“Poiché la medicina occidentale è rimasta ampiamente infruttuosa nel trattamento dei sintomi dell’Acufene, molti medici e pazienti si sono rivolti a opzioni terapeutiche alternative per ridurre la sofferenza dei pazienti e migliorare la loro qualità di vita.
Sebbene la ricerca nella medicina complementare/integrativa continui ad essere scarsa e inconcludente , gli studi puntano verso gli effetti positivi dell’agopuntura, dei rimedi erboristici, degli integratori alimentari, degli antiossidanti, della melatonina e dell’ipnosi sull’acufene.
Sebbene l’efficacia di questi trattamenti sia incoerente e possa dipendere dalle circostanze specifiche del paziente, gli studi riconoscono che ogni trattamento vale la pena provare alla luce dei potenziali benefici essendo non invasivo e ben tollerato.”
Quindi abbiamo trovato alcuni studi sui seguenti integratori di vitamine, minerali ed amminoacidi:
Potassio
Magnesio
Zinco
Vitamina A (beta-carotene)
Vitamina B-12
Vitamina C
Vitamina D
Folati
Taurina
Consigliamo, per nostra esperienza, di non ricorrere ad integratori multivitaminici, specie se indirizzati proprio al disturbo degli Acufeni poiché non garantiscono i dosaggi di efficacia. Benché sembrino così comodi da assumere, è meglio usare integratori singoli per ciascun nutriente, a garanzia di maggiore efficacia e con migliori speranze di attenuare i disturbi dell’orecchio.
La serie di soluzioni nutraceutiche che andiamo a presentarvi sono già in parte vitamine e minerali che usiamo per mantenimento della salute in generale. Per chi si approccia per la prima volta alle integrazioni può sembrare una novità, ma è essenziale capire che più integratori lavorano meglio assieme. Quindi affidarsi solo ad una vitamina o un minerale per migliorare gli acufeni, non è una buona strategia.
È bene sapere che la carenza di vitamine e minerali colpisce in ogni distretto del corpo e proprio gli organi più piccoli con microcircolazione, sono i primi a risentirne.
Vitamite e integratori: i benefici per le orecchie
come la perdita dell’udito legata all’età, le infezioni dell’orecchio e il tinnito (ronzio nelle orecchie). Ecco uno sguardo più da vicino ad alcuni di questi minerali.
MAGNESIO
Il Magnesio previene i danni all’orecchio interno
Magnesio può svolgere un ruolo importante nel proteggere le nostre orecchie dagli effetti dannosi del rumore. I suoni forti stimolano la produzione di molecole di radicali liberi nel nostro orecchio, che danneggiano le delicate cellule ciliate dell’orecchio interno. Poiché queste cellule ciliate sono necessarie per trasmettere il suono dall’orecchio al cervello, questo danno può portare alla perdita dell’udito indotta dal rumore.
POTASSIO
Il Potassio aiuta a convertire il suono
ZINCO
Lo Zinco combatte i batteri e i virus
Nota: Controllate il vostro medico prima di aggiungere un supplemento di Zinco alla vostra routine, soprattutto se prendete antibiotici o diuretici, perché lo Zinco può interagire negativamente con questi tipi di farmaci.
L’attività dei radicali liberi può ridurre il flusso di sangue all’orecchio interno e danneggiare le delicate cellule sensoriali del nostro orecchio, necessarie per un udito sano. E una volta che queste cellule sono distrutte, non possono ricrescere.
VITAMINA D
La vitamina D mantiene forti le ossa dell’orecchio
VITAMINA A e C
Il Magnesio con le vitamine A e C
aiutare a prevenire i danni all’udito indotti dal rumore.
Il legame tra il tinnito e le vitamine
carenza di vitamina B12 hanno sperimentato un miglioramento significativo dopo aver ricevuto iniezioni intra-muscolari della vitamina. Lo Zinco è un altro nutriente che a volte viene propagandato per migliorare i sintomi dell’acufene, ma gli studi non sono riusciti a dimostrare un legame significativo tra l’integrazione di Zinco e il sollievo dall’acufene.
invertire la perdita dell’udito biologico. I danni alle orecchie si verificano nelle cellule nervose responsabili della conversione del suono in segnali elettrici che il cervello può interpretare. Queste cellule nervose dipendono dalla circolazione del calcio per funzionare bene. Quando questa circolazione di calcio si riduce, la Taurina aiuta a ripristinarla e a mantenerla a livelli ottimali.
Utilizzare erbe calmanti e sedative finche non riuscite a gestire l’Acufene o migliorarlo con itegratori e strategie proposte.
Quindi saranno utili: Valeriana, Biancospino, Passiflora, Tiglio ecc…
CHE COS'è L'ACUFENE
Dalla pagina Acufene.it (tutto quello che devi sapere sul fischio all’orecchio)
L’acufene viene scientificamente definito come la percezione di un suono in assenza di stimoli esterni. Circa il 20% della popolazione mondiale lo ha avvertito almeno una volta mentre il 2% ne soffre. Le cause responsabili della genesi di tale fastidio possono essere molteplici e anche molto sfumate.
Diversi elementi sono chiamati in causa come possibili fattori scatenanti tra cui patologie occlusive dell’orecchio esterno, alcuni trattamenti farmacologici, esposizione a rumori intensi, disturbi dell’articolazione temporomandibolare, processi di invecchiamento delle strutture recettoriali dell’orecchio interno, alimentazione, probabilmente tutti coinvolti con importanze diverse, nella genesi dell’acufene, motivo per cui si parla di “patogenesi multifattoriale”.
Come noto l’acufene è una percezione uditiva la cui esatta origine e natura è sconosciuta: può derivare da una sorgente o da un punto trigger nella coclea, nel tronco cerebrale o in altri centri e punti dove non è però presente alcun generatore acustico rilevabile.
Fra i modelli più accreditati c’è quello formulato dal neurofisiologico Jastreboff che considera l’acufene una percezione sottocorticale e il risultato dalla trasformazione di una debole attività neuronale.
17 persone sono risultate carenti di vitamina B12(42,5%), considerando quali valori normali 250 pg/ml. Dall’analisi dei risultati è emerso che i pazienti carenti di vitamina B12 trattati con questa hanno registrato miglioramenti statisticamente significativi dei punteggi, sia di quello relativo al tinnito misurato con questionario, sia di quelli relativi alla gravità del disturbo misurato con scana analogica visiva (VAS).
I risultati di questo studio supportano l’ipotesi che la correzione di un’eventuale carenza di vitamina B12 può migliorare l’acufene.
È ampiamente riconosciuto che lo stress e l’ansia possono esacerbare l’acufene. Pertanto, tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga e la respirazione profonda possono essere particolarmente benefiche. Non è un segreto che il nostro benessere mentale influisca direttamente sulla salute fisica, e l’acufene non fa eccezione.
Approfondimento sulla Meditazione
Lameditazione, con le sue radici profonde in tradizioni millenarie, ha dimostrato di avere effetti tangibili sul ridurre lo stress. Attraverso la pratica regolare, individui affetti da acufene hanno riferito una percezione ridotta del loro ronzio, attribuendo questo miglioramento alla calma interiore promossa dalla meditazione. Questa pratica può aiutare a distogliere l’attenzione dai sintomi, facilitando un senso di pace e controllo interiore.
Il Doppio Beneficio dello Yoga
Lo yoga, che unisce l’esercizio fisico alla concentrazione mentale e alla respirazione controllata, offre benefici sia per il corpo che per la mente. Questa disciplina può essere particolarmente utile per chi soffre di acufene, poiché non solo aiuta a rilassare il corpo e a ridurre lo stress, ma può anche migliorare la circolazione sanguigna. Una migliore circolazione può contribuire a ridurre potenzialmente i sintomi dell’acufene, rendendo lo yoga una pratica olistica per il benessere.
La Potenza della Respirazione Profonda
La respirazione profonda agisce come un calmante naturale per il corpo. Questa tecnica semplice ma potente può essere praticata in qualsiasi momento e luogo, offrendo un sollievo immediato dallo stress e, di conseguenza, un potenziale alleviamento dei sintomi dell’acufene. Impegnarsi in esercizi di respirazione profonda può aiutare a centrare i pensieri, ridurre l’ansia e promuovere una sensazione di calma, affrontando così uno dei fattori chiave che possono aggravare l’acufene.
Importanza di una Dieta Equilibrata
Una dieta ben bilanciata non solo promuove la salute generale ma può anche influire sulle condizioni dell’acufene. L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nel modulare il nostro stato di salute, e alcuni nutrienti specifici hanno mostrato la capacità di influenzare positivamente i sintomi dell’acufene.
CONSIGLI ALIMENTARI
Cosa non mangiare per gli acufeni?
Nella gestione dell’acufene, la dieta gioca un ruolo cruciale. Alcuni alimenti e sostanze possono, infatti, esacerbare i sintomi, rendendo fondamentale conoscerli e possibilmente evitarli. Tra questi, gli alimenti ricchi di sale sono in cima alla lista. Un’eccessiva assunzione di sale può portare ad un aumento della pressione sanguigna, che a sua volta può aggravare i sintomi dell’acufene. Allo stesso modo, alimenti contenenti alti livelli di zuccheri raffinati possono alterare i livelli di zucchero nel sangue e peggiorare i sintomi.
Altri stimolanti come la caffeina e l’alcol sono noti per influenzare negativamente l’acufene. La caffeina, in particolare, può stimolare l’attività nel cervello in modo che possa aumentare la percezione dei suoni dell’acufene. Analogamente, l’alcol, alterando il flusso sanguigno nell’orecchio interno, può intensificare i sintomi. È quindi consigliabile limitare il consumo di caffeina e alcol per coloro che cercano di gestire l’acufene in modo più efficace.
È inoltre importante considerare gli alimenti che possono innescare reazioni allergiche o sensibilità, poiché queste condizioni possono contribuire alla comparsa o all’aggravamento dell’acufene. Alimenti come i latticini o il glutine, per esempio, possono essere problematici per alcune persone. Monitorare la propria risposta a questi alimenti e regolare la dieta di conseguenza può offrire un certo sollievo dai sintomi dell’acufene.
Cosa bere per acufeni?
bere abbondante acqua durante il giorno può aiutare a ridurre i sintomi dell’acufene, mantenendo il corpo e le vie circolatorie ben idratate. Questo è particolarmente importante dato che anche una lieve disidratazione può peggiorare i sintomi.
Le tisane, in particolare quelle con proprietà rilassanti e anti-infiammatorie come la camomilla o lo zenzero, possono offrire sollievo. Queste bevande non solo promuovono il rilassamento, ma possono anche avere effetti positivi sulla circolazione, potenzialmente benefici per chi soffre di acufene.
Alcuni studi suggeriscono che il tè verde, ricco di antiossidanti, può avere effetti benefici. Gli antiossidanti nel tè verde possono proteggere le cellule dell’orecchio interno e migliorare la circolazione, possibilmente aiutando a ridurre i sintomi dell’acufene. Tuttavia, dato il contenuto di caffeina nel tè verde, il suo consumo dovrebbe essere moderato, specialmente per coloro sensibili agli stimolanti.
I frullati di frutta e verdura possono essere un ottimo modo per integrare la propria dieta con nutrienti essenziali che possono supportare la salute dell’udito e ridurre l’infiammazione, fattori chiave nella gestione dell’acufene. Scegliere ingredienti ricchi di magnesio, potassio e antiossidanti può fornire un contributo positivo alla riduzione dei sintomi.
Il Ruolo del Magnesio nella Dieta
Alimenti ricchi di magnesio, come verdure a foglia verde, noci e semi, sono stati collegati a una riduzione dei sintomi dell’acufene. Il magnesio, un minerale essenziale, svolge un ruolo vitale in numerosi processi corporei, compresa la funzione nervosa e la circolazione sanguigna. Integrare la propria dieta con cibi ricchi di magnesio può non solo contribuire a una salute generale ottimale ma anche offrire un sollievo specifico per chi soffre di acufene.
L’Impatto degli Stimolanti
Evitare stimolanti come caffeina e alcol può anche essere benefico, poiché possono aggravare i sintomi dell’acufene. Queste sostanze possono influire negativamente sulla qualità del sonno e aumentare i livelli di stress, creando un circolo vizioso che può peggiorare la percezione dell’acufene. Ridurre o eliminare questi stimolanti dalla propria dieta può contribuire significativamente a gestire i sintomi dell’acufene, portando a una migliore qualità della vita.
Uso di Integratori e Erbe Naturali
L’approccio alla cura dell’acufene attraverso integratori naturali ed erbe è una via esplorata con interesse crescente. Questo metodo si basa sulla premessa che alcuni supplementi possono influenzare positivamente la circolazione sanguigna e l’equilibrio nutrizionale del corpo, offrendo potenziali benefici per coloro che soffrono di acufene. Tra i più discussi vi sono il Ginkgo biloba e lo Zinco, entrambi noti per le loro proprietà uniche che potrebbero contribuire alla gestione dei sintomi dell’acufene.
GINKGO BILOBA
Ginkgo biloba
IlGinkgo biloba è celebre per la sua capacità di migliorare la circolazione sanguigna, particolarmente verso il cervello e le estremità del corpo. Questa erba, usata per millenni nella medicina tradizionale cinese, si pensa abbia effetti positivi anche sulla circolazione nell’orecchio interno, luogo chiave nella percezione dell’acufene.
Alcuni studi suggeriscono che il Ginkgo biloba possa ridurre i sintomi in alcuni pazienti, anche se la ricerca è ancora in fase di approfondimento. Importante è consultare il proprio medico prima di iniziare qualsiasi integrazione, per assicurarsi che non ci siano interazioni con altri farmaci in uso.
ZINCO
Zinco
L’importanza dello Zinco nella salute dell’orecchio è ben documentata, con una carenza di questo minerale che può essere correlata a casi di acufene. Lo Zinco svolge un ruolo cruciale in molteplici processi cellulari, compresa la neurotrasmissione, e il suo apporto adeguato può contribuire al benessere dell’udito.
Integratori di Zinco possono quindi essere considerati come parte di un approccio di cura, specialmente per coloro la cui dieta potrebbe non fornire quantità sufficienti di questo nutriente essenziale. Come sempre, è vitale discutere di questa integrazione con un professionista della salute, per assicurarsi che gli integratori di Zinco siano una scelta sicura e appropriata basata sul proprio stato di salute e storia medica.
TERAPIE DEL SUONO
Terapie del Suono e Ambienti Acustici
La terapia del suono rappresenta una frontiera promettente nel trattamento dell’acufene, sfruttando il potere dei suoni esterni per modificare la percezione del disturbo o per mascherarlo completamente. Tale approccio, altamente personalizzabile, spazia dall’uso di apparecchi acustici a generatori di suono bianco, fino a includere app mobili specificamente sviluppate per chi soffre di acufene. Queste tecnologie non solo offrono un sollievo immediato dal ronzio costante ma possono anche, nel tempo, aiutare il cervello a “riconfigurarsi”, riducendo così la percezione dell’acufene.
Il ricorso a suoni di fondo, quali il rumore bianco o i suoni rilassanti della natura, emerge come una strategia efficace per mascherare l’acufene. Questo metodo si basa sul principio della distrazione sonora, che può aiutare a ridurre l’impatto del ronzio o del fischio all’interno dell’orecchio, migliorando la concentrazione e favorire il rilassamento. Suoni come il mormorio di un ruscello, il fruscio delle foglie o la pioggia delicata possono creare un ambiente acustico più piacevole, che aiuta a distogliere l’attenzione dai sintomi dell’acufene.
L’impiego di apparecchi acustici può rivelarsi particolarmente utile quando l’acufene è accompagnato da perdita dell’udito. Questi dispositivi non solo amplificano i suoni esterni, ma possono essere programmati per generare specifici suoni di mascheramento che aiutano a neutralizzare il suono dell’acufene. In questo modo, gli apparecchi acustici possono facilitare una doppia funzione: migliorare la capacità di udire l’ambiente circostante e contemporaneamente ridurre la percezione dell’acufene, offrendo un significativo sollievo ai pazienti.
Il Centro Siciliano Acufene, in collaborazione sinergica con la azienda farmaceutica siciliana Nuova Farmaceutica pongono particolare interesse nella diagnosi e cura delle modificazioni della funzionalità dell’articolazione temporo-mandibolare generanti l’acufene.
Stanno usando Magnesio, la vitamina D3 e il gruppo della vitamina B, oltre a tutte le altre vitamine (Ferro, Zinco, Acido Folico, Vit.PP), ha garantito dei buoni risultati non solo in ambito otoiatrico, quindi per l’acufene e i disturbi dell’udito, ma anche per altre patologie di pertinenza dell’otorinolaringoiatra. Inoltre anche N-Acetil-D-Glucosamina e Condroitin solfato. La N-Acetil-D-Glucosamina (NAG) è precursore della sintesi dei Glicosaminoglicani, i principali costituenti della cartilagine articolare. Le quantità di Glucosamina prodotte dal nostro organismo con l’invecchiamento diminuiscono. Molti studi scientifici hanno dimostrato la capacità della N-Acetil-D-Glucosamina di prevenire il deterioramento delle strutture articolari, di ripristinare la matrice cartilaginea danneggiata dal processo artrosico e di esercitare anche una discreta attività antinfiammatoria. Inoltre, l’acetilazione della Glucosamina stimola in maniera diretta la sintesi di Acido ialuronico, e non inibisce la sintesi di Glucosamina endogena. Il Condroitin solfato rappresenta il maggiore responsabile della resistenza alla compressione, svolge azione antinfiammatoria, stimola la sintesi di Proteoglicani e Acido ialuronico, diminuisce l’attività erosiva delle MMPs e inibisce la morte dei condrociti articolari.
La Taurina è un prodotto di decomposizione degli amminoacidi solforati cisteina e metionina.
In contrasto con l’interpretazione molto diffusa, nel caso della Taurinanon si tratta di un amminoacido in stretto senso scientifico perché non contiene nessun gruppo carbossilico. Si tratta più precisamente di un cosiddetto amminoacido solfonico.
La Taurina è importante per l’organismo in quanto consente il mantenimento del corretto funzionamento di organi e cellule. A questo punto parliamo brevemente della Taurina per le sue capacità come la stabilizzazione del bilancio di liquido nelle cellule, il suo effetto antiossidante e la sua presenza relativamente elevata nel muscolo cardiaco.
La Taurina è importante per il muscolo cardiaco
Nelle cellule del cuore, la concentrazione di questo legame simile agli amminoacidi è nettamente superiore rispetto a quella degli altri amminoacidi. Con il 50% detiene la gran parte dell’intero pool di amminoacidi liberi nel cuore. Inoltre, la Taurina oltre ad un effetto antiaritmico ha anche un effetto inotropico positivo sul muscolo cardiaco, ciò significa che aumenta la regolarità e la forza delle contrazioni cardiache. La Taurina ha la proprietà di regolare la pressione sanguigna e la supplementazione di Taurina è sensata per ridurre un livello di colesterolo elevato perché la Taurina stimola il flusso biliare.
Fonti
Taurine and the heart, Cardiovascular Research, Volume 27, issue 3, (pp. 358-363)
La Taurina è un amminoacido di importanza vitale per il normale funzionamento del corpo umano. L’organismo è in grado di sintetizzare Taurina a partire da altri amminoacidi. Tuttavia, in circostanze di aumentato fabbisogno, il contributo della dieta diventa fondamentale.
Per questo motivo, la Taurina viene attualmente considerata un aminoacido condizionatamente essenziale.
Tra gli alimenti ricchi di Taurina si ricordano 1, 2:
Crostacei (ostriche, cozze e vongole)
Carne e prodotti lattiero-caseari
Alcune alghe, come l’alga nori
Alcune persone possono facilmente sviluppare carenze di Taurina, come neonati prematuri, vegani e pazienti con malattie croniche del fegato, del cuore e dei reni 3, 4.
Si trova in alta concentrazione in molte parti del corpo come gli occhi, sistema nervoso centrale e i muscoli scheletrici.
Aiuta il corpo a elaborare l’acido biliare e bilanciare fluidi, sali e minerali.
E’ ben assorbita dal tratto gastrointestinale, con una biodisponibilità di circa il 90%.
Partecipa alla regolazione delle principali vie biochimiche e della funzione fisiologica nel corpo, essendo un importante modulatore dei processi di base, tra cui la pressione osmotica, l’omeostasi dei cationi, l’attività enzimatica, la regolazione dei recettori, lo sviluppo cellulare e la segnalazione cellulare.
La biosintesi avviene nel pancreas del corpo umano, attraverso un processo chiamato via dell’acido solfinico della cisteina. Si ottiene infatti a partire dalla cisteina che si trasforma in acido cistein-solfonico incorporando ossigeno. La reazione è catalizzata dall’enzima sulfinoalanina decarbossilasi appartenente alla classe delle liasi.
L’acido cistein-solfonico perde biossido di carbonio e si trasforma in acido sulfinico noto come ipotaurina.
L’ipotaurina si trasforma in Taurina per azione della ipotaurina deidrogenasi appartenente alla classe delle ossidoreduttasi.
Usi
È naturalmente presente in parecchie aree dell’organismo come il cervello, il cuore ed il muscolo scheletrico. Non è noto il suo ruolo fisiologico ma si ritiene che essa possa aumentare le prestazioni mentali e atletiche.
Pur non avendo potere energizzante è aggiunta, insieme alla caffeina nelle bevande energetiche. Queste ultime hanno riscosso, negli ultimi tempi, un largo successo. La Taurina è presente in molti integratori alimentari, diversi tipi di latte per la crescita e mangimi animali.
La Taurina è un aminoacido non presente nelle proteine del nostro organismo, ma presente nella forma libera grazie alla capacità dell’organismo di crearlo mediante reazioni metaboliche.
Non è un nutriente essenziale, ma in certi casi, come per i bambini in età di crescita, si ritiene che il suo consumo sia indispensabile.
In passato, era considerata un “osmolita”, un componente dei tessuti liquidi del corpo che aiutava ad evitare la perdita di pressione osmotica.
Tuttavia, è stato scoperto che presenta altre funzioni importanti oltre a contribuire a ottimizzare il rendimento sportivo e a proteggere i muscoli.
Taurina: benefici, controindicazioni, dove si trova
La Taurina è importante per la salute del sistema nervoso e immunitario ed esercita una potente attività antiossidante. Vediamo quali sono le altre proprietà e dove trovarla.
Quali sono le proprietà della Taurina?
Attualmente, è molto utilizzata dagli sportivi, dopo la pubblicazione di una serie di studi scientifici sugli esseri umani secondo i quali l’integrazione alimentare con questo composto sembrava produrre benefici nella resistenza fisica. Una revisione di 10 studi pubblicata da Waldron et al. (2018) ha concluso che dosi fra 1 e 6 grammi come integratori alimentari avevano benefici su:
1. Funzione cognitiva
La Taurina modula i neurotrasmettitori del cervello, contribuisce a stabilizzare le membrane cellulari, il che è benefico per le vesciche, i vasi sanguigni e gli occhi. Ha anche proprietà antiossidanti e disintossicanti. Agisce come neurotrasmettitore e migliora la funzione cerebrale, aumenta i livelli di GABA, promuove il rilassamento e il benessere, aiuta a gestire lo stress e migliora la qualità del sonno.
2. Funzione cellulare
La Taurina è un composto essenziale per il mantenimento della salute cellulare. A livello cellulare, la Taurina aiuta a mantenere l’integrità della struttura della membrana cellulare. Inoltre, partecipa all’omeostasi del calcio, cioè aiuta a regolare i livelli di calcio all’interno della cellula. La Taurina ha anche un ruolo importante nell’osmoregolazione cellulare, aiutando a mantenere l’equilibrio fra sodio e acqua all’interno della cellula.
3. Sport
La Taurina è un antiossidante che aiuta a combattere i radicali liberi e lo stress ossidativo nell’organismo. Pertanto, è stato comprovato che contribuisce alla cura della parodontite cronica, favorisce la funzione di contrazione muscolare, riduce i crampi muscolari e favorisce il recupero dopo l’esercizio.
4. Sviluppo
La Taurina è essenziale per lo sviluppo e la funzione normale del cervello, aiuta a migliorare la memoria e la capacità cognitiva e previene malattie neurodegenerative. È anche imprescindibile per la salute della retina e previene malattie come la degenerazione maculare. Allo stesso modo, stimola la produzione di bile, necessaria per la digestione e l’eliminazione di tossine, aiutando a mantenere la salute del fegato.
5. Salute
La Taurina presenta molti benefici per la salute, fra i quali il miglioramento di varie funzioni corporee, come, ad esempio, aiutare a ridurre la pressione arteriosa elevata, in quanto riduce la resistenza al flusso sanguigno nelle pareti dei vasi sanguigni. Protegge anche le cellule epatiche dei radicali liberi e dallo stress ossidativo delle tossine.
Controindicazioni
Non esistono controindicazioni specifiche per il suo uso, dato che è naturalmente presente nell’organismo e il nostro corpo è la riconosce. Il consumo di dosi di fino a 3g è stato stabilito come una pratica con un alto grado di sicurezza, benché sia stata valutata l’integrazione alimentare con dosi di fino a 10g, senza effetti secondari generalizzati.
I risultati attuali indicano che gli effetti negativi a volte relazionati alla Taurina sono dovuti all’uso di grandi quantità di stimolanti combinati con alcol e/o esercizio fisico intenso. Si raccomanda di usarla con precauzione, sotto supervisione medica, durante la gravidanza e l’allattamento, dato che non esistono sufficienti dati tossicologici in tali periodi.
Gli effetti della Taurina sono stati valutati in diversi studi clinici e i risultati sono stati incoraggianti, suggerendo che la Taurina possa essere usata a fini terapeutici, anche alla luce del basso rischio di tossicità.
In passato è stato dimostrato il suo effetto benefico per la cura della distrofia miotonica (1).
Gli studi preclinici e i trial clinici hanno suggerito la Taurina per la cura del diabete, la degenerazione della retina, le malattie cardiovascolari, ladistrofia muscolare e la senescenza sulla base dell’osservazione che il contenuto di Taurina è ridotto in queste condizioni e sulla base della sua azione neuroprotettiva, rigenerativa, antiinfiammatoria e antiossidante(2).
Di recente è stato dimostrato, in un modello sperimentale murino, il ruolo benefico di un composto coniugato con Taurina, l’acido tauroursodeossicolico, nelle malattie neurodegenerative come Parkinson (3) e SLA (4).
Bibliografia
Durelli et al. The treatment of myotonia: evaluation of chronic oral taurine therapy. Neurology. 1983 May;33(5):599-603. doi: 10.1212/wnl.33.5.599-a.
De Luca et al. Taurine: the appeal of a safe amino acid for skeletal muscle disorders. J Transl Med. 2015 Jul 25;13:243. doi: 10.1186/s12967-015-0610-1.
Rosa et al. Tauroursodeoxycholic Acid Improves Motor Symptoms in a Mouse Model of Parkinson’s Disease. Mol Neurobiol. 2018 Dec;55(12):9139-9155. doi: 10.1007/s12035-018-1062-4.
Paganoni et al. Trial of Sodium Phenylbutyrate-Taurursodiol for Amyotrophic Lateral Sclerosis. N Engl J Med. 2020 Sep 3;383(10):919-930. doi: 10.1056/NEJMoa1916945
Come antiossidante, la Taurina aumenta i livelli di antiossidanti nei pazienti con malattia parodontale cronica migliorando gli enzimi antiossidanti e i prodotti di perossidazione lipidica (TBARS) che combattono i radicali liberi e le sostanze che causano uno stress ossidativo, migliorando così il processo di guarigione.
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Dieta e vitiligine: la storia finora Traduzione di uno studio
14 Aprile 2024
La vitiligine è una di quelle malattie dermatologiche in cui si assiste al fallimento della farmacologia ed dei rimedi allopatici.
Si esterna in superficie (pelle senza pigmento a chiazze) ma le cause sono più profonde e riguardano l’apparato immunitario, forse ereditata geneticamente. Il primo problema è visivo nella immagine della persona e non ci sono sintomi particolari a carico della pelle, né prurito, ne esquamazione e non è contagiosa. Col tempo possono svilupparsi le vere cause della malattia dando disturbi più importanti a carico di altri apparati.
La medicina cosa offre come terapie?
Quasi nulla di veramente rispolutivo e come tutte le malattie dermatologiche c’è la tendenza a curare il sintomo con grandi dosi di cortisone che sembra essere l’unico rimedio universale usato dai dermatologi per tutte le affezioni.
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Una patologia autoimmune
Quando è presente la vitiligine, significa che le cellule del sistema immunitario alterano le funzioni dei melanociti, che non producono più melanina. Ecco perché parti del rivestimento cutaneo rimangono bianche.
Per una visita di controllo, affidati a esperti: contatta gli specialisti in dermatologia di IDE.
Quali sono le cause della vitiligine?
Anche se non esistono fattori scatenanti provati da studi e casi, possiamo affermare che l’ereditarietà (una predisposizione genetica) è una possibile causa della vitiligine.
Altre possibili cause che possono favorire la vitiligine sono:
disfunzioni della tiroide
stress
diminuzione delle difese immunitarie
stress ossidativo
anomala presenza di perossido di idrogeno nelle cellule (una condizione che influenza negativamente la normale pigmentazione della pelle).
Vitiligine: le cure possibili
Diversi sono i rimedi per contrastare questa patologia della pelle.
Innanzitutto è necessario che uno specialista identifichi la patologia e le sue caratteristiche, oltre a esaminare la condizione clinica del paziente. Dopo una prima visita dal dermatologo, è possibile procedere con:
la terapia PUVA, che agisce attraverso l’applicazione di sostanze fotosensibilizzanti e la somministrazione controllata dal medico di raggi UV, il tutto per riattivare la funzione dei melanociti
raggi UVB, che somministrati per il trattamento della vitiligine portano alla risoluzione parziale del disturbo in tempi più brevi rispetto alla terapia PUVA
i farmaci, come i corticosteroidi o gli immunosoppressori per via topica, favoriscono la ripigmentazione della pelle e generalmente svolgono una funzione di supporto alle terapie
il trapiantodi melanociti è un trattamento suggerito per macchie piccole e quando le terapie non hanno portato a risultati significativi.
La maggior parte degli studi concorda sul fatto che la combinazione di
vitamina B12,
acido folico
Vitamina D
ed esposizione al sole è buona per indurre la ripigmentazione.
L’integrazione di zinco e fenilalanina quando utilizzata in combinazione con steroidi topici o trattamento UV-B (ultravioletto B) mostra effetti terapeutici sulla vitiligine a causa del loro ruolo nel percorso di sintesi della melanina.
Le indagini condotte sugli integratori a base di erbe hanno rivelato che la maggior parte di essi contiene antiossidanti, che aiutano nella ripigmentazione.
Lo scopo di questa recensione narrativa è discutere la funzione della nutrizione nelle malattie infiammatorie della pelle immuno-mediate dal punto di vista delle informazioni più recenti e affidabili disponibili.
Introduzione e sfondo
malattia autoimmune connessa con influenze ormonali ed ereditarie oltre a disturbi che coinvolgono il metabolismo, lo stress ossidativo e la disintegrazione cellulare. S
econdo nuove ipotesi, i fattori principali sono la melanocitorragia e la scarsa vitalità dei melanociti. La lesione caratteristica è una macula amelanotica, non squamosa, bianco gesso con bordi netti [1,2] . La pelle comunemente colpita è quella del viso, delle labbra, delle mani, delle braccia, dei piedi e dei genitali. Inoltre, le aree colpite hanno tipicamente i capelli bianchi. Tuttavia, il processo eziopatogeno alla base della vitiligine è ancora incerto[3] .
Riparando i pigmenti danneggiati o rimuovendo i pigmenti persistenti, la terapia della vitiligine mira a ridurne la gravità.
[5] . Secondo i medici, il focus degli studi futuri dovrebbe essere su nuove strategie come la qualità della vita (QOL) valutazioni che valutano la soddisfazione del paziente.
Revisione
Epidemiologia
[6] . Con un tasso di incidenza stimato dell’8,8%, Gujarat, India, ha di gran lunga la più alta incidenza a livello mondiale [7] . Sia gli uomini che le donne soffrono della condizione [8,9] , anche se è stato riscontrato che le donne hanno maggiori probabilità di cercare assistenza medica. Le giovani donne (fino a 30 anni di età) hanno una prevalenza di vitiligine molto più elevata rispetto ai giovani maschi [8,10] . Le donne raggiungono il picco nella prima adolescenza, mentre i maschi raggiungono il picco tra i 45 ei 60 anni [5] .
Tipi di terapia
Una delle preoccupazioni dermatologiche più impegnative è attualmente il trattamento della vitiligine. Tuttavia, gli ultimi anni hanno visto lo sviluppo di terapie sicure ed efficaci. Le terapie che possono rallentare la progressione della condizione, trasformare le chiazze depigmentate e promuovere la ripigmentazione includono fototerapia, agenti immunosoppressori sistemici e topici e procedure chirurgiche [11,12] .
[12]. La ripigmentazione si sviluppa prima ai bordi delle lesioni o secondo un tipo specifico di pattern noto come “perifollicolare”.
almeno 2-3 mesi. Il tipo di trattamento più diffuso per la vitiligine prevede la radiazione UVe, quando accoppiato con altre terapie, è stato collegato a risultati migliori [13] .
Vitamina B12 e acido folico
La vitamina B12 (nota anche come cobalamina) costituisce una delle nove vitamine idrosolubili e uno degli otto tipi di vitamina B [14] . È una delle carenze più comuni e, se non trattata, potrebbe causare disturbi del sangue e dei nervi [15] . Una dieta non vegetariana, che includa carne, uova e latticini, è una buona fonte di vitamina B12. Il normale consumo di B12 è di 2,4 μg al giorno. Viene assorbito solo dal cinquanta al sessanta per cento [16,17].
La vitamina B12 si è dimostrata utile per la ripigmentazione nei pazienti affetti da vitiligine.
acido folico (o vitamina B9) ha dimostrato di essere significativo per il trattamento della vitiligine. Deve essere incluso nella dieta poiché il corpo non può sintetizzarlo.
[14] . Sono necessarie ulteriori ricerche per identificare il dosaggio corretto di vitamina B12 e B9 e la durata per la quale la pelle dovrebbe essere esposta al sole [18] .
Vitamina C
La vitamina C costituisce una delle vitamine idrosolubili. Principalmente presente negli agrumi come limone, kiwi, arance e verdure a foglia verde. La vitamina C dovrebbe far parte di una dieta equilibrata. È stato indicato che la vitamina C ha azione antiossidante e caratteristiche immunomodulatorie[19,20] . La vitamina C non viene utilizzata ed è controindicata nel trattamento della vitiligine poiché interrompe i percorsi di produzione della melanina [21] .
Vitamina D
La vitamina D è una vitamina liposolubile che assorbe sostanze come calcio e magnesio. La vitamina D agisce sui recettori della pelle e interrompe la crescita e lo sviluppo di melanociti e cheratinociti [22,23] . La 25-idrossivitamina D₃ (calcifediolo) agisce sui recettori diidrossivitamina D3 sui melanociti per avviare la secrezione di melanina [24].
Secondo la ricerca, i livelli di vitamina D hanno un impatto sul sistema immunitario poiché il sistema immunitario ha enzimi/metaboliti che possono metabolizzare la vitamina D, indicando che il sistema immunitario contribuisce anche a convertire le forme inattive di vitamina in forme attive di calcitriolo. Ciò stabilisce una relazione tra il normale funzionamento del sistema immunitario del corpo e i livelli circolanti di vitamina D.
[25].
Su 16, 14 pazienti hanno mostrato una ripigmentazione dal 25% al 75%, concludendo che l’integrazione di vitamina D potrebbe ridurre la progressione della malattia [26] .
Zinco
[28] . Combinato con steroidi topici, lo zinco ha dimostrato di essere un vantaggio marginale nella gestione della vitiligine. Tuttavia, questo richiede ulteriori indagini. Tuttavia, gli effetti avversi gastrointestinali correlati al trattamento sono un fattore che limita l’integrazione di zinco [28] . In un esperimento di Yaghoobi et al., il 13,3% dei partecipanti che assumevano zinco ha riportato disturbi gastrici[29] .
DNA: acido desossiribonucleico
Supplemento
Proprietà
Impatto sulla gestione della vitiligine
Vitamina B12 e acido folico
Sintesi, riparazione e metilazione del DNA
Ripigmentazione indotta con l’integrazione insieme all’esposizione al sole, ripigmentazione completa dopo la terapia completa
Vitamina C
Funzione antiossidante e immunomodulante
Controindicato in quanto provoca disturbi nella via di sintesi della melanina
Vitamina D
Funzione del sistema immunitario
Diminuisce la progressione della malattia se integrato con la terapia standard
Zinco
Il cofattore per il normale funzionamento di ormoni ed enzimi inibisce la distruzione dei melanociti
Fornisce un vantaggio marginale se combinato con steroidi topici
Tabella 1: Riepilogo della supplementazione di vitamine e minerali nella vitiligine
Ginkgo biloba
[30] .
].
Queste qualità mostrate dal ginkgo sono state rivendicate come terapeutiche a causa del ruolo fondamentale dello stress ossidativo nella patogenesi della vitiligine.
Polypodium leucotomos
[32,33]. È stato inoltre stabilito che la combinazione del trattamento PL con PUVA (psoralene più radiazioni ultraviolette-A) si traduce in un aumento della ripigmentazione. Più partecipanti che hanno ottenuto una ripigmentazione >50% erano all’interno del gruppo sottoposto a PUVA insieme a PL rispetto al gruppo sottoposto a PUVA con placebo. Tutti i soggetti hanno visto il successo del trattamento della loro condizione dopo la terapia Anopsos per cinque mesi, che è un derivato lipidico idrosolubile di PL [34] .
Khellin
Khellin è un estratto cristallino della pianta Ammi visnaga ed è stato utilizzato nella medicina tradizionale in tutto il Mediterraneo. La kellina attivata somministrata per via orale viene studiata come promotore della melanogenesi e della proliferazione di melanociti umani normali in coltura e cellule di melanoma Mel-1.
Questi hanno un possibile ruolo nel trattamento fotosensibilizzante della vitiligine se abbinati alla terapia UV. Rispetto a nessun trattamento, la combinazione della preparazione al 4% di kellina topica con il trattamento laser ad eccimeri monocromatici (MEL) a 308 nm, ha ridotto efficacemente le lesioni depigmentate [35]. Sebbene non sia stata notata alcuna differenza distinguibile nelle prestazioni della fototerapia da sola e della fototerapia con kellina topica, nessun supporto conferma i vantaggi dichiarati della kellina topica [36] .
Glutine
[37,38] , le persone con CD avevano una maggiore prevalenza di vitiligine rispetto a quelle senza CD.
I pazienti che sono sieropositivi per le cellule immunitarie CD e hanno malattie della pelle autoimmuni tra cui psoriasi, dermatite, epatite e vitiligine, secondo quanto riferito, hanno manifestato meno sintomi dopo essere passati a una dieta priva di glutine (comunemente indicata come GFD) [39-41 ]. Tale tipo di conoscenza è fondamentale per il trattamento dei pazienti con vitiligine perché i sintomi intestinali sono tipicamente vaghi e spesso ignorati dai professionisti medici e dai pazienti. Inoltre, le persone con vitiligine possono trarre beneficio dallo screening del CD e i pazienti con CD con una diagnosi precoce di vitiligine possono trarre beneficio dalla GFD perché può aiutare entrambe le malattie. Per supportare ulteriormente queste osservazioni, sono necessarie indagini di follow-up su larga scala ea lungo termine.
fenilalanina
amminoacido fenilalanina (Phe) operi come possibile cura per la vitiligine a causa del suo ruolo cruciale nella regolazione della catecolamina, della sintesi di anticorpi e, soprattutto, della formazione di melanina. Questi costituiscono la base della fisiopatologia autoimmune e neurologica della vitiligine.
[42]. I livelli di fenilalanina o di metaboliti che interrompono la produzione di catecolamine possono influire sull’insorgenza o sull’avanzamento della vitiligine.
Dopo aver somministrato fenilalanina insieme all’irradiazione UV-A, il 94,7% degli individui ha mostrato ripigmentazione follicolare e il 26,3% ha mostrato una ripigmentazione densa [43] .
Phyllanthus embelica
frutto di amla’ o uva spina indiana, è ampiamente diffuso in Cina, India, Indonesia e nelle aree tropicali e subtropicali della Thailandia. La ricerca lo ha indicato P. emblica ha una forte capacità antiossidante grazie alla sua elevata componente polifenolica e al contenuto di vitamina C.
Il frutto P.embelica è stato ulteriormente studiato in 130 soggetti in associazione con carotenoidi e vitamina E, comunemente utilizzati nei trattamenti per la vitiligine.
Nella ricerca, il 50% dei partecipanti ha ricevuto solo terapie tradizionali, tra cui fototerapia e farmaci topici.
La seconda sezione di persone ha ricevuto la terapia tradizionale che includeva la combinazione di antiossidanti alimentari, vitamina E e carotenoidi tre volte al giorno e il trattamento con agenti topici o fototerapia.
Secondo queste indagini, una percentuale più alta di pazienti nel gruppo che ha ricevuto integratori di antiossidanti ha visto una ripigmentazione minore nella regione della testa e del collo dopo sei mesi. Gli antiossidanti non sono stati utilizzati nel gruppo che presentava più eritema, più chiazze vitiligine, più infiammazione e una più rapida espansione della zona vitiligine [44] .
Piperina
[45-47] .
Nigella sativa
La Nigella sativa è una specie perenne di pianta che produce cumino nero, i cui isolati oleosi sono spesso usati per trattare una serie di malattie, in particolare condizioni dermatologiche. Il timochinone, un ingrediente primario della Nigella sativa, viene attentamente studiato come elemento chiave che possiede una varietà di benefici, in particolare per le sue reazioni antitumorali, immunomodulanti e antinfiammatorie [48-50] . È stato dimostrato che la somministrazione topica con olio di Nigella sativa migliora considerevolmente il punteggio del Vitiligo Area Scoring Index entro quattro mesi [51] . Questo potrebbe essere un supplemento sicuro ed efficace per la terapia della vitiligine convenzionale.
Punica granatum
Uno dei primi alberi da frutto che sono stati piantati è il melograno ( Punica granatum Linn.) ed è ricco di sostanze chimiche polifenoliche e tannini.
Pertanto, da tre a sei bicchieri di succo di melograno disponibile in commercio al giorno potrebbero essere sufficienti per fornire benefici antiossidanti [52] .
Tè verde
].
[54]. Gli studi dimostrano le proprietà immunomodulanti e di attenuazione dello stress ossidativo della crema EGCG al 2, 5 e 10%.
L’unica opzione sembra essere l’integrazione con l’estratto di EGCG piuttosto che le infusioni di tè [55] .
Curcumina
] .
Supplemento
Proprietà
Impatto sulla gestione della vitiligine
Ginkgo biloba
Si ipotizza che la diminuzione dell’attività della cicloossigenasi e il ruolo del TNF-a nell’indurre la produzione di interleuchina-8 e del fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF) siano i meccanismi degli effetti anti-infiammatori
Migliora la ripigmentazione, tuttavia sono stati notati lievi disturbi gastrointestinali.
Polypodium leucotomos
Proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, fotoprotettive e immunomodulanti
La combinazione di Polypodium leucotomos con PUVA porta ad un aumento della ripigmentazione
Khellin
Khellina somministrato per via orale svolge un ruolo nella melanogenesi stimolando i melanociti
Se associato alla terapia UV, contribuisce alla diminuzione delle lesioni depigmentate
Glutine
Può causare infiammazione che provoca autoimmunità nei confronti dei melanociti
I pazienti con vitiligine possono beneficiare di una dieta priva di glutine
fenilalanina
La fenilalanina è idrossilata a tirosina che viene utilizzata nella melanogenesi. La fenilalanina provoca anche la produzione di catecolamine in cui bassi livelli di catecolamine sono collegati all’insorgenza della vitiligine
La fenilalanina orale integrata con radiazioni UVA contribuisce ad aumentare la ripigmentazione
Phyllanthus embelica
Forte proprietà antiossidante grazie all’alto contenuto di polifenolici e vitamina C
Se combinato con la terapia tradizionale e un’appropriata integrazione dietetica, ha contribuito a una minore ripigmentazione.
Piperina
Stimola la replicazione dei melanociti e provoca lo sviluppo dei dendriti melanocitici
Contribuisce alla repigmentazione a chiazze se combinato con la terapia UV, ma può causare ripigmentazione se applicato senza terapia UV
Nigella sativa
Proprietà antitumorali, immunomodulanti e antinfiammatorie
La somministrazione topica aumenta considerevolmente la ripigmentazione
Punica granatum
Alto contenuto polifenolico
3-5 bicchieri al giorno forniscono benefici antiossidanti
Tè verde
L’EGCG ha una notevole attività antiossidante e fornisce potenti caratteristiche antinfiammatorie che possono modulare la risposta immunologica mediata dalle cellule T. L’EGCG regola anche la funzione dei mitocondri
Mostra una notevole ripigmentazione quando sperimentato sui topi
Curcumina
Presenta una forte attività antiossidante e inibisce la produzione di ROS
Il tetraidrocurcuminoide topico combinato con NB-UVB porta a un aumento del tasso di ripigmentazione rispetto a quando l’NB-UVB viene utilizzato da solo
Tabella 2: Riepilogo della supplementazione a base di erbe nella vitiligine
Conclusioni
Numerosi trattamenti alternativi, in particolare prodotti a base di erbe e integratori vitaminici, sono stati studiati per supportare gli approcci terapeutici convenzionali per la vitiligine.
Anche se diversi studi hanno dimostrato benefici legati a queste terapie complementari, sono necessari studi più estesi e attentamente monitorati per stabilire con fermezza la loro posizione nella gerarchia degli approcci terapeutici. I trattamenti più efficaci includevano la via orale Polypodium leucotomos con fototerapia, ginkgo orale come monoterapia e fenilalanina orale come terapia adiuvante con terapia UV-A.
Riferimenti
Picardo M, Dell’Anna ML, Ezzedine K, Hamzavi I, Harris JE, Parsad D, Taieb A: Vitiligine . Primer Nat Rev Dis. 2015, 1:15011. 10.1038/nrdp.2015.11
Le Vitamine e Minerali: cosa sono e a cosa servono?
14 Aprile 2024
Non prescrivere mai un farmaco finché è possibile dare consigli alimentari. (Ibn al-Nagis, medico arabo del XIII secolo)
In ogni alimento si distinguono macronutrienti e micronutrienti.
I micronutrienti formano la piccola parte rimanente costituita da vitamine, acidi grassi e amminoacidi essenziali, sali minerali.
Si tratta di sostanze indispensabili alla vita che vanno assunte con gli alimenti, poiché l’organismo non è in grado di produrle.
Storia
eliminazione di scorie e sostanze tossiche, migliorano i meccanismi difensivi del sistema immunitario, partecipano alla trasformazione di zuccheri, grassi e proteine, contribuiscono alla produzione dei neuromediatori.
(minerali, acidi grassi e amminoacidi essenziali). Essi contribuiscono a completare e potenziare l’attività delle vitamine secondo quello che è stato definito ‘principio dell’orchestra’.
enzimi (manganese, rame, zinco), fanno parte di ormoni (iodio tiroideo).
‘oligoelementi’.
L’identificazione
La storia della Medicina della prima metà del Novecento è caratterizzata da una sorta di gara intrapresa dagli scienziati per isolare e sintetizzare la struttura molecolare delle diverse vitamine. Ogni nuova scoperta veniva premiata con il Nobel nella disciplina della Chimica o della Medicina.
Le interazioni
Le vitamine e i minerali subiscono l’influenza favorevole o antagonista da parte di diversi fattori (altri micronutrienti, temperatura, luce, pH).
Il ‘principio dell’orchestra’
Cosa Sono le Vitamine
Le vitamine sono piccole molecole organiche, necessarie in modeste quantità per il normale funzionamento e la sopravvivenza dell’organismo.
Nella maggior parte dei casi, le vitamine devono essere assunte attraverso ladieta , o almeno dovremmo perché non possono essere sintetizzate dall’organismo, ma il cibo è meno nutriente di 50 anni fa.
sono indispensabili per la vita, e “ammina”, poiché in origine si riteneva fossero delle ammine.
ammina della vita“.
Caratteristiche
Le vitamine sono accumunate dalle seguenti caratteristiche:
ma funzionano meglio prese poco e spesso, che in una unica grande megadose.
per molte vitamine anche l’eccesso (ipervitaminosi) è pericoloso per la salute. (ma non quanto i farmaci, e appena si smette l’integrazione torna tutto a posto)
Vitamine Sintetizzabili dall’Organismo
Gli esseri umani sono in grado di sintetizzare in una certa misura solo alcune vitamine.
Ad esempio, la vitamina D viene prodotta nella pelle esposta alla luce solare, mentre la Niacina può essere sintetizzata dall’amminoacido triptofano.
Inoltre, la vitamina K e alcune vitamine del gruppo B vengono sintetizzate dai batteri intestinali. Tuttavia, molte di queste vitamine vengono utilizzate localmente nell’intestino, con uno scarso contributo al soddisfacimento delle richieste dell’organismo.
Vitamina B9 (acido folico, più correttamente folati)
Vitamina B12 (cobalamina)
Vitamina C (acido ascorbico e ascorbati)
Vitamina D (colecalciferolo ed ergocalciferolo)
Vitamina E (tocoferoli e tocotrienoli)
Vitamina K (vitamina K1 e K2)
Le “False” Vitamine
Il lettore più attento avrà notato che nell’elenco mancano alcuni numeri, come la vitamina B4 e la vitamina B8.
Queste lacune si devono al fatto che delle vitamine inizialmente considerate tali sono poi state “revocate”, in quanto prive dei requisiti necessari per essere considerate delle vere vitamine.
Per questo motivo vengono talvolta utilizzati impropriamente i termini:
vitamina B4 in riferimento alla colina;
vitamina B8 in riferimento all’inositolo;
vitamina B10 in riferimento all’acido 4-aminobenzoico (PABA);
vitamina B11 in riferimento all’acido pteril-epta-glutammico;
vitamina B13 in riferimento all’acido orotico;
vitamina F in riferimento agli acidi grassi essenziali acido linoleico e acido alfa-linolenico;
vitamina P in riferimento ai flavonoidi in generale o ad alcuni specifici, come la quercetina o l’esperidina;
vitamina J in riferimento alla colina.
Vitamine Idrosolubili e Liposolubili
Le tredici vitamine attualmente conosciute si possono dividere in due categorie, in base alla relativa solubilità in acqua e oli:
vitamine idrosolubili: sono solubili in acqua ma non nei grassi;
vitamine liposolubili: sono solubili nei grassi (e solventi organici) ma non in acqua.
La seguente immagine riporta l’elenco completo delle vitamine idrosolubili e di quelle liposolubili.
L’utilità della suddetta classificazione riguarda principalmente l’assorbimento e il destino metabolico delle vitamine assunte con la dieta.
La solubilità di una vitamina influenza infatti il modo in cui viene assorbita, trasportata, immagazzinata ed escreta dall’organismo.
La seguente tabella riassume le più importanti differenze tra vitamine liposolubili e vitamine idrosolubili.
Vitamine liposolubili
Le riserve corporee possono sopperire a periodi più o meno lunghi di privazione alimentare. Di conseguenza, non devono essere necessariamente assunte quotidianamente (a condizione che l’assunzione media nel tempo sia adeguata)
Poiché le vitamine liposolubili vengono immagazzinate, possono dare tossicità quando assunte a dosi molto elevate. Ciò è particolarmente preoccupante per le vitamine A e D, che possono essere tossiche se assunte in eccesso.
Le vitamine liposolubili si trovano in associazione con grassi e oli negli alimenti. Vengono anche assorbite meglio quanto assunte insieme a una fonte di grassi, per cui in caso di integrazione se ne consiglia l’assunzione ai pasti.
Resistono meglio al calore, ma anche alla luce e all’ossidazione
Vitamine idrosolubili
A causa della ridotta permanenza nell’organismo, è necessaria un’assunzione regolare di vitamine idrosolubili con la dieta per evitare carenze
Non vengono accumulate nell’organismo in modo apprezzabile (ad eccezione della vitamina B12) e sono facilmente escrete attraverso l’urina
Ad eccezione della vitamina B12, che viene fornita solo da alimenti di origine animale, le vitamine idrosolubili sono sintetizzate dalle piante e si trovano sia negli alimenti vegetali che in quelli animali.
In generale, le vitamine idrosolubili vengono distrutte più facilmente durante la cottura rispetto alle vitamine liposolubili.
Funzioni
A differenza dei macronutrienti (carboidrati, proteine e lipidi), le vitamine non servono come fonte di energia per il corpo e non hanno nemmeno una funzione strutturale (non partecipano direttamente alla costruzione dei tessuti).
Contribuiscono invece alle reazioni deputate alla produzione di energia e facilitano i processi metabolici e fisiologici in tutto il corpo.
Le vitamine sono essenziali per il metabolismo cellulare. In particolare, molte vitamine (soprattutto quelle del gruppo B) regolano centinaia di reazioni metaboliche agendo come coenzimi.
Ogni singola vitamina possiede una moltitudine di funzioni specifiche. Tuttavia, a livello generale possiamo affermare che:
le vitamine liposolubili sono invece necessarie per promuovere la crescita, la riproduzione e la salute.
Vitamina A: Supporta la crescita cellulare, la funzione immunitaria, lo sviluppo fetale e la vista. Più in generale, è coinvolta nella regolazione della crescita e della specializzazione (differenziazione) di quasi tutte le cellule del corpo umano.
Vitamina B2: Costituisce i coenzimi FAD e FMN che svolgono un ruolo importante nella produzione di energia, nel metabolismo di grassi, droghe e tossine, e nella protezione dai radicali liberi.
Vitamina B3 – Niacina: Costituisce il coenzima NAD+ e NADP+, che partecipa al metabolismo energetico, al mantenimento dell’integrità del genoma, al controllo dell’espressione genica e alla comunicazione cellulare. Può essere utilizzata per trattare la dislipidemia.
Vitamina B5: Costituisce il coenzima A, interviene nel metabolismo dei nutrienti per produrre energia e nella sintesi di grassi, colesterolo, ormoni steroidei, vitamine liposolubili, acetilcolina e melatonina.
Vitamina B6: Costituisce il coenzima di numerosi enzimi coinvolti nel metabolismo degli aminoacidi e nella sintesi di niacina, emoglobina e neurotrasmettitori (come serotonina, dopamina e GABA).
Vitamina H o B7: Costituisce il coenzima degli enzimi decarbossilasi e trans carbossilasi.
Vitamina D: Favorisce l’assorbimento intestinale di calcio e fosforo e influenza la mineralizzazione ossea. È molto importante per il normale funzionamento dei sistemi neuromuscolare e immunitario.
Vitamina E: Agisce come antiossidante proteggendo gli acidi grassi polinsaturi delle membrane cellulari dalla distruzione ossidativa.
Vitamina K: Necessaria per la sintesi epatica di diversi fattori di coagulazione del sangue. Svolge un ruolo importante anche nella salute delle ossa e del cuore
Per quanto riguarda Sali Minerali nella Dieta, Funzioni e relative carenze consulta il sito X115
Le mie raccolte sulle interazioni e sinergie fra vitamine e minerali
Terapia Integrata in Oncologia Le vitamine sono fattori di crescita?
14 Aprile 2024
E vedremo anche come risponde il dr Giuseppe Di Bella, ormai conosciuto più a livello internazionale che italiano, ma che noi di Vitamineral riteniamo essere uno dei maggiori esponenti della ricerca che si è invece fermata in altri ambiti più ufficiali.
Tante le testimonianze di malati ed ex-malati che hanno beneficiato delle cure non convenzionali, da sole o in associazione a chemio e radioterapia. Tante di queste persone sono guarite o hanno migliorato la qualità della vita con l’aiuto di rimedi naturali che non possiamo tacere.
FONDAZIONE ARTOI è un’organizzazione multidisciplinare no-profit dedicata allo studio, alla divulgazione e all’applicazione di trattamenti oncologici incentrati sul paziente, attraverso l’uso integrato di più azioni terapeutiche. La Fondazione si propone di affiancare il paziente oncologico nel suo intero percorso di cura, combinando terapie oncologiche convenzionali con metodologie provenienti da diverse tradizioni e culture mediche: pratiche mentali e corporee, somministrazioni di prodotti naturali, indicazioni per il miglioramento dello stile di vita.
LA NOSTRA MISSIONE Proteggere la vita in ogni sua espressione, in salute e malattia, attraverso la prevenzione e la cura
Da molto tempo è nato un enorme interesse sull’uso di estratti naturali per la prevenzione e cura delle malattie incluso il cancro. Molti componenti della dieta, infatti, contengono “farmaci naturali” ossia molecole (principi attivi) che hanno effetti benefici sulla nostra salute.
Per farmaci naturali si intendono una serie di medicamenti provenienti dagli alimenti di originale animale o vegetale (fitoterapici) e che aiutano il corpo a mantenersi in salute o a curare malanni e disturbi.
In ambito medico queste sostanze si sono dimostrate degli ottimi alleati per diversi scopi:
contrastare la stanchezza
rimettersi in sesto dopo una malattia
stimolare il sistema immunitario
far passare nausea, cattiva digestione, mal di stomaco, gastrite
combattere infezioni
riportare negli intervalli di normalità i risultati delle analisi del sangue
trattare tosse, mal di gola, raffreddore e influenza
ridurre arrossamento della pelle, irritazioni cutanee e dermatiti
ritardare i processi di invecchiamento
Oltre che a scopo terapeutico queste sostanze sono di estrema utilità anche a scopo preventivo.
In ambito oncologico si sono dimostrati un ottimo ausilio:
per ridurre gli effetti collaterali delle terapie antiblastiche
per lavorare in sinergia con la chemioterapia e radioterapia contro il tumore
Le sostanze responsabili di tutti questi effetti sulla salute vengono estratte dalla pianta o animale di origine e si trovano in commercio sotto forma di integratori alimentari che a loro volta hanno diverse formulazioni: capsule, compresse, liquidi o polveri.
Molto spesso si ritiene che trattandosi di farmaci naturali essi siano completamente esenti da rischio per la salute. Questo non è vero, infatti sono molte le sostanze che se assunte in dosi sbagliate possono dare degli effetti collaterali o addirittura andare ad interferire con farmaci tradizionali (compresi i chemioterapici), aumentandone o riducendone l’effetto farmacologico.
Nella nostra pratica clinica vengono usati in protocollo i seguenti presidi:
“La Vitamina B12 non promuove affatto lo sviluppo di tumori ma, al contrario, insieme alle altre vitamine del gruppo B, svolge vitali effetti antitumorali”.
Il Dr Di Bella ha parlato anche delle vitamina del Gruppo B molto utili in oncologia e non fattori di crescita come viene diffuso in giro a discredito delle vitamine in generale ma soprattutto delle vitamine del Gruppo B.
L’alimentazione, alla luce delle nuove scoperte scientifiche, gioco un ruolo fondamentale nell’insorgenza del cancro.
GLI ALIMENTI CHE AUMENTANO IL RISCHIO DI AMMALARSI DI TUMORE
Un’alimentazione scorretta, oltre a contribuire ad aumentare i processi infiammatori, può influire anche sulla produzione di alcuni fattori di crescita che stimolano la proliferazione cellulare.
Essendo il cancro una malattia caratterizzata da crescita cellulare incontrollata e da infiammazione cronica, viene da sé che il miglior modo per prevenire e curare tale patologia è tenere bassi i livelli di alcuni fattori di crescita e i livelli di infiammazione.
Secondo l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e il World Cancer Research Foundation ci sono alcuni alimenti che non sono causa di cancro ma, per le ragioni sopra elencate, potrebbero aumentare il rischio di ammalarsi di tumore. È importante tenere sempre presente che il cancro è una malattia multifattoriale quindi il rischio di ammalarsi dipende anche da tanti altri fattori come ad esempio la predisposizione genetica.
Ma quali sono gli alimenti più a rischio?
Alimenti ad alto indice glicemico come zucchero, farine e alimenti preparati con farine raffinate bianche, dolciumi, alcuni tipi di frutta, patate. Questi sono alimenti che fanno aumentare velocemente la glicemia e la produzione di insulina da parte del pancreas. L’insulina ha lo scopo principale di far entrare il glucosio all’interno e delle cellule per essere utilizzato come fonte energetica, ma quando viene rilasciata in quantità elevate stimola la produzione dell’ormone della crescita GH che a sua volta stimola quella del fattore di crescita IGF-1 coinvolto in alcuni meccanismi di proliferazione cellulare. Chi ha valori elevati di IGF-1 ha un maggior rischio di sviluppare una patologia neoplastica. L’insulina, inoltre, è responsabile della produzione di fattori pro-infiammatori.
Carni rosse e conservate. Queste carni sono ricche di ferro eme che in dosi eccessive agisce come agente ossidante facendo aumentare i livelli di radicali liberi. Infine sono carni ricche di acidi grassi saturi e della serie omega-6 ad azione pro-infiammatoria.
Nonostante latte e derivati siano un’ottima fonte di calcio e proteine sono anche alimenti che ostacolano il corretto funzionamento dell’insulina e fanno aumentare i livelli di IGF-1.
Le poliammine: putrescina, spermina, spermidina e agmatina sono molecole che oltre a stimolare la proliferazione cellulare riducono le difese immunitarie, favoriscono la diffusione metastatica e l’angiogenesi. Fonti alimentari con elevato contenuto in poliammine sono le arance, i pomodori, le melanzane, i peperoni, le banane, i kiwi, i frutti tropicali ed i molluschi bivalvi. Vengono anche prodotte dai batteri intestinali in seguito della putrefazione delle proteine della carne.
Soia: contiene fitoestrogeni, ossia sostanze vegetali che a causa della loro struttura chimica mimano l’azione degli ormoni sessuali e stimolando la proliferazione cellulare.
Sale e alcool
Non sono solamente alcuni alimenti ad aumentare il rischio di cancro ma anche gli inquinanti ambientali, i pesticidi utilizzati in agricoltura, gli additivi chimici aggiunti agli alimenti in scatola e gli antibiotici usati negli allevamenti.
I metalli pesanti sono inquinanti ambientali presenti soprattutto nelle acque potabili e in alcuni tipi di pesce: arsenico, mercurio, cadmio, piombo, diossina sono sostanze dotate di potere genotossico ossia sono in grado di indurre modificazioni all’interno del DNA e provocare la trasformazione neoplastica della cellula.
Gli additivi chimici sono sostanze che vengono aggiunte agli alimenti, soprattutto in scatola o in barattolo o in latta, per aumentarne la conservazione, preservarli da contaminazioni microbiche e migliorarne il sapore, l’aspetto e la consistenza. Ad oggi le ricerche scientifiche hanno mostrato che la stragrande maggioranza degli additivi alimentari non sono correlati con lo sviluppo del cancro e non rappresentano un pericolo per la salute umana. Fanno eccezione però i nitriti e i nitrati utilizzati come conservanti soprattutto in carne ed insaccati: di per sé non sono cancerogeni però all’interno del nostro organismo possono andare incontro ad una serie di modificazioni che li convertono in nitrosammine che invece sono sicuramente cancerogene
I pesticidi sono sostanze chimiche utilizzate in agricoltura per far crescere meglio e più velocemente le piante. Quelli ai quali bisogna fare maggiore attenzione sono glifosato, malathion, diazinon, parathion e tetrachlorvinphos in quanto sono stati inseriti dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) nel gruppo delle sostanze probabilmente e possibilmente cancerogene per l’essere umano.
Gli antibiotici sono farmaci in grado di uccidere i microrganismi. Il loro utilizzo negli allevamenti intensivi ha diversi scopi: curare gli animali malati e prevenire che gli animali si ammalino. Questo sistema si traduce in un vero e proprio abuso di antibiotici con la conseguenza che tutti questi farmaci in eccesso raggiungono le nostre tavole. L’ingestione di una quantità eccessiva di antibiotici legata all’eccessivo consumo di carne di allevamento rischia di rendere inefficaci i farmaci che utilizziamo per curarci a causa dell’antibiotico-resistenza (sopravvivenza al trattamento farmacologico) che i batteri hanno sviluppato.
metodo di cottura che usiamo incide sull’insorgenza del cancro. Da evitare sono soprattutto frittura e grigliatura:
Durante la frittura in olio avvengono una serie di complesse reazioni chimiche che portano alla formazione di composti dannosi. Il più importante tra questi è l’acrilamide, sostanza riconosciuta dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) come probabile cancerogeno per l’uomo.
La grigliatura della carne porta alla formazione di idrocarburi policiclici aromatici (benzopirene e antracene) e nitrosammine che sono composti riconosciuti dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) come cancerogeni per l’uomo.
Ad incidere non è solo cosa mangiamo ma anche quanto mangiamo. L’eccessivo introito calorico, infatti, aumenta il rischio di sviluppare diverse patologie tra cui quelle oncologiche. La restrizione calorica permette di vivere più a lungo e con meno danni fisici.
GLI ALIMENTI CHE RIDUCONO IL RISCHIO DI AMMALARSI DI TUMORE
Gli alimenti, proprio come rappresentano una causa della malattia, allo stesso tempo possono essere un forte aiuto nella prevenzione e cura della stessa.
Una corretta alimentazione infatti aiuta a vivere meglio e a ridurre il rischio di ammalarsi di tumore.
Gli alimenti che non dovrebbero mai mancare nelle nostre tavole, in quanto fonte di nutrienti essenziali per la salute, sono:
Cereali e pseudo-cereali integrali ricchi di fibre e a basso indice glicemico (frumento integrale, riso integrale, farro, orzo, segale, grano khorasan, miglio, amaranto, avena, grano saraceno)
Legumi (fagioli, ceci, lenticchie, piselli, fave) ricchi di proteine, vitamine e sali minerali, a basso indice glicemico.
Verdure di stagione ricca di vitamine, sali minerali, fibra, fitochimici e a basso indice glicemico
Spezie (curcuma, zenzero, pepe, cannella, peperoncino, curry…) ricca di fitochimici
Erbe aromatiche (prezzemolo, rosmarino, timo, origano…) ricche di fitochimici
Frutta di stagione ricca di vitamine, sali minerali, fibra e fitochimici
Tè verde ricco di fitochimici
Acqua
Frutta secca ricca di omega-3, vitamine e sali minerali
Olio extravergine di oliva ricco di acido oleico e vitamine che gli conferiscono proprietà antiossidanti e antinfiammatorie
Semi oleosi (chia, sesamo, zucca, lino, canapa…) ricchi di omega-3, sali minerali e vitamine.
Pesce non di allevamento (merluzzo, spigola, sogliola, rombo, palombo, pagello, persico, ombrina, sgombro, orata, scorfano…) ricco di proteine ad alto valore biologico, omega-3, sali minerali e vitamine.
Disegno: sono state effettuate ricerche nei database MEDLINE, Cochrane, CinAhl, AMED, AltHealthWatch ed EMBASE. Nel conteggio finale sono stati inclusi solo studi clinici randomizzati e controllati che hanno riportato sopravvivenza e/o risposta al tumore. Le ricerche bibliografiche sono state eseguite in doppio seguendo un protocollo standardizzato. Non è stata effettuata alcuna meta-analisi a causa dell’eterogeneità dei tipi di tumore e dei protocolli di trattamento utilizzati negli studi che soddisfacevano i criteri di inclusione.
Risultati: degli 845 articoli considerati, 19 studi soddisfacevano i criteri di inclusione. Gli antiossidanti valutati erano: glutatione (7), melatonina (4), vitamina A (2), una miscela antiossidante (2), vitamina C (1), N-acetilcisteina (1), vitamina E (1) e acido ellagico (1 ). I soggetti della maggior parte degli studi presentavano malattia avanzata o recidivante.
Conclusione:
nessuno degli studi ha riportato prove di diminuzioni significative dell’efficacia dell’integrazione antiossidante durante la chemioterapia. Molti studi hanno indicato che l’integrazione di antiossidanti ha comportato un aumento dei tempi di sopravvivenza, un aumento delle risposte tumorali, o entrambi, nonché una minore tossicità rispetto ai controlli; tuttavia, la mancanza di un adeguato potere statistico rappresentava una limitazione costante. Sono necessari studi ampi e ben progettati sulla supplementazione di antiossidanti in concomitanza con la chemioterapia.
Come disintossicarsi dalla proteina Spike (da vax o da malattia)
14 Aprile 2024
Di Paolo Bellavite
Ti penti di aver fatto il vaccino perché stai avendo effetti colaterali che nessun medico riesce a decifrare? Oppure hai avuto una infezione da covid e non guarisci bene?
NAC (N-Acetilcisteina) per un lungo periodo.
esame del sangue.
Medici in italia che distribuiscono consigli su come disintossicarsi dalla Spike e dagli effetti collaterali del vaccino e della malattia da sarsCov2:
Alessio Soldati, che si definisce medico svaccinatore
Sergio Brancatello
con link al post
Sopra referto di un paziente con danni avversi e tre punturine fatte. Ha seguito scrupolosamente il protocollo da letteratura scientifica per l’eliminazione della Spike e sta bene. Adesso è pronto x la seconda fase. Da pubblicazioni scientifiche solide che ho già postato la Glicoproteina Spike sia naturale che artificiale si elimina facilmente e in breve periodo basta assumere regolarmente x almeno 45/50 giorni BROMELINA 600 mg e ACETILCISTEINA 600 mg. Il paziente l’ha fatto e la Spike non c’è più né di naturale né di indotta. Tutto ovviamente documentato, come vedete. Ovviamente poi si passa alla fase di rigenerazione prima mitocondriale poi neurologica sulle piccole e grandi fibre… Brain Fog ed altri danni che la Spike ha fatto. Questo vi fa capire che, da chiunque voi andiate, dovete pretendere della letteratura scientifica indipendente di supporto su ciò che vi viene proposto. Questo è quello che farebbe un medico onesto. Diversamente “mi scusi del disturbo, saluti e baci “ e ve ne andate. Le due P ci sono perché l’unica differenza fra la Spike virale e artificiale sono appunto due Proline. Per il resto i 1248 aminoacidi che la compongono sono i medesimi di entrambe.
Sperando di aver fatto chiarezza e aiuto a chi si vuole disintossicare anche dopo una normale infezione presa casualmente
Ps: per la Spike naturale più “friabile“ e meno “robusta“ servono circa 20/25 giorni.
AGGIORNAMENTO APRILE 2024
Ogni persona colpita da reazioni da Vax deve vedere questo: approfondimenti sul recupero dal Dr. Peter McCullough
Il dottor McCullough raccomanda tre sostanze chiave per coloro che cercano il recupero dopo le iniezioni.
1.) Nattochinasi. Perché? Degrada le proteine del picco, come suggerito da studi preclinici. • Prendi 2000 unità due volte al giorno.
2.) Bromelina. Perché? Simile alla nattochinasi, scompone anche le proteine spike. • Prendi 500 milligrammi una volta al giorno
Questo riassume il protocollo “Base Spike Detoxification” del Dr. McCullough. Unisciti al canale
Che ti sia sottoposto al vaccino COVID o che abbia avuto l’infezione naturale, è probabile che nei tuoi tessuti e organi, incluso il cervello, rimanga una pericolosa proteina spike. La Top 10 delle sostanze essenziali per la disintossicazione dalle proteine spike e la guida completa Qui sotto puoi trovare la guida completa di WCH delle sostanze utili per disintossicarsi dalle proteine spike tossiche, comprese le dosi raccomandate, che puoi verificare con il tuo medico olistico.
Se hai avuto il COVID-19 o ti sei vaccinato contro il COVID-19, potresti avere delle pericolose proteine spike che circolano nel tuo corpo
Il World Council for Health ha pubblicato una guida alla disintossicazione dalle proteine spike, che fornisce semplici passi da seguire per ridurre potenzialmente gli effetti delle proteine spike tossiche nel tuo corpo
Gli inibitori e neutralizzatori della proteina spike includono aghi di pino, ivermectina, neem, N-acetilcisteina (NAC) e glutatione
I 10 principali elementi essenziali per la disintossicazione dalle proteine spike includono vitamina D, vitamina C, semi di nigella, quercetina, zinco, curcumina, estratto di cardo mariano, NAC, ivermectina e magnesio
Del Dott. Mercola
È stato anche rivelato che la proteina spike da sola è sufficiente a causare infiammazione e danni al sistema vascolare, anche indipendentemente da un virus.
Ora, il World Council for Health (WCH), coalizione mondiale di organizzazioni incentrate sulla salute e gruppi della società civile che cercano di ampliare le conoscenze di salute dei cittadini, ha pubblicato una guida alla disintossicazione dalle proteine spike, che fornisce dei passi semplici da seguire per ridurre potenzialmente gli effetti delle proteine spike tossiche. Puoi vedere la loro guida completa di rimedi naturali, inclusi i dosaggi, alla fine di questo articolo.
Perché dovresti considerare una disintossicazione dalle proteine spike?
Inoltre, uno studio di biodistribuzione giapponese per il vaccino della Pfizer ha trovato che le particelle del vaccino si spostano dal sito di iniezione al sangue, dopo di che le proteine spike circolanti sono libere di viaggiare in tutto il corpo, comprese le ovaie, il fegato, i tessuti neurologici e altri organi. Il WCH ha notato che:
Per eliminarle dopo il vaccino o un’infezione, i medici e i professionisti olistici suggeriscono alcune semplici azioni. Si pensa che pulire il corpo dalle proteine spike … il più presto possibile dopo un’infezione o un vaccino possa proteggere dai danni delle proteine spike rimanenti o circolanti”.
Inibitori e neutralizzatori delle proteine spike
I seguenti sono inibitori della proteina spike, il che significa che inibiscono il legame della proteina spike alle cellule umane:
Prunella vulgaris, Aghi di pino, Neem, Ivermectina, Estratto di foglia di dente di leone.
Questi includono:
N-acetilcisteina (NAC), Glutatione, Tisana all’anice stellato, Tisana al finocchio, Tisana agli aghi di pino, Iperico, Foglia di consolida, Vitamina C.
Questi composti vegetali qui sopra contengono acido shikimico, che può contrastare la formazione di coaguli di sangue e ridurre alcuni degli effetti tossici della proteina spike. Anche la nattochinasi, una forma di soia fermentata, può aiutare a ridurre la formazione di coaguli di sangue.
Come proteggere i tuoi recettori ACE2 e disintossicare l’IL-6
La proteina spike si attacca ai recettori ACE2 delle tue cellule, compromettendo il normale funzionamento dei recettori. Questo blocco può alterare il funzionamento dei tessuti e potrebbe essere responsabile dell’innesco di malattie autoimmuni o causare sanguinamenti o coaguli anormali, compresa la trombocitopenia indotta dai vaccini.
Boswellia serrata (franchincenso), Estratto di foglia di ranuncolo, Cumino nero (Nigella sativa), Curcumina, Olio di krill o altri acidi grassi, Cannella, Fisetina, Apigenina, Quercetina, Resveratrolo, Luteolina, Vitamina D3 (inclusa vitamina K), Zinco, Magnesio, Tè al gelsomino, Spezie, Foglie di alloro, Pepe nero, Noce moscata, Salvia.
Come disintossicarsi dalla furina e serina proteasi
Per entrare nelle cellule, la SARS-CoV-2 deve prima legarsi a un recettore ACE2 o CD147 sulla cellula. Poi la sottounità S2 deve essere scissa proteoliticamente (tagliata). Senza questa scissione proteica, il virus semplicemente si attaccherebbe al recettore e non andrebbe oltre.
“Il sito furin è il motivo per cui il virus è così trasmissibile e perché invade il cuore, il cervello e i vasi sanguigni”, ha spiegato il dottor Steven Quay, medico e scienziato, in un’udienza del GOP House Oversight and Reform Subcommittee on Select Coronavirus Crisis.
L’esistenza di un nuovo sito di scissione della furina sulla SARS-CoV-2, mentre altri coronavirus non contengono un solo esempio di sito di scissione della furina, è una ragione significativa per cui molti credono che la SARS-CoV-2 sia stata creata attraverso una ricerca GOF (gain-of-function) in laboratorio. Gli inibitori naturali della furina, che impediscono la scissione della proteina spike, possono aiutarti a disintossicarti dalla furina e includono:
Rutina, Limonene, Baicaleina, Esperidina
Tè verde, Patate, Cianoficee, Fagioli di soia, N-Acetilcisteina (NAC), Boswellia.
Alimentazione limitata nel tempo e dieta sana per tutti
Oltre alle sostanze mirate menzionate sopra, il WCH ha fatto bene a notare che una dieta sana è il primo passo per un sistema immunitario sano. Ridurre il consumo di cibi lavorati e altri alimenti proinfiammatori, compresi gli oli vegetali (di semi), è essenziale per una risposta immunitaria ottimale.
“Questo metodo … è usato per indurre l’autofagia, che è essenzialmente un processo di riciclaggio che avviene nelle cellule umane, dove le cellule degradano e riciclano i componenti. L’autofagia è usata dal corpo per eliminare le proteine cellulari danneggiate e può distruggere virus e batteri dannosi dopo l’infezione”.
uso regolare della sauna. Quando il corpo è soggetto a una quantità ragionevole di stress da calore, si abitua gradualmente al caldo, stimolando una serie di cambiamenti e adattamenti benefici.
La Top 10 delle sostanze essenziali per la disintossicazione dalle proteine spike e la guida completa
Vitamina D, Vitamina C, NAC, Ivermectina, Semi di nigella, Quercetina, Zinco, Magnesio, Curcumina, Estratto di cardo mariano.
IvermectinaBatteri del suolo (avermectina) Su prescrizione 0,4 mg/kg a settimana, per 4 settimane, poi mensilmente *Leggere bene le istruzioni sulla scatola per capire le controindicazioni prima dell’uso
IdrossiclorochinaSu prescrizione 200 mg a settimana, per 4 settimane *Leggere bene le istruzioni sulla scatola per capire le controindicazioni prima dell’uso
Vitamina C Agrumi(ad es. arance) e vegetali (broccoli, cavolfiori, cavoletti di bruxelles) Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 6-12 g al giorno (divisi equamente tra ascorbato di sodio (diversi grammi), vitamina C liposomiale (3-6 g) e ascorbil palmitato (1-3 g)
Prunella Vulgaris(comunemente conosciuta come self-heal) Pianta self-heal Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online, 200 ml al giorno
NeemAlbero di neem Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Come da istruzioni del medico o della preparazione
Estratto di foglia di ranuncolo Pianta del dente di leoneIntegratore (tè al dente di leone, caffè al dente di leone, tintura di foglie): negozi di alimenti naturali, farmacie, negozi di integratori alimentari, online Tintura, come da istruzioni del tuo medico o della preprazione
N-Acetilcisteina (NAC) Alimenti con molte proteine (fagioli, lenticchie, spinaci, banane, salmone, tonno) Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 1200 mg al giorno (in dosi separate)
Tisana al finocchioPianta di finocchio Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Nessun limite in accesso. Iniziare con 1 tazza e monitorare la reazione del corpo
Albero sempreverde cinese (Illicium verum) Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online, Nessun limite. Iniziare con 1 tazza e monitorare la reazione del corpo
Cumino nero (Nigella sativa)Famiglia delle piante di ranuncolo Supermercati, negozi di alimenti salutari
Curcumina CurcumaSupermercati, negozi di alimenti salutari
Olio di pesce Pesce grasso o oleoso Supermercati, negozi di alimenti salutari Fino a 2000 mg al giorno
Cannella,Albero di cinnamomo nei negozi e Supermercati
Fisetina,(flavonoide)Frutta: fragole, mele, mango Verdure: cipolle, noci, vino Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 100 mg al giorno Consumato con grassi
Apigenina, Frutta, verdura ed erbe aromatiche prezzemolo, camomilla, spinaci, sedano, carciofi, origano Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 50 mg al giorno
Quercetina, (Flavonoide) la trovi negli Agrumi, cipolle, prezzemolo, vino rosso Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 500 mg al giorno, Consumato con zinco
Resveratrolo,la trovi in Noccioline, uva, vino, mirtilli, cacao Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 1500 mg al giorno per massimo 3 mesi
Luteolina,la trovi in Verdure: sedano, prezzemolo, foglie di cipolla
Frutta:buccia di mela, fiori di crisantemo Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 100-300 mg al giorno (raccomandazioni del produttore)
Vitamina KVerdure a foglia verde Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori di vit K2, online, 90-120 mcg al giorno (90 per le donne, 120 per gli uomini)
Zinconella Carne rossa, pollame, ostriche, grani integrali, prodotti lattierocaseari o negli Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 11-40 mg al giorno
MagnesioVerdure, grani integrali, frutta secca Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 350 mg al giorno
Tè al gelsominoFoglie di gelsomino comune o piante di Sampaguita Supermercati, negozi di alimenti salutari Fino a 8 tazze al giorno
Foglie di alloroPiante di foglie di alloro, Supermercati
Pepe neroPianta di piper nigrum, Supermercati
Noce moscataSeme di Myristica fragrans, Supermercati
SalviaPianta di salvia Supermercati
RutinaGrano saraceno, asparagi, albicocche, ciliegie, tè nero, tè verde, tè ai fiori di sambuco Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 500-4000 mg al giorno (consultare il proprio medico prima di prendere dosi maggiori)
Limonene Scorza di agrumi come limoni, arance e limeIntegratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 2000 mg al giorno
BaicaleinaFamiglia delle scutellarie Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online 100-2800 mg
EsperidinaAgrumi Integratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online Fino a 150 mg due volte al giorno
Tè verdeFoglie di pianta di camellia sinensis Supermercati Fino a 8 tazze di tè al giorno o come indicato negli integratori
PatatePatate Supermercati
Cianoficee CianobatteriIntegratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online, 1-10 grammi al giorno
*Leggere le controindicazioni
Estratto di cardo mariano SilimarinaIntegratori: negozi di alimenti salutari, farmacie, integratori alimentari, online, 200 mg x 3 volte al giorno
Fagioli di soia(biologici) Fagioli di soia Supermercati, negozi di alimenti salutari
Il bioimmunologo Mauro Mantovani svela alla Bussola la sua scoperta che sarà pubblicata in ottobre:
«Secondo i produttori doveva rimanere in corpo massimo 9 giorni, ora la scienza deve spiegare perché la spike da vaccino resta così tanto tempo».
La spike del covid è diversa da quella del vaccino?
«Sì. Questa diversità è determinata fondamentalmente dalla presenza di un aminoacido ripetuto due volte in successione (doppia Prolina o P-P) e che determina quella che in gergo si chiama una Sequenza cerniera, rappresentata da un dodecapeptide (12 aminoacidi, tra cui la doppia Prolina).»
Vit K2 da 200 mcg in capsule (Menachinone o K2MK7 Da natto) capsule vegan in tapioca. 1 cp al giorno o a giorni alterni con una pasto grasso lontano dalla D3.
Zenzero – Aiuta ad alleviare l’infiammazione articolare da Artrite Reumatoide
14 Aprile 2024
ZENZERO COME ASSORBIRE I BENEFICI EFFETTI ANTIDOLORIFICI DELLO ZENZERO
Aggiungere lo zenzero fresco tritato o lo zenzero in polvere nelle zuppe, stufati, fritti (al posto dell’aglio) e altre ricette. Lo zenzero è delizioso in molti piatti sia salati che dolci.
Se hai una centrifuga o un estrattore puoi fare dei succhi di zenzero fresco, un concentrato di benessere che si abbina bene con altre verdure e frutta, come carote o mele.
Capsule di Zenzero sono un modo semplice di assimilazione per chi è spesso fuori casa. Segui le indicazioni sulla confezione.
La Tisana di Zenzero fresco è un altro ottimo modo per assorbire tutte le proprietà dello zenzero. Tuttavia bisogna far bollire a lungo lo zenzero per far uscire tutti i principi attivi. Infatti è consigliato: prendi una radice di 5-6 centimetri ben lavata e tagliata a pezzettini, aggiungila ad un litro di acqua e fai bollire a fuoco bassa per 45 minuti o un’ora.
La Tintura di Zenzero permette di assorbire facilmente i principi attivi resi disponibili dalla macerazione idroalcolica. Una dose tipica è di 30 gocce tre volte al giorno.
Lo zenzero, come molti altri composti della natura, ha curato l’uomo per migliaia di anni ed è per questo che ha fatto parte dell’alimentazione.
Lo zenzero è una radice di una specie di pianta originaria dell’Asia, un rizoma che viene utilizzato in medicina e cucina tradizionale. Si tratta di una spezia ampiamente utilizzato in molte cucine asiatiche, soprattutto nella cucina indiana.
In tutti i tempi e in tutte le culture, lo zenzero viene considerato afrodisiaco. In effetti è un ottimo tonico generale, ma oltre a ciò è particolarmente utile in caso di disturbi digestivi.
Lo zenzero risulta essere un eccezionale antiossidante, addirittura resistente al calore tanto che in cottura aumenta la sua attività regolatoria dell’apparato intestinale. Il consumo di zenzero in associazione con aglio o cipolla creerebbe una sinergia tra i vari composti antiossidanti, con un conseguente potenziamento dei loro effetti antiossidanti.
Particolarmente indicato per alleviare il mal di mare, le nausee nelle donne in gravidanza e disturbi digestivi minori. Diversi studi hanno valutato l’effetto antiemetico (la capacità di prevenire o arrestare la nausea e il vomito) attribuito al zenzero. Tutti gli studi dimostrano che il consumo di polvere di zenzero può essere efficace nel trattamento di nausea e vomito.
Ulteriori studi dimostrano come lo zenzero potrebbe stimolare la secrezione biliare e l’attività degli enzimi digestivi, producendo una digestione più veloce degli alimenti.
Le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti potenziano la sua capacità antitumorale. Negli esseri umani, il consumo di zenzero mostra risultati promettenti per quanto riguarda la riduzione del dolore associato all’artrite e buoni effetti per ciò che riguarda l’Alzheimer.
Lo zenzero è una fonte eccellente di manganese: questo agisce come cofattore di numerosi enzimi che facilitano un buon numero di processi metabolici. Esso contribuisce anche alla prevenzione dei danni provocati dai radicali liberi.
Oltre a ciò, a crudo è una fonte di rame, come componente di numerosi enzimi, il rame è necessario per la formazione di emoglobina e collagene(proteina per la struttura e la riparazione dei tessuti) nel corpo.
Zenzero, più efficace di alcuni farmaci nel trattamento dell’artrite
Abbiamo più volte parlato dello zenzero e in particolare delle proprietà possedute dal rizoma di questa pianta. Abbiamo visto come coltivarlo in casa e come possa essere un eccezionale antiossidante,le cui proprietà resistono anche alla cottura. Ottimo rimedio naturale, anche contro le nausee mattutine, risulta essere un antivirale, digestivo e antinfiammatorio.
Qualche anno fa, alcuni ricercatori dell’Università della Georgia hanno svolto uno studio sul potere antidolorifico dello zenzero, evidenziando la sua capacità di bloccare lo stesso enzima che aspirina, ibuprofene e naprossene bloccano, ma senza i dannosi effetti collaterali che potrebbero avere i farmaci allopatici. Ma non è tutto. Lo zenzero è stato protagonista anche di un altro studio, riguardante i possibili benefici sull’artrite e i sintomi a essa collegati. Secondo questo studio, condotto qualche anno fa dall’Università di Copenaghen, questa magnifica spezia sarebbe anche più efficace dei farmaci cortisonici e dell’ibuprofene.
Gli studiosi hanno esaminato in vitro la risposta delle cellule affette da artrite ad alcuni medicinali, come appunto ibuprofene e cortisone. In più, è stata esaminata la risposta data anche all’estratto di zenzero. I risultati hanno suscitato qualche sorpresa: sebbene infatti l’ibuprofene sia in genere utilizzato contro il dolore, lo studio avrebbe dimostrato che non ha effetto sulla produzione di citochine, molecole che possono scatenare effetti infiammatori e quindi dolore. Zenzero e cortisone si sono rivelati invece efficaci al pari merito nella loro funzione di antinfiammatori.
Considerati i vari effetti collaterali che il cortisone può avere sull’organismo, potremmo dire che, in questo caso, lo zenzero si è dimostrato un rimedio più efficace dei farmaci tradizionali per ridurre le infiammazioni e alleviare il dolore. Ma non solo ricerche in vitro. Krishna C. Srivastava, tra i ricercatori della Odense University, ha evidenziato poi come la somministrazione di zenzero a pazienti affetti da artrite possa alleviare in maniera significativa il dolore.
Hanno concluso: “Nell’AR come malattia autoimmune, il sistema immunitario è compromesso e sembra che lo zenzero possa migliorare la funzione immunitaria nei pazienti con questa malattia e altre malattie autoimmuni. I risultati hanno mostrato che lo zenzero ha ridotto significativamente l’espressione del gene T-bet”.
Lo Zenzero (Ginger) si acquista come tubero fresco in tutti i negozi e supermercati. Oppure in forma di infuso o in polvere, o aggiunto ad altri alimenti ed altre spezie specialmente la Curcuma altra tubero molto utile nelle infiammazioni.
La N-acetilcisteina (NAC) è un potente antiossidante, che svolge diversi ruoli importanti nella salute umana.
Contenuta in piccole quantità nella cipolla, la N-acetilcisteina è un precursore del glutatione e viene usata come integratore, farmaco e ingrediente cosmetico.
In campo medico, la NAC si usa come antidoto contro gli avvelenamenti (come quello da paracetamolo, principio attivo della Tachipirina ®).
Inoltre, rappresenta un efficace mucolitico, aiutando a “sciogliere il catarro” in caso di tosse grassa e bronchiti.
Come integratore, la N-acetilcisteina viene usata per aumentare i livelli del glutatione, che è considerato il più potente antiossidante del corpo umano 1.
Il glutatione è essenziale per la salute del sistema immunitario e per combattere i danni cellulari. Alcuni ricercatori ritengono che possa persino contribuire alla longevità 2.
Oltre a potenziare il glutatione, la NAC può combattere direttamente lo stress ossidativo, agendo come spazzino dei radicali liberi (in particolare dell’ossigeno) 1, 3.
A Cosa Serve
La N-acetilcisteina (nota anche come N-acetil-cisteina o semplicemente NAC) è un precursore dell’aminoacido solforato non essenziale L-cisteina 4.
La cisteina è importante per:
la sintesi proteica;
il metabolismo dell’omocisteina;
la sintesi della cheratina, proteina che dona struttura a peli e capelli;
la sintesi di glutatione.
Considerata la sua scarsa biodisponibilità, il glutatione non viene normalmente assunto per via orale ma somministrato come farmaco per via endovenosa. Di conseguenza, per aumentare i livelli di glutatione senza ricorrere alla via endovenosa si preferisce integrare con N-acetilcisteina.
NAC o Cisteina?
Grazie alla presenza del gruppo acetile, la NAC presenta alcuni vantaggi rispetto alla cisteina, come:
la minore suscettibilità al metabolismo epatico di primo passaggio.
Uso Come Integratore
Grazie alle proprietà antiossidanti, la N-acetilcisteina aiuta a proteggere il DNA, le cellule, i tessuti e gli organi da danni, infiammazioni e sostanze nocive.
Di conseguenza, viene promossa per la capacità di proteggere dalle tossine e dagli inquinanti ambientali, trattare diverse condizioni, prolungare la durata della vita e persino aumentare i livelli di testosterone negli uomini.
Sotto consiglio medico, la NAC può risultare utile come supporto alla terapia standard per combattere vari disturbi causati dallo stress ossidativo, come malattie cardiache, diabete, infertilità e persino alcune condizioni psichiatriche5.
Come Farmaco
La NAC è un farmaco presente nella lista dei 40 medicinali essenziali secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità 6.
Viene classicamente usata come antidoto in caso di sovradosaggio di paracetamolo e come mucolitico 7, 8.
La N-acetilcisteina è utile anche per combattere la tossicità di varie sostanze che possono causare la generazione di radicali liberi, come il monossido di carbonio e i mezzi di contrasto per i raggi X 9.
Come Cosmetico
Creme o gel contenenti N-acetilcisteina possono migliorare la salute della pelle, proteggendola dai danni ossidativi.
La sua applicazione topica può essere utile in caso di dermatiti, irritazione della pelle, danni cutanei indotti dalle radiazioni e acne 12, 13.
Il corpo umano non è in grado di sintetizzare l’N-acetilcisteina.
Piccole quantità di N-acetilcisteina si trovano nelle piante del genere Allium, specialmente nella cipolla (Allium cepa, che la contiene a dosaggi di 45 mg per kg) 14, 15.
Si consideri tuttavia, che la NAC viene normalmente integrata a dosi di600-1.800 mg al giorno, per cui il contributo della dieta è irrisorio16, 17.
Infatti, aldilà di aglio, cipolle e porri, non troviamo quote significative di NAC preformata all’interno degli alimenti.
L’amminoacido cisteina è invece presente in numerosi cibi proteici, come carne, pesce, uova, latticini e soia. Inoltre, l’organismo può produrre cisteina da alcuni composti contenenti zolfo presenti in alimenti come aglio, cipolle, broccoli e altre verdure crocifere 18.
Alcuni alimenti sono ache una fonte di glutatione, come asparagi, avocado, cavoli, cavoletti di Bruxelles, spinaci, broccoli, aglio, erba cipollina, gombo, pomodori, cetrioli, mandorle, avocado e noci 6.
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Proprietà e Benefici di N-Acetilcisteina
Disintossicazione
La NAC svolge un ruolo importante nel processo di disintossicazione dell’organismo, combattendo lo stress ossidativo. Può quindi aiutare a prevenire gli effetti collaterali dei farmaci e delle tossine ambientali20, 21.
Da oltre 50 anni, la N-acetilcisteina viene somministrata per via endovenosa come antidoto all’avvelenamento da paracetamolo, in modo da prevenire o ridurre i danni ai reni e al fegato 1. In tal senso, risulta efficace quasi al 100%, purché venga somministrata entro le prime 8 ore dal sovradosaggio 19.
La NAC può essere benefica anche nelle intossicazioni da:
BPCO (Broncopneumopatia cronica ostruttiva) e Bronchite cronica
Numerosi studi hanno esaminato i benefici dei Nutraceutici di N-acetilcisteina nelle persone con bronchite cronica e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
L’azione antiossidante della NAC contribuisce a ridurre l’infiammazione nei bronchi e nel tessuto polmonare. Inoltre, la sua attività mucolitica scioglie il catarro nelle vie aeree, favorendone l’espulsione.
Di conseguenza, la NAC viene usata per ridurre l’infiammazione e il catarro nelle persone con malattie polmonari, come la bronchite cronica e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)36.
In queste circostanze, la NAC può ridurre i danni alle vie aeree e le difficoltà respiratorie, migliorando i sintomi e prevenendo le riacutizzazioni e il declino polmonare 37, 38, 39.
Una meta-analisi del 2015, pubblicata nella European Respiratory Review, valutando 13 studi su un totale di 4.155 persone con BPCO, ha concluso che 1.200 mg di N-acetilcisteina al giornosono utili per ridurre l’incidenza e la gravità delle riacutizzazioni rispetto ad un placebo 40.
Dissolvendo il muco nei bronchi e aumentando i livelli di glutatione, la NAC può aiutare a ridurre la gravità e la frequenza dei sintomi della bronchite cronica senza effetti collaterali 36.
Altrte condizioni
Oltre ad alleviare la BPCO e la bronchite, la NAC può migliorare altre condizioni polmonari come la fibrosi cistica, l’asma e la fibrosi polmonare42.
La N-acetilcisteina può anche alleviare i sintomi di congestione nasale e sinusale dovuti ad allergie o infezioni. Ad esempio, in uno studio su 100 bambini piccoli la NAC somministrata per via inalatoria ha migliorato i sintomi della bronchiolite acuta 43.
Diabete e Glicemia
La N-acetilcisteina può favorire il controllo della glicemia riducendo l’infiammazione nelle cellule adipose e aumentando la sensibilità all’insulina45, 46.
Inoltre, con la sua azione antiossidante può aiutare a prevenire le complicanze del diabete, sostenendo i livelli di glutatione 44.
In uno studio su 14 pazienti diabetici, la NAC (1.200 mg al giorno per una settimana) ha aumentato i livelli di glutatione nelle piastrine e ne ha normalizzato l’attività. Tale effetto può rivelarsi utile nella prevenzione delle complicanze cardiache del diabete 47.
In uno studio su 128 persone (inclusi 46 pazienti diabetici di tipo 2), la somministrazione di NAC, vitamina C ed E per 15 giorniha contribuito a migliorare la funzione antiossidante e la salute dei vasi sanguigni dopo un pasto 48.
Ipertensione e Salute del Cuore
La N-Acetil-cisteina può ridurre il rischio di malattie cardiache proteggendo il cuore dal danno ossidativo e favorendo il controllo della pressione arteriosa 49.
È stato anche dimostrato che la NAC aumenta la produzione di ossido nitrico, che induce vasodilatazione e migliora il flusso sanguigno50.
La N-acetilcisteina orale sembra anche ridurre l’omocisteina, che quando presente ad alti livelli rappresenta un fattore di rischio indipendente per le patologie cardiovascolari 51.
In uno studio su 60 persone con malattie cardiache, l’integrazione di NAC (600mg/die) e acido folico (5mg/die) per 8 settimane ha abbassato i livelli di omocisteina e migliorato la salute dei vasi sanguigni 52.
In un altro studio su quasi 100 pazienti che avevano avuto un infarto, la NAC ha accelerato il recupero, riducendo la durata delle degenze e quasi dimezzando il rischio di un nuovo infarto 53.
Salute Immunitaria
La N-acetilcisteina e il glutatione sono importanti per la normale salute immunitaria54.
In alcuni studi su pazienti con AIDS, l’integrazione con NAC ha portato a un aumento significativo della funzione immunitaria, con un ripristino quasi completo delle cellule natural killer 54, 55, 56.
Livelli elevati di NAC nel corpo possono anche sopprimere la riproduzione virale, come osservato per i virus dell’influenza e dell’HIV 57, 58.
Poiché la NAC riduce la risposta infiammatoria del corpo, alcuni ricercatori ritengono che possa aiutare a prevenire l’influenzao a ridurre i sintomi di un comune raffreddore.
In uno studio su 262 anziani, solo il 25% dei soggetti integrati con NAC (600 mg due volte al giorno per 8 settimane) ha sviluppato sintomi influenzali, contro il 79% dei soggetti del gruppo di controllo 59.
Uno studio ha dimostrato che i pazienti ventilati meccanicamente trattati con NAC (600 mg due volte al giorno) hanno sviluppato una polmonite nel 26,6% dei casi contro il 46,6% dei non trattati 60.
NAC e COVID-19
Sulla base di queste premesse, è stato suggerito che la NAC potrebbe potenzialmente migliorare le strategie terapeutiche per la COVID-19.
Gli Autori segnalano che la NAC somministrata per via endovenosa, orale o inalatoria può sopprimere la replicazione del SARS-CoV-2 e migliorarne la prognosi se usata tempestivamente 61.
Inoltre, la NAC per via endovenosa ad alte dosi esercita effetti protettivi nell’ARDS 69, 70 che è la principale causa di morte nei pazienti COVID-19.
Tuttavia, uno studio pilota ha osservato solo piccoli benefici, non statisticamente significativi, usando NAC per via endovenosa nel trattamento di pazienti con ARDS associata a COVID-19 71.
In uno studio preliminare retrospettivo su 82 pazienti, la somministrazione orale di NAC (1.200 mg/die) in aggiunta alle cure standard a pazienti con polmonite COVID-19 ha ridotto il rischio di ventilazione meccanica e mortalità (rispetto al gruppo trattato con le sole terapie standard) 71.
Quando aggiunta al trattamento standard, la NAC può essere molto utile per le donne con sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), migliorando la fertilità e contribuendo a ridurre 62:
insulina.
In uno studio su 150 donne con PCOS, la NAC in aggiunta alla terapia standard (clomifene citrato) ha migliorato i tassi di ovulazione e gravidanza dopo soli 5 giorni. Un altro studio su oltre 100 donne ha confermato questi risultati 63, 64.
In altri studi, la NAC ha migliorato i sintomi metabolici come l’iperglicemia al pari o addirittura meglio della metformina (un farmaco antidiabetico) 62, 65.
Una revisione sistematica del 2015 ha valutato 8 studi su un totale di 910 donne con PCOS, concludendo che l’N-acetilcisteina aiuta a migliorare i tassi di ovulazione e gravidanza 66.
Fertilità maschile
In assenza di cause organiche, molti problemi di infertilità maschile possono essere legati a un elevato stress ossidativo, che può danneggiare il DNA degli spermatozoi 67, 68.
In un ampio studio su quasi 500 uomini infertili, l’integrazione con 600 mg di NAC e 200 mcg di selenio per 26 settimaneha migliorato la qualità dello sperma69.
Un altro studio su 120 uomini infertili ha dimostrato che la NAC migliora la qualità dello sperma e lo stato antiossidante dopo 3 mesi di integrazione70.
L’N-acetilcisteina potrebbe essere utile anche negli uomini con infertilità dovuta a varicoceli(vene ingrossate nello scroto).
Durante uno studio, a 35 uomini sono stati somministrati 600 mg di NAC al giorno per 3 mesi dopo l’intervento chirurgico di rimozione del varicocele. La combinazione di chirurgia e NAC ha migliorato la qualità dello sperma, sia a livello fisico che genetico. Tale beneficio si è tradotto in un aumento del tasso di fecondazione della partner del 22% rispetto al gruppo di controllo 71.
aumentato il numero di spermatozoi e la capacità fecondante72, 67.
Depressione e Disturbo bipolare
La N-acetilcisteina può contribuire ad equilibrare i livelli di glutammato, che rappresenta uno dei più importanti neurotrasmettitori 68. Potrebbe inoltre ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo, e promuovere la crescita di nuove cellule cerebrali 69, 70.
Grazie a questi effetti, è stato segnalato che la NAC migliora l’umore nei pazienti depressi dopo 3-4 mesi di integrazione 70, 71.
Secondo una revisione dei dati di più studi (su un totale di 574 pazienti con e senza depressione), la NAC può migliorare i sintomi depressivi e la funzionalità globale entro 3-6 mesi dall’uso 69.
Uno studio di 24 settimane ha riportato che 3.000 mg di N-acetilcisteina al giorno hanno migliorato significativamente i punteggi di depressione nelle persone che assumevano farmaci per il disturbo bipolare72.
In un altro studio su 17 pazienti bipolari, è stato riportato che la NAC migliora l’umore basso e i sintomi generali dopo 6 mesi di integrazione 73.
La ricerca suggerisce che l’N-Acetilcisteina potrebbe svolgere un ruolo nel trattamento del disturbo ossessivo compulsivo da moderato a grave 69, 74.
Una revisione su scala relativamente ampia ha concluso che la NAC potrebbe avere un potenziale ruolo importante nel trattamento dei disturbi ossessivo-compulsivi, con pochi effetti collaterali 75.
La NAC potrebbe anche ridurre i sintomi di astinenza e dipendenza nei confronti della nicotina, del gioco d’azzardo patologico e di stupefacenti come marijuana, metanfetamine e cocaina 76, 77, 78, 79, 80, 81.
Salute del cervello
La NAC ha il potenziale per migliorare la cognizione e trattare malattie come l’Alzheimer e il Parkinson.
Ad esempio, è stato riportato che il trattamento combinato con NAC e altri antiossidanti migliora la cognizione in persone anziane sane con decadimento cognitivo lieve 82, 83.
La NAC potrebbe anche rallentare la perdita di capacità cognitive nelle persone con Alzheimer1, 84.
Nei pazienti con morbo di Parkinson, gli integratori di NAC sembrano migliorare sia la funzione della dopamina che i sintomi della malattia come i tremori 1.
In uno studio clinico, la N-acetilcisteina ha migliorato l’attività dei neuroni della dopamina, che sono incredibilmente importanti in questa malattia 85. La NAC ha anche aumentato i livelli di glutatione nel cervello di 3 persone con malattia di Parkinson 86.
Prestazione Atletica
L’acetilcisteina può migliorare la performance sportiva e favorire il recupero, soprattutto negli sport che richiedono un’elevata capacità di sprint ripetuti, cambi di ritmo frequenti e potenza anaerobica lattacida 87, 88, 89.
Il potenziale effetto stimolatorio sulla sintesi di globuli rossi, unitamente all’azione antiossidante (preziosa nelle fasi di recupero), potrebbe tradursi in benefici concreti anche per gli sportivi impegnati in sforzi aerobici prolungati.
In uno studio, l’integrazione di NAC (1.200 mg/die per 9 giorni) hamigliorato le prestazioni ciclistiche in 10 atleti. Ha aumentato la loro capacità antiossidante, le prestazioni fisiche e il recupero muscolare 90.
In uno studio su 12 uomini, la NAC ha migliorato le prestazioni fisiche in sprint lattacidi ripetuti e incrementali (yo-yo intermittent recovery test) dopo 6 giorni di integrazione 91.
In due piccoli studi su un totale di 16 persone, le infusioni di NAC somministrate prima di un esercizio intenso hanno ridotto l’affaticamento muscolare post-esercizio 92, 93.
Quando somministrata a 10 uomini dopo un intenso esercizio fisico, la N-acetilcisteina ha abbassato l’infiammazione nei muscoli ma allo stesso tempo ha rallentato il recupero muscolare dopo 8 giorni 94.
Anche in un altro studio, la NAC ha portato ad adattamenti metabolici favorevoli ma ha peggiorato la potenza erogata durante un test atletico particolarmente impegnativo (10 minuti di cronometro dopo una serie di ripetute intervallate ad alta intensità) in 9 ciclisti maschi ben allenati 95.
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Video del dr. Ivo Bianchi su NAC
Dosi e Modo d’Uso
Le dosi di NAC utilizzate negli studi variano indicativamente da 400 a 1.800 mg al giorno16, 17.
Dosi di 400-600mg/die di N-Acetil-Cisteina, eventualmente suddivise in 2-3 assunzioni, sono utilizzate come mucolitico.
Dosi analoghe possono essere impiegate come integratore antiossidante, mentre per migliorare le performance atletiche sono stati usati dosaggi nell’ordine di 600-1.200 mg al giorno.
La NAC ha una bassa biodisponibilità come integratore orale, il che significa che non è ben assorbita dall’intestino. Tuttavia, il glutatione orale ha una biodisponibilità ancora inferiore.
In effetti, la NAC ha aumentato i livelli di glutatione e altri antiossidanti meglio degli integratori di glutatione quando assunta per via orale in uno studio su 20 persone. Tuttavia, il glutatione sublinguale ha avuto effetti più forti della NAC dopo 3 settimane 96.
N-Acetilcisteina: quali sono i possibili effetti collaterali?
La N-acetilcisteina è considerata sicura e ben tollerata se usata in modo appropriato. Detto questo, potrebbe causare effetti collaterali in alcune persone. Gli effetti collaterali comuni sono generalmente lievi e si risolvono da soli una volta interrotto il trattamento. Questi possono includere nausea, mal di stomaco e diarrea.Meno comunemente, le persone possono avvertire naso che cola.
Le allergie alla N-acetilcisteina sono rare ma possono verificarsi. Il rischio è più alto durante le infusioni di N-acetilcisteina. In rari casi, un’infusione può causare anafilassi, un’allergia potenzialmente pericolosa per la vita caratterizzata da eruzione cutanea grave, orticaria, viscosità, respiro corto, battito cardiaco accelerato e gonfiore di viso, gola e lingua.
Le allergie alla N-acetilcisteina prese per via orale tendono ad essere lievi e possono causare naso che cola, starnuti e congestione nasale.
La N-acetilcisteina è generalmente considerata sicura da usare durante la gravidanza e l’allattamento. Tuttavia, parla con il tuo medico per comprendere appieno i rischi e i benefici della N-acetilcisteina e se hai effettivamente bisogno del supplemento o meno.
Se presa a dosaggi giusti non ci sono effetti collaterali:
Adulti: N-Acetilcisteina si assume da 600 mg al giorno anche per lunghi periodi (settimane,mesi)
oppure per brevi periodi a dosaggi pieni che sono 600mg X2 o 600mg X3
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N-Acetilcisteina: Interazioni Farmacologiche
La n-acetilcisteina ha poche interazioni farmacologiche note.
Può intensificare gli effetti della nitroglicerina e dell’isosorbide dinitrato usati per trattare l’angina, causando mal di testa, vertigini, vertigini e svenimenti.
Esiste anche un rischio teorico di ipoglicemia (basso livello di zucchero nel sangue) se la N-acetilcisteina viene assunta con farmaci per il diabete.Il monitoraggio di routine della glicemia può aiutare a identificare eventuali anomalie.
N-Acetilcisteina: Avvertenze e Controindicazioni
La n-acetilcisteina può rallentare la coagulazione del sangue e deve essere evitata nelle persone con disturbi emorragici, come l’emofilia o la malattia di Von Willebrand.
Si deve usare cautela anche nelle persone con malattie renali.
N-Acetilcisteina: Dosaggio e preparazione
Integratori orali di N-acetilcisteina sono disponibili al banco in compresse, capsule, gel morbidi, effervescenti e polvere. La maggior parte viene venduta in formulazioni da 600 milligrammi (mg), sebbene alcune siano alte fino a 1.000 mg.
Non esistono linee guida universali sull’uso appropriato della N-acetilcisteina.
Dosi fino a 1.200 mg al giorno (generalmente assunte in dosi divise) sono state utilizzate in sicurezza negli adulti.Come regola generale, non assumere mai più del dosaggio raccomandato elencato sull’etichetta del prodotto.
Non è stata stabilita la dose orale sicura ed efficace di N-acetilcisteina nei bambini. Se non indicato da un medico, i supplementi di N-acetilcisteina non dovrebbero essere usati nei bambini.
I Nutraceutici di N-acetilcisteina possono essere conservati a temperatura ambiente in un luogo fresco e asciutto.
N-Acetilcisteina: Quale integratore scegliere
NAC si trova in polvere, pastiglie o capule ma avvrà sempre un odore di zolfo.
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▶️ Livelli di Calcio nel sangue
▶️ Sintomi dell’Ipercalcemia con Calcio superiore a 10,5mg/dl
È necessario sospendere l’integrazione della vitamina D prima dell’esame del sangue? Se solitamente assumi la vit D a pranzo, devi saltare la vitamina D solo il giorno prima dell’esame.
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Perche la vitamina D presa in megadosaggio mensile o annuale non è consigliata? Intervista al Dott. Andrea Giusti, Ma perchè dovrei assumere la Vitamina D tutti i giorni, se il medico me la prescrive una volta al mese? ▶️ Risposta breve: perchè altrimenti ogni giorno la quantità assunta si dimezza e resta meno disponibile nel sangue e non si alza il livello. ▶️ Guarda il VIDEO ▶️ Perché la Vitamina D va presa tutti i giorni e non a megadosi settimanali o mensili?
È vero che prendere la vitamina D alla sera migliora i sonno? Perché si dice che è meglio prendere la Vitamina D con un pasto grasso ed abbondante?
▶️ Perché è una vitamina Liposolubile e viene trasportata meglio se presa ai pasti e ben conditi. Uno studio afferma ciò e questo anche se la forma di vitamina D scelta è in gocce oleose.
▶️ Assunzione di Vitamina D con o senza pasto, è importante?
Come si fa a sapere a quante Unità Internazionali corrispondono i Microgrammi (𝛍g)? ▶️Usa la seguente TABELLA DI di conversione da ng (Nanogrammi) a UI (Unità Internazionali) per i dosaggi degli integratori poiché alcuni sono venduti in Unità Internazionali ed altri in microgrammi, con i diversi simboli.
E più efficace integrare la vitamina D2 o la vitamina D3?
▶️ . Per quanto riguarda lo stato di vitamina D nei vegetariani, è stato osservato che i vegetariani possono presentare livelli di vitamina D pari o inferiori ai non-vegetariani, comunque sempre all’interno del range di normalità.
La vitamina D prodotta da lanolina è sintetica o naturale? e può essere assunta da chi è allergico alla lanolina?
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In caso di insufficienza del fegato o dei reni quale vitamina D si dovrebbe assumere?
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Assumo il Didrogyl perché ho una insuffiecienza epatica, si può sapere a quante unità corrisponde? ▶️Solo il colecalciferolo (Dibase ed altri integratori) si misura in Unità Internazoionali, mentre la molecola del Dydrogyl (Calcifediolo) si misura in milligrammi e non ha nessuna corrispondenza in Unità perché è una molecola diversa.
Assumo Didrogyl, ma non ho problemi al fegato, perché il medico me l’ha prescritta?
▶️Alcuni medici preferiscono usare questo farmaco anche in casi di fegato normale e non ce ne spieghiamo il motivo, bisogna chiedere a loro, ma fate attenzione, perché fa alzare la vit D ed il Calcio in modo repentino, e poi considerato il fatto che nessun medico prescrive mai magnesio, né Vit. K2, potreste trovarvi con delle calcificazioni inaspettate. Quindi prendetelo solo in caso di problemi di insufficienza del fegato e chiedete al vostro medico.
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La vitamina D fa venire i calcoli renali?
Ci sono rischi di incorrere in calcolosi renale con l’assunzione di vitamina D? No, secondo lo studio Garland fatto per 4 anni su 2012 pazienti che integravavano la vitamina D, anche quelli con dosaggi superiori a 5000UI al giorno hanno avuto un ridottissimo rischio di calcolosi.
Lo studio del 2013 molto accurato è piaciuto anche all’Istituto superiore di Sanità, tanto che lo troverete pubblicato sull’Osservatorio dell’ISS.
▶️ Vitamina D e calcoli renali – FALSO! Gli studi di C. Garland lo smentiscono
▶️ La vitamina D non fa venire i calcoli renali, leggi lo Studio di Cedric Garland
È vero che integrare vitamina D per via orale non serve a nulla se non si fa attivare dal sole? ▶️ Falso. La vitamina D come Colecalciferolo assunta per via orale o prodotta attraverso il sole può essere attivata solo a livello del fegato e dei reni, ma anche delle cellule. L’esporsi al sole nel modo e temoi adeguati è uno dei due modi per produrre la Vitamina D. Se ti esponi poco al sole devi integrarla per restare in salute.
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Tabella Orari e latidutini per l’esposizione al sole
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L’App presenta un breve questionario che mette alla prova quanto conosciamo la vitamina D e il suo ruolo, fornendo in brevi pillole le informazioni essenziali sulla vitamina D e il suo rapporto con ossa e sole.
Il rapporto con il sole, indispensabile per sintetizzare la vitamina D, viene approfondito nel tool “La tua esposizione solare”, dove gli utenti potranno inserire quotidianamente che parti del loro corpo (viso, mani, gambe) sono state esposte ai raggi solari e per quanto tempo. Alla fine della settimana l’App indicherà se l’esposizione solare è stata sufficiente per sintetizzare la vitamina D necessaria al nostro corpo.
Il sole impatta sulla nostra pelle in modo differente fra estate e inverno e al passare delle stagioni l’App modifica il sistema di calcolo per determinare l’esposizione solare necessaria per sintetizzare i giusti livelli di vitamina D.
Sempre nella App, sono presenti anche 5 video informativi in cui gli esperti della “Settimana della salute dell’osso” illustrano brevemente cos’è l’osteoporosi e come prevenirla, quali sono i soggetti a rischio, il legame fra la carenza di vitamina D e l’osteoporosi e infine l’importanza dell’esposizione solare per sintetizzare la vitamina D.