizione nella popolazione generale 30.

Vitamina C

Sebbene lo scorbuto sia raro nelle popolazioni occidentali, la carenza di vitamina C è la quarta carenza alimentare più diffusa negli Stati Uniti, coinvolgendo il 5-15% della popolazione 115.

Una revisione di 50 studi sull’uomo ha rilevato che i soggetti con livelli ematici più elevati di vitamina C o con un’assunzione maggiore hanno punteggi di attenzione, memoria e linguaggio migliori rispetto a quelli con livelli ematici o di assunzione inferiori 116.

Dall’analisi dei dati è emersa un’associazione significativa tra le concentrazioni plasmatiche di vitamina C e le prestazioni in compiti che coinvolgevano attenzione, concentrazione, memoria di lavoro, velocità decisionale, richiamo ritardato e totale e riconoscimento 117.

Uno studio che ha incluso 80 adulti sani ha scoperto che le persone con adeguati livelli ematici di vitamina C hanno ottenuto – rispetto ai soggetti con bassi livelli della vitamina – risultati significativamente migliori nei test che valutavano la memoria, l’attenzione, il tempo di reazione e la concentrazione 31.

Bassi livelli di vitamina C possono anche influenzare negativamente l’umore, tanto che la carenza di vitamina C è collegata alla depressione e al deterioramento cognitivo 32.

Uno studio su 139 giovani ha invece scoperto che livelli più alti di vitamina C erano associati a un miglioramento dell’umore e a tassi più bassi di depressione e confusione 33.

Inoltre, uno studio suggerisce che l’integrazione di vitamina C può migliorare l’umore nelle persone con depressione subclinica 34.

Gli studi osservazionali hanno anche rilevato concentrazioni plasmatiche di vitamina C più basse nei pazienti con demenza o morbo di Alzheimer, rispetto a soggetti cognitivamente sani 35, 36, 37.

Inoltre è stata riportata una migliore funzione cognitiva o un minor rischio di compromissione cognitiva nei soggetti anziani con una più alta concentrazione plasmatica di vitamina C 38, 39, 40, 41.

Vitamina E

Le vitamine C ed E sono due importanti vitamine antiossidanti

Poiché il declino cognitivo legato all’età è stato collegato al danno ossidativo indotto dai radicali liberi nel cervello 42, 43, gli integratori antiossidanti potrebbero aiutare a proteggere il cervello dall’invecchiamento cognitivo.

Alcuni studi osservazionali su persone anziane hanno anche scoperto che livelli ematici più bassi di vitamina C o vitamina E erano associati a prestazioni peggiori nei test cognitivi della memoria 44,45, 46.

Un altro studio ha invece esaminato l’effetto dell’uso di integratori di vitamina E (per una media di 14 mesi) sulle prestazioni della memoria in pazienti con malattia di Parkinson precoce e non trattata. Tuttavia, non sono stati osservati benefici 47.

Un altro studio ha valutato se la stessa dose di α-tocoferolo (2.000 UI/giorno), fornita per due anni, potesse trattare il morbo di Alzheimer moderatamente grave. Rispetto all’uso di un placebo (84 pazienti), l’uso di α-tocoferolo (85 pazienti) ha rallentato significativamente la progressione della malattia 48.

Anche un altro studio ha scoperto che elevate quantità di vitamina E possono aiutare le persone con malattia di Alzheimer da lieve a moderata 49.

50.

Magazine X115


 




Combustione dei Grassi da parte di due Amminoacidi, vitamine Gruppo B, Zinco ed alcuni alimenti

Gli Amminoacidi, le vitamine, i minerali e i microelementi hanno un ruolo importante per la

Perdita di peso corporeo

Se ingrassiamo o se rimaniamo snelli dipende sostanzialmente dagli ormoni. E questa è anche la chiave per il dimagrimento: grazie ad un’assunzione mirata di alcuni Amminoacidi, stimoliamo l’organismo a produrre in misura sufficiente gli ormoni per farci rimanere snelli naturalmente e in armonia con le necessità del nostro corpo.

Un importante ormone che aiuta a mantenersi snelli è l’ormone della crescita (STH). Questo ormone viene prodotto durante il sonno, innalza la sintesi proteica e favorisce lo smaltimento del grasso. Le persone in sovrappeso sono caratterizzate da concentrazioni ridotte di STH, che spesso ostacolano la diminuzione del peso.1 L’ormone della crescita purtroppo è molto costoso (circa 500–800 euro per razione mensile) e l’iniezione necessita di uno stretto e competente controllo medico. Perciò è meno pericolosa la stimolazione naturale ed endogena al rilascio di questo ormone.

In molti casi determinati Amminoacidi hanno dimostrato di avere esattamente questo effetto, se assunti di notte a stomaco vuoto e in quantità sufficienti.

Gli Amminoacidi con queste proprietà sono:

Inoltre, per la sintesi dell’ormone della crescita, sono necessarie anche la vitamina B6, la vitamina B12 e lo zinco.

Le ricerche hanno evidenziato che in caso di obesità è probabile che sia presente una carenza di Carnitina

Quindi un apporto di Carnitina (integrazione alimentare) può essere sicuramente utile. La Carnitina è un biovettore (elemento di trasporto) che viene sintetizzato nel fegato – e allo stadio preliminare nei reni – dagli Amminoacidi essenziali lisina e metionina. Essa ha la funzione di molecola vettore per il trasporto di acidi grassi a catena lunga attraverso la membrana interna dei mitocondri. Gli acidi grassi a catena lunga possono oltrepassare la membrana solo tramite un’esterificazione con Carnitina, mentre gli acidi grassi a catena corta e media penetrano anche senza questo vettore (molecola di trasporto).5

Carnitina come brucia grassi

La Carnitina accelera il trasporto degli acidi grassi e li avvia alla combustione metabolica.6 La conseguenza: l’organismo brucia i grassi (invece di immagazzinarli). Grazie al suo effetto brucia grassi, questa sostanza viene utilizzata per la riduzione del peso corporeo e contrassegnata come «Fatburner».

La formazione di Carnitina avviene in 5 fasi di sintesi con la partecipazione dei cofattori essenziali che sono: la vitamina B6, la vitamina B12, la niacina e l’acido folico. La carenza di uno solo degli elementi sopracitati può comportare una biosintesi limitata.

Relativamente alla funzione della L-Carnitina come brucia grassi, il professor Luppa dell’Università di Lipsia nel suo saggio del 2004 scrive: «Riguardo alla prevenzione del sovrappeso, le misure volte al miglioramento dello smaltimento del grasso sono più efficaci rispetto alle rigide restrizioni dei grassi assunti con l’alimentazione, attualmente molto pubblicizzate. Questo però vale solo a condizione che il metabolismo dei grassi e la sua regolazione funzionino in modo ottimale. In entrambi i casi la L-Carnitina è un  cofattore essenziale che partecipa in modo determinante. Poiché la L-Carnitina ha la funzione di carrier, una sua carenza comporta una riduzione nello smaltimento degli acidi grassi nella matrice mitocondriale. Inoltre, la L-Carnitina, in qualità di substrato della Carnitina palmitoiltransferasi (CPT), svolge un ruolo centrale nella regolazione del metabolismo dei grassi e dei carboidrati.»

Ciò significa che: «Limitazioni nella disponibilità di L-Carnitina non si riconoscono solo dalla capacità di adattamento del metabolismo lipidico. Sono coinvolti anche il metabolismo dei carboidrati e quello delle proteine. Come conseguenza potrebbero presentarsi un ridotto tasso glicemico e una maggiore degradazione delle proteine.»

Combustione-dei-grassi

Si manifesta chiaramente che la Carnitina può aumentare la capacità di alcune cellule di bruciare il grasso corporeo

Ci sono inoltre i lavori di due scienziati di Ginevra e degli Stati Uniti che dimostrano per la prima volta che l’assunzione di Carnitina aumenta anche la mobilitazione degli acidi grassi provenienti dagli adipociti (cellule adipose) favorendone lo smaltimento7.

Vi sono inoltre dati a sufficienza su 7 modelli animali che dimostrano chiaramente che, durante una dieta ipocalorica, una supplementazione di Carnitina porta ad una significativa riduzione del contenuto di grasso corporeo, rispetto al placebo, favorendo nel contempo l’aumento di massa muscolare magra.8

La Carnitina facilita il controllo del peso

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La Glutammina contrasta l’accumulo di grassi

La Glutammina può essere convertita in glucosio dai reni senza influenzare i valori di insulina e glucagone. In questo modo contribuisce altresì alla produzione di energia che, a sua volta, consente di evitare gli accumuli di grasso provocati dall’insulina.10

Essa contrasta l’accumulo dei grassi introdotti con l’alimentazione ed è quindi un aiuto nella regolazione del peso corporeo. In uno studio è stato dimostrato che, in caso di alimentazione ricca di grassi, un’assunzione supplementare di Glutammina può comportare una riduzione del grasso corporeo.

Inoltre la Glutammina riduce il desiderio di zuccheri e alcool.11

Glutammina e buon sonno

La Glutammina è uno dei 20 aminoacidi che incorporiamo attraverso la nostra dieta.
La Glutammina è considerata condizionatamente essenziale, questo significa che in certe situazioni la sua presenza è vitale, come nei periodi di deficit calorico, esercizio intenso e prolungato e anche per lesioni fisiche.

L’amminoacido Glutammina ha una moltitudine di funzioni, come la prevenzione del degrado muscolare, l’aumento della funzione immunitaria, il miglioramento del recupero muscolare e persino l’aumento della combustione dei grassi. Inoltre, la Glutammina aumenta l’ormone della crescita che indica cambiamenti favorevoli nella composizione corporea e nell’umore.

Anche se la Glutammina dovrebbe essere assunta immediatamente dopo la sessione di allenamento, l’aggiunta di altri 10 grammi o meno prima di andare a letto farà effettivamente una notevole differenza nella velocità del processo di recupero.

Dosi di Glutammina
Dovresti prendere 5 grammi di Glutammina prima di andare a letto

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Anche le Vitamine B sono importanti per la combustione dei grassi.

La vitamina B è un grande aiuto per dimagrire perché quasi tutte le vitamine B stimolano la combustione endogena dei grassi. Inoltre, esse sono un vero e proprio nutrimento per i nervi – elemento da non sottovalutare per coloro che desiderano dimagrire.

Le vitamine B riboflavina (B2), niacina (B3), acido pantotenico (B5), biotina (B7) e cobalamina (B12) sono responsabili del funzionamento del metabolismo e stimolano lo smaltimento del grasso corporeo.

La vitamina B2 agisce in modo particolarmente veloce nei confronti della combustione dei grassi poiché trasforma rapidamente proteine, carboidrati e grassi in energia. L’oligoelemento Zinco ha un ruolo simile. Sostiene il corpo nella lavorazione dei grassi e dei carboidrati ed è fondamentale per il funzionamento del metabolismo proteico.

Gli Amminoacidi possono svolgere i loro importanti compiti nel metabolismo dei grassi solo con un sufficiente apporto di Zinco.


Metionina

La metionina nella sua naturale forma levogira L- è un amminoacido proteinogenico. Appartiene agli amminoacidi essenziali e non può essere sintetizzata autonomamente dal corpo. Per questo motivo è estremamente importante introdurla in quantità sufficiente tramite l’alimentazione o con un integratore alimentare.

I legami di zolfo sono presenti in tutti gli esseri viventi e hanno numerose funzioni. La cisteina e la metionina sono amminoacidi solforati. Inoltre, la metionina svolge un ruolo importante nella sintesi di importanti proteine come ad esempio la carnitina o la melatonina.

La metionina agisce come sciogli grassi e limita l’accumulo di grasso nel fegato.

La metionina è una sostanza importante per la formazione della cartilagine

Le cartilagini articolari, per potersi sviluppare, hanno bisogno soprattutto di zolfo. Se lo zolfo a disposizione dell’organismo è troppo poco, negli individui sani non si hanno, per lungo periodo, ripercussioni negative. Nei soggetti affetti da artrosi, invece, una carenza di zolfo può avere effetti negativi sul processo di guarigione dei tessuti danneggiati fin dall’inizio della malattia.

Gli studi hanno mostrato che la quantità di zolfo presente nella cartilagine degli individui sani è circa tre volte superiore rispetto a quella dei pazienti affetti da artrosi.1 

Inoltre, c’è l’aggravante che molti farmaci utilizzati per la cura dell’artrosi si legano ai solfati (i sali dell’acido solforico). Il fabbisogno di zolfo aumenta notevolmente.

MetioninaSi consiglia di stimolare l’impulso per la produzione endogena di zolfo. Infatti, non si può assumere lo zolfo facilmente, per esempio sotto forma di compresse o integratori alimentari. Piuttosto è indicato seguire la strada più lunga assumendo l’amminoacido metionina perché, in combinazione con le vitamine B, possono essere prodotti numerosi legami di zolfo.

La metionina è importante sotto tre aspetti: agisce da antinfiammatorio e da analgesico e stimola la formazione di tessuto cartilagineo.

La metionina rafforza le unghie e agisce contro la caduta dei capelli

La metionina, grazie alla sua caratteristica di formare catene di zolfo, che a loro volta si legano fra loro formando delle reti, è in grado di rafforzare la struttura dei capelli e delle unghie.2 Nell’ambito di un congresso di dermatologia tenutosi a Firenze nel 2006 è stato reso pubblico uno studio da cui è risultato che il numero dei capelli in fase di crescita nel gruppo metionina, al quale è stato somministrato un preparato con una combinazione di amminoacidi e vitamine del complesso B, era significativamente superiore rispetto al gruppo di controllo.3

  1. Soeken, K.L., Lee, W.L., Bausell, R.B., Agelli, M. & Berman, B.M. (2002) Safety and efficacy of S-adenosylmethionine (SAMe) for osteoarthritis, Journal of Family Practice, Volume 51, (pp. 425-430)
  2. Haneke, E. & Baran, R. (2011) Micronutrients for Hair and Nails, Nutrition for healthy skin, Volume 2, (pp. 149-163)
  3. Alonso, L. & Fuchs, E. (2006) The hair cycle, Journal of Cell Science, issue 119, (pp. 391-393)

Bibliografia:

  1. Rudman, D., Feller, A.G., Cohn, L., Shetty, K.R., Rudman, I.W. & Draper, M.W. (1991) Effects of human growth hormone on body composition Hormone research, Volume 36 supplement 1, (pp. 73-81)
  2. Merimee, T.J., Lillicrap, D.A. & Rabinowitz, D. (1965) Effect of arginine on serum-levels of human growth-hormone Lancet, Volume 2, issue 7414, (pp. 668-670)
  3. Welbourne, T.C. (1995) Increased plasma bicarbonate and growth hormone after an oral glutamine load, The American Journal Of Clinical Nutrition, Volume 61, issue 5, (pp. 1058-1061)
  4. Kasai, K., Kobayashi, M. & Shimoda, S.I. (1978) Stimulatory effect of glycine on human growth hormone secretion, Metabolism, Clinical and Experimental, Volume 27, issue 2, (pp. 201-208)
  5. Evangeliou, A. & Vlassopoulos, D. (2003) Carnitine Metabolism and Deficit – When Supplementation is Necessary? Current Pharmaceutical Biotechnology (pp. 211-219)
  6. Müller, D.M., Seim, H., Kiess, W., Löster, H. & Richter, T. (2002) Effects of Oral l-Carnitine Supplementation on In Vivo Long-Chain Fatty Acid Oxidation in Healthy Adults, Metabolism, Vol. 51, issue 11, (pp. 1389-1391)
  7. Wutzke, K.D. & Lorenz, H. (2004) The Effect of l-Carnitine on Fat Oxidation, Protein Turnover, and Body Composition in Slightly Overweight Subjects, Metabolism, Vol. 53, issue 8, (pp. 1002-1006)
  8. Reda, E., D’Iddio, S., Nicolai, R., Benatti, P. & Calvani, M. (2003) The Carnitine System and Body Composition, Acta Diabetol, issue 40, (pp. 106-113)
  9. Odo, S., Tanabe, K. & Yamauchi, M. (2013) A Pilot Clinical Trial on L-Carnitine Supplementation in Combination with Motivation Training: Effects on Weight Management in Healthy Volunteers, Food and Nutrition, Volume 4, (pp. 222-231)
  10. Prada, P.O., Hirabara, S.M., de Souza, C.T., Schenka, A.A., Zecchin,H.G., Vassallo, J., Velloso, L.A., Carneiro, E., Carvalheira, J.B., Curi, R. & Saad, M.J. (2007) L-glutamine supplementation induces insulin resistance in adipose tissue and improves insulin signalling in liver and muscle with diet-induced obesity, Diabetologia, Volume 50, issue 9, (pp. 149-159)
  11. Bowtell, J.L., Gelly, K., Jackman, M.L., Patel, A., Simeoni, M. & Rennie, M.J. (1999) Effect of oral glutamine on whole body carbohydrate storage during recovery from exhaustive exercise, Journal Of Applied Physiology, Volume 86, issue 6, (pp. 1770-1777)

fonte Articolo: Amminoacido.com


20 Cibi che Accelerano il Metabolismo

20 cibi brucia grassi, che possono contribuire ad aumentare il senso di sazietà, garantirci un corretto apporto di vitamine, minerali e sostanze nutritive di cui il nostro organismo ha bisogno.

FIBRE

Le fibre, presenti in abbondanza nei legumi, frutta e cereali integrali, giocano un ruolo fondamentale nel sostenere la digestione e promuovere la sensazione di sazietà. Questi elementi chiave della dieta non solo favoriscono un corretto funzionamento intestinale, ma anche contribuiscono a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, un aspetto essenziale per un metabolismo equilibrato. L’integrazione di alimenti ricchi di fibre nella tua routine quotidiana può essere una strategia vincente per migliorare la salute digestiva e raggiungere i tuoi obiettivi di gestione del peso.

BROCCOLI

I broccoli sono una ricca fonte di antiossidanti, vitamine A e C, acido folico e fibre. Questi componenti non solo promuovono la disintossicazione dell’organismo, ma anche favoriscono il funzionamento intestinale e l’eliminazione delle tossine. Integrare i broccoli nella tua dieta quotidiana può essere un modo gustoso ed efficace per sostenere la salute generale e ottimizzare il tuo metabolismo.

SPINACI

Gli spinaci, carichi di vitamine, potassio, ferro e fibre, offrono un mix di nutrienti essenziali. Questi fogli verdi non solo forniscono una scorta di vitamine e minerali, ma anche regolano i livelli di zucchero nel sangue, contribuendo così a mantenere un metabolismo sano.

ALGHE

Le alghe, in particolare Kepl e Spirulina, non sono solo una fonte di sali minerali essenziali ma agiscono anche come cibi diuretici e stimolano gli ormoni tiroidei. Questi superfood marini possono offrire un supporto significativo al tuo metabolismo, influenzando positivamente il suo equilibrio.

CIOCCOLATO FONDENTE

Il cioccolato fondente, con almeno l’80% di cacao, non solo delizia il palato ma offre anche benefici significativi per la salute. Ricco di antiossidanti, il cioccolato fondente contribuisce a contrastare lo stress ossidativo nel corpo.

ZENZERO

Lo zenzero, con proprietà antiinfiammatorie e digestive, è anche un potente termogenico naturale. Stimola la temperatura corporea, accelerando così il metabolismo. Questa radice versatile può essere consumata fresca, utilizzata in tè o infusi, contribuendo non solo al comfort digestivo ma anche a una maggiore efficienza metabolica.

PEPERONCINO

Il peperoncino, noto per la sua piccantezza, contiene la capsaicina, una sostanza che stimola la lipolisi, il processo di decomposizione dei grassi. Questo rende il peperoncino un alleato nel metabolismo dei grassi e contribuisce anche a promuovere il senso di sazietà. Aggiungere una nota piccante ai tuoi pasti potrebbe essere una strategia saporita per sostenere la gestione del peso.

VERDURE

Le verdure, come sedano, finocchi e ravanelli, sono alleate preziose nella gestione del peso. Questi ortaggi sono a basso contenuto calorico e, consumati preferibilmente crudi, offrono una fonte ricca di fibre. Oltre a fornire una sazietà duratura, le verdure aiutano nel drenaggio dei liquidi corporei grazie alle loro proprietà diuretiche, rendendole un elemento essenziale per un’alimentazione equilibrata e metabolismo sano.

CIPOLLA

La cipolla, oltre a essere un ingrediente fondamentale in molte preparazioni culinarie, offre vantaggi significativi per la salute. Ricca di fitoestrogeni, la cipolla non solo potenzia il sistema immunitario ma favorisce anche la diuresi e l’eliminazione di liquidi in eccesso. Questa preziosa radice vegetale può essere considerata anche un cibo brucia grassi, grazie al suo impatto positivo sulla gestione del peso.

AGLIO

L’aglio, spesso sottovalutato, è un autentico antibiotico naturale. Le sue proprietà disinfettanti non solo combattono il colesterolo, ma promuovono la salute del cuore e delle arterie. Inoltre, l’aglio è noto per combattere il colesterolo, migliorare la salute cardiovascolare e prevenire il diabete, rendendolo un componente prezioso per il benessere generale.

PESCE/CARNE BIANCA

Il pesce e la carne bianca, ricchi di proteine, sono fondamentali per ottenere un senso duraturo di sazietà. Questi alimenti proteici non solo placano la fame, ma anche aumentano la termogenesi, contribuendo al metabolismo. In particolare, lo iodio presente nel pesce gioca un ruolo chiave nel mantenere attivo il metabolismo, rendendo questi alimenti una scelta salutare per sostenere la gestione del peso.

SPEZIE

Spezie come pepe, cumino e curry non solo aggiungono sapore ai piatti ma offrono anche benefici per la salute. Ricche di sali minerali e vitamine, queste spezie possono migliorare la circolazione sanguigna, contribuendo così a una migliore efficienza metabolica e offrendo un tocco di gusto alle tue preparazioni culinarie.

Fra tutti la Cannella è importante nel metabolismo degli zuccheri.

ANANAS

L’ananas, in particolare il suo gambo, è ricco di antiossidanti e svolge un ruolo essenziale nel controllo dell’introito calorico giornaliero. Oltre a offrire proprietà antiossidanti, l’ananas agisce come un alimento drenante, contribuendo al mantenimento di un sistema digestivo sano e sostenendo la tua salute generale.

TÈ VERDE

Il tè verde è celebre per i suoi numerosi benefici per la salute. Ricco di vitamine A e C, oltre a sali minerali, il tè verde è noto per le sue proprietà antiossidanti. Queste sostanze antiossidanti non solo contrastano lo stress ossidativo, ma anche favoriscono la combustione dei grassi. Integrare il tè verde nella tua routine quotidiana può essere un modo delizioso ed efficace per sostenere il tuo metabolismo e promuovere la perdita di peso.

CAFFÈ

Il caffè, grazie alla caffeina, è un classico brucia grassi. Con pochissime calorie, il caffè è associato a una riduzione dei picchi d’insulina causati dal consumo di carboidrati. La caffeina nel caffè non solo offre un piccolo boost di energia, ma contribuisce anche a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue. Ricorda di consumare il caffè con moderazione per massimizzare i suoi benefici per la salute.

CEREALI INTEGRALI

Grazie alla loro capacità di rilasciare energia in modo graduale lungo il corso della giornata, i cereali integrali, quando consumati a colazione o pranzo, assicurano un senso di sazietà prolungato. La loro composizione ricca di fibre contribuisce non solo a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, ma supporta anche un metabolismo efficiente. Introdurre cereali integrali nella tua dieta quotidiana è un passo importante verso una nutrizione equilibrata e una gestione del peso ottimale.

CETRIOLI

I cetrioli sono un’aggiunta rinfrescante e leggera alla tua dieta. Composti principalmente da acqua, i cetrioli sono ideali per mantenere l’idratazione del corpo. Con il loro ridotto contenuto calorico, sono anche un alleato per liberarsi dei liquidi in eccesso, riducendo il gonfiore. Ricchi di fibre e nutrienti, i cetrioli sono una scelta croccante e salutare per supportare la tua idratazione e promuovere una sana gestione del peso.

ASPARAGI

Gli asparagi, ricchi di fibre e vitamina B, svolgono un ruolo cruciale nell’aumentare il senso di sazietà. Le fibre presenti negli asparagi non solo migliorano la funzione intestinale ma contribuiscono anche a mantenere stabili i livelli di zuccheri nel sangue, fornendo un elemento chiave per un metabolismo efficiente. Integrare gli asparagi nella tua dieta è un modo gustoso ed equilibrato per promuovere la salute e sostenere i tuoi obiettivi di gestione del peso.

GINSENG

Il ginseng è un adattogeno naturale noto per le sue proprietà stimolanti ed energizzanti. Questa radice è spesso utilizzata per aumentare la resistenza fisica e mentale. Nel contesto del metabolismo, il ginseng può aiutare a rimettere in moto il sistema energetico del corpo, favorendo una maggiore efficienza metabolica.

FRUTTI DI BOSCO

I frutti di bosco, come fragole, mirtilli e lamponi, sono ricchi di antiossidanti e nutrienti essenziali. Questi piccoli tesori sono noti per regolare il livello di insulina nel sangue, fornendo un supporto prezioso per il metabolismo e la gestione del peso. Gli antiossidanti presenti nei frutti di bosco contribuiscono a contrastare lo stress ossidativo, migliorando così la salute generale.


 




Amminoacidi e la loro importanza per il sonno, l’umore e l’efficienza

Il sonno, l’umore e l’efficienza sono strettamente interdipendenti. Chi inizia la giornata riposato, riesce a concentrarsi facilmente sul lavoro e si sente più equilibrato. Al contrario, la stanchezza cronica porta ad un crollo di forma e alla lunga rende insoddisfatti. Le possibili conseguenze: arrovellamento e insonnia. Un circolo vizioso. Per portare il corpo e la mente in equilibrio è importante anche l’assunzione bilanciata delle sostanze nutritive. A questo proposito le nuove scoperte nel campo dell’integrazione alimentare sottolineano la grande importanza degli amminoacidi.

La Glutammina ha un effetto calmante e agisce contri i sintomi dello stress

L’amminoacido Glutammina partecipa a numerosi processi metabolici. Stabilizza il sistema immunitario, rafforza le cellule intestinali, aiuta contro lo stress, l’umore nero e l’inquietudine interiore.1

La Glutammina sconfigge lo stress

La Glutammina è il più importante fornitore di energia per le cellule immunitarie e intestinali. Se questo amminoacido è carente, il motore di queste cellule perde colpi ed esse non riescono più a lavorare correttamente. Numerosi studi dimostrano che la concentrazione di Glutammina diminuisce soprattutto in caso di affaticamento fisico e psichico.2,3 Contemporaneamente esplode il numero dei radicali liberi che danneggiano le cellule. Si innesca una reazione a catena: con la diminuzione del contenuto di Glutammina viene a mancare il combustibile per le cellule. Il sistema immunitario si indebolisce, la mucosa intestinale perde sempre di più la sua funzione protettiva. In casi estremi si può arrivare alla «leaky gut syndrome» – l’intestino diventa estremamente permeabile, le sostanze estranee riescono ad attraversare il suo «ombrello protettivo» e possono arrivare al sangue attraverso la mucosa.

Proprio in presenza di stress, tensione, frenesia e affaticamento fisico può essere sensato introdurre Glutammina dall’esterno. Per le cellule, la Glutammina agisce come una miccia. Soprattutto le cellule immunitarie e intestinali hanno bisogno di una quantità sufficiente di questo amminoacido poiché si dividono e si rinnovano molto rapidamente. Se la quantità di Glutammina a disposizione è abbondante le cellule immunitarie e intestinali vengono stabilizzate, il sistema immunitario e la mucosa intestinale si rafforzano e così si prevengono e si contrastano i sintomi dello stress.

La Glutammina calma e rafforza la mente

I pazienti affetti da esaurimento o che presentano disfunzioni cerebrali mostrano spesso una carenza di Glutammina. Inquietudine interiore, insonnia e carenza di concentrazione sono connesse fra loro.
Il corpo produce la Glutammina a partire dall’acido glutammico e viceversa. La Glutammina aumenta la produzione di GABA, l’acido gamma amminobutirrico. Il GABA è il più importante neurotrasmettitore inibitorio del cervello. Ciò significa che esso ostacola la trasmissione degli impulsi tra le cellule nervose ed è perciò una sorta di calmante naturale per il cervello.2

Il corpo può produrre GABA solo se ha a disposizione una quantità sufficiente di Glutammina. Gli effetti positivi sono: calma interiore, equilibrio anche nelle situazioni di stress, migliore concentrazione, sonno riposante.4 La Glutammina è addirittura un supporto nel trattamento delle depressioni.5

La Glutammina migliora le funzioni cerebrali

La memoria debole e la carenza di concentrazione sono influenzate positivamente dall’amminoacido Glutammina in combinazione con la vitamina B3 (Niacina). Una parte della Glutammina presente nel sangue viene trasformata nel cervello in Acido Glutammico. Esso serve prevalentemente come combustibile per la produzione di energia, ma consente anche di eliminare l’ammoniaca in eccesso legandosi ad essa e trasformandosi in Glutammina. Grazie alla rimozione di questa sostanza tossica per le cellule si evita che le funzioni cerebrali vengano compromesse, aumenta la capacità di concentrazione e migliora la memoria a breve e a lungo termine.6

Glutammina, Ornitina e Arginina disintossicano il corpo e favoriscono il sonno

Gli amminoacidi Glutammina, Ornitina e Arginina consentono di dormire meglio perché «disattivano» un importante fattore di disturbo: l’ammoniaca. Questa sostanza tossica per le cellule si forma durante la scomposizione delle proteine. L’ammoniaca blocca la produzione di energia nelle cellule e ostacola la respirazione cellulare. Se nel corpo c’è ammoniaca in eccesso – perché mangiamo troppa carne ricca di proteine o perché il fegato non lavora correttamente – essa può arrivare fino al cervello e bloccare lo svolgimento di importanti funzioni.

Con l’assunzione supplementare di Glutammina, Ornitina e Arginina viene stimolato il processo di  disintossicazione che avviene nel fegato. Questi amminoacidi sono infatti necessari per la trasformazione dell’ammoniaca in urea.

Poiché l’Arginina deriva dall’Ornitina, quest’ultima potenzia l’azione dell’Arginina. Gli effetti sull’organismo sono: sonno migliore, ma anche sostegno delle funzioni epatiche, disintossicazione e cicatrizzazione più rapida.7

In uno studio effettuato nel 2000, l’Arginina ha mostrato effetti positivi anche nel trattamento di pazienti affetti da demenza.8

La Carnitina migliora la capacità di rendimento e rafforza la memoria

La Carnitina svolge nel corpo molteplici funzioni. Migliora l’umore, sostiene numerose funzioni cerebrali e consente una maggiore resistenza allo stress.

La Carnitina migliora l’umore e favorisce la resistenza allo stress

Lo sfinimento e la stanchezza eccessiva sono spesso dovuti al troppo stress senza sufficienti fasi di riposo. Gli studi scientifici mostrano che le persone con una sindrome da esaurimento cronico o burn-out presentano una carenza di Carnitina.9 

La-carnitina-migliora-l-umore

La Carnitina contribuisce notevolmente alla produzione di energia poiché trasporta gli acidi grassi nelle «centrali elettriche» delle cellule (mitocondri). In questo modo la Carnitina può migliorare anche l’approvvigionamento di energia delle cellule cerebrali. In caso di intensi sforzi fisici e mentali può essere opportuna una sua assunzione supplementare. Le persone colpite si sentono più in forma, gli sforzi di natura sia fisica che mentale vengono sopportati meglio e più a lungo ed aumenta la resistenza allo stress.10

Folato, Vitamina B12 e Vitamina B6 con gli amminoacidi favoriscono l’efficienza mentale

Anche le vitamine insieme agli amminoacidi favoriscono le capacità intellettuali. Gli scienziati hanno scoperto che gli anziani con un livello elevato di Omocisteina mostrano capacità cognitive inferiori rispetto ai coetanei con Omocisteina più bassa. L’Omocisteina si forma durante la scomposizione delle proteine ed è tossica. Di norma, gli enzimi scompongono l’Omocisteina, riducendola a dei composti non dannosi. Poiché questi enzimi dipendono dalle vitamine del gruppo B e dall’acido folico, un alto tasso di Omocisteina è anche una conseguenza di un carente apporto di queste vitamine e amminoacidi.11

Scienziati dell’università di Bologna hanno analizzato le capacità di 650 anziani over 65 in relazione alla percezione, al pensiero, al riconoscimento e alla memoria. La classificazione è avvenuta sulla base di un noto test scientifico per valutare le facoltà cognitive. Si è dimostrata una chiara relazione fra elevati tassi di Omocisteina e scarsi risultati dei test.12

Le verdure a foglia verde sono molto ricche di vitamine del gruppo B. A causa dell’elevata sensibilità delle vitamine al calore e all’ossigeno è difficile ottenerne un apporto sufficiente solamente tramite l’alimentazione: i lunghi tragitti oppure una conservazione e una cottura errata degli alimenti, portano ad un’elevata perdita delle vitamine contenute negli alimenti stessi. In questo modo, il contenuto di Folati di ogni alimento può ridursi anche del 90% in caso di preparazione non idonea.

I nutrizionisti della società per la prevenzione e la terapia nutrizionale raccomandano quindi, non solo agli anziani, l’assunzione di acido folico in combinazione con la vitamina B6 e la vitamina B12, sotto forma di integratori alimentari in aggiunta alla normale alimentazione. Nei dosaggi appositi, tali preparati non comportano alcun rischio e sono di grande utilità.

Bibliografia

  1. Bowtell, J.L., Gelly, K., Jackman, M.L., Patel, A., Simeoni, M., Rennie, M.J. (1999) Effect of oral glutamine on whole body carbohydrate storage during recovery from exhaustive exercise, Journal Of Applied Physiology (pp. 1770-1777)
  2. Welbourne, T.C. (1995) Increased plasma bicarbonate and growth hormone after an oral glutamine load, The American Journal Of Clinical Nutrition, Volume 61, issue 5, (pp. 1058-1061)
  3. Ohtsuka Y., Nakaya J. (2000) Effect of oral administration of L-arginine on senile dementia Am J Med, Vol. 108, (p. 439)
  4. Rudman, D., Feller, A.G., Nagraj, H.S., Gergans, G.A., Lalitha, P.Y., Goldberg, A.F., Schlenker, R.A., Cohn, L., Rudman, I.W. & Mattson, D.E. (1990) Effects of human growth hormone, The New England Journal Of Medicine, Volume 323, issue 1, (pp. 1-6)
  5. Hoffmann, A.M. (2008) Die Bedeutung von sportlicher Aktivität für den Gesundheits- und Fitnesszustand von Seniorinnen und Senioren unter besonderer Berücksichtigung des Aminosäure- und Homocysteinstoffwechsels, Universität Paderborn
  6. Giovanni, R., Forti, P., Maioli, F., Muscari, A., Sacchetti, L., Arnone, G., Nativio, V., Talerico, T. & Mariani, E. (2003) Homocysteine and cognitive function in healthy elderly community dwellers in Italy, American Journal of Clinical Nutrition, Volume 77, issue 3, (pp. 668-673)

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Cosa fare con l’Omocisteina Alta

Blackboard with the chemical formula of Homocysteine.  Crediti immagine Laboratorio Valsambro

L’Omocisteina è un aminoacido contenente zolfo, non fornito dalla dieta.

Viene sintetizzata nell’organismo durante il metabolismo della Metionina (un amminoacido essenziale introdotto attraverso gli alimenti).

I cibi ricchi di Metionina includono carne, albumi e prodotti della pesca.

Sebbene l’Omocisteina sia naturalmente presente nel nostro corpo, l’Omocisteina alta nel sangue è associata a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, tra cui trombosi venosa, aterosclerosi, ipertensione, malattia coronarica e ictus.

A Cosa Serve

L’Omocisteina rappresenta un intermedio metabolico nella sintesi della cisteina (un altro amminoacido) a partire dalla Metionina.

La cisteina, a sua volta, è importante per la sintesi di glutatione e taurina.

L’Omocisteina può essere convertita in cisteina o riciclata in Metionina con l’ausilio di specifiche vitamine del gruppo B.

Metabolismo

Il metabolismo dell’Omocisteina richiede specifici enzimi e adeguate quantità di alcune vitamine, in particolare vitamina B6, vitamina B12 e acido folico (vitamina B9).

Di conseguenza, l’Omocisteina alta può dipendere da carenze vitaminiche, come quella di Folati e vitamine B6 e B12.

Se il normale metabolismo dell’Omocisteina viene alterato, questo amminoacido si accumula nel sangue e l’Omocisteina alta può provocare danni alle pareti dei vasi sanguigni.

Fa Male alla Salute?

Un livello troppo alto di Omocisteina nel sangue è chiamato Iperomocisteinemia.

Si tratta di una condizione sfavorevole per la salute, in quanto l’Omocisteina alta è stata ripetutamente collegata a un aumentato rischio di:

  • mortalità per qualsiasi causa 6, 7, 8, 9, 10, 11.

Fa Davvero Male al Cuore?

Gli studi osservazionali hanno dimostrato che livelli elevati di Omocisteina nel sangue sono collegati a un rischio maggiore di malattie cardiache e ictus 12, 13, 14.

È stato ipotizzato che tale rischio derivi da un’attività predisponente dell’Omocisteina sullo sviluppo dell’aterosclerosi.

A causa di queste controversie, l’American Heart Association non considera l’Omocisteina un fattore importante per le malattie cardiache 20, 21.

Una meta-analisi di studi randomizzati controllati ha riportato che, su chi ha già avuto un ictus, l’integrazione di vitamine B (B6, B9 e B12) riduce del 13% il rischio di un nuovo ictus e del 17% il rischio di morte cardiovascolare 53.

Fa Ingrassare

Di per sé, l’Omocisteina alta non fa ingrassare. Tuttavia, le persone obese o sovrappreso tendono ad avere livelli di Omocisteina più alti rispetto alle persone normopeso 54, 55. Allo stesso tempo, tendono ad avere livelli ridotti di vitamina B12 e acido folico.

Valori Normali

L’Omocisteina viene comunemente dosata nel sangue.

Di norma non si richiede il digiuno, ma un pasto ricco di proteine può aumentare significativamente i livelli di Omocisteina. Pertanto, alcuni medici raccomandano il digiuno durante la notte prima di un esame del sangue, per garantire risultati più accurati.

In base alle fonti e al laboratorio, esistono classificazioni leggermente variabili degli intervalli di normalità ma in linea generale:

il valore normale di Omocisteina è inferiore a 15 micromoli per litro (µmol/L).
Nota bene:
poiché ogni laboratorio usa diversi reagenti ed ottiene differenti range consultare il proprio referto.

Un livello superiore viene definito iperomocisteinemia.

A seconda della gravità, l’iperomocisteinemia può essere 22:

  • Lieve o Moderata: 15-30 µmol/l;
  • Intermedia: 30 – 100 µmol/l;
  • Grave o Severa: > 100 µmol/l.

Secondo gli studi, l’iperomocisteinemia lieve interessa il 5-7% della popolazione generale 56.

Cause

Le più comuni cause di Omocisteina alta comprendono:

  • Stile di vita, soprattutto fattori come:
  • Determinati farmaci, tra cui:

alimentazione come Causa di Omocisteina Alta

L’Omocisteina alta può dipendere dalla carenza di alcune vitamine del gruppo B, in particolare di:

  • Folati (vitamina B9) 1, 23.

Gli studi hanno osservato che l’Iperomocisteinemia è più comune tra chi segue una dieta vegetariana o vegana, probabilmente a causa dei livelli più bassi di vitamina B12.

Anche una maggiore assunzione di caffè è stata associata a una più elevata concentrazione di Omocisteina nel sangue.
Tuttavia, non sembra esserci alcuna associazione significativa tra il consumo moderato di caffè (da 3 a 4 tazze al giorno) e il rischio di malattia coronarica 23.

Sintomi

Alti livelli di Omocisteina di per sé non provocano sintomi.

Tuttavia potrebbero manifestarsi i sintomi della sottostante condizione che ha causato l’innalzamento dell’Omocisteina.

I sintomi di una carenza di Folati e vitamina B12, ad esempio, comprendono:

  • pelle pallida,
  • debolezza,
  • facile affaticamento,
  • lingua gonfia e piaghe in bocca,
  • cambiamenti d’umore,
  • parestesie (formicolii),
  • problemi di crescita nei bambini.

Come Abbassare l’Omocisteina

Dieta e Integratori

Il modo migliore per prevenire l’aumento dell’Omocisteina è assicurarsi che la dieta contenga adeguate quantità di Folati (vitamina B9), vitamina B12 e vitamina B6.

  • Le stesse vitamine sono anche disponibili sottoforma di integratori. Un dosaggio indicativo potrebbe essere quello di 3,4mg/die di vitamina B6, 400 mcg/die di acido folico e 9mg/die di vitamina B12 46a.

    Pur risultando efficaci nel diminuire l’Omocisteina alta, questi integratori non sembrano prevenire le malattie e i disturbi associati all’Omocisteina alta, come le patologie cardiache, la disfunzione cognitiva, la demenza e l’osteoporosi 47, 17.

    La betaina (così come il suo precursore colina) è un altro integratore efficace per abbassare l’Omocisteina, così come l’N-Acetilcisteina (NAC).

    La N-acetilcisteina orale sembra anche ridurre l’omocisteina, che quando presente ad alti livelli rappresenta un fattore di rischio indipendente per le patologie cardiovascolari 51.

    In uno studio su 60 persone con malattie cardiache, l’integrazione di NAC (600mg/die) e acido folico (5mg/die) per 8 settimane ha abbassato i livelli di omocisteina e migliorato la salute dei vasi sanguigni 52.

    In un altro studio su quasi 100 pazienti che avevano avuto un infarto, la NAC ha accelerato il recupero, riducendo la durata delle degenze e quasi dimezzando il rischio di un nuovo infarto 53.

    Anche l’olio di pesce, ricco di omega-3, può diminuire i livelli di Omocisteina 47a.

    Consigli su Cosa Mangiare

    Secondo uno studio, il 45,4% di tutte le morti cardiometaboliche (per malattie cardiache, ictus e diabete di tipo 2) verificatesi negli USA nel 2012 era attribuibile a una dieta non ottimale, in particolare
    ai seguenti fattori di rischio53:

    • elevata assunzione di sodio (9,5%),
    • bassa assunzione di noci e semi (8,5%),
    • alta assunzione di carni lavorate (8,2%),
    • bassa assunzione di grassi omega-3 (7,8%),
    • basso apporto di verdure (7,6%) e frutta (7,5%),
    • alto consumo di bevande dolcificate artificialmente (7,4%).

    Attività Fisica

    Sebbene l’esercizio fisico aumenti l’Omocisteina nel breve periodo, a lungo termine si associa a livelli più bassi di Omocisteina e a un aumento del colesterolo HDL.

    Una revisione sistematica di 34 studi ha scoperto che un esercizio fisico regolare può essere in grado di ridurre i livelli di Omocisteina 48.

    Uno studio specifico sui pazienti con morbo di Parkinson ha scoperto che i pazienti che svolgevano attività fisica regolare mostravano livelli più bassi di Omocisteina 49.

    Smettere di Fumare

    Sia il fumo che l’esposizione al fumo passivo possono essere causa di Omocisteina alta 26, 27.

    Pertanto, smettere di fumare può aiutare a ridurre i livelli di Omocisteina 50.

    Gestione dello Stress

    Diversi studi hanno scoperto che lo stress può aumentare i livelli di Omocisteina.

    Pertanto, utilizzare delle tecniche per ridurre o gestire meglio lo stress può essere utile per abbassare l’Omocisteina, oltre a migliorare la salute in generale.

    Uno studio, ad esempio, ha dimostrato che lo yoga può aiutare a ridurre i livelli elevati di omocisteina51. Anche il Tai Chisi è dimostrato efficace in tal senso 52.

    Fonte: Magazine X115



Omocisteina Stop MTHFR-T

Con vitamine B6, B12 e acido folico

Ingredienti: Betaina, magnesio glicerofosfato, cellulosa microcristallina°, gomma arabica°, SAMe (S-adenosil Metionina disolfato tosilato), vitamina C (acido ascorbico), colina tartrato, zinco gluconato, (L-)serina, vitamina B3 (niacina, nicotinamide), vitamina B5 (pantotenato di calcio), vitamina B6 attivata (piridossale-5-fosfato), vitamina B2 attivata (riboflavina 5-fosfato di sodio), vitamina B1 (tiamina cloridrato), acido folico attivato (L-metilfolato di calcio), biotina, vitamina B12 attivata (5-deossiadenosilcobalamina e metilcobalamina). °Agente di carica. °°Antiagglomerante.

  • Folato metabolicamente attivo
  • Elevata biodisponibilità
  • Fornisce 1.000 mcg di Folato per porzione

l’acido folico ad alte dosi può mascherare la carenza di vitamina B-12. Consultare il medico in caso di gravidanza/allattamento, assunzione di farmaci (in particolare fenobarbital, fenitoina, primidone e metotrexato) o patologie mediche (in particolare qualsiasi condizione che coinvolga malassorbimento di nutrienti).


Sifar Nutra B Active Trio

30 Compresse Sublinguali

Forme di Vitamina B12 attiva, cioè Metilcobalamina, Adenosilcobalamina, Idrossicobalamina.

ad Alta concentrazione di forme attive 

500 μg Adenosilcobalamina e 500 μg Metilcobalamina

1000 μg per ogni capsula

(Il simbolo μg è uguale a mcg ovvero microgrammi)


Vitamina B 12 Attivata Giorgini

  • 100 ml in forma liquida, 100 dosi,
  • 1 ml al giorno in qualunque momento, direttamente in bocca o diluito in acqua. Contagocce graduato incluso nella confezione.
  • Ogni dose contiene 1000 mcg di 5-deossiadenosilcobalamina, metilcobalamina

 


Nutrisorb B 12 – Biocare – flacone da 15 ml

  • basso dosaggio (adatto a bambini e neonati)
  • contiene 25 ug idrossicobalamina (vit B 12 attivata)

 


L’Importanza della Vitamina B12

Una risorsa indispensabile per il nostro benessere – Come riconoscerne le carenze e porvi rimedio in modo naturale

Simona Vignali

Lo sapevi che anche chi non è vegetariano o vegano può soffrire di una carenza di vitamina B12?

La cattiva alimentazione, lo stress, le alterazioni del tratto digerente e di quello intestinale, più frequenti di quanto si creda, possono impedire o ridurre notevolmente l’assimilazione di questa vitamina, con gravi conseguenze. La carenza di vitamina B12 provoca una serie di sintomi che possono ripercuotersi sul sistema nervoso, il sistema motorio, la produzione di energia, il metabolismo, gli stati dell’umore, perfino il grado di fertilità. E può colpire a tutte le età, con danni irreversibili al feto, se presente durante la gravidanza.

Depressione, ansia, fatica cronica, ritardo dello sviluppo, autismo, sindrome di Asperger, disturbo da deficit di attenzione, sterilità, neuropatia, gambe irrequiete, perdita di appetito. E se fosse carenza di vitamina B12? Niente paura.

Questa condizione può essere facilmente curata, purché la diagnosi sia precoce.

Simona Vignali, naturopata di grande esperienza, ci insegna a conoscere questa vitamina indispensabile per il nostro benessere, a riconoscerne i segni di carenza a tutte le età e a capire qual è il dosaggio corretto per ogni condizione. Spiega inoltre quale forma di integratore di B12 è più efficace e dove trovarla negli alimenti.


 




Omocisteina Alta: Una ipotesi per Fibromialgia
Testimonianza di remissione con vitamina B12

Dedicato a tutte quelle persone che rimangono incastrate in una diagnosi senza senso come la Fibromialgia.

Se ti abbandoni ai loro protocolli inconsistenti sicuramente ti troverai un armadietto pieno di Antidepressivi, Antiepilettici, Antidolorifici, Oppiacei, Miorilassanti, Ansiolitici ed una miriade di farmaci da banco per dare sollievo ad uno e più disturbi ed effetti collaterali, quali steatosi ed obesità.

Daltronde i medici di base hanno le mani legate da quando il ministero ha messo dei limiti per la prescrizione degli esami, e la fibromialgia non è contemplata. Si dovrebbero fare tutti i pacchetti esami disponibili per escludere tutte le malattie e forse trovarne almeno una fra queste che sia positiva e cominciare a curarsi davvero.

Gli antidepressivi non funzionano anzi creano ulteriori carenze di Magnesio, Co Q10 e Gruppo B e anche tanti altri danni.

Abbiamo visto tante ipotesi che scatenano questa sindrome.  Tra le carenze vitaminiche cito: Carenza di Vitamina D, Magnesio, Tiamina.

Oggi vediamo una aumentata Omocisteina che si associa alla carenza di vitamina B12 ed una testimonianza emblematica di cura.

Lo Studio:

“Aumento delle concentrazioni di omocisteina nel liquido cerebrospinale nei pazienti con fibromialgia e sindrome da stanchezza cronica”

B. Regland, M. Andersson, L. Abrahamsson, J. Bagby, L. E. Dyrehag &C. G. Gottfries

https://doi.org/10.3109/03009749709105320

Astratto

Dodici pazienti ambulatoriali, tutte donne, che soddisfacevano i criteri sia per la fibromialgia che per la sindrome da stanchezza cronica, sono state valutate su 15 elementi della scala di valutazione psicopatologica completa (CPRS-15). Questi oggetti sono stati scelti per costituire una corretta sottoscala nevrastenica. I livelli di laboratorio del sangue erano generalmente normali.

La scoperta più ovvia è stata che, in tutti i pazienti, i livelli di omocisteina (HCY) sono aumentati nel liquido cerebrospinale (CSF).

Le correlazioni tra vitamina B12 e variabili cliniche della scala CPRS in questo studio indicano che bassi valori di CSF-B12 sono di importanza clinica.

aumento dei livelli di omocisteina riscontrati nel nostro gruppo di pazienti.

Concludiamo che l’aumento dei livelli di omocisteina nel sistema nervoso centrale caratterizza i pazienti che soddisfano i criteri sia per la fibromialgia che per la sindrome da affaticamento cronico.


Testimonianza di Margit Lindstrøm

Margit soffre di carenza di vitamina B12: non pensava che una vitamina potesse significare così tanto

Da: Julie Svarrer

14 SETTEMBRE 2021 | SALUTE | CASA
Due anni dopo, la sua anca va meglio e si allena di nuovo per la mezza maratona.

Margit, madre di tre figli e vive a Brabrand vicino Aarhus, visita il medico. Fa un sacco di esami del sangue e la sottopone ad un trattamento antimicotico intensivo, che, tuttavia, non fa molto effetto:

Poi suo padre trova la risposta

Contatta di nuovo il medico, perché ora qualcosa deve accadere. Insieme concordano che lei dovrebbe comunque provare le iniezioni di vitamina B12, anche se il medico è scettico.

non conosce molto sulla carenza di B12, e quindi deve costantemente raccogliere informazioni da sola.

Scopre, per esempio, che per assorbire correttamente la B12, servono anche le altre vitamine B, e da quando inizia con queste, può riprendere subito a  correre come faceva un tempo.

Finalmente arriva un supporto molto valido:

spiega che tutti i sintomi di Margit sono probabilmente dovuti al fatto che le manca la vitamina vitale sin dalla comparsa dei primi sintomi nel 2015.
Anche se Margit lotta ancora con le gambe pesanti e un livello di energia fluttuante, oggi ha, a parole sue, una bella vita.

RDA della Vitamina B12 – Cos’è la RDA?

  • Relazione fra Depressione e carenza di Vitamina B 12
  • Complesso vitaminico B
  • Il collegamento tra Vitamina B 12 ed OSTEOPOROSI
  • Vitamina B6-piridossina
  • Betaina, magnesio, colina, vitamine in forma attivata B6, B12 e acido folico, SAMe (S-adenosil metionina disolfato tosilato), vitamina C (acido ascorbico), zinco gluconato, vitamina B3, B5, B2, B1, Biotina.

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    500 μg Adenosilcobalamina e 500 μg Metilcobalamina

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    • basso dosaggio (adatto a bambini e neonati)
    • contiene 25 ug idrossicobalamina (vit B 12 attivata)

     


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    Integratore Energia Fisica e Mentale

    30 Compresse Sublinguali


    L’Importanza della Vitamina B12

    Una risorsa indispensabile per il nostro benessere – Come riconoscerne le carenze e porvi rimedio in modo naturale

    Simona Vignali

    Lo sapevi che anche chi non è vegetariano o vegano può soffrire di una carenza di vitamina B12?

    La cattiva alimentazione, lo stress, le alterazioni del tratto digerente e di quello intestinale, più frequenti di quanto si creda, possono impedire o ridurre notevolmente l’assimilazione di questa vitamina, con gravi conseguenze. La carenza di vitamina B12 provoca una serie di sintomi che possono ripercuotersi sul sistema nervoso, il sistema motorio, la produzione di energia, il metabolismo, gli stati dell’umore, perfino il grado di fertilità. E può colpire a tutte le età, con danni irreversibili al feto, se presente durante la gravidanza.

    Depressione, ansia, fatica cronica, ritardo dello sviluppo, autismo, sindrome di Asperger, disturbo da deficit di attenzione, sterilità, neuropatia, gambe irrequiete, perdita di appetito. E se fosse carenza di vitamina B12? Niente paura.

    Questa condizione può essere facilmente curata, purché la diagnosi sia precoce.

    Simona Vignali, naturopata di grande esperienza, ci insegna a conoscere questa vitamina indispensabile per il nostro benessere, a riconoscerne i segni di carenza a tutte le età e a capire qual è il dosaggio corretto per ogni condizione. Spiega inoltre quale forma di integratore di B12 è più efficace e dove trovarla negli alimenti.


     




    Complesso vitaminico B

    Magazine X115

    La mancanza di una certa vitamina e uno squilibrio nell’approvvigionamento possono causare problemi.

    Le vitamine del gruppo B appartengono a una categoria di vitamine idrosolubili. Questo è il motivo per cui scompaiono nel corpo molto rapidamente e devono essere consumati in quantità sufficiente su base giornaliera.

     

    Le Interazioni del Complesso B

    Anche così, spesso una combinazione può essere molto utile.

    Soprattutto in contesti terapeutici, i complessi o le combinazioni di vitamina B hanno ottenuto risultati positivi.

    Per informazioni più specifiche su come la vitamina B12 agisce in relazione diretta con altre vitamine e sostanze nutritive del gruppo B, vedere i seguenti articoli:

    Quali vitamine del gruppo B appartengono al complesso vitaminico B?

    Oggi si ritiene che 8 vitamine appartengano al complesso B:

    • B1: tiamina
    • B2: riboflavina
    • B3: niacina
    • B5: acido pantotenico
    • B6: piridossina
    • B7: biotina
    • B9: acido folico/folato
    • B12: cobalamina

  • specificità d’azione.
  • Chiarito questo, vengono talvolta utilizzati impropriamente i termini:

    • vitamina B13 in riferimento all’acido orotico.

    Come si verifica la carenza di vitamina B?

    Ci sono 3 cause principali per la carenza di vitamina B:

    • Approvvigionamento carente attraverso la dieta (ad es. sbilanciato, vegano o vegetariano)
    • Scarso assorbimento dal cibo (ad esempio a causa di disturbi intestinali)
    • Fabbisogno aumentato (ad es. a causa di ceppi tossici, infezioni o stress)

    Per assorbire adeguatamente tutte le vitamine del gruppo B è necessaria una dieta molto equilibrata, poiché sono distribuite in tutti i gruppi di alimenti.

    Tutte le forme di vitamina B sono solubili in acqua. Di conseguenza, le verdure cotte in acqua, che vengono poi scolate, perdono gran parte del loro contenuto di vitamina B.

    Quali sono i sintomi della carenza di vitamina B?

    Le vitamine del gruppo B sono coinvolte in quasi tutti i processi corporei direttamente o indirettamente. Di conseguenza, i sintomi della carenza si estendono a tutto il corpo. Il sintomo principale associato alla carenza di vitamina B è una drammatica perdita di energia e vitalità. Nella sua forma più estrema, questo può diventare seriamente dannoso per la salute o addirittura pericoloso per la vita.

    Ecco una panoramica delle principali aree di attività della vitamina B, nonché dei tipici sintomi di carenza:

    Produzione di energia:

    • Stanchezza
    • Esaurimento
    • Fatica cronica
    • Prestazioni fisiche compromesse
    • Debolezza

    Nervi:

    • sensazioni fisiche spiacevoli (intorpidimento, formicolio),
    • Neuropatie, paralisi
    • Perdita di controllo, paralisi

    Divisione cellulare/sintesi del DNA:

    • Problemi di pelle, capelli e unghie
    • Anemia
    • Infiammazione
    • Problemi con le membrane mucose (nella bocca o nei genitali)
    • Lingua infiammata o ulcere della bocca
    • Angoli della bocca lacerati
    • Diarrea cronica

    Psicologia/neurotrasmettitori:

    • Depressione
    • Insonnia
    • Emicrania
    • Schizofrenia, psicosi
    • Demenza, declino cognitivo
    • Difficoltà di concentrazione
    • Sistema immunitario:

      • Elevata suscettibilità alle infezioni
      • Infezione cronica
      • Infiammazione cronica

      Frequenza della carenza di vitamina B

      Quanto è comune una carenza delle singole vitamine del gruppo B?
      È difficile rispondere a questa domanda, in primo luogo perché esistono pochi studi epidemiologici importanti; e in secondo luogo, poiché non esiste una chiara definizione di carenza a tutti i livelli.

      Benefici del complesso vitaminico B

    • Energia: le vitamine del gruppo B supportano la produzione di energia e le prestazioni fisiche
    • Nervi: le vitamine del gruppo B sono necessarie per mantenere i nervi sani
    • Psicologia e cognizione: le vitamine del gruppo B sono fondamentali per la sintesi di ormoni e neurotrasmettitori
    • Mucose e intestino: le vitamine del gruppo B sono necessarie per garantire che la mucosa rimanga sana
    • Sangue: le vitamine del gruppo B sono vitali per la produzione di sangue
    • Pelle, capelli e unghie: le vitamine del gruppo B sono essenziali per la salute di pelle, capelli e unghie
    • Sistema immunitario: le vitamine del gruppo B sono necessarie per un sistema immunitario funzionante
    • Disintossicazione: le vitamine del gruppo B proteggono dallo stress ossidativo e sono fondamentali per il processo di disintossicazione

    funzioni delle vitamine B, della loro presenza negli alimenti e delle conseguenze di una loro carenza.

    Funzioni Fonti alimentari Sintomi di carenza
    Vitamina B1
    Cereali integrali, legumi, frutta secca a guscio, carne di maiale magra, semi di girasole, germe di grano, lievito Beri-beri, perdita di peso, disturbi emotivi, percezione sensoriale alterata, debolezza e dolore agli arti, irregolarità del battito cardiaco
    Vitamina B2
    Costituisce i coenzimi FAD e FMN che svolgono un ruolo importante nella produzione di energia, nel metabolismo di grassi, droghe e tossine, e nella protezione dai radicali liberi. Lievito, latte e derivati, cereali, uova, fegato, pesce, legumi, ortaggi Arresto della crescita, malattie della pelle, fotosensibilità, alterazioni delle labbra e della lingua, cheilite angolare, anemia
    Vitamina B3Niacina
    Costituisce il coenzima NAD+ e NADP+, che partecipa al metabolismo energetico, al mantenimento dell’integrità del genoma, al controllo dell’espressione genica e alla comunicazione cellulare. Può essere utilizzata per trattare la dislipidemia. Lievito, cereali, legumi, fegato, carne, pesce Pellagra (diarrea, dermatite, demenza e morte), fotodermatiti, parestesie
    Vitamina B5
    Costituisce il coenzima A, interviene nel metabolismo dei nutrienti per produrre energia e nella sintesi di grassi, colesterolo, ormoni steroidei, vitamine liposolubili, acetilcolina e melatonina Lievito, cereali, fegato, uova, latte, frutta, carne, ortaggi Disturbi del SNC, con irritabilità, affaticamento e apatia
    Vitamina B6
    Costituisce il coenzima di numerosi enzimi coinvolti nel metabolismo degli aminoacidi e nella sintesi di niacina, emoglobina e neurotrasmettitori (come serotonina, dopamina e GABA) Lievito, cereali, fegato, cervello, latte, frutta, ortaggi Dermatiti, polineuriti, spasmi muscolari, anemia microcitica, formicolio alle mani e ai piedi
    Vitamina H o B7
    Costituisce il coenzima degli enzimi decarbossilasi e trans carbossilasi Lievito, cereali, legumi, fegato, carne, uova Dermatite, Debolezza e Caduta dei Capelli
    Vitamina B9 – Acido folico
    Lievito, fegato, asparagi e numerosi ortaggi Vitamina B12
    Fegato, cervello, uova, formaggi e tutti gli alimenti di origine animale Anemia perniciosa e megaloblastica, mielosi funicolare. 

    I tre meccanismi principali attraverso i quali le vitamine del gruppo B esercitano questi effetti sono:

    Metabolismo energetico

    Le vitamine del gruppo B sono necessarie per digerire carboidrati, proteine e grassi e produrre energia da essi. Soprattutto, svolgono un ruolo importante nella produzione di energia nei mitocondri, dove sono coinvolti centralmente come coenzimi in quasi tutti i passaggi importanti.

    Divisione cellulare/sintesi del DNA

    Le vitamine del gruppo B svolgono un ruolo centrale nella sintesi e nella riparazione del DNA e nella divisione cellulare. Il corpo deve rinnovare costantemente tutte le sue cellule per mantenere sani organi e tessuti. Questa rigenerazione avviene particolarmente rapidamente per le mucose, la pelle, i capelli e le unghie. Naturalmente, tutti gli organi meno visibili sono colpiti allo stesso modo. La formazione dei muscoli e la produzione di nuovo sangue possono avvenire solo con sintesi del DNA e divisione cellulare intatte. Le vitamine del gruppo B sono anche fondamentali per le funzioni dei nervi.

    Metilazione

    Test di carenza di vitamina B

    La tabella sottostante mostra i test più comuni, nonché le corrispondenti scale di riferimento e i valori ottimali. Vengono utilizzate le unità più comuni. A volte esistono scale alternative, che non verranno mostrate in dettaglio qui.

    I test più utili, a nostro avviso, sono contrassegnati da un asterisco.

    Opzioni Riferimento Scala Valori ottimali




    Vitamina B1
    Sollievo dalla Fibromialgia e Parkinson

    Informazioni su Tiamina (Vitamina B1)

    dal Sito di Orthomolecular Medicine

    La vitamina B1 (tiamina) supporta il sistema nervoso e l’atteggiamento mentale.

    La tiamina è essenziale per il metabolismo dei carboidrati attraverso le sue funzioni di coenzima.

    Le persone anziane assorbono la tiamina in modo meno efficiente.

    La tiamina è anche un nutriente miracoloso. Qualcuno che soffre di beriberi, a malapena in grado di sollevare la testa dal cuscino, risponderà rapidamente alla tiamina iniettata. La persona sarà in piedi nel giro di poche ore.

    La tiamina può migliorare la circolazione, aiuta la formazione del sangue e il metabolismo dei carboidrati.

    ruolo nella digestione.

    Una carenza si tradurrà in beriberi e carenze minori possono essere indicate con:

    • estrema stanchezza,
    • irritabilità,
    • costipazione,
    • edema e fegato ingrossato.

    Si possono anche sperimentare:

    • dimenticanza,
    • disturbi gastrointestinali,
    • alterazioni cardiache,
    • irritabilità,
    • respiro affannoso
    • e perdita di appetito
    • nervosismo,
    • intorpidimento delle mani e dei piedi,
    • dolore e sensibilità,
    • scarsa coordinazione,
    • sensazioni di formicolio,
    • muscoli deboli e doloranti,
    • debolezza generale
    • e grave perdita di peso.

    Si pensa che la tiamina possa essere utile per la cinetosi nei viaggi aerei e marittimi e che questa vitamina respinga anche gli insetti quando viene escreta attraverso la pelle.

    TESTIMONIANZA DAL WEB

    assunta regolarmente durante i periodi estivi riduce il rischio di essere punti da insetti.

    Bartolomeo Scalzi, erborista

    Questo effetto non pare del tutto dimostrato, ma tant’è che non costa molto provare.


    Crediti immagine  a StudioOlisticoOnde

    Trovato sollievo economico ed efficace dalla fibromialgia (e dalla ME/CFS)?

    di Cort Johnson | 5 luglio 2013

    Karen Lee Richards ha avuto la fibromialgia per quasi 25 anni prima di imbattersi in un rimedio semplice ed economico che ha funzionato per lei.
    Questa è una terapia con tiamina ad alto dosaggio

    Secondo Medline la dose giornaliera raccomandata di Tiamina

    • per le persone sane è di 1-2 mg
    • Il gruppo italiano ha dato ai propri pazienti (con livelli normali di tiamina nel sangue) da 600 a 1.500 mg di tiamina al giorno (a seconda del loro peso corporeo). I medici hanno osservato una risposta “poco e niente”, senza alcuna risposta fino a quando non è stata trovata la dose corretta.

      Gli effetti collaterali consistevano in tachicardia e insonnia in alcuni pazienti che scomparivano quando la dose veniva ridotta.

      La Mayo Clinic riferisce che la tiamina è generalmente considerata sicura e relativamente non tossica, anche a dosi elevate. Raramente si verificano dermatiti o reazioni di ipersensibilità più gravi. Grandi dosi possono causare sonnolenza o rilassamento muscolare.

      Il gruppo italiano

      “La fatica cronica che accompagna le malattie infiammatorie e autoimmuni potrebbe essere la manifestazione clinica di una lieve carenza di tiamina, probabilmente dovuta a una disfunzione del trasporto intracellulare o a causa di anomalie enzimatiche, e risponde favorevolmente ad alte dosi di tiamina”. (Costantini et. al. 2013)

      Due terapeuti italiani, Constantini e Pala, avevano notato una drastica diminuzione della fatica e di altri sintomi nei loro pazienti affetti da colite ulcerosa trattati con alte dosi di B-1. (La tiamina è usata per trattare la colite ulcerosa e altri disturbi gastrointestinali).

    • Ha ricevuto 50 mg di tiamina intramuscolare per tre giorni e successivamente 600 mg di tiamina orale.
    • La connessione sindrome da affaticamento cronico/fibromialgia
      Il gruppo francese

      La carenza di tiamina si trova anche nell’Alzheimer e nel diabete e può influenzare la funzione della memoria.

      Recentemente un articolo di revisione ha suggerito che la carenza di tiamina non diagnosticata è comunemente diagnosticata erroneamente e colpisce principalmente il sistema nervoso centrale.

      La connessione del sistema nervoso autonomo

      La pletora dei sintomi del sistema nervoso autonomo associati alla carenza di tiamina (tachicardia, pressione del polso instabile, deficit di attenzione, prolasso della valvola mitrale, ecc.) è intrigante dato il ruolo di primo piano che il SNA svolge nella sindrome da stanchezza cronica.

      Riferimenti bibliografici:


      La Fibromialgia, una finta malattia?

      Come io stessa avevo scritto la Fibromialgia essendo un insieme di sintomi riconducibili ad una pletora di malattie sembra un pò come tanta roba, tutto e niente, una punta di iceberg dove le vere dimensioni del problema sono sommerse (vedi miei articoli sul blog).
      Ma leggiamo cosa dice il dottor Federico Del Conte:

      Il poter dare un nome a una qualsiasi cosa ne definisce la possibilità di poterla conoscere, di potersi mettere in relazione con questa e/o di poterla affrontare. Al nuovo nato viene dato un nome con il quale si presenta al mondo, che ne caratterizza la sua unicità e, per certi versi, anche il suo carattere. In ambito medico la diagnosi, e quindi il poter dare un nome e un significato ad una determinata patologia, permette la definizione di un preciso percorso terapeutico. Ogni patologia presenta un nome specifico che definisce il tipo di degenerazione e/o l’organo compromesso, per cui il dire asma o enfisema, esprime due patologie diverse a carico dei polmoni con una sintomatologia non molto dissimile.

      Nel caso della Fibromialgia più che una compromissione d’organo si intende una raccolta di sintomi. Non è una vera malattia, ma nasce dal bisogno di trovare un Nome per definire una serie di sintomi diversi accomunati da un denominatore comune: un dolore insopportabile. Mi rendo conto che spesso il poter dare un nome alla propria sofferenza è un primo passo per poterlo “accettare”, dando la speranza di una possibile risoluzione: dato un nome al “malfattore”, lo si riconosce e quindi si pensa che possa essere più facile debellarlo.

      Ormai numerosi siti si occupano della Fibromialgia ed è stato creato persino un gruppo di condivisione su Facebook. Tutti sono concordi sulla difficoltà di interpretazione dei sintomi e sull’origine multifattoriale. E’ stata descritta per la prima volta dai neurologi Francesi nel 1896, anche se con nomi diversi, e anche Freud vi dedicò la sua attenzione prima di elaborare la teoria psicanalitica. Oggi si cercano ragioni oggettivabili e scientifiche, come la presenza di problemi di disfunzione a carico dei neurotrasmettitori, in particolare dellaserotonina e della noradrenalina.

      È possibile che l’iperattività del Sistema Nervoso Neurovegetativo (una parte del nostro sistema nervoso che controlla con meccanismi riflessi numerosi funzioni dell’organismo tra cui la contrazione dei muscoli, ma anche la sudorazione, la vasodilatazione e la vasocostrizione, ecc.) induca un deficit di irrorazione sanguigna a livello muscolare con insorgenza di dolore, debolezza e tensione1.

      In altri studi viene presa in considerazione una possibile carenza di Tiamina (vitamina B1) a causa di una disfunzione del trasporto attivo dal sangue nei mitocondri2. Vi sono anche studi che riportano come causa di questa sindrome, una alterazione della fase 4 del sonno (non-REM), oppure la possibilità che abbia un origine di natura infettiva (come ad esempio la malattia di Lyme).

      In ogni caso è un problema che presenta una vasta diffusione, addirittura ne è affetta una donna in età fertile su quattro, con sintomi molto diversi, tanto da farla spesso confondere con altre malattie. Il segno clinico tipico della Fibromialgia è la presenza di specifici punti dolorabili (“tender points”) che mostrano una notevole dolorabilità, rispetto alle zone immediatamente adiacenti.

      Il paziente affetto può sobbalzare o presentare una contrattura dolorosa in seguito alla pressione su punti specifici. Nel 1990 l’Am. Coll. of Rheumatology ha fissato dei criteri diagnostici per la Fibromialgia, secondo i quali la diagnosi di Fibromialgia può essere posta in presenza di dolore diffuso di almeno 11 dei 18 punti dolorosi sopra descritti3.

      La diagnosi differenziale della Fibromialgia con le possibili altre malattie con cui si può confondere, spesso si ottiene semplicemente per la mancanza di alterazioni riscontrabili attraverso le analisi strumentali. La Medicina Tradizionale si basa su una valutazione della fisicità dell’individuo, spesso anonima e transpersonale, che si può applicare in modo conforme a tutti gli individui che presentano dei sintomi simili, raggruppabili e che allo stesso tempo definisce le diagnosi delle malattie.

      Forse, talvolta, potrebbe essere interessante un approccio svolto attraverso una valutazione della corporeità dell’individuo, attraverso una valutazione più individualizzata della fisicità.

      L’idea di voler parlare in questo articolo di una patologia molto controversa nella sua esistenza, seppur abbastanza diffusa come espressione confusa di uno stato di malessere, mi permette di spiegare ulteriormente la diversa chiave di lettura di una malattia attraverso il metodo della complessità in Medicina Omeopatica.

      In questo contesto, in Medicina Omeopatica sono noti dei farmaci/rimedi (se si considera la recente normativa prevista dal Decreto Balduzzi, di cui ho parlato nel precedente articolo) per esprimere questi stati, anche di profonda sofferenza, prevalentemente al livello fisico. Fra questi Colocynthiscome i sali di Megnesio, Graphites e Drosera, sono dei farmaci, in cui i sintomi mentali sono molto poco presenti a favore di una particolare manifestazione rispettivamente a carico: dell’apparato addominale, muscolare, organi di senso, cute e apparato respiratorio.

      Pertanto, non è sempre facile dare un senso alla propria sofferenza e, l’incapacità a descriverla, circostanziarla, farsene carico o pensare di poterla condividere verbalmente può spostare verso l’espressione di sintomi fisici come definito nella sedicente Fibromialgia.

      La corporeità è un luogo dove psiche e fisico si incontrano costantemente per creare, nello spazio di un attimo, una complessissima serie di risposte, che siano di appagamento o di sofferenza, di organizzazione o disorganizzazione, di sentire e di non sentire, tutte variazioni sul tema della partecipazione alla vita. La corporeità è essenzialmente soggettiva rispetto alla fisicità, ancorché parzialmente oggettivabile4.

      Il voler cercare una spiegazione dei sintomi della Fibromialgia in alterazioni organiche legate a neurotrasmettitori, o attraverso astruse definizioni che tengono conto del tipo di sintomi espressi mi fanno pensare a alla storia sufi in cui si racconta di un uomo che cerca le chiavi sotto a un lampione. Non importa se le chiavi sono state perse poco più in la, ma solo sotto al lampione c’è la luce…

      Tratto sal sito del dr Federico Del Conte (2014)

      Bibbliografia:

      1. http://www.fibromyalgia.it/fibromialgia_quale_la_causa.htm

      2. Harrison: Principi di Madicina Interna. McGraw-Hill Libri Italia. Milano, 1995. Vol II, pag. 1936.

      3. PRAXIS “Un nuovo metodo in Medicina Omeopatica: la ricerca della coerenza nella manifestazione dei fenomeni clinici”. Massimo Mangialavori, Giovanni Marotta. Matrix Editrice, Vol I e II

      Pubblicato nella rivista “Val D’orcia – Terra d’Eccellenza”


      Da un sito UK sul Trattamento con Tiamina

      • Domanda

      Risposta

  • Cereali integrali e pane fortificato, cereali, pasta e riso
  • Carne (soprattutto maiale) e pesce
  • Legumi (come fagioli neri e soia), semi e noci
  • La tiamina si trova anche negli integratori multivitaminici con alcuni integratori che utilizzano una forma sintetica di tiamina chiamata benfotiamina. Poiché la maggior parte delle persone nel Regno Unito assume abbastanza tiamina dal cibo che mangia, la vera carenza di tiamina è rara. Tuttavia, alcuni gruppi di persone corrono il rischio di sviluppare una carenza di tiamina. Questi includono:

    • Persone con dipendenza da alco
    • Individui più anziani
    • Persone con diabete, HIV/AIDS

    La carenza di tiamina può causare perdita di peso e appetito, problemi neurologici, tra cui confusione e perdita di memoria, debolezza muscolare e problemi cardiaci. Una grave carenza di tiamina porta a una malattia chiamata beriberi in cui i sintomi includono formicolio e intorpidimento ai piedi e alle mani, perdita di muscoli e riflessi scarsi. Un altro esempio di carenza di tiamina è la sindrome di Wernicke-Korsakoff, che colpisce soprattutto le persone con alcolismo che seguono una dieta povera. Ciò provoca anche formicolio e intorpidimento alle mani e ai piedi, grave perdita di memoria e confusione. I ricercatori stanno ora esaminando le persone con diabete, che spesso hanno bassi livelli di tiamina nel sangue, per vedere se gli integratori di tiamina possono migliorare i livelli di zucchero nel sangue e se la benfotiamina può aiutare con i danni ai nervi causati dal diabete.

    La ricerca sta anche esaminando se gli integratori di tiamina potrebbero aiutare a migliorare la funzione mentale nelle persone affette da demenza. E un piccolo studio di casi clinici condotto in Italia, che ha coinvolto solo tre persone affette da fibromialgia, ha scoperto che alte dosi di tiamina hanno portato a un miglioramento dell’affaticamento.

    Al momento, non ci sono prove di ricerca che indichino che le persone con ME/CFS siano carenti di tiamina, o che gli integratori di tiamina siano una forma utile di trattamento. Tuttavia, ciò che già sappiamo sulla carenza di tiamina, e i risultati della ricerca di cui sopra, suggeriscono che questo è qualcosa che potrebbe valere la pena indagare nella ME/CFS prima di scartare ogni possibile collegamento.

    Vale la pena tenere presente che normalmente l’organismo assume solo ciò di cui ha bisogno dalle vitamine e dagli integratori presenti nella dieta. Poiché qualsiasi eccesso viene normalmente eliminato nelle urine, è difficile causare un sovraccarico di tiamina nel corpo. Sembra essere un integratore vitaminico sicuro da assumere, anche se nello studio italiano sono stati segnalati tachicardia (aumento della frequenza cardiaca) e difficoltà ad addormentarsi.

    Riferimento: Costantin A et al. La tiamina ad alte dosi migliora i sintomi della fibromialgia. BMJ Casi clinici 2013.


    Benerva è il nome commerciale della Tiamina in fiale che si può avere solo con ricetta medica

     

     

     

    Qui sotto le foto ed i nomi di alcuni integratori di vitamina B1 che troviamo liberamente su Internet su varie farmacie on line.


    DEMENZA E THIAMINA
    Ci sono stati casi eclatanti in cui un semplice trattamento con 100-200 mg di thiamina (vitamina B1) ha portato incredibili risultati su pazienti affetti da demenza o Parkinson.

    https://costantinib1.com/




    Dieta e vitiligine: la storia finora
    Traduzione di uno studio

    CANNES, FRANCE – MAY 25: Winnie Harlow . (Photo by Arnold Jerocki/Getty Images for Campari)

    La vitiligine è una di quelle malattie dermatologiche in cui si assiste al fallimento della farmacologia ed dei rimedi allopatici.

    Si esterna in superficie (pelle senza pigmento a chiazze) ma le cause sono più profonde e riguardano l’apparato immunitario, forse ereditata geneticamente.  Il primo problema è visivo nella immagine della persona e non ci sono sintomi particolari a carico della pelle, né prurito, ne esquamazione e non è contagiosa. Col tempo possono svilupparsi le vere cause della malattia dando disturbi più importanti a carico di altri apparati.

    La medicina cosa offre come terapie?

    Quasi nulla di veramente rispolutivo e come tutte le malattie dermatologiche c’è la tendenza a curare il sintomo con grandi dosi di cortisone che sembra essere l’unico rimedio universale usato dai dermatologi per tutte le affezioni.

    Vedi Link

    Una patologia autoimmune

    Quando è presente la vitiligine, significa che le cellule del sistema immunitario alterano le funzioni dei melanociti, che non producono più melanina. Ecco perché parti del rivestimento cutaneo rimangono bianche.

    Per una visita di controllo, affidati a esperti: contatta gli specialisti in dermatologia di IDE.

    Quali sono le cause della vitiligine?

    Anche se non esistono fattori scatenanti provati da studi e casi, possiamo affermare che l’ereditarietà (una predisposizione genetica) è una possibile causa della vitiligine.

    Altre possibili cause che possono favorire la vitiligine sono:

    • disfunzioni della tiroide
    • stress
    • diminuzione delle difese immunitarie
    • stress ossidativo
    • anomala presenza di perossido di idrogeno nelle cellule (una condizione che influenza negativamente la normale pigmentazione della pelle).

    Vitiligine: le cure possibili

    Diversi sono i rimedi per contrastare questa patologia della pelle.

    Innanzitutto è necessario che uno specialista identifichi la patologia e le sue caratteristiche, oltre a esaminare la condizione clinica del paziente. Dopo una prima visita dal dermatologo, è possibile procedere con:

    • la terapia PUVA, che agisce attraverso l’applicazione di sostanze fotosensibilizzanti e la somministrazione controllata dal medico di raggi UV, il tutto per riattivare la funzione dei melanociti
    • raggi UVB, che somministrati per il trattamento della vitiligine portano alla risoluzione parziale del disturbo in tempi più brevi rispetto alla terapia PUVA
    • i farmaci, come i corticosteroidi o gli immunosoppressori per via topica, favoriscono la ripigmentazione della pelle e generalmente svolgono una funzione di supporto alle terapie
    • il trapianto di melanociti è un trattamento suggerito per macchie piccole e quando le terapie non hanno portato a risultati significativi.

    vediamole insieme: dalla Fonte dello studio

    Astratto

    La maggior parte degli studi concorda sul fatto che la combinazione di

    • vitamina B12,
    • acido folico
    • Vitamina D
    • ed esposizione al sole è buona per indurre la ripigmentazione. 
    • L’integrazione di zinco e fenilalanina quando utilizzata in combinazione con steroidi topici o trattamento UV-B (ultravioletto B) mostra effetti terapeutici sulla vitiligine a causa del loro ruolo nel percorso di sintesi della melanina. 
    • Le indagini condotte sugli integratori a base di erbe hanno rivelato che la maggior parte di essi contiene antiossidanti, che aiutano nella ripigmentazione. 

    Lo scopo di questa recensione narrativa è discutere la funzione della nutrizione nelle malattie infiammatorie della pelle immuno-mediate dal punto di vista delle informazioni più recenti e affidabili disponibili. 

    Introduzione e sfondo

    malattia autoimmune connessa con influenze ormonali ed ereditarie oltre a disturbi che coinvolgono il metabolismo, lo stress ossidativo e la disintegrazione cellulare. S

    econdo nuove ipotesi, i fattori principali sono la melanocitorragia e la scarsa vitalità dei melanociti. La lesione caratteristica è una macula amelanotica, non squamosa, bianco gesso con bordi netti [1,2] . La pelle comunemente colpita è quella del viso, delle labbra, delle mani, delle braccia, dei piedi e dei genitali. Inoltre, le aree colpite hanno tipicamente i capelli bianchi. Tuttavia, il processo eziopatogeno alla base della vitiligine è ancora incerto[3] . 

    Riparando i pigmenti danneggiati o rimuovendo i pigmenti persistenti, la terapia della vitiligine mira a ridurne la gravità. 

    [5] . Secondo i medici, il focus degli studi futuri dovrebbe essere su nuove strategie come la qualità della vita (QOL) valutazioni che valutano la soddisfazione del paziente. 

    Revisione

    Epidemiologia

    [6] . Con un tasso di incidenza stimato dell’8,8%, Gujarat, India, ha di gran lunga la più alta incidenza a livello mondiale [7] . Sia gli uomini che le donne soffrono della condizione [8,9] , anche se è stato riscontrato che le donne hanno maggiori probabilità di cercare assistenza medica. Le giovani donne (fino a 30 anni di età) hanno una prevalenza di vitiligine molto più elevata rispetto ai giovani maschi [8,10] . Le donne raggiungono il picco nella prima adolescenza, mentre i maschi raggiungono il picco tra i 45 ei 60 anni [5] .

    Tipi di terapia

    Una delle preoccupazioni dermatologiche più impegnative è attualmente il trattamento della vitiligine. Tuttavia, gli ultimi anni hanno visto lo sviluppo di terapie sicure ed efficaci. Le terapie che possono rallentare la progressione della condizione, trasformare le chiazze depigmentate e promuovere la ripigmentazione includono fototerapia, agenti immunosoppressori sistemici e topici e procedure chirurgiche [11,12] . 

    [12]. La ripigmentazione si sviluppa prima ai bordi delle lesioni o secondo un tipo specifico di pattern noto come “perifollicolare”.

    almeno 2-3 mesi. Il tipo di trattamento più diffuso per la vitiligine prevede la radiazione UV e, quando accoppiato con altre terapie, è stato collegato a risultati migliori [13] .

    Vitamina B12 e acido folico

    La vitamina B12 (nota anche come cobalamina) costituisce una delle nove vitamine idrosolubili e uno degli otto tipi di vitamina B [14] . È una delle carenze più comuni e, se non trattata, potrebbe causare disturbi del sangue e dei nervi [15] . Una dieta non vegetariana, che includa carne, uova e latticini, è una buona fonte di vitamina B12. Il normale consumo di B12 è di 2,4 μg al giorno. Viene assorbito solo dal cinquanta al sessanta per cento [16,17]

    La vitamina B12 si è dimostrata utile per la ripigmentazione nei pazienti affetti da vitiligine

    acido folico (o vitamina B9) ha dimostrato di essere significativo per il trattamento della vitiligine. Deve essere incluso nella dieta poiché il corpo non può sintetizzarlo. 

    [14] . Sono necessarie ulteriori ricerche per identificare il dosaggio corretto di vitamina B12 e B9 e la durata per la quale la pelle dovrebbe essere esposta al sole  [18] .

    Vitamina C

    La vitamina C costituisce una delle vitamine idrosolubili. Principalmente presente negli agrumi come limone, kiwi, arance e verdure a foglia verde. La vitamina C dovrebbe far parte di una dieta equilibrata. È stato indicato che la vitamina C ha azione antiossidante e caratteristiche immunomodulatorie  [19,20] . La vitamina C non viene utilizzata ed è controindicata nel trattamento della vitiligine poiché interrompe i percorsi di produzione della melanina  [21] .

    Vitamina D

    La vitamina D è una vitamina liposolubile che assorbe sostanze come calcio e magnesio. La vitamina D agisce sui recettori della pelle e interrompe la crescita e lo sviluppo di melanociti e cheratinociti  [22,23] . La 25-idrossivitamina D₃ (calcifediolo) agisce sui recettori diidrossivitamina D3 sui melanociti per avviare la secrezione di melanina  [24]

    Secondo la ricerca, i livelli di vitamina D hanno un impatto sul sistema immunitario poiché il sistema immunitario ha enzimi/metaboliti che possono metabolizzare la vitamina D, indicando che il sistema immunitario contribuisce anche a convertire le forme inattive di vitamina in forme attive di calcitriolo. Ciò stabilisce una relazione tra il normale funzionamento del sistema immunitario del corpo e i livelli circolanti di vitamina D. 

    [25]. 

    Su 16, 14 pazienti hanno mostrato una ripigmentazione dal 25% al ​​75%, concludendo che l’integrazione di vitamina D potrebbe ridurre la progressione della malattia  [26] .

    Zinco

    [28] . Combinato con steroidi topici, lo zinco ha dimostrato di essere un vantaggio marginale nella gestione della vitiligine. Tuttavia, questo richiede ulteriori indagini. Tuttavia, gli effetti avversi gastrointestinali correlati al trattamento sono un fattore che limita l’integrazione di zinco [28] . In un esperimento di Yaghoobi et al., il 13,3% dei partecipanti che assumevano zinco ha riportato disturbi gastrici[29] . 

    DNA: acido desossiribonucleico

    Supplemento Proprietà Impatto sulla gestione della vitiligine
    Vitamina B12 e acido folico Sintesi, riparazione e metilazione del DNA Ripigmentazione indotta con l’integrazione insieme all’esposizione al sole, ripigmentazione completa dopo la terapia completa
    Vitamina C Funzione antiossidante e immunomodulante Controindicato in quanto provoca disturbi nella via di sintesi della melanina
    Vitamina D Funzione del sistema immunitario Diminuisce la progressione della malattia se integrato con la terapia standard
    Zinco Il cofattore per il normale funzionamento di ormoni ed enzimi inibisce la distruzione dei melanociti Fornisce un vantaggio marginale se combinato con steroidi topici