Ruolo dei nutrienti per la salute delle orecchie e miglioramento degli Acufeni

Trattamenti alternativi dell’acufene: medicina alternativa

“Poiché la medicina occidentale è rimasta ampiamente infruttuosa nel trattamento dei sintomi dell’Acufene, molti medici e pazienti si sono rivolti a opzioni terapeutiche alternative per ridurre la sofferenza dei pazienti e migliorare la loro qualità di vita.

Sebbene la ricerca nella medicina complementare/integrativa continui ad essere scarsa e inconcludente , gli studi puntano verso gli effetti positivi dell’agopuntura, dei rimedi erboristici, degli integratori alimentari, degli antiossidanti, della melatonina e dell’ipnosi sull’acufene.

Sebbene l’efficacia di questi trattamenti sia incoerente e possa dipendere dalle circostanze specifiche del paziente, gli studi riconoscono che ogni trattamento vale la pena provare alla luce dei potenziali benefici essendo non invasivo e ben tollerato.”

Quindi abbiamo trovato alcuni studi sui seguenti integratori di vitamine, minerali ed amminoacidi:

  • Potassio
  • Magnesio
  • Zinco
  • Vitamina A (beta-carotene)
  • Vitamina B-12
  • Vitamina C
  • Vitamina D
  • Folati
  • Taurina

Consigliamo, per nostra esperienza, di non ricorrere ad integratori multivitaminici, specie se indirizzati proprio al disturbo degli Acufeni poiché non garantiscono i dosaggi di efficacia. Benché sembrino così comodi da assumere, è meglio usare integratori singoli per ciascun nutriente, a garanzia di maggiore efficacia e con migliori speranze di attenuare i disturbi dell’orecchio.

La serie di soluzioni nutraceutiche che andiamo a presentarvi sono già in parte vitamine e minerali che usiamo per mantenimento della salute in generale. Per chi si approccia per la prima volta alle integrazioni può sembrare una novità, ma è essenziale capire che più integratori lavorano meglio assieme. Quindi affidarsi solo ad una vitamina o un minerale per migliorare gli acufeni, non è una buona strategia.

È bene sapere che la carenza di vitamine e minerali colpisce in ogni distretto del corpo e proprio gli organi più piccoli con microcircolazione, sono i primi a risentirne.

Vitamite e integratori: i benefici per le orecchie

Tratto da Amplifon

Minerali per la salute delle orecchie

come la perdita dell’udito legata all’età, le infezioni dell’orecchio e il tinnito (ronzio nelle orecchie). Ecco uno sguardo più da vicino ad alcuni di questi minerali.

MAGNESIO

Il Magnesio previene i danni all’orecchio interno

Magnesio può svolgere un ruolo importante nel proteggere le nostre orecchie dagli effetti dannosi del rumore. I suoni forti stimolano la produzione di molecole di radicali liberi nel nostro orecchio, che danneggiano le delicate cellule ciliate dell’orecchio interno. Poiché queste cellule ciliate sono necessarie per trasmettere il suono dall’orecchio al cervello, questo danno può portare alla perdita dell’udito indotta dal rumore.

POTASSIO

Il Potassio aiuta a convertire il suono

ZINCO

Lo Zinco combatte i batteri e i virus

Nota: Controllate il vostro medico prima di aggiungere un supplemento di Zinco alla vostra routine, soprattutto se prendete antibiotici o diuretici, perché lo Zinco può interagire negativamente con questi tipi di farmaci.

Vitamine per la salute dell’orecchio

FOLATI

Folati per combattere i radicali liberi

tasso più lento di perdita dell’udito.

L’attività dei radicali liberi può ridurre il flusso di sangue all’orecchio interno e danneggiare le delicate cellule sensoriali del nostro orecchio, necessarie per un udito sano. E una volta che queste cellule sono distrutte, non possono ricrescere.

VITAMINA D

La vitamina D mantiene forti le ossa dell’orecchio

VITAMINA A e C

Il Magnesio con le vitamine A e C

aiutare a prevenire i danni all’udito indotti dal rumore.

Il legame tra il tinnito e le vitamine

carenza di vitamina B12 hanno sperimentato un miglioramento significativo dopo aver ricevuto iniezioni intra-muscolari della vitamina. Lo Zinco è un altro nutriente che a volte viene propagandato per migliorare i sintomi dell’acufene, ma gli studi non sono riusciti a dimostrare un legame significativo tra l’integrazione di Zinco e il sollievo dall’acufene.

Amminoacidi ed Acufeni

TAURINA

Parliamo della Taurina.

invertire la perdita dell’udito biologico. I danni alle orecchie si verificano nelle cellule nervose responsabili della conversione del suono in segnali elettrici che il cervello può interpretare. Queste cellule nervose dipendono dalla circolazione del calcio per funzionare bene. Quando questa circolazione di calcio si riduce, la Taurina aiuta a ripristinarla e a mantenerla a livelli ottimali.

  • – https://doi.org/10.1016/j.heares.2010.09.0

Altri studi sull’Acufene


Riuscire a dormire con Acufeni

Utilizzare erbe calmanti e sedative finche non riuscite a gestire l’Acufene o migliorarlo con itegratori e strategie proposte.

Quindi saranno utili: Valeriana, Biancospino, Passiflora, Tiglio ecc…


CHE COS'è L'ACUFENE

Dalla pagina Acufene.it (tutto quello che devi sapere sul fischio all’orecchio)

L’acufene viene scientificamente definito come la percezione di un suono in assenza di stimoli esterni. Circa il 20% della popolazione mondiale lo ha avvertito almeno una volta mentre il 2% ne soffre.  Le cause responsabili della genesi di tale fastidio possono essere molteplici e anche molto sfumate.

Diversi elementi sono chiamati in causa come possibili fattori scatenanti tra cui patologie occlusive dell’orecchio esterno, alcuni trattamenti farmacologici, esposizione a rumori intensi, disturbi dell’articolazione temporomandibolare, processi di invecchiamento delle strutture recettoriali dell’orecchio interno, alimentazione, probabilmente tutti coinvolti con importanze diverse, nella genesi dell’acufene, motivo per cui si parla di “patogenesi multifattoriale”.


VITAMINA B12

Acufene e vitamina B12

Come noto l’acufene è una percezione uditiva la cui esatta origine e natura è sconosciuta: può derivare da una sorgente o da un punto trigger nella coclea, nel tronco cerebrale o in altri centri e punti dove non è però presente alcun generatore acustico rilevabile.

Fra i modelli più accreditati c’è quello formulato dal neurofisiologico Jastreboff che considera l’acufene una percezione sottocorticale e il risultato dalla trasformazione di una debole attività neuronale.

17 persone sono risultate carenti di vitamina B12 (42,5%), considerando quali valori normali 250 pg/ml. Dall’analisi dei risultati è emerso che i pazienti carenti di vitamina B12 trattati con questa hanno registrato miglioramenti statisticamente significativi dei punteggi, sia di quello relativo al tinnito misurato con questionario, sia di quelli relativi alla gravità del disturbo misurato con scana analogica visiva (VAS).

I risultati di questo studio supportano l’ipotesi che la correzione di un’eventuale carenza di vitamina B12 può migliorare l’acufene.


STRATEGIE PER L'ACUFENE

Come Curare l’Acufene in Modo Naturale

Importanza di una Dieta Equilibrata

come curare l'acufene in modo naturale

Una dieta ben bilanciata non solo promuove la salute generale ma può anche influire sulle condizioni dell’acufene. L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nel modulare il nostro stato di salute, e alcuni nutrienti specifici hanno mostrato la capacità di influenzare positivamente i sintomi dell’acufene.


CONSIGLI ALIMENTARI

Cosa non mangiare per gli acufeni?

Nella gestione dell’acufene, la dieta gioca un ruolo cruciale. Alcuni alimenti e sostanze possono, infatti, esacerbare i sintomi, rendendo fondamentale conoscerli e possibilmente evitarli. Tra questi, gli alimenti ricchi di sale sono in cima alla lista. Un’eccessiva assunzione di sale può portare ad un aumento della pressione sanguigna, che a sua volta può aggravare i sintomi dell’acufene. Allo stesso modo, alimenti contenenti alti livelli di zuccheri raffinati possono alterare i livelli di zucchero nel sangue e peggiorare i sintomi.

Altri stimolanti come la caffeina e l’alcol sono noti per influenzare negativamente l’acufene. La caffeina, in particolare, può stimolare l’attività nel cervello in modo che possa aumentare la percezione dei suoni dell’acufene. Analogamente, l’alcol, alterando il flusso sanguigno nell’orecchio interno, può intensificare i sintomi. È quindi consigliabile limitare il consumo di caffeina e alcol per coloro che cercano di gestire l’acufene in modo più efficace.

È inoltre importante considerare gli alimenti che possono innescare reazioni allergiche o sensibilità, poiché queste condizioni possono contribuire alla comparsa o all’aggravamento dell’acufene. Alimenti come i latticini o il glutine, per esempio, possono essere problematici per alcune persone. Monitorare la propria risposta a questi alimenti e regolare la dieta di conseguenza può offrire un certo sollievo dai sintomi dell’acufene.

Cosa bere per acufeni?

bere abbondante acqua durante il giorno può aiutare a ridurre i sintomi dell’acufene, mantenendo il corpo e le vie circolatorie ben idratate. Questo è particolarmente importante dato che anche una lieve disidratazione può peggiorare i sintomi.

Le tisane, in particolare quelle con proprietà rilassanti e anti-infiammatorie come la camomilla o lo zenzero, possono offrire sollievo. Queste bevande non solo promuovono il rilassamento, ma possono anche avere effetti positivi sulla circolazione, potenzialmente benefici per chi soffre di acufene.

Alcuni studi suggeriscono che il tè verde, ricco di antiossidanti, può avere effetti benefici. Gli antiossidanti nel tè verde possono proteggere le cellule dell’orecchio interno e migliorare la circolazione, possibilmente aiutando a ridurre i sintomi dell’acufene. Tuttavia, dato il contenuto di caffeina nel tè verde, il suo consumo dovrebbe essere moderato, specialmente per coloro sensibili agli stimolanti.

I frullati di frutta e verdura possono essere un ottimo modo per integrare la propria dieta con nutrienti essenziali che possono supportare la salute dell’udito e ridurre l’infiammazione, fattori chiave nella gestione dell’acufene. Scegliere ingredienti ricchi di magnesio, potassio e antiossidanti può fornire un contributo positivo alla riduzione dei sintomi.

Il Ruolo del Magnesio nella Dieta

Alimenti ricchi di magnesio, come verdure a foglia verde, noci e semi, sono stati collegati a una riduzione dei sintomi dell’acufene. Il magnesio, un minerale essenziale, svolge un ruolo vitale in numerosi processi corporei, compresa la funzione nervosa e la circolazione sanguigna. Integrare la propria dieta con cibi ricchi di magnesio può non solo contribuire a una salute generale ottimale ma anche offrire un sollievo specifico per chi soffre di acufene.


L’Impatto degli Stimolanti

Evitare stimolanti come caffeina e alcol può anche essere benefico, poiché possono aggravare i sintomi dell’acufene. Queste sostanze possono influire negativamente sulla qualità del sonno e aumentare i livelli di stress, creando un circolo vizioso che può peggiorare la percezione dell’acufene. Ridurre o eliminare questi stimolanti dalla propria dieta può contribuire significativamente a gestire i sintomi dell’acufene, portando a una migliore qualità della vita.

Uso di Integratori e Erbe Naturali

L’approccio alla cura dell’acufene attraverso integratori naturali ed erbe è una via esplorata con interesse crescente. Questo metodo si basa sulla premessa che alcuni supplementi possono influenzare positivamente la circolazione sanguigna e l’equilibrio nutrizionale del corpo, offrendo potenziali benefici per coloro che soffrono di acufene. Tra i più discussi vi sono il Ginkgo biloba e lo Zinco, entrambi noti per le loro proprietà uniche che potrebbero contribuire alla gestione dei sintomi dell’acufene.


GINKGO BILOBA

Ginkgo biloba

Il Ginkgo biloba è celebre per la sua capacità di migliorare la circolazione sanguigna, particolarmente verso il cervello e le estremità del corpo. Questa erba, usata per millenni nella medicina tradizionale cinese, si pensa abbia effetti positivi anche sulla circolazione nell’orecchio interno, luogo chiave nella percezione dell’acufene.

Alcuni studi suggeriscono che il Ginkgo biloba possa ridurre i sintomi in alcuni pazienti, anche se la ricerca è ancora in fase di approfondimento. Importante è consultare il proprio medico prima di iniziare qualsiasi integrazione, per assicurarsi che non ci siano interazioni con altri farmaci in uso.


ZINCO

Zinco

L’importanza dello Zinco nella salute dell’orecchio è ben documentata, con una carenza di questo minerale che può essere correlata a casi di acufene. Lo Zinco svolge un ruolo cruciale in molteplici processi cellulari, compresa la neurotrasmissione, e il suo apporto adeguato può contribuire al benessere dell’udito.

Integratori di Zinco possono quindi essere considerati come parte di un approccio di cura, specialmente per coloro la cui dieta potrebbe non fornire quantità sufficienti di questo nutriente essenziale. Come sempre, è vitale discutere di questa integrazione con un professionista della salute, per assicurarsi che gli integratori di Zinco siano una scelta sicura e appropriata basata sul proprio stato di salute e storia medica.


TERAPIE DEL SUONO

Terapie del Suono e Ambienti Acustici

La terapia del suono rappresenta una frontiera promettente nel trattamento dell’acufene, sfruttando il potere dei suoni esterni per modificare la percezione del disturbo o per mascherarlo completamente. Tale approccio, altamente personalizzabile, spazia dall’uso di apparecchi acustici a generatori di suono bianco, fino a includere app mobili specificamente sviluppate per chi soffre di acufene. Queste tecnologie non solo offrono un sollievo immediato dal ronzio costante ma possono anche, nel tempo, aiutare il cervello a “riconfigurarsi”, riducendo così la percezione dell’acufene.

  • Il ricorso a suoni di fondo, quali il rumore bianco o i suoni rilassanti della natura, emerge come una strategia efficace per mascherare l’acufene. Questo metodo si basa sul principio della distrazione sonora, che può aiutare a ridurre l’impatto del ronzio o del fischio all’interno dell’orecchio, migliorando la concentrazione e favorire il rilassamento. Suoni come il mormorio di un ruscello, il fruscio delle foglie o la pioggia delicata possono creare un ambiente acustico più piacevole, che aiuta a distogliere l’attenzione dai sintomi dell’acufene.
  • L’impiego di apparecchi acustici può rivelarsi particolarmente utile quando l’acufene è accompagnato da perdita dell’udito. Questi dispositivi non solo amplificano i suoni esterni, ma possono essere programmati per generare specifici suoni di mascheramento che aiutano a neutralizzare il suono dell’acufene. In questo modo, gli apparecchi acustici possono facilitare una doppia funzione: migliorare la capacità di udire l’ambiente circostante e contemporaneamente ridurre la percezione dell’acufene, offrendo un significativo sollievo ai pazienti.

Fonte articolo:

CONDROITINA, UNO STUDIO SPERIMENTALE

Supplementazione magnesio e condroitina solsfato: nuovo protocollo farmacologico per l’acufene




ZINCO, come si assume, indicazioni ed interazioni

Sintomi e Conseguenze della carenza di ZINCO

La carenza di zinco è caratterizzata da crescita ritardata, perdita di appetito, letargia, disfunzione sessuale, ridotta funzione immunitaria, sintomi infiammatori e suscettibilità alle infezioni 5, 6, 7.

Nei casi più gravi, la carenza di zinco provoca perdita di capelli, diarrea, alterazione dell’acuità del gusto, perdita di peso, maturazione sessuale ritardata, impotenza, carenza di testosterone (ipogonadismo) nei maschi e lesioni oculari e cutanee.

Conseguenze della Carenza di Zinco
Sistema Riproduttivo Ipogonadismo e complicanze associate, oligospermia
Sistema nervoso centrale (SNC) Labilità emotiva, disturbi mentali, alterazioni del gusto e dell’olfatto, fotofobia
Pelle Cheilite angolare, lesioni cutanee simili a scottature, soprattutto nelle aree di attrito come gomiti, ginocchia, nocche, aree malleolari, caviglie e sacro
Unghie Paronichia (infezione che interessa il tessuto localizzato lungo il margine dell’unghia), infiammazione della cuticola, linee di Beau, bande trasversali bianche
Capelli Assottigliamento dei capelli, aspetto fragile a punta di lancia o striature trasversali con spaccature longitudinali o pseudomoniletrix

 


CAUSE DELLA CARENZA

Cause della carenza

La carenza di zinco può essere acquisita o ereditata.

La carenza acquisita può verificarsi a causa di una ridotta assunzione, incapacità di assorbire il micronutriente, aumento della domanda metabolica o perdita eccessiva.

Assunzione inadeguata

La carenza di zinco può essere causata da un’assunzione insufficiente attraverso la dieta, sia in termini quantitativi che qualitativi.

Nei Paesi in via di sviluppo, l’assunzione di zinco inadeguata può verificarsi a causa della malnutrizione generale (calorico-proteica) e dell’elevata assunzione di fitati.

Vegani e vegetariani hanno un rischio maggiore di sviluppare una carenza, perché la carne è una ricca fonte di zinco altamente biodisponibile.

Legumi e cereali integrali contengono antinutrienti, come le fibre e i fitati, che legano lo zinco e ne inibiscono l’assorbimento.

Assorbimento inadeguato

Diverse malattie dell’apparato digerente potrebbero causare un assorbimento inadeguato dello zinco, tra cui:

  • acrodermatite enteropatica: una forma ereditaria di carenza di zinco dovuta a un assorbimento alterato, con un’incidenza stimata di 1 caso ogni 500.000 persone.

Aumentato Fabbisogno

L’aumento del fabbisogno di zinco si verifica in più contesti, inclusa la gravidanza e l’allattamento 10. Il fabbisogno di zinco aumenta fino a 2 volte durante questi periodi e si verificano perdite fino a 2 mg al giorno, che durano fino a 2 mesi dopo il parto.

Anche i neonati prematuri richiedono apporti di zinco più elevati, a causa di riserve inadeguate, assorbimento intestinale ridotto e tasso metabolico più elevato 12.

Aumento delle perdite

Un aumento della perdita di zinco può favorire la carenza del minerale, soprattutto se la dieta è già carante.

Perdite aumentate di zinco possono verificarsi a causa di:

  • perdite urinarie dovute all’uso di alcol o diuretici.

CONSIGLI SU INTEGRAZIONE

Trattamento

L’integrazione di zinco per via orale o endovenosa può prevenire e trattare la carenza di zinco di diversa origine.

Il trattamento inizia con la sostituzione orale.

Il dosaggio ottimale di zinco può variare in base all’individuo. Come regola generale, 15 mg al giorno sono considerati un dosaggio preventivo, mentre sono necessarie dosi più elevate fino a 30 mg al giorno per correggere una carenza lieve.

Da 2 a 3 mg/per kg di peso corporeo al giorno spesso curano tutte le manifestazioni cliniche della carenza di zinco entro 1 o 2 settimane 2.

Nei pazienti con acrodermatite enteropatica, l’integrazione orale con 1-2 mg/kg al giorno è ancora lo standard di trattamento 13, 14.

CONSIGLI E MODALITÀ DI ASSUNZIONE DELLO ZINCO

Poiché lo Zinco è un minerale che per essere assimilato ha bisogno di legarsi ad un altro sale, avremo diversi tipi di integratori di Zinco a seconda del sale a cui è legato, come succede per il Magnesio. Quindi anche qui, attenzione che ci sono due pesi da considerare:

Il peso totale del prodotto di Zinco+un sale e l’effettivo quantitativo dello Zinco elementare o Zinco puro che ci interessa.

DOSAGGI DI ZINCO

Dosaggi di Zinco

Gli apporti medi giornalieri di Zinco, raccomandati dal Food and Nutrition Board, sono elencati nella seguente tabella 76.

Età Maschi Femmine Gravidanza Allattamento
0–6 mesi 2 mg * 2 mg *
7-12 mesi 3 mg 3 mg
1-3 anni 3 mg 3 mg
4-8 anni 5 mg 5 mg
9–13 anni 8 mg 8 mg
14-18 anni 11 mg 9 mg 12 mg 13 mg
19+ anni 11 mg 8 mg 11 mg 12 mg

Il dosaggio ottimale dello Zinco supplementare può variare in base all’individuo.

  • Come regola generale, 15 mg al giorno sono considerati un dosaggio preventivo,
  • mentre possono essere necessarie dosi più elevate, fino a 30 mg/die, per correggere una carenza 57, 1.

Dosi ancora più elevate vengono utilizzate per il trattamento di alcune condizioni, tra cui acne, diarrea, raffreddore e infezioni respiratorie.

Tuttavia, a causa dei potenziali effetti collaterali associati al consumo eccessivo di Zinco, è meglio non superare il limite superiore di 40 mg al giorno, a meno che non sia specificamente consigliato dal medico.


TIPI DI INTEGRATORI

Tipi di integratori

Negli integratori sono disponibili diverse forme di Zinco, come Zinco citrato, Zinco solfato, Zinco gluconato, Zinco orotato, Zinco ossido, Zinco picolinato e Zinco acetato 77, 78.

La quantità di Zinco da assumere dipenderà dal tipo di sale assunto, poiché ognuno di questi integratori contiene una quantità diversa di Zinco elementare.

Ad esempio, il solfato di Zinco è costituito da circa il 23% di Zinco elementare, quindi 220 mg di solfato di Zinco equivalgono a circa 50 mg di Zinco.
E 100 mg di Gluconato di Zinco contengono 15 mg di Zinco elementare.

INTEGRATORE DI Zinco Zinco ELEMENTARE (mg)
Zinco ossido 80%
Zinco carbonato 52%
Zinco cloruro 48%
Zinco acetato 30%
Zinco bisglicinato 25%
Zinco solfato 23%
Zinco picolinato 20%
Zinco ascorbato 15%
Zinco gluconato 14,3%

Alcune ricerche suggeriscono che il corpo può assorbire lo Zinco picolinato meglio di altri tipi di Zinco 77. Tuttavia, l’aumento dell’assorbimento intestinale può essere compensato da una maggiore eliminazione 9.

Poiché rappresenta una delle forme di Zinco più disponibili ed economiche, lo Zinco gluconato può essere una buona opzione per aumentare l’assunzione del minerale 79.

Il citrato di Zinco viene assorbito in misura analoga al gluconato di Zinco ma ha un gusto meno amaro e più gradevole 80.


INTERAZIONI CON FARMACI

Interazioni dello Zinco con farmaci

Gli integratori di Zinco possono interagire con diversi tipi di farmaci. Di seguito vengono forniti alcuni esempi. Le persone che assumono questi farmaci su base regolare dovrebbero discutere le loro assunzioni di Zinco con i loro operatori sanitari.

  • PENNICILLAMINA
    Lo Zinco può ridurre l’assorbimento e l’efficacia della penicillamina, un farmaco usato per trattare l’artrite reumatoide e il morbo di Wilson. Zinco e penicillamina dovrebbero essere assunti a distanza di almeno 2 ore 81.
  • ANTIBIOTICI CHINOLONI E TRETRACICLINE
    Sia gli antibiotici chinoloni che le tetracicline riducono l’assorbimento dello Zinco nell’intestino e viceversa 82.
    89 , 90 ]. L’assunzione dell’antibiotico almeno 2 ore prima o 4-6 ore dopo l’assunzione di un integratore di Zinco riduce al minimo questa interazione [ 91 ].
  • FARMACI ANTIRETROVIRALI
    L’uso di integratori di Zinco può anche ridurre l’assorbimento dei farmaci antiretrovirali atazanavir e ritonavir 83.
  • INTEGRATORI DI FERRO
    Gli integratori di Ferro, assunti insieme agli integratori di Zinco a stomaco vuoto, possono inibire l’assorbimento dello Zinco. Se assunto con il cibo, il Ferro supplementare non sembra invece inibire l’assorbimento dello Zinco 84, 85, 86.
  • può interferire con l’assorbimento del Rame e causare, in caso di integrazioni prolungate ad alte dosi (6-8 settimane), una carenza di Rame 87, 88, 89.
  • Diuretici
    93 ]. L’uso prolungato di diuretici tiazidici potrebbe ridurre i livelli di Zinco nel tessuto, quindi i medici dovrebbero monitorare lo stato dello Zinco nei pazienti che assumono questi farmaci.

EFFETTI COLLATERALI

Effetti Collaterali

In generale, gli integratori di Zinco sono sicuri e ben tollerati. Se assunti in quantità adeguate, rappresentano un modo sicuro ed efficace per aumentare l’assunzione di Zinco e migliorare diversi aspetti della salute.

Tuttavia, sono stati segnalati effetti collaterali negativi, tra cui nausea, vomito, diarrea e mal di stomaco 90, 91. Superare l’assunzione di 40 mg di Zinco elementare al giorno può causare sintomi simil-influenzali, come febbre, tosse, mal di testa e affaticamento 92.

Per lo Zinco è stato fissato un livello di assunzione superiore tollerabile di 40 mg al giorno per gli adulti. Questa soglia – definita UL (Upper Intake Level)identifica la quantità massima di assunzione giornaliera presumibilmente sicura per la grande maggioranza della popolazione generale (97-98% degli individui).

L’uso di integratori di Zinco a dosi superiori può avvenire in ambito ospedaliero o comunque sotto controllo medico. Dosi giornaliere da 50 a 180 mg di Zinco per una o due settimane non hanno provocato gravi effetti collaterali 91.

Il cattivo gusto e la nausea sono stati gli effetti avversi più frequenti riportati negli studi terapeutici. È probabile che l’uso di megadosi di Zinco per periodi prolungati (p. es. 6-8 settimane) provochi una carenza di rame.

Dosi singole da 225 a 450 mg di Zinco di solito inducono il vomito.


SCEGLI L'INTEGRATORE

Prodotti con Zinco proposti da Vitamineral

Zinco Gluconato PRINFIT

1 capsula al giorno apporta 15 mg di Zinco puro

Codice sconto: VITAMINERAL

Spedizione gratis

 


 

Complesso di Zinco

Zinco da alga spirulina, semi di zucca e bacche di Acai

15 mg per ogni capsula vegetale

 


tavolette da 15 mg.

 

 

 


In capsule 

Zinco gluconato pari a 21,5 mg di Zinco

 


ZINCO NEGLI ALIMENTI

ZINCO NEGLI ALIMENTI

Lo Zinco si trova in un’ampia varietà di alimenti.

Negli Stati Uniti, legumi e cereali forniscono circa il 30% dell’apporto quotidiano di Zinco, la carne circa il 50% e i prodotti lattiero-caseari circa il 20% 4.

Gli alimenti ricchi di Zinco includono:

  • Carne rossa,
  • Pollame
  • Molluschi e Crostacei (ostriche, granchi, aragoste)
  • Uova
  • Fagioli
  • Arachidi
  • Cereali integrali
  • Cereali fortificati
  • Latticini

Sebbene pane integrale, cereali e legumi contengano fitati che riducono l’assorbimento di Zinco, sono comunque buone fonti di Zinco 6.






Colesterolo, il capro espiatorio delle malattie Cardiovascolari e l’Omocisteina ignorata

Sempre più spesso, all’aumentare degli iscritti nel gruppo Vitamineral, giungono domande del Tipo “come posso abbassare il colesterolo?”

Così si legge sui documenti pubblicati dal dr Giorgini:

100 anni di Guerra al Colesterolo!

Molte malattie cardiovascolari (attacchi di cuore e infarto) sono imputabili all’aterosclerosi, ovvero all’adesione e all’occlusione causata dalle placche formate da colesterolo alle pareti delle arterie, con altri grassi, minerali e rifiuti cellulari. Queste malattie causano circa il 35% delle morti.

Dunque, sembrerebbe importante ridurre il colesterolo entro certi limiti. Assumiamo parte del colesterolo dagli alimenti, ma l’organismo ne produce una quantità ancora maggiore nel fegato e nel tratto gastro-intestinale. Inoltre, il colesterolo viene prodotto da zuccheri, grassi e perfino dalle proteine, tanto è importante: è necessario per la sintesi degli ormoni sessuali, per la produzione della bile e per la composizione delle membrane cellulari.

Il capro espiatorio: acidi grassi insaturi e colesterolo

I medici, tuttavia, hanno individuato nei grassi saturi e soprattutto nel colesterolo il capro espiatorio, il “cattivo” della storia dell’aterosclerosi. Quindi, quando il colesterolo è definito alto niente uova, niente burro e, soprattutto, evitare i grassi animali, questo è l’avvertimento dietetico degli scienziati contro la trombosi.

Così, è stato notevolmente diminuito il consumo di grassi animali ma gli attacchi coronarici e ischemici sono aumentati e aumentano di numero di anno in anno. Invece di concentrarsi solo sul colesterolo come causa dell’aterosclerosi, bisogna guardare altri squilibri biochimici. Infatti, se le pareti dei vasi sanguigni sono elastiche, lisce, e non irruvidite il colesterolo non si attacca.

L’omocisteina irruvidisce i vasi sanguigni

È da oltre un secolo che è stata individuata la sostanza che irruvidisce le pareti interne dei vasi sanguigni: si tratta dell’OMOCISTEINA.

Attività fisica e dieta sana: non salvano nessuno

Il cuore può essere colpito anche se non fumate e non bevete, anche se vi allenate regolarmente e seguite una dieta a basso contenuto di colesterolo, perché ci sono altre cause scatenanti contro cuore e circolazione e tutte sono riconducibili a carenze di nutrimenti:

  • se è scarsa la produzione di enzimi digestivi (gastrici, pancreatici e intestinali) che scompongono gli alimenti nei loro singoli componenti assimilabili;
  • se è scarsa la secrezione di bile (50% della popolazione), necessaria per l’attività degli enzimi pancreatici e intestinali;
  • se l’alimentazione è povera (carente di nutrimenti), a causa dei metodi di coltivazione, allevamento, conservazione e lavorazione industriale.

Difficile sfuggire ad almeno una di queste situazioni, il corpo perciò può trovarsi privato di alcuni nutrimenti.
Quando viene a mancare un nutrimento che serve, ad esempio, ad attivare un enzima, questo lavora molto più lentamente di come dovrebbe o non lavora proprio. Se si tratta dell’enzima che attiva l’acido folico, il quale presiede una delle tre vie di eliminazione (trasformazione) della pericolosa Omocisteina, quella non trasformata passa in circolo nel sangue.

L’OMOCISTEINA CAUSA ARTERIOSCLEROSI E ATEROSCLEROSI

«L’Omocisteina se non viene eliminata, quando passa nel flusso sanguigno, (come si è detto), è pericolosa perché abrasiva. Gratta e raschia le delicate pareti arteriose, facendo indurire le arterie (arteriosclerosi). Inoltre, le aree irruvidite che essa lascia dietro di sé diventano punti di ancoraggio ideali per il colesterolo e i depositi minerali [placche aterosclerotiche]. Col passare del tempo le arterie perdono la loro elasticità, si ostruiscono e l’Omocisteina continua a circolare.»

L’Omocisteina non si può eliminare con un farmaco e non si può inibire la sua produzione senza causare un danno maggiore, l’Omocisteina va TRASFORMATA e per ottenere questo sono indispensabili dei nutrimenti: alcune vitamine, alcuni sali minerali e aminoacidi.

Questa trasformazione è talmente importante che la Natura per realizzarla ha previsto due modi diversi suddivisi in tre vie, come si può vedere nella
Fig. 1.

In breve: la Metionina, un aminoacido essenziale, cede un gruppo metile, (-CH3) e diventa Omocisteina.
L’Omocisteina, come metabolita intermedio, è situata in un crocevia metabolico che influenza, direttamente e indirettamente, l’intero metabolismo metilico e sulfureo che avviene nel nostro organismo.
Questa “donazione” di metile alimenta molte strade metaboliche, come si accennerà nel prosieguo per comprendere l’importanza fondamentale di questo crocevia metabolico.

La Fig. 1 mostra due strade chiamate di RI-METILAZIONE, dove l’omocisteina ridiventa metionina e una strada, detta di TRANS-SULFURAZIONE, dove l’Omocisteina diventa cisteina, taurina, glutatione e gruppi solfato.

Prima strada di ri-metilazione

La PRIMA STRADA DI RI-METILAZIONE avviene per mezzo della vitamina B12 attivata, la metil-cobalamina, che dona il metile (-CH3) all’omocisteina trasformandola in metionina.

Successivamente, la vitamina B12 viene di nuovo attivata dalla forma attiva dell’acido folico, il 5-metil tetraidrofolato che gli dona un metile (-CH3) e diventa tetraidrofolato (THF).

Il tetraidrofolato viene trasformato nell’intermedio 5,10 metilen-tetraidrofolato grazie alla serina e alla vitamina B6 attivata e viene poi rimetilato dalla SAMe che, per mezzo dell’enzima metil-tetraidrofolato reduttasi (MTHFR), trasforma il 5,10 metilen-tetraidrofolato di nuovo in 5-metil tetraidrofolato, necessarie le vitamine B1, B2, B3.

Attenzione: l’enzima (MTHFR) metil-tetraidrofolato reduttasi a causa di due mutazioni genetiche ereditabili (C677T e A1298C), viene prodotto male e ha poca o nessuna attività.
Si tratta di un difetto innato che esclude una delle tre vie di trasformazione dell’omocisteina, la ri-metilazione basata sull’attivazione dell’acido folico.
Si può ovviare a questa mutazione genetica assumendo l’acido folico già attivato (5-metil-tetraidrofolato) o addirittura la vitamina B12 attivata (metil-cobalamina).
La frequenza di questa mutazione genetica è del 3,7% in Europa, cioè una persona su 27.

Le persone con la carenza congenita dell’enzima metiltetraidrofolato reduttasi (MTHFR) presentano bassi livelli della SAMe nel fluido cerebro-spinale e mostrano demielinizzazione nel cervello e una degenerazione del midollo spinale.
Questo disturbo è causato dall’omocisteina che non viene trasformata in quantità sufficiente in metionina, precursore della solfo-adenosil-metionina, cioè della SAMe.

Seconda strada di ri-metilazione

È stato dimostrato che la Betaina (trimetilglicina) è in grado di ripristinare i livelli di SAMe e di prevenire la progressione dei sintomi neurologici in tutte le persone in cui è stata sperimentata.

Questo perché si sta parlando della SECONDA STRADA DI METILAZIONE dell’omocisteina a metionina (Fig. 1).
Questa seconda via è determinante per i mitocondri e dunque per la produzione di energia. Infatti, l’acido folico e i suoi derivati attraversano molto lentamente la membrana dei mitocondri per rimetilare l’omocisteina.

Perciò, nei mitocondri la rigenerazione di Metionina dall’omocisteina (rimetilazione) si basa principalmente sul recupero del gruppo metile dalla Betaina (trimetilglicina), disponibile velocemente. La Betaina, per mezzo dell’enzima betaina-omocisteina metil-transferasi (necessario lo zinco), dona il metile all’omocisteina e si trasforma in dimetilglicina (DMG), da questa viene prodotta la glicina e anche l’aminoacido serina, necessario alla terza strada di trasformazione dell’omocisteina.

Terza strada, la transulfurazione

La trans-sulfurazione è la TERZA STRADA DI TRASFORMAZIONE DELL’OMOCISTEINA (Fig. 1).
L’Omocisteina viene trasformata in Cistationina per mezzo dell’enzima cistationina beta-sintasi e necessita, oltre alla Serina, anche della vitamina B6 attivata, il piridossale-5 fosfato.

La Cistationina, per mezzo dell’enzima cistationina gamma-liasi diventa Cisteina,  necessaria la vitamina B6 attivata. La vitamina B6 (piridossale) viene attivata dalla vitamina B2. La betaina si forma dalla Colina, una vitamina del gruppo B (o vitamina-simile).

Questa strada trasforma l’omocisteina in preziosi nutrimenti: cisteina, taurina, gruppi solfato e glutatione.

Complessivamente, le 3 strade per funzionare richiedono:

  • vitamine:
    • Acido folico (nella forma attiva di 5-metil tetraidrofolato)
    • B1 (tiamina)
    • B2 (riboflavina)
    • B3 (niacina)
    • B6 (nella forma attivata di ) piridossal-5-fosfato
    • B12 (nella forma attivata di ) metilcobalamina
    • C (acido L-ascorbico)
  • aminoacidi:
    • Betaina (trimetilglicina)
    • Serina
    • SAMe (Solfo-adenosil-metionina: forma attivata della metionina)
  • Sali minerali:
    • Magnesio
    • Zinco

Tutti questi nutrimenti sono evidenziati in verde nella Fig. 1.

Finora abbiamo evidenziato quei nutrimenti che trasformano l’Omocisteina in aminoacidi utili (metionina, cisteina, taurina, glutatione) dando la spiegazione e, contemporaneamente, i rimedi a questa sfavorevole condizione comune a più di un terzo della popolazione.

Prendendo il ciclo dell’Omocisteina come esempio, è lecito pensare che altre carenze nutrizionali siano all’origine di altri disturbi, causati da carenze che rallentano o interrompono determinate strade metaboliche.

DANNI CAUSATI DIRETTAMENTE DALL’OMOCISTEINA

Bisogna ora dare uno sguardo veloce ai danni causati dall’Omocisteina, ricordando che piuttosto che continuare a pensare all’aterosclerosi come al risultato del colesterolo, dobbiamo invece constatare che è il risultato di talune carenze nutrizionali.

Molti dei disturbi che si presentano passati i 50 anni sono riconducibili all’azione dell’Omocisteina, il secondo difetto innato più comune del metabolismo degli aminoacidi. Le cause dell’innalzamento dell’Omocisteina nel sangue, come si è visto, possono essere sia genetiche, che nutrizionali.

La sua circolazione continua provoca anche un invecchiamento precoce che colpisce prima dell’età normale dell’invecchiamento. Più precisamente, si tratta di una lenta e progressiva sclerosi di organi e apparati, con un conseguente indurimento e disidratazione dei tessuti.
Tutto parte dalla sclerosi dei vasi sanguigni causata dall’Omocisteina, i quali all’inizio diventano meno elastici e col tempo, alle loro pareti, aderiscono anche placche di colesterolo.

Perciò, lo spazio per il passaggio del sangue diminuisce, le cellule diventano affamate, arriva anche meno ossigeno e non riescono a lavorare come prima. Allora la pressione del sangue aumenta per compensare, in primis, il rifornimento dell’ossigeno a tutte le cellule. Il cuore deve lavorare di più e più duramente, si stressa, si ingrossa e consuma gli antiossidanti disponibili, l’efficienza diminuisce e può arrivare un attacco di cuore o un altro disturbo per mancanza di antiossidanti.

L’Omocisteina facilita anche la produzione di un forte ossidante, il perossido di idrogeno, ovvero l’acqua ossigenata, che apporta un danno al colesterolo “cattivo” o LDL (perossidazione lipidica) che apre la strada all’aterosclerosi e danni alle membrane cellulari.
Negli ultimi anni i livelli alti di Omocisteina sono stati associati a molti disturbi.

Disturbi associati con livelli alti di Omocisteina:

  • aborto spontaneo
  • arteriopatia coronarica
  • arteriosclerosi
  • aterosclerosi
  • artrite reumatoide
  • disturbi cardiovascolari
  • cardiopatie
  • declino cognitivo delle persone anziane,
  • demenza senile
  • depressione
  • diabete non insulino-dipendente
  • difetti del tubo neurale
  • dislipidemia
  • disturbi neuro-psichiatrici, schizofrenia
  • emorragia accidentale
  • fattore di rischio indipendente per le malattie
  • ictus
  • infarto al miocardio
  • insufficienza renale
  • ipertensione
  • morbo di Alzheimer
  • morbo di Parkinson
  • obesità
  • occlusione vascolare periferica o cerebrale o vascolare retinica
  • osteoporosi
  • sclerosi multipla
  • teratogenicità
  • vasculopatia periferica

Livelli alti di Omocisteina accompagnano il diabete e la retinopatia proliferativa.
Livelli elevati di Omocisteina si osservano anche nell’artrite reumatoide, insufficienza renale, e nell’uricemia (acidi urici).

L’Adenosina in eccesso, che avrebbe dovuto reagire con la Metionina per attivarla a solfo adenosilmetionina (SAMe), viene degradata ad acido urico.
Livelli particolarmente elevati di Omocisteina si osservano con elevato consumo di caffè e di caffè unito al fumo.
Anche l’ingestione abituale di alcol è collegata a livelli elevati di Omocisteina.

IL LIVELLO DI OMOCISTEINA

Se non si controlla il livello di Omocisteina nel sangue si può instaurare uno squilibrio biochimico, lento ma inesorabilmente progressivo che può causare centinaia di disturbi e malattie anche croniche e mortali.

Nel Manuale di interpretazione degli esami di laboratorio si legge:

  • «Nota: l’Omocisteina è un aminoacido solforato che si forma in seguito a perdita di un gruppo metilico da parte della metionina. È considerato uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare, infatti, livelli elevati aumentano il rischio di infarto cardiaco, di aterosclerosi e di trombosi venosa.
  • Indicazioni: valutazione del rischio cardiovascolare
  • Campione: sangue e urine.
  • Valori di riferimento: sangue < 12 µmol/l; urine < 32 mg/24h.
  • Dovrebbe essere un’analisi ordinaria da ricercare in ogni caso, invece non viene mai prescritta dal medico di base. Eppure, più del 30% delle morti sono legate a problemi cardio-circolatori probabilmente causati dall’Omocisteina.

    Un effetto collaterale della detossificazione di Fase II è la produzione di radicali liberi: per ciascuna tossina metabolizzata in Fase I si forma un radicale libero.
    L’antiossidante più importante per neutralizzare i radicali liberi generati dalla Fase I è il GLUTATIONE
    Poiché il Glutatione è necessario anche per uno dei processi più importanti di Fase II (coniugazione con glutatione), questo processo, se manca il Glutatione, non può avvenire.

    Ma le tossine trasformate dalla Fase I sono più reattive e se non vengono neutralizzate dalla Fase II possono causare danni molto seri, in particolare la carcinogenesi. Perciò la velocità con cui la Fase I genera intermedi delle tossine deve essere equilibrata dalla velocità con cui la Fase II termina la trasformazione (detossificazione).

    Gli enzimi di Fase I e II per funzionare necessitano dei seguenti nutrimenti:

    • Glutatione e i suoi precursori (componenti), gli aminoacidi:
    • glicina,
    • acido glutammico,
    • cisteina
    • Aminoacidi solforati contenenti zolfo :
      • cisteina/cistina,
      • metionina,
      • taurina,
      • SAMe (Solfo Adenosil-Metionina),
      • NAC (N-Acetil-Cisteina)
    • Aminoacidi
      • glicina,
      • glutammina,
      • arginina,
      • ornitina,
      • taurina
    • Vitamine:
      • B1,
      • B2,
      • B5,
      • B6,
      • C,
      • acido folico,
      • colina
    • Sali minerali:
      • magnesio
    • Oligoelementi:
      • zinco
      • rame,
      • molibdeno,
      • selenio

    CONCLUSIONI

    Tutti i disturbi e le malattie causate dall’Omocisteina, direttamente e indirettamente, sono provocati dalla carenza di alcuni nutrimenti (o della loro attivazione), o da mutazioni genetiche che  si possono superare con gli stessi nutrimenti.

    Articolo tratto dai documenti scaricabili dal sito del Dr. Giorgini dove potrete trovare una ricca Bibliografia.


     




Rame, un importante minerale traccia

Che Cos’è il Rame

Il rame è un minerale traccia, essenziale per l’organismo umano. Questo significa che – nonostante sia necessario in piccolissime quantità (ne basta un millesimo di grammo al giorno) – il corpo ha bisogno di rame per rimanere in salute.

Il corpo di un individuo adulto di 70 kg contiene circa 110 mg di rame, di cui il 50% si trova nelle ossa e nei muscoli, il 15% nella pelle, il 15% nel midollo osseo, il 10% nel fegato e l’8% nel cervello 1.

L’apporto nutrizionale consigliato per il rame è di circa 1 mg al giorno per gli adulti. Tale quantità viene facilmente soddisfatta attraverso una dieta varia ed equilibrata. Frattaglie, crostacei, noci, semi e cereali integrali rientrano tra le fonti più ricche di questo minerale.

Sia l’eccesso che la carenza di rame hanno un impatto negativo sulla salute. Fortunatamente, sono entrambe rare.

Il rame è parte integrante (cofattore) di un gruppo di enzimi importanti per il metabolismo del ferro, la produzione di energia, la funzione antiossidante e la sintesi e il mantenimento del tessuto connettivo 2.

Non potendolo sintetizzare autonomamente, il nostro organismo ottiene il rame di cui ha bisogno attraverso la dieta.

Tra gli alimenti ricchi di rame ricordiamo ostriche, noci, semi, aragoste, fegato, verdure a foglia verde e cioccolato fondente. Il rame si trova in un’ampia varietà di alimenti e abbonda nelle frattaglie, nei molluschi, nei crostacei, nelle noci e nei semi. Anche i cereali integrali sono buone fonti di rame.

La maggior parte degli adulti dei paesi sviluppati ottiene quantità adeguate di rame attraverso la dieta, gli integratori e l’acqua potabile 1.

A Cosa Serve il Rame

Il corpo umano ha bisogno di rame per la normale crescita, la forza ossea, la funzione immunitaria e la salute cardiovascolare.

Nel dettaglio, il rame partecipa:

  • alla sintesi di melanina, partecipando all’attività del cuproenzima tirosinasi, necessario per la formazione del pigmento melanina (responsabile del colore di capelli, pelle e occhi) 3.

Carenza di Rame

Considerando la presenza abbastanza ubiquitaria del rame nei vari alimenti, è fortunatamente facile soddisfare il fabbisogno giornaliero di questo oligoelemento. Pertanto, le carenze dietetiche di rame sono rare.

L’assunzione alimentare media di rame negli Stati Uniti è di circa 1,0-1,1 mg al giorno per le donne adulte e da 1,2 a 1,6 mg al giorno per gli uomini adulti 5. Tuttavia, le persone carenti di rame vengono identificate sempre più spesso, per cui la carenza sembra oggi più comune rispetto al passato 5, 6, 7.

7.

  • L’aumento del consumo di alimenti ultra-trasformati, così come un generale evitamento dei cibi ricchi di rame, possono svolgere un ruolo nella diffusa insufficienza di questo oligoelemento.
  • Ad esempio, l’elevata assunzione di fruttosio (un componente dello zucchero da tavola) induce negli animali una carenza di rame per alterato assorbimento intestinale 93.
  • Si segnala inoltre una riduzione media del contenuto di rame negli alimenti osservata negli ultimi decenni 7.

Soggetti a rischio

  • persone che assumono alte dosi di integratori di zinco, che possono interferire con la capacità di assorbire il rame.
  • Sintomi e conseguenze

    I sintomi della carenza di rame includono:

    • Convulsioni (in casi gravi).

    Il morbo di Alzheimer, la cardiopatia ischemica e l’osteoporosi sono le malattie umane più probabili dovute a basse assunzioni di rame 1.

    Proprietà e Benefici

    Le numerose attività biologiche del rame lo rendono potenzialmente utile nel controllo dell’invecchiamento e delle sue conseguenze.

    Soprattutto in caso di carenza, l’integrazione di rame può contribuire al:

    • mantenimento della normale attività del sistema immunitario.

    A completare l’azione antiaging del rame, concorrono le attività:

    • neuroprotettive, come osservato in diversi studi nei quali carenze di questo minerale sono state associate a condizioni demielinizzanti, a un incremento dell’incidenza di sintomi neurologici e cognitivi o a vere e proprie patologie ad andamento cronico-degenerativo come l’Alzheimer 6, 7.

    Fonte

    Magazine X115

    Leggi anche su:

    Magazine X115

    HSN Store Blog

     


    Esempi di Integrazione con Rame

    Per uso interno ed uso esterno

    Uso INTERNO:

    Oligoelementi in soluzione acquosa (sublinguali)

     

    Uso Esterno

    Cerotto in Rame Anti-Dolore

    Cerotto in Rame Anti-Dolore

    Contro le tensioni muscolari – proprietà auto-riscaldanti

    Può essere utile trovare forme di integrazione associata ad altri oligolementi e minerali traccia visto che la quantità di Rame richiesta dal fabbisogno è veramente esigua, onde evitare troppi integratori da assumere.


    Integrazioni che si trovano più spesso sono quelle associando Rame ad altri oligoelementi

    Oligoelementi in soluzione acquosa


    Chelato di Selenio, Rame e Zinco

    EFFETTI E FUNZIONALITA’ SPECIFICHE

    Lo Zinco:

    • Contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario
    • Aiuta a proteggere le cellule dallo stress ossidativo
    • Aiuta a mantenere la normale condizione delle ossa
    • Aiuta a mantenere la salute di capelli, unghie e pelle.

    Il Selenio:

    • Contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario
    • Aiuta a proteggere le cellule dallo stress ossidativo
    • Aiuta a mantenere la normale funzione tiroidea
    • Contribuisce alla normale spermatogenesi
    • Aiuta a mantenere la salute di capelli e unghie.

    Il Rame:

    • Contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario
    • Aiuta a proteggere le cellule dallo stress ossidativo
    • Contribuisce al mantenimento della normale condizione dei tessuti connettivi
    • Supporta il metabolismo
    • Contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso
    • Contribuisce alla normale pigmentazione dei capelli e della pelle.

     




    Combustione dei Grassi da parte di due Amminoacidi, vitamine Gruppo B, Zinco ed alcuni alimenti

    Gli Amminoacidi, le vitamine, i minerali e i microelementi hanno un ruolo importante per la

    Perdita di peso corporeo

    Se ingrassiamo o se rimaniamo snelli dipende sostanzialmente dagli ormoni. E questa è anche la chiave per il dimagrimento: grazie ad un’assunzione mirata di alcuni Amminoacidi, stimoliamo l’organismo a produrre in misura sufficiente gli ormoni per farci rimanere snelli naturalmente e in armonia con le necessità del nostro corpo.

    Un importante ormone che aiuta a mantenersi snelli è l’ormone della crescita (STH). Questo ormone viene prodotto durante il sonno, innalza la sintesi proteica e favorisce lo smaltimento del grasso. Le persone in sovrappeso sono caratterizzate da concentrazioni ridotte di STH, che spesso ostacolano la diminuzione del peso.1 L’ormone della crescita purtroppo è molto costoso (circa 500–800 euro per razione mensile) e l’iniezione necessita di uno stretto e competente controllo medico. Perciò è meno pericolosa la stimolazione naturale ed endogena al rilascio di questo ormone.

    In molti casi determinati Amminoacidi hanno dimostrato di avere esattamente questo effetto, se assunti di notte a stomaco vuoto e in quantità sufficienti.

    Gli Amminoacidi con queste proprietà sono:

    • arginina2
    • glutammina3
    • metionina4

    Inoltre, per la sintesi dell’ormone della crescita, sono necessarie anche la vitamina B6, la vitamina B12 e lo zinco.

    Le ricerche hanno evidenziato che in caso di obesità è probabile che sia presente una carenza di Carnitina

    Quindi un apporto di Carnitina (integrazione alimentare) può essere sicuramente utile. La Carnitina è un biovettore (elemento di trasporto) che viene sintetizzato nel fegato – e allo stadio preliminare nei reni – dagli Amminoacidi essenziali lisina e metionina. Essa ha la funzione di molecola vettore per il trasporto di acidi grassi a catena lunga attraverso la membrana interna dei mitocondri. Gli acidi grassi a catena lunga possono oltrepassare la membrana solo tramite un’esterificazione con Carnitina, mentre gli acidi grassi a catena corta e media penetrano anche senza questo vettore (molecola di trasporto).5

    Carnitina come brucia grassi

    La Carnitina accelera il trasporto degli acidi grassi e li avvia alla combustione metabolica.6 La conseguenza: l’organismo brucia i grassi (invece di immagazzinarli). Grazie al suo effetto brucia grassi, questa sostanza viene utilizzata per la riduzione del peso corporeo e contrassegnata come «Fatburner».

    La formazione di Carnitina avviene in 5 fasi di sintesi con la partecipazione dei cofattori essenziali che sono: la vitamina B6, la vitamina B12, la niacina e l’acido folico. La carenza di uno solo degli elementi sopracitati può comportare una biosintesi limitata.

    Relativamente alla funzione della L-Carnitina come brucia grassi, il professor Luppa dell’Università di Lipsia nel suo saggio del 2004 scrive: «Riguardo alla prevenzione del sovrappeso, le misure volte al miglioramento dello smaltimento del grasso sono più efficaci rispetto alle rigide restrizioni dei grassi assunti con l’alimentazione, attualmente molto pubblicizzate. Questo però vale solo a condizione che il metabolismo dei grassi e la sua regolazione funzionino in modo ottimale. In entrambi i casi la L-Carnitina è un  cofattore essenziale che partecipa in modo determinante. Poiché la L-Carnitina ha la funzione di carrier, una sua carenza comporta una riduzione nello smaltimento degli acidi grassi nella matrice mitocondriale. Inoltre, la L-Carnitina, in qualità di substrato della Carnitina palmitoiltransferasi (CPT), svolge un ruolo centrale nella regolazione del metabolismo dei grassi e dei carboidrati.»

    Ciò significa che: «Limitazioni nella disponibilità di L-Carnitina non si riconoscono solo dalla capacità di adattamento del metabolismo lipidico. Sono coinvolti anche il metabolismo dei carboidrati e quello delle proteine. Come conseguenza potrebbero presentarsi un ridotto tasso glicemico e una maggiore degradazione delle proteine.»

    Combustione-dei-grassi

    Si manifesta chiaramente che la Carnitina può aumentare la capacità di alcune cellule di bruciare il grasso corporeo

    Ci sono inoltre i lavori di due scienziati di Ginevra e degli Stati Uniti che dimostrano per la prima volta che l’assunzione di Carnitina aumenta anche la mobilitazione degli acidi grassi provenienti dagli adipociti (cellule adipose) favorendone lo smaltimento7.

    Vi sono inoltre dati a sufficienza su 7 modelli animali che dimostrano chiaramente che, durante una dieta ipocalorica, una supplementazione di Carnitina porta ad una significativa riduzione del contenuto di grasso corporeo, rispetto al placebo, favorendo nel contempo l’aumento di massa muscolare magra.8

    La Carnitina facilita il controllo del peso

    CARNITINA PRINFIT

    Codice sconto: Vitamineral

    spedizione gratis

     


    La Glutammina contrasta l’accumulo di grassi

    La Glutammina può essere convertita in glucosio dai reni senza influenzare i valori di insulina e glucagone. In questo modo contribuisce altresì alla produzione di energia che, a sua volta, consente di evitare gli accumuli di grasso provocati dall’insulina.10

    Essa contrasta l’accumulo dei grassi introdotti con l’alimentazione ed è quindi un aiuto nella regolazione del peso corporeo. In uno studio è stato dimostrato che, in caso di alimentazione ricca di grassi, un’assunzione supplementare di Glutammina può comportare una riduzione del grasso corporeo.

    Inoltre la Glutammina riduce il desiderio di zuccheri e alcool.11

    Glutammina e buon sonno

    La Glutammina è uno dei 20 aminoacidi che incorporiamo attraverso la nostra dieta.
    La Glutammina è considerata condizionatamente essenziale, questo significa che in certe situazioni la sua presenza è vitale, come nei periodi di deficit calorico, esercizio intenso e prolungato e anche per lesioni fisiche.

    L’amminoacido Glutammina ha una moltitudine di funzioni, come la prevenzione del degrado muscolare, l’aumento della funzione immunitaria, il miglioramento del recupero muscolare e persino l’aumento della combustione dei grassi. Inoltre, la Glutammina aumenta l’ormone della crescita che indica cambiamenti favorevoli nella composizione corporea e nell’umore.

    Anche se la Glutammina dovrebbe essere assunta immediatamente dopo la sessione di allenamento, l’aggiunta di altri 10 grammi o meno prima di andare a letto farà effettivamente una notevole differenza nella velocità del processo di recupero.

    Dosi di Glutammina
    Dovresti prendere 5 grammi di Glutammina prima di andare a letto

    INTEGRATORE DI Glutammina

    Glutammina in Polvere Prinfit

    1 misurino 2,5 grammi di Glutammina (Il suo sapore è gradevole)

    Usa il codice sconto: Vitamineral

    Spedizioni gratis


    Glutammina in Capsule

    1 capsula 1 grammo di glutammina

    Usa il codice sconto: Vitamineral

    Spedizioni gratis


    Anche le Vitamine B sono importanti per la combustione dei grassi.

    La vitamina B è un grande aiuto per dimagrire perché quasi tutte le vitamine B stimolano la combustione endogena dei grassi. Inoltre, esse sono un vero e proprio nutrimento per i nervi – elemento da non sottovalutare per coloro che desiderano dimagrire.

    Le vitamine B riboflavina (B2), niacina (B3), acido pantotenico (B5), biotina (B7) e cobalamina (B12) sono responsabili del funzionamento del metabolismo e stimolano lo smaltimento del grasso corporeo.

    La vitamina B2 agisce in modo particolarmente veloce nei confronti della combustione dei grassi poiché trasforma rapidamente proteine, carboidrati e grassi in energia. L’oligoelemento Zinco ha un ruolo simile. Sostiene il corpo nella lavorazione dei grassi e dei carboidrati ed è fondamentale per il funzionamento del metabolismo proteico.

    Gli Amminoacidi possono svolgere i loro importanti compiti nel metabolismo dei grassi solo con un sufficiente apporto di Zinco.


    Metionina

    La metionina nella sua naturale forma levogira L- è un amminoacido proteinogenico. Appartiene agli amminoacidi essenziali e non può essere sintetizzata autonomamente dal corpo. Per questo motivo è estremamente importante introdurla in quantità sufficiente tramite l’alimentazione o con un integratore alimentare.

    I legami di zolfo sono presenti in tutti gli esseri viventi e hanno numerose funzioni. La cisteina e la metionina sono amminoacidi solforati. Inoltre, la metionina svolge un ruolo importante nella sintesi di importanti proteine come ad esempio la carnitina o la melatonina.

    La metionina agisce come sciogli grassi e limita l’accumulo di grasso nel fegato.

    La metionina è una sostanza importante per la formazione della cartilagine

    Le cartilagini articolari, per potersi sviluppare, hanno bisogno soprattutto di zolfo. Se lo zolfo a disposizione dell’organismo è troppo poco, negli individui sani non si hanno, per lungo periodo, ripercussioni negative. Nei soggetti affetti da artrosi, invece, una carenza di zolfo può avere effetti negativi sul processo di guarigione dei tessuti danneggiati fin dall’inizio della malattia.

    Gli studi hanno mostrato che la quantità di zolfo presente nella cartilagine degli individui sani è circa tre volte superiore rispetto a quella dei pazienti affetti da artrosi.1 

    Inoltre, c’è l’aggravante che molti farmaci utilizzati per la cura dell’artrosi si legano ai solfati (i sali dell’acido solforico). Il fabbisogno di zolfo aumenta notevolmente.

    MetioninaSi consiglia di stimolare l’impulso per la produzione endogena di zolfo. Infatti, non si può assumere lo zolfo facilmente, per esempio sotto forma di compresse o integratori alimentari. Piuttosto è indicato seguire la strada più lunga assumendo l’amminoacido metionina perché, in combinazione con le vitamine B, possono essere prodotti numerosi legami di zolfo.

    La metionina è importante sotto tre aspetti: agisce da antinfiammatorio e da analgesico e stimola la formazione di tessuto cartilagineo.

    La metionina rafforza le unghie e agisce contro la caduta dei capelli

    La metionina, grazie alla sua caratteristica di formare catene di zolfo, che a loro volta si legano fra loro formando delle reti, è in grado di rafforzare la struttura dei capelli e delle unghie.2 Nell’ambito di un congresso di dermatologia tenutosi a Firenze nel 2006 è stato reso pubblico uno studio da cui è risultato che il numero dei capelli in fase di crescita nel gruppo metionina, al quale è stato somministrato un preparato con una combinazione di amminoacidi e vitamine del complesso B, era significativamente superiore rispetto al gruppo di controllo.3

    1. Soeken, K.L., Lee, W.L., Bausell, R.B., Agelli, M. & Berman, B.M. (2002) Safety and efficacy of S-adenosylmethionine (SAMe) for osteoarthritis, Journal of Family Practice, Volume 51, (pp. 425-430)
    2. Haneke, E. & Baran, R. (2011) Micronutrients for Hair and Nails, Nutrition for healthy skin, Volume 2, (pp. 149-163)
    3. Alonso, L. & Fuchs, E. (2006) The hair cycle, Journal of Cell Science, issue 119, (pp. 391-393)

    Bibliografia:

    1. Rudman, D., Feller, A.G., Cohn, L., Shetty, K.R., Rudman, I.W. & Draper, M.W. (1991) Effects of human growth hormone on body composition Hormone research, Volume 36 supplement 1, (pp. 73-81)
    2. Merimee, T.J., Lillicrap, D.A. & Rabinowitz, D. (1965) Effect of arginine on serum-levels of human growth-hormone Lancet, Volume 2, issue 7414, (pp. 668-670)
    3. Welbourne, T.C. (1995) Increased plasma bicarbonate and growth hormone after an oral glutamine load, The American Journal Of Clinical Nutrition, Volume 61, issue 5, (pp. 1058-1061)
    4. Kasai, K., Kobayashi, M. & Shimoda, S.I. (1978) Stimulatory effect of glycine on human growth hormone secretion, Metabolism, Clinical and Experimental, Volume 27, issue 2, (pp. 201-208)
    5. Evangeliou, A. & Vlassopoulos, D. (2003) Carnitine Metabolism and Deficit – When Supplementation is Necessary? Current Pharmaceutical Biotechnology (pp. 211-219)
    6. Müller, D.M., Seim, H., Kiess, W., Löster, H. & Richter, T. (2002) Effects of Oral l-Carnitine Supplementation on In Vivo Long-Chain Fatty Acid Oxidation in Healthy Adults, Metabolism, Vol. 51, issue 11, (pp. 1389-1391)
    7. Wutzke, K.D. & Lorenz, H. (2004) The Effect of l-Carnitine on Fat Oxidation, Protein Turnover, and Body Composition in Slightly Overweight Subjects, Metabolism, Vol. 53, issue 8, (pp. 1002-1006)
    8. Reda, E., D’Iddio, S., Nicolai, R., Benatti, P. & Calvani, M. (2003) The Carnitine System and Body Composition, Acta Diabetol, issue 40, (pp. 106-113)
    9. Odo, S., Tanabe, K. & Yamauchi, M. (2013) A Pilot Clinical Trial on L-Carnitine Supplementation in Combination with Motivation Training: Effects on Weight Management in Healthy Volunteers, Food and Nutrition, Volume 4, (pp. 222-231)
    10. Prada, P.O., Hirabara, S.M., de Souza, C.T., Schenka, A.A., Zecchin,H.G., Vassallo, J., Velloso, L.A., Carneiro, E., Carvalheira, J.B., Curi, R. & Saad, M.J. (2007) L-glutamine supplementation induces insulin resistance in adipose tissue and improves insulin signalling in liver and muscle with diet-induced obesity, Diabetologia, Volume 50, issue 9, (pp. 149-159)
    11. Bowtell, J.L., Gelly, K., Jackman, M.L., Patel, A., Simeoni, M. & Rennie, M.J. (1999) Effect of oral glutamine on whole body carbohydrate storage during recovery from exhaustive exercise, Journal Of Applied Physiology, Volume 86, issue 6, (pp. 1770-1777)

    fonte Articolo: Amminoacido.com


    20 Cibi che Accelerano il Metabolismo

    20 cibi brucia grassi, che possono contribuire ad aumentare il senso di sazietà, garantirci un corretto apporto di vitamine, minerali e sostanze nutritive di cui il nostro organismo ha bisogno.

    FIBRE

    Le fibre, presenti in abbondanza nei legumi, frutta e cereali integrali, giocano un ruolo fondamentale nel sostenere la digestione e promuovere la sensazione di sazietà. Questi elementi chiave della dieta non solo favoriscono un corretto funzionamento intestinale, ma anche contribuiscono a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, un aspetto essenziale per un metabolismo equilibrato. L’integrazione di alimenti ricchi di fibre nella tua routine quotidiana può essere una strategia vincente per migliorare la salute digestiva e raggiungere i tuoi obiettivi di gestione del peso.

    BROCCOLI

    I broccoli sono una ricca fonte di antiossidanti, vitamine A e C, acido folico e fibre. Questi componenti non solo promuovono la disintossicazione dell’organismo, ma anche favoriscono il funzionamento intestinale e l’eliminazione delle tossine. Integrare i broccoli nella tua dieta quotidiana può essere un modo gustoso ed efficace per sostenere la salute generale e ottimizzare il tuo metabolismo.

    SPINACI

    Gli spinaci, carichi di vitamine, potassio, ferro e fibre, offrono un mix di nutrienti essenziali. Questi fogli verdi non solo forniscono una scorta di vitamine e minerali, ma anche regolano i livelli di zucchero nel sangue, contribuendo così a mantenere un metabolismo sano.

    ALGHE

    Le alghe, in particolare Kepl e Spirulina, non sono solo una fonte di sali minerali essenziali ma agiscono anche come cibi diuretici e stimolano gli ormoni tiroidei. Questi superfood marini possono offrire un supporto significativo al tuo metabolismo, influenzando positivamente il suo equilibrio.

    CIOCCOLATO FONDENTE

    Il cioccolato fondente, con almeno l’80% di cacao, non solo delizia il palato ma offre anche benefici significativi per la salute. Ricco di antiossidanti, il cioccolato fondente contribuisce a contrastare lo stress ossidativo nel corpo.

    ZENZERO

    Lo zenzero, con proprietà antiinfiammatorie e digestive, è anche un potente termogenico naturale. Stimola la temperatura corporea, accelerando così il metabolismo. Questa radice versatile può essere consumata fresca, utilizzata in tè o infusi, contribuendo non solo al comfort digestivo ma anche a una maggiore efficienza metabolica.

    PEPERONCINO

    Il peperoncino, noto per la sua piccantezza, contiene la capsaicina, una sostanza che stimola la lipolisi, il processo di decomposizione dei grassi. Questo rende il peperoncino un alleato nel metabolismo dei grassi e contribuisce anche a promuovere il senso di sazietà. Aggiungere una nota piccante ai tuoi pasti potrebbe essere una strategia saporita per sostenere la gestione del peso.

    VERDURE

    Le verdure, come sedano, finocchi e ravanelli, sono alleate preziose nella gestione del peso. Questi ortaggi sono a basso contenuto calorico e, consumati preferibilmente crudi, offrono una fonte ricca di fibre. Oltre a fornire una sazietà duratura, le verdure aiutano nel drenaggio dei liquidi corporei grazie alle loro proprietà diuretiche, rendendole un elemento essenziale per un’alimentazione equilibrata e metabolismo sano.

    CIPOLLA

    La cipolla, oltre a essere un ingrediente fondamentale in molte preparazioni culinarie, offre vantaggi significativi per la salute. Ricca di fitoestrogeni, la cipolla non solo potenzia il sistema immunitario ma favorisce anche la diuresi e l’eliminazione di liquidi in eccesso. Questa preziosa radice vegetale può essere considerata anche un cibo brucia grassi, grazie al suo impatto positivo sulla gestione del peso.

    AGLIO

    L’aglio, spesso sottovalutato, è un autentico antibiotico naturale. Le sue proprietà disinfettanti non solo combattono il colesterolo, ma promuovono la salute del cuore e delle arterie. Inoltre, l’aglio è noto per combattere il colesterolo, migliorare la salute cardiovascolare e prevenire il diabete, rendendolo un componente prezioso per il benessere generale.

    PESCE/CARNE BIANCA

    Il pesce e la carne bianca, ricchi di proteine, sono fondamentali per ottenere un senso duraturo di sazietà. Questi alimenti proteici non solo placano la fame, ma anche aumentano la termogenesi, contribuendo al metabolismo. In particolare, lo iodio presente nel pesce gioca un ruolo chiave nel mantenere attivo il metabolismo, rendendo questi alimenti una scelta salutare per sostenere la gestione del peso.

    SPEZIE

    Spezie come pepe, cumino e curry non solo aggiungono sapore ai piatti ma offrono anche benefici per la salute. Ricche di sali minerali e vitamine, queste spezie possono migliorare la circolazione sanguigna, contribuendo così a una migliore efficienza metabolica e offrendo un tocco di gusto alle tue preparazioni culinarie.

    Fra tutti la Cannella è importante nel metabolismo degli zuccheri.

    ANANAS

    L’ananas, in particolare il suo gambo, è ricco di antiossidanti e svolge un ruolo essenziale nel controllo dell’introito calorico giornaliero. Oltre a offrire proprietà antiossidanti, l’ananas agisce come un alimento drenante, contribuendo al mantenimento di un sistema digestivo sano e sostenendo la tua salute generale.

    TÈ VERDE

    Il tè verde è celebre per i suoi numerosi benefici per la salute. Ricco di vitamine A e C, oltre a sali minerali, il tè verde è noto per le sue proprietà antiossidanti. Queste sostanze antiossidanti non solo contrastano lo stress ossidativo, ma anche favoriscono la combustione dei grassi. Integrare il tè verde nella tua routine quotidiana può essere un modo delizioso ed efficace per sostenere il tuo metabolismo e promuovere la perdita di peso.

    CAFFÈ

    Il caffè, grazie alla caffeina, è un classico brucia grassi. Con pochissime calorie, il caffè è associato a una riduzione dei picchi d’insulina causati dal consumo di carboidrati. La caffeina nel caffè non solo offre un piccolo boost di energia, ma contribuisce anche a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue. Ricorda di consumare il caffè con moderazione per massimizzare i suoi benefici per la salute.

    CEREALI INTEGRALI

    Grazie alla loro capacità di rilasciare energia in modo graduale lungo il corso della giornata, i cereali integrali, quando consumati a colazione o pranzo, assicurano un senso di sazietà prolungato. La loro composizione ricca di fibre contribuisce non solo a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue, ma supporta anche un metabolismo efficiente. Introdurre cereali integrali nella tua dieta quotidiana è un passo importante verso una nutrizione equilibrata e una gestione del peso ottimale.

    CETRIOLI

    I cetrioli sono un’aggiunta rinfrescante e leggera alla tua dieta. Composti principalmente da acqua, i cetrioli sono ideali per mantenere l’idratazione del corpo. Con il loro ridotto contenuto calorico, sono anche un alleato per liberarsi dei liquidi in eccesso, riducendo il gonfiore. Ricchi di fibre e nutrienti, i cetrioli sono una scelta croccante e salutare per supportare la tua idratazione e promuovere una sana gestione del peso.

    ASPARAGI

    Gli asparagi, ricchi di fibre e vitamina B, svolgono un ruolo cruciale nell’aumentare il senso di sazietà. Le fibre presenti negli asparagi non solo migliorano la funzione intestinale ma contribuiscono anche a mantenere stabili i livelli di zuccheri nel sangue, fornendo un elemento chiave per un metabolismo efficiente. Integrare gli asparagi nella tua dieta è un modo gustoso ed equilibrato per promuovere la salute e sostenere i tuoi obiettivi di gestione del peso.

    GINSENG

    Il ginseng è un adattogeno naturale noto per le sue proprietà stimolanti ed energizzanti. Questa radice è spesso utilizzata per aumentare la resistenza fisica e mentale. Nel contesto del metabolismo, il ginseng può aiutare a rimettere in moto il sistema energetico del corpo, favorendo una maggiore efficienza metabolica.

    FRUTTI DI BOSCO

    I frutti di bosco, come fragole, mirtilli e lamponi, sono ricchi di antiossidanti e nutrienti essenziali. Questi piccoli tesori sono noti per regolare il livello di insulina nel sangue, fornendo un supporto prezioso per il metabolismo e la gestione del peso. Gli antiossidanti presenti nei frutti di bosco contribuiscono a contrastare lo stress ossidativo, migliorando così la salute generale.


     




    Osteoporosi. Il calcio non è l’unico minerale costituente delle ossa

    Credits Immage: CB- Creative Bloq

    Spesso si prende uno o due integratori e si pensa che magari riescano da soli a fare il lavoro, ma non è così semplice ripristinare il tessuto osseo perduto se ci sono delle condizioni che continuano a consumarlo. Ad esempio se si continua a fare una vita sedentaria o prendere farmaci, fumare, o prendere vitamina D senza tutti i cofattori.

    Il presente articolo mostra i principali nutrienti e strategie per il sostegno della struttura ossea, ma non si fa carico della personale diagnosi, cura e monitoraggio delle ossa. Pertanto, ogni integrazione qui consigliata potrebbe senza dubbio essere la base di discussione con il vostro medico.

    L’osteoporosi non è soltanto perdita di calcio. Nelle ossa troviamo almeno 12 minerali:




    Zinco: Un minerale Essenziale a tutte le età

    Dopo un breve escursus sulla amatissima vitamina D3, e di quanto sia diffusa la sua carenza, e quanto sia importante per la nostra salute, il dr. Claudio Sauro ci parla dello Zinco riprendendo le ricerche del dr. Michael T. Murray ricercatore della Seattle University.

    Pertanto mette in evidenza che fin dalla giovane età, come in tutti gli altri momenti della vita, lo Zinco è necessario, e la sua carenza porta ad avere diverse patologie.
    Per farci capire quanto sia importante non essere carenti di Zinco e mettere in luce tutto il suo potere curativo lo ha chiamato “bomba atomica”.

     

    UNA BOMBA ATOMICA: LO ZINCO (dr Claudio Sauro)

    Abbiamo parlato in precedenza dell’importanza della Vit D3 cronicamente carente nella popolazione perché non legata all’alimentazione ma all’esposizione al sole. La carenza di tale vitamina è già una bomba atomica per la salute dal momento che entra nella funzione di 4200 geni.

    Una mia ricerca aveva evidenziato che il livello medio di questa vitamina nella popolazione è di 13 ng/ml quando dovrebbe essere di 30-100 ng/ml. Ho già esposto nei Post precedenti quello che causa tale carenza.

    Come ben già sapete nel ultimo secolo si è passati da una civiltà agricola ad una civiltà industriale e questo ha comportato oltre all’inquinamento ed ad un tipo di lavoro stressante anche ad un cambio radicale nell’alimentazione. Se prima l’alimentazione era più povera, soprattutto più povera di proteine non mancava di alcuni oligoelementi essenziali che attualmente sono diventati cronicamente carenti.

    La carenza si è determinata anche in conseguenza all’aumento esponenziale nel consumo di zuccheri che determinano l’impoverimento di alcuni elementi essenziali. Lo zucchero attualmente lo mettiamo ovunque, nel caffè, quasi in qualsiasi bevanda e la fetta di dolce molto spesso non manca a fine pasto. E poi chi non rinuncerebbe al panettone di Natale ed alla Colomba di Pasqua.

    Ora, in seguito al consumo di zuccheri c’è stato un aumento esponenziale del diabete soprattutto negli ultimi cinque decenni. Io che sono medico di famiglia posso testimoniare quanti ipoglicemizzanti ed insulina prescrivo. La percentuale dei diabetici è altissima. E tutto quello che comporta il diabete sarebbe troppo lungo spiegare in questa sede.

    è la carenza di Zinco ad essere alla base del diabete.

    Quando pane, pasta e riso non venivano raffinati tale carenza non esisteva perché gli alimenti integrali sono ricchi di questo elemento. Fino a poco tempo fa si pensava che la carenza di Zinco fosse secondaria nell’insorgenza del diabete perché i dosaggi ematici di questo elemento evidenziavano una carenza modesta. Ma lo Zinco è uno ione prevalentemente endocellulare e la quantità che si trova nel sangue è irrisoria (10%) e non rispecchia il valore reale e tanto meno quello endocellulare.

    C’è un altro punto fondamentale, il fabbisogno di Zinco aumenta con l’introito di zuccheri. Se voi avete un alimentazione ricca di zuccheri semplici e di amidi complessi (pasta, pane, riso ecc) avete un grande fabbisogno di zinco. Oltre quanto sia importante questo elemento ce lo dicono gli studi che sono emersi negli ultimi anni. Basta dire che lo Zinco regola 300 funzioni enzimatiche della cellula, senza le quali la cellula non può sopravvivere. Questo vi rende conto della sua importanza.

    Ma quello che è più sconvolgente è che si è visto in seguito ad analisi del plasma endocellulare che è stato possibile eseguire in seguito ad innumerevoli prelievi autoptici è che c’è una grave carenza nel 80-90% della popolazione. Questo soprattutto nei paesi industrializzati, e sono proprio quelli che hanno la maggior incidenza di diabete e guarda caso anche di tumori. Ma vediamo un po alcune funzioni dal momento che sarebbe impossibile elencarle tutte:

    • Lo zinco data la sua azione di stabilizzazzione delle membrane neuronali ha una significativa azione sul sistema nervoso come stabilizzante le sue funzioni.
      In particolare:

      • 1 – favorisce e regolarizza il sonno (una sua carenza può causare disturbi del sonno: si pensi a quanti induttori del sonno si vendono ai giorni nostri)
      • 2- risulta efficace in molte forme epilettiche ed in associazione con antiepilettici ne aumenta l’efficacia
      • 3- Il Dott Gaubio ha curato con successo molte convulsioni infantili esclusivamente servendosi di zinco
      • 4 – il Dott Hagger lo ha trovato molto efficace contro le tossi convulsive.
      • 5 – molte osservazioni ne hanno constato l’efficacia come antispasmodico ed ansiolitico 6- il Dott. Steinau ha curato con successo una forma dissociativa con fiori di zinco 6- si è visto che una grave carenza di zinco nell’infanzia può predisporre a gravi malattie mentali che molto spesso si accompagnano anche a diabete.

    Vi ho elencato solo alcuni punti molto interessanti. In base a queste considerazioni possiamo tranquillamente dedurre che se avete un alimentazione ricca di amidi (pasta, pane, riso, dolci ecc) vi conviene assumere almeno 50 mg di Zinco al giorno (tenete conto che la quantità che si assorbe è circa il 30%) e così, se avete un infezione e tutte le altre patologie che ho elencato.

    In farmacia troverete delle compresse di Solfato di Zinco da 200 mg, vi consiglio di prenderne un quarto al giorno, una compressa intera ha un dosaggio eccessivo che può dare nausea ed il surplus inoltre non serve.


    INTEGRATORI DI ZINCO

    Zinco Gluconato PRINFIT

    Codice sconto: VITAMINERAL

    Spedizione gratis

     

     


    1 ml di prodotto contiene 7.5mg di Zinco

     


     

    Complesso di Zinco

    Zinco da alga spirulina, semi di zucca e bacche di Acai

    15 mg per ogni capsula vegetale

     


    Chelato – zinco, selenio e rame – 60 caps

    tavolette da 15 mg.

    La struttura chelante naturale, che garantisce un perfetto assorbimento e un’elevata biodisponibilità delle sostanze attive nel corpo umano.

     


    Zinco picolinato – 50mg – 60 vcaps

     

     

     


    Eco Zinco – Integratore di Zinco

    • Altamente biodisponibile 
    • In capsule 

    Zinco gluconato pari a 21,5 mg di Zinco


     

    Riferimenti bibliografici

    1. Hemilä H., “Zinc lozenges and the common cold: a meta-analysis comparing zinc acetate and zinc gluconate, and the role of zinc dosage”, Journal of Royal Society of Medicine, 2017 May(vedi fonte)
    2. Prasad AS, Bao B, Beck FW, Kucuk O, Sarkar FH., “Antioxidant effect of zinc in humans”, Free Radical Biology and Medicine, 2004 Oct 15(vedi fonte)
    3. Hunter P., “The inflammation theory of disease. The growing realization that chronic inflammation is crucial in many diseases opens new avenues for treatment”, EMBO Reports, 2012 Nov 6(vedi fonte)
    4. Jayawardena R, Ranasinghe P, Galappatthy P, Malkanthi R, Constantine G, Katulanda P., “Effects of zinc supplementation on diabetes mellitus: a systematic review and meta-analysis”, Diabetology & Metabolic Syndrome, 2012 Apr 19(vedi fonte)
    5. Cruz KJ, de Oliveira AR, Marreiro Ddo N., “Antioxidant role of zinc in diabetes mellitus”, World Journal of Diabetes, 2015 Mar 15(vedi fonte)
    6. Cervantes J, Eber AE, Perper M, Nascimento VM, Nouri K, Keri JE., “The role of zinc in the treatment of acne: A review of the literature”, Dermatologic Therapy, 2017 Nov 28(vedi fonte)
    7. Gupta M, Mahajan VK, Mehta KS, Chauhan PS., “Zinc therapy in dermatology: a review”, Dermatology Research and Practice, 2014 Jul 10(vedi fonte)

    Ancora sullo Zinco

    Lo zinco contribuisce al normale metabolismo acido base, al normale metabolismo dei carboidrati, alla normale funzione cognitiva, alla normale sintesi del DNA, alla normale fertilità e alla normale riproduzione, al normale metabolismo dei macronutrienti, al normale metabolismo degli acidi grassi, al normale metabolismo della vitamina A, alla normale sintesi proteica, al mantenimento di ossa normali, al mantenimento di capelli normali, al mantenimento di unghie normali, al mantenimento di una pelle normale, al mantenimento di normali livelli di testosterone nel sangue, al mantenimento della capacità visiva normale, alla normale funzione del sistema immunitario, alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo.

    Caratteristiche:

    I tessuti che hanno maggiori depositi sono le carotidi, il nervo ottico, la prostata e la cute.

    Lo zinco ha circa 300 proprietà benefiche per il nostro intero organismo:
    Ha una grossa funzione nella crescita: stimola infatti il GH ed il Testosterone. A livello del sistema immunitario ritarda l’atrofia del TIMO. I linfociti T sono prodotti dal Timo.

    Secondo i dosaggi di integrazione si stimola:

    • per 2-3 mesi a 7.5 mg otteniamo un  buon equilibrio linfocitario.

    La sua carenza provoca predisposizione tumorale per diminuite difese.

    Interviene nell’attivazione dell’enzima delta6desaturasi (sistema delle prostaglandine):

    • i sintomi sono le smagliature, rughe (anche per carenza di retinolo) macchie bianche sulle unghie deficit sensoriali (olfatto e gusto).

    Nei soggetti con insufficiente polmonari è facile associare carenza di Zinco Contribuisce alla corretta formazione del liquido spermatico:

    • quindi la sua scarsità può essere causa di infertilità.

    La sua carenza provoca la creazione e di insulina mal funzionante (sindrome da insulino resistenza) l’elevato livello di insulina conseguente trasforma gli zuccheri in trigliceridi con in abbinamento un abbassamento ematico degli HDL e un‘innalzamento dell’LDL HmgCoa Redattasi:

    • un’enzima attivato dall’insulina che fa aumentare l’LDL. Interviene nel fattore d’intolleranza al glucosio assieme al Cromo e alla vitamina B3

    Zinco Complesso

    Di Global Healing

    Contiene 15 mg di zinco bisglicinato

     

    Deficit di Zinco: Come assumerlo, Dose Giornaliera Raccomandata e tanto altro

    Zinco nella Dieta: Proprietà e Benefici


    Altre funzioni dello Zn

    • Stimola gli osteoblasti e gli osteociti : sinergia con Ca, con attenzione alle dosi di Zn eccessivamente elevate (200 mg di Solfato di Zinco possono dare nausea e vomito).
    • Azione antiossidante : Il SOD (superOssidoDismutasi) dipende dallo Zn, questo enzima blocca un radicale pericolosissimo il SuperOssidoAnione che poi diviene H2O 2poi ridotto dal Glutatione e Selenio.
    • Regola anche i livelli estrogenici. La mancanza dipende da costante mal nutrimento specie nelle zone i cui terreni sono poveri di zinco ma soprattutto dalla raffinazione degli amidi e da un eccessivo introito di zuccheri. Gli effetti più clamorosi della carenza di questo minerale riguardano il ritardo della crescita del bambino. Dopo una supplementazione di zinco si è riscontrata una ripresa della crescita e della maturazione sessuale.
    • Altri sintomi riguardano lesioni cutanee, anosmia, anoressia, tendenza all’infezione, sterilità, depressione, disturbi della vista. Sono più di 80 gli enzimi zinco dipendenti appartenenti a tutte sei le classi enzimatiche.
    • Lo zinco è inoltre implicato nel metabolismo dei glucidi e dei lipidi, nella sintesi proteica compresi gli acidi nucleici.
    • Stabilizza la membrana cellulare e di conseguenza la struttura di proteine e le glicoproteine come insulina.
    • Ritardo nella crescita: i bambini e gli adolescenti carenti di zinco presentano a dolori articolari nella crescita il nanismo se è legato a carenza di zinco regredisce rapidamente.
    • Apparato genitale: la sua presenza è legata al corretto sviluppo e funzion amento dei genitali femminili e maschili. La carenza di questo minerale può portare calo della libido maschile e all’ipertrofia della prostata.
    • attività sessuale; nella terza età per prevenire disturbi alla prostata; in gravidanza, per la più facile tendenza alla formazione di strie, Lo zinco, infatti, è legato alla formazione delle fibre elastiche del tessuto connettivo.
    • Un altro importante impiego si ha con uso topico, nelle bruciature e nelle ustioni: permette una più veloce cicatrizzazione.
    • Disturbi visivi: la cecità notturna può dipendere da una diminuita attività legata ad una carenza di zinco
    • Antivirale: lo zinco ha un sicuro effetto antivirale, in particolare sui Rino virus
    • Sistema immunitario: stabilizzando la membrana cellulare con attività antiossidante può aiutare anche nella prevenzione della degenerazione cellulare. Sembra inoltre che la carenza di zinco conduca a patologie psichiatriche come l’autismo alla schizofrenia
    • Pelle ed annessi: la carenza di zinco è legata alla salute di capelli e unghie. La presenza di macchie bianche indica una carenza relativa di zinco, possono calare rapidamente i valori di Zinco durante situazioni di stress, digiuno mestruazioni
    • Diabete: perché zinco è legato all’insulina in suo corretto apporto può aiutare a controllare l’ipoglicemia, sempre che ne esista ancora una produzione
    • Lo zinco è distrutto e antagonizzato da: estrogeni, i farmaci antitubercolosi, antidepressivi IMAO, corticosteroidi, diuretici, alcol, fitati, metalli pesanti.

    Michael T. Murray ricercatore della Seattle University

    I libri di Michael T. Murray

    Autore: Michael T. Murray

    Dalla A alla Z tutti i cibi che guariscono.

    Autore: Michael T. Murray, Joseph Pizzorno, Lara Pizzorno

    Guida medica agli integratori alimentari — Libro Guida medica agli integratori alimentari

    Cosa sono, come agiscono, come utilizzarli

    Autore: Michael T. Murray

    Dati scientifici, consigli, ricette

    Autore: Michael T. Murray

     

    Potenziare e armonizzare gli apparati di tutto il corpo. Esaltare le prestazioni fisiche e mentali. Contrastare l’invecchiamento

    Autore: Michael T. Murray

    Guida pratica e completa agli alimenti che aiutano a prevenire disturbi e malattie

    Autore: Michael T. Murray
    Nuova ristampa

    La dieta, le vitamine, i minerali e i metodi naturali più efficaci

    Autore: Michael T. Murray

     

     


    Garden Of Life

    • 30mg di zinco e vitamina C derivanti da cibo crudo ed integrale 
    • 23 frutti e verdure in polvere e tracce di 75 minerali alcalinizzanti 
    • Probiotici ed enzimi vivi

     


     




    Dieta e vitiligine: la storia finora
    Traduzione di uno studio

    CANNES, FRANCE – MAY 25: Winnie Harlow . (Photo by Arnold Jerocki/Getty Images for Campari)

    La vitiligine è una di quelle malattie dermatologiche in cui si assiste al fallimento della farmacologia ed dei rimedi allopatici.

    Si esterna in superficie (pelle senza pigmento a chiazze) ma le cause sono più profonde e riguardano l’apparato immunitario, forse ereditata geneticamente.  Il primo problema è visivo nella immagine della persona e non ci sono sintomi particolari a carico della pelle, né prurito, ne esquamazione e non è contagiosa. Col tempo possono svilupparsi le vere cause della malattia dando disturbi più importanti a carico di altri apparati.

    La medicina cosa offre come terapie?

    Quasi nulla di veramente rispolutivo e come tutte le malattie dermatologiche c’è la tendenza a curare il sintomo con grandi dosi di cortisone che sembra essere l’unico rimedio universale usato dai dermatologi per tutte le affezioni.

    Vedi Link

    Una patologia autoimmune

    Quando è presente la vitiligine, significa che le cellule del sistema immunitario alterano le funzioni dei melanociti, che non producono più melanina. Ecco perché parti del rivestimento cutaneo rimangono bianche.

    Per una visita di controllo, affidati a esperti: contatta gli specialisti in dermatologia di IDE.

    Quali sono le cause della vitiligine?

    Anche se non esistono fattori scatenanti provati da studi e casi, possiamo affermare che l’ereditarietà (una predisposizione genetica) è una possibile causa della vitiligine.

    Altre possibili cause che possono favorire la vitiligine sono:

    • disfunzioni della tiroide
    • stress
    • diminuzione delle difese immunitarie
    • stress ossidativo
    • anomala presenza di perossido di idrogeno nelle cellule (una condizione che influenza negativamente la normale pigmentazione della pelle).

    Vitiligine: le cure possibili

    Diversi sono i rimedi per contrastare questa patologia della pelle.

    Innanzitutto è necessario che uno specialista identifichi la patologia e le sue caratteristiche, oltre a esaminare la condizione clinica del paziente. Dopo una prima visita dal dermatologo, è possibile procedere con:

    • la terapia PUVA, che agisce attraverso l’applicazione di sostanze fotosensibilizzanti e la somministrazione controllata dal medico di raggi UV, il tutto per riattivare la funzione dei melanociti
    • raggi UVB, che somministrati per il trattamento della vitiligine portano alla risoluzione parziale del disturbo in tempi più brevi rispetto alla terapia PUVA
    • i farmaci, come i corticosteroidi o gli immunosoppressori per via topica, favoriscono la ripigmentazione della pelle e generalmente svolgono una funzione di supporto alle terapie
    • il trapianto di melanociti è un trattamento suggerito per macchie piccole e quando le terapie non hanno portato a risultati significativi.

    vediamole insieme: dalla Fonte dello studio

    Astratto

    La maggior parte degli studi concorda sul fatto che la combinazione di

    • vitamina B12,
    • acido folico
    • Vitamina D
    • ed esposizione al sole è buona per indurre la ripigmentazione. 
    • L’integrazione di zinco e fenilalanina quando utilizzata in combinazione con steroidi topici o trattamento UV-B (ultravioletto B) mostra effetti terapeutici sulla vitiligine a causa del loro ruolo nel percorso di sintesi della melanina. 
    • Le indagini condotte sugli integratori a base di erbe hanno rivelato che la maggior parte di essi contiene antiossidanti, che aiutano nella ripigmentazione. 

    Lo scopo di questa recensione narrativa è discutere la funzione della nutrizione nelle malattie infiammatorie della pelle immuno-mediate dal punto di vista delle informazioni più recenti e affidabili disponibili. 

    Introduzione e sfondo

    malattia autoimmune connessa con influenze ormonali ed ereditarie oltre a disturbi che coinvolgono il metabolismo, lo stress ossidativo e la disintegrazione cellulare. S

    econdo nuove ipotesi, i fattori principali sono la melanocitorragia e la scarsa vitalità dei melanociti. La lesione caratteristica è una macula amelanotica, non squamosa, bianco gesso con bordi netti [1,2] . La pelle comunemente colpita è quella del viso, delle labbra, delle mani, delle braccia, dei piedi e dei genitali. Inoltre, le aree colpite hanno tipicamente i capelli bianchi. Tuttavia, il processo eziopatogeno alla base della vitiligine è ancora incerto[3] . 

    Riparando i pigmenti danneggiati o rimuovendo i pigmenti persistenti, la terapia della vitiligine mira a ridurne la gravità. 

    [5] . Secondo i medici, il focus degli studi futuri dovrebbe essere su nuove strategie come la qualità della vita (QOL) valutazioni che valutano la soddisfazione del paziente. 

    Revisione

    Epidemiologia

    [6] . Con un tasso di incidenza stimato dell’8,8%, Gujarat, India, ha di gran lunga la più alta incidenza a livello mondiale [7] . Sia gli uomini che le donne soffrono della condizione [8,9] , anche se è stato riscontrato che le donne hanno maggiori probabilità di cercare assistenza medica. Le giovani donne (fino a 30 anni di età) hanno una prevalenza di vitiligine molto più elevata rispetto ai giovani maschi [8,10] . Le donne raggiungono il picco nella prima adolescenza, mentre i maschi raggiungono il picco tra i 45 ei 60 anni [5] .

    Tipi di terapia

    Una delle preoccupazioni dermatologiche più impegnative è attualmente il trattamento della vitiligine. Tuttavia, gli ultimi anni hanno visto lo sviluppo di terapie sicure ed efficaci. Le terapie che possono rallentare la progressione della condizione, trasformare le chiazze depigmentate e promuovere la ripigmentazione includono fototerapia, agenti immunosoppressori sistemici e topici e procedure chirurgiche [11,12] . 

    [12]. La ripigmentazione si sviluppa prima ai bordi delle lesioni o secondo un tipo specifico di pattern noto come “perifollicolare”.

    almeno 2-3 mesi. Il tipo di trattamento più diffuso per la vitiligine prevede la radiazione UV e, quando accoppiato con altre terapie, è stato collegato a risultati migliori [13] .

    Vitamina B12 e acido folico

    La vitamina B12 (nota anche come cobalamina) costituisce una delle nove vitamine idrosolubili e uno degli otto tipi di vitamina B [14] . È una delle carenze più comuni e, se non trattata, potrebbe causare disturbi del sangue e dei nervi [15] . Una dieta non vegetariana, che includa carne, uova e latticini, è una buona fonte di vitamina B12. Il normale consumo di B12 è di 2,4 μg al giorno. Viene assorbito solo dal cinquanta al sessanta per cento [16,17]

    La vitamina B12 si è dimostrata utile per la ripigmentazione nei pazienti affetti da vitiligine

    acido folico (o vitamina B9) ha dimostrato di essere significativo per il trattamento della vitiligine. Deve essere incluso nella dieta poiché il corpo non può sintetizzarlo. 

    [14] . Sono necessarie ulteriori ricerche per identificare il dosaggio corretto di vitamina B12 e B9 e la durata per la quale la pelle dovrebbe essere esposta al sole  [18] .

    Vitamina C

    La vitamina C costituisce una delle vitamine idrosolubili. Principalmente presente negli agrumi come limone, kiwi, arance e verdure a foglia verde. La vitamina C dovrebbe far parte di una dieta equilibrata. È stato indicato che la vitamina C ha azione antiossidante e caratteristiche immunomodulatorie  [19,20] . La vitamina C non viene utilizzata ed è controindicata nel trattamento della vitiligine poiché interrompe i percorsi di produzione della melanina  [21] .

    Vitamina D

    La vitamina D è una vitamina liposolubile che assorbe sostanze come calcio e magnesio. La vitamina D agisce sui recettori della pelle e interrompe la crescita e lo sviluppo di melanociti e cheratinociti  [22,23] . La 25-idrossivitamina D₃ (calcifediolo) agisce sui recettori diidrossivitamina D3 sui melanociti per avviare la secrezione di melanina  [24]

    Secondo la ricerca, i livelli di vitamina D hanno un impatto sul sistema immunitario poiché il sistema immunitario ha enzimi/metaboliti che possono metabolizzare la vitamina D, indicando che il sistema immunitario contribuisce anche a convertire le forme inattive di vitamina in forme attive di calcitriolo. Ciò stabilisce una relazione tra il normale funzionamento del sistema immunitario del corpo e i livelli circolanti di vitamina D. 

    [25]. 

    Su 16, 14 pazienti hanno mostrato una ripigmentazione dal 25% al ​​75%, concludendo che l’integrazione di vitamina D potrebbe ridurre la progressione della malattia  [26] .

    Zinco

    [28] . Combinato con steroidi topici, lo zinco ha dimostrato di essere un vantaggio marginale nella gestione della vitiligine. Tuttavia, questo richiede ulteriori indagini. Tuttavia, gli effetti avversi gastrointestinali correlati al trattamento sono un fattore che limita l’integrazione di zinco [28] . In un esperimento di Yaghoobi et al., il 13,3% dei partecipanti che assumevano zinco ha riportato disturbi gastrici[29] . 

    DNA: acido desossiribonucleico

    Supplemento Proprietà Impatto sulla gestione della vitiligine
    Vitamina B12 e acido folico Sintesi, riparazione e metilazione del DNA Ripigmentazione indotta con l’integrazione insieme all’esposizione al sole, ripigmentazione completa dopo la terapia completa
    Vitamina C Funzione antiossidante e immunomodulante Controindicato in quanto provoca disturbi nella via di sintesi della melanina
    Vitamina D Funzione del sistema immunitario Diminuisce la progressione della malattia se integrato con la terapia standard
    Zinco Il cofattore per il normale funzionamento di ormoni ed enzimi inibisce la distruzione dei melanociti Fornisce un vantaggio marginale se combinato con steroidi topici



    Degenerazione Maculare
    Le vitamine che aiutano l’occhio

    Cos’è la maculopatia

    zona nell’occhio che si trova al centro della retina e la cui funzione è la visione distinta centrale. Viene erroneamente chiamata anche maculopatia retinica, ma in realtà non è la retina ad essere colpita, bensì i tessuti su cui la retina si appoggia, ovvero l’epitelio pigmentato e la coroide, e dai quali dipende il suo funzionamento.

    La tipologia più diffusa è la maculopatia degenerativa che si distingue in due diverse forme:

    • maculopatia essudativa o umida, meno comune ma più aggressiva. Vede la formazione di vasi sanguigni retinici nella zona della macula che creano delle cicatrici sottoretiniche.

    Cause

    Lo sviluppo di una maculopatia presenta alcune cause comuni:

    • fumo.

    fattori di rischio in grado di aumentare le probabilità di sviluppo della patologia sono:

    • obesità,
    • ipertensione e le malattie cardiovascolari in genere,
    • eccessiva esposizione alla luce solare nel corso della propria vita.

    Sintomi

    I sintomi principali, campanelli d’allarme della presenza di una maculopatia, sono:

    • la vista si abbassa, ad esempio durante la lettura;
    • le immagini vengono visualizzate distorte ed alterate;
    • i colori risultano meno nitidi e brillanti;
    • si visualizzano macchie grigie nel campo visivo;
    • vi è una perdita di visione centrale (scotoma) che rende impossibile vedere nel punto in cui si fissa lo sguardo.

    Healthy Thewom

    Gli Integratori per la Degenerazione Maculare aiutano a ridurre la perdita di salute oculare con l’età

    Vitamine per la riduzione della degenerazione maculare

    Conformemente con gli studi realizzati dagli studiosi dell’AREDS 2 per più di 10 anni, le principali vitamine associate alla riduzione della degenerazione maculare legata all’età sono:

    Questi nutrienti possono essere usati per prevenire o far fronte alla degenerazione maculare, che, bisogna ricordare, una volta iniziata non ha cura.

    In generale, i nutrienti che presentano un’attività antiossidante, specialmente quando questa attività capta specie reattive di ossigeno, possono potenzialmente contribuire a rallentare lo sviluppo dell’AMD.


    OMEGA 3

    L’Omega 3 protegge gli occhi e riduce le probabilità di soffrire degenerazione maculare

    La concentrazione di DHA (acido docosaesaenoico), un acido grasso omega 3 a catena lunga, è un ingrediente che si trova nella retina, in una percentuale che può raggiungere il 65%.

    Il DHA è un ingrediente importante della struttura della retina, questo acido grasso aumenta lo sviluppo dei fotorecettori, cellule speciali che sono essenziali per la vista.

    Sono necessari alti livelli di DHA per consentire alla rodopsina, un pigmento situato nelle cellule del bastoncello fotorecettore, di rispondere alla luce e consentirne la vista in condizioni di scarsa illuminazione durante la notte. Le proprietà altamente insature del DHA hanno effetti unici sulle pareti cellulari della retina, consentendo di trasmettere segnali luminosi molto rapidamente.

    La degenerazione maculare è una malattia dell’occhio che non ha cura, in cui i pazienti diventano gradualmente ciechi. Questa patologia è correlata all’infiammazione cronica e allo stress ossidativo.

    Con l’età, la vista di solito peggiora. Ciò è dovuto a cambiamenti nella retina e in altre cellule degli occhi. Le pareti cellulari diventano meno permeabili, le strutture cellulari cambiano, si formano depositi nella retina e si verifica l’ossidazione, che danneggia le cellule fino alla morte. Questi cambiamenti causano una diminuzione della vista nella vecchiaia.

    Nella degenerazione maculare legata all’età, i depositi giallastri (drusen) si accumulano nel centro della retina. Le cellule nell’area della macula non funzionano più correttamente, producendo una visione offuscata o distorta. Con il tempo, la persona che ne soffre può smettere di vedere.

    Le drusen possono convertirsi in forme avanzate di degenerazione maculare legata all’età, potenzialmente pericolose per la vista. Il tipo più comune di degenerazione maculare è la cosiddetta degenerazione maculare secca. Man mano che la patologia progredisce, le macule smettono di funzionare. Quando smettono di funzionare completamente, la visione centrale viene seriamente disturbata o la persona smette di vedere in quella particolare area dell’occhio.

    Studi clinici condotti a questo proposito hanno dimostrato che il consumo di integratori di Omega-3 o di alimenti ricchi nel loro contenuto, possono ritardare il processo di degenerazione maculare e migliorare la vista delle persone affette da questa malattia.
    Lo studio clinico condotto ha dimostrato che i partecipanti che hanno assunto integratori di omega-3 sono riusciti a migliorare la loro vista.

    Un secondo tipo di degenerazione maculare legata all’età è la cosiddetta degenerazione maculare umida o neovascolare, che è la responsabile del 90% di perdita della vista dovuta a questa malattia. Nella degenerazione maculare umida, i vasi sanguigni situati dietro gli occhi diventano molto fragili al punto da potersi rompere o sanguinare.

    La degenerazione maculare senile avanzata può interessare uno o entrambi gli occhi, e sia il tipo umido che il tipo secco possono causare cecità.

     

    Omega 3 e salute della vista
    Immagine ed articolo da HSNStore Blog

    Fonti:

     


    OMEGA 3 PRINFIT

    Omega 3 Prinfit

    Codice sconto: Vitamineral su tutti i prodotti Prinfit

    Spedizione sempre gratis

     

     


    INTEGRATORI PER L'OCCHIO

    Integratori per rinforzare gli occhi

    Oggi sempre più persone lamentano problemi alla vista: occhi gonfi, miopia, presbiopia, astigmatismo. Per prevenirli, ed evitare che si aggravino, è importante rinforzare gli occhi con integratori specifici.

    Ecco i migliori integratori alimentari disponibili online, selezionati da Macrolibrarsi per la loro qualità e la loro naturalezza.

    Integratori di Zinco

    Integratori di Beta Carotene

    Integratori mix utili per la vista


    ESERCIZI UTILI PER MIOPIA

    “Miopia e problemi alla vista”

    Astratto
    Sfondo: dati osservazionali e sperimentali suggeriscono che gli integratori di antiossidanti e/o zinco possono ritardare la progressione della degenerazione maculare legata all’età (AMD) e la perdita della vista.
    Obiettivo: valutare l’effetto di vitamine C ed E ad alto dosaggio, beta carotene e supplementi di zinco sulla progressione dell’AMD e sull’acuità visiva.
    Disegno:The Age-Related Eye Disease Study, uno studio clinico in doppio cieco di 11 centri, ha arruolato i partecipanti a uno studio sull’AMD se presentavano piccole drusen estese, drusen intermedie, grandi drusen, atrofia geografica non centrale o anomalie del pigmento in 1 o entrambi occhi, o AMD avanzata o perdita della vista dovuta a AMD in 1 occhio.
    Almeno 1 occhio aveva un’acuità visiva corretta di 20/32 o migliore. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere compresse orali giornaliere contenenti:
    (1) antiossidanti (vitamina C, 500 mg; vitamina E, 400 UI; e beta carotene, 15 mg);
    (2) zinco, 80 mg, come ossido di zinco e rame, 2 mg, come ossido rameico;
    (3) antiossidanti più zinco;
    o (4) placebo.
    Principali misure di esito:
    (1) Valutazione fotografica della progressione o del trattamento per l’AMD avanzata e (2) perdita almeno moderata dell’acuità visiva rispetto al basale (> o = 15 lettere).
    Le analisi primarie hanno utilizzato la regressione logistica a misure ripetute con un livello di significatività di 0,01, non aggiustato per le covariate. Le misurazioni del livello sierico, le anamnesi e i tassi di mortalità sono stati utilizzati per il monitoraggio della sicurezza.
    Risultati:
    Il follow-up medio dei 3640 partecipanti allo studio arruolati, di età compresa tra 55 e 80 anni, è stato di 6,3 anni, con il 2,4% perso al follow-up.
    Il confronto con il placebo ha dimostrato una riduzione degli odds statisticamente significativa per lo sviluppo di AMD avanzata con antiossidanti più zinco (odds ratio [OR], 0,72; 99% intervallo di confidenza [CI], 0,52-0,98). Gli OR per il solo zinco e per i soli antiossidanti sono 0,75 (99% CI, 0,55-1,03) e 0,80 (99% CI, 0,59-1,09), rispettivamente. I partecipanti con piccole drusen estese, drusen non estese di dimensioni intermedie o anomalie del pigmento avevano solo una probabilità a 5 anni dell’1,3% di progressione verso l’AMD avanzata.
    Le stime di riduzione delle probabilità sono aumentate quando questi 1063 partecipanti sono stati esclusi (antiossidanti più zinco: OR, 0,66; 99% CI, 0,47-0,91; zinco: OR, 0,71; 99% CI, 0,52-0,99; antiossidanti: OR, 0,76; 99% CI , 0,55-1,05).
    Sia lo zinco che gli antiossidanti più lo zinco hanno ridotto significativamente le probabilità di sviluppare AMD avanzata in questo gruppo ad alto rischio. L’unica riduzione statisticamente significativa dei tassi di almeno moderata perdita dell’acuità visiva si è verificata nelle persone assegnate a ricevere antiossidanti più zinco (OR, 0,73; 99% CI, 0,54-0,99). Nessun effetto avverso grave statisticamente significativo è stato associato a nessuna delle formulazioni.
    Conclusioni:
    le persone di età superiore ai 55 anni dovrebbero sottoporsi a esami oculistici dilatati per determinare il rischio di sviluppare AMD avanzata. Quelli con drusen estese di dimensioni intermedie, almeno 1 grande druse, atrofia geografica non centrale in 1 o entrambi gli occhi, o AMD avanzata o perdita della vista dovuta a AMD in 1 occhio e senza controindicazioni come il fumo, dovrebbero prendere in considerazione l’assunzione di un supplemento di antiossidanti più zinco come quello utilizzato in questo studio. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11594942/
    NOTA:

    Stur M, Tittl M, Reitner A, Meisinger V.

    Oral zinc and the second eye in age-related macular degenerationrale senile

    Invest Ophthalmol Vis Sci 1996; 37: 1225-35. [ Estratto di PubMed ]

    Zinco orale e il secondo occhio nella degenerazione maculare legata all’età

    Astratto

    BIBLIOGRAFIA


    Integratori vitaminici e minerali antiossidanti per rallentare la progressione della degenerazione maculare senile

    Astratto
    Contesto:
    è stato proposto che gli antiossidanti possano prevenire il danno cellulare nella retina reagendo con i radicali liberi prodotti nel processo di assorbimento della luce.
    Obiettivi:
    L’obiettivo di questa revisione era valutare gli effetti dell’integrazione di vitamine o minerali antiossidanti, o di entrambi, sulla progressione della degenerazione maculare legata all’età (AMD).
    Strategia di ricerca:
    abbiamo cercato il Cochrane Central Register of Controlled Trials (CENTRAL) in The Cochrane Library (2005, Numero 4); MEDLINE (dal 1966 al gennaio 2006); SIGLE (dal 1980 al marzo 2005); EMBASE (dal 1980 al gennaio 2005); NRR (2005, numero 4); AMED (dal 1985 al gennaio 2006); e PubMed (24 gennaio 2006 che copre gli ultimi 60 giorni), elenchi di riferimento di rapporti identificati e Science Citation Index. Abbiamo contattato ricercatori ed esperti del settore per i dettagli di studi non pubblicati.
    Criteri di selezione:
    sono stati inclusi studi randomizzati che confrontavano l’integrazione di vitamine o minerali antiossidanti (da soli o in combinazione) con un intervento di controllo nelle persone con AMD.
    RACCOLTA E ANALISI DEI DATI:
    L’autore ha estratto i dati e valutato la qualità degli studi. Ove appropriato, i dati sono stati raggruppati utilizzando un modello a effetti casuali a meno che non fossero disponibili tre o meno studi, nel qual caso è stato utilizzato un modello a effetti fissi.
    Principali risultati:
    otto prove sono state incluse in questa revisione. La maggior parte delle persone è stata randomizzata in uno studio (AREDS negli Stati Uniti) che ha riscontrato un effetto benefico dell’integrazione di antiossidanti (beta-carotene, vitamina C e vitamina E) e zinco sulla progressione verso l’AMD avanzata (odds ratio aggiustato 0,68, 99% di confidenza intervallo da 0,49 a 0,93).
    Le persone che assumevano integratori avevano meno probabilità di perdere 15 o più lettere di acuità visiva (odds ratio aggiustato 0,77, intervallo di confidenza 99% da 0,58 a 1,03). Il ricovero per problemi genito-urinari era più comune nelle persone che assumevano zinco e l’ingiallimento della pelle era più comune nelle persone che assumevano antiossidanti. Gli altri studi erano, in generale, piccoli ei risultati erano incoerenti.
    Conclusioni degli autori:
    le prove sull’efficacia dell’integrazione di vitamine e minerali antiossidanti nell’arrestare la progressione dell’AMD provengono principalmente da un ampio studio condotto negli Stati Uniti. La generalizzabilità di questi risultati ad altre popolazioni con diverso stato nutrizionale non è nota. Sono necessari ulteriori studi controllati randomizzati ampi e ben condotti in altre popolazioni.
    https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16625532/


    VITAMINA B12 ED OCCHI

    CARENZA DI B 12 E PROBLEMI DI VISTA

    Una paziente ventinovenne, per esempio, soffriva di emianopsia bitemporale. I risultati della risonanza magnetica e della TAC erano nella norma, cosi come i potenziali evocati visivi (PEV). Alla fine la carenza di B12 fu riconosciuta come causa del suo deficit visivo.

    Con la somministrazione di vitamina B12 alcuni pazienti hanno riportato un miglioramento e un recupero parziale della vista.

    un deficit vitaminico mai individuato.
    Quante altre persone come Mary ci sono al mondo?

    La maggior parte degli integratori alimentari prescritti per curare o prevenire la degenerazione maculare non contiene vitamina B12 di cui invece moli pazienti potrebbero avere bisogno.

    Le vitamine e gli altri nutrienti normalmente contenuti negli integratori consigliati per la protezione della retina sono vitamine A, C ed E, zinco, rame e luteina.


    FONTE ARTICOLO:


     




    Le Vitamine e Minerali: cosa sono e a cosa servono?

    Crediti immagine a MandalaBeauty

    Non prescrivere mai un farmaco finché è possibile dare consigli alimentari.
    (Ibn al-Nagis, medico arabo del XIII secolo)

    In ogni alimento si distinguono macronutrienti e micronutrienti.

    I micronutrienti formano la piccola parte rimanente costituita da vitamine, acidi grassi e amminoacidi essenziali, sali minerali.

    Si tratta di sostanze indispensabili alla vita che vanno assunte con gli alimenti, poiché l’organismo non è in grado di produrle.

    Storia

    eliminazione di scorie e sostanze tossiche, migliorano i meccanismi difensivi del sistema immunitario, partecipano alla trasformazione di zuccheri, grassi e proteine, contribuiscono alla produzione dei neuromediatori.

    (minerali, acidi grassi e amminoacidi essenziali). Essi contribuiscono a completare e potenziare l’attività delle vitamine secondo quello che è stato definito ‘principio dell’orchestra’.

    enzimi (manganese, rame, zinco), fanno parte di ormoni (iodio tiroideo).

    ‘oligoelementi’.

    L’identificazione

    La storia della Medicina della prima metà del Novecento è caratterizzata da una sorta di gara intrapresa dagli scienziati per isolare e sintetizzare la struttura molecolare delle diverse vitamine. Ogni nuova scoperta veniva premiata con il Nobel nella disciplina della Chimica o della Medicina.

    Le interazioni

    Le vitamine e i minerali subiscono l’influenza favorevole o antagonista da parte di diversi fattori (altri micronutrienti, temperatura, luce, pH).

    Il ‘principio dell’orchestra’

    Cosa Sono le Vitamine

    Le vitamine sono piccole molecole organiche, necessarie in modeste quantità per il normale funzionamento e la sopravvivenza dell’organismo.

    Nella maggior parte dei casi, le vitamine devono essere assunte attraverso la dieta , o almeno dovremmo perché non possono essere sintetizzate dall’organismo, ma il cibo è meno nutriente di 50 anni fa.

    sono indispensabili per la vita, e “ammina”, poiché in origine si riteneva fossero delle ammine.

    ammina della vita“.

    Caratteristiche

    Le vitamine sono accumunate dalle seguenti caratteristiche:

    • ma funzionano meglio prese poco e spesso, che in una unica grande megadose.
    • per molte vitamine anche l’eccesso (ipervitaminosi) è pericoloso per la salute.
      (ma non quanto i farmaci, e appena si smette l’integrazione torna tutto a posto)

    Vitamine Sintetizzabili dall’Organismo

    Gli esseri umani sono in grado di sintetizzare in una certa misura solo alcune vitamine.

    Ad esempio, la vitamina D viene prodotta nella pelle esposta alla luce solare, mentre la Niacina può essere sintetizzata dall’amminoacido triptofano.

    Inoltre, la vitamina K e alcune vitamine del gruppo B vengono sintetizzate dai batteri intestinali. Tuttavia, molte di queste vitamine vengono utilizzate localmente nell’intestino, con uno scarso contributo al soddisfacimento delle richieste dell’organismo.

    Quali Sono

    Attualmente si conoscono 13 vitamine:

    • Vitamina A (retinoidi e carotenoidi)
    • Vitamina B1 (tiamina, aneurina, vitamina anti-beri-beri)
    • Vitamina B2 (riboflavina, vitamina G)
    • Vitamina B3 (niacina, acido nicotinico, vitamina PP)
    • Vitamina B5 (acido pantotenico)
    • Vitamina B6 (piridossina)
    • Vitamina B7 (biotina o vitamina H)
    • Vitamina B9 (acido folico, più correttamente folati)
    • Vitamina B12 (cobalamina)
    • Vitamina C (acido ascorbico e ascorbati)
    • Vitamina D (colecalciferolo ed ergocalciferolo)
    • Vitamina E (tocoferoli e tocotrienoli)
    • Vitamina K (vitamina K1 e K2)

    Le “False” Vitamine

    Il lettore più attento avrà notato che nell’elenco mancano alcuni numeri, come la vitamina B4 e la vitamina B8.

    Queste lacune si devono al fatto che delle vitamine inizialmente considerate tali sono poi state “revocate”, in quanto prive dei requisiti necessari per essere considerate delle vere vitamine.

    Per questo motivo vengono talvolta utilizzati impropriamente i termini:

    • vitamina B4 in riferimento alla colina;
    • vitamina B8 in riferimento all’inositolo;
    • vitamina B10 in riferimento all’acido 4-aminobenzoico (PABA);
    • vitamina B11 in riferimento all’acido pteril-epta-glutammico;
    • vitamina B13 in riferimento all’acido orotico;
    • vitamina F in riferimento agli acidi grassi essenziali acido linoleico e acido alfa-linolenico;
    • vitamina P in riferimento ai flavonoidi in generale o ad alcuni specifici, come la quercetina o l’esperidina;
    • vitamina J in riferimento alla colina.

    Vitamine Idrosolubili e Liposolubili

    Le tredici vitamine attualmente conosciute si possono dividere in due categorie, in base alla relativa solubilità in acqua e oli:

    • vitamine idrosolubili: sono solubili in acqua ma non nei grassi;
    • vitamine liposolubili: sono solubili nei grassi (e solventi organici) ma non in acqua.

    La seguente immagine riporta l’elenco completo delle vitamine idrosolubili e di quelle liposolubili.

    L’utilità della suddetta classificazione riguarda principalmente l’assorbimento e il destino metabolico delle vitamine assunte con la dieta.

    La solubilità di una vitamina influenza infatti il modo in cui viene assorbita, trasportata, immagazzinata ed escreta dall’organismo.

    La seguente tabella riassume le più importanti differenze tra vitamine liposolubili e vitamine idrosolubili.

    Vitamine liposolubili

    • Le riserve corporee possono sopperire a periodi più o meno lunghi di privazione alimentare. Di conseguenza, non devono essere necessariamente assunte quotidianamente (a condizione che l’assunzione media nel tempo sia adeguata)
    • Poiché le vitamine liposolubili vengono immagazzinate, possono dare tossicità quando assunte a dosi molto elevate. Ciò è particolarmente preoccupante per le vitamine A e D, che possono essere tossiche se assunte in eccesso.
    • Le vitamine liposolubili si trovano in associazione con grassi e oli negli alimenti. Vengono anche assorbite meglio quanto assunte insieme a una fonte di grassi, per cui in caso di integrazione se ne consiglia l’assunzione ai pasti.
    • Resistono meglio al calore, ma anche alla luce e all’ossidazione

    Vitamine idrosolubili

    • A causa della ridotta permanenza nell’organismo, è necessaria un’assunzione regolare di vitamine idrosolubili con la dieta per evitare carenze
    • Non vengono accumulate nell’organismo in modo apprezzabile (ad eccezione della vitamina B12) e sono facilmente escrete attraverso l’urina
    • Ad eccezione della vitamina B12, che viene fornita solo da alimenti di origine animale, le vitamine idrosolubili sono sintetizzate dalle piante e si trovano sia negli alimenti vegetali che in quelli animali.
    • In generale, le vitamine idrosolubili vengono distrutte più facilmente durante la cottura rispetto alle vitamine liposolubili.

    Funzioni

    A differenza dei macronutrienti (carboidrati, proteine e lipidi), le vitamine non servono come fonte di energia per il corpo e non hanno nemmeno una funzione strutturale (non partecipano direttamente alla costruzione dei tessuti).

    Contribuiscono invece alle reazioni deputate alla produzione di energia e facilitano i processi metabolici e fisiologici in tutto il corpo.

    Le vitamine sono essenziali per il metabolismo cellulare. In particolare, molte vitamine (soprattutto quelle del gruppo B) regolano centinaia di reazioni metaboliche agendo come coenzimi.

    Ogni singola vitamina possiede una moltitudine di funzioni specifiche. Tuttavia, a livello generale possiamo affermare che:

    • le vitamine liposolubili sono invece necessarie per promuovere la crescita, la riproduzione e la salute.
    • Vitamina A: Supporta la crescita cellulare, la funzione immunitaria, lo sviluppo fetale e la vista. Più in generale, è coinvolta nella regolazione della crescita e della specializzazione (differenziazione) di quasi tutte le cellule del corpo umano.
    • Vitamina B2: Costituisce i coenzimi FAD e FMN che svolgono un ruolo importante nella produzione di energia, nel metabolismo di grassi, droghe e tossine, e nella protezione dai radicali liberi.
    • Vitamina B3 – Niacina: Costituisce il coenzima NAD+ e NADP+, che partecipa al metabolismo energetico, al mantenimento dell’integrità del genoma, al controllo dell’espressione genica e alla comunicazione cellulare. Può essere utilizzata per trattare la dislipidemia.
    • Vitamina B5: Costituisce il coenzima A, interviene nel metabolismo dei nutrienti per produrre energia e nella sintesi di grassi, colesterolo, ormoni steroidei, vitamine liposolubili, acetilcolina e melatonina.
    • Vitamina B6: Costituisce il coenzima di numerosi enzimi coinvolti nel metabolismo degli aminoacidi e nella sintesi di niacina, emoglobina e neurotrasmettitori (come serotonina, dopamina e GABA).
    • Vitamina H o B7: Costituisce il coenzima degli enzimi decarbossilasi e trans carbossilasi.
    • Vitamina D: Favorisce l’assorbimento intestinale di calcio e fosforo e influenza la mineralizzazione ossea. È molto importante per il normale funzionamento dei sistemi neuromuscolare e immunitario.
    • Vitamina E: Agisce come antiossidante proteggendo gli acidi grassi polinsaturi delle membrane cellulari dalla distruzione ossidativa.
    • Vitamina K: Necessaria per la sintesi epatica di diversi fattori di coagulazione del sangue. Svolge un ruolo importante anche nella salute delle ossa e del cuore

    Per quanto riguarda Sali Minerali nella Dieta, Funzioni e relative carenze consulta il sito X115


    Le mie raccolte sulle interazioni e sinergie fra vitamine e minerali