Colesterolo, il capro espiatorio delle malattie Cardiovascolari e l’Omocisteina ignorata

Sempre più spesso, all’aumentare degli iscritti nel gruppo Vitamineral, giungono domande del Tipo “come posso abbassare il colesterolo?”

Così si legge sui documenti pubblicati dal dr Giorgini:

100 anni di Guerra al Colesterolo!

Molte malattie cardiovascolari (attacchi di cuore e infarto) sono imputabili all’aterosclerosi, ovvero all’adesione e all’occlusione causata dalle placche formate da colesterolo alle pareti delle arterie, con altri grassi, minerali e rifiuti cellulari. Queste malattie causano circa il 35% delle morti.

Dunque, sembrerebbe importante ridurre il colesterolo entro certi limiti. Assumiamo parte del colesterolo dagli alimenti, ma l’organismo ne produce una quantità ancora maggiore nel fegato e nel tratto gastro-intestinale. Inoltre, il colesterolo viene prodotto da zuccheri, grassi e perfino dalle proteine, tanto è importante: è necessario per la sintesi degli ormoni sessuali, per la produzione della bile e per la composizione delle membrane cellulari.

Il capro espiatorio: acidi grassi insaturi e colesterolo

I medici, tuttavia, hanno individuato nei grassi saturi e soprattutto nel colesterolo il capro espiatorio, il “cattivo” della storia dell’aterosclerosi. Quindi, quando il colesterolo è definito alto niente uova, niente burro e, soprattutto, evitare i grassi animali, questo è l’avvertimento dietetico degli scienziati contro la trombosi.

Così, è stato notevolmente diminuito il consumo di grassi animali ma gli attacchi coronarici e ischemici sono aumentati e aumentano di numero di anno in anno. Invece di concentrarsi solo sul colesterolo come causa dell’aterosclerosi, bisogna guardare altri squilibri biochimici. Infatti, se le pareti dei vasi sanguigni sono elastiche, lisce, e non irruvidite il colesterolo non si attacca.

L’omocisteina irruvidisce i vasi sanguigni

È da oltre un secolo che è stata individuata la sostanza che irruvidisce le pareti interne dei vasi sanguigni: si tratta dell’OMOCISTEINA.

Attività fisica e dieta sana: non salvano nessuno

Il cuore può essere colpito anche se non fumate e non bevete, anche se vi allenate regolarmente e seguite una dieta a basso contenuto di colesterolo, perché ci sono altre cause scatenanti contro cuore e circolazione e tutte sono riconducibili a carenze di nutrimenti:

  • se è scarsa la produzione di enzimi digestivi (gastrici, pancreatici e intestinali) che scompongono gli alimenti nei loro singoli componenti assimilabili;
  • se è scarsa la secrezione di bile (50% della popolazione), necessaria per l’attività degli enzimi pancreatici e intestinali;
  • se l’alimentazione è povera (carente di nutrimenti), a causa dei metodi di coltivazione, allevamento, conservazione e lavorazione industriale.

Difficile sfuggire ad almeno una di queste situazioni, il corpo perciò può trovarsi privato di alcuni nutrimenti.
Quando viene a mancare un nutrimento che serve, ad esempio, ad attivare un enzima, questo lavora molto più lentamente di come dovrebbe o non lavora proprio. Se si tratta dell’enzima che attiva l’acido folico, il quale presiede una delle tre vie di eliminazione (trasformazione) della pericolosa Omocisteina, quella non trasformata passa in circolo nel sangue.

L’OMOCISTEINA CAUSA ARTERIOSCLEROSI E ATEROSCLEROSI

«L’Omocisteina se non viene eliminata, quando passa nel flusso sanguigno, (come si è detto), è pericolosa perché abrasiva. Gratta e raschia le delicate pareti arteriose, facendo indurire le arterie (arteriosclerosi). Inoltre, le aree irruvidite che essa lascia dietro di sé diventano punti di ancoraggio ideali per il colesterolo e i depositi minerali [placche aterosclerotiche]. Col passare del tempo le arterie perdono la loro elasticità, si ostruiscono e l’Omocisteina continua a circolare.»

L’Omocisteina non si può eliminare con un farmaco e non si può inibire la sua produzione senza causare un danno maggiore, l’Omocisteina va TRASFORMATA e per ottenere questo sono indispensabili dei nutrimenti: alcune vitamine, alcuni sali minerali e aminoacidi.

Questa trasformazione è talmente importante che la Natura per realizzarla ha previsto due modi diversi suddivisi in tre vie, come si può vedere nella
Fig. 1.

In breve: la Metionina, un aminoacido essenziale, cede un gruppo metile, (-CH3) e diventa Omocisteina.
L’Omocisteina, come metabolita intermedio, è situata in un crocevia metabolico che influenza, direttamente e indirettamente, l’intero metabolismo metilico e sulfureo che avviene nel nostro organismo.
Questa “donazione” di metile alimenta molte strade metaboliche, come si accennerà nel prosieguo per comprendere l’importanza fondamentale di questo crocevia metabolico.

La Fig. 1 mostra due strade chiamate di RI-METILAZIONE, dove l’omocisteina ridiventa metionina e una strada, detta di TRANS-SULFURAZIONE, dove l’Omocisteina diventa cisteina, taurina, glutatione e gruppi solfato.

Prima strada di ri-metilazione

La PRIMA STRADA DI RI-METILAZIONE avviene per mezzo della vitamina B12 attivata, la metil-cobalamina, che dona il metile (-CH3) all’omocisteina trasformandola in metionina.

Successivamente, la vitamina B12 viene di nuovo attivata dalla forma attiva dell’acido folico, il 5-metil tetraidrofolato che gli dona un metile (-CH3) e diventa tetraidrofolato (THF).

Il tetraidrofolato viene trasformato nell’intermedio 5,10 metilen-tetraidrofolato grazie alla serina e alla vitamina B6 attivata e viene poi rimetilato dalla SAMe che, per mezzo dell’enzima metil-tetraidrofolato reduttasi (MTHFR), trasforma il 5,10 metilen-tetraidrofolato di nuovo in 5-metil tetraidrofolato, necessarie le vitamine B1, B2, B3.

Attenzione: l’enzima (MTHFR) metil-tetraidrofolato reduttasi a causa di due mutazioni genetiche ereditabili (C677T e A1298C), viene prodotto male e ha poca o nessuna attività.
Si tratta di un difetto innato che esclude una delle tre vie di trasformazione dell’omocisteina, la ri-metilazione basata sull’attivazione dell’acido folico.
Si può ovviare a questa mutazione genetica assumendo l’acido folico già attivato (5-metil-tetraidrofolato) o addirittura la vitamina B12 attivata (metil-cobalamina).
La frequenza di questa mutazione genetica è del 3,7% in Europa, cioè una persona su 27.

Le persone con la carenza congenita dell’enzima metiltetraidrofolato reduttasi (MTHFR) presentano bassi livelli della SAMe nel fluido cerebro-spinale e mostrano demielinizzazione nel cervello e una degenerazione del midollo spinale.
Questo disturbo è causato dall’omocisteina che non viene trasformata in quantità sufficiente in metionina, precursore della solfo-adenosil-metionina, cioè della SAMe.

Seconda strada di ri-metilazione

È stato dimostrato che la Betaina (trimetilglicina) è in grado di ripristinare i livelli di SAMe e di prevenire la progressione dei sintomi neurologici in tutte le persone in cui è stata sperimentata.

Questo perché si sta parlando della SECONDA STRADA DI METILAZIONE dell’omocisteina a metionina (Fig. 1).
Questa seconda via è determinante per i mitocondri e dunque per la produzione di energia. Infatti, l’acido folico e i suoi derivati attraversano molto lentamente la membrana dei mitocondri per rimetilare l’omocisteina.

Perciò, nei mitocondri la rigenerazione di Metionina dall’omocisteina (rimetilazione) si basa principalmente sul recupero del gruppo metile dalla Betaina (trimetilglicina), disponibile velocemente. La Betaina, per mezzo dell’enzima betaina-omocisteina metil-transferasi (necessario lo zinco), dona il metile all’omocisteina e si trasforma in dimetilglicina (DMG), da questa viene prodotta la glicina e anche l’aminoacido serina, necessario alla terza strada di trasformazione dell’omocisteina.

Terza strada, la transulfurazione

La trans-sulfurazione è la TERZA STRADA DI TRASFORMAZIONE DELL’OMOCISTEINA (Fig. 1).
L’Omocisteina viene trasformata in Cistationina per mezzo dell’enzima cistationina beta-sintasi e necessita, oltre alla Serina, anche della vitamina B6 attivata, il piridossale-5 fosfato.

La Cistationina, per mezzo dell’enzima cistationina gamma-liasi diventa Cisteina,  necessaria la vitamina B6 attivata. La vitamina B6 (piridossale) viene attivata dalla vitamina B2. La betaina si forma dalla Colina, una vitamina del gruppo B (o vitamina-simile).

Questa strada trasforma l’omocisteina in preziosi nutrimenti: cisteina, taurina, gruppi solfato e glutatione.

Complessivamente, le 3 strade per funzionare richiedono:

  • vitamine:
    • Acido folico (nella forma attiva di 5-metil tetraidrofolato)
    • B1 (tiamina)
    • B2 (riboflavina)
    • B3 (niacina)
    • B6 (nella forma attivata di ) piridossal-5-fosfato
    • B12 (nella forma attivata di ) metilcobalamina
    • C (acido L-ascorbico)
  • aminoacidi:
    • Betaina (trimetilglicina)
    • Serina
    • SAMe (Solfo-adenosil-metionina: forma attivata della metionina)
  • Sali minerali:
    • Magnesio
    • Zinco

Tutti questi nutrimenti sono evidenziati in verde nella Fig. 1.

Finora abbiamo evidenziato quei nutrimenti che trasformano l’Omocisteina in aminoacidi utili (metionina, cisteina, taurina, glutatione) dando la spiegazione e, contemporaneamente, i rimedi a questa sfavorevole condizione comune a più di un terzo della popolazione.

Prendendo il ciclo dell’Omocisteina come esempio, è lecito pensare che altre carenze nutrizionali siano all’origine di altri disturbi, causati da carenze che rallentano o interrompono determinate strade metaboliche.

DANNI CAUSATI DIRETTAMENTE DALL’OMOCISTEINA

Bisogna ora dare uno sguardo veloce ai danni causati dall’Omocisteina, ricordando che piuttosto che continuare a pensare all’aterosclerosi come al risultato del colesterolo, dobbiamo invece constatare che è il risultato di talune carenze nutrizionali.

Molti dei disturbi che si presentano passati i 50 anni sono riconducibili all’azione dell’Omocisteina, il secondo difetto innato più comune del metabolismo degli aminoacidi. Le cause dell’innalzamento dell’Omocisteina nel sangue, come si è visto, possono essere sia genetiche, che nutrizionali.

La sua circolazione continua provoca anche un invecchiamento precoce che colpisce prima dell’età normale dell’invecchiamento. Più precisamente, si tratta di una lenta e progressiva sclerosi di organi e apparati, con un conseguente indurimento e disidratazione dei tessuti.
Tutto parte dalla sclerosi dei vasi sanguigni causata dall’Omocisteina, i quali all’inizio diventano meno elastici e col tempo, alle loro pareti, aderiscono anche placche di colesterolo.

Perciò, lo spazio per il passaggio del sangue diminuisce, le cellule diventano affamate, arriva anche meno ossigeno e non riescono a lavorare come prima. Allora la pressione del sangue aumenta per compensare, in primis, il rifornimento dell’ossigeno a tutte le cellule. Il cuore deve lavorare di più e più duramente, si stressa, si ingrossa e consuma gli antiossidanti disponibili, l’efficienza diminuisce e può arrivare un attacco di cuore o un altro disturbo per mancanza di antiossidanti.

L’Omocisteina facilita anche la produzione di un forte ossidante, il perossido di idrogeno, ovvero l’acqua ossigenata, che apporta un danno al colesterolo “cattivo” o LDL (perossidazione lipidica) che apre la strada all’aterosclerosi e danni alle membrane cellulari.
Negli ultimi anni i livelli alti di Omocisteina sono stati associati a molti disturbi.

Disturbi associati con livelli alti di Omocisteina:

  • aborto spontaneo
  • arteriopatia coronarica
  • arteriosclerosi
  • aterosclerosi
  • artrite reumatoide
  • disturbi cardiovascolari
  • cardiopatie
  • declino cognitivo delle persone anziane,
  • demenza senile
  • depressione
  • diabete non insulino-dipendente
  • difetti del tubo neurale
  • dislipidemia
  • disturbi neuro-psichiatrici, schizofrenia
  • emorragia accidentale
  • fattore di rischio indipendente per le malattie
  • ictus
  • infarto al miocardio
  • insufficienza renale
  • ipertensione
  • morbo di Alzheimer
  • morbo di Parkinson
  • obesità
  • occlusione vascolare periferica o cerebrale o vascolare retinica
  • osteoporosi
  • sclerosi multipla
  • teratogenicità
  • vasculopatia periferica

Livelli alti di Omocisteina accompagnano il diabete e la retinopatia proliferativa.
Livelli elevati di Omocisteina si osservano anche nell’artrite reumatoide, insufficienza renale, e nell’uricemia (acidi urici).

L’Adenosina in eccesso, che avrebbe dovuto reagire con la Metionina per attivarla a solfo adenosilmetionina (SAMe), viene degradata ad acido urico.
Livelli particolarmente elevati di Omocisteina si osservano con elevato consumo di caffè e di caffè unito al fumo.
Anche l’ingestione abituale di alcol è collegata a livelli elevati di Omocisteina.

IL LIVELLO DI OMOCISTEINA

Se non si controlla il livello di Omocisteina nel sangue si può instaurare uno squilibrio biochimico, lento ma inesorabilmente progressivo che può causare centinaia di disturbi e malattie anche croniche e mortali.

Nel Manuale di interpretazione degli esami di laboratorio si legge:

  • «Nota: l’Omocisteina è un aminoacido solforato che si forma in seguito a perdita di un gruppo metilico da parte della metionina. È considerato uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare, infatti, livelli elevati aumentano il rischio di infarto cardiaco, di aterosclerosi e di trombosi venosa.
  • Indicazioni: valutazione del rischio cardiovascolare
  • Campione: sangue e urine.
  • Valori di riferimento: sangue < 12 µmol/l; urine < 32 mg/24h.
  • Dovrebbe essere un’analisi ordinaria da ricercare in ogni caso, invece non viene mai prescritta dal medico di base. Eppure, più del 30% delle morti sono legate a problemi cardio-circolatori probabilmente causati dall’Omocisteina.

    Un effetto collaterale della detossificazione di Fase II è la produzione di radicali liberi: per ciascuna tossina metabolizzata in Fase I si forma un radicale libero.
    L’antiossidante più importante per neutralizzare i radicali liberi generati dalla Fase I è il GLUTATIONE
    Poiché il Glutatione è necessario anche per uno dei processi più importanti di Fase II (coniugazione con glutatione), questo processo, se manca il Glutatione, non può avvenire.

    Ma le tossine trasformate dalla Fase I sono più reattive e se non vengono neutralizzate dalla Fase II possono causare danni molto seri, in particolare la carcinogenesi. Perciò la velocità con cui la Fase I genera intermedi delle tossine deve essere equilibrata dalla velocità con cui la Fase II termina la trasformazione (detossificazione).

    Gli enzimi di Fase I e II per funzionare necessitano dei seguenti nutrimenti:

    • Glutatione e i suoi precursori (componenti), gli aminoacidi:
    • glicina,
    • acido glutammico,
    • cisteina
    • Aminoacidi solforati contenenti zolfo :
      • cisteina/cistina,
      • metionina,
      • taurina,
      • SAMe (Solfo Adenosil-Metionina),
      • NAC (N-Acetil-Cisteina)
    • Aminoacidi
      • glicina,
      • glutammina,
      • arginina,
      • ornitina,
      • taurina
    • Vitamine:
      • B1,
      • B2,
      • B5,
      • B6,
      • C,
      • acido folico,
      • colina
    • Sali minerali:
      • magnesio
    • Oligoelementi:
      • zinco
      • rame,
      • molibdeno,
      • selenio

    CONCLUSIONI

    Tutti i disturbi e le malattie causate dall’Omocisteina, direttamente e indirettamente, sono provocati dalla carenza di alcuni nutrimenti (o della loro attivazione), o da mutazioni genetiche che  si possono superare con gli stessi nutrimenti.

    Articolo tratto dai documenti scaricabili dal sito del Dr. Giorgini dove potrete trovare una ricca Bibliografia.


     




Vitamina D, Curcuma e Probiotici nell’Uveite come coadiuvanti delle terapie oculistiche

 

Spunti di riflessione sulla Uveite

Benché l’Uveite sia una malattia rara dell’occhio, non sono da sottovalutare le implicazioni che ha con le malattie autoimmuni e quindi la relazione con la regina del sistema Immunitario: la Vitamina D.

Le uniche cure proposte dalla medicina ufficiale sono antibiotici e cortisonici. Si può curare e guarire se presa in tempo, o cronicizzare dando fotofobia e problemi di vista fino alla cecità.

Crediamo sia giusto ricorrere sia alle cure oculistiche classiche che prendere in considerazione la relazione con la carenza di vitamina D e con il Microbiota intestinale, nonché avvalersi anche dell’azione antifiammatoria della curcuma.

Leggiamo dal sito di IAPB Italia Onlus Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità

Carenza di Vitamina D: rivelato un doppio rischio di contrarre l’uveite non infettiva

Per i pazienti con livelli sotto la norma, l’integrazione della vitamina D potrebbe essere la chiave per la prevenzione contro l’uveite non infettiva

Negli anni è stato ampiamente discusso e studiato l’impatto dell’assunzione di vitamina D e della sua carenza, in quanto si è sempre ritenuto che potesse avere un ruolo fondamentale nel contrastare le infiammazioni e nell’influenzare la reattività del sistema immunitario.

Non sorprende che dati precedenti abbiano suggerito come la carenza di vitamina D potesse essere associata a un aumento considerevole del rischio di diverse malattie oculari.

“La supplementazione di vitamina D potrebbe rappresentare una possibile strategia terapeutica per prevenire o gestire l’uveite non infettiva, se dimostrata”, scrivono i ricercatori di diversi studi. “I medici dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di effettuare una campagna di screening e di affrontare la carenza di vitamina D nei pazienti a rischio di uveite”.

Spinti dall’interesse nell’approfondire ed esplorare l’argomento, un team di ricercatori guidato da William Rojas-Carabali, MD, della Nanyang Technological University, ha lanciato e progettato l’attuale ricerca, revisionando sistematicamente grandi quantità di dati provenienti da studi nei database Embase, PubMed e Lilacs.

Complessivamente, l’insieme dei dati ottenuti dai ricercatori comprendeva informazioni relative a 354 casi di uveite non infettiva su 5728 individui considerati come gruppo di controllo. La meta-analisi, che si basava su 5 studi inclusi, coinvolgeva un totale di 6082 individui affetti da uveite non infettiva.

Il team di ricerca, però, ha rilevato diverse limitazioni all’interno del loro studio che i medici devono considerare, come la dipendenza da dati osservazionali, una dimensione del campione relativamente piccola e l’eterogeneità intrinseca dei dati.

“I nostri risultati mostrano come i pazienti con ipovitaminosi D hanno una probabilità 2,04 volte maggiore di sviluppare uveite non infettiva rispetto ai soggetti con valori adeguati di vitamina D”, hanno aggiunto i ricercatori. “Tuttavia, queste conclusioni si basano su dati limitati provenienti da pochi studi e suggeriscono la necessità di ulteriori ricerche in questo campo. Nelle indagini future, gli autori dovrebbero standardizzare la tecnica di misurazione e i valori di cut-off della vitamina D sierica per ridurre l’eterogeneità nelle meta-analisi”.

Fonti:

  1. Rojas-Carabali W, Pineda-Sierra JS, Cifuentes-González C, et al. Carenza di vitamina D e uveite non infettiva: Una revisione sistematica e una meta-analisi. Autoimmun Rev. Pubblicato online il 3 dicembre 2023. doi:10.1016/j.autrev.2023.103497
  2. Pillar S, Amer R. L’associazione tra vitamina D e uveite: Una revisione completa. Surv Ophthalmol. 2022;67(2):321-330. doi:10.1016/j.survophthal.2021.07.006

Leggiamo dal sito Centro delle Uveiti

Che cosa è l’UVEITE

Il termine “UVEITE” è un termine generico che indica la presenza di una infiammazione all’interno dell’occhio, o meglio infiammazione dell’uvea.
L’infiammazione all’interno dell’occhio coinvolge uno strato intermedio chiamato “UVEA o TONACA UVEALE” che porta il supporto sanguigno alle altre strutture oculari.
L’uveite è una malattia oculare rara, ma che può potenzialmente, se non curata portare ad un calo visivo permanente.

Nonostante l’uveite sia una malattia rara, è comunque la terza causa di cecità prevenibile nei paesi industrializzati, ed è responsabile negli Stati Uniti del 10-15% dei casi di cecità.
L’uveite può colpire tutte le fasce di età (bambini, adulti ed anziani) e tutte le razze presenti nel mondo.
Il 5-10% di tutte le uveiti può colpire i bambini, fin dall’età giovanissima.

QUALI SONO I SINTOMI DI UVEITE?

L’uveite può colpire uno o due occhi, simultaneamente oppure in tempi diversi. L’infiammazione all’interno dell’occhio può colpire tutte le strutture oculari e quindi i sintomi dell’uveite dipendono da quale parte è stata colpita dall’infiammazione.
sintomi più frequenti sono:
– dolore
– occhio rosso
– fastidio alla luce (fotofobia)
– visione di puntini neri (miodesopsie)
– calo visivo (più o meno grave)

QUALI SONO LE CAUSE DI UVEITE?

Le uveiti possono essere causate da svariate malattie: infezioni, malattie autoimmuni, traumi, tumori.
Le uveiti non sono contagiose.

UVEITI INFETTIVE
Tutti i microrganismi infettivi possono potenzialmente causare l’uveite. Le più frequenti sono quelle causate da:
– virus: herpes (simplex, varicella, Epstein-barr)
– batteri: tubercolosi, sifilide, borrelia
– funghi: candida
– parassiti: toxoplasmosi, toxocariasi

UVEITI ASSOCIATE A PATOLOGIE SISTEMICHE O AUTOIMMUNI

In alcuni casi l’uveite si associa ad una patologia sistemica autoimmune. Le patologie autoimmuni che più frequentemente si associano all’uveite sono:
– sarcoidosi
– malattia di Behçet
– artrite reumatoide
– artrite idiopatica giovanile (nel bambino)
– spondiloartriti HLA-B27 positive
– lupus eritematoso sistemico

– granulomatosi di Wegener
– malattie infiammatorie croniche intestinali
– sclerosi multipla
– malattia di Vogt Koyanagi Harada


Spunti di ricerca

Uveite Autoimmune collegata al Microbiota

  • Efficacia della curcuma come antinfiammatorio nelle Uveiti
  • Uveite autoimmune: microbiota intestinale possibile target terapeutico

    Articolo uscito sul sito Microbioma.it

    Aumentare i livelli di acidi biliari

    Dai risultati ottenuti è emerso che il ripristino dei livelli di acidi biliari è in grado di ridurre la gravità dell’uveite. Inoltre, nutrire i topi con una dieta ricca di un acido biliare secondario, l’acido desossicolico (DCA), ne ha migliorato i sintomi. 

    Il DCA agisce regolando la funzione delle cellule dendritiche e riducendo la produzione di specifiche molecole immunitarie infiammatorie attraverso l’attivazione del recettore degli acidi biliari TGR5

    Sia il DCA sia il TGR5 sono risultati in grado di bloccare l’attivazione delle cellule dendritiche di derivazione umana, così come i composti che attivano il TGR5.

    Conclusioni

    «Gli acidi biliari secondari derivati ​​dal metabolismo del microbiota intestinale potrebbero rappresentare dei regolatori chiave nella patogenesi dell’uveite autoimmune», affermano gli autori. 

    «Il microbiota intestinale e la composizione degli acidi biliari secondari, così come il pathway di TGR5, possono fornire potenziali bersagli terapeutici per il trattamento delle malattie autoimmuni e infiammatorie, inclusa l’uveite».

    https://doi.org/10.1016/j.celrep.2021.109726


    La curcumina si confronta favorevolmente con la terapia con corticosteroidi nella gestione dell’uveite anteriore cronica.

    Articolo uscito su GreenMedInfo

    I pazienti di entrambi i gruppi hanno iniziato a migliorare dopo 2 settimane di trattamento.

    Tutti i pazienti che hanno ricevuto la sola curcumina sono migliorati, mentre il gruppo che ha ricevuto la terapia antitubercolare insieme alla curcumina ha avuto un tasso di risposta dell’86%. Il follow-up di tutti i pazienti per i successivi 3 anni ha indicato un tasso di recidiva del 55% nel primo gruppo e del 36% nel secondo gruppo.

    Quattro pazienti su 18 (22%) nel primo gruppo e 3 pazienti su 14 (21%) nel secondo gruppo hanno perso la vista nel periodo di follow-up a causa di varie complicazioni agli occhi, ad es. vitrite, edema maculare, blocco venoso centrale, formazione di cataratta, danno glaucomatoso al nervo ottico ecc. Nessuno dei pazienti ha riportato alcun effetto collaterale del farmaco.

    L’efficacia della curcumina e le recidive successive al trattamento sono paragonabili alla terapia con corticosteroidi che è attualmente l’unico trattamento standard disponibile per questa malattia. La mancanza di effetti collaterali della curcumina è il suo più grande vantaggio rispetto ai corticosteroidi. Uno studio clinico multicentrico in doppio cieco con questo farmaco nella CAU è altamente auspicabile per convalidare ulteriormente i risultati del presente studio.


     

     

     

     

     

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    È proprio necessario assumere vitamina K2 quando si integra Vitamina D?

    Sul Blog Myhdiet

    il Dr.Michael Donaldson, PhD scrive:

    La scienza della nutrizione può creare confusione e, come consumatori, siamo costantemente bombardati da messaggi provenienti da ogni parte. Ci sono così tanti blogger e punti di vista diversi sulla nutrizione. E ognuno ha diritto alla propria opinione e alcuni sono più bravi di altri a sembrare autorevoli.

    Di chi ti fidi?

    Ora la scienza ha dimostrato che la vitamina D e la vitamina K sono piuttosto correlate.

    Esaminiamo queste affermazioni per non utilizzare un integratore di vitamina K2 una alla volta per tutte:

    1. Assumiamo molta vitamina K nella nostra dieta.
    2. I nostri corpi producono vitamina K per noi.
    3. Nessuno è carente di vitamina K.
    4. La vitamina K è pericolosa.
    5. La vitamina D è sicura senza vitamina K.

    Quindi se mangiamo verdure a foglia verde, sì, c’è molta K1 nella nostra dieta, ma c’è pochissima vitamina K2 in una dieta a base vegetale. E la vitamina K1 e K2 sono diverse e non sono completamente intercambiabili. Questo è molto importante da capire.

    2. I nostri corpi producono abbastanza vitamina K per noi?

    Ci sono ancora poche prove che la vitamina K del nostro microbiota intestinale ci faccia molto bene. Un team investigativo del Centro di ricerca sulla nutrizione umana sull’invecchiamento della Tufts University, nel 2017, ha trovato una quantità significativa di menachinoni prodotti nell’intestino ma ha affermato:

    “I menachinoni (la forma della vitamina K2) non sono stati rilevati nel siero, e nemmeno le concentrazioni fecali di i singoli menachinoni né il gruppo menachinone erano associati ad alcun marcatore di infiammazione”.

    Non ci sarebbero problemi di mancata attivazione delle proteine dipendenti dalla vitamina K se i nostri corpi producessero veramente la vitamina K2 per noi. Ma questi problemi influiscono sulla salute delle ossa e contribuiscono alla calcificazione delle arterie cardiache e dei tessuti molli, oltre ad altri effetti di cui stiamo ancora imparando.

    3. Nessuno è carente di vitamina K2?

    L’osteocalcina attivata dalla vitamina K è il rinforzo delle ossa. Proprio come il cemento a base di calcio è fragile senza armatura, così le ossa senza osteocalcina attivata dalla vitamina K sono fragili e soggette a fratture, indipendentemente da quanto dense sembrino essere su una scansione DEXA.

    Ciò è stato dimostrato in uno studio condotto su oltre 7.500 donne anziane sane che vivono in modo indipendente. L’osteocalcina sottocarbossilata è un fattore di rischio accertato e spesso ricorrente per le fratture ossee osteoporotiche.

    Anche i bambini sono sensibili. Quando 20 bambini con fratture a bassa energia sono stati confrontati con un gruppo di controllo di bambini senza fratture, i bambini con bassi livelli di osteocalcina attivata dalla vitamina K avevano un rischio di frattura 78 volte maggiore. (Studio)

    Quindi, un basso livello di vitamina K2 è un enorme fattore di rischio sia per i giovani che per gli anziani.

    Uno studio condotto nei Paesi Bassi, PREVEND, ha dimostrato che circa il 30% della popolazione aveva livelli funzionali insufficienti di vitamina K. Ma era peggio se una persona era già malata. Circa il 50% delle persone che avevano malattie cardiovascolari, diabete o malattie renali croniche non avevano livelli sufficienti di vitamina K2.

    Quindi, concludiamo che l’insufficienza di vitamina K2 è più probabilmente la regola, non l’eccezione, tra coloro che sono anziani o affetti da malattie.

    4. La vitamina K è pericolosa?

    L’interazione tra farmaci anticoagulanti e vitamina K è stata fraintesa. I medici ci dicono di interrompere l’assunzione di vitamina K in modo che non interferisca con i loro farmaci. Ma in realtà sono i farmaci ad essere antagonisti della vitamina K. La vitamina K è ciò che appartiene al corpo e i farmaci interferiscono con tutta l’attività della vitamina K, non solo con la sua attività di coagulazione.

    5. La vitamina D è sicura senza vitamina K?

    Nel 2017 è stato ipotizzato che, poiché la vitamina D provoca un aumento della produzione di proteine dipendenti dalla vitamina K, questa interazione potrebbe portare a una relativa carenza di vitamina K2 in una persona, soprattutto quando si assumono grandi dosi di vitamina D. Ora nel 2019 abbiamo avere la prova. In uno studio randomizzato, controllato con placebo (RCT) su persone con sintomi depressivi, a 66 persone di età compresa tra 60 e 80 anni sono state somministrate 1200 UI di vitamina D3 al giorno per 6 mesi e confrontate con 65 persone che assumevano un placebo. Quando l’analisi ha preso in considerazione l’uso di multivitaminici e antagonisti della vitamina K, è stata riscontrata una differenza significativa nei livelli funzionali di vitamina K a 6 mesi. Il danno sarebbe probabilmente stato peggiore con una quantità utile di vitamina D, come 5000 UI al giorno. Così il gioco è fatto.

    In uno studio randomizzato è stato dimostrato che la vitamina D causa una relativa insufficienza di vitamina K2.
    In realtà non è sicuro assumere grandi dosi di vitamina D senza una buona fonte di vitamina K2.
    Anche se stai assumendo vitamina D per benefici non ossei, dovresti considerare di assumere insieme ad essa la vitamina K2. Quindi, riassumiamo ciò che abbiamo imparato qui:

    1. Assumiamo molta vitamina K nella nostra dieta?
      No. Otteniamo molta vitamina K1, ma non abbastanza vit.K2. E non sono la stessa cosa.
    2. I nostri corpi producono vitamina K per noi?
      La vitamina K del nostro microbiota intestinale non sembra aiutarci molto.
    3. Nessuno è carente di vitamina K2?
      Circa il 30% della popolazione adulta di una città dei Paesi Bassi aveva livelli insufficienti di vitamina K2. Se una persona aveva una malattia cronica, la percentuale era più vicina al 50%. L’insufficienza è molto comune.
    4. La vitamina K è pericolosa?
      I farmaci sono pericolosi e hanno effetti collaterali. La vitamina K è sicura e ha benefìci collaterali.
    5. La vitamina D è sicura senza vitamina K2?
      La vitamina D supplementare senza vitamina K2 provoca una carenza funzionale di vitamina K, dimostrata in un RCT.

    References:

    1. Karl JP, Meydani M, Barnett JB, Vanegas SM, Barger K, Fu X, et al. Fecal concentrations of bacterially derived vitamin K forms are associated with gut microbiota composition but not plasma or fecal cytokine concentrations in healthy adults. Am J Clin Nutr . 2017 Oct ;106(4):1052–61. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5611782/
    2. Vergnaud P, Garnero P, Meunier PJ, Breart G, Kamihagi K, Delmas PD. Undercarboxylated osteocalcin measured with a specific immunoassay predicts hip fracture in elderly women: the EPIDOS Study. J Clin Endocrinol Metab . 1997 Mar;82(3):719–24. Available from: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/9062471/
    3. Popko J, Karpiński M, Chojnowska S, Maresz K, Milewski R, Badmaev V, et al. Decreased Levels of Circulating Carboxylated Osteocalcin in Children with Low Energy Fractures: A Pilot Study. Nutrients . 2018 Jun 6 ;10(6):734. Available from: http://www.mdpi.com/2072-6643/10/6/734
    4. Riphagen IJ, Keyzer CA, Drummen NEA, De Borst MH, Beulens JWJ, Gansevoort RT, et al. Prevalence and Effects of Functional Vitamin K Insufficiency: The PREVEND Study. Nutrients . 2017 Dec ;9(12):1334. Available from: https://www.mdpi.com/2072-6643/9/12/1334
    5. van Ballegooijen AJ, Pilz S, Tomaschitz A, Grübler MR, Verheyen N. The Synergistic Interplay between Vitamins D and K for Bone and Cardiovascular Health: A Narrative Review. Int J Endocrinol . 2017;2017:7454376. Available from: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29138634
    6. van Ballegooijen AJ, Beulens JWJ, Schurgers LJ, de Koning EJ, Lips P, van Schoor NM, et al. Effect of 6-Month Vitamin D Supplementation on Plasma Matrix Gla Protein in Older Adults. Nutrients . 2019 Feb ;11(2):231. Available from: https://www.mdpi.com/2072-6643/11/2/231




    Complesso vitaminico B

    Magazine X115

    La mancanza di una certa vitamina e uno squilibrio nell’approvvigionamento possono causare problemi.

    Le vitamine del gruppo B appartengono a una categoria di vitamine idrosolubili. Questo è il motivo per cui scompaiono nel corpo molto rapidamente e devono essere consumati in quantità sufficiente su base giornaliera.

     

    Le Interazioni del Complesso B

    Anche così, spesso una combinazione può essere molto utile.

    Soprattutto in contesti terapeutici, i complessi o le combinazioni di vitamina B hanno ottenuto risultati positivi.

    Per informazioni più specifiche su come la vitamina B12 agisce in relazione diretta con altre vitamine e sostanze nutritive del gruppo B, vedere i seguenti articoli:

    Quali vitamine del gruppo B appartengono al complesso vitaminico B?

    Oggi si ritiene che 8 vitamine appartengano al complesso B:

    • B1: tiamina
    • B2: riboflavina
    • B3: niacina
    • B5: acido pantotenico
    • B6: piridossina
    • B7: biotina
    • B9: acido folico/folato
    • B12: cobalamina

  • specificità d’azione.
  • Chiarito questo, vengono talvolta utilizzati impropriamente i termini:

    • vitamina B13 in riferimento all’acido orotico.

    Come si verifica la carenza di vitamina B?

    Ci sono 3 cause principali per la carenza di vitamina B:

    • Approvvigionamento carente attraverso la dieta (ad es. sbilanciato, vegano o vegetariano)
    • Scarso assorbimento dal cibo (ad esempio a causa di disturbi intestinali)
    • Fabbisogno aumentato (ad es. a causa di ceppi tossici, infezioni o stress)

    Per assorbire adeguatamente tutte le vitamine del gruppo B è necessaria una dieta molto equilibrata, poiché sono distribuite in tutti i gruppi di alimenti.

    Tutte le forme di vitamina B sono solubili in acqua. Di conseguenza, le verdure cotte in acqua, che vengono poi scolate, perdono gran parte del loro contenuto di vitamina B.

    Quali sono i sintomi della carenza di vitamina B?

    Le vitamine del gruppo B sono coinvolte in quasi tutti i processi corporei direttamente o indirettamente. Di conseguenza, i sintomi della carenza si estendono a tutto il corpo. Il sintomo principale associato alla carenza di vitamina B è una drammatica perdita di energia e vitalità. Nella sua forma più estrema, questo può diventare seriamente dannoso per la salute o addirittura pericoloso per la vita.

    Ecco una panoramica delle principali aree di attività della vitamina B, nonché dei tipici sintomi di carenza:

    Produzione di energia:

    • Stanchezza
    • Esaurimento
    • Fatica cronica
    • Prestazioni fisiche compromesse
    • Debolezza

    Nervi:

    • sensazioni fisiche spiacevoli (intorpidimento, formicolio),
    • Neuropatie, paralisi
    • Perdita di controllo, paralisi

    Divisione cellulare/sintesi del DNA:

    • Problemi di pelle, capelli e unghie
    • Anemia
    • Infiammazione
    • Problemi con le membrane mucose (nella bocca o nei genitali)
    • Lingua infiammata o ulcere della bocca
    • Angoli della bocca lacerati
    • Diarrea cronica

    Psicologia/neurotrasmettitori:

    • Depressione
    • Insonnia
    • Emicrania
    • Schizofrenia, psicosi
    • Demenza, declino cognitivo
    • Difficoltà di concentrazione
    • Sistema immunitario:

      • Elevata suscettibilità alle infezioni
      • Infezione cronica
      • Infiammazione cronica

      Frequenza della carenza di vitamina B

      Quanto è comune una carenza delle singole vitamine del gruppo B?
      È difficile rispondere a questa domanda, in primo luogo perché esistono pochi studi epidemiologici importanti; e in secondo luogo, poiché non esiste una chiara definizione di carenza a tutti i livelli.

      Benefici del complesso vitaminico B

    • Energia: le vitamine del gruppo B supportano la produzione di energia e le prestazioni fisiche
    • Nervi: le vitamine del gruppo B sono necessarie per mantenere i nervi sani
    • Psicologia e cognizione: le vitamine del gruppo B sono fondamentali per la sintesi di ormoni e neurotrasmettitori
    • Mucose e intestino: le vitamine del gruppo B sono necessarie per garantire che la mucosa rimanga sana
    • Sangue: le vitamine del gruppo B sono vitali per la produzione di sangue
    • Pelle, capelli e unghie: le vitamine del gruppo B sono essenziali per la salute di pelle, capelli e unghie
    • Sistema immunitario: le vitamine del gruppo B sono necessarie per un sistema immunitario funzionante
    • Disintossicazione: le vitamine del gruppo B proteggono dallo stress ossidativo e sono fondamentali per il processo di disintossicazione

    funzioni delle vitamine B, della loro presenza negli alimenti e delle conseguenze di una loro carenza.

    Funzioni Fonti alimentari Sintomi di carenza
    Vitamina B1
    Cereali integrali, legumi, frutta secca a guscio, carne di maiale magra, semi di girasole, germe di grano, lievito Beri-beri, perdita di peso, disturbi emotivi, percezione sensoriale alterata, debolezza e dolore agli arti, irregolarità del battito cardiaco
    Vitamina B2
    Costituisce i coenzimi FAD e FMN che svolgono un ruolo importante nella produzione di energia, nel metabolismo di grassi, droghe e tossine, e nella protezione dai radicali liberi. Lievito, latte e derivati, cereali, uova, fegato, pesce, legumi, ortaggi Arresto della crescita, malattie della pelle, fotosensibilità, alterazioni delle labbra e della lingua, cheilite angolare, anemia
    Vitamina B3Niacina
    Costituisce il coenzima NAD+ e NADP+, che partecipa al metabolismo energetico, al mantenimento dell’integrità del genoma, al controllo dell’espressione genica e alla comunicazione cellulare. Può essere utilizzata per trattare la dislipidemia. Lievito, cereali, legumi, fegato, carne, pesce Pellagra (diarrea, dermatite, demenza e morte), fotodermatiti, parestesie
    Vitamina B5
    Costituisce il coenzima A, interviene nel metabolismo dei nutrienti per produrre energia e nella sintesi di grassi, colesterolo, ormoni steroidei, vitamine liposolubili, acetilcolina e melatonina Lievito, cereali, fegato, uova, latte, frutta, carne, ortaggi Disturbi del SNC, con irritabilità, affaticamento e apatia
    Vitamina B6
    Costituisce il coenzima di numerosi enzimi coinvolti nel metabolismo degli aminoacidi e nella sintesi di niacina, emoglobina e neurotrasmettitori (come serotonina, dopamina e GABA) Lievito, cereali, fegato, cervello, latte, frutta, ortaggi Dermatiti, polineuriti, spasmi muscolari, anemia microcitica, formicolio alle mani e ai piedi
    Vitamina H o B7
    Costituisce il coenzima degli enzimi decarbossilasi e trans carbossilasi Lievito, cereali, legumi, fegato, carne, uova Dermatite, Debolezza e Caduta dei Capelli
    Vitamina B9 – Acido folico
    Lievito, fegato, asparagi e numerosi ortaggi Vitamina B12
    Fegato, cervello, uova, formaggi e tutti gli alimenti di origine animale Anemia perniciosa e megaloblastica, mielosi funicolare. 

    I tre meccanismi principali attraverso i quali le vitamine del gruppo B esercitano questi effetti sono:

    Metabolismo energetico

    Le vitamine del gruppo B sono necessarie per digerire carboidrati, proteine e grassi e produrre energia da essi. Soprattutto, svolgono un ruolo importante nella produzione di energia nei mitocondri, dove sono coinvolti centralmente come coenzimi in quasi tutti i passaggi importanti.

    Divisione cellulare/sintesi del DNA

    Le vitamine del gruppo B svolgono un ruolo centrale nella sintesi e nella riparazione del DNA e nella divisione cellulare. Il corpo deve rinnovare costantemente tutte le sue cellule per mantenere sani organi e tessuti. Questa rigenerazione avviene particolarmente rapidamente per le mucose, la pelle, i capelli e le unghie. Naturalmente, tutti gli organi meno visibili sono colpiti allo stesso modo. La formazione dei muscoli e la produzione di nuovo sangue possono avvenire solo con sintesi del DNA e divisione cellulare intatte. Le vitamine del gruppo B sono anche fondamentali per le funzioni dei nervi.

    Metilazione

    Test di carenza di vitamina B

    La tabella sottostante mostra i test più comuni, nonché le corrispondenti scale di riferimento e i valori ottimali. Vengono utilizzate le unità più comuni. A volte esistono scale alternative, che non verranno mostrate in dettaglio qui.

    I test più utili, a nostro avviso, sono contrassegnati da un asterisco.

    Opzioni Riferimento Scala Valori ottimali




    Integratori di vitamine e minerali
    Guida generale per iniziare

    15° Legge di Hoffer

    Gli integratori vitaminici e minerali sono classificati fra gli alimenti anche se, presi a dosi più alte di quelle raccomandate, hanno effetti curativi.
    Poiché molte malattie nascondono una carenza di elementi nutritivi, queste trovano giovamento dalla integrazione sostenuta e costante di vitamine e minerali.

    Integrazioni di vitamine e minerali, per sempre o a cicli e quanto?

    Questa una delle domande più richieste nel gruppo Vitamineral e considerato che non siamo esperti, ma solo persone che hanno deciso di informarsi per proprio conto e sperimentano su stessi, la risposta, o le risposte che si potrebbero dare sono molteplici, ma non facili e nemmeno ideali per tutti quelli che mi leggeranno.

    Dedicherò quindi del tempo a dare la mia versione di buon senso nella applicazione pratica delle integrazioni e leggendo anche fra le righe le esperienze e gli umori di questo gruppo molto vario, ma anche caratterizzato da una certa omogenea e genuina voglia di conoscere e sapere come aiutare il corpo ad essere più performante o risolvere qualche problemino.

    Premesso che per iniziare ad integrare in autonomia è consigliato prima farsi una piccola cultura di come funzionano le vitamine e minerali e perché sono importanti, se avete deciso che è la strada giusta per voi dovrete stabilire un vostro progetto per ognuna di queste sostanze. Cioè testare la carenza attraverso esami ematici e poi integrare, ed in seguito controllare di nuovo i valori dopo un tempo ragionevole da 3 a 6 mesi.

    Il consiglio è quello di iniziare a conoscere una vitamina alla volta, sperimentarla e passare alla successiva, e volendo anche in ordine alfabetico come fa la mia amica Alessandra.

    Testare le vitamine ed i minerali è sempre necessario?

    Per dirla giusta, sarebbe da fare una analisi di tutti i minerali e vitamine, cioè testare nel sangue quali di queste sono in carenza, ed integrare di conseguenza ciò di cui si è carenti.

    Ma è davvero così semplice ed attuabile nella pratica?

    Ostacoli creati dai medici

    Attendibilità degli esami

    Conclusioni 

    Si può integrare le vitamine in due modi.

    1. per soddisfare una nutrizione carente, con dosaggi medio-bassi
    2. per avere un effetto terapeutico, quindi dosaggi più alti

    INTEGRARE IN AUTONOMIA O RIVOLGERSI AL CONSULENTE (MEDICO, NATUROPATA, COACH)

    incentivando il “FAIDATE”. Un modo di procedere talvolta obbligato, intricato e non privo di errori, ma con pochissimi rischi in quanto di troppe vitamine non è mai morto nessuno.

    Ovviamente, in presenza di patologie importanti che richiedono per forza di cose uno specialista, mi esonero dal consigliare il FAIDATE.

    Tuttavia ci sono condizioni specifiche che i pazienti hanno imparato a gestire e sanno quali esami devono controllare di più. Personalmente credo che ci sono delle situazioni in cui una persona abbia davvero bisogno di essere guidata verso una gestione della propria salute, ma non fino al punto di renderla dipendente da un consulente a pagamento il cui scopo è spesso solo il lucro sulle problematiche patologiche.

    Il vero guaritore è colui o colei che indirizza verso una certa autonomia

    e non si fa stampella di nessuno, né per soldi né per gloria o ego. (Morena)

    date

    QUALI ESAMI E TEST SONO DISPONIBILI

    Le principali vitamine utili da testare sono:

    • Le liposolubili:
      • Vitamina A
      • solo in condizioni particolari decise dal medico (Non definisce l’utilità dell’integrazione)
    • Vitamina E
  • Le idrosolubili:
    • Vitamina B12 Totale (non fornisce una misurazione della vitamina B12 attiva che è disponibile per le cellule dell’organismo).
      • Vitamina B12 attiva (olotranscobalamina)
      • MMA sul siero
      • MMA sulle urine
      • Anticorpi Anti-Fattore intrinseco
    • Folati
    • Vitamina B1 (Tiamina)
    • Vitamina B2 (Riboflavina)
    • Vitamina B6 (Piridossina)
    • C (Esame inutile per definire la carenza)
  • MINERALI
    • Ferro
      • Ferritina + trasferrina
    • Magnesio sierico (Cerca magnesio nel plasma, quindi inutile per definire la carenza)

      • Zinco
      • Calcio
        • Calcio Ionizzato (Più preciso)
      • Fosforo
      • Sodio
      • Potassio
      • Cloro
      • Selenio

    Non tutti i laboratori propongono pacchetti interessanti e completi. Ognuno di loro ha un profilo di vitamine diverso e spesso bisogna fare richieste aggiuntive.

  • link a vari laboratori

    Tornando alla domanda iniziale prendiamo in considerazione solo 4 nutrienti che ritengo essenziali e giusti per iniziare da qualche parte. La vitamina D, il Magnesio, la vitamina K2 e la vitamina C.
    Gli altri nutrienti li tratterò in un altro capitolo.

    • Il Magnesio: non se ne può fare a meno e quindi è da prendere sempre, ma se capita un giorno o due di dimenticarlo vorrà dire che il corpo attingerà alle riserve che ha immagazzinato nelle cellule quando integravate.

    LE MIE GUIDE

    VITAMINA D:

    MAGNESIO:




    Le Vitamine e Minerali: cosa sono e a cosa servono?

    Crediti immagine a MandalaBeauty

    Non prescrivere mai un farmaco finché è possibile dare consigli alimentari.
    (Ibn al-Nagis, medico arabo del XIII secolo)

    In ogni alimento si distinguono macronutrienti e micronutrienti.

    I micronutrienti formano la piccola parte rimanente costituita da vitamine, acidi grassi e amminoacidi essenziali, sali minerali.

    Si tratta di sostanze indispensabili alla vita che vanno assunte con gli alimenti, poiché l’organismo non è in grado di produrle.

    Storia

    eliminazione di scorie e sostanze tossiche, migliorano i meccanismi difensivi del sistema immunitario, partecipano alla trasformazione di zuccheri, grassi e proteine, contribuiscono alla produzione dei neuromediatori.

    (minerali, acidi grassi e amminoacidi essenziali). Essi contribuiscono a completare e potenziare l’attività delle vitamine secondo quello che è stato definito ‘principio dell’orchestra’.

    enzimi (manganese, rame, zinco), fanno parte di ormoni (iodio tiroideo).

    ‘oligoelementi’.

    L’identificazione

    La storia della Medicina della prima metà del Novecento è caratterizzata da una sorta di gara intrapresa dagli scienziati per isolare e sintetizzare la struttura molecolare delle diverse vitamine. Ogni nuova scoperta veniva premiata con il Nobel nella disciplina della Chimica o della Medicina.

    Le interazioni

    Le vitamine e i minerali subiscono l’influenza favorevole o antagonista da parte di diversi fattori (altri micronutrienti, temperatura, luce, pH).

    Il ‘principio dell’orchestra’

    Cosa Sono le Vitamine

    Le vitamine sono piccole molecole organiche, necessarie in modeste quantità per il normale funzionamento e la sopravvivenza dell’organismo.

    Nella maggior parte dei casi, le vitamine devono essere assunte attraverso la dieta , o almeno dovremmo perché non possono essere sintetizzate dall’organismo, ma il cibo è meno nutriente di 50 anni fa.

    sono indispensabili per la vita, e “ammina”, poiché in origine si riteneva fossero delle ammine.

    ammina della vita“.

    Caratteristiche

    Le vitamine sono accumunate dalle seguenti caratteristiche:

    • ma funzionano meglio prese poco e spesso, che in una unica grande megadose.
    • per molte vitamine anche l’eccesso (ipervitaminosi) è pericoloso per la salute.
      (ma non quanto i farmaci, e appena si smette l’integrazione torna tutto a posto)

    Vitamine Sintetizzabili dall’Organismo

    Gli esseri umani sono in grado di sintetizzare in una certa misura solo alcune vitamine.

    Ad esempio, la vitamina D viene prodotta nella pelle esposta alla luce solare, mentre la Niacina può essere sintetizzata dall’amminoacido triptofano.

    Inoltre, la vitamina K e alcune vitamine del gruppo B vengono sintetizzate dai batteri intestinali. Tuttavia, molte di queste vitamine vengono utilizzate localmente nell’intestino, con uno scarso contributo al soddisfacimento delle richieste dell’organismo.

    Quali Sono

    Attualmente si conoscono 13 vitamine:

    • Vitamina A (retinoidi e carotenoidi)
    • Vitamina B1 (tiamina, aneurina, vitamina anti-beri-beri)
    • Vitamina B2 (riboflavina, vitamina G)
    • Vitamina B3 (niacina, acido nicotinico, vitamina PP)
    • Vitamina B5 (acido pantotenico)
    • Vitamina B6 (piridossina)
    • Vitamina B7 (biotina o vitamina H)
    • Vitamina B9 (acido folico, più correttamente folati)
    • Vitamina B12 (cobalamina)
    • Vitamina C (acido ascorbico e ascorbati)
    • Vitamina D (colecalciferolo ed ergocalciferolo)
    • Vitamina E (tocoferoli e tocotrienoli)
    • Vitamina K (vitamina K1 e K2)

    Le “False” Vitamine

    Il lettore più attento avrà notato che nell’elenco mancano alcuni numeri, come la vitamina B4 e la vitamina B8.

    Queste lacune si devono al fatto che delle vitamine inizialmente considerate tali sono poi state “revocate”, in quanto prive dei requisiti necessari per essere considerate delle vere vitamine.

    Per questo motivo vengono talvolta utilizzati impropriamente i termini:

    • vitamina B4 in riferimento alla colina;
    • vitamina B8 in riferimento all’inositolo;
    • vitamina B10 in riferimento all’acido 4-aminobenzoico (PABA);
    • vitamina B11 in riferimento all’acido pteril-epta-glutammico;
    • vitamina B13 in riferimento all’acido orotico;
    • vitamina F in riferimento agli acidi grassi essenziali acido linoleico e acido alfa-linolenico;
    • vitamina P in riferimento ai flavonoidi in generale o ad alcuni specifici, come la quercetina o l’esperidina;
    • vitamina J in riferimento alla colina.

    Vitamine Idrosolubili e Liposolubili

    Le tredici vitamine attualmente conosciute si possono dividere in due categorie, in base alla relativa solubilità in acqua e oli:

    • vitamine idrosolubili: sono solubili in acqua ma non nei grassi;
    • vitamine liposolubili: sono solubili nei grassi (e solventi organici) ma non in acqua.

    La seguente immagine riporta l’elenco completo delle vitamine idrosolubili e di quelle liposolubili.

    L’utilità della suddetta classificazione riguarda principalmente l’assorbimento e il destino metabolico delle vitamine assunte con la dieta.

    La solubilità di una vitamina influenza infatti il modo in cui viene assorbita, trasportata, immagazzinata ed escreta dall’organismo.

    La seguente tabella riassume le più importanti differenze tra vitamine liposolubili e vitamine idrosolubili.

    Vitamine liposolubili

    • Le riserve corporee possono sopperire a periodi più o meno lunghi di privazione alimentare. Di conseguenza, non devono essere necessariamente assunte quotidianamente (a condizione che l’assunzione media nel tempo sia adeguata)
    • Poiché le vitamine liposolubili vengono immagazzinate, possono dare tossicità quando assunte a dosi molto elevate. Ciò è particolarmente preoccupante per le vitamine A e D, che possono essere tossiche se assunte in eccesso.
    • Le vitamine liposolubili si trovano in associazione con grassi e oli negli alimenti. Vengono anche assorbite meglio quanto assunte insieme a una fonte di grassi, per cui in caso di integrazione se ne consiglia l’assunzione ai pasti.
    • Resistono meglio al calore, ma anche alla luce e all’ossidazione

    Vitamine idrosolubili

    • A causa della ridotta permanenza nell’organismo, è necessaria un’assunzione regolare di vitamine idrosolubili con la dieta per evitare carenze
    • Non vengono accumulate nell’organismo in modo apprezzabile (ad eccezione della vitamina B12) e sono facilmente escrete attraverso l’urina
    • Ad eccezione della vitamina B12, che viene fornita solo da alimenti di origine animale, le vitamine idrosolubili sono sintetizzate dalle piante e si trovano sia negli alimenti vegetali che in quelli animali.
    • In generale, le vitamine idrosolubili vengono distrutte più facilmente durante la cottura rispetto alle vitamine liposolubili.

    Funzioni

    A differenza dei macronutrienti (carboidrati, proteine e lipidi), le vitamine non servono come fonte di energia per il corpo e non hanno nemmeno una funzione strutturale (non partecipano direttamente alla costruzione dei tessuti).

    Contribuiscono invece alle reazioni deputate alla produzione di energia e facilitano i processi metabolici e fisiologici in tutto il corpo.

    Le vitamine sono essenziali per il metabolismo cellulare. In particolare, molte vitamine (soprattutto quelle del gruppo B) regolano centinaia di reazioni metaboliche agendo come coenzimi.

    Ogni singola vitamina possiede una moltitudine di funzioni specifiche. Tuttavia, a livello generale possiamo affermare che:

    • le vitamine liposolubili sono invece necessarie per promuovere la crescita, la riproduzione e la salute.
    • Vitamina A: Supporta la crescita cellulare, la funzione immunitaria, lo sviluppo fetale e la vista. Più in generale, è coinvolta nella regolazione della crescita e della specializzazione (differenziazione) di quasi tutte le cellule del corpo umano.
    • Vitamina B2: Costituisce i coenzimi FAD e FMN che svolgono un ruolo importante nella produzione di energia, nel metabolismo di grassi, droghe e tossine, e nella protezione dai radicali liberi.
    • Vitamina B3 – Niacina: Costituisce il coenzima NAD+ e NADP+, che partecipa al metabolismo energetico, al mantenimento dell’integrità del genoma, al controllo dell’espressione genica e alla comunicazione cellulare. Può essere utilizzata per trattare la dislipidemia.
    • Vitamina B5: Costituisce il coenzima A, interviene nel metabolismo dei nutrienti per produrre energia e nella sintesi di grassi, colesterolo, ormoni steroidei, vitamine liposolubili, acetilcolina e melatonina.
    • Vitamina B6: Costituisce il coenzima di numerosi enzimi coinvolti nel metabolismo degli aminoacidi e nella sintesi di niacina, emoglobina e neurotrasmettitori (come serotonina, dopamina e GABA).
    • Vitamina H o B7: Costituisce il coenzima degli enzimi decarbossilasi e trans carbossilasi.
    • Vitamina D: Favorisce l’assorbimento intestinale di calcio e fosforo e influenza la mineralizzazione ossea. È molto importante per il normale funzionamento dei sistemi neuromuscolare e immunitario.
    • Vitamina E: Agisce come antiossidante proteggendo gli acidi grassi polinsaturi delle membrane cellulari dalla distruzione ossidativa.
    • Vitamina K: Necessaria per la sintesi epatica di diversi fattori di coagulazione del sangue. Svolge un ruolo importante anche nella salute delle ossa e del cuore

    Per quanto riguarda Sali Minerali nella Dieta, Funzioni e relative carenze consulta il sito X115


    Le mie raccolte sulle interazioni e sinergie fra vitamine e minerali


     




    L’Artrite Reumatoide
    Migliora con Vitamina D, Omega3, Magnesio, NAC ed Alimentazione

    L’artrite di qualsiasi origine è una condizione molto debilitante e tendente a cronicizzare ed avere fasi di riacutizzazione del dolore ed infiammazioni caratteristiche nelle diverse zone articolari.

    Vedremo in questa raccolta di ricerche come risolvere e/o migliorare attraverso l’ausilio di cure non farmacologiche.

    Innanzitutto vedremo come si presenta per definizione l’artrite, le cause, e come si diagnostica. Passeremo poi a trattare una serie di rimedi naturali e vedremo che ogni sito proporrà cure naturali diverse. La loro efficacia è dipendente da vari fattori, quindi si trovano in rete diverse soluzioni ma non definitive.

    Nella medicina ufficiale non vi sono rimedi duraturi contro il dolore se non cortisone ed antidolorifici, ma pare riscontrata anche da questa una forte correlazione fra l’artrite e l’alimentazione come agente infiammatorio. Ed ognuno avrà da proporre una dieta diversa con variabili sulla sensibilità ed efficacia  alla dieta scelta.

    Lo studio sulla relazione della artrite con la carenza della Vitamina D sembra poco preso in considerazione perché è stato fatto su un piccolo numero di soggetti, ma potrebbe comunque essere decisivo ad affrontare meglio il dolore nelle artriti, così come lo fa anche per altri tipi di dolore cronico. Tuttavia la vitamina D è stata riscontrata efficace nelle malattie autoimmuni (come lo è l’artrite reumatoide) attraverso l’uso di alti dosaggi di Vitamina D.

    Oltre all’uso della Vitamina D, Omega 3 e Magnesio, presentiamo infine dei siti medici che affrontano questa patologia con altri rimedi naturali, non invasivi come Curcuma, diversi rimedi fitoterapici e N-Acetilcisteina (NAC).


    Definizione di Artrite

    ArtriteLe articolazioni sono strutture anatomiche che mettono in reciproco contatto due o più ossa e che sono fondamentali per le funzioni di sostegno e mobilità dello scheletro umano.
    Cos’è l’artrite? Un’artrite è una qualsiasi condizione infiammatoria che coinvolge una o più articolazioni. 
    infiammazione a carico di una o più articolazioni.
    Esistono diversi tipi (o forme) di artrite, ognuno con cause e caratteristiche peculiari.
    Le cause che ne inducono la comparsa possono avere natura traumatica, metabolica, infettiva, autoimmune o idiopatica.
    osteoartrite e l’artrite reumatoide.
    Diagnosi

    fattore reumatoide (FR) e gli anticorpi anti peptidi ciclici citrullinati (anti-CCP).  Tali anticorpi non sono specifici ma la loro presenza, in soggetti che hanno un quadro clinico caratteristico, assume un ruolo importante non solo per la fase diagnostica ma anche per quella prognostica. Si è infatti visto che alti livelli di fattore reumatoide ed anticorpi anti-CCP durante le prime fasi della malattia sembrano associarsi ad un maggiore rischio di danno articolare severo. Va segnalato che questi anticorpi possono essere presenti anche in soggetti che hanno altre malattie ma anche in persone sane e che circa il 35% dei pazienti affetti da artrite reumatoide non presenta nel loro sangue questi anticorpi.

    Sintesi, assorbimento e metabolismo della Vitamina D I benefici sul Dolore

    Artrite reumatoide e Vitamina D

    Vivere quotidianamente senza dolore è qualcosa che viene facilmente dato per scontato da coloro che non hanno sperimentato dolore cronico. Oltre ai dolori e ai dolori quotidiani, convivere con il dolore cronico può devastare il proprio stato mentale, poiché nel tempo affrontarlo può causare esaurimento, disperazione e frustrazione.

    disfunzione del sistema immunitario, come l’artrite reumatoide (AR). L’artrite reumatoide è una condizione autoimmune in cui il sistema immunitario del corpo attacca erroneamente le articolazioni, provocando dolore, gonfiore e rigidità in queste aree.

    ruolo della vitamina D nelle condizioni autoimmuni, poiché è stato scoperto che svolge un ruolo nella regolazione del sistema immunitario e dell’infiammazione.

    Tutti gli individui sono stati testati per diversi valori clinici tra cui proteina C-reattiva, un marker di infiammazione, insulina nel sangue, glicemia, HOMA-IR, un marker di insulino-resistenza e livelli di 25(OH)D.

    Questo è ciò che hanno scoperto i ricercatori:

    sistema alimentare che spesso consigliamo ai nostri pazienti, a partire dalla ricca prima colazione, mira specificamente a controllare e orientare la produzione delle adipochine rilasciate dal tessuto adiposo.

    La relazione stratta tra obesità, allergie e artrite sta aiutando a comprendere perché la scelta di una prima colazione di solo pane e marmellata è peggiore di quella di un uovo sodo insieme ai cereali mischiati con qualche seme oleoso.

    prodotti come la Curcuma, con azione sull’infiammazione e sulla regolazione delle adipochine allo stesso tempo.

    Olio di Perilla come regolatore dell’infiammazione attraverso il suo apporto naturale di omega 3 vegetali.

    I benefici della Serrapeptasi scientificamente provati sulle infiammazioni

     


    Migliorare i sintomi dell’artrite reumatoide con la dieta

    da MSD Salute

    La dieta può essere un valido alleato per alleviare i sintomi dei pazienti affetti da artrite reumatoide. Questa è una malattia infiammatoria cronica sistemica che colpisce le articolazioni e le ossa, causando dolori che hanno un impatto negativo sulla qualità della vita.

    Gli approcci più comuni per ridurre le sofferenze dei pazienti includono l’adozione di uno stile di vita vegetariano o gluten free, della dieta elementare e, in alcuni casi, del digiuno. Si fa anche uso di supplementi alla dieta, come gli acidi grassi polinsaturi omega-3. Tuttavia, ancora non esistono delle linee guida specifiche da seguire.

    Al fine di comprendere quali siano gli approcci migliori che diano reali benefici alla vita dei soggetti affetti dalla malattia, i ricercatori dell’Università di Nicosia di Cipro e il King’s College di Londra hanno svolto una revisione sistematica di 70 studi clinici.

    L’articolo, pubblicato su “Nutrition reviews” il 9 marzo 2021, ha dimostrato che alcuni piani alimentari possono effettivamente migliorare i sintomi dell’artrite reumatoide.
    Ad esempio, la somministrazione di omega-3 ad alte dosi riduce l’infiammazione e il rischio di comorbilità.

    La dieta mediterranea, ben bilanciata, non restrittiva con proprietà anti-infiammatorie, antiossidanti e cardioprotettive, ha dimostrato apportare un discreto miglioramento in alcune misure relative alla malattia.

    Il digiuno, invece, sebbene sia utile nel migliorare i sintomi della malattia, non è un comportamento sostenibile e i benefici sono transitori.

    Per quanto riguarda gli studi sulla dieta proteica o dieta elementare, che comprende aminoacidi, grassi, zucchero, vitamine e minerali, i risultati suggeriscono che la risposta è molto individuale.

    La dieta vegetariana/vegana apporta dei vantaggi che potrebbero essere collegati al miglioramento della flora intestinale.

    In linea generale, migliorare i sintomi dell’artrite reumatoide si può: bisogna aumentare l’apporto di cibi anti-infiammatori e diminuire quelli pro-infiammatori. La stesura del piano alimentare dovrebbe essere sempre affidata ad un medico o ad un esperto dell’alimentazione.

    Fonte: Nutr Rev. 2021

    Curcuma

    Curcuma: un potente antinfiammatorio naturale contro i dolori articolari

    A Randomized, Pilot Study to Assess the Efficacy and Safety of Curcumin in Patients with Active Rheumatoid Arthritis

    Astratto

    I pazienti in tutti e tre i gruppi di trattamento hanno mostrato cambiamenti statisticamente significativi nei loro punteggi DAS. È interessante notare che il gruppo curcumina ha mostrato la più alta percentuale di miglioramento nei punteggi DAS e ACR complessivi (ACR 20, 50 e 70) e questi punteggi erano significativamente migliori rispetto ai pazienti nel gruppo diclofenac sodico.

    Ancora più importante, il trattamento con curcumina è risultato sicuro e non correlato ad alcun evento avverso.

    Il nostro studio fornisce la prima prova della sicurezza e della superiorità del trattamento con curcumina nei pazienti con AR attiva e sottolinea la necessità di futuri studi su larga scala per convalidare questi risultati nei pazienti con AR e altre condizioni artritiche. Copyright © 2012 John Wiley & Sons, Ltd.


    Su GreenMe, invece, propongono queste cure naturali:

    Artrite curata con la Fitoterapia

    dal sito Cure naturali

    I rimedi antinfiammatori per l’artrite:

    Tra i rimedi fitoterapici antinfiammatori più utilizzati per le artriti, principalmente di tipo cronico troviamo:

    • salicilato vegetale“, la pianta svolge azione antinfiammatoria, analgesica e antipiretica, perché inibisce la sintesi delle prostaglandine (PGE2), responsabili del dolore e del processo infiammatorio dei tessuti. Viene perciò utilizzata per alleviare gli stati dolorosi causati da artrosi, artrite reumatoide, dolori articolari, mal di denti, mal di schiena e cervicale. Tuttavia a differenza dei farmaci antinfiammatori di sintesi, la spirea non presenta azione ulcerogena (gastrite, ulcera), effetto collaterale di questa categoria di farmaci. La presenza delle mucillagini, infatti, conferisce alla spirea un’azione protettiva per le mucose, in grado di ridurre gli spasmi e i processi erosivi delle pareti gastriche. 
    • azione antiinfiammatoria e quella protettiva delle cartilagini. In generale, i fanghi svolgono un’azione drenante, analgesica e miorilassante, stimolante dei processi metabolici, e della resistenza verso agenti patogeni; aiutano a pulire e a disintossicare la pelle, perchè assorbono le tossine e scorie e ci restituiscono una cute levigata, morbida e purificata.

    MSM (Metilsulfonilmetano) Il minerale dalle molteplici proprietà

    Artrite reumatoide e N-Acetilcisteina (NAC)

    Astratto

    L’artrite reumatoide (AR) è considerata una condizione autoimmune in cui la sovrapproduzione di citochine pro-infiammatorie porta a una cascata infiammatoria. La N-acetilcisteina (NAC) è un potente agente antinfiammatorio e antiossidante. Abbiamo mirato a esplorare l’impatto della NAC orale sulle attività delle citochine e sugli indicatori clinici nei pazienti affetti da AR.

    In questo studio clinico randomizzato in doppio cieco controllato con placebo, 41 pazienti affetti da AR attiva sono stati assegnati al NAC (600 mg, due volte al giorno) o al gruppo placebo, come terapia aggiuntiva al regime di routine, per 8 settimane. Il punteggio dell’attività della malattia con una velocità di eritrosedimentazione (DAS28-ESR) e le concentrazioni sieriche di interleuchina (IL)-1β e IL-17 sono state valutate al basale e alla fine dello studio per tutti i partecipanti ai gruppi di test e di controllo.

    La riduzione del DAS28-ESR è stata considerevolmente maggiore nel gruppo NAC rispetto a quella del gruppo di controllo. Non sono state osservate differenze statisticamente significative nella riduzione delle citochine IL-1β e IL-17 tra il NAC e i gruppi di controllo. Inoltre, i miglioramenti nella valutazione globale del paziente, nel numero di articolazioni dolenti, nel numero di articolazioni gonfie e nei tassi di VES erano a favore del gruppo NAC. I nostri risultati rivelano che la NAC può avere un effetto benefico su tutte le caratteristiche cliniche dell’AR. Tuttavia, variazioni non significative nei livelli di IL-1β e IL-17 suggeriscono un modo alternativo di efficacia NAC senza influenzare le citochine misurate. Tuttavia, questi risultati devono essere confermati da ulteriori indagini.

    ALTRI ARTICOLI SULLA NAC pubblicati su Vitamineral


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    Vitamine liposolubili A, D e K2 in sinergia con Zinco e Magnesio

     

    Articolo tratto dal sito del dr Mercola e  dalla Weston price Foundation

    Punti salienti

    • Le vitamine A, D e K cooperano sinergicamente non solo l’una con l’altra, ma anche con minerali essenziali come il magnesio e lo zinco, con grassi dietetici e con fattori metabolici chiave come il biossido di carbonio e l’ormone tiroideo. Questo livello di complessità ci ricorda che è meglio cooperare con la saggezza della natura ottenendo vitamine attraverso cibi ricchi di sostanze nutritive
    • Le vitamine A, D e K2 interagiscono sinergicamente per supportare la salute immunitaria, fornire una crescita adeguata, sostenere ossa e denti forti e proteggere i tessuti molli dalla calcificazione. Il magnesio è richiesto per la produzione di tutte le proteine, comprese quelle che interagiscono con le vitamine A e D
    • Molte delle proteine ​​coinvolte nel metabolismo della vitamina A e i recettori per entrambe le vitamine A e D funzionano correttamente solo in presenza di zinco.
    • Il grasso alimentare è necessario per l’assorbimento delle vitamine liposolubili.

    Storia della Vitamina K

    La vitamina K2, presente nei grassi animali e negli alimenti fermentati, è presente in quantità molto minori nella maggior parte delle diete rispetto alla vitamina K1, che si trova nelle verdure a foglia verde.

    Poiché i ricercatori nel corso del XX secolo videro che le due forme di vitamina erano intercambiabili, ignorarono la vitamina K2 come se la sua scarsità la rendesse meno rilevante.

    le vitamine K1 e K2 non sono intercambiabili dopotutto:




    Gli antidepressivivi creano carenze nutrizionali di Co Q10, Magnesio e Vitamine Gruppo B

    persino gli animali con l’antidepressivo ed a quanto pare ci riesce bene addestrando i veterinari a dare l’imput che forse il tuo cane è troppo ansioso e depresso.

    Sono scandalizzata dal fatto che siano riusciti a convincere i veterinari che anche i cani tristi hanno invece una depressione da curare con duloxetina.

    Tornando agli umani, di tutto questo il medico di base è complice, affiliato agli informatori farmaceutici, visto che ne riceve in studio ogni giorno anche 3 alla volta.

    Hanno certamente fatto un bel lavoro trasformando una emozione naturale come la tristezza in una pletora di patologie psichiatriche. D’altronde la diagnosi psichiatrica non ha bisogno di esami per certificare una depressione, la schizofrenia o altro e quindi si è consolidata l’abitudine che ad ogni problema di salute ci vuole lo specialista, e si invita la gente a prendere farmaci anche attraverso trasmissioni televisive e pubblicità martellanti.

    Tranquilli, i medici, non voglio certo rubare loro del lavoro, chiedo solo di essere così onesti dal curare davvero le persone e non creare loro più problemi, in poche parole rispettare i principi ippocratici, “primo non nuocere”.

    Come sono uscita dal circolo vizioso della cura che è peggiore del male

    La verità vera: gli antidepressivi riducono di fatto questi 3 nutrienti fondamentali per il cervello

    Traduzione articolo di Jordan Fallis

    Se cerchi di imbrogliare la natura, ti si ritorcerà contro.

    Quando ho preso antidepressivi, inizialmente mi sentivo meglio. Ma poi qualcosa è andato storto.

    “deplezione di sostanze nutritive indotte da farmaci”.

    Gli studi dimostrano che le droghe farmaceutiche possono esaurire il tuo corpo di nutrienti essenziali attraverso molteplici meccanismi, tra cui una maggiore escrezione di sostanze nutritive e compromissione della digestione, assorbimento e conservazione dei nutrienti.

    Nel tempo, si possono sviluppare carenze nutrizionali.

    perché le sostanze nutritive si esauriscano dal tuo corpo. Quindi sia tu che il tuo medico non potete stabilire la connessione tra il farmaco originale e i nuovi sintomi. Questi ulteriori sintomi e “effetti collaterali” sono spesso diagnosticati come una nuova malattia, che porta a una nuova prescrizione, che riduce ulteriormente i nutrienti. Quindi è chiaramente una spirale discendente in cui potresti finire per assumere più farmaci. Nel peggiore dei casi, ero su quattro farmaci psichiatrici. Per fortuna ora sono fuori di testa e molto sano.

    Questo articolo discute i tre nutrienti chiave che sono comunemente impoveriti dalle medicine psichiatriche:

    Coenzima Q10 (CoQ10), Magnesio e Vitamine del Gruppo B

    Il tuo foglietto illustrativo non elenca queste carenze e probabilmente il medico non ne è a conoscenza.

    Coenzima Q10 (CoQ10)

    Questo ha senso considerando la crescente quantità di letteratura scientifica che suggerisce che lo stress ossidativo contribuisca alla depressione. Sfortunatamente, gli studi dimostrano che un certo numero di farmaci psichiatrici, compreso antidepressivi e antipsicotici, esaurisce il CoQ10. Bassi livelli di CoQ10 possono causare nebbie cerebrali (Brain Fog), affaticamento mentale, difficoltà di concentrazione, vuoti di memoria, depressione e irritabilità. Altri sintomi di carenza possono includere aumento della pressione sanguigna, crampi muscolari, glicemia alta e mancanza di respiro.

    Magnesio

    Il magnesio è un minerale vitale che partecipa a più di 300 reazioni biochimiche nel tuo corpo. Questo include neurotrasmettitore, enzima e attività ormonale, che possono avere un enorme effetto sul tuo umore e sulla funzione cerebrale. È uno dei nutrienti più importanti per una salute ottimale del cervello e riduce ansia, depressione e irritabilità.

    Eppure, molte persone sono carenti di magnesio oggi e possono sperimentare i seguenti sintomi a causa di esso:

    • Aumento della pressione sanguigna
    • Debolezza muscolare,
    • Crampi,
    • Tremori e Spasmi
    • Mal di testa ed emicranie
    • Insonnia
    • Pensieri suicidi
    • Aritmie cardiache
    • Osteoporosi
    • Nausea

    È interessante notare che questi sintomi suonano molto simili alla lista degli effetti collaterali di alcuni farmaci psichiatrici.

    In effetti, la ricerca ha dimostrato che molti antidepressivi e stimolanti riducono il magnesio dal corpo, aumentando la probabilità di sviluppare una deficienza. Livelli di magnesio inadeguati possono quindi contribuire e peggiorare molti problemi neuropsichiatrici. Questo include:

    • depressione,
    • ansia,
    • insonnia,
    • convulsioni,
    • ADHD,
    • dolore,
    • schizofrenia,
    • irritabilità,
    • sindrome premestruale,
    • abuso di droghe e
    • memoria a breve termine e
    • perdita di IQ.

    Farmaci che rubano Vitamine e Minerali

    Vitamine del Gruppo B

    Un certo numero di vitamine del gruppo B sono anche esaurite da farmaci psichiatrici, tra cui B2, B6, B12 e folato.

    Livelli più bassi di vitamina B2 sono stati trovati in persone con depressione, quindi dare loro i farmaci psichiatrici può effettivamente farli sentire peggio a lungo termine. Le fonti alimentari sane di riboflavina includono uova al pascolo, verdure a foglia, fegato di manzo, funghi, semi di girasole e mandorle.

    esaurire B6. I sintomi di carenza includono debolezza, confusione mentale, depressione, insonnia e gravi sintomi della sindrome premestruale. Alcune delle migliori fonti alimentari di B6 includono patate, banane e pollo.

    bassi livelli di B12 e folati circolanti nel sangue, e le persone con bassi livelli di acido folico e B12 sono a maggior rischio di sviluppare depressione.

    Non dimentichiamo la vitamina B3 o Niacina o Acido Nicotinico

    Vitamina B3 (niacina)

    Conclusione

    Fortunatamente, puoi evitare gli effetti collaterali e persino controllare e superare la malattia mentale cronica senza farmaci, ripristinando questi nutrienti mancanti. Sfortunatamente, nel mio caso, mi è stata data una prescrizione che ha peggiorato le mie carenze sottostanti e mi ha scavato in un buco più profondo di salute mentale. Se è necessario assumere un farmaco prescritto, è possibile compensare molti degli effetti collaterali e sperimentare una salute molto migliore integrando con i nutrienti di cui sopra. Quindi perché questa informazione non è trasmessa ai pazienti che assumono farmaci psichiatrici?

    Perché sfortunatamente quasi tutti i medici non sono consapevoli che i farmaci possono esaurire le riserve nutrizionali. Quindi, per ora, devi solo essere consapevole delle deplezioni di sostanze nutritive dei farmaci.

    Gli antidepressivi funzionano? Una Revisione su persone basata sulle evidenze

    Il danno nascosto degli antidepressivi

     


    Se vi trovate in un momento della vostra vita più difficile e non sapete distinguere se la vostra è una tristezza dovuta ad eventi momentanei o se perdura da troppo tempo e volete avere la consulenza di uno specialista leggete questo articolo, sito di uno psicologo che considera questa differenza, ma di non buttarvi a capofitto alla ricerca di diagnosi psichiatriche perché potreste trovarle facilmente dopo un minuto di ricerca su google.

    CHE COS’É LA TRISTEZZA?

    La tristezza è considerata una delle emozioni umane di base ed è una risposta naturale a situazioni che coinvolgono dolore psicologico, emotivo e/o fisico.

    Ci aiuta a determinare cosa conta per noi, cosa ci piace e non ci piace e ad elaborare esperienze difficili come lutti, delusioni e sofferenze.

    Quando ci sentiamo tristi, di solito sappiamo il perché. Può essere un’esperienza specifica, identificabile, oppure una serie di esperienze.

    Di solito l’intensità tende a diminuire quando gli individui risolvono le esperienze dolorose. E sebbene la tristezza possa rimanere per diversi giorni o settimane, a seconda di ciò che l’ha scatenata, di solito tende a svanire.

    Non poteva che essere così:

    la tristezza colpisce chiunque prima o poi ed è riconoscibile sia a livello comportamentale che fisiologico. Comportamenti quali il pianto o il ritiro sociale temporaneo sono caratteristici.

    QUAL È LA DIFFERENZA TRA
    TRISTEZZA E DEPRESSIONE?

    Cominciamo col dire che la tristezza e la depressione sono collegate, ma non sono la stessa cosa.

    Quando la tristezza è persistente e non accenna ad andarsene allora possiamo pensare che stia sfociando in vissuti depressivi.

    La Depressione è, infatti, una condizione di salute mentale diagnosticabile che interferisce su come la persona pensa, sente e agisce e può causare una tristezza permanente.

    Coloro che ne soffrono hanno spesso mancanza di speranza e incapacità di provare piacere così come sintomi fisici quali cambiamenti nel sonno, energia, appetito e abilità di concentrarsi, sentimenti di mancanza di valore, colpa e ricorrenti pensieri di morte.

    Vitamine perse nelle dipendenze da sostanze varie Frenare l’astinenza usandole


    Consiglio sempre di considerare prima di tutto il vostro stato nutrizionale cui sono legati molti disturbi fisici e mentali. Ad esempio prova a cercare il legame tra carenza di vitamina D e depressione. Se non ce la fate da soli cercate aiuto da qualcuno di vostra fiducia con cui parlare del vostro problema.

    Vitamina D, Serotonina e disturbi dell’umore

    Oggi c’è la tendenza ridurre molto i livelli di colesterolo nella falsa convinzione di evitare rischi cardiologici, ma studi molto importanti hanno rilevato una relaione fra basso colesterolo e tendena a realizzare atti di suicidio.

    Colesterolo più basso e rischio di suicidioStudio

    oppure leggi queste mie ricerche:

    Salute mentale, infiammazione e vitamina D

    Vitamina D nella DemenzaConfronto clinico fra i Metaboliti della Vitamina D

    Vitamina B12Perché siamo carenti e come assumerla

    Vitamina D, acidi grassi omega-3 e serotonina: qual è la relazione?

    https://www.vitamineral.it/segni-da-carenze-vitaminichedr-cornelis-moerman-pioniere-ortomolecolare/

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    26. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12777162
    27. http://www.drperlmutter.com/learn/studies/?study_tag=dha
    28. http://www.drperlmutter.com/learn/studies/?study_tag=vitamin-d

     




    La Vitamina D necessita della vitamina K2, la spazzina delle arterie

    Crediti immagine a The WOM Healthy

    La vitamina del sole (vit.D) è davvero una sostanza meravigliosa, quando ha a disposizione tutti gli alleati necessari per esprimere il suo potenziale. Una maggiore quantità di vitamina D è preferibile per la salute del cuore fino a un certo punto, oltre il quale è dannosa (se presa da sola).

    potrebbe semplicemente salvarvi la vita.

    Come la vitamina K2 può aiutarci

    • Osteocalcina, che lega il calcio nelle ossa e nei denti, dove c’è bisogno di calcio.
    • spazza via il calcio da tessuti come le arterie e le vene, dove il minerale è sgradito e dannoso.

    carenza di vitamina K2, le proteine che dipendono da essa rimangono inattive. Gradualmente, allora, il paradosso del calcio si riaffaccia minaccioso e porta a un pericoloso declino della densità minerale ossea e a un ancor più rischioso indurimento delle arterie.

    Quando i livelli di vitamina K2 sono inadeguati, quelle proteine risultano inutili, e il calcio vaga senza una meta, dirigendosi infine dove incontra una resistenza minima, introducendosi nei tessuti molli piuttosto che tentare di farsi largo con la forza nelle ossa dure. Nonostante il discorso possa sembrare troppo tecnico, spendere qualche minuto ora per comprendere la natura di queste proteine dipendenti dalla vitamina K2 vi permetterà di apprezzare appieno il potere meraviglioso e i profondi benefici alla salute della vitamina K2, che imparerete nel prosieguo di questo libro.

    Anche facendo regolari controlli del colesterolo, elettrocardiogrammi ed esami sotto sforzo, la maggior parte delle coronaropatie non viene identificata finché non si verifica un infarto, e il primo infarto è fatale nel 50 per cento dei casi. Combattere le coronaropatie è stato per decenni uno dei problemi più importanti legati alla salute pubblica. Negli ultimi 50 anni, i consigli alimentari degli esperti sono stati in gran parte dettati dalla guerra contro la malattia coronarica.

    smentita nella letteratura scientifica, resta radicata nelle credenze popolari riguardo all’alimentazione. A seconda del vostro attuale livello di consapevolezza delle cause delle coronaropatie, sarete piacevolmente sorpresi o del tutto inorriditi dalla lista dei cibi ricchi di vitamina K2 benefici per il cuore, dopo tutto, non è un paradosso.

    ben lontani da quelli della vitamina K2.

    ricchi di vitamina K2; l’unica vitamina conosciuta in grado di prevenire e curare l’osteoporosi.

    studio Rotterdam. Questo studio sulla popolazione, condotto nei Paesi Bassi, esaminò circa 8000 uomini e donne di oltre 55 anni di età riguardo alloro stato di salute, all’uso 24 dl 4G>1. Lo studio rivelò che un’elevata assunzione di vitamina K2 tramite l’alimentazione riduceva sensibilmente l’incidenza della calcificazione delle arterie e il rischio di morte da malattie cardiache e cardiovascolari, del 50% rispetto a persone con un basso apporto alimentare di vitamina K2.

    questo studio, le persone con il maggiore apporto di vitamina K2 dall’alimentazione vivranno, in media, sette anni in più dei loro omologhi con carenze di vitamina K2.

    , dimostrando come quest’ultima, nel nostro caso, non abbia effetti protettlvi. O, peggio, è possibile che l’enorme popolarità della vitamina D in realtà acutizzi il problema. In alcune circostanze, la vitamina D aumenta la calcificazione delle arterie.

    Molti studi indicano un’associazione tra la carenza di vitamina D e le coronaropatie, e quando i livelli di vitamina D aumentano, la calcificazione delle arterie diminuisce.

  • vitamina D aumenta l’assorbimento del calcio da parte dell’intestino, e questo è un beneficio per la salute delle ossa. Di certo, è stato dimostrato che l’integrazione contemporanea di vitamina D e di calcio aumenta la densità ossea più di quanto non faccia l’assunzione di uno solo di essi.

    La risposta è che abbiamo bisogno della vitamina D per trarre benefici dalla vitamina K2 e viceversa.

    Kate Rheaume-Bleue

    Riferimenti

    • Oltre la carenza: potenziali benefici di una maggiore assunzione di vitamina K per la salute delle ossa e dei vasi
    • Scopri altre informazioni sulla vitamina K2 leggendo il libro di Kate Rhéaume-Bleue

      La Vitamina che ti farà Vivere 100 Anni — Libro

      Il miracolo della Vitamina K2

      Kate Rhéaume-Bleue


      Consigli di assunzione vitamina K2

      Pertanto, la vitamina K2 dovrebbe essere sempre se si assume vitamina D3. Queste due vitamine lavorano insieme sinergicamente e fanno sì che il calcio ingerito attraverso il cibo venga immagazzinato nelle ossa e non nelle arterie.

      Tuttavia si consiglia di assumerle in due momenti diversi poiché al momento di essere assorbite condividono lo stesso recettore.
      Il recettore è la porta di entrata, solo dolo averla oltrepassata lavoreranno in sinergia, ma se assunte allo stesso pasto potrebbero ostacolarsi reciprocamente.
      Leggi di più in questo articolo
      Perché le vitamina D e K2 vanno assunte in due pasti diversi

      Il dosaggio di queste due vitamine è indipendente l’uno dall’altro. Ciò significa che, indipendentemente dalla quantità di vitamina D3 assunta, la dose ottimale per beneficiare del pieno effetto della vitamina K2 rimane sempre la stessa ed è compresa tra 100 e 200 mcg al giorno.

      La Vitamina K2 essendo liposolubile va assunta con un pasto generalmente condito di grassi (olio ev di oliva, ecc)

      DOSAGGI di vitamina K2:

      • 🌀45 microgrammi di K2 al giorno se:
        • ➰Stai assumendo anticoagulanti
        • ➰Sei una persona sana, hai meno di 50 anni, non assumi vitamina D e vuoi essere prudente
        • ➰bambini dai 7 anni e fino ai 12-13 anni
      • ✅100 microgrammi di K2 al giorno se:
        • ➰Sei sano, hai meno di 50 anni ed assumi vitamina D aggiuntiva
        • ➰Assumi oltre 2.500 Unità Internazionali di vitamina D al giorno
      • ✅200 microgrammi di K2 al giorno se:
        • ➰Hai in famiglia casi di osteoporosi o malattie cardiovascolari
        • ➰Mostri i primi segni di osteoporosi o malattie cardiovascolari
        • ➰Assumi più di 5.000 Unità Internazionali di vitamina D al giorno

      Per chi fa anticoagulanti viene consigliato il dosaggio più basso di 40-50 mcg.

      Terapia Anticoagulante: È giusto evitare la vitamina K2?

      Non sempre è facile trovare tale dosaggio, pertanto:

      • se avete la dose di una capsula da 100 mcg., assumerla a giorni alterni
      • se avete la compressa da 100 mcg può essere divisa in due e presa giornalmente
      • se avete la dose in capsula da 200 mcg. assumetela solo una volta alla settimana

       

      VITAMINA K2 SYGNUM

      Questa forma di vit K2 in gocce è piu’ facilmente gestibile per creare dosaggi bassi adatti a chi fa anticoagulanti o per bambini

      1 goccia=20mcg
      2 gocce=40mcg

       

      Vitamina K2 Nutriva in compresse da 105 mcg

      Le compresse di solito possono essere divise in due e quindi prendere metà dose

       

       

      Vitamina K2 200 mcg Prinfit in capsule

      K2-MK7 (Menaquinone)

      1 capsula al giorno con un pasto (lontano dalla vitamina D3)

      1 capsula la settimana se assumete Anticoagulanti e solo se il medico è d’accordo

      Codice sconto Vitamineral – spedizione gratuita